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3.3.19

di perfetto non eesiste nulla neppure la scienza . il caso di Giulia Toddet rapiantata e mamma, la doppia vittoria di Giulia Todde Il padre le ha donato un rene nonostante il gruppo sanguigno diverso. Aveva già adottato una bimba, dopo l’intervento è rimasta incinta

La vita non è perfetta, le vite nei film sono perfette. Belle o brutte, ma perfette. Nei film non ci sono tempi morti, mai! ( radio freccia  ) 



                     da la nuova sardegna del 2\3\2019    di Caterina Angotzi


SOLARUSSA. La vita spesso ha più fantasia dell'immaginazione e può procurare grandi e infinite gioie, soprattutto se inaspettate. Per Giulia Todde, 41 anni da compiere, la vita ha il sorriso delicato di Mattia, nato un mese fa, nonostante tutto e tutti.
Giulia aveva perso le speranze non solo di diventare mamma ma anche di condurre una vita regolare, quando i medici le avevano diagnosticato nove anni fa una significativa patologia renale, la nefrite lupica, una alterazione della funzione e della stessa struttura renale, una patologia autoimmune che in questo caso era arrivata all’ultimo stadio, impedendo qualunque terapie farmacologica vincente.
Per lei rimanevano due sole alternative: il trapianto o la dialisi. In ogni caso, la diagnosi dei medici non lasciava spazio a illusioni. Giulia non avrebbe potuto portare a termine alcuna gravidanza. Per lei anzi la gravidanza poteva rappresentare un serio pericolo.
Giulia e il marito Alessio, 42 anni, però non si danno per vinti e decidono di percorrere la strada dell’adozione. Una strada lunga, complessa, stressante e difficile. Alla fine però, sei anni fa, arriva Maria, una bellissima bimba polacca. Sono fortunati Giulia e Alessio, perché Maria ha solo nove mesi. In casa c’è tempo solo per lei, nonostante la malattia.
Giulia però non demorde. Il padre, il marito e il fratello si offrono per donarle un rene, ma ci sono complicazioni. L’unico donatore potenzialmente compatibile da un punto di vista morfologico, il padre, non lo era per le caratteristiche ematiche. C’era incompatibilità tra donatore vivente e ricevente. «Io ho il gruppo Zero – sorride Giulia – e mio padre gruppo A, peggio di così non poteva capitare». La scienza e la natura insieme possono però fare miracoli. I medici dell’ospedale Brotzu di Cagliari, con una speciale procedura sono riusciti a “pulire” il sangue del ricevente, a effettuare con successo il trapianto di rene e soprattutto a evitare il rigetto dell’organo. Il trapianto, effettuato il primo ottobre del 2016 è stato il primo in Sardegna tra donatore e ricevente incompatibili. Ed è andato bene.
Ma il bello doveva ancora arrivare. Giulia è rimasta incinta. «Mattia è arrivato ben dopo il trapianto – dice con orgoglio – ma non è stato da noi cercato. Il mio organismo si era ristabilito, le terapie post trapianto avevano ormai un tasso di tossicità basso e così è arrivato il secondo piccolo miracolo».
Sebbene venuto al mondo alla trentacinquesima settimana di gestazione, Mattia non ha avuto problemi alla nascita. «Non dovevamo avere figli, non potevamo avere figli, eravamo rinchiusi dentro a una patologia che non lasciava scampo, e invece sono arrivati di fila tre piccoli miracoli: l’adozione,Giulia sorride. Adesso ha una vita serena davanti, e la voglia di far crescere una coppia di bimbi solo in apparenza diversi. «Maria stravede per il fratellino e per noi non c’è gioia più grande».

21.9.18

Sexting, 15enne scambia per un anno messaggi erotici con un adulto. Poi scopre che è il padre

Inizialmente  avevo letto questa news  su  fb  e  credevo fosse una  bufala  o quanto meno  una  news  acchiappalike  ed  ancora  il dubbio   c'è anche se   in misura minor e  visto le fregature  che  prendono anche  i  media  maistream .  Ma  poi  ho cambiato idea  , visto  che  molti uomini   sposati    (ma nche no  )  , povviamente  senza  fare  generalizzazioni  , sono porci  o depravati . Non trovo ulteriori  parole per  commentare tali news   lascio  che  a parlare siano  gli articoli

il primo   da  https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/19

Sexting, 15enne scambia per un anno messaggi erotici con un adulto. Poi scopre che è il padre



La vicenda è stata raccontata da una psicologa ad una associazione locale. Sarebbe avvenuta in provincia di Bergamo
di F. Q. | 19 settembre 2018

Un anno di messaggi erotici, foto osé e confidenze spinte. Poi l’appuntamento al buio, e la rivelazione: dall’altra parte dello schermo c’era sempre stato il padre. È quanto accaduto a una 15enne della provincia di Bergamo, che si è rivolta a uno sportello psicologico chiedendo aiuto.
La ragazza adesso ha cambiato scuola e vive con la madre, che nel frattempo si è separata dal marito. La psicologa da cui è in cura ha riferito la vicenda all’Associazione genitori antidroga di Pontirolo nuovo, con cui collabora. E il presidente, Enrico Coppola, l’ha citata come esempio dei pericoli che si nascondono nel sesso virtuale, sempre più diffuso tra i giovani: “Confrontandoci recentemente con una professionista che segue uno sportello psicologico nella bergamasca – ha detto – è emerso il caso di questa quindicenne. Farà molta fatica a superare il trauma che ha subito”.
“Agevolati dal fatto di trovarsi ancora in un mondo virtuale”, ha spiegato, “i giovani si sentono più liberi e sicuri, arrivando così in breve tempo a conoscere tutto sul mondo del sesso. In questo modo, però, bruciano i passaggi di una graduale e salutare esperienza diretta. Il mondo del sesso virtuale può portare anche a cattive sorprese”.



15ENNE SCAMBIA FOTO OSE'/ Con adulto, poi scopre che è il padre: il problema è il web o lo sguardo?Una 15enne ha scambiato per un anno proprie foto osé con un adulto che poi ha scoperto essere suo padre. Il dramma di un cuore che non c'è. 

 MAURO LEONARDI

LaPresse

Arriva una storia incredibile. Una ragazza di quindici anni della provincia di Bergamo scambia per mesi messaggi erotici e proprie foto osé con un uomo protetto da nickname. Un giorno decidono di incontrarsi e scoprono di essere padre e figlia. Il risultato è che la ragazza subisce un trauma dal quale uscirà — se uscirà — con grande difficoltà e la famiglia si sfascia. Nel leggere questa notizia mi viene da non crederci e da riferirla con tutti i condizionali e i congiuntivi possibili. Però la fonte primaria è attendibile. Il fatto è stato raccontato in occasione dell'inchiesta dell'Aga, l'Associazione genitori antidroga di Pontirolo Nuovo, dedicata al tema delle nuove dipendenze tra cui primeggia il cyber sex. Il primo quotidiano a parlarne è stato Bergamonews e, da lì, è arrivato a tutte le principali testate.

Sembra di assistere ad una versione moderna dell'Edipo re, del personaggio della tragedia greca che, pur riuscendo a risolvere l'enigma della Sfinge, non riesce poi a capire la sua vita e arriva a uccidere il proprio padre e a sposare la propria madre. Nella tragedia greca Edipo alla fine si caverà gli occhi e forse questa sarebbe la prima morale da trarne: se questi sono i risultati del web prepariamoci al peggio e "caviamoci gli occhi" cioè usiamo il web con mille restrizioni.

D'altra parte, però, questo caso ci dice una verità profondissima. Che la cosa più difficile da vedere è quella che si ha sotto gli occhi. Se riflettiamo un attimo sul fatto, ci rendiamo subito conto di quanto sia agghiacciante per la dose di verità che contiene. La mia prima reazione, di fronte alla notizia è stata di non crederci: non dimentichiamo, infatti, che la figlia mandava al padre foto osé "di lei". Di se stessa, cioè, della figlia. Lei non riconosceva il padre perché era protetto da nick ma come poteva il padre non riconoscere la figlia? Avrà avuto una mascherina, ho pensato: si sarà camuffato il volto. Certo. Ma è possibile che un padre non riconosca il corpo della propria figlia? Il corpo, dico, non il volto. Mi si sono ricordato di Giulio Regeni che, torturato tanto da divenire irriconoscibile, venne riconosciuto dalle mani. E se non erano le mani erano altre parti del corpo ma non certo il volto, perché deturpato dalle botte. Chi ha lo stomaco forte cerchi su youtube e troverà i racconti dei genitori di Giulio che saranno più precisi dei miei ricordi: ma certamente non lo riconobbero dal volto ma dal resto del corpo.

Ora quindi, per il papà della 15enne, il corpo della figlia era qualcosa di sconosciuto. La scena che dobbiamo immaginare è quella di un padre che guarda sullo schermo del proprio computer le foto osé della propria figlia, e dopo qualche minuto, esce dalla stanza, la trova in corridoio e le dà il bacio della buonanotte. Senza riconoscerla. Il problema è il web o lo sguardo? Il problema è internet o il mio occhio? E allora è chiaro perché una ragazza di 15anni cerchi su internet l'affetto (sbagliato, orribile, tutto quello che si vuole) di un uomo della stessa età di suo padre: perché suo padre non la vedeva. Lei era davanti ai suoi occhi ma lui non la vedeva. Forse, allora, la colpa non è di internet ma degli occhi che non ci sono. Del cuore che non c'è. Del bisogno di scappare da una solitudine soffocante, finendo nelle braccia della convinzione che solo non essendo sé stessi si può essere amati.

29.4.18

per aggirare il daspo: affitta una gru e vede la partita., collezionista compra online una cartolina: l'aveva spedita la madre 48 anni prima di ritorno dal viaggio di nozze .,Venticinque anni fa, quando il World Wide Web divenne libero

le storie  d'oggi  sono tratte da repubblica  del  28n e   29   aprile  




Turchia, lo stratagemma del tifoso per aggirare il daspo: affitta una gru e vede la partita . Un'idea tanto geniale quanto bizzarra quella di un tifoso turco del Denizlispor, squadra che milita nella serie B turca. Per aggirare il daspo (il divieto di entrare in uno stadio) di un anno inflitto dalla giustizia sportiva, l'uomo ha affittato una gru per poter vedere comunque la partita contro il Gazientespor e incitare 'da vicino' i propri beniamini. Il supporter ha posizionato il macchinario poco oltre la tribuna e ha così potuto assistere alla vittoria per 5-0 della sua squadra del cuore cantando e festeggiando insieme al pubblico presente sugli spalti





   
Brusasco, collezionista compra online una cartolina: l'aveva spedita la madre 48 anni prima L'uomo racconta: "Ho riconosciuto subito la calligrafia di mia madre, l'aveva inviata di ritorno dal viaggio di nozze"

     di CARLOTTA ROCCI

Giulio Bosso, ha ricevuto una cartolina dal passato firmata da sua madre. Dipendente comunale di Villareggia, 47 anni, Bosso, vive a Brusasco e da qualche hanno ha una passione: colleziona cartoline del suo paese, vecchi scatti che trova nei mercatini e compra on line.

Brusasco, collezionista compra online una cartolina: l'aveva spedita la madre 48 anni prima
La cartolina di Brusasco spedita a Caltanissetta 48 anni fa e ritrovata ora dal figlio del mittente 

Ne ha raccolti più di 100 ma l'ultima cartolina ha lasciato davvero il segno perché, dopo averla comprata on line per pochi euro e averla ricevuta via posta, l'ha voltata e ha scoperto che quella cartolina era stata spedita da sua madre 48 anni fa. "Cordialissimi saluti, Italia e Lanfranco", si legge. "Ho riconosciuto subito la calligrafia di mia madre", racconta Bosso che ha comprato la cartolina da un signore di Palermo.
                                                      il retro della cartolina

La cartolina era indirizzata al Caffè centrale di Caltanissetta e datata 12 giugno 1970. Era stata spedita da Italia Lombardo e Lanfranco Bosso di ritorno dal viaggio di nozze. "I miei genitori si sono sposati il 25 aprile 1970 e sono andati in viaggio di nozze in Sicilia, a Caltanissetta che è la città d'origine di mia mamma", spiega Bosso. Italia è nata in Sicilia ma
è arrivata in Liguria negli anni '50 al seguito del padre che era un agente di polizia penitenziaria. Lanfranco, invece è nato e cresciuto a Brusasco. La coppia è rimasta insieme fino al 1982 quando Lanfranco è morto, "mia mamma, invece, è mancata due anni fa purtroppo - spiega il figlio - per questo è stato ancora più emozionante scoprire come il caso abbia voluto restituirmi questa testimonianza dei miei genitori dopo tanti anni".



Venticinque anni fa, quando il World Wide Web divenne libero
Il 30 aprile del 1993 il Cern rilasciò il codice sorgente della rete inventata da Tim Berners-Lee




con licenza open source. Libero e gratuito. E fu l'inizio della rivoluzione. IL 30 aprile 1993 non fu un giorno qualunque. Anzi. Fu quando il Cern (l'organizzazione europea per la ricerca nucleare, con sede a Ginevra) mise a disposizione del pubblico il World Wide Web, fino a quel momento utilizzato dalla sola comunità scientifica, rinunciando a qualsiasi tipo di diritto sul software scritto qualche anno prima da un suo ricercatore laureatosi in fisica a Oxfortd, il britannico Tim Berners-Lee.(  foto al  lato   )  Fu in quel giorno di 25 anni fa che il Web divenne di fatto libero, perché allora il suo inventore decise di donare agli sviluppatori di tutto il mondo il linguaggio di questo nuovo mondo digitale, il suo codice sorgente.  
La "lampadina". Si era accesa nel 1989 e da allora non si è mai spenta. Così, nel giro di due anni Berners-Lee, assieme al suo collega belga Robert Calliau, fece diventare realtà la sua idea: documenti consultabili in rete con un protocollo specifico e organizzati con dei collegamenti ipertestuali che potessero essere letti e navigati grazie a un browser. L'ipertesto. Da allora lo sviluppo è stato costante e continuo: primi server, prima pagina ipertestuale grazie al linguaggio html, primo browser - Mosaic - inizialmente su piattaforma NeXT e poi anche sugli altri sistemi operativi a partire da Windows e Macintosh grazie all'universià dell'Illinois. Insomma, il computer smetteva di essere soltanto un elaboratore che comunicava con i suoi simili solo con dischetti o con piccole reti fisiche e locali e diventava un terminale intelligente e connesso. Molto ma molto più potente. Ma sarebbe rimasto confinato agli istituti di ricerca e alle università se non si fosse aggiunto un tassello decisivo. Proprio quello arrivato 25 anni fa.
Il software liberato. Per comprendere la portata storica di questo passaggio basta provare a immaginare cosa sarebbe successo se non fosse avvenuto. Ogni compagnia avrebbe sviluppato la sua rete, con le sue specifiche, con i suoi protocolli, con le sue potenzialità e ovviamente anche i suoi limiti. La rete sarebbe stata soprattutto un prodotto prima di essere uno straordinario veicolo di comunicazione, anzi vari prodotti magari ognuno con un suo ipercontrollo a monte. Forse non avremmo mai assistito all'esplosione della "rete delle reti" come la conosciamo adesso: libera e (tranne qualche eccezione) sostanzialmente democratica. Ebbene, questo passaggio avvenne per merito di Berners-Lee che si battè all'interno del Cern affinché il codice sorgente della sua invenzione fosse rilasciato dall'istituzione per la quale lavorava (che ne deteneva i diritti) con licenza open source, e quindi libero e gratuito. Fu questo semplice atto burocatico a dare l'inizio a una delle più affascinanti rivoluzioni dell'era moderna.



eccone  sinteticamente la storia 


Un sistema ipertestuale che collegasse contenuti su scala universale è nei sogni e nei disegni di molti pensatori e scienziati fin dagli anni Quaranta del secolo scorso. Fra i primi a immaginare una ragnatela del genere fu lo statunitense Vennevar Bush 

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 in un suo articolo del 1945 per l’Atlantic Monthly significativamente battezzato ''As We May Think''. Poi Nel 1980 l’informatico londinese Tim Berners-Lee
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 laureatosi in Fisica ad Oxford quattro anni prima e in forze al Cern di Ginevra in quegli anni come consulente, mette in piedi un database e un software per la gestione delle informazioni. Prima che internet arrivi in Italia, già si apre tramite Enquire la strada verso un suo uso più semplice ed efficace.Rientrato al Cern nel 1984, cinque anni dopo Berners-Lee

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 propone in un documento (battezzato Information Management: a Proposal) il progetto del World Wide Web, un ''sistema d’informazione universalmente collegato'' che cavalcasse le ben note potenzialità di internet a una più efficace organizzazione del contenuti.
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Già dal 1980 Berners-Lee aveva lavorato al protocollo che sarebbe stato alla base del Www, noto come Http, HyperText Transfer Protocol. La sua prima versione disponibile fu partorita però solo nel 1991.Stesso discorso per l'Html, il linguaggio sviluppato in quel decennio in parallelo al protocollo che lo avrebbe ospitato e traghettato, arricchitosi poi con gli anni – fin dal 1995 – e diversificatosi, oltre che entrato in competizione e superato sotto certi punti di vista da una quantità di altri linguaggi.
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Il 6 agosto 1991 Tim Berners-Lee pubblica il primo sito internet, ancora oggi disponibile alla Url originaria. A proposito, in quegli anni aveva lavorato anche ad altri concetti base come appunto la Uniform Resource Locator e a versioni pionieristiche di browser ed editor per il nuovo ambiente.

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Pochi giorni dopo quel sito “esce” dal Cern di Ginevra. O meglio, l’accesso a quelle pagine viene consentito anche a utenze esterne al centro di ricerca. Per molti è l’autentica data di nascita del Www.
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Il 30 aprile dell’anno seguente il Cern rinuncia a ogni royalties sul Www e sui codici in cui è realizzato, rendendolo per sempre disponibile a tutti e gratuitamente. Ponendo così le basi per l’esplosione dei servizi nati a pochi mesi di distanza.
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I primi browser, le porte d’accesso e di consultazione dell’enorme ipertesto mondiale che andava componendosi, nascono poco dopo o a cavallo di quegli anni, fra 1992 e 1995: Line Modern, Viola WWW, Mosaic, Netscape e Internet Explorer.


ed il resto è storie a recente che conosciamo tutti sia le vecchie generazioni ( quelle pre internet ,i miei genitori sia  quelle  ch  come me     in cui internet  muoveva i primi passi  )     sia  le  nuove  ed  nuovissime    generazioni   (  quelle  nate   dagli anni  90 \2000   e  dopo ) 

25.4.17

fare il partigiano e tenerlo nascosto Chi ha compiuto atti di sabotaggio, fornito informazioni militari sarà “acclamato come patriota”. Così c’è scritto nel “Certificato al patriota” firmato dal generale Alexander che Angela Gatti ha trovato in un cassetto qualche settimana fa

Mario Gatti, classe 1926, il partigiano Black
Mario Gatti, classe 1926, il partigiano Black
Grazie a una mail di Angela Gatti
Chi ha compiuto atti di sabotaggio, fornito informazioni militari sarà “acclamato come patriota”. Così c’è scritto nel “Certificato al patriota” firmato dal generale Alexander che Angela Gatti ha trovato in un cassetto qualche settimana fa. “Ho dovuto trasferire mia madre Carla, 90 anni, malata di Alzheimer, in una struttura protetta. Riordinando il suo appartamento ho trovato in un cassetto un grande vecchio bustone di carta blu, un po’ strappato, con su scritto ‘Mario partigiano’"."Mario era mio padre. E’ morto vent’anni fa, a settant’anni. Sapevo che era stato partigiano. Avevo ascoltato molte volte i suoi racconti: ma parlava sempre degli amici, mai di sé. Non sapevo niente di queste carte: che avesse avuto una medaglia dal Ministero della Difesa, che conservasse il Certificato al patriota del capo delle forze alleate”.Angela, figlia unica, è oggi in pensione. Nata come i suoi genitori a Sorbolo in provincia di Parma, al confine con Reggio Emilia. Mario, il padre, era ferroviere. Aveva conosciuto Carla a 15 anni (lei ne aveva 14) e si erano fidanzati. A 18 lui è andato a combattere con le brigate partigiane: nome di battaglia, Black. Quando è finita la guerra si sono sposati, nel ’53 è nata Angela.
Il Certificato al patriota firmato dal generale Alexander
Il Certificato al patriota firmato dal generale Alexander
“Raccontava sempre del suo amico del cuore, Gianni. Che era figlio di madre vedova e sua madre non voleva che combattesse coi partigiani, non voleva restare sola. Mia zia Giuseppina, che faceva la staffetta in bicicletta, gli portava notizie degli amici in clandestinità. Poi proprio il 25 aprile Gianni e sua madre stavano lasciando il paese, lei aveva dimenticato la borsa col portafogli in casa, gli ha detto vai a riprenderla. Gianni ha trovato un tedesco sulle scale, quello gli ha sparato: Gianni è morto così. Il destino, diceva mio padre, poi faceva silenzio. Quando ho trovato le sue carte, l’altro giorno, ho pianto a lungo. Vorrei dirgli: scusa papà se non ti ho dimostrato quanto fossi e quanto sia tuttora orgogliosa di te”.Il certificato (il numero 48764) firmato dal generale delle armate alleate in Italia Harold Alexander dice: “In nome dei governi e dei popoli delle nazioni unite si ringrazia Mario Gatti di aver combattuto il nemico sui campi di battaglia, militando nei ranghi dei patrioti tra quegli uomini che hanno portato le armi per il trionfo della libertà, svolgendo azioni offensive, compiendo atti di sabotaggio, fornendo informazioni militari. Col loro coraggio e la loro dedizione i patrioti italiani hanno contribuito validamente alla liberazione dell’Italia e alla grande causa di tutti gli uomini liberi. Nell’Italia rinata i possessori di questo attestato saranno acclamati come patrioti che hanno combattuto per l’onore e la libertà”. Nell’Italia rinata, saranno acclamati.

4.2.16

Elton John stupisce tutti a Londra: performance a sorpresa in stazione




Improvvisamente al pianoforte si è seduto Elton John, che ha iniziato a suonare tra gli sguardi sbigottiti dei passanti.





È stata una piacevole sorpresa per i passeggeri in transito trovare un pianoforte al centro del salone della stazione di St Pancras a Londra. È un regalo di Elton John, che ha voluto inaugurare personalmente lo strumento suonando in poco più di tre minuti una carrellata dei suoi successi. Quindi, prima di allontanarsi con un inchino, ha lasciato un messaggio e una dedica con un pennarello bianco: "Enjoy this piano. It’s a gift. Love, Elton John". La performance di sir Elton, che coincide con l'uscita del suo nuovo album, Wonderful Crazy Night, è stata ripresa dai presenti e immediatamente diffusa sui social
Poi si è allontanato, dopo aver scritto sul piano 'Enjoy this piano! It's a gift. Love, Elton John' ('Godetevi questo piano. È un regalo. Con amore, Elton John).


La dedica lasciata sul pianforte da Elton John

L'artista ha anche pubblicato su Instagram alcune immagini dell'iniziativa.

27.10.15

amore in tempo di crisi economico\ sociale Matrimonio con sorpresa: il lancio del bouquet diventa una proposta di nozze




Matrimonio con sorpresa: il lancio del bouquet diventa una proposta di nozze

Tutti credevano che si dovesse festeggiare solo un matrimonio, ma presto gli invitati si sono accorti che c’era anche un altro evento da celebrare: una romanticissima proposta di matrimonio. Luca Vinciguerra e Cinzia Coppola sono di Sora, in provincia di Frosinone, e sposarsi era il loro sogno. Per due anni hanno cercato un lavoro stabile, senza riuscirci. Allora hanno deciso di aprire una pizzeria: "Abbiamo frequentato un corso per pizzaioli napoletani – ci raccontano – e abbiamo aperto a Sora la pizzeria ‘da Zia Rosa’, che è cresciuta velocemente e ci ha permesso di raggiungere finalmente una certa stabilità economica". Così, la settimana scorsa, Luca ha deciso di fare la sua proposta a Cinzia. Come occasione ha scelto il matrimonio dei suoi amici Juan Andres e Sabrina e, forse ispirandosi a una proposta simile diventata virale qualche mese fa (che coinvolgeva due promessi sposi americani) ha sorpreso tutti i presenti e la sua fidanzata. Il video, pubblicato tra le pizze della loro pagina Facebook, sta facendo il giro del web 

11.5.14

riscoperte : robert capa a colori

Eravamo (  compreso  il sottoscritto   prima della  mostra  al man  di   Nuoro   ne  ho  parlato qui  qualche tempo fa  sul blog  )   abituati a pensarlo   come il grande fotografo del bianco e nero e della guerra E non avevamo ancora visto tutto

 dall'edizione di repubblica  del  13.4.2014  qui per il download   (  dove  trovate  meglio  le  foto  che  dal  pdf  si possono  copiare  male  ) 

NEW YORK
Nelle  gare  di apnea   da ragazzino  arrivavo fino a tre minuti. L’apnea è disciplina mentale, se riesci a trattenere il respiro, a non cedere  alla dittatura del diaframma, allora riesci anche a controllare le emozioni.
Arrivo all’International Center of Photography di New York e tiro con il naso tutta l’aria possibile per riempire i polmoni. Davvero non so se davanti alle immagini che hanno costruito segmento dopo segmento la visione  che ho del mondo, le mie funzioni vitali  resteranno inalterate. Incontrare le foto di  Robert Capa è
come stare davanti a Raffaello  o Caravaggio. Tutte le immagini che avete  in mente sulla Seconda guerra mondiale,sulle truppe americane in Italia, sulla guerra  in Spagna, sugli ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento, sulle città bombardate,ecco, tutte queste immagini nascoste in qualche angolo remoto della vostra  memoria, esistono in voi perché è esistito Robert Capa. Un fotoreporter che aveva quasi sempre la sua macchina fotografica pignorata e riusciva a riscattarla solo quando riceveva i soldi di anticipo per un servizio fotografico.
I suoi scatti più noti sono ormai proprietà della memoria di tutti: il miliziano anarchico colpito a morte nella guerra di Spagna, la sua foto forse più citata, le madri in lutto intorno
alle bare dei ragazzi del liceo Sannazaro morti combattendo i tedeschi nelle Quattro Giornate di Napoli. Le immagini sfocate dello sbarco in Normandia, quelle a cui Spielberg si ispirò per la sequenza iniziale di Salvate
il soldato Ryan. Foto per definizione in bianco e nero. Per questo la mostra “Capa in Color” allestita qui per celebrarne il centenario rappresenta una sorta di shock visivo.
Prima di tutte c’è quella, incredibile, di Capucine,donna bellissima e sfortunata, morta suicida a sessantadue anni. Incredibile perché standole accanto senti le sue narici  respirare. Il mento posato sul pugno, la luce
di Piazza di Spagna, la camicia rossa. In quello scatto sembra esserci già tutto il suo destino,ed è la prova dell’arte di Capa che con  il suo occhio, con il suo sguardo unico fonda un genere letterario.

La mia  formazione, tutto ciò che ho scritto e tutto ciò che hanno scritto gli autori che mi hanno influenzato, discende direttamente da lui. Il neorealismo letterario, iconografico e cinematografico si è nutrito di Robert Capa. Di questo fotografo che arrivava a stento al metro e sessanta ed è raccontato dalle biografie come indomito amante, cronometrico nello sparire quando l’amata mostrava di volerglisi legare in un progetto di vita assieme. Aveva amato anche Ingrid Bergman, e proprio lui l’aveva introdotta al cinema italiano neorealista. Rossellini si è nutrito del rigore estetico di Capa, che non era solo scovare il dramma, ma la sua pericolosa bellezza comunicativa, per rendere il dramma in grado di trasformare chi lo osserva. Questo, l’insegnamento più profondo di Capa al cinema. Il suo lavoro non ci ha solo consentito di costruire un personalissimo e sontuoso mosaico.



 No, Capa ha fatto moltodi più: ha fatto letteratura e comunicazione, nelle loro accezioni più moderne. Il suo modo di scattare non è denuncia, non è indignazione, non è scelta d’arte, ma è tutte e tre queste cose insieme. E può esserlo solo perché il suo è uno sguardo che compromette, immerso nella vita,che della vita si bagna e si sporca. Che della vita non ha paura. Che dell’uomo non ha paura.“Se le tue foto non sono abbastanza buone vuol dire che non eri abbastanza vicino”, recita la sua massima più famosa. Stare dentro le cose. Le foto di Capa a colori mostrano proprio questo: che lui non è in guerra ma è dentro la guerra, è tra i soldati, talmente vicino da rischiare la pelle. E questo vale per ogni sua fotografia. Anche per quando fotografa Truman Capote a Ravello, o Martha Gellhorn mentre passeggia tra le rovine del tempio di Cerere a
Paestum. È dentro tutto ciò che fotografa. Dentro tutte le persone che fotografa.I suoi scatti gli sono costati odi eterni, profondi. Non è mai stato perdonato per la foto del miliziano anarchico, sulla cui inautenticità esiste un’intera letteratura. Così come non gli sono mai state perdonate le foto a colori dell’Urss stalinista pubblicate con i testi di John Steinbeck,detestate dai comunisti perché anticomuniste e dagli anticomunisti perché filocomuniste.Qualunque foto facesse sapeva che avrebbe smosso reazioni istintive. Gli piaceva portare immagini di mondo e trasformare lo sguardo delle persone sul mondo.Ma le foto che sto osservando
non cambiano  solo il mio sguardo sul mondo, è come se facessero  nascere un’urgenza, come se lanciassero
un allarme: ritornate a guardare il mondo e non limitatevi a prenderne dei calchi,a strappare dal quotidiano una qualunque  immagine per reimmetterla in circuito, per bombardare di fotogrammi inutili che saturano la vista e non raccontano nulla. Questi  scatti di Capa, infatti, non basta vederli, non  è sufficiente guardarli e poi passare oltre: bisogna  fermarsi e leggerli. Sulla rivista Holiday  Capa scrive: «Sono tornato a fotografare  Budapest perché mi è capitato di essere nato lì; ho avuto modo di fotografare Mosca che di solito non si offre a nessuno; ho fotografato Parigi perché ho vissuto lì prima della guerra; Londra perché ho vissuto lì durante la guerra; e Roma perché mi dispiaceva non averla mai vista e avrei invece voluto viverci ». Ci sono foto di famiglie americane in Svizzera, patinate, da riviste per turisti, o di quelle che si distribuiscono nelle agenzie di viaggio.
C’è la Magnani durante le riprese di Bellissima. Capa fotografa chiunque in qualsiasi situazione, persone note o sconosciuti, senza snobismo, perché a lui non interessava avere un ruolo, perché per lui la priorità era stare
dentro la vita. Sapeva che l’osservazione era compromissione e questo non lo spaventava.
Aveva imparato da Gerda Taro, che fu sua compagna. Gerda morì a ventisette anni, investita da un carrarmato “amico” del Fronte Popolare Repubblicano. Stava guardando in camera mentre era sul predellino di un mezzo  militare. Urtato, lei cadde e finì sotto i cingolati.  Anche Robert Capa nel 1954 in Indocina stava guardando in camera. Aveva deciso di anticipare una colonna militare francese mentre avanzava. Andò su un terrapieno.
Indietreggiando mise il piede su una mina. Gerda e Robert non avevano messo alcuna distanza tra loro stessi e i soggetti delle loro foto. E questo essere dentro, dentro gli occhi di chi ti è davanti, dentro le sue fasce muscolari,dentro i paesaggi, le pieghe dello sguardo di una modella, l’orgoglio e l’insoddisfazione di un imprenditore borghese, tutto questo è ricerca. Capa fotografa con la consapevolezza che nel momento stesso in cui inizi a credere che la vita ti sia preclusa, che sia vano cercare verità, ecco, proprio allora hai perso l’unica possibilità che avevi di essere davvero vivo, e di poter incidere su questo mondo.
Nel momento in cui decidi di imboccare una delle migliaia di scorciatoie possibili per mimare la vita, hai già perso. Il segreto di Robert Capa non sta nel risultato finale, ma nella ricerca,nel viaggio, che non può esistere se non compromettendo tutto se stesso. Non c’è altra salvezza se non stare dentro ciò che vuoi capire. Se non stare dentro la vita.

                  Due macchine al collo  e una sola  per la guerra
                                        MICHELE SMARGIASSI


Per quindici anni, quelli della sua celebrità mondiale, Bob Capa girò il mondo con due fotocamere al collo. Una era caricata con rullini di Kodachrome. Sì, il grande narratore delmonocromo vedeva a colori, fotografava a colori. Ma per sessant’anni tanti hanno preferito ignorarlo. Quelle 4200 diapositive policrome erano lì, negli archivi dell’Icp di New York, la casa del foto giornalismo impegnato creata dal fratello di Bob, Cornell. Ma, a parte alcune in un volume di dieci anni fa,nessuno le aveva più tirate fuori dal cassetto. Ne escono adesso, per una mostra, quando Capa compirebbe cent’anni. Forse perché col tempo i suoi colori (nessun colore, in fotografia, è “naturale”) hanno preso la patina della storia. O forse perché era ora di infrangere certi tabù, come quello che il  colore fosse roba per la pubblicità o al massimo la moda.
Non erano tutte, come qualche biografo ha affermato, “istantanee private”. Per quanto avesse fama di disordinato pokerista e scommettitore sui cavalli, l’apolide esule ungherese Endre Ernö  Friedmann, rinato a Parigi come finto americano Robert Capa, è sempre stato un hard worker, per lui la fotografia era mestiere, non scherzo. Le sue foto a colori non sono una curiosità biografica,vederle cambia l’idea che abbiamo di lui.
Cominciò a farle nel 1938, in Cina,sperimentando la nuova pellicola per diapositive che la Kodak aveva messo sul mercato solo due anni prima, perché pensava di poterle vendere. Life infatti gliene pubblicò quattro, su Hankou in fiamme. Poi, dal 1941, Capa non viaggiò mai senza rullini a colori nella bisaccia.
Ma la guerra in Capacolor non è la stessa guerra che Capa scattava in bianco e nero. È quasi sempre sorpresa “a riposo”. Capa “sente” il colore, non fotografa a colori, ma fotografa i colori: marines in Tunisia sventolano come trofeo una rossa bandiera nazista, soldati britannici scrutano un azzurrissimo cielo di Normandia su un verdissimo prato. E non sono tutte foto di guerra, anzi. I rotocalchi che gli chiedevano foto a colori, più che le corazzate del  foto giornalismo come Life, erano spesso quelli di viaggio, come Holiday, o i  femminili come il Ladies’Home Journal.
Per i quali il nostro fotografava  montagne svizzere  e giornate sugli sci, o i retroscena delle celebrità, Hemingway cacciatore col figlio, Picasso al mare con figli e amanti, i divi dei cinema dietro le quinte.
Finito il secondo macello mondiale,fondando la Magnum, Capa proclamò di voler diventar il più grande fotografo di guerra disoccupato del mondo. Non ci  riuscì, e la guerra lo ebbe fino alla fine.Ma queste sue tavolozze fotografiche, queste palette inaspettate, sono forse  un’ipotesi, un tentativo di quell’altro Capa che voleva essere e non fu.


16.12.12

come sopravvivere al natale e alle sue feste puntata 9 i regali last minute

 Man mano che  faccio ricerche  per  la  guida  di quest'anno  mi vengono in mente   aggiornamenti sui  precedenti   post  .Ma  per  non tediare nessuno\a  n on tanto del blog  ma  anche  e soprattutto  dei contatti di  : twittewer , facebook ,  di plus.google.com  sui cui condivido  i post  , quindi  aggiungo  qui  come   come  nuova  puntata  .l'ulteriore  aggiornamento   della puntata regali  .
 Ma prima  d'iniziare , visto che siamo  sempre  più vicini ( mancano  9\8 giorni  ) a natale  , voglio farvi un  personale  regalo  . 


Per  chi  ha  tempo  , ma  è disorientato dalla pubblicità   ecco  alcuni consigli che  ho trovato in rete  e  posso essere  letti  da chi non avesse voglia  o tempo di  andare  a leggersi  le puntate precedenti  della  guida    di quest'anno riguardanti appunto i regali   ( I  II )  o  vuole  altre dritte  ecco  qui  un url  interessante


Ora  dopo  questa premessa   veniamo   invece all'argomento del post  ovvero   a chi  è last minute


Natale  è  ormai  è  alle  porte  e  a  volte   capita che   si facciano    (  a  volte  è successo  anche al   sottoscritto  )      regali   last minute  , per mancanza  di tempo  o  di  €  o perchè invitati o  a prendere un te  \  u caffè  o  a pranzo  o cena    d'amici o  amici  d'amici.
Come  non farsi fregare dalla fretta  e come  risolvere  tale  inconveniente ? 
La  risposta  alla prima  domanda  viene da  qui un buon url Per non farsi fregare .  Invece la   risposta  alla seconda  domanda   è  ..... alt  fermi  tutti , stavo dimenticando  il sito   http://bambino.donnamoderna.com/natale/regali-last-minute/  da cui  ho preso ispirazione  per il post  d'oggi  ....  semplicissimo  e talmente  ovvio  , ma spesso  le  soluzioni più  ovvie e strampalate  sono  ,  le migliori in caso di crisi  economica  e  d'idee .
Certo, ormai il Natale  praticamente non hai più scuse: con un click si compra e si invia qualsiasi cosa. Tuttavia, se sei una mamma o un papà indaffarato  (  e non solo  ) con il doppio  e triplo  lavoro  è per  accontentare tutti gli stravizi dei  figli ne  ho  già parlato qui  nel  post  crisi e sprechi    )  è più che possibile che ti sia sfuggito un parente o un amico dalla lista. Allora, come non non farsi  fregare   e\o rimediare?  ecco  alcune semplici mosse forse banali  ed ovvie  \  scontante  , fate voi , ma  che  a me  sono  state  utili  in più  occasioni  non  solo  nel last minute



l’edicola è un luogo sottovalutato (  almeno per il momento )  che  può essere usato  oltre  che  nel caso  del post  d'oggi   anche  se  si è  accorto  d'idee. Infatti le  edicole  stanno diventando sempre  più (  e pocoi  manca   che si fondano  o le superino  )

come  librerie e  negozi  di musica , e  quindi  puoi trovarci   , qualcosa  anche  di economico   come  libri  , film ,  cartoni  per  bambini  ,  serie  tv  . Tale  Inoltre se  hai molta confidenza  con l'edicolante  ( altrimenti   puoi sempre  fare  tu  a casa  il pacco e togliere l'adesivo con il   prezzo  )   chiedere  se   di farti vedere   nei  " rimasugli " cioè materiale  che sta restituendo indietro alla distribuzione o che  non può più restituire  e può mettere  di nuovo in vendita  e magari farti  fare  dopo averli tolti dall’imballaggio (occhio all'adesivo dell’offerta speciale) potrà persino farti una confezione regalo (in tal caso merita un vin brulé come regalo  smiley ).Oppure   sempre  in edicola , anche se secondo me  sono delle  ..... ovviamente  secondo me   poi  i gusti  sono  gusti   ,  dei cofanetti di trasmissioni tipo Clerici e  company  http://www.cofanetticheregalo.it/

Fai   da  te
Se sai  cucinare  o  hai la passione per  la cucina   cucinare, una bella scatola di biscotti natalizi o una torta in tema risolveranno velocemente il problema (ti mancano le formine? cerca tra i mille accessori del didò dei tuoi figli).
Non sai cucinare? Fiondati al supermercato o ai centri  commerciali . Infatti quest'ultimi  Oltre ad avere una sezione «edicola», molti super e iper sono forniti di reparti profumeria, reparti giocattolo, cesti pronti per l’occasione.


Preferisci regalare qualcosa di utile? Pantofole a volontà, allora. Colorate per i piccoli e classiche per lo zio. Ma se proprio non vuoi sbilanciarti, opta per un buono regalo. Lo consegnerai direttamente alla mamma, nel caso  dei pargoli, o lo confezionerai con una bustina natalizia (in casa ce ne sono solo di bianche? disegna palline rosse e verdi e il gioco è fatto). Oppure  se  te  la cavi con il bricolage o simili  puoi crearlo  da   da te (  ecco alcuni esempi di  fai da  te il primo oppure dei  guanti per i cellulari touchscreen  fatti   da  te  vedi qui  come   ) . Se  invece  oltre  ad essere  " esperto "  del fai da te  sei anche un tipo\a  ingegnoso  e poco schizzinoso   c'è la tecnica    '"upcycling" dove   i rifiuti sono intercettati prima che vengano gettati via e trasformati in maniera creativa in cose utili potete
trovare  in questo libro  ( foto a  destra  )  " e scoprirete come trasformare una valigia in un armadietto per bagno, vecchie riviste in uno sgabello e perfino come arredare un intero trilocale con mobili e oggetti costruiti con le vostre mani usando materiali di recupero insomma  delle proposte  carine  ed originali  e  le istruzioni  per  costruirle  a  costo  zero o con pochissimi euro  . qui e  qui ulteriori  dettagli \ news  sul  libro in questione e la  sua  autrice     . Se  non vi basta  ecco altri siti   sul fai da  te
1 ) regali fai da te tante idee per amicci\che e famiglia

Cestini  di natale    potete crearli voi  ecco come  : <<  (....)  
il “cesto natalizio fai da te” consente un notevole risparmio rispetto al prezzo che pagheremo comprandolo già confezionato, inoltre, le ceste già fatte sono, sì, più comode, ma quelle fai da te si adattano ai gusti di chi le riceverà, quindi saranno, sicuramente, più apprezzate.
C’è solo una cosa da non dimenticare: organizziamoci per tempo! Il primo step è pensare cosa vogliamo metterci dentro. Possiamo scegliere di fare un cesto dolce, un cesto salato o uno misto (che è quello più gradito).Pensiamo alla famiglia che lo riceverà e scegliamo anche, in relazione a questo, le quantità. Se regaliamo il cesto alla zia single, è inutile metterci un pandoro grande o un salame grande, è molto più intelligente ridurre le dimensioni e preferire la varietà. Se lo regaliamo ad una famiglia di cinque persone, scegliamo le quantità adatte, tipo 500 g di pasta, un salame grande… e così via…




Per scegliere cosa mettere nel cesto, possiamo dare spazio alla fantasia, immancabile il panettone o il pandoro (da scegliere in base ai gusti), una bottiglia di spumante, il tradizionale cotechino e le lenticchie, il torrone, la frutta ed i fichi secchi. Possiamo continuare sulla scia dolciastra mettendo i marron glassè, gli amaretti, i cioccolatini, barrette di cioccolato, vasetti di marmellata… oppure seguire la via del salato e mettere salame, taralli, speck, forme di formaggio (parmigiano, auricchio), caffè, olio, zucchero, aceto balsamico, antipasti e contorni sottolio  la pasta fresca, una bella bottiglia di vino dolce o da tavola. Se ne siamo capaci, possiamo preparare qualcosa noi, una torta al miele, un vasetto di marmellata, la pasta fresca.
Insomma, la scelta è davvero tanta! Occhio, però all'acquisto dei prodotti, consultate i volantini degli sconti e delle offerte che ci sono dei supermercati e selezionate i prodotti da acquistare in offerta !
Se il cesto è indirizzato a persone che vivono fuori, sarebbe carino riempirlo con prodotti tipici della loro terra, una coppia di napoletani che vivono a Bologna, gradirebbe molto un cesto con i prodotti tipici campani, come due siciliani che vivono a Milano gradirebbero un cesto con prodotti tipici siculi. Lo stesso discorso vale se abbiamo un amico di un’altra città, magari conosciuto in vacanza, sarebbe bello inviargli un cesto con i prodotti tipici della nostra terra.(....  continua  in questo  post di  http://lotto-mery5-e-claufont.forumfree.it/ con  altri  suggerimenti  e su come  farvelo  da  soli  )  
Se nel caso decideste  di comprarlo online   ecco qui  un buon sito http://www.italianfooddirect.it  con dei  buoni prodotti biologici oppure potete provare quest'altro  http://www.regalifacili.it in particolare  la sezione  cesti di natale  che  contiene  anche dei buoni link di negozi  online specializzati in cestini natalizi  
Un consiglio  , però   evitate  se  è possibile  d'abbondare nel contenuto  perchè a natale  si  è già carichi di  cibi  in abbondanza  a meno che  ... decidiate  di regalare , possono  sempre risultare utili dopo  le  grandi mangiate  fra  una  festa  e l'altra  , pacchi  di natale  " dietetici "  Ecco cosa metterci   : <<   tisane: ottime per disintossicarsi dopo le i pasti succulenti delle feste. Ti consiglio quelle a base di Tarassaco e ribes rosso per facilitare il drenaggio dei liquidi, quelle al finocchio per ridurre i gas intestinali e migliorare la motilità intestinale o quelle all'anice e liquirizia con proprietà digestive.Insieme alle tisane ho inserito le confetture di marmellata bio alle arance e ai frutti di bosco per deliziare la colazione, spalmate su due fette biscottate.
marmellata di arance
marmellata di arance










In altri cesti ho optato per il miele al posto della marmellata, che per le sue proprietà nutritive protegge e disintossica il fegato. 

frutta secca
frutta  secca 

Immancabile in un cesto che ha lo scopo di disintossicare è il thè verde, ottimo alleato nell'eliminazione delle tossine e infine un sacchetto di frutta secca, che è ricca di omega 3 e una tavoletta di cioccolato fondente! >> ( da  http://www.bigodino.it/benessere/  ) 

Fiori e piante  .  un ottimo regalo  . Ma non limnitatevi  solo  alle classiche   stelle  di natale  o  i  ciclamini i rossi  in quanto  essi  posso essere  visto  la  loro  durata  ( il  ciclamino  fino ad  aprile\ maggio  e  l'Euphorbia pulcherrima nota meglio    come  Stella di Natale  (  foto  a  sinistra  )  
 tutto l'anno    essendo  una pianta   acclimatata    inverno \ prima primavera si tiene  al  caldo  dentro casa  davanti calorifero  e  primavera\  d'estate  fuori   in pieno sole   e poi  di nuovo  in autunno  al caldo (  qui ulteriori news su co,e  curarla   )  .  Molti fiorai offrono la possibilità  la  possibilità di richiedere composizioni personalizzabili  ( nel video sotto un esempio   qui  un esempio ) ed  anche  molto carine  e belle 







Se  sei pigro   c'è il web li  si possono scegliere offerte scontatissime , perchè ormai è natale e  trovi  offertissime  o  addirittura  gente  che mette ebay i regali non graditi    che ha ricevuto  .
Potrai scegliere buoni regalo, app per smartphone e tablet, cd, libri (non dimentichiamo gli eBook). Come? Tuo zio colleziona solo modellini di aereoplani? Fiondati su eBay, prenota l’oggetto e poi avvisa lo zio che è in arrivo una sorpresa per lui da molto lontano e quindi ci metterà qualche giorno in più. Devi solo  cercare  un cartoncino, dei colori, una poesia di natale e realizza piccole cornici decorative con le impronte delle loro manine, i piccoli pollici, le foto di famiglia. Otterrai occhi lucidi e tanta gratitudine.
Oppure    se  non sei  creativo  , non sai

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...