
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
13.5.12
Al confine fra alcolismo e morte: l'assemblea per il decennale DELL'ASSOCIAZIONE 'AMICI DELLA VITA' DI GIORGIO MASEDDU

16.2.12
tolleranza zero verso l'alcool e le ubriachezze sotto i 16
ti potrebbe interessare anche il mio precedente post http://tinyurl.com/7t9nt4n
non è per sembrare bachettone e moralista ipocrita , perchè anch'io fra i 14 \16 anni mi sono preso sia a causa mia perché volevo sperimentare \ evadere dalla realtà o meglio dimenticare sia perché avevo compagni
Ora Approvo , lo ringrazio con il video sotto ( era ora che qualcuno anziché indignarsi e basta gli lo facesse anche notare ) l'iniziativa di Roberto cossu assessore alla cultura del mio comune

La Asl e il gallo Frijola ( mia foto sopra a sinistra ) lanciano un appello ai giovani

La denuncia sarebbe quindi di abbandono? Beh gli ci vuole. Ma io sarei pure per responsabilizzare i ragazzi. Magari dopo la sbronza una pulitina ai giardinetti per una settimana non sarebbe male :) speriamo solo ke x evitare problemi gli amici non li lascino oltre che in coma etilico ad assiderarsi in qualche viuzza.... . Speriamo che questo serve a responsabilizzare i genitori che non si curano dei loro figli per poi lamentarsi contro scuola , ecc se loro combino qualche casino , anche se io avrei responsabilizzato i ragazzi Magari dopo la sbronza una pulitina ai giardinetti per una settimana non sarebbe male :) o il volontariato presso gli alcolisti anonimi
2.11.11
Ingrata patria...

Nessun ricordo ufficiale per il volontario sardo-ligure che ha donato la vita per salvarne altre
Per Lui, SANDRO USAI, nessuna diretta televisiva... solo: Sul coperchio un mazzo di piccole orchidee e le lacrime della moglie Elena, che non ha abbandonato un istante la bara... è quello che capita spesso ai "veri eroi"...
(Domenico Savino)
27.10.11
La fine d'un mondo

Luogo di pietra e di storia. Da pochi giorni cancellato, travolto, assorbito da una colata di fanghiglia e liquame. Una storia sgretolata, assieme con le code di bauli, i frantoi, la grazia mediterranea, le poesie di Montale, l’ansia scalpitante di vita. Un mondo intero è stato distrutto e sepolto, per l’oblio d’un paese di montagna convinto d’essere un paese di pianura (Ascanio Paolini). Per la sciatta dimenticanza della nostra storia impervia e onerosa.
E la chiesa settecentesca di Monterosso rimembrava quella, inerpicata e inagibile, di Bussana vecchia: anch’essa distrutta, da un terremoto, centocinquant’anni fa. In una disgrazia, però, telluricamente “normale”. Qui no, qui la natura sembra essere impazzita, disfatta e ribelle di fronte allo scialo di cemento, oggetti, bitume, grattacieli ammassati per avidità, incuria, e - anche in tal caso - oblio.
Lo strazio si è ripetuto a Pompei. Ancora una volta. La città campana sembra essersi sciolta nel pianto. Il suo è un lungo, straziato “basta”. Anneghi il rosso pompeiano, le Ville dei Misteri, quella nostra antichità pagana e orientale che ci ricapitolava come uno scrigno prezioso. Crolla qui l‘Italia: nell’asettica indifferenza d’un popolo smemorato, infisso nell’indifferente pianura dell’oggi, e che si ritroverà un giorno del tutto scalzato, e demotivato, e nullo, senza capir perché.
5.8.11
Umano, solo umano


15.2.11

L'abbraccio del presidente Napolitano alla madre rom.
L’organizzazione umanitaria Gruppo EveryOne si appella al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché, dopo la strazio dei bambini, le istituzioni non colpiscano ancora i genitori.
Sono periti quattro bambini. Questo dovrebbe bastare. Altro non dovremmo aggiungere. Prima delle azioni, contano i segni. I silenzi. Ma non tutti i silenzi sono uguali. Esistono silenzi che impetrano, e silenzi che racchiudono scaturigini di dolore. Silenzi muti e silenzi murati. Silenzi densi e silenzi indifferenti.
Persino la giunta milanese ha osservato un minuto di silenzio, e si è levata in piedi, per commemorare le giovani vittime. Non tutti, però: Cesare Bossetti, consigliere leghista, è rimasto seduto.

Bossetti cercava il momento di celebrità e l'ha ottenuto, sappiamo che gli rendiamo un servizio mostrando il suo volto impenetrabile, appena sfiorato da un segmento ghignante. Non ha neppure dovuto sforzarsi di trovare scuse credibili. Non gliene importa nulla. Oggi, manifestare il proprio razzismo, nemmeno ideologico, ma di quella sordidezza vaga, gretta, allineata e conformista come un appunto di computisteria, non scandalizza più nessuno. Anzi, riscuote approvazione. E' la riscossa del vicino perbene. Il rancore del frustrato. Silenzio. Come ombra nel buio.
12.1.11
In mezzo al guado
24.12.10
La notte del Natale


22.12.10
Nun te piace, 'o presepe?...

Mica vero che "non fa male a nessuno". Anzi, nuoce gravemente alla salute. Chi? Meglio domandare "cosa", ma in verità è proprio quel "chi" a disturbare. Il presepe fa male. E, dietro e dentro di lui, la statuina di quel bimbo seminudo. Ciò ch'essa simboleggia.
Il presepe realizzato dagli allievi del liceo artistico "De Nicola" di Sesto San Giovanni (Milano), frequentato da giovani di diverse confessioni. In basso: la "crèche des santons" a Mentone (Francia).
E pensare che, per anni, questi difensori a oltranza della pluriconfessionalità avevano bellamente irriso il Natale - e coloro che lo celebravano come zotici e ignoranti - non mancando mai di puntualizzare che in origine si trattava di tutto, tranne che di "festa cristiana". Era nient'altro che la festa del Sol Invictus, nella quale si annunciava il solstizio d'inverno e ci si scambiavano doni e si preparavano ricchi banchetti, che talora sconfinavano in orge. Più di recente, i divulgatori hanno trovato legami col culto tardoantico del dio Mitra e antiche celebrazioni egizie e mesopotamiche (cui potremmo aggiungere, per le analogie con l'uomo-dio, il Poema di Gilgamesh). Non si trattava tanto d'informare, quanto di screditare il 25 dicembre cristianizzato in nome di un'oggettiva e rispettosa laicità.
Peccato che oggi, la stragrande maggioranza dei cristiani grandi e piccini sia perfettamente a conoscenza di tutto ciò, per averlo appreso proprio a scuola; e persino un Papa, Giovanni Paolo II, ha riconosciuto senza alcun problema l'origine extracristiana del Natale. I fenomeni d'inculturazione, le maestre di Forze Armate dovrebbero saperlo, costituiscono l'ossatura delle civiltà, recuperano, fondano, rimescolano culture antiche, perdute, ritrovate, e ne ricavano un nuovo capolavoro, una serendipity di creatività. Una rinascita, ecco; un "far nuove le cose antiche", come appunto recita il Vangelo (che, non casualmente, significa "buona novella").
Le religioni, e il cristianesimo in particolare, non appartengono alle sfere celesti. Sono parti umani, storici, esattamente come non mancano mai di sottolineare i razionalisti dello "spiritually correct". Il cristianesimo è terrigno; lo ripete continuamente san Paolo: la vita è qui, adesso, e ciò che di noi resterà non sarà la fede né la speranza, bensì l'amore; quello gratuito, che non attende ricompensa, e che i greci chiamano carità. La relazione con l'altro. Con l'uomo. E' una terra, è addirittura un parto: una nascita. Fisica. Totale. Al punto di trasumanarsi. E' il dono che segna la insanabile differenza con la concezione dei summenzionati razionalisti.
E solo i bambini possono comprenderlo compiutamente. Perché non si pongono domande. Non ne hanno bisogno. I bambini sono orizzontali e circolari. Percepiscono. Sono privi di voce. Ma non desiderano che qualcuno parli per loro, ne interpreti e ne immeschinisca gl'irrinunciabili sogni. Hanno fame di felicità assoluta. Sono già leopardiani, ma senza disperazione. Il Natale "cristiano", quindi, non li disturba. Non disturba i piccoli musulmani, che rispettano e venerano il profeta Gesù (accompagnando il suo nome con la formula "su di lui la pace di Allah", mentre qui da noi, non di rado, udiamo governanti "cattolici" infiorare le loro barzellette con allegre bestemmie). Non disturba i giovani indù, così come non disturbava Gandhi, che "sarebbe stato cristiano, se i cristiani lo fossero stati due volte al giorno". Non disturba i buddisti, i quali nutrono profondo rispetto per quel maestro religioso ebreo. Non disturba, Gesù, perché è come loro, tra loro. Un bambino. Ma i bambini possono terrorizzare i potenti della Terra. Gli Erode, quelli sì, sono turbati. I vecchi. Coloro che si volgono indietro nei loro pensieri cristallizzati. Coloro che "roba mia, vientene con me". Coloro che invidiano il fanciullo che non possiede niente, ma che li soppianta nella corsa verso un domani rivoluzionato e inquieto. E che gode, ed è beato, per il solo fatto di esistere, come gli uccelli e i cani.
Le maestre avevano pensato "per il loro bene". I buoni consigli. Di cui è lastricata la strada per l'inferno. E così, invece di cogliere l'occasione per illustrare parallelismi culturali, magari ricordando quel Francesco d'Assisi cui si deve l'invenzione del presepe e che, in tempi di Crociate, stabilì un legame d'amicizia col sultano islamico, le maestre di Forze Armate non avevano offerto ai loro alunni altra alternativa che un'infiocchettata paccottiglia da soap americana, con un pingue e rubizzo signore a dispensare i simboli di quel consumismo pacchiano e limaccioso da esse più volte denunciato.
Ho usato il passato perché, nel frattempo, pare abbiano desistito dal proposito. A causa delle proteste dei genitori e degli educatori. Anche non cristiani, certo. Ovviamente. Fanciulli, proprio perché naturalmente terrestri, non stancatevi d'incarnarvi nel seno di qualche donna, cristiana, shintoista o atea. Proprio perché naturalmente terrestri, potete aspirare al cielo. Nascete. Siate nuovi. E lasciate che i morti seppelliscano i loro morti.
11.7.10
L'ultima cena?

A rigor di termini sarebbe pure incontestabile, e infatti egli spera che molti italiani lo seguano. Ci pare di udirli, gli adoratori di "Silvio": c'ha ragione, è un bravo ragazzo (malgrado le 74 primavere, “Silvio” è sempre il bravo e intraprendente ragazzotto della porta accanto), vuole proteggere i “fatti nostri”. Senonché sono state proprio le sue televisioni, in 25 anni, a spadellare qualsiasi fatto nostro, a far dilagare l'onda volgare e melmosa del voyeurismo: grandifratelli, uominiedonne, e lui stesso, col suo corpo, le sue avventure sessuali (per B. le donne non contano come persone, ma come oggetti) squadernate a destra e a manca. Ora, proprio lui, invoca la "pràivasi". Credibile come uno squalo affamato davanti a una preda ferita, ma gli italiani possono cascarci. Quanti slogan disattesi, dal 1994 ad oggi! Il primo fu "Il nuovo miracolo italiano", seguito da "un milione di posti di lavoro" per giungere ai più recenti "daremo un posto fisso a tutti", "via la tassa dalla prima casa", per tacere del martellamento, durato quasi un anno, sul tema della "sicurezza" e delle fantomatiche ronde, subito fallite, anzi mai iniziate, di cui nessuno ormai parla più.
Egli sa che basta far colpo, promettere senza mantenere, soprattutto senza faticare: perché i cittadini, vale a dire il pubblico, sono, per sua stessa ammissione, come un bimbo di dodici anni nemmeno troppo intelligente.
Anche per questo piace così tanto alla Chiesa (intesa come gerarchia vaticana) e non si speri venga meno tale alleanza: i preti la sfrutteranno fino all'ultimo. Sia perché naturalmente inclini ai regimi di destra, anche dittatoriali, sia perché troppi sono i vantaggi materiali che possono trarre da questa (santa?) alleanza; e non si dimentichi che il Vaticano è lo Stato più materialista e mondano esistente sulla terra. La cena a casa di Vespa e il suo corredo simbolico-blasfemo può e deve farci fremere di orrore, soprattutto a noi credenti, ma stupirci, no davvero: rientra nella normalità delle cose. Potere puro, o meglio: fondamentalismo del potere.
Insomma Berlusconi continua a godere dell'appoggio d'Oltretevere, del resto la pseudo-opposizione è inetta e inesistente, quindi ci propineranno tutto ciò che vorranno. Ma per fortuna non verrà promulgata alcuna legge sulle coppie di fatto, alleluia.
P.S.: Ho usato "per fortuna", e non "grazie a Dio", perché Dio, in tutta questa storiaccia, non c'entra un beneamato cavolo, povero Cristo.
11.3.10
Ecco a voi...
10.3.10
L'Avversario

19.1.10
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Quell'odio nato dalla "normalità"

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No, la laicità non significa togliere il crocefisso, simbolo d'amore

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Si laurea con 110 e lode, ma a discutere la tesi è l'avatar creato con l'intelligenza artificiale: «Lo abbiamo educato nella discussione della tesi»
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