In sabato soleggiato e caldo ( finalmente !!! ) leggo l'ennesimo articolo di questa destra becera . La destra perde il pelo ma il vizio ( trovate nell'archivio alcuni articoli del mio ex blog , sulle vicende di Baldoni e della guerra in iraq 2003\5 ) . la volgarità di certi individui non nuovi ( leggete qui chi è l'articolista ) è devastante . Come cosi sono devastante i commenti da gente che come
che non capisco o fanno finta di capire che la solidarietà , i diritti umani non hanno colore politico \ ideologico , religioso e culturale . Infatti un conto è la critica con relativa discussione che trovate sotto
Penso seriamente che, anche se non conta un cazzo; lo Stato italiano dovrebbe CONFISCARE PREVENTIVAMENTE tutti i beni delle famiglie delle 2 "povere cooperanti" Greta e Vanessa rapite in Siria. Sto dicendo sul serio. Come rimborso da parte dello Stato per un riscatto pagato per 2 bimbominkia che non hanno recepito sufficiente educazione volta a far loro capire che la guerra asimmetrica non è un gioco per due aspiranti Boldrinette, (visto che la loro beniamina ha sempre tenuto il culo ben lontano da zone di guerra e percepito comunque dalla FAO lauti stipendi/rimborsi, poi si è prodigata al massimo tra cappuccini e brioches, salvo qualche abbraccio di bimbo nero preventivamente sottoposto a profilassi adeguata a protocolli salvaculo prima della foto da scattare mentre lo abbracciava). Care cheerleader di DIRITT'UMMMANI vedi AMMENESTINTERNESCIONAL, non tutte nascono figlie di petrolieri come la vostra presidente della camera, fatevene una ragione, soprattutto se tornate indietro intere, se poi qualche rene si perde per strada... VE LA SIETE CERCATA. Ho qui terminato.
Paolo Choosy Lugli Non ravviso alcun razzismo né nell'articolo di Blondet né in ciò che ho scritto, soprattutto perché queste pulzelle sono state rapite dagli stessi che le stavano ospitando, ISIL e Al Nusra sono quasi interamente formate da mercenari pagati da Arabia Saudita e Occidente, addestrati in Kosovo e Giordania a tagliare gole innocenti. Nelle foto della sua bacheca la Ramelli è ritratta in foto inequivocabili che mostrano da che parte stanno e da chi si sono fatte ospitare. Le ONG vengono da oltre 20 anni impiegate per destabilizzare paesi in giro per il mondo. 20 min · Mi piace
Paolo Choosy Lugli Ma un conto è andare a prestare soccorso, un conto è fare propaganda, se guardi il profilo della Ramelli c'è addirittura una bandiera ucraina, IN SIRIA? 14 min · Non mi piace più · 1
Giuseppe Scano hai ragione . ma un conto è la critica che fai tu . un altro è la volgarità con cui lo dice l'articolo in questione 7 min · Mi piace
Paolo Choosy Lugli Blondet non è mai morbido, può anche non piacere, ma è uno dei pochi giornalisti che si documenta davvero prima di scrivere. In Siria ha ottime fonti, in quanto alla volgarità posso essere d'accordo. Sai che scriveva su Avvenire? 3 min · Mi piace
Vanessa e Greta. Anni 20 e 21.Andate in Aleppo presso i ribelli an ti-regime per un progetto umanitario. Progetto che,a quanto è dato dedurre, consisteva in questo:farsi dei selfie e postarli sui loro Facebook:su sfondi di manifestazioni anti-Assad, sempre teneramente abbracciate (Inseparabili, lacrimano i giornali), forse per fare intendere di essere un po’ lesbiche(è di moda), nella città da tre anni devastato teatro di una guerra senza pietà e corsa da milizie di tagliagole. La loro inutilità in un simile quadro è palese dalle loro foto, teneramente abbracciate, con le loro tenere faccine di umanitarie svampite, convinte di vivere dalla parte del bene in un mondo che si apre, angelicamente, grato e lieto al loro passo di volontarie.
Una superfluità che i giornali traducono così: Le due ragazze avevano deciso di impegnarsi in prima persona per dare una risposta concreta alle richieste di aiuto siriane. Vanessa è studentessa di mediazione linguistica e culturale, Greta studentessa di scienze infermieristiche: niente-popò-di-meno! Che fiori di qualifiche! Due studentesse ( m’hai detto un prospero!), che bussando a varie Onlus erano riuscite a far finanziare il Progetto Horryaty, da loro fondato.Secondo una responsabile della Onlus che ha sganciato i quattrini alle due angeliche, il loro progetto era finalizzato ad acquistare kit di pronto soccorso e pacchi alimentari,da distribuire al confine. Ostrèga,che progettone!
Nella loro ultima telefonata,chiedevano altri fondi. Pericolo per le loro faccine angeliche, o le loro tenerissime vagine? No,erano sicure:avevano capito una volta per tutte che i cattivi erano quelli di Assad,e loro stavano coi buoni,i ribelli. E i buoni garantivano per loro. Si sentivano protette. Nell’ultima telefonata hanno detto che avevano l’intenzione di restare lì.
Un Paese serio le abbandonerebbe ai buoni, visto che l’hanno voluto impicciandosi di una guerra non loro di cui non capiscono niente, in un mondo che a loro sembra ben diviso tra buoni e cattivi. Tutt’al più, candidarle al Premio Darwin (per inadatti alla lotta per la vita), eventualmente alla memoria... Invece la Farnesina s’è sùbito attivata, il che significa una cosa:a noi contribuenti toccherà pagare il riscatto che i loro amici, tagliagole e criminali, ossia buoni,chiederanno.E siccome le sciagure non vengono mai sole, queste due torneranno vegete, saranno ricevute al Quirinale, i media verseranno fiumi di tenerezza, e pontificheranno da ogni video su interventi umanitari, politiche di assistenza, Siria e buoni e cattivi di cui hanno capito tutto una volta per tutte. Insomma,avremmo due altre Boldrini.
Che gente come la Sgrena, Dall'Oglio, le due Simone e tutto il resto della brigata delle ong filoterroriste siano parte di un disegno di finanziamento degli afro-islamici non me lo toglie nessuno dalla testa.
Queste due piccole merde non sono che l'espressione della sinistra che, col denaro del riscatto faranno una marchetta per acquistare tritolo e armi per i delinquenti islamici.
Per me se le possono tenere gli arrapati islamici.
Non una gran perdita.
Lo che cosi riportando sopra l'articolo ed alcuni commenti intono con il vergognoso articolo li faccio pubblicità ma è meglio che si sappia onde evitarli e non leggerli in futuro . Ecco il mio sfogo su facerbook ( chi mi segue lo può saltare ) lo so che perderò contatti ma non ne posso più di leggere certe cose
Buongiorno. Di solito non cancello o non invito a cancellare nessuno , e mi viene il magone quando qualcuno\a si rimuove ma quando è troppo è troppo . e ho deciso di copiando la mia amica Silvia Galleri di fare cio' . Chiedo a tutti i miei contatti razzisti, di qualunque parte essi siano, di cancellarsi da soli dalle mie " amicizie". Vabbè che il mondo è bello perché è vario ( o avariato, direbbe un mio amico) ma adesso basta. Mi sono rotta di sentire i vostri commenti che giustificano la violenza a prescindere. Il razzismo è ignoranza, è violenza, è poca educazione, ottusità mentale, mancanza evolutiva. Evolvetevi.Ed evitate di diffondere come gli untori di storia della colonna infame e il 31 capitolo in particolare ( un riassunto ., dettaglio del capitolo ) dei promessi sposi su la peste di Alessandro Manzoni,tali news inutilmente allarmistiche fonte http://www.ansa.it/piemonte/notizie/2014/08/06
non so che altro dirvi se non parafrasare questa spot di un bel po' d'anni fa
leggo sulla Bacheca dell'amico e compagno di strada Carlo Gubitosaa :<< Qualcuno ha chiesto scusa alla comunita' Rom per aver detto che gli assassini del vigile a Milano erano Rom Sinti? Poi si e' scoperto che erano due con passaporto tedesco ma "di origine slava". Da giornalista mi fa ribrezzo il razzismo che si insinua nella cronaca dei delitti, dove si dovrebbe essere piu' rispettosi che in altre occasioni ma spesso si scade nello sciacallaggio xenofobo.>>. Sempre sulla stessa bacheca c'è l'ottimo commentoi di Lorenzo Lucioni: << Ogni fatto di violenza o illegalita' che, direttamente o indirettamente, si puo' associare a rom, e' puntualmente riportato dalla stampa con chiara impronta razzista. i giornalisti di cronaca non sono quasi mai illuminati, gli approfondimenti a freddo alle volte si ravvedono, spesso parzialmente.non provare ribbrezzo per qualcosa che e' in noi fino al midollo.Infatti , sempre lo stesso Gubitosa fa notare che L'ondata di bufale dal sapore xenofobo travolge "Il Giornale" ( vedere sotto al centro lo Screenshot )
( fin qui niente di nuovo sotto il sole visto che che è insieme alla padania veicolo di coloro che incrementano l'odio con le loro teorie assurde e razzistiche ed exenofobe , se non proprio tali , ci si avvicinano moltissimo ) ma anche ed è questo che fa paura e dovrebbe far riflettere Repubblica.it, Corriere.it e "Fatto Quotidiano". Con buona pace di chi dice che per essere giornalisti bisogna vivere di giornalismo dimostrandolo col 740 alla mano, io dico che per essere giornalisti bisogna conoscere le regole di una professione e fare cosi da http://www.giornalismi.info/ del 15 gennaio 2012 - Carlo Gubitosa
Il razzismo è una malattia contagiosa, trasmessa attraverso i media.Quando la cronaca diventa "caccia allo straniero".
Dov'è nato il ragazzo che ha ucciso il vigile Savarino a Milano? Nemmeno il capo della Squadra Mobile sa dirlo, ma per le grandi testate italiane non c'è dubbio che sia un Rom. O in alternativa un nomade, slavo, al massimo tedesco.
Due uomini uccidono un vigile urbano travolgendolo con un'auto. Hanno importanza le loro origini per decidere come giudicarli? Il buon senso dice di no, e se qualcuno ti uccide un parente non è consolante pensare che sia stato uno svizzero, un bianchissimo neozelandese o un nobile britannico della camera dei Lord. Non ci interessa da dove viene, ci interessa che cosa ha fatto e che subisca le conseguenze del suo comportamento.
Anche la deontologia del giornalismo dice che la nazionalità di un criminale è irrilevante. Può esserlo quella di una vittima in caso di persecuzioni razziali, ma quella di un criminale non aggiunge nessuna informazione utile al fatto di cronaca, e si presta a indebite inferenze che estendono il suo comportamento anche ai "simili" del criminale. Nella "carta dei doveri" del giornalista, infatti, è scritto a chiare lettere che ogni riferimento a "caratteristiche della sfera privata delle persone è ammesso solo quando sia di rilevante interesse pubblico".
Ciò nonostante, la cronaca dell'omicidio dell'agente di polizia municipale Niccolò Savarino viene arricchita si molti particolari "etnici". Su Repubblica.it alle 9:35 del 13 gennaio si legge che "i due uomini visti dai testimoni sono entrambi nomadi" ma alle 12.31 dello stesso giorno quel testo diventa "I due uomini visti dai testimoni - e descritti come nomadi -".
La distinzione tra la realtà oggettiva e la descrizione fatta da fonti non primarie, per quanto dirette, è già un bel passo avanti. Il passo successivo potrebbe essere l'accensione del cervello per domandarsi che cosa caratterizza un nomade "a prima vista", e quali sono i segni particolari per distinguerlo con un veloce colpo d'occhio da una persona con uno stile di vita stanziale. E sulla homepage non ci sono controlli più stringenti sulle notizie pubblicate, al punto che per diverse ore si parla di "due ragazzi di origine rom sinti di 26 e 28 anni". Ma poi scompaiono. L'errore di Repubblica probabilmente è ereditato dall'Ansa, che alle 9:15 dello stesso giorno produce un lancio di agenzia viziato da fretta, ignoranza o entrambe le cose, un minestrone dove si afferma che "i due uomini visti dai testimoni sono entrambi nomadi" (senza neppure il doveroso "sarebbero"), che sono stati "compiutamente identificati" dalle forze dell'ordine, e che "uno dei due sarebbe di nazionalità tedesca, l'altro di origini slave". Vai a capire.
Anche il Fatto Quotidiano, che pure ha una redazione locale a Milano e in questo caso avrebbe potuto consumare più scarpe e meno tastiere, rinuncia al dovere di verifica sul campo e al diritto di esercitare l'intelligenza critica, e decide di ripetere pari pari il compitino/minestrone fornito dall'Ansa: "sono due nomadi gli assassini di Niccolò Savarino". Anche in questo caso l'articolo viene corretto, e nel giro di poche ore si passa a "Sarebbero due i sospetti responsabili dell'omicidio". Ottimo lavoro, condizionale dubitativo più eliminazione del dato di nazionalità in quanto irrilevante ai fini della notizia. Ma la prossima volta non è meglio contare fino a dieci e rileggere meglio prima di fare clic sul tasto "pubblica"? Vi assicuro che non ho nessuna fretta di sapere da che paese viene un assassino, su questo tipo di vicende preferisco un articolo che esce per ultimo ma esce bene. E credo che molti lettori del Fatto, amanti del giornalismo rigoroso e accurato, sarebbero d'accordo con me.
A dispetto della "compiuta identificazione" descritta confusamente dall'Ansa e da chi le è andato appresso dovendosi poi correggere, il prestigioso Corriere della Sera non parla di nomadi, tedeschi o slavi, e in via Solferino gli assassini "sarebbero due Rom sinti incastrati dal cellulare". Salvo poi far cadere il condizionale dubitativo e affermare perentoriamente nell'interno dell'articolo che "I due Rom, dell'83 e dell'85 erano in liguria con un'auto a loro intestata". Ma il web ha memoria corta, e a poche ore di distanza anche l'articolo "Vigile ucciso dal suv. Due fermati" viene ammorbidito e stravolto, fino a diventare "Vigile ucciso dal Suv, telecamera Atm filma l'assassino", se non altro perché i due fermati non c'erano. Ma nel frattempo la notizia è stata ripresa su altri siti e commentata in rete, per confermare la teoria degli "zingari assassini". E se lo dice il Corriere della Sera...
Domenica 15 gennaio l'agenzia Agi segnala un avvenuto arresto e annuncia una "conferenza stampa che si terrà questa mattina alle 11:00 in Questura", ma anche dopo l'arresto la nazionalità del sospettato rimane un mistero. Non ho modo di presenziare direttamente alla conferenza stampa, e dopo alcune telefonate riesco a mettermi in contatto con Alessandro Giuliano, il capo della squadra mobile di Milano, che mi spiega come stanno le cose: i sospettati dell'omicidio Savarino non sono due, ma è uno solo, si chiama Goico Jovanovic e non si sa dove sia nato.
A detta di Giuliano, di lui sappiamo soltanto che è di origine serbo-bosniaca, perché i suoi familiari sono noti alle forze di polizia, si sa che ha precedenti per reati contro il patrimonio, che vive a Milano da vari anni e che la sua famiglia vive in Europa da decenni. Sul piano formale, invece, la questura di Milano (per ammissione del Capo della Squadra Mobile) non sa dire quale sia la nazionalità di questo giovane ragazzo. Giuliano mi spiega per telefono che l'urgenza di raccogliere prove e impedire la fuga del sospettato ha messo in secondo piano gli accertamenti su di lui o sui componenti della sua famiglia per verificare se in tasca hanno un passaporto italiano, francese, tedesco o di qualche altro paese.
Ciò nonostante, anche in assenza di dati certi e a vari giorni di distanza dalle rettifiche di Repubblica, Fatto Quotidiano e Corriere, il 15 gennaio "Il Giornale" titola spavaldamente "I Rom finiscono sotto torchio", e l'autrice di questo capolavoro ha anche il coraggio di firmarsi Paola Fucilieri, a differenza di tutti gli altri pezzi citati finora attribuiti genericamente alla redazione della testata. Più la bufala è razzista, più si propaga velocemente: provate a cercare su Google "I Rom finiscono sotto torchio" e potrete toccare con mano con quale rapidità si sono riprodotte su internet menzogne come quelle della Fucilieri. Su Repubblica.it, invece, lo sport domenicale del 15 gennaio non e' la torchiatura dei rom ma la "caccia agli slavi", e al momento di scrivere questo articolo non ci risulta che sia stato rettificato.
Lo stesso giorno il Corriere della Sera si affretta a spiegare che Jovanovic, classe 1987, sarebbe "nato in Germania, di origine slava". Come se le cause del comportamento criminoso di un Europeo o di un italiano vadano ricercate anche nelle "origini" e non più solo nella nazionalità. E' il razzismo 2.0, che chiede conto anche ai nuovi cittadini italoeuropei della provenienza dei loro bisnonni, per distinguerli da quelli di razza pura. Ma dopo essere stato ricontattato per confermare questo dato, Giuliano mi spiega che la nascita in Germania è solo una delle tante origini dichiarate dal ragazzo, che in altre occasioni ha fornito altre identità affermando di essere nato a Palermo o a Parigi, nel 1990 o addirittura nel 1994. In pratica i giornalisti si sentono autorizzati a dire tutto, tranne che non possono dire ancora nulla perche' non ci sono dati certi.
Il giorno prima della conferenza stampa, invece, Repubblica sostiene che "dei due ricercati gli investigatori sanno ormai tutto, tranne dove si trovano", li descrive come "i due nomadi" e sostiene che "entrambi sono di origine slava, anche se di passaporto tedesco il proprietario del Suv (...) mentre è italiano il suo amico e complice abituale". E il dubbio rimane: nomadi, slavi, tedeschi o italiani? Spiegateci per bene con chi dobbiamo prendercela.
Una volta calmati i bollori della folla assetata di vendetta, l'accertamento di origine, nascita, nazionalità e passaporto di questo ragazzo avrà ancora importanza? E sul piano sostanziale, culturale e umano, non dovremmo dire che un ragazzo "milanese" da anni e una famiglia "europea" da decenni sono un problema nostro e non di altri popoli? Il dato rilevante non dovrebbe essere il fatto ché vivono da anni assieme a noi, anche se in tasca hanno una carta bollata che li associa a qualche altro paese?
In ogni caso, visto che finora non lo ha fatto nessun collega, sarò io a porgere delle scuse. Chiedo scusa a tutti quelli che hanno letto bufale fidandosi delle testate che le hanno sdoganate e pensando che il mestiere di giornalista preveda l'obbligo di verifica delle notizie o quantomeno la prudenza nel diffondere notizie incongruenti. Chiedo scusa soprattutto alla famiglia Savarino, che al proprio dolore ha visto aggiungersi la confusione da voci incontrollate, l'istinto di "caccia allo straniero" e la nostra ansia irrazionale di voler appiccicare per forza ad ogni assassino una bandiera che non sia tricolore, perché i cattivi sono sempre "gli altri". Chiedo scusa ai Rom Sinti, coinvolti in questa vicenda solo perché oggi il nostro pregiudizio più di moda ricade su di loro. Se questo omicidio fosse avvenuto cinque o sei anni fa, probabilmente sarebbe stato più istintivo parlare di "marocchini", e andando più indietro nel tempo i presunti assassini sarebbero stati senz'altro "albanesi". Chiedo scusa anche a tutti i razzisti dal cervello ottenebrato che appena hanno letto "Rom Sinti", sono scattati come molle con una "caccia allo zingaro" che ha trovato un sfogo visibile in rete e troverà chissa quali sfoghi invisibili nel mondo reale. Mi scuso anche con i razzisti perché se nel loro cervello ha attecchito l'ignoranza, la superficialità, il pregiudizio e la paura del diverso non è soltanto colpa loro. Dietro ogni uomo che legge poco ce n'è un altro che scrive male.
Qui sotto potete ammirare alcune conseguenze di questa storia scritta male e raccontata peggio, sputando su tutte le buone pratiche del giornalismo e sui codici deontologici che restano nei cassetti a prendere polvere. Chi semina vento raccoglie tempesta, e chi semina odio raccoglie razzismo. Qui ne ho distillato una minima parte, che va moltiplicata per milioni di lettori, ascoltatori e telespettatori.Guardate gli effetti di questa bufala sui Rom Sinti e pensateci bene, cari colleghi. Non vi costa nulla rispettare voi stessi e la vostra professione, e l'alternativa può avere un prezzo altissimo per tutti.
Ora è profondamente ipocrita indignarsi e dissociarsi dagli atteggiamenti, dalle dichiarazioni, dalle posizioni espresse, senza affrontare con decisione l'uomo, l'essere umano che quelle idee ormai le ha nel dna
C'è un interessante trattato su questo: "I volenterosi carnefici di Hitler"( foto a destra ) di Daniel J. Goldhagen che spiega molto bene come, anche quando latente, ogni genere di razzismo culturale non si potrà mai spegnere.In pratica, l'autore prende in considerazione il fatto che non furono solo i militari a perseguitare gli ebrei: non avrebbero potuto, senza l'appoggio della popolazione. Così come non sarebbe stato possibile, per il governo, attuare politiche antisemite così pesanti, senza il popolare consenso. E la Germania potè (terzo motivo) fare quello che ha fatto, per la sua posizione di potere che andava facendosi sempre maggiore, negli ultimo periodo degli anni 30.
Quello su cui comunque l'autore insiste, è che l'antisemitismo, in Europa e non solo in Germania, è una questione secolare, nata sulla scia degli insegnamenti del cristianesimo che volevano gli ebrei delle persone orribili (avevano condannato gesù cristo alla croce e lo avevano assassinato). Con il tempo, dato che ai cristiani non era permesso svolgere attività legate agli scambi di denaro, e che agli ebrei non era concesso lo svolgimento di molti tipi di lavoro, si ebbe che gli ebrei si occupavano di commerci e della gestione delle prime banche. Da qui, anche la nascita di quelli che l'autore chiama "complotti economici e finanziari". Ed è quello che negli ultimi 20\25 sta succedendo in Italia . Infatti come giustamente << La crisi economica esaspera una cultura comunque xenofoba. E non ---- cone dice l'articolo della rivista AltraEcomia che riporto sotto interramente ---- c’è da illudersi: passata l’indignazione per il pogrom di Torino e la strage di Firenze, la logica liberista, la cultura dell’efficienza, torneranno a dominare, causando nuove guerre ai poveri e nuove lotte fra poveri. A meno che non si cominci a ricostruire una cultura dei diritti e della solidarietà. >>
Nel 2007 Mihai Mircea Butcovan scrisse sul settimanale Internazionale una lettera aperta a un immaginario “cronista razzista”: “Sono stanco di inseguire gli articoli che contengono l’equazione rumeno/straniero=delinquente (dove la variabile straniero non è incognita, ma la soluzione di tutti i mali) per poi chiedere rettifiche che non arrivano mai. Allora per una volta protesto prima”. Butcovan, che è romeno e scrive i suoi libri in lingua italiana, chiedeva al suo ipotetico interlocutore di “non scrivere quell’articolo razzista. Così sapremo orientarci e capire se ‘da quindici anni in Italia’ è una grave malattia pregressa o un certificato di buona salute”.
L’articolo torna alla
mente all’indomani del tentato pogrom di Torino, ossia l’incendio di un campo rom, nel quartiere delle Vallette, ad opera di un gruppo di cittadini staccatosi da una manifestazione -ufficialmente una “fiaccolata contro la violenza”- organizzata dopo la denuncia di una ragazzina del quartiere, che aveva detto d’essere stata violentata da due giovani rom. Il maggiore quotidiano locale -La Stampa- aveva riportato con