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25.4.17

fare il partigiano e tenerlo nascosto Chi ha compiuto atti di sabotaggio, fornito informazioni militari sarà “acclamato come patriota”. Così c’è scritto nel “Certificato al patriota” firmato dal generale Alexander che Angela Gatti ha trovato in un cassetto qualche settimana fa

Mario Gatti, classe 1926, il partigiano Black
Mario Gatti, classe 1926, il partigiano Black
Grazie a una mail di Angela Gatti
Chi ha compiuto atti di sabotaggio, fornito informazioni militari sarà “acclamato come patriota”. Così c’è scritto nel “Certificato al patriota” firmato dal generale Alexander che Angela Gatti ha trovato in un cassetto qualche settimana fa. “Ho dovuto trasferire mia madre Carla, 90 anni, malata di Alzheimer, in una struttura protetta. Riordinando il suo appartamento ho trovato in un cassetto un grande vecchio bustone di carta blu, un po’ strappato, con su scritto ‘Mario partigiano’"."Mario era mio padre. E’ morto vent’anni fa, a settant’anni. Sapevo che era stato partigiano. Avevo ascoltato molte volte i suoi racconti: ma parlava sempre degli amici, mai di sé. Non sapevo niente di queste carte: che avesse avuto una medaglia dal Ministero della Difesa, che conservasse il Certificato al patriota del capo delle forze alleate”.Angela, figlia unica, è oggi in pensione. Nata come i suoi genitori a Sorbolo in provincia di Parma, al confine con Reggio Emilia. Mario, il padre, era ferroviere. Aveva conosciuto Carla a 15 anni (lei ne aveva 14) e si erano fidanzati. A 18 lui è andato a combattere con le brigate partigiane: nome di battaglia, Black. Quando è finita la guerra si sono sposati, nel ’53 è nata Angela.
Il Certificato al patriota firmato dal generale Alexander
Il Certificato al patriota firmato dal generale Alexander
“Raccontava sempre del suo amico del cuore, Gianni. Che era figlio di madre vedova e sua madre non voleva che combattesse coi partigiani, non voleva restare sola. Mia zia Giuseppina, che faceva la staffetta in bicicletta, gli portava notizie degli amici in clandestinità. Poi proprio il 25 aprile Gianni e sua madre stavano lasciando il paese, lei aveva dimenticato la borsa col portafogli in casa, gli ha detto vai a riprenderla. Gianni ha trovato un tedesco sulle scale, quello gli ha sparato: Gianni è morto così. Il destino, diceva mio padre, poi faceva silenzio. Quando ho trovato le sue carte, l’altro giorno, ho pianto a lungo. Vorrei dirgli: scusa papà se non ti ho dimostrato quanto fossi e quanto sia tuttora orgogliosa di te”.Il certificato (il numero 48764) firmato dal generale delle armate alleate in Italia Harold Alexander dice: “In nome dei governi e dei popoli delle nazioni unite si ringrazia Mario Gatti di aver combattuto il nemico sui campi di battaglia, militando nei ranghi dei patrioti tra quegli uomini che hanno portato le armi per il trionfo della libertà, svolgendo azioni offensive, compiendo atti di sabotaggio, fornendo informazioni militari. Col loro coraggio e la loro dedizione i patrioti italiani hanno contribuito validamente alla liberazione dell’Italia e alla grande causa di tutti gli uomini liberi. Nell’Italia rinata i possessori di questo attestato saranno acclamati come patrioti che hanno combattuto per l’onore e la libertà”. Nell’Italia rinata, saranno acclamati.

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