non mi sono solo concentrato sul natale e sulle sue mille sfaccettature . eccovi una storia d'amore non melensa \ mielensa
Per salvare la mia ragazza vi racconto dell'eroina in Versilia"L'sos di un uomo innamorato che denuncia il traffico di droga per far arrestare i pusher della sua ragazza
VIAREGGIO. «Sono andato dai carabinieri e dalla polizia perché questo inferno finisca: per lo stesso motivo mi rivolgo a voi del Tirreno, mettendoci la faccia, perché il mio desiderio è che chi vende la droga alla mia compagna vada in galera». Sono le parole di Giorgio (nome di fantasia, ndr), un uomo che sta per toccare la mezza età e con fatica sta uscendo dalla dipendenza che per un periodo ha condiviso con la sua ragazza. «L’eroina ora si fuma, come si fa con la marijuana. Io ne sono uscito e voglio che anche la mia compagna ne venga fuori. Ma non ne ha le forze».
Luoghi, nomi, prezzi, Giorgio vuota il sacco sul mercato della droga tra Viareggio e il resto della Versilia. C'è una vera e propria casa dello spaccio - è il suo racconto - in cui una dose d’eroina costa poco, pochissimo. Quindici euro di annullamento totale che sono una tana del bianconiglio verso l’oblio, verso la dipendenza. Tra quelle anime perdute che frequentano questo particolare “mercato” c’è anche la compagna di Giorgio: è ancora giovane e ha una vita da vivere. Stanno insieme da anni ma ormai il suo tempo è stato risucchiato dal pensiero della dose. «Ci pensa sempre - continua - quando si alza, quando stacca dal lavoro. Spende tutto quello che ha per farsi. Vivere con lei è diventato impossibile perché è sempre nervosa, paranoica e litighiamo in continuazione a causa dei suoi malumori». Come nelle più tristi pagine di Christiane F., la protagonista di un celebre romanzo: «Quando c’è la droga, non c’è l'amore: l’eroina prende tutto il posto».
Lei è entrata in quel giro maledetto proprio con Giorgio che l’ha trascinata con sé: lui è entrato e uscito dalla dipendenza più di una volta nella vita. Una maledizione che ora accompagna anche lei. Giorgio però questa volta sembra che ce l’abbia fatta. E ama ancora la sua compagna: vuole che anche lei si faccia aiutare, che esca da quella casa in cui girano tanti soldi e tanta droga. «Quasi quattromila euro al giorno puliti puliti» per tanti clienti, persone anche conosciute nel circondario, stimati professionisti.
«Li conosco bene gli spacciatori - racconta Giorgio - non le farebbero mai del male. Si comportano esattamente come se fossero degli imprenditori. Hanno bisogno di lei perché è una dei loro clienti più fedeli». Negli occhi di Giorgio c’è smarrimento: ha visto tante cose in quella casa, cose che vorrebbe dimenticare: «Gli spacciatori sono molto inseriti nel tessuto sociale - i particolari si moltiplicano, precisi - gestiscono questa attività proprio come se fosse un negozio: vivono altrove e vanno in quell’appartamento la mattina, intensificano il lavoro intorno a mezzogiorno e se ne vanno dopo le 19. Spesso si fanno accompagnare da un’auto insospettabile. La casa è la loro base, da lì gestiscono il traffico, ricevono le ordinazioni via telefono: basta mettersi d’accordo sul posto, ci si incontra e loro ti danno la dose. Per non farsi prendere cambiano spesso numero di telefono e sono loro che si fanno vivi: ti mandano un sms o ti chiamano per dirti
che quello è il loro nuovo numero di telefono. Non si confondono con gli spacciatori di coca, le anime delle pinete: loro non si appostano per acchiapparti. Se ti fai, primo o poi sarai tu ad andare da loro. Te li presenta un amico o uno del loro giro e tu vai a casa loro. Sono sempre lì».