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17.12.23

abbiamo bisogno di validi maestri e di buoni sentieri oppure possiamo fare da soli ?

 riascoltando   la  classica   figlio  del re  di Piero Marras   mi   è  ritornata alla  mente   questo post 
 trovato  sulla  home  di  facebook   

Abbiamo tutti bisogno di validi maestri di buoni sentieri...il problema è che troviamo buoni sentieri ma non validi maestri.

Buoni sentieri, è già "tanta roba".... Percorrerli alla cieca... A volte si azzecca . Infatti spessissimo chi fa da se o viaggia sia   senza  avere  in mente    una  strada    o   in solitaria è  più  forte   proprio  come   viaggiano perdenti  più  addatti    ai mutamenti    Perchè  a volte  capita   che   i validi  ( quando  ci sono   )  maestri, hanno preso altri sentieri e non tutti sono disposti a seguirli. Soprattutto  (  scusate  se  mi ripeto  nelle citazioni   ma  è  il mio  caso  ) 


  Come io   ho   scelto  come   Robert  Frost: "Due strade trovai nel bosco e io, | io scelsi quella meno battuta. | Ed è per questo che sono diverso."  e  voi  ?

 




4.10.23

il mio fuoco dentro e miei sensi di colpa

Per tutti\e voi cari lettori che avete nostalgia delle mie elucubrazioni \ seghe mentali questo post è per voi .


IO  non è abbassandosi al loro  livello   che  si  soffocano i sensi  di colpa  .  

Coscienza  allora  come  si fa   dobiamo conviverci  o eliminarli  ?

IO  dipende     da  te    se  vuoi vivere apessantito o leggero  .  se  andare  avanti o rimanere  bloccato    \  fermo   . Possiamo trasformarli in qualcosa  di utile   per  poi  eliminarli  

Coscienza e  come     fare  ?

 IO  Il senso di colpa può essere un’emozione difficile da gestire, ma ci sono alcune strategie che possono aiutare o   ad  eliminarlo  direttamente     se    si  è  detterminati     : 

  •  Riconoscere il senso di colpa: il primo passo per convivere con i sensi di colpa è riconoscerli e accettarli. È importante capire che il senso di colpa è un’emozione naturale e che tutti ne hanno sperimentato almeno una volta nella vita.
  • Analizzare la situazione: una volta riconosciuto il senso di colpa, è importante analizzare la situazione che lo ha causato. Chiediti se hai fatto qualcosa di sbagliato o se il tuo senso di colpa è ingiustificato.
  • Chiedere scusa: se hai fatto qualcosa di sbagliato, chiedere scusa può aiutare a liberarsi del senso di colpa. Chiedere scusa dimostra che sei disposto a prendere la responsabilità delle tue azioni e a fare ammenda.
  • Imparare dalla situazione: se il tuo senso di colpa è giustificato, cerca di imparare dalla situazione. Chiediti cosa puoi fare per evitare di commettere lo stesso errore in futuro.
  • Perdonarsi: se il tuo senso di colpa è ingiustificato, è importante perdonarsi. Ricorda che tutti commettiamo errori e che è normale sentirsi in colpa. Non essere troppo duro con te stesso.
  • Cercare  se   sono tropo pesanti o  ha  troppa  difficolata   aiuto professionale: se i tuoi sensi di colpa sono troppo intensi o interferiscono con la tua vita quotidiana, potrebbe essere utile cercare aiuto professionale. Un esperto psicoterapeuta può aiutarti ad elaborare la tua colpa in vista di una riconciliazione con te stesso e con gli altri.

oppure     anche    anche    a   traformarlo    in qualcosa  d'utile  e  costruttivo  


  • Imparare dalla situazione: se il tuo senso di colpa è giustificato, cerca di imparare dalla situazione. Chiediti cosa puoi fare per evitare di commettere lo stesso errore in futuro. Ad esempio, se ti senti in colpa per aver ferito qualcuno, chiediti come puoi evitare di ripetere lo stesso comportamento in futuro.
  • Chiedere scusa: se hai fatto qualcosa di sbagliato, chiedere scusa può aiutare a liberarsi del senso di colpa. Chiedere scusa dimostra che sei disposto a prendere la responsabilità delle tue azioni e a fare ammenda.
  • Trasformare il senso di colpa in gratitudine: il senso di colpa può farti sentire erroneamente responsabile e far nascere pensieri inutili e malsani, in nessun modo capaci di aiutarti a migliorare i tuoi comportamenti futuri. Cerca quindi di trasformarli in sentimenti di gratitudine. Ad esempio, se ti senti in colpa per non aver passato abbastanza tempo con un amico, prova a concentrarti sul fatto che hai un amico che ti vuole bene e che apprezzi la tua compagnia.
  • Cercare aiuto professionale: se i tuoi sensi di colpa sono troppo intensi o interferiscono con la tua vita quotidiana, potrebbe essere utile cercare aiuto professionale. Un esperto psicoterapeuta può aiutarti ad elaborare la tua colpa in vista di una riconciliazione con te stesso e con gli altri.


 Coscienza ok  ma  come applicarli  ma  soprattutto come  evitarli ?

IO  Sull'ultima parte  della   domanda     posso dirti       che  esse sono  inevitabili  qualuque   decisione  prenda     anche  se   secondo me     nella  vita  non esistono decisioni  giuste  o  sbagliate  l'importante  è prenderne una  . Per  il resto   della  domanda     voirrei  poterti dare  un  consiglio meno  generico   . Ma   non sono   nè un psicologo  nè uno  psichiatra  Posso solo  dirti di  usare     l'empatia cioè  

L'empatia è la capacità di comprendere o sentire ciò che un'altra persona sta vivendo, cioè la capacità di "mettersi nei panni di un altro"Secondo l'American Psychological Association, l'empatia consiste nel comprendere una persona adottando il suo punto di vista invece che il proprio (un concetto molto simile alla teoria della mente) oppure fare esperienza indiretta e spesso involontaria degli stati mentali di una persona (un concetto sviluppato dopo la scoperta dei neuroni specchio). L'empatia non implica necessariamente la spinta motivazionale oppure emotiva a prestare aiuto, sebbene la sua evoluzione in simpatia o in contagio emotivo può determinare azioni e comportamenti di soccorso e aiuto.Le definizioni di empatia comprendono un'ampia gamma di processi sociali, cognitivi ed emotivi principalmente interessati alla comprensione degli altri (e delle emozioni degli altri in particolare). L'empatia può essere di diversi tipi: cognitiva, emotiva, fisica e spirituale .   segue su  Empatia - Wikipedia

oppure    se non ci riesci  l'individualismo .

Coscienza  Empatia  o  individualismo   nell'affrontare      le  scelte  della  vita   . Ma   non c'è altro modo    d'uscire  dalla logica   : <<  .....  al  votro posto non ci so stare  ..... >>   

IO  bella  domanda   quella  chje   proponi   ......  non ho  una   risposta   personalizzata  da  darti    se  non    che dipende  da  te   e  dalle  tue  scelte   .  che  decidi  d'intrapedere  .  Infatti non esiste   manuale  personalizzato    su  come   come  affrointare  la  vita  e   le  sue  scelte     . L'importante  è  <<  [...]  fare   tesoro  ,  sterzare   via  dal sentiero   che  porta  inesorabilemente   al medesimo risultato  . Se  anche  ci  fosse    le  sue  pagine  sarebberoi intrise    elle  lacrime  e  della saliva    di  chim ci ha  provato     e  ha  fallito   [...] >>  ( Barbara  Baraldi   in  IL  fuoco dentro   Janis  Joplin il romanzo    foto della  copertina  asinistra  )      ma     anche    di   chi   ha  avuto  successo ma    non  va  mai  avanti   è  rimane   bloccato  nella monotonia  ed  è  appesantito  dai sensi  di  colpa  oltre  chewda  successo effimero  \  momentaneo   visto  che  essi  posso   ritornare  ed  agiungersi ai  nuovi visto che    ogni azione  o  gesto  che  faccciamo  nel porta  sempre  dietro qualcuno  .   

Coscienza  ok    grazie  

stavo per  rispondergli  e continuare  eventualmente   la  " lka  diuscussione  "   ma  poi    l'alba  è sopraggiunta    facendola  finire  

29.12.21

perchè nei licei s'insegna la filosofia degli uomini e non delle donne ?

 leggo sul mensile   gratuito   io aqua   sapone  di  Ven 22 Ott 2021 | di Angela Iantosca | Interviste Esclusive questa  intervista  a Mariarosaria Taddeo (  FOTO  A  SINISTRA   PhD in Filosofia Teoretica e Pratica, Università degli Studi di Padova; Laurea Magistrale summa cum laude in Filosofia Università degli Studi di Bari) è Professore Associato e Senior Research Fellow presso l’Oxford Internet Institute dell’Università di Oxford. È anche Defense Science and Technology Fellow presso l’Alan Turing Institute di Londra. Il suo lavoro si concentra principalmente sull’analisi etica dell’intelligenza artificiale, dell’innovazione digitale, della sicurezza informatica e dei conflitti informatici. Ad ottobre ha partecipato all’undicesima edizione dell’Internet Festival  (  www.internetfestival.it  )  a Pisa per parlare di moral machine, festival che prosegue online fino a dicembre. 
Essa a otto anni si poneva domande su Dio e l’universo, su finito ed infinito e su chi genera cosa, provando a dare un senso ai suoi ‘perché’, grazie alle conversazioni con uno zio professore prima e a quelle con un professore di filosofia poi. Oggi Mariarosaria Taddeo è tra le prime 50 donne italiane che lavorano sui temi della tecnologia e della sua governance; è tra le 100 donne più influenti nella tecnologia del Regno Unito e tra le prime 100 donne che lavorano sull’etica dell’intelligenza artificiale nel mondo. Professoressa associata e ricercatrice senior 
presso l'Oxford Internet Institute, il suo lavoro si concentra principalmente sull’analisi etica dell’intelligenza artificiale, dell’innovazione digitale, della sicurezza informatica e dei conflitti informatici.
 Prima  dell'intervista  , chiedo perdono  ,   un ulteriore premessa  :   Poiché non sono nè un filosofo  accademico  nè  un laureato in filosofia la mia   risposta  è ovvia  e  scontata      perchè il sistema  scolastico  \  culturale è  un sistema   patriarcale  e maschilista    , lancio   con  il  titolo interrogativo   la domanda   a miei compagni  di viaggio \  di strada   laureati  ed  insegnanti  in filosofia  . 
Adesso godetevi  l'intervista  in questione  e  gli eventuali link  sotto riportati   per  chi  volesse   approfondire  tali  argomenti  



 
All’undicesima edizione dell’Internet Festival, organizzato a Pisa nel mese di ottobre, è intervenuta per parlare di moral machine: che cosa si intende?
«Questa espressione è un ossimoro, perché non esistono le macchine morali. Ma fa riferimento a qualcosa che sappiamo: tutte le tecnologie, dalla prima leva per sollevare il mondo all’intelligenza artificiale, hanno un impatto etico nella misura in cui aiutano a trasformare la nostra interazione con il mondo o il mondo stesso, quindi hanno delle ricadute sociali ed etiche. L’esempio che faccio spesso è quello della corrente elettrica: nel momento in cui si è creata l’infrastruttura elettrica si sono allungate le giornate lavorative delle persone, perché le ore al buio sono diventate produttive e questo ha trasformato l’interazione sociale, le opportunità e i problemi della società. La tecnologia, quindi, ha un impatto etico e sociale e noi vogliamo capirlo e indirizzarlo, cioè vogliamo fare in modo che la tecnologia sia utilizzata per rendere migliore la società. Questo nel senso più ampio. Nel senso più specifico, moral machine attiene all’ambito dell’intelligenza artificiale e a questo miraggio, che, se si fossero mai costruite queste macchine intelligenti così come noi umani siamo intelligenti - cosa che dico subito è fantascienza, non scienza -, allora questa macchine sarebbero dovute essere morali, comportandosi secondo i nostri valori e, se non lo fossero state, ci saremmo trovati in acque problematiche, perché, essendo macchine intelligenti e autosufficienti, avrebbero potuto sopraffare il genere umano». 
 
Ma non è questo il problema. 
«No. Quindi che cosa ci teniamo del moral machine? Il digitale è una tecnologia altamente trasformativa tanto delle nostre interazioni con l’ambiente, tanto dell’ambiente stesso, tanto della nostra comprensione dell’ambiente. Pensiamo al concetto di fisicità e realtà: fino a qualche tempo fa tangibile e reale coincidevano; ora possiamo dire che la conversazione che stiamo facendo su Skype è reale, ma non è fisica, come i file del prossimo articolo che scriverò non sono tangibili, ma sono molto reali. Si tratta, quindi, di una trasformazione concettuale che il digitale ha determinato. Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale abbiamo capito che è una tecnologia, che anche se non ha a che vedere con l’intelligenza umana porta con sé grandi potenzialità e grandi rischi: progettarla e usarla in modo etico è una delle sfide principali del nostro tempo». 
 
Lei è laureata in Filosofia e si occupa di intelligenze artificiali: che collegamento c’è tra filosofia e tecnologia?
«La filosofia della tecnologia esiste da sempre. La tecnologia pone molte domande concettuali a cui la filosofia è chiamata a rispondere. In contesti anglosassoni e nelle scuole di filosofia analitica, filosofia e tecnologia sono un connubio frequente. Forse è un connubio meno frequente nella filosofia continentale, anche se filosofi come Heidegger o Foucault si sono posti questioni che hanno a che fare con la tecnologia. Inoltre, i filosofi da sempre si occupano del tempo in cui vivono: Platone, Aristotele, Kant si preoccupavano dei problemi del loro tempo. E nel nostro tempo al centro c’è la tecnologia, quindi è normale che i filosofi se ne occupino». 
 
Come usarla e non abusarne della tecnologia?
«Non sempre è possibile prevedere e quindi controllare gli effetti e gli usi indesiderati della tecnologia. Nel contesto del digitale è valso per anni il motto della Silicon Valley del fallisci spesso e in fretta per poi ricominciare, senza preoccuparti delle conseguenze, perché l’innovazione deve andare avanti. Questo è uno spirito pionieristico che non tanto collima con le società di oggi. Nella scorsa decade è diventato sempre più chiaro che l’innovazione tecnologica ha bisogno di governance e di strategie che allineino l’innovazione con i valori delle nostre società. È per questo che mi piace molto la strategia europea della Twin Transitions – che lega l’innovazione digitale alla sostenibilità -. Definire governance e strategie non è semplice, la cosa richiede di considerare interessi diversi e equilibri precari e bisogna indirizzare l’innovazione senza rallentarla troppo, favorirne il potenziale buono e nello stesso tempo costruire delle condizioni, identificare e mitigare i rischi. A volte in tutto questo la chiarezza concettuale di analisi filosofiche può offrire un aiuto importante». 
 
Donne e tecnologia, un tema che spaventa più di qualcuno. Quanto siamo indietro nel nostro Paese e all’estero?
«Io sono sempre un po’ in dubbio: non so quanto sia una questione di Paese o personale. C’è sempre, anche nel Paese più evoluto, qualcuno che pensa che sia strano che una donna scriva poesia o costruisca ponti. In Italia - ma non solo - abbiamo un retaggio sia culturale sia formativo. Faccio parte di quella generazione in cui le studentesse di Fisica o Informatica si contavano su una mano, mentre a Lettere, Filosofia o Psicologia la proporzione era quasi inversa. Mi sono sempre chiesta quanto di queste proporzioni fosse il risultato di un retaggio culturale e sociale, un retaggio che abbiamo pagato e continuiamo a pagare in termini di skills. Forse la differenza con gli altri Paesi è che all’estero il problema è riconosciuto in maniera più evidente e vengono prese misure che tendono a limitarlo. Confesso una duplice ambizione: da un lato immagino e lavoro nel mio piccolo per una società in cui la diversità sia riconosciuta come un valore e un assett, dall’altro lato per quello che attiene alla vita professionale, vorrei smettere di pensare in termini di uomini e donne e pensare in termini di persone competenti o non competenti. E immagino una società in cui le opportunità per acquisire competenze siano alla portata di tutti. Ma so che queste ambizioni richiedono molto lavoro». 
 
Lei è nata e cresciuta in Italia, dove si è anche laureata e poi è emigrata, dunque è un cervello in fuga: quando ha deciso di cercare altrove nuove opportunità? 
«Sono andata via la prima volta a 22 anni, ho fatto un Erasmus a Berlino, che ha cambiato la mia prospettiva. A Berlino, per la prima volta, mi sono sentita Europea e non solo Italiana e mi sono ritrovata al centro di mondo che transitava verso il digitale. Quando sono partita per la Germania, vedevo l’Erasmus come una pausa non una fuga; quando sono rientrata ho capito che era stato uno spartiacque.  
Sono successe in un secondo momento delle cose che hanno definito la mia scelta di studiare all’estero. Io ho fatto un dottorato in Italia (a Padova), quindi non posso dire che non ci siano state date opportunità: certo, trovare quelle opportunità è stato tremendamente difficile. La scelta, poi, di cercare contatti ad Oxford è stata molto più consapevole ed ha avuto a che fare anzitutto con la determinazione di voler lavorare su temi di tecnologia, filosofia e etica. Quando ho iniziato ad occuparmi di questi argomenti, Oxford era uno dei pochi posti in Europa in cui si parlava di filosofia della tecnologia ed etica della tecnologia. C’era già un gruppo che se ne occupava, colleghi che avevano gruppi di ricerca. Inoltre, noi filosofi seguiamo delle scuole ed io seguivo più la scuola analitica che quella continentale, quindi è stato ulteriormente ovvio orientarmi su Oxford».
 
Lei lavora anche con la Nato: qual è il suo ruolo?
«Faccio parte di un gruppo di studiosi composto da esperti di tecnologie e militari creato per capire come le tecnologie del digitale possono essere usate a supporto della sicurezza e anche del benessere delle persone che sono impiegate in un campo di battaglia. Poi collaboro da tempo in diversi contesti per quanto riguarda l’analisi dell’impatto etico dell’uso del digitale per la difesa nazionale, come per esempio la definizione dei principi etici per l’uso di intelligenza artificiale nei conflitti cibernetici. La Nato ha un ruolo importantissimo nella spinta verso la definizione di come gli Stati si comportano in certi contesti, in questo caso quello cibernetico. Non definisce leggi, ma si determinano delle prassi, a volte anche non scritte, ma che sono poi rispettate dagli Stati Membri e dagli alleati. Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, soprattutto nell’ambito dei conflitti cibernetici, non abbiamo una regolamentazione delle State practices e quindi guardare un po’ a ciò che la Nato dice e fa o poter contribuire alle discussioni su cosa sia giusto fare è un grande opportunità per guidare l’uso dell’intelligenza artificiale, che nel contesto della difesa nazionale ha un enorme potenziale, ma pone anche seri rischi per la stabilità internazionale e i diritti dei cittadini».
 
Quando ha scoperto questa passione?
«Dico sempre che ci sono nata. è un’attitudine. Sin da piccola mi facevo domande un po' strane sulla natura delle cose … Eh sì, avevo di questi problemi (Ride – ndr) di cui riuscivo a discutere solo con uno zio che è stato un professore di filosofia in un liceo napoletano. Negli anni poi le risposte a quelle domande sono venute dai libri di filosofia. Quando poi ho scoperto la logica, che mi ha insegnato a mettere in ordine i pensieri, ho capito che non c’era altra strada».
 
A delle giovani ragazze che si affacciano a questo mondo che consigli darebbe? 
«C’è una cosa che è importantissima, che è forse la più importante che mi hanno insegnato: bisogna buttare il cuore oltre l’ostacolo. Finché si rimane nella confort zone, il salto non è mai abbastanza alto. E questo vale per tutto. Vale sempre. Per me è stato utile capire questa cosa, perché con il cuore oltre l’ostacolo è difficile distrarsi o lasciarsi intimorire. Per le ragazze che vorrebbero fare le filosofe il cuore oltre l’ostacolo vale doppio. In Italia siamo abituati a pensare alla filosofia come alla storia della filosofia e leggiamo questi libri bellissimi, ma difficilissimi, che sono un deterrente per i più. Ma la filosofia, prima di essere storia della filosofia, è ragionamento sul mondo. Quindi i filosofi osano, hanno l’ambizione (e quindi l’entusiasmo, l’impegno e la disciplina) di contribuire a capire e cambiare il mondo (anche solo un po’) con la forza delle proprie idee».  
 
Se potesse intervenire nei programmi delle scuole, quale strategia adotterebbe?
«La copierei al mio professore di filosofia del Liceo: smettete di leggere i manuali e leggete i testi. Il manuale è una sintesi, che rischia spesso di rendere le analisi filosofiche tediose. Il testo, invece, anche se scritto in modo un po’ complesso, rivela molto di più dell’autore, delle sue teorie, del momento in cui sono state definite. Poi, inserirei l’insegnamento di tanta logica. La logica sta alla filosofia come la matematica all’ingegneria: non si costruisce un’analisi, un argomento stringente senza la logica, non si costruisce un palazzo che regga senza fare calcoli precisi… A parte il suo ruolo per la filosofia, la logica è un’alleata dei ragionamenti che noi tutti facciamo nel quotidiano, quindi studiarla non può che essere un valore».   

SITOGRAFIA   

 

5.6.16

misteri e sprechi .tour suoi luoghi dell'altra storia della repubblica italiana 1 puntata

in sottofondo     Aida  di  Rino Gaetano  
“Aida” è l’Italia. In questa canzone, difficile e splendida, Rino Gaetano ha saputo tracciare con il suo stile inimitabile e affidato alla simbologia, un affresco di tutta l’Italia contemporanea, dal fascismo alla guerra, dal dopoguerra agli scandali e alle difficoltà enormi degli anni ’70. peggiorate   fino a diventare  putride  ( vedere le  canzoni a cuyi  accenno nel post   ) con una ventata  d'aria fresca nel  1992\1994 per  poi   ricadere  nel  baratro   che  continua  anche  oggi


Ma  adesso  dopo questa nota introduttiva    veniamo al post  vero e  proprio


A mente fredda ecco una mia considerazione sulla festa del 2 giugno   di cui quest'anno ricorrono  i  70  anni 

da  facebook


















Non ho ancora capito il nesso tra Il 2 Giugno Festa della Repubblica e la Parata Militare, visto che la festa delle forze armate mi risulta sia il 4 novembre. Boh...qualcuno /qualcuna grs miei contatti fra coloro che seguono i miei aggiornamenti ed è amante /simpatizzante delle forze armate o membro stesso me lo saprebbe spiegare

 Una  festa   questa  ormai celebrata passivamente con nostalgia dale vecchie generazioni ( ridateci el puzzone , si stava meglio quando si stava peggio , erano corrotti ed intrallazzoni ma almeno avevano cultura e dignità , ecc ) dalle vecchie e da chi è cresciuto ( è il caso della mia ) con quei valori trasmessili , passivamente ed acriticamente ciioè in automatico ( tanto è fresta si fa vacanza , ecc ) dalle nuove gerazioni in particolare le ultime 3 .
Ed  proprio per  celebrare    i  70  anni in,  già ormai  passati  sotto silenzio  e  passati in secondo piano  da  altre  news    , ho deciso di  fare  un tour ( solo virtuale  non avendo  possibilità  di tempo e  di € )    sui  luoghi e  sui fatti  alternativi  rispetto  alla  retorica  celebrativa  ed  a senso unico  (  cioè quando   capita  che  si celebrino  un detterminato  numero  d'anni   esempio l'anno prossimo  saranno  70   anni   , costituirà  la  2  puntata  ,  della  strage  portella  delle  ginestre  )    ufficiale   su  fatti ed  ombre  \  i cosidetti scheletri  nell'armadio (  vedere   Quarant'Anni ~ Modena City Ramblers 60 anni -Talco )  . Una srie  di  Luoghi e  di fatti   alternativi che   con le  loro  ombre   sono  ormai entrati   anche  se  dalla porta  di servizio , costituendone la base nel bene e nel male    ,  della nostra   storia  nazionale  e  repubblicana


da   me  scattata a  Genova  nei vicoli   (  zona  san  donato   )   sotto  palazzo  ducale 
 Inizio  questa prima puntata   con due  fatti   Morte di Benito Mussolini  e  scempio   dei corpi   da parte dela  folla  in piazzale loreto  (  comprensibile certo  per   ciò che la dittatura  fascista  ha  arreccato  all'italia   ma nonn giustificabile )  . 
Lo che  : 1)  non ho testimonianze dirette  essendo del '76  ma  solo contrapposizione culturali \ e politiche  in famiglia ( mio nonno   e mio prozio fascista   e  mio padre  e mio zio  sinistra  extraparlamentare   marxista  )  ., e  dalla  conseguente lettura  e  sfogliatura di  libri fascisti e  comusti ,  libertari    di  ambo le  pareti    2)  che  sono   contestualemnte diversi  anche se  conseguenziali    dalal nascista dela repubblica  ma  eticamente  collegabili in quanto  c'è  :   come  tute  le rivoluzioni o guerre  civili   "  riciclo"  dei fascisti   nelle istiruzioni repubblicane  .,   continuità  fra  il fascismo specie   quello   della  Rsi   ( repubblica sociale  )  con la repubblica  . 
Oltre  all'ottimo  e  molto esauriente  da questo ottima pagina di wikipedia sulla moerte di Mussolini e   i fatti di piazzale loreto a Milano ( foto  sotto ieri  ed  oggi  ) 

da  www.ildiscrimine.com

da  cinema 900
www.giusepperausa.it

La zona in questione (l'imbocco di viale Monza e di via Padova) risulta oggi (2014) sostanzialmente immutata dopo i radicali cambiamenti

con un ottima  bibliografia    anche documentale   li  due  fatti   cointroversi  specie il primo  possomo essere    sintetizzati dal poeta Ezra Pound, sostenitore del fascismo, in una sua lirica:

« L'enorme tragedia del sogno sulle spalle curve del/ contadino/ Manes! Manes fu conciato e impagliato / Così Ben e la Clara a Milano / per i calcagni a Milano / Che i vermi mangiassero il torello morto »
                     (Cantos, LXXIV, sez. Canti pisani)
 non so che ltro dirvi   se  non rimandarvi  alla  seconda  puntata  . cioè la  strage  di Portella delle  qui trova  quello  che cerca
da  wikipedia 
Ginestre   ho saltato deliberatamente   il processo che porto'  ad indirre  il referendum  e  alla  lotta successiva    (  brogli   si  brogli no  ,  valido  non valido ) fra monarchici e anti monarchici  perchè  se  n'è parlato abbastanza  negli speciali   , andate  a cercarveli  ,  sui  giornali ed  in tv  .  Comunque per  chi volesse  approffondie  e  colmnare  un buco

5.4.15

sardi si nasce o si diventa ?


E' proprio leggendo  tali news  


da unione sarda del  2\4\2015

Omar Pedrini è da oggi in Sardegna per un tour di tre date.

Sul suo profilo Twitter c'è scritto: Omar Pedrini, Milano, aspirante sardo . «Amo questa terra per tanti motivi. Lo scorso maggio, sono stato a Cagliari ospite del mio amico Paolo Fresu per "Sardegna Chi-ama"», ricorda l'ex voce dei Timoria, da oggi nell'Isola per un tour di tre date: stasera alle 22 al
Cueva Rock di Quartucciu, domani al Birdland di Sassari, sabato al Biggest di Samassi. «Concerti nei quali ripercorrerò la mia carriera: dai successi firmati con la mia vecchia band, ai giorni nostri», aggiunge il cantante-chitarrista bresciano, che, sul palco, verrà affiancato da Marco Grasselli, chitarra, Larry Mancini, basso, Alberto Pavesi, batteria. Tra rock e sfumature acustiche.

e  tali  discussioni  sula pagina fb del  quotidiano  che  ti vengono certe   elucubrazioni   come quella  del titolo   del post  d'oggi  .

Una bella  domanda  .   Dipende



Dipende, da che dipende,
da che punto guardi il mondo tutto dipende
Dipende, da che dipende,
da che punto guardi il mondo tutto dipende


Cosa    s'intende  per nascere   o  diventare  . Io  esempio lo sono entrambi in quanto  il mio cognome  è d'origine  spagnola  risale  al 1300\1400 . Ma  è   vero  che  un conto e piacere innamorarsi della sardegna rispettarla un conto e essere sardi un bolognese e Camigliano  può vivere da x tutto ma rimane emiliano . Ma ma posso assicurare  che lo stesso amore e attaccamento che ha un Sardo lo può benissimo avere chi riesce ad innamorarsi profondamente di una terra come la Sardegna (  in questo caso  ) , e di un popolo . Mentre purtroppo ci sono Sardi che della propria terra e del propri fratelli e sorelle Sarde non gliene frega proprio niente....sono sicuro e voglio sperare di incontrarne sempre meno...ma ci sono. Condivido quanto scrive  nei commenti  all'articolo   sulla pagina  fb  dell'unione  sarda  Alessandro Pili Penso che sia un onore avere gente che ambisce a diventare sardo. Ciò vuol dire che molti apprezzano la Sardegna e i sardi, mentre altri, e ti assicuro tanti, stato italiano compreso, ci trattano come scarto dell'umanità.
Per   farvi capire   ulteriormente il mio pensiero  ma   essere  più obbiettivo   v'invito  a  vedere  il rapporto di Fabrizio  De  andrè  e la  sardegna  o le  storie  Citate   nei miei post  precedenti  


 Christophe Thibaudeau, da tutti conosciuto come Cristolu, parigino di nascita ma gavoese di adozione, è che  ha    ricoperto l'incarico  di  l'Assessore alla Cultura del centro barbaricino

Donatella Turi Gandolfi  la  brigitte bardò italiana 

Poi  c'è  chi lo diventa  per  moda \snobismo  o   chi  perchè lo sente  , ma  questa  è un altra storia  






18.1.15

cosa è peggio una morte a 15 anni per un male incurabile o non avere giusta in vita per una piccola storia (di burocrazia) ignobile ?

non so, come  dicevbo dal titolo ,   cosa è peggio se la morte per un male incurabile ( o difficilmente curabile ) di una 15 enne promessa dello sport ( il volley \ paallavolo in questoi caso ) ne  avevo parlato  anche  nelle pagine di questo blog   ma  trovate  l'articolo anche  in questo  url   http://goo.gl/yYdKLj o questa situazione che sotto vado a  riortare

 da  http://www.articolotre.com/2015/01/

Maurizio e l’Inps: una piccola storia (di burocrazia) ignobile

inps 

L.Q.-Pensione sospesa e da restituire, perché “indebitamente” percepita.
E' questa la “sentenza” che pesa come una spada di Damocle sulla testa di Maurizio -nome di fantasia-, 76enne della provincia di Torino.
Colpevole” di essere stato abbandonato dalla moglie.
E che, per questo, dovrà restituire i soldi presi in questi ultimi anni.
Era il 2010, quando Maurizio andò in pensione, quando ormai le energie lo stavano abbandonando e, pur volendo, non sarebbe riuscito a proseguire con il proprio impiego.
Era benestante: oggi è malato e vive in una casa popolare con la sua famiglia. A  fine mese, non faticano ad arrivarci: semplicemente, non ci arrivano. Tante, le bollette non saldate. “O paghiamo, o mangiamo”, spiega la famiglia.
Lo stesso si dica per l'affitto: “Non possiamo pagarlo”.
Una situazione drammatica, gravata ora dall'ennesima assurdità burocratica.
Maurizio non è sempre stato in Italia: per molto tempo, ha vissuto in Francia. Qui s'è sposato, ha trovato lavoro, ha vissuto per venticinque anni. Infine, lasciatosi con la coniuge, è rientrato nel suo paese d’origine, dove ha conosciuto la sua attuale compagna e ha avuto tre figli, di cui uno ancora iscritto alla scuola dell'obbligo.
Gli altri due non hanno stipendio: in tempo di crisi non è facile. L'unica entrata, oltre alla pensione di Maurizio, è quella della attuale compagna, che ogni mese riesce racimolare qualche centinaio di euro al mese per sopravvivere. Della moglie, nessuno ha mai più saputo niente.
L'Inps, però, la vede diversamente: Maurizio è ancora sposato con lei e, dunque, pretende da anni di conoscere i redditi della “familiare”. E, fin dall'inizio, ogni tentativo di chiarire la questione si è rivelato inutile.
“Ci siamo mobilitati da subito”, spiega la famiglia. “Abbiamo spiegato la situazione all'Inps, alla Caaf, ai sindacati, ad avvocati, assistenti sociali, ovunque. Siamo andati addirittura dai carabinieri per denunciare l'abbandono del tetto coniugale da parte della coniuge: sembrava l'unica soluzione atta a dimostrare che Maurizio e la moglie non hanno mai più avuto rapporti dal '92 a oggi”.
Non ha funzionato: il reato di abbandono, in Italia, non esiste più. Pertanto non è denunciabile e, quindi, dichiarabile.
Identicamente, non è servito neanche recarsi dal giudice di Pace: “Ci dissero che non era di loro competenza”.
L'ultima strada era la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà: in cui si spiegava come Maurizio non avesse neanche idea di dove si trovasse la moglie e come lei non volesse farsi trovare. Niente da fare, tutto respinto: serviva dimostrarlo con le carte.
Cinque anni di cavilli e meandri burocratici, labirinti e rimbalzi da un ufficio all'altro. Finché, nei giorni scorsi, proprio mentre Maurizio si trova in ospedale, il triste epilogo: la famiglia ha ricevuto una raccomandata dall'Ente di previdenza sociale, in cui si legge che “l'Istituto è tenuto a sospendere l'erogazione della quota di prestazione collegata al reddito e a procedere alla revoca della medesima prestazione percepita”.
Non solo: qualora non si consegnino i redditi della moglie o si dimostri la separazione tra i due entro il 28 febbraio 2015, “la prestazione collegata al reddito verrà definitivamente revocata e saranno recuperate le somme indebitamente corrisposte”.
“Le abbiamo provate tutte”, sottolineano ancora i parenti. “Per gli stessi motivi, avevamo anche perso gli assegni familiari.”
“Come possiamo dimostrare di non avere rapporti con questa donna, non avendoli? E' un paradosso”, concludono. “Senza i soldi della pensione di Maurizio, costretti anche a restituire i precedenti, ci troveremo presto in mezzo a una strada.”
E tutto per colpa di una burocrazia spietata e ottusa.

1.1.15

La tartaruga è rovesciata: salvata dal compagno c'è più solidarietà tra gli animali che tra gli uomini .

  da  http://www.msn.com/it-it/video/notizie/



È uno straordinario esempio di solidarietà animale, quello ripreso nello zoo di Taipei. Un esemplare di tartaruga nota il compagno steso sul carapace e impossibilitato a muoversi. Allora prende a spingerlo facendo leva con la testa e col proprio guscio fino a capovolgerlo di nuovo nella giusta posizione. Questa scena, registrata da un papà in visita con la propria figlia, ha fato il giro del web, raccogliendo centinaia di migliaia di visualizzazioni(a cura di Matteo Marini)

2.12.14

Riacquista la vista a 103 anni dopo un intervento a Oristano . ne vale la pena ?

 Leggendo la storia  che trovate  sotto mi chiedo , ma  che  se  ne  fa  , una che  è arrivata   già  malata   a  quell'età  della vita  , non è meglio  stare  come  si sta   ed  acettare  la situazione  di fatto , senza ricorrere  ad interventi  o meno  ?

unione sarda   Martedì 02 dicembre 2014 16:56


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La felicità dev'essere arrivata tutto d'un colpo, per la nonnina di 103 anni che dopo un delicato intervento è tornata a vedere i colori, i volti delle persone, i dettagli delle cose.
L'anziana signora ha infatti riacquistato la vista, persa molti anni fa, grazie a un delicatissimo intervento chirurgico eseguito ieri nel Reparto di Oculistica della Casa di Cura Madonna del Rimedio di Oristano. La paziente era cieca a causa di una cataratta inveterata totale complicata all'occhio sinistro e di un'atrofia del nervo ottico all'occhio destro.



L'equipe del dottor Giorgio Mattana ha utilizzato la tecnica di "facoemulsificazione", che ha permesso di eliminare la cataratta e contemporaneamente di impiantare una lentina intraoculare di ultima generazione e il successo dell'intervento, spiega la Casa di Cura, è stato reso possibile "anche dallo spirito collaborativo e motivato della paziente".



5.1.14

significato laico della morte

La maggior parte della gente non è preparata alla morte, alla propria o a quella di chicchesia. Ne sono scioccati, terrorizzati. È come una grossa sorpresa. Che diavolo, non dovrebbe esserlo. Io mi porto la morte nel taschino. A volte la tiro fuori e le parlo: "Ciao bella, come va? Quand'è che vieni a prendermi? Sono pronto".
Nella morte non c'è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte. Non fanno onore alla propria vita, la pisciano via. La cagano fuori. Muti idioti. Troppo presi a scopare, film, soldi, famiglia, scopare. Hanno la testa piena di ovatta. Mandano giù Dio senza pensare, mandano giù la patria senza pensare. Dopo un po' dimenticano anche come si fa a pensare, lasciano che siano gli altri a pensare per loro. Hanno il cervello imbottito di ovatta. Sono brutti, parlano male, camminano male. Gli suoni la grande musica dei secoli ma loro non sentono. Per molti la morte è una formalità. C'è rimasto ben poco che possa morire. [C. Bukowski]

12.11.13

cattivi si nasce o si diventa ?

musica   consigliata  ci vuole un fisico  bestiale  - Luca  Carboni  

ti potrebbe interessare
http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2013/11/questa-e-la-vita.html

dopo  questa  ennesima violenza  gratuita   sugli animali
  da  http://www.all4animals.it/

Alghero: i ragazzini che ammazzano a calci il gattino di cinque mesi Un gatto di cinque mesi appartenente alla colonia del forte della Maddalenetta, nel centro storico di Alghero, è stato brutalmente massacrato a calci. Secondo quanto trapelato, il piccolo sarebbe diventato oggetto delle 
sevizie di alcuni ragazzini che lo avrebbero ucciso di fronte ad un altro micio con il quale faceva sempre coppia. Almeno una persona avrebbe assistito alla mattanza, e i volontari che sono soliti prendersi cura della colonia (e che da tempo fanno il possibile per far adottare i gatti, costantemente in pericolo) sperano ora che possa farsi avanti: in ogni caso, per quanto accaduto, è già stata sporta denuncia alle autorità di polizia. Contestualmente, gli attivisti di Alghero chiedono all’amministrazione comunale di tutelare maggiormente le colonie feline, così come prevede la legge. Non è la prima volta che la zona è teatro di orrori simili: in passato, già tre gatti erano stati uccisi a colpi di spranga.

11\XI\2013




Ora mi chiedo : L'essere umano nasce con una predisposizione innata alla cattiveria o diventa cattivo strada facendo?
da carlamanea.blogspot.com giugno 2012
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É genetica, influenza familiare, oppure é la società, la cultura che ci allena ad esserlo o, peggio, ci impone di esserlo...cattivi?

Ci sono delle dinamiche comportamentali per cui é difficile se non impossibile trovare una giustificazione plausibile... e che , come dice anche una mia la mia amica \ contatto di facebook Piera Carta non capirò mai.


Ma  poi  mi  rivengono in mente questi  dibattiti  di cui  trovate  sotto   alcuni  link   














che rispondono solo ad una parte della domanda . ed io continuo ad essere come  barche in mezzo al mare

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...