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21.11.21

Rifugiarsi nel passato è Un modo originale per evadere da questo eterno presente che capire non sai . Si può evadere senza ricorre a droghe o mezzi artificiali ., ed altre storie

Lei è Sarah

Ha 45 anni. Vive a Leicester, nel Regno Unito. Ama la storia, i film, i libri degli anni Quaranta. Un giorno apre il suo armadio, e non trova niente che la rappresenti. Cerca nei negozi. La prendono per matta. Signora non è carnevale.Sarah non si arrende. Naviga sul web, scova mercatini, recupera tessuti, stoffe, bottoni tipici dell’epoca, passa notti insonni sulla macchina da cucito, finché è pronta una perfetta camicetta vintage.In dieci anni ha realizzato più di 300 abiti vintage, che indossa nella vita di tutti i giorni.Sono il suo modo di evadere dalla realtà, la sua isola felice.

  le  altere  immagini le trovate in questo post della pagina  Facebook  di     Carmelo Abate   https://www.facebook.com/carmeloabbate1971/
Un  modo originale per evadere da questo eterno presente che capire non sai . Si può evadere senza ricorre a droghe o mezzi artificiali


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Lui è Cristian. Nasce a Mazzarrone, in Sicilia, nel 1985. Il fratello è malato, i genitori lo portano in un ospedale del nord Italia. Cristian resta con la nonna. Per scacciare la solitudine, corre dietro a un pallone. Gioca per strada, scarica rabbia e frustrazioni. Passa qualche mese. Il fratello guarisce, la famiglia finalmente è riunita. Cristian si sente più sicuro, e si permette di sognare. Ha 17 anni, fa un provino per una grande squadra. È l’occasione della sua vita, e non la manca. Segna due gol da sogno e firma un vero contratto. Cristian mette il cuore in ogni partita, ma durante un contrasto si
rompe una gamba. È costretto a fermarsi per molto tempo. Quando torna a giocare, non è più lo stesso. Lo rispediscono al mittente. Cristian stringe i pugni fino a sanguinare, si sente abbandonato, derubato. Si chiude in se stesso, allontana i vecchi amici, ne scova di nuovi, li segue nei locali, nei vicoli, compra la droga, la usa, la spaccia. Senza pallone le sue giornate sono vuote. Tanto vale farla finita. Esce sul balcone, si sporge. Deve solo fare un passo in avanti. Fermati! Cristian resta con il piede nel vuoto. Chi c’è, chi ha parlato? È solo, eppure sente una voce che lo tranquillizza, gli dice che può farcela. Cristian si ritrova a piangere come un bambino tra le braccia della mamma. Deve, vuole crederci. Torna con i piedi per terra, corre in casa, cerca una Bibbia. Le sue mani tremano mentre volta le pagine. Non sa, non capisce, ma più legge, più il suo cuore si riempie di gioia e speranza, come la prima volta dietro al pallone. Cristian si dà una ripulita. Trova un lavoro, si iscrive all’università, basta con la droga, ora a tenerlo in piedi c’è una ragazza bella come un angelo. Si chiama Maria, diventa sua moglie e madre dei suoi figli. Stretto alla sua famiglia, Cristian supera una brutta malattia, e si avvicina alla fede. Oggi Cristian ha 36 anni, è un pastore evangelico, ai fedeli non si stanca mai di ripetere che la salvezza è dentro ognuno di noi, e le possibilità sono infinte.
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