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18.11.25

"LE GEMELLE KESSLER? SI SONO UCCISE CON UN METODO NAZISTA" - LA PROVOCAZIONE DI MARIO ADINOLFI, DA SEMPRE CONTRARIO AL SUICIDO ASSISTITO,


Ma uno non può essere libero di fare ciò che gli pare cioè scegliere se vivere oppure morire e come morire , senza che ci siano «  un pio, un teorete ,un Pillon e un Adinolfi o un prete( con rispetto perch è a

differenza dei primi fanno il loro dovere di pastori di anime ) a sparare cazzate ! *  » e  che  ti  rompano  le   scatole e  ti giudichino   ?    Dio    non ci  ha     ato  il  libero arbitrio  ?  Dopo   il  caso  di  Pillon di cui ho  parlato   in ( è il secono articolo  )  : «  la rosicata calcistica suprematista /nazionalistica di Gattuso e di Bocchino ., gemelle kresslerl libere anche nella morte ma non per pillon e compari 
Ecco che non poteva mancare l'intervento  di   Mario Adinolfi

mario adinolfi

(Adnkronos) - ''Noto nei media poca compassione, nessun cordoglio e invece tanta ideologica esaltazione davanti al macabro duplice suicidio avvenuto ieri in Germania. Alice ed Ellen Kessler appartengono al lungo elenco di anziani, disabili, sofferenti che dalla fine degli Anni Trenta lo Stato tedesco ha iniziato a sterminare perché rappresentavano un costo inutile per lo Stato. I nazisti lo chiamarono 'programma Aktion T4' e Goebbels ci fece su anche un bel film che trionfò al festival di Venezia del 1941. 

I tempi non sono cambiati: al festival di Venezia l'anno scorso ho visto un altro film che esalta l'eutanasia, i media applaudono un duplice suicidio operato dallo Stato che ha preparato con una sua dottoressa la pozione letale, come fosse un trionfo della civiltà e dei diritti''. A parlare all'Adnkronos è Mario Adinolfi, fondatore del Popolo della Famiglia e presidente dell'associazione 'Cristo Regna', sul suicidio assistito di Alice e Ellen Kessler, morte ieri nella loro abitazione in Germania.

 

le gemelle kessler



Secondo Adinolfi "le Kessler sono state uccise con lo stesso metodo e dalla stessa logica dei nazisti: costavano e non rendevano, per lo Stato era vantaggioso eliminarle e per questo ha mandato un suo medico donna a espletare la pratica - continua Adinolfi - Mi meraviglia il silenzio della Chiesa. Quando quel film sull'eutanasia voluto da Goebbels vinse a Venezia nel '41 i vescovi tedeschi ordinarono ai sacerdoti di andare a bussare casa per casa per vietare ai cattolici di vederlo. 

Ora discettando di fine della cristianità, i cardinali italiani tacciono davanti alla barbarie che si consuma nello stesso giorno delle loro amene assemblee. Poi ci si chiede perché avanza ovunque il pericolo islamico. Alice e Ellen Kessler meritano prima di tutto sgomento e cordoglio sinceri, poi preghiere per le loro anime che speriamo abbiano incontrato la misericordia del Signore davanti ad una scelta tragica quanto grave e sbagliata''.

mario adinolfi

 



''La vita non è un bene disponibile, lo Stato che sopprime è ingiusto quando lo fa con Socrate e quando lo fa con le Kessler, l'Italia non segua in questo la via dettata dal Nord Europa che da sempre genera ideologie pericolose, specie quelle che partono dalla Germania - sottolinea Adinolfi -. Hitler e Marx sono stati entrambi sconfitti dalla cristianità, con buona pace del cardinale Zuppi che evidentemente è immemore della lezione del Papa sotto cui ricevette l'ordinazione sacerdotale, resistente antinazista in Polonia e poi guerriero anticomunista in nome di Cristo per una vita intera. 

Giovanni Paolo II fu un condottiero a difesa della vita dei più fragili e anche Francesco è stato in prima linea a denunciare la 'cultura dello scarto' che è alla base dell'abominio dell'eutanasia e del suicidio assistito''. ''I cattolici non possono tacere davanti a ciò che è stato fatto ad Alice ed Ellen Kessler - prosegue il fondatore del Popolo della Famiglia e presidente dell'associazione 'Cristo Regna' - perché ci riporta alla mente gli anni più bui del Novecento anche se qualcuno che sa far di conto vuole provare a spacciarci questi morti come splendidi testimonial di un presunto nuovo diritto.

 

gemelle kessler 3

Ma il diritto alla morte non esiste - ammonisce Adinolfi - è solo negazione del diritto alla cura anche dell'incurabile, anche dell'anziano non produttivo, anche del sofferente senza speranza. Questa è la civiltà che l'ordinamento giuridico italiano deve continuare a difendere sfidando la cultura utilitaristica della morte di Germania, Olanda, Belgio e Svizzera dove, dagli Anni Quaranta, uccidono i sofferenti per risparmiare in sanità, previdenza e assistenza attuando programmi eutanasici tra i più crudeli della storia dell'umanità'', conclude.

*  parodia    e  mio riadammento della  canzone    L'avvelenata  di  Francesco Guccini 

7.7.15

La mamma di Federico Aldrovandi ritira le querele: "Ma non è un perdono" Unione sarda del 7\7\2015



La capisco ne ha subita già tanta di merda ed stanca di doverne subire ancora . la miglior risposta contro questi ...... putribondi figuri ( metaforicamente parlando  ) . in culo a chi dice che è una prima donna ed una opportunista e non gli ne fregato niente del figlio se non da morto .




La mamma di Federico Aldrovandi ritira le querele: "Ma non è un perdono"  Unione sarda  del 7\7\2015 



patrizia moretti la mamma di federico aldrovandi morto il 25 settembre 2005
              Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi, morto il 25 settembre 2005

Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi, ritirerà le querele presentate verso Carlo Giovanardi, senatore, e Paolo Forlani, l'agente di polizia condannato in via definitiva per la morte di Federico, e di Franco Maccari, segretario del Coisp, sindacato di polizia.
Lo ha annunciato la stessa Moretti al Senato: "Non è un perdono, e d'altra parte nessuno mi ha mai chiesto scusa - ha detto - non spenderò più minuti della mia vita per queste persone e per i loro pensieri. Non voglio più sapere nulla di loro".
Per quanto riguarda Giovanardi, la querela era stata presentata dopo che il senatore "ebbe il coraggio di dire - ha raccontato Moretti - che il cuscino sotto la testa di Federico all'obitorio non era macchiato di sangue ma era rosso".
Altre "falsità e bugie" sono attribuite al segretario del Coisp Franco Maccari, che organizzò una manifestazione proprio sotto le finestre dell'ufficio della donna a Ferrara, e all'agente Forlani.
"Non dimenticherò mai le offese che mi ha rivolto dopo la sentenza della Cassazione - dice Patrizia - è stato lui, sconosciuto e violento, ad appropriarsi degli ultimi istanti della vita di mio figlio".


Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...