La fine d'un mondo
Era proprio Finisterre . Un suono, prima d’un luogo. La brughiera di Liguria, là dove si congiungeva, tra rigagnoli cinerei e mari in tempesta, con la parte alta della Toscana, luogo misterioso e battuto dai venti, selvaggio, impenetrabile. Luogo di frontiera, dalla lingua sconosciuta. Lo splendore delle Cinqueterre. Ma anche, per me che l’attraversavo di rado, una terra incognita , in cui la ruvidezza spartana dei liguri si confondeva con la grazia scapigliata degl’ignoti, leggeri toscani del Nord. Zona di passaggio, d’immigrazione. La mia bisnonna vi era salita dalla Lunigiana, anche questo un nome rarefatto, quasi spettrale. Dietro code di bauli, schiene, carri. E s’era poi insediata nel rigoglioso Ponente, concluso un matrimonio borghese, vissuta - poco tempo - felice. Luogo di pietra e di storia. Da pochi giorni cancellato, travolto, assorbito da una colata di fanghiglia e liquame. Una storia sgretolata, assieme con le code di bauli, i frantoi, la grazia mediterranea