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27.2.15

abbattere i cani aggresivi ? un altra strada è possibile il caso di Rauyl un cane molosso di porto torres ( sassari )


Non sempre  un cane pericoloso    necessita    d'essere  abbattuto    ecco la storia   avvenuta  l'estate  scorsda   di  un cane molosso più  precisamente  un   Dogue de Bordeaux  che  avev a aggredito   il suo padrone che lo maltrattava   e  aveva bloccato  per  un paio d'ore le operazioni  di 'imbarco    a  Porto torres  e  che    ora  dopo  un corso  d'affidamento  ritorna   a  casa  . 

  La storia    è presa  dalla  nuova  sardegna  del  25 \2  e   del 19\2 

sassari Cani aggressivi abbattuti? Un’altra strada è possibile Il presidente dei veterinari Sarria critica chi si libera alla leggera degli animali: «Anche Raul ha rischiato una brutta fine, ma ha trovato chi ha creduto in lui»

di Giovanni Bua

SASSARI. Raul ora gironzola placido e monumentale tra i “mini appartamenti” del resort Taxi Dog, la struttura da sogno per l’accoglienza, il ricovero e l’ospitalità per animali che il suo Salvatore Andrea Loriga ha aperto nell’agro di Sorso. E a guardarlo sembra impossibile che questo meraviglioso esemplare di dogue de Bordeaux, che aveva azzannato il proprietario nel porto di Porto Torres, sia stato a un passo dall’essere abbattuto. Destino che purtroppo nell’isola è meno raro di quanto si vorrebbe. A salvare Raul, oltre alla testardaggine di Andrea Loriga, che in quella mattina di agosto riunscì miracolosamente a calmarlo e che da allora non lo ha più “perso di vista”riuscendo alla fine a farselo affidare, è stata l’Asl di Sassari, e in particolare i veterinari Tonino Fadda e Antonello Rassu, insieme ad Andrea Sarria, che dei veterinari è lo storico presidente dell’ordine provinciale. Loro hanno fatto in modo che il molosso fosse ospitato nel parco canile di Rovereto, inserito in un progetto pedagogico della durata di 6 mesi, in cui un pool di esperti medici veterinari ed educatori cinofili hanno applicato un protocollo di recupero dell’animale. «Si parte dalla comprensione del suo comportamento – spiega Sarria – per arrivare a modificare i suoi atteggiamenti negativi attraverso l’impiego di adeguate tecniche relazionali fra l’uomo e il cane. Rovereto è uno dei centri di eccellenza in Italia, e lì si riescono a recuperare animali con storie davvero incredibili alle spalle». Pitbull usati dalla camorra per controllare depositi di droga, dogo argentini straziati dai combattimenti, molossi e cani di grossa taglia (ma a quanto racconta Loriga anche un “terribile” chihuahua) che nella permanenza nel centro guadagnano la loro riabilitazione, spesso accompagnata da precise prescrizioni. «Ogni cane ha la sua storia – spiega Sarria che, tra le altre cose, ha anche la qualifica di comportamentista – e le sue ferite che solo in parte si rimarinano. Quando l’animale viene “liberato” magari ti spiegano che non può stare con i bambini, o con altri animali, ad esempio. Ti insegnano quali regole rispettare, per il suo e il tuo bene». Un percorso spesso lungo e complesso. Che però non sempre è possibile seguire. Quando un cane “mordace” viene segnalato l’Asl lo valuta con una commissione ad hoc formata da veterinari e comportamentisti. Se viene giudicato recuperabile segue un percorso come a Rovereto. A volte però l’unica soluzione è l’abbattimento. Una trafila ufficiale, che scatta solo in caso di segnalazioni o aggressioni, che ha volte i propietari cercano di bipassare. «Succede – spiega Sarria – che si compi un cane “importante” e poi ci si accorga di non essere in grado do gestirlo. Alcuni a quel punto chiedono ai veterinari di abbatterlo. Pratica deontologicamente proibita e che non va assolutamente fatta. Il percorso corretto è affidare il cane all’Asl per le opportune e approfondite valutazioni». La cosa migliore però: «Rimane l’attenzione nella scelta della razza, la serietà nel percorso educativo da seguire. E magari il patentino per alcune razze, con i corsi fatti dal Comune che l’amico Nicola Sanna dovrebbe finalmente attivare».

Raul torna a casa insieme al suo salvatore

Il molosso aveva azzannato il proprietario, dopo la rieducazione viene affidato all’uomo che lo catturò

SASSARI. Si erano scelti in una torrida mattinata d’agosto del 2014. Il primo, uno splendido e possente esemplare di Dogue de Bordeaux, nascosto tra due auto nel piazzale del porto di Porto Torres, spaventato e inferocito. Controllato a vista da un cordone di vigili, pronti a sparargli e abbatterlo dopo che aveva aggredito il suo padrone che, tra urla e calci, lo voleva far rientrare nel rovente bagagliaio della sua auto all’imbarco delle Grandi Navi Veloci in partenza per Genova. Il secondo l’uomo che, con qualche carezza e amichevole sussurro, lo aveva miracolosamente calmato, facendogli capire che il tempo della lotta era finito, e iniziava quello dell’amicizia.
Si erano scelti quella mattina Raul e Andrea Loriga. E ieri, a quasi un anno e mezzo di distanza, hanno coronato il loro percorso. A raccontarlo è proprio il gestore del servizio di Taxi dog, l’azienda con sede a Sassari che dal 2001 si occupa principalmente del trasporto e del soccorso di cani e gatti, ma che sempre più spesso, visti i talenti del 36enne sassarese, viene chiamata quando ci sono situazioni difficili da districare con animali di mezzo.
Un “uomo che sussurra ai cani”, lo hanno definito. E lui, che tra i tanti che ha aiutato e trasportato, di cane ne ha scelto uno solo, entusiasta posta nella sua pagina facebook che il suo viaggio di ritorno a casa con Raul è iniziato.
Un viaggio complesso, partito dal canile di Monte Rosè, dove lo splendido molosso era stato portato subito dopo l’aggressione al suo padrone (in seguito denunciato per lesioni). Proseguito nel parco-canile di Rovereto, nel quale Loriga, dopo un’altra aggressione a un veterinario, lo ha portato a sue spese, e dove il possente molosso dal peso di oltre 50 chilogrammi ha concluso la sua riabilitazione, e smussato, con un piano pedagogico studiato ad hoc lungo oltre sei mesi, i lati più iracondi del suo non semplicissimo carattere. Un viaggio da cui ora il cagnone torna con il “suo” Andrea, che ufficialmente lo assume come collaboratore del Taxi Dog, e gli dedica un post che ben spiega da dove nasca l’unicità di questo giovane sassarese e del suo enorme amico.
«Il giorno che ho lasciato Raul a Rovereto – racconta Andrea Loriga – ho scritto e pensato che qualche volta può arrivare il lieto fine. Oggi lo confermo. Mentre affrontiamo il viaggio insieme, per tornare a casa nostra. Ha finito il suo percorso, in cui a dimostrato a tutti quanto può e vuole dare di lui, anche se solo alle poche persone che sceglie».
«Quando mi chiedono perché io mi sia legato così ad uno stronzo come lui – sottolinea il responsabile di Taxi Dog – non so rispondere. Forse ha ragione chi dice che non c’è nessun motivo particolare, semplicemente ci siamo scelti come poche volte succede tra cane e padrone! Devo ringraziare per primo Raul, perché mi ha insegnato e dato tanto, grazie a lui ho allargato le mie prospettive lavorative, provando a migliorare. Devo ringrazia tutto il team del parco canile Rovereto, per l’ospitalità data a Raul, la professionalità e l’amore che gli ha dedicato. E poi il ringraziamento più grande a Gigi e Thomas, che ormai sono diventati per me i miei due fratelli cinofili. Loro hanno sopportato, valutato e lavorato con me e Raul, senza mai tralasciare neanche i più piccoli particolari. Grazie mille a tutti quelli che l’hanno difeso quando è stato visto da molti per il mostro che non è. Da oggi spero possa iniziare per noi una nuova vita, di spazi, rispetto e amore, nella sua nuova casa. Vi presento il nuovo collaboratore del resort taxi Dog».
 

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