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19.7.25

Trentatre anni fa moriva nella strage di via d'Amelio, Emanuela Loi, di Sestu ( SU ). Fu la prima agente di scorta a morire in Italia. A lei tocco' con Paolo Borsellino. ricordate ?

Oggi, 19 LUGLIO ,nel giorno in cui in tanti versano le solite lacrime di coccodrillo intrise di retorica su un eroe italiano come Paolo Borsellino, voglio ricordare oltre ovviamente Lui e la sua scorta , una donna il cui nome nei resoconti viene sempre relegato a una riga, a volte neanche quella.Si chiamava Emanuela Loi. Fu una delle primissime poliziotte in Italia a fare da agente di scorta, in un’epoca e in un contesto in cui si rischiava quotidianamente la vita. Lei che poliziotta neanche sapeva di volerlo diventare. Aveva fatto le scuole magistrali, voleva fare l’insegnante, una vocazione. Poi quel concorso per entrare in polizia fatto un po’ per caso per accompagnare la sorella, e che cambierà per sempre la traiettoria della sua vita.Emanuela Loi, originaria di Sestu, nasce il 9 ottobre del 1967. In questo paese in provincia di Cagliari vive fino all'ingresso nella Polizia di Stato assieme alla sua famiglia, composta da cinque persone: la mamma Berta, il papà Virgilio, il fratello maggiore Marcello e la sorella Claudia. Emanuela era l'ultimogenita, una ragazza studiosa, pignola, testarda, ma anche solare, leale e generosa, come testimonia chi l'ha conosciuta.Da piccola sognava di diventare insegnante perché adorava i bambini e per seguire questa sua passione frequentò l'Istituto magistrale De Sanctis di
Cagliari.
Dopo il diploma, insieme alla sorella, partecipa a tanti concorsi per la scuola, per le Poste e, infine, per la Polizia.Fu proprio Claudia, che in realtà nutriva più interesse di lei ad entrare nelle forze dell'ordine, a convincere Emanuela, che superò la selezione con il massimo dei voti.Poco dopo iniziò la Scuola Allievi di Trieste. Animata da un forte senso di giustizia ben presto si rese conto che le piaceva garantire il rispetto delle regole, rassicurare i più deboli, aiutare gli altri. Così, quando le arrivò notizia di essere vincitrice di una cattedra, scelse di restare.In seguito al giuramento del 1989 le fu assegnata come sede Palermo e solo nel giugno del 1992 divenne parte della scorta di Paolo Borsellino. È morta proprio facendo la scorta al giudice il 19 luglio 1992, appena un mese dopo.Emanuela fu tra le prime adibite poliziotto a fare il servizio scorte. La prima a morire in servizio, motivo per il quale i 5 agosto 1992 le venne conferita la medaglia al valore civile
Era stata affidata alla scorta di Paolo Borsellino appena un mese prima nel giugno 1992, subito dopo la strage di Capaci nella quale era morto il giudice Giovanni Falcone. Paolo Borsellino, suo collega ed amico, sapeva bene di essere a sua volta nel mirino della mafia. "Siamo cadaveri che camminano" aveva dichiarato poco tempo prima.Nonostante questo Emanuela appassionata del suo lavoro, temeraria e professionale non aveva paura. Anzi rassicurò la famiglia quando le venne affidata quella nuova scorta.Quel 19 luglio 1992 in via D'Amelio oltre a Borsellino e la Loi morirono i colleghi di Emanuela Walter Eddi Cosina, Agostino Cattaneo, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli.Emanuela Loi fu sepolta a Sestu ed in sua memoria le sono state intitolate scuole vie e piazze, piazze, giardini, anfiteatri, due ponti uno a La Spezia e l'altro a Monserrato. Ritengo che il modo migliore per onorarne la memoria sia far venire fuori la verità su quell'attentato nel quale Emanuela ha perso la vita, sul quale ancora oggi gravano tanti lati oscuri e complicità politiche

19.7.24

Palermo, vandalizzata la pensilina rossa in via D'Amelio alla vigilia della strage di Borsellino e la sua scorta

Ricordare Paolo Borsellino oggi, trentadue anni dopo la sua morte, ha un senso solo se ci si impegna – come dovere civile, come senso autentico di cittadinanza – a non abituarsi a questo oblio. È quanto ci chiederebbe quel giudice galantuomo se fosse ancora tra noi: continuare a pretendere le risposte che ci

sono dovute. Senza agitare complotti, senza alzare la voce. Memoria e verità non hanno mai bisogno di lettere maiuscole: solo di un po’ di buona volontà. Ecco quindoi che il daneggiamento della pensillina rossa di via d'Amelio non è soltanto il classico atto vandalico contro un bene pubblico ma è anche una vigliaccata sia contro i simboli ( si può condividere o meno , ma cme bene pubblico lo rispetti ) di ricordare del femminicidio . Ma soprattutto perchè avvenuta allla vigilia del 19 luglio aniversario della strage di via d'aamelio . Attentato i cui morirono il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta .





Palermo, vandalizzata la pensilina rossa in via D'Amelio© Fornito da Il Giornale

Atto vergognoso a Palermo, dove una pensilina dedicata al valore delle donne e alla lotta contro ogni forma di violenza è stata vandalizzata. L'episodio, che è solo l'ultimo di una lunga serie, è stato commesso nella notte da parte di ignoti. Adesso si cercano i responsabili.
La panchina rossa
Inaugurata nell'autunno del 2021, la pensilina rossa è un simbolo che rappresenta le grandi personalità femminili che hanno fatto parte della nostra società e vuole essere un monito contro ogni genere di violenza e di abuso. Collocata in via Autonomia Siciliana a Palermo, proprio nelle vicinanze della tristemente nota via D'Amelio, la fermata è stata intitolata a Emanuela Loi, Rita Atria, Rita Borsellino, Maria Pia Lepanto e Agnese Piraino Leto, tutte donne che hanno fatto parlare per le loro gesta e il loro coraggio.Purtroppo la pensilina non è nuova a simili attacchi. Già pochi giorni dopo l'inaugurazione, infatti, la postazione commemorativa venne presa di mira dai vandali, che distrussero alcuni dei pannelli laterali. "Era una pensilina dell'autobus ormai in disuso: prima ci dormiva un senzatetto. I pannelli laterali raccontavano la storia di via D'Amelio e delle cinque donne a cui è dedicata la fermata", aveva spiegato Davide Minio, coordinatore dell'associazione City Angels, a MeridioNews.
L'atto vandalico
Purtroppo, a distanza di poco tempo, ecco che i vandali sono entrati nuovamente in azione. A quanto pare il responsabile, o i responsabili, hanno agito durante la notte fra mercoledì 17 e giovedì 18 luglio. Approfittando del buio, hanno divelto alcune immagini delle donne presenti nella pensilina. Alcuni pannelli, invece, sono stati imbrattati con disegni osceni.
Una vera e propria vergogna che per la città di Palermo è una ferita. Fra l'altro ciò è accaduto il giorno precedente al 32esimo anniversario della strage via D'Amelio (domenica 19 luglio 1992), dove persero la vita non solo il giudice Paolo Borsellino, ma anche i cinque agenti della scorta Agostino Catalano, Claudio Traina, Emanuela Loi, Walter Cosina e Vincenzo Li Muli.

6.7.22

Con una decisione carica di dignità, Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, ha appena annunciato che non parteciperà alla commemorazione della Strage di via D’Amelio.

 Apprendo da  Lorenzo Tosa    la  deciione  di Francesca  Borsellino   e  ella  famiglia     di non  prestarsi alle  celebrazioni ufficiali     ed  ipocrite   puliscicoscienza      per  il 30  enale della  morte  del padre  paolo  .  Ha ragione lorenzo Tosa : << Con una decisione carica di dignità, Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, ha appena annunciato che non parteciperà alla commemorazione della Strage di via D’Amelio. E con lei
tutta la famiglia. >> Brava , finalmente un familiare delle vittime di mafia e di stato perchè secndo la verità storica dietro le stragi compresa qiuella di via d'Amelio no c'è solo la classica mafia , che rifiuta i rituali puliscoscieza di uno stato complice e colluso . Un modo forte, e chiarissimo, per manifestare il proprio dissenso contro quei pezzi di Stato che a parole celebrano ipocritamente Borsellino e, nei fatti, non hanno mai fatto nulla per far emergere la verità sulle stragi.“Uno Stato che non riesce a fare luce su questo delitto non ha possibilità di futuro” ha detto. “Dopo trent'anni di depistaggi e di tradimenti, noi non ci rassegniamo e continueremo a batterci perché sia fatta verità sull'uccisione di nostro padre.È per questo motivo che diserteremo tutte le manifestazioni ufficiali per la strage di via D'Amelio fino a quando lo Stato non ci dirà la verità su cosa è avvenuto davvero. L’unico posto dove mi sento a mio agio a parlare di papà è la scuola”.

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...