Chi ha già letto i miei post qui sul blog o sulle appendici social ( facebook account e pagina , twitter ora x , linkedin, threads ) può anche non leggere la seconda parte del post ovvero l'articolo della famosa blogger sul il fatto del 15\8\2024 da me riportato
Speriamo che con le paraolimpiadi che inizieranno abreve non si verifichi quello che ( anche se ci credo poco visto la mercificazione del sesso e dei corpi ) si è verificato a queste olimpiadi . Ora capisco farci un pensiero erotico ( nessuno di noi è immune sottoscritto compreso) ma si esagera e si scade nela volgarità più becera che disgusta persino un porno dipendente come me .E' successo anche alle scorse olimpiadi di tokyo ma quoi si esagerato . Infatti come dice anche l'articolo da me sotto riportato a cadere vittime del fenomeno, sono stati persino gli atleti maschi. L'esempio più clamoroso è stato qiello del saltatore con l’asta francese Anthony Ammirati ha fatto cadere il palo con, diciamo, “l’inguine”. Il gesto ha destato ilarità (non capita tutti i giorni vedere un palo che si incastra con un pene, seppure sotto i pantaloncini) e invece, tra commenti su misure e fantasie erotiche esplicitate, la vicenda ha preso un piega così pecoreccia che secondo Tmz Sport, ad Ammirati verranno offerti 250 mila dollari per mostrarsi nudo in camera per un’ora da un’azienda che produce contenuti per adulti. Insomma, un atleta olimpico trattato come Rocco Siffredi. Un altrocaso è stato quello di Thomas Ceccon. Il nuotatore italiano , a 23 anni, si aggiudica la medaglia d’oro nei 100 metri dorso diventando il primo italiano a ottenere il titolo olimpico in questa specialità. I meriti sportivi però sono offuscati da quelli estetici al punto che lo stesso atleta, a commento di un suo video diventato virale con titolo “Dio dell’olimpo” (e migliaia di commenti tipo “mi sento incinta”., ecc ), ha scritto don’t sexualise me, please, “non sessualizzatemi per favore”. Insomma, è proprio un uomo, ---- come fa anche notare la stessa blogger nell'articolo sotto --- sorprendentemente, a utilizzare il verbo “sessualizzare” in queste Olimpiadi. Ed è un particolare non trascurabile ed importante , perché è la prima volta che accade, nel mondo dello sport dove nessun atleta si era mai lamentato dei commenti sessisti, dell’oggettificazione del corpo maschile, durante una competizione sportiva. Ceccon, ribellandosi al disconoscimento del suo valore sportivo o comunque al fatto che il merito sia in secondo piano rispetto alle sue spalle e ai suoi occhi azzurri, compie il suo miglior gesto atletico: puntare il dito sul cameratismo becero di chi tratta i corpi come oggetti. E nel farlo – forse lui non lo sa – ha dato una grossa mano anche alle donne che d'anni conducono tale battagli o ormai lo accettano in silenzio in quanto si sono stufate di ripterlo ed essere sole a combatterlo .
Giochi proibiti (e squallidi) sulla pelle degli olimpionici
LA PERVERSIONE DEI SOCIAL Mai come a Parigi gli atleti sono finiti vittime di una grottesca sessualizzazione, tra spettatori onanisti e bufale mediatiche
Il Fatto Quotidiano
» Selvaggia Lucarelli
Èpassato un anno esatto dalla morte di Michela Murgia e durante le Olimpiadi appena terminate pensavo spesso a lei. Mi chiedevo cosa avrebbe detto dello sdoganamento (mai così volgare) della sessualizzazione degli atleti, dei meme, dei titoli di giornali, di alcune foto fatte girare ad arte per aizzare commenti beceri, dei commenti sui social. Perché non so se ve ne siete accorti, ma oltre al famoso titolo di Repubblica (“Italia oro nella spada squadre. Le 4 regine: l’amica di Diletta Leotta, la francese, la psicologa e la mamma”), in cui le atlete erano definite per “nota di colore” come i Sette nani, si è assistito a un tripudio di squallore che fa dubitare dell’efficacia delle tante battaglie pedagogiche sul tema sessismo combattute negli ultimi anni.
Una delle foto diventate virali è quella di una atleta del nuoto sincronizzato che fa una spaccata in aria, sorretta dalle compagne in acqua. L’immagine (in realtà ritrae la squadra greca ai mondiali di Barcellona 2013) è girata compulsivamente sui social per le ridotte dimensioni del costume (si intravedono le sue parti intime). Mi è impossibile elencare i commenti sotto alla foto del gesto atletico perché il più pulito è “Per quanto è muscolosa la fessa rischi che ti faccia male”. Solo un anno fa, la campionessa di nuoto sincronizzato Linda Cerruti denunciò dodici uomini per i commenti sessisti che avevano lasciato sotto una sua immagine in una posizione molto simile, ma evidentemente la lezione è servita a poco. E non è necessario che ci sia un corpo scoperto, per innescare il cameratismo più becero.
Claudia Mancinelli ( foto a destra ), ex atleta e allenatrice di Sofia Raffaeli, bronzo nel concorso
individuale della ginnastica ritmica alle Olimpiadi di Parigi, è finita in una tempesta di commenti sessisti per qualcosa che si fa persino fatica a spiegare, ovvero: il video di lei che si alza dalla panchina e con piglio sicuro va a protestare con i giudici per un punteggio considerato troppo basso assegnato alla sua ginnasta. E quello in cui abbraccia Sofia prima che si esibisca. Una sconcertante pioggia di “Lesbica” “Scopami” “Picchiami”. E comunque, Claudia Mancinelli perlomeno è maggiorenne da un po’. La norvegese Embla Matilde Njerve,( foto sotto )
campionessa di salto con l’asta, ha 17 anni e un viso angelico. Il suo primo piano mentre sta per saltare e stringe concentrata l’asta è diventato forse il video più virale durante le olimpiadi di Parigi.
Viene definita “Barbie” dai commentatori più gentili e ometto i commenti dei meno gentili, ma ripeto, stiamo parlando di una ragazzina di 17 anni. La faccenda tragicomica però è che Embla Matilde Njerve, il sogno erotico di orde di sfigati sul web, non ha mai partecipato alle Olimpiadi di Parigi. Quel video è dei campionati Europei under 18 che si sono tenuti in Slovacchia. Chi invece c’era, alle Olimpiadi è Alica Schmidt, una velocista tedesca di 25 anni molto brava e avvenente. I titoli su di lei di due delle testate sportive più note: “La più bella dei giochi olimpici tra atletica e banana bread in borsa” e “La più bella dei giochi fa flop”.
Inutile dire che la sua foto più virale sui social, con commenti sessisti da rabbrividire, è quella in cui Alica è inginocchiata alla partenza. E a pensarci bene tutte le donne oggetto di sessualizzazione in queste Olimpiadi sono ritratte in posizioni che evocano il sesso: Claudia Mancinelli mentre protesta, in posizione prona, con i giudici. La campionessa di nuoto sincronizzato mentre è a gambe aperte, l’atleta norvegese mentre passa le sue mani sull’asta, Alica Schmidt, appunto, mentre è inginocchiata a terra. Gesti che fanno parte della normalità, nella competizione, vengono trasformati in ammiccamenti erotici, come nelle commediole sexy anni 70. E comunque, a cadere vittime del fenomeno, sono stati persino gli atleti maschi. Il saltatore con l’asta francese Anthony Ammirati ha fatto cadere il palo con, diciamo, “l’inguine”. Il gesto poteva destare ilarità (non capita tutti i giorni vedere un palo che si incastra con un pene, seppure sotto i pantaloncini) e invece, tra commenti su misure e fantasie erotiche esplicitate, la vicenda ha preso un piega così pecoreccia che secondo Tmz Sport, ad Ammirati verranno offerti 250 mila dollari per mostrarsi nudo in camera per un’ora da un’azienda che produce contenuti per adulti. Insomma, un atleta olimpico trattato come Rocco Siffredi. Infine, c’è il caso Thomas Ceccon. Il nuotatore, a 23 anni, si aggiudica la medaglia d’oro nei 100 metri dorso diventando il primo italiano a ottenere il titolo olimpico in questa specialità. I meriti sportivi però sono offuscati da quelli estetici al punto che lo stesso atleta, a commento di un suo video diventato virale con titolo “Dio dell’olimpo” (e migliaia di commenti tipo “mi sento incinta”), ha scritto don’t sexualise me, please, “non sessualizzatemi per favore”. Insomma, è proprio un uomo, sorprendentemente, a utilizzare il verbo “sessualizzare” in queste Olimpiadi. Ed è un particolare non trascurabile, perché è la prima volta che accade, nel mondo dello sport. Nessun atleta si era mai lamentato dei commenti sessisti, dell’oggettificazione del corpo maschile, durante una competizione sportiva. Ceccon, ribellandosi al disconoscimento del suo valore sportivo o comunque al fatto che il merito sia in secondo piano rispetto alle sue spalle e ai suoi occhi azzurri, compie il suo miglior gesto atletico: puntare il dito sul cameratismo becero di chi tratta i corpi come oggetti. E nel farlo – forse lui non lo sa – ha dato una grossa mano anche alle donne.
sulle note del brano strumentale festa - Giacomo Spano ecco che anche per quest'anno l'ultima puntata della guida del 20126 su come sopravvivere al natale .
Nei link sotto trovate alcuni spunti sull'epifania e sulla befana
Veniamo al ost vero e proprio . Dopo l'ultimo dell'anno che tra un anno passerà eccoci alla befana o meglio all'epifania che
« L'Epifania
tutte le feste le porta via
poi arriva san Benedetto
che ne riporta un bel sacchetto. »
Infatti il giorno dell'Epifania ha nei secoli assunto la peculiarità di terminare il ciclo delle feste dell'anno liturgico, mentre il giorno dedicato a san Benedetto richiamava l'attenzione su quelle successive appartenenti al ciclo pasquale.
L'antichità del proverbio è attestata anche dal fatto che la festività di san Benedetto è stata spostata dal 21 marzo al 11 luglio, quindi dopo molto tempo dalla creazione del proverbio . Oppure
quest'altro trovato online cercando qualcosa per questo post
«Befania
tutte le feste manda via
e santa Maria
tutte le ravvia.»
Puretroppo nolenti o dolenti Dopo il 6 Gennaio si ri torna tutti (o quasi, visto che molti, come il curatore del sito http://www.bafan.it/featured/ecco-arriva-la-befana-tutte-le-feste-si-porta-via/ da cui come mio solito ho deliberatamente tratto l'introduzione del ost d'oggi non hanno mai smesso) a lavoro, chi a scuola, chi in fabbrica e chi in ufficio, o in cerca d'esso , in attesa dei bagordi carnevaleschi ! e alla solita routine \ tram tram quotidiano .....
Un momento! Niente fretta! Manca ancora l’ultima delle magiche visite del triduo natalizio (Santa Lucia, Babbo Natale e .. ) : la Befana appunto !
Questa che viene è la sua notte, la notte in cui dolce o carbone, frutta e qualche dono tecnologico e non dipende da quanti € ci sono rimasti verrà lasciato nelle calze appese ai camini ed alle finestre dai bambini e a quelli cresciuti :-) !
ha diverse sfaccettature : religiose ( pagane e cattoliche , ancestrali della tradizione contadina in alcune zone d'italia ) , laiche ( bambini e adulti ) , politica adiamo ad affrontarli singolarmente
L'origine fu probabilmente connessa a un insieme di riti propiziatori pagani[5], risalenti al X-VI secolo a.C., in merito ai cicli stagionali legati all'agricoltura, ovvero relativi al raccolto dell'anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo, diffuso nell'Italia Centrale e meridionale, quindi successivamente in tutta la penisola, attraverso un antico Mitraismo e altri culti affini[6], legati all'inverno boreale.Gli antichiRomaniereditarono tali riti, associandoli quindi alcalendario romano, e celebrando, appunto, l'interregno temporale tra la fine dell'anno solare, fondamentalmente ilsolstizio invernalee la ricorrenza delSol Invictus[7]. La dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura attraversoMadre Natura. I Romani credevano che in queste dodici notti (il cui numero avrebbe rappresentato sia i dodici mesi dell'innovativocalendario romanonel suo passaggio da prettamentelunarealunisolare[8], ma probabilmente associati anche ad altri numeri e simboli mitologici[9]) delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti[10], da cui il mito della figura "volante". Secondo alcuni, tale figura femminile fu dapprima identificata inDiana, la dea lunare non solo legata alla cacciagione, ma anche alla vegetazione, mentre secondo altri fu associata a una divinità minore chiamataSàtia(dea della sazietà), oppureAbùndia(dea dell'abbondanza).Un'altra ipotesi collegherebbe la Befana con una antica festa romana, che si svolgeva sempre in inverno, in onore diGianoeStrenia(da cui deriva anche il termine "strenna") e durante la quale ci si scambiavano regali.La Befana si richiamerebbe anche ad alcune figure importate della stessamitologia germanica, come ad esempioHoldaeBerchta, sempre come una personificazione al femminile della stessa naturainvernale.
Rappresentazione di tre befane, ognuna sulla propria scopa.
Già a partire dal IV secolo d.C., l'allora Chiesa di Roma cominciò a condannare tutti riti e le credenze pagane, definendole un frutto di influenze sataniche. Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni, che sfociarono, a partire dal Basso Medioevo, nell'attuale figura, il cui aspetto, benché benevolo, fu chiaramente associato a quella di una strega: non a caso, fu rappresentata su una scopa volante, antico simbolo che, da rappresentazione della purificazione delle case (e delle anime), in previsione della rinascita della stagione, fu successivamente ritenuto strumento di stregoneria[11], anche se, nell'immaginario, la Befana cavalca la scopa al contrario, cioè tenendo le ramaglie davanti a sé. L'aspetto da vecchia sarebbe anche una raffigurazione simbolica dell'anno vecchio: una volta davvero concluso, lo si può bruciare, così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare dei fantocci vestiti di abiti logori, all'inizio dell'anno (vedi, ad esempio, laGiubianae ilPanevinoPignarûl,Casera,SeimaoBrusa la vecia, ilFalò del vecchioneche si svolge a Bologna a capodanno così come lo "sparo del Pupo" aGallipoli, oppure il rogo della Veggia Pasquetta che ogni anno il 6 gennaio apre il carnevale aVaralloin Piemonte). In molte parti d'Italia, l'uso di bruciare o di segare in pezzi di legno un fantoccio a forma di vecchia (in questo caso pieno di dolciumi), rientrava invece tra i riti di fineQuaresima. In quest'ottica, anche l'uso dei doni assumerebbe, nuovamente, un valore propiziatorio per l'anno nuovo. Secondo una versione "cristianizzata" di una leggenda risalente intorno alXII secolo, iRe Magi, diretti aBetlemmeper portare i doni aGesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una signora anziana. Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.[12].I bambini usarono poi, mettere delle scarpe e/o delle calze fuori dall'uscio di casa, proprio perché sarebbero servite come ricambio durante il lungo errare della vecchietta; ma, se quest'ultima non ne avesse avuto bisogno, le avrebbe lasciate lì, riempite appunto di dolci.
Condannata quindi dalla Chiesa, l'antica figura pagana femminile fu accettata gradualmente nel Cattolicesimo, come una sorta di dualismo tra il bene e il male. Già nel periodo del teologo Epifanio di Salamina, la stessa ricorrenza dell'Epifania fu proposta alla data della dodicesima notte dopo il Natale, assorbendo così l'antica simbologia numerica pagana.
Il carbone - o anche la cenere - da antico simbolo rituale dei falò, inizialmente veniva inserito nelle calze o nelle scarpe insieme ai dolci, in ricordo, appunto, del rinnovamento stagionale, ma anche dei fantocci bruciati. Nell'ottica morale cattolica dei secoli successivi, nella calze e nelle scarpe veniva inserito solo il carbone come punizione per i soli bambini che si erano comportati male durante l'anno precedente. Il nome "befana" poi, inteso come il fantoccio femminile esposto la notte dell'Epifania, era già diffuso nel dialettale popolare del XIV secolo, specialmente in Toscana e nel Laziosettentrionale, quindi utilizzato per la prima volta in italiano da Francesco Berni nel 1535, quindi da Agnolo Firenzuola nel 1541.[13] Nel XVIII secolo una Istoria delle Befane fu scritta dall'erudito fiorentino Domenico Maria Manni. Nei secoli più recenti, innumerevoli e largamente diffuse sono le rappresentazioni italiane della Befana, spesso si tratta di un figurante che si cala dal campanile della piazza di un paese, oppure di vecchiettine travestite per distribuire dolci e doni ai bambini. Vi sono ancora taluni rari luoghi in cui è rimasto, nel linguaggio popolare, il termine Pefana come, per esempio, nel paese di Montignoso, nel resto della Provincia di Massa-Carrara, in quella della Spezia nonché in Garfagnana e Versilia, con tradizioni non in linea con le consuete celebrazioni dell'Epifania[14]
il 6 gennaio è riconosciuto come festività anche agli effetti civili. salvo che nel periodo 1978 / 1985) forse perchè si evocava brutta ricordi . Infatti Nel 1928, il regime fascista introdusse la festività della Befana fascista, dove venivano distribuiti regali ai bambini delle classi meno abbienti. Dopo la caduta di Mussolini, la Befana fascista continuò ad essere celebrata nella sola Repubblica Sociale Italiana.Ma forse per una politica di austeritàche cancello molte feste religise , fino ad arrivare ad un compromesso del1985 che ne ristabili alcune : 1 -2 novmbre , 8 dicembre , 6 gennaio , più i santi patroni dei singoli comuni .
Laica \ La festa dei bambini e bambinoni
ecco alcune consigli su calze fai da te se siete tradizionalisti e aderenti allo spirito natalizio e non solo commerciale come negli ultimi 40 anni lo è diventato . Infatti al tempo dei nostri bisnonni e nonni ( almeno fino a gli anni 70 \80 ) nelle case si aspettava la Befana appendendo al camino una calza di lana fatta a mano con i ferri dalle mamme o dalle nonne. Essi, da piccoli, credevano molto alla Befana; le scrivevano una lettera esprimendo i loro desideri che, per lo più, non venivano esauditi perché c'era molta povertà. Quando arrivavano i doni della Befana, tutti i bambini erano molto contenti perché era l'unica festa in cui ricevevano dolciumi.Nella calza i bambini trovavano poca roba: qualche mandarino, caramelle di orzo fatte in casa, castagne, noci e lupini; essi sapevano che dovevano essere buoni almeno due mesi prima della festività, altrimenti avrebbero ricevuto carbone, cenere, cipolla, aglio e carote.
Nella calza non si trovavano giocattoli, se non bamboline di stoffa cucite dalle mamme o dalle nonne. Non si preparavano piatti particolari in quel giorno, ma in alcune famiglie ci si riuniva per mangiare castagne, noci e frittelle. In occasione di questa festa, in alcuni paesi venivano dati dei buoni alle famiglie più bisognose per prendere le cose più necessarie, come pane, pasta, zucchero...
Per chi vuole confezionare una maxi calza con le proprie mani, si scrive di seguito cosa occorre: 2 m di stoffa* (colore a scelta) 1 rocchetto di filo per cucire dello stesso colore della stoffa 1 m di stoffa per la banda superiore di un colore a scelta di 15 cm di larghezza 1 rocchetto di filo per cucire dello stesso colore della banda 1 m di nastro colorato 1 ago 1 pennarello 1 paio di forbici
* Oltre alla stoffa potete utilizzare il pannolenci o la iuta. PROCEDIMENTO Pieghiamo la stoffa a metà, in modo di avere un metro per lato; disegniamo la sagoma della nostra calza con il pennarello considerando di farla più grossa di almeno un centimetro per le cuciture; tagliamo la sagoma e cuciamo lungo il disegno ad una distanza di almeno 1 cm dal bordo (ricordarsi di non cucire la parte superiore); rigiriamo la calza e cuciamo intorno al lato superiore la banda di stoffa che abbiamo comprato; cuciamola 2 volte ad 1 cm dal bordo superiore e ad 1 cm dal bordo inferiore; vedremo, così, di avere ottenuto 2 asole da cui, ora faremo passare il nastro colorato (servirà a chiudere la calza dopo averla riempita).
E ora ... la nostra calza per una Epifania perfetta è pronta!!!
Non buttate via i calzini spaiati o troppo piccoli dei vostri bimbi, ma realizzate in pochi minuti una calza della Befana fai da te
"La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte..."inizia così la famosa filastrocca sulla Befana. E se i bambini l'aspettano con impazienza perchè è l'ultima occasione per ricevere regali e caramelle, gli adulti sperano di avere i cioccolatini e i dolciumi che più amano.Se non avete ancora pensato a che calza della Befana far trovare alle persone care, ma volete lo stesso regalare qualcosa fatto da voi, non disperate: in pochi minuti e con materiale semplice potete sorprendere tutti!
Occorrente:
calzini spaiati
nastro adesivo colorato (washi tape)
una gruccia di plastica
mollettine di legno
nastrini
forbici
Per prima cosa, abbellite la gruccia con il nastro adesivo colorato.
Io ho scelto le righe rosse e bianche perchè le trovo molto festose, ma potete scegliere qualsiasi fantasia vi piaccia.
Legate un nastrino di raso da una parte all'altra della gruccia, come un filo da stendere...
… sul quale attaccare i calzini appesi con delle mollette di legno.
Io ho scelto una gruccia piccola e i calzini da neonato e da bimbo, in modo da aver calze della befana poco capienti, ma voi potete scegliere le dimensioni dei calzini adatte ai regali che intendete metterci dentro.
Ora dovete solo riempire i calzini con tutti i dolcetti che volete.
La vostra calza della Befana è pronta per essere appesa e stupire i vostri bambini.
Dopo che la calza \e sono pronti cosa mettere ? sia che la si faccia per i bambinoni , partner , genitori ( ogni uno\a un donodi verso http://www.amando.it/natale/cosa-mettere-calza-befana.html ) potete iniziare con
Carbone dolce fatto in casa Passiamo ora al carbone, siete ghiotti del dolce carbone e i vostri bimbi qualche marachella l’hanno combinata? Bene, provate a produrre da soli il carbone da inserire nella calza, sarà economico e sicuramente più salutare di quello trovato in commercio! Ingredienti
1 kg di zucchero 300 grammi di acqua colorante alimentare nero 1 albume di uovo zucchero a velo
Preparazione Fate bollire un kg di zucchero, in 300 grammi di acqua, aspettate che inizi a caramellizzarsi, inserite del colorante nero, aggiungete il bianco d’uovo e lo zucchero a velo, girare bene e spegnere il fuoco. Appena inizia a indurirsi rompere a blocchetti il composto.
poi continuate a vostro gusto o riempendola con dolci comprati o avanzati dalle feste o altro
Per il partner
Per Lei
No il solito calzettone di lana antisesso !Credo che se trovasse calze come quelle che vi sto presentando, forse, forse le verrà di risistemarsi il look per il prossimo anno ed a quel punto il suo arrivo in orari notturni sarà già di per sè una dolce delizia!Calze autoreggenti, parigine, francesine, calze da burlesque, calze a rete, calze velate e sexy collant… non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Music legs propone: Cuban Hell “Love me – Kiss me”
o ancora Thigh Hi Nurse e French Maid.
Tra le proposte di Leg Avenue avrei scelto qualche campione spiritoso e bucolico ma il marchio ne produce anche di molto sexy!
Meno romantiche e fantasiose ma indubbiamente in grado di far esplodere ardite fantasie, quelle fetish proposte daLolitta e Saresia
e altra biancheria sex , vedere post sul natale sexy . Oppure creme , trucchi e profumi
Per lui scegliere cose che userà, quindi evitate boxer con i pupazzetti ed altri stili che possono apparire simpatici ma che non indosserebbe se dovesse andare in palestra o a giocare a calcetto con i
colleghi! Puntate sul classicoslip o boxer, come quelli in vendita su Asos e Zalando. Il primo sito mette a disposizione slip Emporio Armani a 21,61€, mentre Zalando ha dei bellissimi boxer Benetton a 15€. Se il vostro lui lavora in ufficio, potete puntare anche su una bella cravatta, ma vale lo stesso discorso della biancheria: non esagerate con i colori e i disegni, difficilmente potrebbe indossarla! Se poi volete renderlo in vostro “befano” per un giorno, niente di meglio di un set di calze…in spugna! Il sito La Redoute ne vende 10 pezzi a 9,95€!