Oggi, 19 LUGLIO ,nel giorno in cui in tanti versano le solite lacrime di coccodrillo intrise di retorica su un eroe italiano come Paolo Borsellino, voglio ricordare oltre ovviamente Lui e la sua scorta , una donna il cui nome nei resoconti viene sempre relegato a una riga, a volte neanche quella.Si chiamava Emanuela Loi. Fu una delle primissime poliziotte in Italia a fare da agente di scorta, in un’epoca e in un contesto in cui si rischiava quotidianamente la vita. Lei che poliziotta neanche sapeva di volerlo diventare. Aveva fatto le scuole magistrali, voleva fare l’insegnante, una vocazione. Poi quel concorso per entrare in polizia fatto un po’ per caso per accompagnare la sorella, e che cambierà per sempre la traiettoria della sua vita.Emanuela Loi, originaria di Sestu, nasce il 9 ottobre del 1967. In questo paese in provincia di Cagliari vive fino all'ingresso nella Polizia di Stato assieme alla sua famiglia, composta da cinque persone: la mamma Berta, il papà Virgilio, il fratello maggiore Marcello e la sorella Claudia. Emanuela era l'ultimogenita, una ragazza studiosa, pignola, testarda, ma anche solare, leale e generosa, come testimonia chi l'ha conosciuta.Da piccola sognava di diventare insegnante perché adorava i bambini e per seguire questa sua passione frequentò l'Istituto magistrale De Sanctis di Cagliari. Dopo il diploma, insieme alla sorella, partecipa a tanti concorsi per la scuola, per le Poste e, infine, per la Polizia.Fu proprio Claudia, che in realtà nutriva più interesse di lei ad entrare nelle forze dell'ordine, a convincere Emanuela, che superò la selezione con il massimo dei voti.Poco dopo iniziò la Scuola Allievi di Trieste. Animata da un forte senso di giustizia ben presto si rese conto che le piaceva garantire il rispetto delle regole, rassicurare i più deboli, aiutare gli altri. Così, quando le arrivò notizia di essere vincitrice di una cattedra, scelse di restare.In seguito al giuramento del 1989 le fu assegnata come sede Palermo e solo nel giugno del 1992 divenne parte della scorta di Paolo Borsellino. È morta proprio facendo la scorta al giudice il 19 luglio 1992, appena un mese dopo.Emanuela fu tra le prime adibite poliziotto a fare il servizio scorte. La prima a morire in servizio, motivo per il quale i 5 agosto 1992 le venne conferita la medaglia al valore civile
Era stata affidata alla scorta di Paolo Borsellino appena un mese prima nel giugno 1992, subito dopo la strage di Capaci nella quale era morto il giudice Giovanni Falcone. Paolo Borsellino, suo collega ed amico, sapeva bene di essere a sua volta nel mirino della mafia. "Siamo cadaveri che camminano" aveva dichiarato poco tempo prima.Nonostante questo Emanuela appassionata del suo lavoro, temeraria e professionale non aveva paura. Anzi rassicurò la famiglia quando le venne affidata quella nuova scorta.Quel 19 luglio 1992 in via D'Amelio oltre a Borsellino e la Loi morirono i colleghi di Emanuela Walter Eddi Cosina, Agostino Cattaneo, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli.Emanuela Loi fu sepolta a Sestu ed in sua memoria le sono state intitolate scuole vie e piazze, piazze, giardini, anfiteatri, due ponti uno a La Spezia e l'altro a Monserrato. Ritengo che il modo migliore per onorarne la memoria sia far venire fuori la verità su quell'attentato nel quale Emanuela ha perso la vita, sul quale ancora oggi gravano tanti lati oscuri e complicità politiche



