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18.11.18

anche i perdenti alla fine vincono il caso del film nuovo cinema paradiso

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Ieri 17  novembre   di   30 anni   fa    un  film italiano da  premio  oscar  fece  il suo esordio . Fu
 fu      un esordio  tormentato   che stava   per costringerlo  a  rimanere  sepolto in qualche  archivio e magari   ad essere  ritrovato  e diffuso postumo    dopo che magari il regista   ha  raggiunto  il successo  .

  ecco i retroscena  della vicenda    da
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/17/nuovo-cinema-paradiso-30-anni-fa-lesordio-da-incubo-di-un-film-da-oscar/

Nuovo   cinema paradiso, 30 anni fa l’esordio (da incubo) di un film da Oscar

Il 17 novembre 1988 arrivava al cinema il film di Tornatore: "Nell'arco di un anno mi è accaduto tutto quello che può accadere nella carriera di un regista: dall'insuccesso più nero e disperato, fino al successo più roseo e gioioso. È stato come avere fatto dieci film insieme"
                                   di 


17 novembre 1988 una piccola favola debuttava nei cinema dello Stivale. Accompagnata da un giovane regista, portava con sé una storia intima, quasi biografica. Raccontava di una mollica di paese, di una pittoresca sala parrocchiale e del suo baffuto proiezionista. E lo faceva attraverso lo sguardo curioso di un bambino tutto occhi e sorriso che, risvegliatosi ormai uomo e lontano da casa, cominciava a ricordare. Un omaggio alla Settima arte, all’amicizia, all’amore e a tutto ciò che ci sta intorno. Il titolo del film che stregò la Costa Azzurra e commosse Hollywood era Nuovo cinema paradiso. Il nome del regista GiuseppeTornatore. E quella sera di novembre fu un incubo. Per entrambi.Eppure, il primo impatto dei 155 minuti dell’opera con il pubblico era stato più che positivo. Il 29 settembre 1988, infatti, il Festival EuropaCinema di Bari aveva accolto il secondo film dell’autore siciliano con dieci minuti di standing ovation. Un omaggio tributato dal pubblico pugliese in particolare all’interpretazione di Philippe Noiret (Alfredo, il proiezionista) e alle musiche di Ennio Morricone. Forte di questo piccolo successo, la pellicola era stata distribuita in tutta Italia e lanciata come l’ambiziosa sfida di un autore alla sua platea: “All’epoca accadeva continuamente, alcune città italiane rimasero senza cinema. In quel clima pensai che era arrivato il momento di realizzare un progetto che mi portavo dietro da tempo”. Il fiasco fu totale. Dopo appena due giorni di programmazione la pellicola fu ritirata da ogni sala. Eccetto Messina, dove restò a lungo in cartellone. Il gestore del cinema AuroraGovanni Parlagreco, si era di fatti innamorato di quella fiaba al punto da invitare i suoi clienti a pagare il biglietto al termine della visione e solo se soddisfatti.

Convinto che il flop fosse da imputare all’eccessiva lunghezza del film, Tornatore decise di rilanciarlo immediatamente sul grande schermo ma in una versione più snella, alleggerita di ben 25 minuti. Bocciato ancora dal botteghino e respinto con perdite dal Festival di BerlinoNuovo cinema paradiso sembrava assumere i contorni di uno di quei sogni che, forse, sarebbe stato meglio lasciar riposare nel cassetto. Proprio il rifiuto incassato dalla rassegna tedesca, tuttavia, diede vita a un certo chiacchiericcio. Prima invitato dai curatori della kermesse dell’Orso d’oro e poi allontanato in maniera goffa dal direttore Moritz de Hadeln, lo sfortunato lungometraggio divenne un piccolo caso cinematografico, attirando l’attenzione dei selezionatori del Festival di Cannes che decisero invece di ammetterlo alla 42° edizione della rassegna francese. La giuria presieduta da WimWenders ne fu incantata e decise di premiarlo con il Grand Prix Speciale. Era la primavera dell’89, la Fenice era risorta e nello smoking di Tornatore già trovavano posto un biglietto per LosAngeles e il pass per il Kodak Theatre.
Incluso nella cinquina finale dei candidati all’Oscar per il Miglior film stranieroNuovo cinema paradiso riuscì ad accaparrarselo, riportando così in Italia un premio che mancava dal 1975, quando era toccato ad Amarcord e a Federico Felliniringraziare l’Academy. Proprio il maestro romagnolo – contattato a suo tempo da Tornatore per un piccolo cameo mai consumato – aveva avvertito l’inesperto collega: “Se vinci l’Oscar, prenditelo tu, sennò Cristaldi te lo frega e ti fa fare una copia”. Franco Cristaldi, che aveva prodotto entrambi i film appena citati, accettò di lasciare al giovane regista l’ambita statuetta. A una condizione, però: una volta saliti sul palco sarebbe spettato a lui prendere per primo la parola. Impugnato il microfono, il produttore italiano si esibì negli omaggi di rito, non dimenticandosi di ricordare come quella data, il 26 marzo, fosse per lui molto fortunata. Lo stesso giorno, proprio ritirando il premio per Amarcord, aveva infatti incontrato sua moglie, Zeudi Araya. Tornatore ascoltava emozionato e impaziente, pronto a scusarsi per il suo pessimo inglese e a far sorridere il pubblico con una battuta: “Spero che tra di voi ci sia una donna che, come per Cristaldi, diventerà mia moglie”. Non fece tempo a dire “Excuse me” che la telecamera già l’aveva abbandonato. Il produttore, infatti, aveva monopolizzato i 45 secondi a disposizione dei due, lasciando così al regista il record del più breve discorso a una Notte degli Oscar.

d'appassionato cinefilo  e  di film  integrali  posso  affermare   che  , ed  è questo il caso  ,   ci posono essere  anche dei film  tagliati   che sono meglio di quelli  integrali  . Infatti : <<  
Il problema di Nuovo Cinema Paradiso non stava nella durata. Quell’incontro (poi eliminato) tra Salvatore e Elena, toglieva forza al velo di nostalgia che avvolge la storia, attenuava l’enorme sensazione del rimpianto che affligge il protagonista. Così, nella versione definitiva, tutta la parte finale del film assume un sapore diverso. Una scena come quella in cui Salvatore rivede Elena nei suoi vecchi filmini, con la madre che osserva addolorata e silente, è di uno struggimento senza fine. Ed anche l’amatissima sequenza dei baci tagliati dà delle emozioni diverse: i baci sembrano quasi voler colmare il vuoto enorme di quell’amore perduto.>>  (  da http://www.cinescatenato.it/nuovo-cinema-paradiso-e-il-taglio-della-rinascita/  ) la ragione per cui il protagonista si trasferisce a Roma risulta meno motivata rispetto all’originale. Tuttavia, per la critica internazionale e italiana, Tornatore ha fatto bene a “sforbiciare” la sua pellicola, proprio perché fra la prima parte (il passato di Salvatore) e la seconda (il ritorno a Giancaldo) si crea un abisso, quasi due film diversi.

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