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2.1.16

La mia guida al natale e alle festività 2015\2016 [ come sopravvivere alle festività ] parte 2 III ° befana \ epifania FINE

sulle  note  del brano strumentale    festa  -  Giacomo  Spano   ecco  che  anche  per  quest'anno  l'ultima  puntata  della  guida  del 20126  su come sopravvivere al natale .
Nei link sotto     trovate   alcuni spunti    sull'epifania e  sulla befana



Veniamo  al ost  vero e proprio  .
Dopo l'ultimo dell'anno che
tra un anno passerà eccoci alla  befana  o meglio all'epifania    che 



« L'Epifania
tutte le feste le porta via

poi arriva san Benedetto

che ne riporta un bel sacchetto. »

Infatti il   giorno dell'Epifania ha nei secoli assunto la peculiarità di terminare il ciclo delle feste dell'anno liturgico, mentre il giorno dedicato a san Benedetto richiamava l'attenzione su quelle successive appartenenti al ciclo pasquale.
L'antichità del proverbio è attestata anche dal fatto che la festività di san Benedetto è stata spostata dal 21 marzo al 11 luglio, quindi dopo molto tempo dalla creazione del proverbio  . Oppure  
quest'altro  trovato online cercando qualcosa per questo post

« Befania
tutte le feste manda via

e santa Maria

tutte le ravvia. »

Puretroppo nolenti o dolenti  Dopo il 6 Gennaio si ri torna tutti (o quasi, visto che molti, come  il curatore   del sito http://www.bafan.it/featured/ecco-arriva-la-befana-tutte-le-feste-si-porta-via/  da  cui  come  mio  solito   ho deliberatamente  tratto      l'introduzione del ost  d'oggi  non hanno mai smesso) a lavoro, chi a scuola, chi in fabbrica e chi in ufficio,  o in cerca d'esso  , in attesa dei bagordi carnevaleschi !  e alla solita  routine   \  tram tram quotidiano ..... 
Un momento! Niente fretta! Manca ancora l’ultima delle magiche visite del triduo natalizio (Santa Lucia, Babbo Natale e .. ) : la Befana appunto !



Questa che viene è la sua notte, la notte in cui dolce o carbone, frutta e qualche dono  tecnologico  e  non dipende  da quanti  €  ci     sono rimasti verrà lasciato nelle calze appese ai camini ed alle finestre dai bambini  e  a  quelli cresciuti  :-)  !

da  https://www.facebook.com/befana.italiana1/



infatti  quanti pensieri   e  .....  pensano e  vedendo immagini  moderne   come  esempio queste  due  
   per  gentile  concessione di  Loredana Sofia







  da  https://www.facebook.com/befana6gennaio/?fref=photo
Infatti  l'epifania  o festa della  befana  , come potete vedere  anche  da  questi url   sotto riportati  





 ha diverse sfaccettature   :   religiose  ( pagane  e   cattoliche  ,  ancestrali   della tradizione contadina in alcune  zone d'italia   ) , laiche  ( bambini  e  adulti )  , politica    adiamo  ad  affrontarli singolarmente  

Religiose  

 fra  i siti  più dettagliati   ecco   cosa  dice  wikipedia  https://it.wikipedia.org/wiki/Befana
L'origine fu probabilmente connessa a un insieme di riti propiziatori pagani[5], risalenti al X-VI secolo a.C., in merito ai cicli stagionali legati all'agricoltura, ovvero relativi al raccolto dell'anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo, diffuso nell'Italia Centrale e meridionale, quindi successivamente in tutta la penisola, attraverso un antico Mitraismo e altri culti affini[6], legati all'inverno boreale.Gli antichi Romani ereditarono tali riti, associandoli quindi al calendario romano, e celebrando, appunto, l'interregno temporale tra la fine dell'anno solare, fondamentalmente il solstizio invernale e la ricorrenza del Sol Invictus[7]. La dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura attraverso Madre Natura. I Romani credevano che in queste dodici notti (il cui numero avrebbe rappresentato sia i dodici mesi dell'innovativocalendario romano nel suo passaggio da prettamente lunare a lunisolare[8], ma probabilmente associati anche ad altri numeri e simboli mitologici[9]) delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti[10], da cui il mito della figura "volante". Secondo alcuni, tale figura femminile fu dapprima identificata in Diana, la dea lunare non solo legata alla cacciagione, ma anche alla vegetazione, mentre secondo altri fu associata a una divinità minore chiamata Sàtia (dea della sazietà), oppure Abùndia (dea dell'abbondanza).Un'altra ipotesi collegherebbe la Befana con una antica festa romana, che si svolgeva sempre in inverno, in onore di Giano e Strenia (da cui deriva anche il termine "strenna") e durante la quale ci si scambiavano regali.La Befana si richiamerebbe anche ad alcune figure importate della stessa mitologia germanica, come ad esempio Holda e Berchta, sempre come una personificazione al femminile della stessa natura invernale.
Rappresentazione di tre befane, ognuna sulla propria scopa.
Già a partire dal IV secolo d.C., l'allora Chiesa di Roma cominciò a condannare tutti riti e le credenze pagane, definendole un frutto di influenze sataniche. Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni, che sfociarono, a partire dal Basso Medioevo, nell'attuale figura, il cui aspetto, benché benevolo, fu chiaramente associato a quella di una strega: non a caso, fu rappresentata su una scopa volante, antico simbolo che, da rappresentazione della purificazione delle case (e delle anime), in previsione della rinascita della stagione, fu successivamente ritenuto strumento di stregoneria[11], anche se, nell'immaginario, la Befana cavalca la scopa al contrario, cioè tenendo le ramaglie davanti a sé.
L'aspetto da vecchia sarebbe anche una raffigurazione simbolica dell'anno vecchio: una volta davvero concluso, lo si può bruciare, così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare dei fantocci vestiti di abiti logori, all'inizio dell'anno (vedi, ad esempio, la Giubiana e il Panevin o Pignarûl, Casera, Seima o Brusa la vecia, il Falò del vecchione che si svolge a Bologna a capodanno così come lo "sparo del Pupo" a Gallipoli, oppure il rogo della Veggia Pasquetta che ogni anno il 6 gennaio apre il carnevale a Varallo in Piemonte). In molte parti d'Italia, l'uso di bruciare o di segare in pezzi di legno un fantoccio a forma di vecchia (in questo caso pieno di dolciumi), rientrava invece tra i riti di fine Quaresima. In quest'ottica, anche l'uso dei doni assumerebbe, nuovamente, un valore propiziatorio per l'anno nuovo. Secondo una versione "cristianizzata" di una leggenda risalente intorno al XII secolo, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una signora anziana. Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.[12].I bambini usarono poi, mettere delle scarpe e/o delle calze fuori dall'uscio di casa, proprio perché sarebbero servite come ricambio durante il lungo errare della vecchietta; ma, se quest'ultima non ne avesse avuto bisogno, le avrebbe lasciate lì, riempite appunto di dolci.

Condannata quindi dalla Chiesa, l'antica figura pagana femminile fu accettata gradualmente nel Cattolicesimo, come una sorta di dualismo tra il bene e il male. Già nel periodo del teologo Epifanio di Salamina, la stessa ricorrenza dell'Epifania fu proposta alla data della dodicesima notte dopo il Natale, assorbendo così l'antica simbologia numerica pagana.
La Befana a Gubbio
Il carbone - o anche la cenere - da antico simbolo rituale dei falò, inizialmente veniva inserito nelle calze o nelle scarpe insieme ai dolci, in ricordo, appunto, del rinnovamento stagionale, ma anche dei fantocci bruciati. Nell'ottica morale cattolica dei secoli successivi, nella calze e nelle scarpe veniva inserito solo il carbone come punizione per i soli bambini che si erano comportati male durante l'anno precedente.                                           Il nome "befana" poi, inteso come il fantoccio femminile esposto la notte dell'Epifania, era già diffuso nel dialettale popolare del XIV secolo, specialmente in Toscana e nel Laziosettentrionale, quindi utilizzato per la prima volta in italiano da Francesco Berni nel 1535, quindi da Agnolo Firenzuola nel 1541.[13] Nel XVIII secolo una Istoria delle Befane fu scritta dall'erudito fiorentino Domenico Maria Manni. Nei secoli più recenti, innumerevoli e largamente diffuse sono le rappresentazioni italiane della Befana, spesso si tratta di un figurante che si cala dal campanile della piazza di un paese, oppure di vecchiettine travestite per distribuire dolci e doni ai bambini. Vi sono ancora taluni rari luoghi in cui è rimasto, nel linguaggio popolare, il termine Pefana come, per esempio, nel paese di Montignoso, nel resto della Provincia di Massa-Carrara, in quella della Spezia nonché in Garfagnana e Versilia, con tradizioni non in linea con le consuete celebrazioni dell'Epifania [14] 
[....  ]  e sempre dalla stesa fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Epifania

Politica \ cuturale


il 6 gennaio è riconosciuto come festività anche agli effetti civili. salvo che nel periodo 1978 / 1985) forse perchè si evocava brutta ricordi . Infatti Nel 1928, il regime fascista introdusse la festività della Befana fascista, dove venivano distribuiti regali ai bambini delle classi meno abbienti. Dopo la caduta di Mussolini, la Befana fascista continuò ad essere celebrata nella sola Repubblica Sociale Italiana.Ma  forse  per una politica  di  austeritàche  cancello  molte feste religise , fino ad arrivare ad  un compromesso   del1985    che  ne ristabili alcune   :  1 -2 novmbre  ,  8 dicembre , 6  gennaio ,  più i santi patroni    dei singoli comuni  .

 Laica   \ La festa  dei bambini e   bambinoni 


  ecco alcune  consigli su calze  fai da  te    se  siete tradizionalisti   e  aderenti allo spirito natalizio  e  non solo  commerciale  come negli ultimi  40 anni lo è diventato . Infatti  al  tempo dei nostri bisnonni e  nonni  ( almeno  fino a  gli anni 70  \80 ) nelle case si aspettava la Befana appendendo al camino una calza di lana fatta a mano con i ferri dalle mamme o dalle nonne. Essi, da piccoli, credevano molto alla Befana; le scrivevano una lettera esprimendo i loro desideri che, per lo più, non venivano esauditi perché c'era molta povertà. Quando arrivavano i doni della Befana, tutti i bambini erano molto contenti perché era l'unica festa in cui ricevevano dolciumi.Nella calza i bambini trovavano poca roba: qualche mandarino, caramelle di orzo fatte in casa, castagne, noci e lupini; essi sapevano che dovevano essere buoni almeno due mesi prima della festività, altrimenti avrebbero ricevuto carbone, cenere, cipolla, aglio e carote.
Nella calza non si trovavano giocattoli, se non bamboline di stoffa cucite dalle mamme o dalle nonne. Non si preparavano piatti particolari in quel giorno, ma in alcune famiglie ci si riuniva per mangiare castagne, noci e frittelle. In occasione di questa festa, in alcuni paesi venivano dati dei buoni alle famiglie più bisognose per prendere le cose più necessarie, come pane, pasta, zucchero...


prese da 

Come fare una calza della Befana fai da te

Per chi vuole confezionare una maxi calza con le proprie mani, si scrive di seguito cosa occorre:
2 m di stoffa* (colore a scelta)
1 rocchetto di filo per cucire dello stesso colore della stoffa
1 m di stoffa per la banda superiore di un colore a scelta di 15 cm di larghezza
1 rocchetto di filo per cucire dello stesso colore della banda
1 m di nastro colorato
1 ago
1 pennarello
1 paio di forbici

* Oltre alla stoffa potete utilizzare il pannolenci o la iuta.
PROCEDIMENTO
Pieghiamo la stoffa a metà, in modo di avere un metro per lato;
disegniamo la sagoma della nostra calza con il pennarello considerando di farla più grossa di almeno un centimetro per le cuciture;
tagliamo la sagoma e cuciamo lungo il disegno ad una distanza di almeno 1 cm dal bordo (ricordarsi di non cucire la parte superiore);
rigiriamo la calza e cuciamo intorno al lato superiore la banda di stoffa che abbiamo comprato;
cuciamola 2 volte ad 1 cm dal bordo superiore e ad 1 cm dal bordo inferiore;
vedremo, così, di avere ottenuto 2 asole da cui, ora faremo passare il nastro colorato (servirà a chiudere la calza dopo averla riempita).

E ora ... la nostra calza per una Epifania perfetta è pronta!!!

   

 Sempre    con calza  fai da    te  http://www.amando.it/natale/befana-fai-da-te.html  oppure    sempre  dallo stesso sito   con   i calzini spaiati


Non buttate via i calzini spaiati o troppo piccoli dei vostri bimbi, ma realizzate in pochi minuti una calza della Befana fai da te



"La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte..."inizia così la famosa filastrocca sulla Befana. E se i bambini l'aspettano con impazienza perchè è l'ultima occasione per ricevere regali e caramelle, gli adulti sperano di avere i cioccolatini e i dolciumi che più amano.Se non avete ancora pensato a che calza della Befana far trovare alle persone care, ma volete lo stesso regalare qualcosa fatto da voi, non disperate: in pochi minuti e con materiale semplice potete sorprendere tutti!

Occorrente:
calzini spaiati
nastro adesivo colorato (washi tape)
una gruccia di plastica
mollettine di legno
nastrini
forbici

Per prima cosa, abbellite la gruccia con il nastro adesivo colorato. 




Io ho scelto le righe rosse e bianche perchè le trovo molto festose, ma potete scegliere qualsiasi fantasia vi piaccia.



Legate un nastrino di raso da una parte all'altra della gruccia, come un filo da stendere...

… sul quale attaccare i calzini appesi con delle mollette di legno.

Io ho scelto una gruccia piccola e i calzini da neonato e da bimbo, in modo da aver calze della befana poco capienti, ma voi potete scegliere le dimensioni dei calzini adatte ai regali che intendete metterci dentro.

Ora dovete solo riempire i calzini con tutti i dolcetti che volete.

La vostra calza della Befana è pronta per essere appesa e stupire i vostri bambini.


Di Alessandra Parlagreco, 06/01/2015 © Riproduzione Riservata




Dopo  che  la  calza \e sono pronti cosa mettere  ?    sia  che la  si faccia  per i bambinoni , partner  , genitori  (  ogni uno\a  un donodi  verso  http://www.amando.it/natale/cosa-mettere-calza-befana.html  )  potete  iniziare  con


Carbone dolce fatto in casa
Passiamo ora al carbone, siete ghiotti del dolce carbone e i vostri bimbi qualche marachella l’hanno combinata? Bene, provate a produrre da soli il carbone da inserire nella calza, sarà economico e sicuramente più salutare di quello trovato in commercio!
Ingredienti
Carbone dolce fatto in casa


1 kg di zucchero
300 grammi di acqua
colorante alimentare nero
1 albume di uovo
zucchero a velo

Preparazione
Fate bollire un kg di zucchero, in 300 grammi di acqua, aspettate che inizi a caramellizzarsi, inserite del colorante nero, aggiungete il bianco d’uovo e lo zucchero a velo, girare bene e spegnere il fuoco. Appena inizia a indurirsi rompere a blocchetti il composto.


poi  continuate  a vostro gusto  o  riempendola  con dolci  comprati  o avanzati   dalle feste  o  altro  


Per il partner  

 Per Lei  

No  il solito calzettone di lana antisesso !Credo che se trovasse calze come quelle che vi sto presentando, forse, forse le verrà di risistemarsi il look per il prossimo anno ed a quel punto il suo arrivo in orari notturni sarà già di per sè una dolce delizia!Calze autoreggenti, parigine, francesine, calze da burlesque, calze a rete, calze velate e sexy collant… non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Music legs propone: Cuban Hell “Love me – Kiss me”
Unknown-1                            Unknown
o ancora Thigh Hi Nurse e French Maid.
4780(T747RBOW-PC080)aaa Calze_Cameriera_Sexy_05

Tra le proposte di Leg Avenue avrei scelto qualche campione spiritoso e bucolico ma il marchio ne produce anche di molto sexy!
LA6115_Calze_FIORE_ROSA_01LA6254_Calze_MARGHERITA_01

Meno romantiche e fantasiose ma indubbiamente in grado di far esplodere ardite fantasie, quelle fetish proposte da Lolitta e Saresia
warmUp                 4608_leggings-schwarz-a18035-1-aOK

e altra biancheria  sex  , vedere  post   sul natale  sexy  . Oppure  creme  , trucchi e  profumi 

Per   lui  scegliere cose che userà, quindi evitate boxer con i pupazzetti ed altri stili che possono apparire simpatici ma che non indosserebbe se dovesse andare in palestra o a giocare a calcetto con i

 
colleghi! Puntate sul classico slip o boxer, come quelli in vendita su Asos e Zalando. Il primo sito mette a disposizione slip Emporio Armani a 21,61€, mentre Zalando ha dei bellissimi boxer Benetton a 15€. Se il vostro lui lavora in ufficio, potete puntare anche su una bella cravatta, ma vale lo stesso discorso della biancheria: non esagerate con i colori e i disegni, difficilmente potrebbe indossarla! Se poi volete renderlo in vostro “befano” per un giorno, niente di meglio di un set di calze…in spugna! Il sito La Redoute ne vende 10 pezzi a 9,95€!





buona  epifania  a tutti\e

28.12.13

i miei regali natale 2013


 Inizialmente  non volevo   scrivere questo post  , non perchè i regali  non mi siano piaciuti  ,   anzi ..... ma  perchè non sapevo   cosa  scrivere ed evitare ovvietà  ed  evitare   , non basta mia madre   che mi  fa il predicozzo   perchè faccio regali a  tutti gli amici  \ conoscenti  ( in realtà ad  alcun regali ad  altri pensierini  )    che non se lo meritano  . Ma  poi    :
 1) leggendo  questo post  trattato da www.topolino.it

26 dicembre 2013
Buon Natale... il giorno dopo!

Ehi ragazzi!

Oggi non possiamo che incominciare con il più classico dei BUON NATALE!!! E visto che c'è da scommettere che sarete tutti impegnati a provare uno dei vostri regali spacchettati da poche ore, che ne
dite di raccontarci che cosa avete trovato sotto l'albero?
Lo sappiamo che la carta è ancora calda e avete arrotolato l'ultimo fiocchetto proprio poche ore fa.. per cui non ci sono scuse: passate di qui a raccontarci le sorprese che avete trovato sotto l'albero! Più tecnologia o dolcetti e maglioncini?
Noi abbiamo ricevuto un po' di tutto, ma il regalo più forte è stato quello di Pippo che ci ha regalato... bocche cucite finchè non ci rivelate qualcosa voi ;-)
Alla prossima
Tip&Tap

  2  ) pensando alla vignetta  di  Silvia  zinche  ---riportata  sotto  a destra ---   , mi sono detto ma il mio blog  non è condivisone    \  scambio  , ecc  . Ecco che allora  mi sono deciso  a descrivere   dei regali che ho fatto  e  che ho ricevuto fino  ad  oggi 27 dicembre  2013

io rientro nelle categorie ripetitivo e pensierini in quanto da un paio d'anni di comune accordo con altri amici ci facciamo dei pensierini qui nel mio precedente post natalizio le altre categorie Natale, dimmi che regalo fai (sotto l’albero) e ti dirò chi sei [ come risparmiare e.... ]
Analizzando il fatto credo che sia dovuto alla paura di sbagliare , poca voglia di decidere , mancanza di fantasia , ecc e quindi ad alcuni miei amici faccio lo stesso tipo di regalo ( come ad esempio al mio amico insegnante di strumento e chitarrista, di cui ho suggerito il  suo   libro nel post sui regali , regalo sempre cd musicali, e alla ragazza laureata e specializzata in lingue e letterature arabe libri con a tema l'oriente ., ad un altro e la sua ragazza , soprattutto lui che ha la passione per il te confezioni o tazze di te ) con le altre due coppie improvviso .


  Ho regalato  


Alla coppia del musicista
un cd di roberto palmas ( chitarrista da me precedentemente , non ho voglio di cercare in archivio, recensito su questo blog ) e l'ultimo cd di ludovico enaudi
alla coppia del ceramista
il romanzo di Jon Krakauer Nelle terre estreme, in cui viene raccontata la storia vera di Christopher McCandless, giovane proveniente dal West Virginia che subito dopo la laurea abbandona la famiglia e intraprende un lungo viaggio di due anni attraverso gli Stati Uniti, fino a raggiungere le terre sconfinate dell'Alaska e da cui hanno tratto il film Into the Wild - Nelle terre selvagge (Into the Wild) è un film del 2007 scritto e diretto da Sean Penn,
a l'altre due coppie due confezioni di the del commercio equo e solidale
all'amico  vegano     una confezione di nutella free   quella senza  latte e uova  
ad  un altra amica    che  sta  aspettando  l'ok del tribunale  per  l'adozione   questo libro



Invece io quest'anno ecco i regali che ho ricevuto e che credo li consiglierò l'anno prossimo nella mia annuale guida natalizia in quanto sia il primo che il secondo sto già iniziando ad "usarli "




Dalla prima coppia 

Demenza digitale di Manfred Spitzer 

Un libro in cui l'autore lancia l'allarme sull'uso eccessivo di smartphone e computer. «Riducono le nostre facoltà mentali. Andrebbero tassati, come le sigarette "
Alcuni  accusano   d'essere una sorta  di  gufo  , porta  iella  ,  cassandra  , ecc  . Ma   spesso     ci s'indovina   è il caso eclatante  di  Kal Ppper  nella  sua opera  uscita  , se non ricordo male  , postuma  ,  cattiva maestra  televisione   
 Infatti  

Sinossi

I lati oscuri della rivoluzione digitale. Con il gps è impossibile perdersi, senza gps non siamo più in grado di muoverci. I pc ci hanno alleggerito di parecchio il lavoro mentale e ci stanno atrofizzando il cervello, che è un muscolo che non abbiamo più occasione di allenare. Con il "copia e incolla" facciamo tutto in un attimo e non ci accorgiamo che l'uso di Word ci fa disimparare a leggere e scrivere. Facebook dice di volerci aiutare ad "aprire e condividere il nostro mondo con gli altri", ma dove si impara nei social network l'autoregolamentazione, il controllo delle situazioni, la gestione del contatto umano? Con Google possiamo trovare tutto ciò che vogliamo, o tutto ciò che vogliono i motori di ricerca, che annullano il nostro controllo dell'apprendimento. Con il nostro tablet, comodamente seduti in poltrona, abbiamo il mondo a portata di un touch, e in cambio abbiamo anche: insonnia, depressione, obesità, problemi al sistema cardiovascolare e muscolo scheletrico.
Ecco che  [.... ] I dati da cui parte Spitzer sono in effetti allarmanti: negli Stati Uniti i ragazzi fra 8 e 18 anni passano ormai in media 7,5 ore davanti a uno schermo, più che a scuola o a dormire (in Italia, secondo l'11° rapporto Censis sulla comunicazione, il 12,5 per cento dei giovani tra i 14 e i 29 anni usa i media digitali per più di 6 ore al giorno e un altro 15 per cento è fra le 3 e le 6 ore). «Usare continuamente computer o smartphone» spiega Spitzer «ostacola lo sviluppo o il mantenimento di capacità come la memoria, l'autocontrollo, la concentrazione, la socialità, che possono rafforzarsi solo interagendo con il mondo reale. E non si dica che i media digitali aiutano l'apprendimento: molti studi dimostrano che l'introduzione a scuola di computer, tablet o lavagne elettroniche non porta a un miglioramento nelle competenze degli studenti. L'idea poi di utilizzare i media digitali anche per l'educazione e l'intrattenimento di bambini in età prescolare può sfociare in un disastro: a quell'età lo sviluppo cerebrale passa attraverso la manualità, i giochi collettivi, l'attività fisica, il canto e il disegno».
Spitzer esagera? Pare di no. Basta guardare cosa accade in Corea del Sud, Paese che, per l'elevatissima penetrazione di media digitali (il 67 per cento dei giovani coreani possiede uno smartphone, e il 18 per cento di loro lo usa per oltre sette ore al giorno), sta diventando una sorta di vetrina, nel bene e nel male, del mondo informatizzato prossimo venturo. In Corea il termine «demenza digitale » viene usato già dal 2007 per i casi estremi di dipendenza da internet, un disturbo che, a vari gradi di gravità, riguarda il 12 per cento degli studenti. Ma, anche in questo quadro, lo scorso agosto ha fatto scalpore il caso di un quindicenne ricoverato in un reparto di neuropsichiatria di Seul con un nuovo tipo di «demenza digitale», molto simile a quella temuta di Spitzer. Il ragazzo non riusciva più a concentrarsi a lungo, né a ricordare nozioni scolastiche o anche semplici informazioni, come il pin per aprire il portone di casa. Secondo i medici l'eccessivo uso di dispositivi elettronici aveva atrofizzato la sua capacità di passare i ricordi dalla memoria di lavoro a quella di lungo termine.

Altri effetti, meno estremi, dell'overdose digitale stanno emergendo da ricerche condotte su adulti in Europa e Usa. Per esempio, la «nomofobia », dove nomo sta per nomobile-phone

, la paura di dimenticarsi il cellulare e restare isolati, è diventata comune come il raffreddore: in un sondaggio americano su 1000 persone ne è risultato affetto il 66 per cento dei rispondenti (e il 77 per cento di quelli tra i 18 e i 24 anni). Un altro studio ha invece rivelato che immagazzinare online ogni genere di dati fa sì che si ricordino gli indirizzi di archiviazione ma si memorizzi sempre peggio il contenuto di quello che si è salvato: stiamo delegando insomma la memoria al cloud, come abbiamo delegato il senso dell'orientamento al navigatore Gps.

Si rivela un mito anche la speranza che i social network migliorino la vita sociale: uno studio fatto su un milione di ragazze americane dice che quanto più usavano Facebook e simili, tanto più si sentivano isolate e depresse. E neanche l'osannato multitasking, la capacità di svolgere più compiti insieme consentita dai media digitali, si salva: quelli che lo praticano crollano nei test cognitivi svolti in ambiente reale, in presenza cioè di distrazioni, perché hanno più difficoltà a mantenere la concentrazione propria di chi è abituato ad affrontare solo un lavoro alla volta. 
«Per queste e tante altre ragioni» conclude Spitzer «ritengo che i media digitali stiano provocando danni crescenti nella società, e che andrebbero tassati per scoraggiarne l¿uso esagerato». Insomma smartphone e videogame come le sigarette...
«Le preoccupazioni sull'uso di nuovi media » replica però Juan Carlos de Martin, che insegna informatica e cultura digitale al Politecnico di Torino, «si ripetono in ogni tempo. Platone riferiva l'antica paura che l'introduzione della scrittura avrebbe danneggiato la memoria degli uomini, mentre Schopenhauer prevedeva che i romanzi avrebbero rovinato i giovani. Per non parlare del fiume di critiche che investe la tv da decenni. Ma l'umanità ogni volta si è adattata, usando i nuovi media per aumentare conoscenza e creatività». Quindi Spitzer ha torto? 
«Molte delle sue critiche vanno prese sul serio, ma penso che sia presto per dare giudizi tanto aspri su media che esistono solo da pochi anni: aspettiamo che il loro uso si normalizzi, e vedremo che molti degli eccessi attuali spariranno. È comunque ovvio che anche i nuovi media digitali, come i vecchi, dovrebbero essere usati in modo appropriato e ragionevole, soprattutto dai più giovani. Ma proprio i più giovani devono avere anche gli strumenti per decifrarli: al Politecnico tengo un corso su come riconoscere l¿informazione attendibile online e come produrne, ma corsi simili dovrebbero farli tutte le scuole, perché, se non ci si dota di strumenti culturali appropriati, anche i media digitali non faranno che aumentare le diseguaglianze sociali, avvantaggiando i pochi in grado di sfruttarne le potenzialità e svantaggiando i tanti che ne vengono ammaliati e travolti».  ( da ilmiolibro.kataweb.it  più precisamente    da qui  ) 


Altre informazioni


Listino € 19,90
 Editore Corbaccio Collana   
Data uscita 31/10/2013
Pagine 364 
Formato brossura 
EAN9788863805918

 regalo azzeccato    a tratti  ho  una  forte dipendenza  da  fb  e  sono troppo impulsivo nell'usarlo  (  chi è  fra i mie contatti lo sa  )  . Scrivo   condivido troppo infatti alcuni amici o parenti mnascondono i miei  post  . 

 dalla  seconda  coppia 
 Conoscenza  di Dalla   jazz  (sapevo che  suonava  il clarino   e lo anche sentito  nel mio primo concerto    , quando venne in sardegna  nel lontano 1989  )  , ma non immaginavo    che fosse un praticante   e discreto    jazzista . Quanti  quanti ricordi   nel  2  cd  ci sono  canzoni   che hanno segnato la mia infanzia  in particolare   causoi  , piazza  grande  , disperato  erotico stop . 
  già mi piace non c'è  bisogno di cambiarlo  coem imbarazzato mi aveva suggerito  

dalla terza  coppia


Corriere della Sera pubblica il libro “Nelson Mandela. Bisogna essere capaci di sognare” e ne ricorda, all’indomani della sua scomparsa, le grandissime doti politiche e umane attraverso i suoi discorsi più importanti, e le testimonianze di chi lo ha conosciuto in prima persona. Il volume è in vendita nelle edicole 
della Lombardia da oggi 7 dicembre e da domenica in tutta Italia a 4,90 € più il prezzo del quotidiano (è disponibile anche in e-book a partire da 3,59 euro).
Protagonista della lotta all’apartheid, che gli costò 27 anni di prigionia, premio Nobel per la pace nel 1993, presidente del Sudafrica dal 1994 al 1999, e strenuo difensore dei diritti sociali, civili e umani, Nelson Mandela è il simbolo della libertà, e della lotta per guadagnarsi una vita più giusta e migliore.
Con il libro il Corriere della Sera ne ricostruisce il profilo pubblico e privato, le sue battaglie e alcuni retroscena, e offre la possibilità di conoscere meglio, proprio attraverso le sue parole, una figura amatissima in tutto il mondo.
Il libro si apre con il discorso pronunciato a Pretoria nel maggio del 1994, in occasione dell’elezione a presidente della repubblica sudafricana e da subito risuonano con chiarezza il forte richiamo alla libertà per tutti, la necessità che ci siano innanzitutto giustizia, speranza in una vita migliore, emancipazione politica, nobiltà d’animo e la concezione di disastro come occasione per una rinascita.
Il libro continua con alcune testimonianze, da Laurell Boyers a Michele Farina, da Alessandra Farkas a Claudio Magris, da Arthur Miller in un dialogo con Nelson Mandela, a Matteo Persivale e Gian Antonio Stella, che parlano del suo impegno e delle sue battaglie, ricordano i suoi luoghi e il Mandela ispiratore di idee, ma anche di film e di canzoni.
L’efficacia e la chiarezza delle sue parole echeggiano nei più celebri discorsi pronunciati in momenti chiave della sua vita e della storia sudafricana, riportati integralmente a conclusione del libro: la dichiarazione all’apertura del processo alla suprema corte africana, il discorso in occasione della liberazione dal carcere, e alla folla radunata in Trafalgar Square per la manifestazione “Make poverty history” fanno conoscere a tutti le sue idee.
lo so che  è  un pensierino  ma  ogni uno regala ( anch'io  non con loro  , ma  con altra gente   ho fatto cosi   cioè  ho preso un regalo in edicola   )  quello che  può  e  poi  la coppia   d'estate  e a natale  sono i periodi che  lavorano  di  più in quanto   lui lavora  nelle ceramiche  e  lei fa  cassiera  della stessa ditta   hanno avuto poco tempo  e  soprattutto   quest'anno  i parenti  sono stati colpiti in pieno dall'alluvione  del 18-19 novembre  e  quindi ..... avevano altri problemi   a cui  pensare

dalla  seconda  coppia
 IL  primo volume   della trilogia  ‘Buongiorno Sardegna (  DA DOVE   VENIAMO  ) dell'unione sarda   

ed ora i pensierini 

prodotti  equo e solidali e il libro in due ( foto a destra )  Guida all'azione diretta non violenta  
 Sinossi Un manuale che ricorda, suggerisce e insegna tutti i modi per gestire la protesta in maniera efficace ma non violenta.

Altre informazioni
Marco Forlani,Enrico Euli
EditoreTerre di Mezzo
Data uscita31/12/1998
Pagine108
Formatobrossura
EAN9788888424538













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