oggi mi sono fatto anch'io la stessa domanda
Ma mentre cervcavo dentro di me una risposta ecco arrivarla dalla compagna di strada di facebook
Kar Karalis è di certo una verità svelata. un bisogno talmente forte che anche il sogno lo svela con le ombre. bisogna saper interpretare i sogni ripetuti . credo che siano un aiuto un'arma a nostro favore . peccato siano sfuggenti e scomodi
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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16.8.12
i tatuaggi e i piercing in italia simbolo del cafone o di trasgressione ?
da http://pazzoperrepubblica.blogspot.it/ |
Stavo mettendo in ordine la mia scrivania quando trovo questo vecchio ( mica tanto è del 3 agosto ) numero del venerdi di repubblica . Incuriosito dala copertina vado a leggermi gli articoli dell’inchiesta \ copertina, ma soprattutto questo interessante post del blog di Riccardo Staglianò sempre di repubblica e su questo che ho deciso di basare il post post d’oggi , per creare e il consueto ( ? ) scambio d'opinioni .
Sui tatuaggi, sull'Italia istoriata e sulla fenomenologia dello scolorimento a laser scrivono oltre a Francesco Merlo e Filippo Ceccarelli : Valentina Della Seta e Riccardo Staglianò ) .
Nel suo articolo Ceccarelli ( qui l'articolo completo ) la pensa come me : << Sui tatuaggi ciascuno si senta libero di pensarla come gli pare e piace. >> Infatti ciascuno se non danneggia gli altri è libero di fare quello che vuole idem per il proprio corpo , però ne paga le conseguenze ed in questo caso le sofferenze oltre che il prezzo per l'eventuale rimozione . Infaztti << (.... ) Chi ci ripensa e vuole togliersi i tatuaggi deve affidarsi : - alla dermoabrasione (un metodo molto aggressivo perché raschia via la pelle da 1 mm a 2 mm di spessore se il colore è penetrato in profondità), rischiando cicatrici visibili; - al laser, che vaporizza solo le cellule cutanee annerite, non facendo sanguinare e non provocando dolore (con questo metodo non restano cicatrici, ma il nuovo strato di pelle potrebbe rimanere di colorazione diversa); - alla crioterapia; - al peeling chimico profondo con TCA (acido tricloroacetico) a concentrazioni > 35%, a seconda della posizione e del tipo di pelle. (..) >> ( da http://it.wikipedia.org/wiki/Tatuaggio ) .
Nel suo articolo Ceccarelli ( qui l'articolo completo ) la pensa come me : << Sui tatuaggi ciascuno si senta libero di pensarla come gli pare e piace. >> Infatti ciascuno se non danneggia gli altri è libero di fare quello che vuole idem per il proprio corpo , però ne paga le conseguenze ed in questo caso le sofferenze oltre che il prezzo per l'eventuale rimozione . Infaztti << (.... ) Chi ci ripensa e vuole togliersi i tatuaggi deve affidarsi : - alla dermoabrasione (un metodo molto aggressivo perché raschia via la pelle da 1 mm a 2 mm di spessore se il colore è penetrato in profondità), rischiando cicatrici visibili; - al laser, che vaporizza solo le cellule cutanee annerite, non facendo sanguinare e non provocando dolore (con questo metodo non restano cicatrici, ma il nuovo strato di pelle potrebbe rimanere di colorazione diversa); - alla crioterapia; - al peeling chimico profondo con TCA (acido tricloroacetico) a concentrazioni > 35%, a seconda della posizione e del tipo di pelle. (..) >> ( da http://it.wikipedia.org/wiki/Tatuaggio ) .
io dinanzi alla copertina di questo Venerdì( ma non solo anche quando ne vedo in tv o sui giornali o " dal vivo " ) mi riservo il lusso e un po' anche il gusto di ritenersi abbastanza spaventato , mi fanno senso oltre indignazione perchè , esperienza personale , molti se lo fanno perchè va di moda \ ce l'hanno tutti o perchè convinti di trasgredire in realtà s'omologano alla massa ed ai modelli imposti dalla cultura certi piercing ( vedere sempre dallo steso Url foto a destra ) . Ora molti mi diranno cess stai invecchiando o stai diventando come i tuoi matusa . Puo' darsi anche ma principalmente : 1) mi da fastidio che si saccheggi e si usi senza conoscerne o stravolgendo forme più o meno discutibili di culture altrui senza neppure sentirli propri . 2) ho sempre , fin da bambino vedendo sia le foto del libro di sting sull'Amazzonia sia le foto di un libro ( forse mio padre antifascista e comunista l'avrà gettato o messo chissà in quale angolo della soffitta ) non ricordo nè l'autore su gli usi tribali ed rituali ( e quindi l'uso del corpo con anelli ed orecchini ) delle popolazioni dell'Aoi ( Africa orientale italiana ) scritto e quindi regalato con dedica autografa a mio nonno da un suo commilitone della guerra in Abbissinia .
Sul Tatuaggi - se fatti bene sono delle vere e proprie opere d'arte come potete vedere dai siti a fine post o da queste foto prese da http://www.ideatattoo.com/ più precisamente dal libro fotografico TATTOO FOTO 12: PIEDE & FIORI ( foto a sinistra e qui per le altre foto )
- piercing , carnificazione\scarificazione la penso sostanzialmente come francesco merlo sul numero del venerdi di repubblica citato ( qui l'articolo completo ) gli contesto solo questo punto : << (....) Di sicuro oggi ci sono più tatuati in Italia – anche tra i lettori di questo giornale – di quanti ce ne sono nelle marina inglese, ennesima conferma di quell’ avanzata della linea della palma, di quel Meridione che conquista tuttala Penisolae rende sempre più napoletano il popolo italiano, sempre più estroverso ed espressionista e dunque anche volgare e tuttavia creativo e perciò sempre più tatuato. E difatti non si fanno tatuare soltanto i soliti italiani gesticolosi e rumorosi, quelli attorniati da bonazze rifatte, eccitati dal trovarsi al centro dell’ attenzione, destare l’interesse, italianizzare e appropriarsi, come già fecero Alberto Sordi e Renato Carosone col mito dell’America, del codice antico e trasversale del tattoo che può essere occidentale od orientale, virtuoso e religioso o malavitoso e gotico, aristocratico o popolare, settario o individualista: navi e carceri, mondi primitivi e raffinatezze da body art. (...) >> perchè come riporta il commento al post in questione ( vedere commenti all'articolo di merlo ) di Salvo Zappulla on 15 agosto 2012 at 15:37 : << (....) quella frase sui napoletani è piuttosto infelice e avrebbe fatto meglio a evitarsela. Merlo sembra voler raccogliere l’eredità di Giorgio Bocca. fustigatore del malcostume e della corruttela. Ne ha la stessa capacità espressiva, tagliente e impietosa, che non accetta debolezze e non concede sconti ma scivola nel folklore banale e a buon mercato associando la volgarità al popolo meridionale. La volgarità appartiene all’uomo incolto in generale, a colui il quale non avendo argomentazioni valide per emergere, smanioso di protagonismo, pur di mettersi in evidenza sopperisce con gesti, atteggiamenti rumorosi e stupidamente vistosi. Bravo Merlo per l’articolo, i cui contenuti di fondo sono incontestabili ma credo dovrebbe tornare più spesso in Sicilia, abbandonare per qualche tempo i salotti parigini, e sedersi al tavolo del vecchio bar, in piazza Stesicoro, a Catania, con i vecchi amici. Anche tra le persone umili si può riscontrare tanta dignità e meritevole desiderio di passare inosservato. (...) >> .
Ora scambiatemi pure per fascista , retrogrado , jurassico , ecc . Ma se questo è un effetto di chi va in direzione ostinata e contraria o non vuole mandare il cervello all'ammasso \ o in cassa integrazione ben venga .
E poi Merlo non ha tutti i torti quando dice ( riporto integralmente perchè non riesco a sintetizzarlo completamente ) : << (...) Cominciamo col dire che i
corpi degli italiani non sono incisi e manipolati per nobiltà marinara né
per appartenenza a qualche sottoproletariato industriale né tanto meno
per eccentricità da artista, ma per narcisismo individualista e per
conformismo. Spesso il tatuaggio è la chance che ha
il poveraccio di sentirsi strafico. Anche se qualcuno prova pure il
tatuaggio discreto che subito si rivela come un ossimoro perché il tatuaggio
più è discreto e più è visibile, sostituisce il neo degli incipriati
benché sia vero che da un danno piccolo si può uscire con una cicatrice
piccola (da laser). Il più diffuso
modello di riferimento rimane il semi vip, l’orrenda
categoria antropologica dei presenzialiasti e dei riccastri con la pancia
a pera tatuata come un cartone animato, gli eroi televisivi del pomeriggio, le
retrovie Rai, quelli degli aperitivi autorevoli fotografati nelle riviste di
quartiere con un tricheco sul petto che fa molto Billionaire di Briatore, il
covo della pacchianeria italiana. Alla fine, non potendo fare brum brum sulla Porsche e solcare il mare
calmo con barche da 43 metri, il poveraccio si dà arie da strafico facendo un
uso sgargiante di quel poco che ha, il proprio corpo appunto, sporcato e
imbrattato, come i ponti e i muri d’Italia, con le proprie deiezioni
sentimentali depositate sulle braccia e sulle gambe, come i graffiti che hanno
stravolto il centro delle nostre città, come il turpiloquio inciso con i coltellini
sulle vestigia di Pompei. Non dico che
bisognerebbe vietare i tatuaggi, per carità: il corpo è sacro e il solo sovrano
del corpo è l’ individuo. La libertà personale è il valore al quale
bisogna attenersi, sempre: sia nel caso estremo della morte assistita sia in
quello della signora che vuole piercing nell’
ombelico o sogna di rimodellarsi il seno. Il buon gusto non si
può imporre per legge. Ma forse sarebbe opportuno vietare ai minori i
tatuaggi, come vuole la nuova legge sulla chirurgia estetica, perché le
decisioni irreversibili non siano troppo premature né esclusivamente
affidate, come avviene adesso, all’autorizzazione dei genitori che spesso sono
a loro volta tatuati, magari con la squadra della Roma sulla schiena o
un’avventura di James Bond illustrata sul sedere, una bella croce sul braccio
sinistro, uno squalo sul piede e un mitra sull’inguine. Quanti anni aveva
Narciso quando morì d’amore per la propria immagine riflessa nell’acqua? Tutti
capiscono che il narcisismo può essere amore di sé e cura di sé anche nella
forma della chirurgia estetica o del tatuaggio, che però è spesso praticato da
avidi e presunti Michelangelo che operano senza le necessarie precauzioni
igieniche. E basta leggere le loro pubblicità che ormai dilagano su Internet,
partecipare almeno una volta a qualche raduno di questi tatuatori, sfogliare i
cataloghi dello loro mostruosità presentati come i cataloghi del Louvre. E non
faccio nomi né esempi volutamente, ma anche la pubblicità del tatuaggio è una
materia che dovrebbe esser regolata meglio, disciplinata, e non abbandonata ad
un far west così bizzarro. L’adolescenza, del resto, può essere facilmente
devastata dal conformismo. Meglio aspettare dunque che la persona sia capace di
amare o, se volete, di odiare consapevolmente se stessa e dunque di capire cosa
significa fare investimenti narcisistici sul proprio corpo, truccarlo,
tatuarlo, manipolarlo senza ritorno. Intanto non è vero
che , ed è
tempo di finirla con le considerazioni post moderniste dell’ arte cafona, con
la celebrazione degli immondezzai, delle sozzure, del sangue, della cacca,
della bava, dei tatuaggi che non sono scorciatoie per il Parnaso fai-da-te e su-di-te, ma quasi
sempre sconcezze e volgarità. Quest’anno le nostre
spiagge sono simili alle orrende passerelle cafonal di
Dagospia, musi di gomma e seni di plastica, glutei esplosivi esaltati dai più
astrusi e sguaiati tatuaggi di ogni genere e in ogni parte del corpo. Basta una
passeggiata su un litorale affollato per capire che l’Italia è il paese
dei corpi manomessi, della presunta body art di
massa, del falso come antidoto al veleno del vero; scorpioni sulla spalla
e poi stelle, cerchi enigmatici, geometrie maori e funghi sui glutei, un joker
sul braccio, una suora cinese su una gamba, Che Guevara sotto l’ombelico
e i soliti cuori stilizzati e trafitti con dentro i visi degli innamorati,
reticolati e fili spinati sul collo, tutti come Belen e la sua farfallina di
cui Corona rivendica il copywriter, e
le scritte d’amore o di lutto come quella incisa sul braccio della
Gregoraci per la morte della mamma: ,
e ovviamente in inglese.
Il tatuaggio nel nostro
povero Paese ha sostituito l’unghia lunga del dito mignolo, è uno sbuffo
di prosopopea sociale, come le labbra che la chirurgia estetica rende
grottescamente turgide, come i glutei arrotondati dalle protesi al silicone,
come i nasi demoliti e ricostruiti con lo scalpello. Anche la perenne abbronzatura,
isole e lampada è, a suo modo, una forma di tatuaggio, degenerazione del
bisogno legittimo e sempre più diffuso di cambiare se stessi, come del
resto palestrarsi, modellarsi i bicipiti o gonfiarsi il seno sino alla
magnificenza più sguaiata e insolente. Conquistando la massa e
incidendosi ormai nel Tricolore, il tatuaggio in Italia ha ovviamente
perso tutti i suoi significati elitari, satanisti e devoti, esoterici e
ornamentali, erotici e vezzosi, ed è diventato il segno definitivo
della prevalenza del cafone. >> .
Il tatuaggio , come le altre forme -- citate qui in questo post -- d'arte ( ? ) sul proprio corpo e sulla propria pelle devono essere sentite proprie e non indotte . Infatti è per questo che fra i link sotto trovate anche siti sul significato dei tatuaggi . Questa è , concludendo il post d'oggi , la mia modesta opinione . Mi farebbe piacere sentire la vostra .
URL
e i link che trovate all'interno dei siti soppracitati .
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