ecco la mia risposta al no no della comunità ebraica e al doivieto dei cortei da parte dei profeti al corteo, nel Giorno della Memoria, pro-Palestina: “Una sconfitta per tutti
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26.1.24
l'olocausto non è solo shoah .Manifestazione pro Palestina, Ascari: per la pace dovrebbe partecipare anche comunità ebraica
ecco la mia risposta al no no della comunità ebraica e al doivieto dei cortei da parte dei profeti al corteo, nel Giorno della Memoria, pro-Palestina: “Una sconfitta per tutti
17.1.23
la labile differenza tra Shoah ed olocausto ma stessa tragedia ed aberrazione
Inizialmente forse sfiduciato ed amareggiato. Brutto segnale per il Paese e per i valori democratici la notizia avevo non sollo di non scrivere più ed non riportare testimonianze e storie a tema e di lanciare questa provocazione
Indossare la maglietta "Auschwitzland" non è reato: assolta Selene Ticchi . l tribunale di Forlì: "Il fatto non costituisce reato".
a cura della redazione repubblica di Bologna
Ma poi è passata . E sono ritornato con i piedi per terra . E continua a fare post su tali eventi
Infatti Visto che la Giornata anzi la settimana della Memoria 2023 è praticamente alle porte, è tempo di chiarire una piccola, ma fondamentale differenza su questi due termini. Pur avendo significati diversi, raccontano entrambi l’orrore dello sterminio degli ebrei e non soloperpetrato dai nazisti con la collaborazione dei fascisti nel corso della tragica Seconda Guerra Mondiale. Scopriamo allora insieme in cosa si differenziano questi due termini che, spesso, vengono usati come sinonimi o come unico termine .
Iniziamo con la definizione di Olocausto. Tanto per cominciare questa parola, che deriva dal greco, letteralmente significa “bruciato interamente”. Già da questo possiamo capire il dolore che si cela dietro a queste nove semplici lettere. Inizialmente con questa parola si voleva indicare la morte per un sacrificio di un animale alle divinità. Un omaggio, possiamo dire, ma che col tempo è diventato anche sinonimo del sacrificio di Gesù sulla croce per gli uomini.
Oggi usiamo il termine Olocausto quindi per indicare lo sterminio degli ebrei come se tutte le persone morte per la follia nazista siano di ebrei
Invece Il termine Shoah, i ha un significato semantico diverso. Infatti se lo traduciamo letteralmente lo leggiamo come Tempesta Devastante. Ed effettivamente l’orrore della Seconda Guerra Mondiale, la morte di persone innocenti nei campi di concentramento e nei campi di lavoro, può essere facilmente paragonato ad un evento atmosferico disastroso e folle come un uragano o una tempesta.
Infatti inizialmente il termine Shoah era usato nella Bibbia, ma poi gli ebrei lo hanno utilizzato in prima persona per indicare proprio l’orrore e le violenze crescenti subite da queste persone per mano di Hitler e del nazismo .
Qual è la differenza quindi tra i die termini ?
Se vi state chiedendo ancora dunque quale sia la differenza tra Shoah e Olocausto sappiate che è minima ma c’è.
Anche se, come abbiamo visto, il significato è simile perché entrambi i termini servono per indicare la morte di tantissimi ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, hanno una origine diversa.
Quindi a mio avviso al di là del significato dei termini Ciò che conta è che sono termini entrambi forti e precisi che raccontano le discriminazioni e poi l’orrore dei campi di concentramento, delle camere a gas, del trattamento folle e inumano subito da chi era stato catturato.
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29.7.22
a piedi dalla baviera a barletta stesso percorso del padre ex deportato militare nei lager nazisti ed altre storie
Pasquale Caputo ha 73 anni. E’ partito lo scorso 8 maggio da Monaco di Baviera per rivivere il viaggio che suo padre Francesco e migliaia di soldati italiani fecero al termine della seconda guerra mondiale per tornare nelle loro case. Un viaggio per riflettere e fare memoria. Oggi l’ultima tappa a Barletta, la sua città
«Durante le notti passate in Baviera ci sono stati dei temporali. Mi svegliavo all’improvviso e pensavo ai miei “ragazzi”, li sentivo vicino». Pasquale Caputo non trattiene la commozione. Il suo viaggio sta per terminare, eppure dentro di lui echeggiano ancora i passi che dall’8 maggio lo accompagnano in questo lungo percorso alla scoperta del passato. Ma dentro di sé esplodono anche i passi di coloro che lo hanno preceduto, che hanno compiuto il suo stesso, identico, percorso, molti anni prima. Perché Pasquale, che di anni ne ha 73, ha ripercorso il tragitto che suo padre, Francesco, compì alla fine della seconda guerra mondiale da un campo di concentramento tedesco alla sua casa di Barletta. Come suo padre e le migliaia di soldati italiani che al termine del conflitto tornarono a piedi alle proprie abitazioni, anche il pensionato è partito da Monaco di Baviera per rivivere la loro esperienza percorrendo 1700 km, suddivisi in 68 tappe che lo hanno fatto passare per i luoghi della Resistenza italiana al nazifascismo. In tutte le città ed i presidi in cui è stato, in particolare nelle sedi dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, ha ricevuto accoglienza e riconoscimento per l’iniziativa che ha intitolato “Sulle orme di mio padre e di tutti gli Internati Militari Italiani”.


«Mio padre ha perso dieci anni della sua vita tra il 1935 ed il 1945, tra il servizio militare, il richiamo, l’entrata in guerra ed i due anni trascorsi nei campi di concentramento» racconta Pasquale Caputo nella tappa che lo ha accolto nella sua Puglia, a Foggia. «Non mi rendevo conto della forza che aveva avuto per tornare a casa in quelle condizioni. I soldati erano stracciati, ammalati, denutriti ed ho compreso in quali condizioni disumane si trovavano ed il coraggio che hanno avuto per fare ritorno dai loro cari». Anche per questo, Pasquale ha documentato con foto e parole sulla pagina facebook del progetto tutto il viaggio. Suo padre Francesco nacque a Barletta il 21 maggio 1917. Da soldato, era in forza al Reggimento di Cavalleria di Ferrara. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, fu catturato a Verona e deportato nei campi di prigionia tedeschi, andando a far parte di quella schiera di IMI (Internati Militari Italiani) ritenuti traditori dall’ex alleato nazista. Dopo la detenzione nei campi di Moosburg, Memmingen e Kaufbeuren nei dintorni di Monaco di Baviera, il padre di Pasquale e gli altri sopravvissuti iniziarono un lungo cammino a piedi per tornare nelle loro città.


Francesco Caputo giunse nella sua casa paterna di Barletta il 27 luglio 1945. Ma non tutti riuscirono a tornare a casa. Molti persero la vita nei campi di concentramento, durante il difficile viaggio per tornare a casa, spesso affrontato in condizioni di salute assai precarie. Per questo, il viaggio di Pasquale, oltre a raccontare attraverso il ritmo dei passi la vicenda di suo padre, vuole essere un’occasione per fare memoria, per riflettere sul tema della guerra, delle discriminazioni razziali, delle persecuzioni e dell’immigrazione. Tutte tematiche ancora tristemente attuali.
«Questo lungo percorso mi ha fatto pensare anche a tutti i popoli che oggi sono in marcia per cercare un futuro migliore, a chi attraversa il Mediterraneo, a chi il deserto africano per finire nei lager libici, al popolo ucraino in fuga dalla guerra. E’ stato un modo per essere vicino a tutta questa gente». Dopo oltre 70 giorni di cammino, Pasquale deve affrontare l’ultima tappa. Gli ultimi metri di un percorso che gli ha provocato un misto di emozioni e sentimenti. Oggi arriverà a Barletta, la sua città, la terra di suo padre da cui tutto ha avuto inizio. Ad accoglierlo ci sarà tutta la sua comunità e, probabilmente, confuso tra la folla, anche il sorriso del padre con le braccia aperte per abbracciarlo.

Superstite di Auschwitz incontra i nipoti del soldato che la salvò

Ottantacinque anni dopo l'esperienza del campo di sterminio di Auschwitz una sopravvissuta incontra i nipoti del militare statunitense che le regalò un biglietto di auguri. Lily Ebert venne prelevata coi suoi dalla loro casa in Ungheria e portata in Polonia. Stessa sorte di centinaia di migliaia di ebrei, rom, omosessuali e oppositori politici, finiti nella mostruosa follia nazista."Quel soldato mi augurò buona fortuna, fu una cosa straordinaria, non me lo aveva detto nessuno". Un messaggio di speranza rimasto scritto su una banconota tedesca, che Lily ancora conserva. "Per la prima volta qualcuno ascoltava la mia storia e non voleva uccidermi, ma solo ascoltare: questo ha fatto una grande differenza".
Alla liberazione di Auschwitz, da parte dei soldati dell'Armata Rossa, Lily aveva 16 anni. Nel campo da cui lei è uscita viva, i nazisti hanno ucciso milioni di persone. "Nessuno pensava che saremmo state liberate, da quel posto si poteva uscire solo attraverso il forno".

A far incontrare la donna e i nipoti del suo salvatore è stato uno dei suoi nipoti, che ha pensato di pubblicare la sua storia su una rete sociale. "Mi ha toccato il cuore quel messaggio, sono solo dieci parole: "Inizia una nuova vita, buona fortuna e felicità". Che emozione scoprire un gesto di gentilezza".
Il soldato statunitense non ha vissuto abbastanza per ricontrarsi con Lily. I suoi familiari lo hanno fatto al suo posto, trasformando un semplice gesto di cordialità in una notizia. Settantacinque anni dopo questa donna ha potuto ringraziare i discendenti del soldato che scrisse il suo nome su una banconota. Un inconro casuale in tempo di guerra, un messaggio che ha viaggiato nel tempo, e due famiglie che ora vogliono rtornare a vedersi.
18.1.22
a quando il 27 gennaio Memoria senza retorica
Avrei preferito, pur essendo contro le giornate a tema , che l'olocausto e lo shoah ( per me nessuna differenza se non sottilissima ) stessi eventi
Differenza tra Olocausto e Shoah
Quale è la differenza tra Olocausto e Shoah? In quali contesti storiografici si usano?Col termine Olocausto viene attualmente designato il genocidio o sterminio di una considerevole componente degli ebrei d’Europa. Assieme agli ebrei altri gruppi finirono nel programma di sterminio dei regimi nazi-fascisti, anche se l’ostilità antiebraica – nella sua nuova veste di moderno antisemitismo razziale – fu fin dall’inizio parte integrante della ideologia del Nazismo tedesco.Il termine olocausto, che deriva dal greco e successivamente dal latino, traduce anche un termine biblico legato alla sfera dei sacrifici cruenti e animali. Con tale termine si traduce in lingua greca il sacrificio ebraico detto ‘olah, ossia innalzamento, un sacrificio che viene “tutto bruciato”. Il fumo che sale “è odore gradito al Signore”.Il termine utilizzato per descrivere la lo sterminio degli ebrei d’Europa si è mantenuto nella lingua inglese (Holocaust). Che esso provenga da ambienti cristiani di età medievale, che indichi un lemma proveniente dal mondo pagano, che abbia un significato troppo religioso, come spesso si afferma, è tutto sommato irrilevante. Certo ci può essere una sorta di assonanza tra il fumo dei campi di sterminio e quello della vittima sacrificale, ma si tratta di assonanza superficiale e deviante, poiché l’immagine biblica indica ben altro gesto culturale. Cosa si voleva intendere quando si associò lo sterminio degli ebrei all’offerta sacrificale del mondo antico? Un “sacrificio” dei nazisti al “dio della Razza”? O una auto concezione del sé ebraico come vittima sacrificale simile alle concezioni del sacrificio cristiano?L’ambiguità del significato di questo termine è ovvia, provoca di certo disagio. Da qualche decennio – per lo più nei paesi di tradizione non anglosassone – è invalso l’uso di utilizzare un termine ebraico, ritenuto più pertinente . Il termine Shoah – שואה – veicola, nel lessico biblico, diversi significati legati all’idea di distruzione. Esso è certamente più neutro, meno connotato in senso religioso, anche se a dire il vero, il lemma ricorre frequentemente nel libro di Giobbe, nella lingua del profeta Isaia e in alcuni salmi, ed essendo in qualche senso legato alla sfera del religioso, non è così determinato dalle azioni di carattere cultuali.
Per questo Giorno della Memoria 2022 vi propongo spunti didattici, consigli di letture e attività per affrontare e discutere in classe o a casa con i figli alcuni aspetti della Shoah.
le letture consigliate insieme ad altri materiali didattici sono consigliati dal sito https://blog.deascuola.it / qui per l'elenco completo
Luci nella Shoah
Nella tragedia della Shoah, lo sterminio degli ebrei operato da fascisti e nazisti negli anni della Seconda guerra mondiale, milioni di persone hanno sofferto un dolore simile. Spesso hanno anche subìto una sorte comune. Ma quel dolore non è stato l’unica esperienza. Ciò che univa le persone è stata spesso la vita passata, e la speranza presente. Molti sopravvissuti ricordano che pur nel buio e nell’angoscia si aggrappavano a ricordi, pensieri, oggetti per tenersi vicino un mondo che sembrava non esistere più. Piccole speranze che hanno permesso ai deportati di passare il tempo, arrivare a sera, non demordere, in una parola: resistere. La resilienza dei deportati passa attraverso piccoli oggetti quotidiani, passioni, affetti. Cose apparentemente poco significative che diventano fondamentali. Le 28 storie raccolte in questa antologia sono vere, e i loro protagonisti adolescenti del tutto simili ai giovani lettori cui il libro è destinato. Vicende commoventi, illuminanti ed esemplari che ci rivelano dove possiamo trovare la forza di cui abbiamo bisogno nei momenti difficili.
La stella di Andra e Tati
Quando anche gli ebrei italiani cominciano a essere deportati nei campi di concentramento nazisti, Andra e Tati sono solo due bambine. D’improvviso, si vedono strappare via tutto ciò che hanno; perfino la famiglia è travolta e straziata da eventi inspiegabili. Troppo piccole per capire, Andra e Tati si ritrovano sole e piene di paura. Il mondo comincia a cambiare e diventa un incubo, un’ombra minacciosa che si diffonde ovunque e a cui sembra impossibile sfuggire. Andra e Tati sono solo delle bambine, sì. Ma non smettono di sperare e di farsi coraggio a vicenda, unite e salvate dall’amore l’una per l’altra.
Nell’era più buia della storia dell’umanità, la forza e la speranza sono le uniche armi per sopravvivere. Con le immagini originali del primo film d’animazione europeo sull’Olocausto, la commovente storia vera di due sorelline sopravvissute alla Shoah.
Il giorno speciale di Max
Max non ha mai avuto un animale domestico e adesso
non so cos'altro aggiungere alla prossima
P.s
Mentre rilleggevoil post alla ricerca di refusi e d'errori mi è arrivata come notifica dei siti che seguo quest'articolo cher rpropongo sotto . Ovvvero fumettti\ graphic novel dedicati all'olocausto \ alla shoah
L'esibizione è fruibile sui canali social Facebook e Instagram dell'ente, dove sino al 4 febbraio verranno pubblicati interventi e interviste video dedicati a opere come La porta di Sion, graphic novel di Walter Chendi che racconta gli anni bui delle leggi razziali e della fuga verso la terra promessa (Edizioni Bd, 108 pp, 12 euro); o le biografie a fumetti dedicate ai Giusti tra le nazioni, tra cui Perlasca di Matteo Astragostino e Armand Miron Polacco (BeccoGiallo, 144 pp, 18 euro) e Giorgio Perlasca, un uomo comune, di Ennio Bufi, Marco Sonseri (edizioni ReNoir, 128 pp, 12,50 euro); o Jan Karski, l'uomo che scoprì l'Olocausto, di Marco Rizzo e Leilo Bonaccorso (Rizzoli Lizard, 160 pp, 17,50 euro).Tra le tante opere oggetto di approfondimento durante la mostra, merita sicuramente una menzione d'onore Una stella per Nella, graphic novel realizzata dalle giovanissime studentesse liceali Marta De Vincenzi e Maddalena Stellato nell'ambito di un progetto promosso dall'Anpi per raccontare la storia vera di Nella Attias, deportata ad Auschwitz a soli cinque anni.


Einaudi porta invece in libreria Dov'è Anne Frank, nuovo graphic novel di Ari Folman e Lena Guberman (160 pp, 15 euro), tratto dal film animato del 2021 Where is Anne Frank (girato dallo stesso Folman). Non si tratta di una trasposizione del Diario, ma di un poetico viaggio sospeso a metà tra storia e attualità, in cui Kitty, l'amica immaginaria cui Anna Frank indirizzava ogni pagina delle proprie memorie, si fa bambina e accompagna i lettori in una riflessione sulle tragedie del passato e i rischi del presente. Sempre Ari Folman, insieme all'illustratore David Polonsky, aveva già firmato la graphic novel Anne Frank - Diario (Einaudi, 160 pp, 15 euro), tratta dalla versione definitiva del memoriale curata e autorizzata dalla fondazione Anne Frank Fonds. Un'opera perfetta per chiunque voglia scoprire, o riscoprire, perché il Diario sia considerato come uno dei libri più importanti della storia contemporanea, e perché sia stato inserito dall'Unesco nell'Elenco delle memorie del mondo.

Chiude l'elenco delle novità 2022 una nuova edizione di una pietra miliare del fumetto e della letteratura collegata all'Olocausto. Maus di Art Spiegelman, prima graphic novel ad aggiudicarsi uno Special Award ai Premi Pulitzer nel 1992, torna in occasione del trentennale in un cofanetto composto da due volumi, che rispecchiano la suddivisione originale dell'opera ai tempi della sua pubblicazione originale tra il 1986 e il 1991 (Einaudi, 308 pp, 26 euro). Nel primo volume, Mio padre sanguina storia, Spiegelman racconta la storia di suo padre Vladek nella Polonia prima della Seconda Guerra Mondiale, quando iniziava a stringersi la morsa letale intorno agli ebrei polacchi. Nel secondo volume, E qui sono cominciati i miei guai, si raccontano gli anni trascorsi da Vladek e dalla fidanzata Anja nel campo di concentramento di Auschwitz. La narrazione di Spiegelman trova il perfetto equilibrio tra rigore storico-biografico (nella testimonianza diretta del padre) e potenza metaforica (nella decisione di ritrarre gli ebrei come topi antropomorfi, i nazisti come gatti, i polacchi come maiali, gli americani come cani…); e tra rievocazione del passato e riflessione su cosa significhi, oggi, essere discendenti di sopravvissuti all'Olocausto. Una graphic novel che, a trent'anni dalla pubblicazione, si conferma una lettura imperdibile per tutti.
Destinazioni lontanissime da raggiungere a velocità moderate: viaggiare in scooter è un’esperienza unica, diversa da tutte le altre
in sottofondo Vespa 50 special - Cesare Cremoni Culture Club - Karma Chameleon
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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iniziamo dall'ultima news che è quella più allarmante visti i crescenti casi di pedopornografia pornografia...
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Ascoltando questo video messom da un mio utente \ compagno di viaggio di sulla mia bacheca di facebook . ho decso di ...



