Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta suicidio assistito. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta suicidio assistito. Mostra tutti i post

18.11.25

"LE GEMELLE KESSLER? SI SONO UCCISE CON UN METODO NAZISTA" - LA PROVOCAZIONE DI MARIO ADINOLFI, DA SEMPRE CONTRARIO AL SUICIDO ASSISTITO,


Ma uno non può essere libero di fare ciò che gli pare cioè scegliere se vivere oppure morire e come morire , senza che ci siano «  un pio, un teorete ,un Pillon e un Adinolfi o un prete( con rispetto perch è a

differenza dei primi fanno il loro dovere di pastori di anime ) a sparare cazzate ! *  » e  che  ti  rompano  le   scatole e  ti giudichino   ?    Dio    non ci  ha     ato  il  libero arbitrio  ?  Dopo   il  caso  di  Pillon di cui ho  parlato   in ( è il secono articolo  )  : «  la rosicata calcistica suprematista /nazionalistica di Gattuso e di Bocchino ., gemelle kresslerl libere anche nella morte ma non per pillon e compari 
Ecco che non poteva mancare l'intervento  di   Mario Adinolfi

mario adinolfi

(Adnkronos) - ''Noto nei media poca compassione, nessun cordoglio e invece tanta ideologica esaltazione davanti al macabro duplice suicidio avvenuto ieri in Germania. Alice ed Ellen Kessler appartengono al lungo elenco di anziani, disabili, sofferenti che dalla fine degli Anni Trenta lo Stato tedesco ha iniziato a sterminare perché rappresentavano un costo inutile per lo Stato. I nazisti lo chiamarono 'programma Aktion T4' e Goebbels ci fece su anche un bel film che trionfò al festival di Venezia del 1941. 

I tempi non sono cambiati: al festival di Venezia l'anno scorso ho visto un altro film che esalta l'eutanasia, i media applaudono un duplice suicidio operato dallo Stato che ha preparato con una sua dottoressa la pozione letale, come fosse un trionfo della civiltà e dei diritti''. A parlare all'Adnkronos è Mario Adinolfi, fondatore del Popolo della Famiglia e presidente dell'associazione 'Cristo Regna', sul suicidio assistito di Alice e Ellen Kessler, morte ieri nella loro abitazione in Germania.

 

le gemelle kessler



Secondo Adinolfi "le Kessler sono state uccise con lo stesso metodo e dalla stessa logica dei nazisti: costavano e non rendevano, per lo Stato era vantaggioso eliminarle e per questo ha mandato un suo medico donna a espletare la pratica - continua Adinolfi - Mi meraviglia il silenzio della Chiesa. Quando quel film sull'eutanasia voluto da Goebbels vinse a Venezia nel '41 i vescovi tedeschi ordinarono ai sacerdoti di andare a bussare casa per casa per vietare ai cattolici di vederlo. 

Ora discettando di fine della cristianità, i cardinali italiani tacciono davanti alla barbarie che si consuma nello stesso giorno delle loro amene assemblee. Poi ci si chiede perché avanza ovunque il pericolo islamico. Alice e Ellen Kessler meritano prima di tutto sgomento e cordoglio sinceri, poi preghiere per le loro anime che speriamo abbiano incontrato la misericordia del Signore davanti ad una scelta tragica quanto grave e sbagliata''.

mario adinolfi

 



''La vita non è un bene disponibile, lo Stato che sopprime è ingiusto quando lo fa con Socrate e quando lo fa con le Kessler, l'Italia non segua in questo la via dettata dal Nord Europa che da sempre genera ideologie pericolose, specie quelle che partono dalla Germania - sottolinea Adinolfi -. Hitler e Marx sono stati entrambi sconfitti dalla cristianità, con buona pace del cardinale Zuppi che evidentemente è immemore della lezione del Papa sotto cui ricevette l'ordinazione sacerdotale, resistente antinazista in Polonia e poi guerriero anticomunista in nome di Cristo per una vita intera. 

Giovanni Paolo II fu un condottiero a difesa della vita dei più fragili e anche Francesco è stato in prima linea a denunciare la 'cultura dello scarto' che è alla base dell'abominio dell'eutanasia e del suicidio assistito''. ''I cattolici non possono tacere davanti a ciò che è stato fatto ad Alice ed Ellen Kessler - prosegue il fondatore del Popolo della Famiglia e presidente dell'associazione 'Cristo Regna' - perché ci riporta alla mente gli anni più bui del Novecento anche se qualcuno che sa far di conto vuole provare a spacciarci questi morti come splendidi testimonial di un presunto nuovo diritto.

 

gemelle kessler 3

Ma il diritto alla morte non esiste - ammonisce Adinolfi - è solo negazione del diritto alla cura anche dell'incurabile, anche dell'anziano non produttivo, anche del sofferente senza speranza. Questa è la civiltà che l'ordinamento giuridico italiano deve continuare a difendere sfidando la cultura utilitaristica della morte di Germania, Olanda, Belgio e Svizzera dove, dagli Anni Quaranta, uccidono i sofferenti per risparmiare in sanità, previdenza e assistenza attuando programmi eutanasici tra i più crudeli della storia dell'umanità'', conclude.

*  parodia    e  mio riadammento della  canzone    L'avvelenata  di  Francesco Guccini 

la rosicata calcistica suprematista /nazionalistica di Gattuso e di Bocchino ., gemelle kresslerl libere anche nella morte ma non per pillon e compari .

 colonna  sonora 

  • Absent Friends, Lost Loves & Old Gods / David Buckley    da   The Sandman: Season 2 (Soundtrack from the Netflix Original Series)

leggo   su   
Soumaila Diawara 21 h

Il ragionamento suprematista e presuntuoso di Gattuso. Questa volta Gattuso ha superato ogni limite di decenza, oltre a mancare di rispetto agli altri continenti. Si è lamentato come se la mancata qualificazione diretta dell’Italia ai Mondiali fosse colpa delle altre confederazioni, in particolare del Sud America, soprattutto del Brasile.Vorrei ricordare a Gattuso, che ha giocato a calcio, ha vinto tutto e persino un Mondiale a fine carriera, che l’Italia si è sempre qualificata quando l’Europa portava ai Mondiali otto squadre, poi dieci, poi dodici, e che è solo da quando i posti europei sono diventati tredici che l’Italia ha iniziato a non qualificarsi più. Oggi i posti sono sedici, l’Italia non è riuscita a qualificarsi direttamente e dovrà passare dai play-off.La colpa non è certo dell’Africa o del Sud America. L’Africa, con cinquantaquattro Stati, porta otto squadre ai Mondiali, di cui una ai play-off intercontinentali. Il Sud America non ruba nulla a nessuno. Se l’Italia non si qualifica, non è per colpa di questi continenti, ma semplicemente perché oggi non ha una squadra all’altezza delle altre nazionali europee. Bisognerebbe ammetterlo e lavorare per migliorare, invece di scaricare la responsabilità sugli altri.Sembra quasi che per alcuni l’Italia debba andare ai Mondiali come se fosse un diritto e non un merito. Dovremmo allora chiederci cosa direbbe il Brasile, che ha vinto cinque Mondiali, dovrebbe pretendere la qualificazione automatica solo per il suo palmarès? Anche l’Italia, con i suoi quattro titoli, non ha garantito nulla. La realtà è semplice, l’Italia oggi non è abbastanza forte.Vorrei vedere cosa succederebbe se le squadre europee dovessero passare dai play-off intercontinentali, lì si trovano nazionali molto competitive, ed è tutt’altro che una passeggiata. E cosa dovrebbero dire Paesi come Camerun o Nigeria, che non si sono qualificati perché hanno perso contro avversari più forti nel loro continente? Questo non toglie nulla alla loro storia e al loro valore.Anzi, parliamo di nazionali che dispongono di giocatori che l’attuale Italia si sognerebbe, da Osimhen a Lookman fino ad Anguissa, solo per citare i più famosi, senza contare molti altri talenti sparsi in Europa e nel mondo.L’Italia dovrebbe prendere atto della propria inferiorità attuale rispetto alle altre grandi nazionali europee. Se si vuole migliorare, bisogna lavorare per crescere, non accusare altri di rubare posti. L’Europa porta comunque più squadre di tutti, e questo garantisce già ampi margini di rappresentanza. Se con il doppio dei posti rispetto ad altri continenti non riesci a qualificarti, la colpa è solo tua.E la ciliegina sulla torta è il lamento contro i tifosi che fischiano. Io pago le tasse per garantire tutte le condizioni alla nazionale, se gioca male ho il diritto di fischiare. Pretendere di essere oltre ogni critica non solo è presuntuoso, ma rivela anche un pensiero quasi suprematista, come se nessuno avesse il diritto di contestare.E qui entra in gioco un altro problema grave, i pseudo-giornalisti che, invece di fare analisi seria e autocritica, si limitano a ripetere e sostenere le tesi di Gattuso senza neppure interrogarsi sulla realtà dei fatti. Questo clima mediatico complice non aiuta a migliorare il calcio italiano, lo danneggia, alimentando vittimismo e alibi invece di responsabilità e crescita.Ma di cosa stiamo parlando? Beo tempi quelli in cui si faceva autocritica o ci si piangeva addosso mentre oggi si fa solo da scaricabile

credevo che il caso di Gattuso si trattasse di un caso isolato invece mi arriva da Lorezo tosa che Anche Bocchino ha detto la sua .... . Infatti

🤦‍♂️Siamo al delirio vero e conclamato.Riuscire ad accusare Elly Schlein, Fratoianni e Bersani anche per i gol di Haaland è una vetta che credevamo irraggiungibile anche per uno come Bocchino. E invece ancora una volta si è superato.Questo, per la cronaca, è il massimo ideologo e più ascoltato e rappresentativo giornalista del melonismo militante.Figuratevi gli altri. 🤦🏼‍♂️🤦‍♂️ Evidentemente   che o   non si hanno più argomenti... o fa  partire    per  distrarci  la  con ruota   delle   cazzate per  distrarre i media  e  gli  oppositori  .    


Mentre la polemica     per     la  sconfitta  della  Nazionale  andava   in stampa  apprendo  della  morte  delle sorelle  kessler  . Un icona  dellla sensualità  e del'immaginario   erotico   per  noi italiani 



Lo avevano annunciato, il giorno del loro ottantottesimo compleanno: ce ne andremo insieme.E così hanno fatto.Alice ed Ellen Kessler hanno scelto il suicidio assistito, oggi, nella loro casa di Monaco di Baviera, dove vivevano in appartamenti comunicanti .
Dietro di sé hanno lasciato una sorta di testamento umano e spirituale, che hanno raccontato con parole meravigliose alla “Bild”. "Il nostro desiderio è andarcene insieme, lo stesso giorno. L’idea che a una delle due capiti prima è molto difficile da sopportare.Io e Ellen vogliamo che le nostre ceneri vengano mischiate un giorno con quelle di nostra madre e possano essere conservate tutte e tre insieme. L'urna comune fa risparmiare spazio. Al giorno d'oggi si dovrebbe risparmiare spazio ovunque. Anche al cimitero".Alice e Ellen Kessler hanno fatto qualcosa che alle nostre latitudini fa gridare ancora allo scandalo una società intollerabilmente bigotta: se ne sono andate quando hanno voluto loro, liberamente, consapevolmente, insieme. Fino all’ultimo istante.Hanno scelto di essere libere fino alla fine.E per loro la libertà significava andarsene insieme, decidendo loro quando, senza che una fosse costretta a soffrire per l’altra.Non mi viene in mente un atto d’amore, di libertà e di dignità più grande e commovente di questo. E nessuno di noi, NESSUNO, ha il diritto di sindacarlo o strumentalizzarlo Essa è stata come dice in un commento sulla bacheca di Lorenzo Tosa Roberto D'Adorante
«Una scelta di una dignità immensa. Sì, perdiamo un pezzo di storia, ma soprattutto perdiamo due donne che hanno saputo essere icone senza perdere mai la grazia. Hanno cambiato il costume, la tv, e in un certo senso anche noi.Se davvero, come sembra, hanno deciso di andarsene insieme, fino all’ultimo passo, allora non c’è nulla da aggiungere se non il silenzio dell’ammirazione e il rispetto.
Le Kessler non se ne vanno nel buio. Si spengono come hanno vissuto: mano nella mano, con eleganza e coraggio. .»
 Ma  purtroppo   sul grande gesto d’amore, coraggio e libertà delle gemelle Kessler ho letto parole che mettono i brividi.Esse provengono come era immaginabile prevvedibile da l’ex senatore Simone Pillon, dall’alto non si sa di quale pulpito, si è addirittura permesso di gridare alla “vergogna”.“Le Kessler si sono ammazzate, con l'aiuto di un medico e di un avvocato . “Quando il mondo era civile, le persone rispettavano la vita (…) Ammazzare la gente diventa ‘diritto civile’. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi.” Ora Gentile e non particolarmente caro ex senatore Pillon, ci sono solo due cose che si possono fare di fronte a una scelta del genere: ammirarne il coraggio o tacere.Quello che proprio non le è consentito, in una società laica e appena decente, è sindacare sulla scelta di un altro essere umano libero, decidere su un corpo (anzi due) che - se lo metta in testa prima o poi - non appartiene né allo Stato né a Dio né a nessun altro, ma solo ed esclusivamente alla persona che lo abita. E che ha il diritto di o accettare il proprio decadimento ed aspettare che Dio o la natura faccia il suo corso oppure auto-determinarsi fino all’ultimo istante della sua vita. così dovrebbe essere in un Paese minimamente civile.Qui l’unico che dovrebbe vergognarsi è lei, pronto a brandire rosari e a usare la religione per colpire il prossimo, per etichettare, marchiare, escludere, invece di capire ed empatizzare, ed eventualmente camminare al fianco. See proprio non è in grado, quantomeno provare a rispettare. Questa parola enorme e spesso dimenticata.Perché non c’è traccia di rispetto nelle sue parole. Se in Italia siamo tragicamente indietro in tema di fine vita, lo dobbiamo anche a lei e a quelli come lei, sedicenti cristiani che del messaggio cristiano, secondo me autenticamente cristiano, non hanno capito nulla. ma proprio Nulla. Infatti sono state più rispettose di lei spettabile Pillon : Assuntina Morresi  in  Le gemelle Kessler desideravano morire... e la nostra utente Daniela Tuscano su  Diaconia "Santa Maria Egiziaca" in Bresso   i cui     afferma  :« Mi addolora molto la scomparsa delle gemelle, ancor di più per la modalità in cui è avvenuta. Non giudico mai la scelta del singolo/a. Ma chiamare bene il male, è tutt'altro; e una cultura del suicidio è decisamente contraria sia al Vangelo sia alla comune umanità »





5.10.25

Suicidio assistito, la richiesta di Ada, malata di Sla: «Chiedo solo un po' di umanità»



Ada, 44enne campana malata di Sla, vuole il suicidio assistito e ha deciso di uscire dall’anonimato, raccontando la propria situazione in un video. A leggere le sue parole, la sorella Celeste poiché Ada, colpita dalla SLA diagnosticata lo scorso anno, non riesce più a parlare: «In meno di 8 mesi la malattia mi ha consumata. Con una violenza fulminea mi ha tolto le mani, le gambe, la parola. La vita è una cosa meravigliosa finché la si può vivere e io l’ho fatto. Ho vissuto con ardore gioie e dolori, e ho sempre combattuto per quello in cui credo, come la libertà di scelta.

. Mi sono rivolta alla mia Asl, coinvolgendo anche il tribunale, chiedendo ora quella libertà per me stessa: poter scegliere una vita dignitosa e una morte serena, vicino alla mia famiglia, nel mio Paese, quando la mia condizione diventerà definitivamente insopportabile. E ho intenzione di combattere per questo diritto finché ne avrò le forze. Ma quanto è crudele dover sprecare le ultime forze per una guerra?». Ada, infatti, dopo aver ricevuto dalla propria azienda sanitaria il diniego al suicidio assistito, ha dovuto presentare, tramite il collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, un ricorso d’urgenza al tribunale di Napoli, a seguito dell’opposizione al diniego, visto che l’azienda sanitaria non dava seguito alle richieste. Durante l’udienza con l’azienda sanitaria si è concordata una nuova valutazione delle condizioni di Ada. Le visite sono state effettuate e ora è in attesa

1.8.25

Fine vita.Marina Oppelli Malata di sclerosi multipla suicida in Svizzera. La morte è una soluzione?

Dopo il caso di Laura Santi  ne ho parlato precedentemente ecco un altra storia di una scelta di suicidio assistito / eutanasia. Scelte che ovviamente, egoistiche o meno , temporanee ( vedere articolo sotto ) o definitive , non si fanno certamente a cuor leggero . Infatti se    anche  l'Avvenire  giornale cattolico   (  vedere sotto l'articolo    )   ammette  che    c'è   : « la sofferenza di migliaia di cittadini italiani. Che non vogliono dover chiedere di morire perché non ce la fanno più. ».
Ecco  quindi   siamo tutti d'accordo  che   ci vuole  una legge  che altre  alle  curae  palliative  riconosca la possibilità  di decidere tramite  testamento  bologico  a prescindere  o meno  da  un trattamento di sostegno vitale  se  uno  vuole  o non vuole  le  cure palliative  o  vuole  o non vuole   vivere  in totale o parziale    dipendenza  dagli altri  o  da  macchine   . 

Avvenire    31\7\2025

 

Due anni esatti dopo la richiesta all’Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina (Asugi) di accedere al suicidio medicalmente assistito, respinta per tre volte, Martina Oppelli è morta somministrandosi il farmaco letale. A differenza della sua richiesta di poterlo fare in Italia, però, la 51enne triestina affetta da Sclerosi multipla da oltre vent’anni ha cessato di vivere in un centro specializzato in Svizzera Valutando più volte il suo caso – l’ultima il 1° luglio – l’Asugi aveva verificato che non sussiste una delle condizioni fissate e ripetutamente ribadite dalla Corte costituzionale per ottenere l’aiuto alla morte
volontaria: la dipendenza da trattamenti di sostegno vitale, intesi non come sostegni alla vita quotidiana di una malata grave ma come presidi medici che sostituiscono funzioni vitali. Un punto fermo, per i giudici costituzionali, a garanzia di tutte le persone che si trovano in condizioni analoghe e che vanno protette da derive e scelte letali contro la loro vita, così come detta lo spirito complessivo del nostro ordinamento.A pronunciarsi contro la richiesta della donna triestina e a impedire che si suicidasse era stato anche il Tribunale di Trieste, che a fine marzo ha rigettato la sua richiesta per lo stesso motivo espresso dall’Azienda sanitaria. Due verdetti di autorità differenti – sanitaria e giudiziaria – che sono giunte alla stessa conclusione. Martina Oppelli però non ce la faceva più e ha deciso di suicidarsi ugualmente. Una scelta tragica, come ogni suicidio, davanti alla quale c’è spazio solo per il dolore e il rispetto. Lo stesso rispetto per tutti i pazienti nelle sue condizioni – e anche più gravi – che impone di riflettere sul fatto che la soluzione di morte volontaria per una malattia che si è fatta insostenibile è sempre drammatica, una sconfitta per tutti. E richiede che si evitino le consuete polemiche riflettendo piuttosto su cosa occorre fare perché situazioni come quella di Martina Oppelli si possano prevenire e la morte non diventi la via d’uscita ordinaria a casi simili. Che fare, dunque?Anzitutto ascoltare la voce dei vari malati come e per ultima la donna triestina: «Fate una legge che abbia un senso, una legge che tenga conto di ogni dolore possibile – dice rivolgendosi ai parlamentari nel suo messaggio di congedo diffuso dall’Associazione Coscioni –, che ci siano dei limiti, certo, delle verifiche, ma non potete fare attendere due, tre anni prima di prendere una decisione. In questi ultimi due anni il mio corpo si è disgregato, io non ho più forza, ma non ho più forza nemmeno di respirare delle volte, perfino i comandi vocali non mi capiscono più. Perché sono dovuta venire qui all'estero? Perché non ce la facevo più ad aspettare, non ce la facevo più. Per piacere fate una legge che abbia un senso e che non discrimini nessuna situazione plausibile. Scusate il disturbo».
E' vero , sempre secondo avvenire 
Ci sono anche storie identiche ma opposte nei loro approdi. E sono [  ? non  ci sono   dati  certi ] certamente la grande maggioranza (silenziosa). Come quella di Maria. Malata anche lei di sclerosi multipla in uno stato molto avanzato, Maria – nome di fantasia – ha recentemente portato la sua testimonianza nel corso dell’udienza alla Corte costituzionale per un caso di richiesta di eutanasia, poi dichiarato inammissibile: «La gente – aveva detto Maria – non vuole morire, mi pare assurdo che qualcuno dica il contrario. La mia vita deve rimanere inviolabile da terze persone, anche se io richiedessi in un momento di disperazione di essere uccisa. Secondo questa logica pericolosa, tutti i malati dovrebbero morire».



"Maria", la malata di sclerosi multipla che è comparsa davanti alla Corte costituzionale


Eppure, della sua voce di malata grave che chiede cure e non morte pochi si sono accorti. Perché? «Come si dice, fa più rumore un albero che cade rispetto a una foresta che cresce. Fa più notizia, e non solo – è la risposta di Maria –. Secondo me, le richieste di farla finita arrivano da persone lasciate sole, che non ricevono aiuto sufficiente. Io ho avuto la fortuna di aver incontrato le persone giuste, tra amici, sacerdoti, medici, e ovviamente mio marito. Ricordo ancora che la prima dottoressa che si era occupata di me mi aveva regalato due biglietti per un concerto, proprio per spronarmi a vivere pienamente la mia vita. È una cosa bella ma, in fondo, dovrebbe essere normale. Se incontriamo una persona sul cornicione del quinto piano la invitiamo a buttarsi o ci offriamo di aiutarla a risolvere i suoi problemi? Si evocano termini come misericordia, libertà, dignità, ma si tenta di far passare l’idea che esista una libertà di uccidersi. La dignità, quella vera, è nel poter continuare a vivere. Siamo nati per questo».
Ora    Sul caso di Martina Oppelli si era pronunciato Paolo Pesce, medico, bioeticista, collaboratore della Diocesi di Trieste e del vescovo Enrico Trevisi, che aveva spiegato come «la commissione dell’Asugi» chiamata a valutare il caso della malata triestina ha fatto «una scelta coraggiosa perché in passato, per un caso analogo, aveva riconosciuto che la sola necessità di assistenza continua per l’alimentazione, l’igiene personale, erano condizioni sufficienti per essere considerate trattamenti di sostegno vitale. La signora Oppelli, che ha già fatto apparizioni pubbliche, appare pienamente cosciente, è assistita per tutte le necessità della vita quotidiana, assume farmaci per il controllo dei sintomi legati alla malattia, ma non è, per quanto noto, legata né ad alimentazione né a idratazione, né a respirazione artificiale. Sta proprio qui il centro della questione, portato avanti dall’Associazione Coscioni. La Corte costituzionale nel 2019 aveva affermato che non è punibile chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che egli reputa intollerabili ma capace di prendere decisioni libere e consapevoli. La Corte non ha riconosciuto il diritto al suicidio assistito ma ha depenalizzato il reato di aiuto al suicidio nel caso ricorrano le suddette condizioni».Decisivo capire cosa sia un trattamento di sostegno vitale: secondo il medico triestino, «si tratta non di un semplice sostegno, ma di una vera e propria sostituzione di una funzione vitale che l’organismo è ormai del tutto incapace di assicurare autonomamente». La valutazione fatta propria anche da Asugi e Tribunale. Chiariti i termini della questione, e in attesa di capire se e come verranno recepiti in una legge nazionale, resta la sofferenza di migliaia di cittadini italiani. Che non vogliono dover chiedere di morire perché non ce la fanno più.

  concludo     rispondendo  : 1) A  chi mi dice   che  è Dio  che  decide    se  darci o toglierci la  vita  Dico  che  lui ci ha  dato  il libero arbitrio    cioè  scegliere  se   seguire  la  bibbia   e quindi   quello   che  tramite  suo figlio Gesu   e  i  suoi  profeti   ( apostoli )  e  rappresentanti  (  preti o  altri  esponeti religiosi  )  ci ha  lasciato scritto  . 2)  alla  domanda   del titolo   . Dipende  da  persona  a   persona   come riportasto anche  dall'articolo stesso . 

23.7.25

essere per l'eutnasia o suicidio non è solo assassinio o andare contro la volonta di DIO ma anche una libera scelta se continuare a soffrire o porre fine alle sofferenze

 


Sono stato accusato per le mie prese   di  posioi in merito tali argomenti  in particolare  gli ultimi  due  post : quello    su  Archie Battersbee  e quello su Laura Santi   di  leggittimare  un omicidio    o     d'andare  contro  la  volonta  di Dio  . Ecco   la mia  risposta     diretta  ai  secondi  e  indirettamente  a  primi  . 

Lolly Mu
Lo so che mi darete addosso, ma non mi importa.
Chi si toglie la vita consapevolmente,
non potrà mai riposare in pace
Non illudiamoci.
Anche se a molti non piace sentirlo, solo Dio è padrone di dare e togliere la vita, non spetta all'uomo farlo
  • Rispondi
  • Modificato
Sere Nena
Lolly Mu ma hai letto?da anni soffriva di sclerosi multipla !hai mai visto una persona affetta di sclerosi multipla?dove e' il tuo Dio quando arrivano queste pene infernali?poi sei libera di pensare ciò che vuoi ma lei non si giudica
Giuseppe Scano @Lolly Mu -
Vero . però bisogna rispettare e non giudicare e condannare chi ha scelto- e messo in atto d'andare contro Dio per porre fine alle sue sofferenze . Serve anche rispetto oltre che una legge seria che permetta di poter scegliere se si vuole rimanere in vita attaccati alle macchine o dipendere in tutto da gli altri ( come l'ex attore
Bruce Willis, peggiorano le condizioni dell’attore: non può più parlare né muoversi
oppure morire con cure palliative oppure potersi come el suo caso darsi e farsi dare l'eutanasia \ suicidio assistito .



Di  solito     sia   fra i  pro che   i  contro   suicidio assistito     o  eutansia    c'è  un  po'  di  confusione   che   coinvolgere   tutti noi ,  sottoscritto compreso  .Provismo a fare  chiarezza  visto    che  la differenza tra eutanasia e suicidio assistito è sottile ma cruciale, soprattutto dal punto di vista giuridico
e pratico. Ecco una panoramica chiara  chiesta    a  Copilot   (  IA  di bing.com  )  :

🧠 Definizioni di base

  • Eutanasia: è l’atto con cui un medico o un’altra persona somministra direttamente un farmaco letale a un paziente che ne ha fatto richiesta, per porre fine alle sue sofferenze.

  • Suicidio assistito: consiste nel fornire al paziente i mezzi (come un farmaco letale) affinché sia lui stesso ad auto-somministrarselo, in modo autonomo  .

🔍 Differenze principali

AspettoEutanasiaSuicidio Assistito
Chi compie l’atto finaleIl medico o un operatore sanitarioIl paziente stesso
Ruolo del pazientePassivoAttivo
Legalità in ItaliaIllegale (è considerato omicidio del consenziente)Parzialmente legale in casi specifici  
Requisiti mediciRichiesta esplicita, patologia irreversibile, sofferenza intollerabileGli stessi, ma con capacità di auto-determinarsi

⚖️ In Italia

  • Eutanasia attiva è ancora considerata reato.

  • Suicidio assistito è stato depenalizzato dalla Corte Costituzionale nel 2019, ma solo se:

    • il paziente ha una patologia irreversibile,

    • soffre in modo intollerabile,

    • è dipendente da trattamenti vitali,

    • è pienamente capace di decidere .

💬 Un esempio pratico

Nel caso del suicidio assistito, il medico può preparare il farmaco, ma non può somministrarlo. Il paziente deve essere in grado di farlo da solo, anche solo premendo un pulsante.


1  https://www.laleggepertutti.it/594477_eutanasia-e-suicidio-assistito-differenza
2   https://www.vidas.it/approfondimenti/differenza-tra-eutanasia-e-suicidio-assistito-cosa-dice-la-legge-sul-fine-vita/
3  https://www.eutanasialegale.it/approfondimenti-eutanasia/suicidio-assistito-eutanasia-differenza/

  Iincuriosito   dalla  proposta    della IA      : <<  Se vuoi, posso anche spiegarti la differenza tra eutanasia passiva e sedazione palliativa altre due pratiche spesso confuse. Vuoi approfondire anche quelle?  >>  ho scelto    d'approfondire  sia  per  me  che   per  me     che  per  voi   l'argomento  accettando  tale    domanda <<  Qual è la relazione tra eutanasia e cure palliative?  >>

La relazione tra eutanasia e cure palliative è complessa e spesso oggetto di dibattito etico, medico e sociale. Sebbene entrambe si occupino del fine vita, hanno obiettivi profondamente diversi:

🌿 Cure palliative: vivere fino all’ultimo respiro

  • Scopo: alleviare la sofferenza fisica, psicologica, sociale e spirituale del paziente.

  • Principi: affermano la vita e considerano la morte come un processo naturale.

  • Non accelerano né ritardano la morte.

  • Approccio: accompagnano il paziente e la sua famiglia, promuovendo dignità e qualità della vita.

⚰️ Eutanasia: anticipare la fine

  • Scopo: porre fine alla vita di un paziente su sua richiesta, per evitare sofferenze insopportabili.

  • Modalità: tramite somministrazione attiva di farmaci letali.

  • Obiettivo: interrompere la vita, non accompagnarla.

🔄 Differenze fondamentali

AspettoCure PalliativeEutanasia
FinalitàAlleviare la sofferenzaTerminare la vita
Ruolo del medicoSupporto e accompagnamentoAgente attivo della morte
Etica medicaBasata su non-maleficenza e beneficenzaDibattuta e controversa
Legalità in ItaliaGarantite dalla legge (L. 38/2010)Attualmente illegale

🧭 Posizioni a confronto

Molti professionisti delle cure palliative ritengono che l’eutanasia non sia compatibile con il loro approccio, perché rischia di trasformare il fine vita in una scelta obbligata per chi si sente un peso. Le cure palliative, invece, offrono un’alternativa dignitosa alla sofferenza, senza ricorrere alla morte come soluzione.

 1 https://www.tempi.it/cure-palliative-suicidio-assistito-non-compatibili/
 2 https://www.adhocnews.it/cure-palliative-e-suicidio-assistito-due-strade-inconciliabili/


con questo   è  tutto    se Dio viuole  e  i carabiieri   lo permettono 




Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...