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19.4.24

«Ho fatto sexting e scambiato foto di nudo (senza il volto) con una ragazza conosciuta online. Poi ho scoperto che era mia sorella» e la Ginecologa Monica Calcagni diventa star di Tiktok: «Mi capita di ricevere video e foto di organi maschili, mi trattano come una pornostar»

 

dal Corriere Adriatico tramite   https://www.msn.com/it-it/

                                                   © Redazione

Scambiare messaggi su Internet e sui social media con uno sconosciuto può rivelarsi piacevole oppure nascondere una pessima sorpresa. Dietro le app per incontri, a volte, non c'è la persona che ci aspettiamo, oppure c'è qualcuno che conosciamo nella realtà e a cui non vorremmo mai dare un appuntamento, come è successo a questo ragazzo
La relazione online promette bene
Durante il periodo Covid, un 24enne ha aperto un profilo su X, senza nome né foto, per fare nuove amicizie online. «Volevo che fosse separato dalla mia vita reale, quindi non ho mai pensato di mostrare la mia faccia, cosa che sembrava abbastanza ragionevole in quel momento», ha spiegato il ragazzo su Reddit. «Dopo circa una settimana di post e flirt con vari account, sono stato aggiunto a un chat di gruppo con altre 12 persone». Il gruppo era stato creato specialmente per scambiare foto sexy e ricevere opinioni sul proprio fisico. «Era piuttosto divertente, a dire il vero, e non posso mentire: avere un gruppo anonimo di persone che lodano il tuo corpo ogni giorno è piuttosto bello», ha detto ricordando la vicenda. Dopo aver condiviso numerose foto esplicite, il 24enne ha ricevuto un commento privato da uno dei membri del gruppo. Il messaggio proveniva da una delle ragazze della chat che su X si faceva chiamare Bella e aveva 23 anni. Inizialmente, i due parlavano del più e del meno ed erano solo amici, ma dopo poco hanno cominciato a scambiarsi video espliciti sempre senza riprendere i loro volti e, come riferisce il ragazzo: «Penso che ci stessimo davvero innamorando l'uno dell'altro».Bella diventa l'unica ragazza con cui lui sente davvero il bisogno di parlare, spinto anche dal fatto che la ragazza avesse gusti simili ai suoi in fatto di videogames e programmi tv. «Lei era ossessionata con le piante e il colore rosa e aveva questa innocenza che era accattivante», racconta il giovane. Fino ad allora, però, i due non si erano ancora mai incontrati né avevano mai visto una foto dei loro visi, infatti avevano etichettato il loro rapposto come "e-dating", ovvero una relazione che esiste soltanto online. 
L'imbarazzante verità
Dopo il lockdown, i genitori di lui hanno deciso di fare un viaggio verso le Cascate del Niagara e così la famiglia si è riunita su un camper. All'appello mancava la figlia 23enne, Sara, e genitori e fratello sono andati a casa sua a prendela. Quando il ragazzo ha visto la casa della sorella ha subito notato che era uguale allo sfondo delle fotografie che aveva ricevuto da Bella fino a qualche minuto prima e ha iniziato a preoccuparsi. Il bagno era proprio lo stesso. «Avevo già visto quel bagno così tante volte che mi sembrava di esserci già stato, ma non era possibile. Ho cercato di convincermi che fosse solo una coincidenza, poi ho deciso di controllare le foto per vedere se i miei sospetti fossero veri. Alla fine sì, lo erano. Conoscevo quel bagno perché l'avevo già visto. Avevo centinaia di immagini con la stessa tenda da doccia e gli asciugamani sullo sfondo. Non riuscivo ancora a credere che i nudi che desideravo tanto fossero quelli di mia sorella, quindi le ho chiesto se avessa una compagna di stanza».Per pochi secondi, credendo che Sara avesse una coinquilina, il ragazzo si è sentito sollevato, ma la risposta della sorella ha spazzato via ogni speranza: non aveva nessuna compagna di stanza. Scioccato, il 24enne ha bloccato i profili di "Bella" e non ha deciso di non rivelarle nulla. «Uso ancora l'account su X ma non sono più molto attivo nelle chat di gruppo, sono passati alcuni mesi e ancora non credo che glielo dirò. Sono già abbastanza traumatizzato», chiarisce il ragazzo. Ha imparato a fidarsi di meno degli account senza volto e a prendere più coraggio per affrontare appuntamenti dal vivo.  


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Ginecologa diventa star di Tiktok: «Mi capita di ricevere video e foto di organi maschili, mi trattano come una pornostar»



«Può sembrare incredibile, ma ci sono ragazze che fanno fatica a mettere un assorbente interno a 22 anni», così Monica Calcagni, medico specialista in Ostetricia e Ginecologia a Roma, al Corriere della Sera. La professionista racconta che ci sono giovani che temono una visita ginecologica per paura del dolore. Non solo. Anche donne che hanno rapporti insoddisfacenti perché vivono ancora con l'idea che il piacere sia qualcosa che deve soddisfare il partner maschile.
Chi è
La dottoressa Calcagni ha deciso, quattro anni fa, di aprire un profilo su TikTok. Ora conta oltre 1,4 milioni di follower, una vera e propria star. Dati su cui riflettere? Ad oggi, il 44% degli adolescenti tra i 14 e i 17 anni guarda i porno. Non solo per intrattenimento, ma anche per cercare risposte. Inoltre otto ragazzi su dieci cercano informazione online.
I problemi
Ma ci sono anche alcuni problemi sui social. "Non posso usare parole come vagina o pene - dice la dottoressa -, e non posso nemmeno mostrare il preservativo perché verrei bloccata". E la community? «A volte, quando parlo di dildo e vibratore utilizzati per la riparazione del pavimento pelvico, trovo dei commenti molto offensivi. In più sono una donna che parla di sesso, e ancora oggi questa cosa non è ben vista. Mi capita di ricevere video e foto di organi maschili. Mi trattano come una pornostar, ma è il mio lavoro. Forse un po’ è anche un nostro errore».
Quali sono le domande più frequenti? «Tante ragazze mi scrivono per avere ulteriori informazioni sul funzionamento della pillola o sul pericolo di restare incinta. C’è grande confusione. Molte non sanno che se la prendono e si buca il preservativo non hanno bisogno di assumere anche la pillola del giorno dopo, così come tanti giovani non usano proprio metodi anticoncezionali, e di conseguenza mi arrivano domande sui ritardi mestruali».

21.9.18

Sexting, 15enne scambia per un anno messaggi erotici con un adulto. Poi scopre che è il padre

Inizialmente  avevo letto questa news  su  fb  e  credevo fosse una  bufala  o quanto meno  una  news  acchiappalike  ed  ancora  il dubbio   c'è anche se   in misura minor e  visto le fregature  che  prendono anche  i  media  maistream .  Ma  poi  ho cambiato idea  , visto  che  molti uomini   sposati    (ma nche no  )  , povviamente  senza  fare  generalizzazioni  , sono porci  o depravati . Non trovo ulteriori  parole per  commentare tali news   lascio  che  a parlare siano  gli articoli

il primo   da  https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/19

Sexting, 15enne scambia per un anno messaggi erotici con un adulto. Poi scopre che è il padre



La vicenda è stata raccontata da una psicologa ad una associazione locale. Sarebbe avvenuta in provincia di Bergamo
di F. Q. | 19 settembre 2018

Un anno di messaggi erotici, foto osé e confidenze spinte. Poi l’appuntamento al buio, e la rivelazione: dall’altra parte dello schermo c’era sempre stato il padre. È quanto accaduto a una 15enne della provincia di Bergamo, che si è rivolta a uno sportello psicologico chiedendo aiuto.
La ragazza adesso ha cambiato scuola e vive con la madre, che nel frattempo si è separata dal marito. La psicologa da cui è in cura ha riferito la vicenda all’Associazione genitori antidroga di Pontirolo nuovo, con cui collabora. E il presidente, Enrico Coppola, l’ha citata come esempio dei pericoli che si nascondono nel sesso virtuale, sempre più diffuso tra i giovani: “Confrontandoci recentemente con una professionista che segue uno sportello psicologico nella bergamasca – ha detto – è emerso il caso di questa quindicenne. Farà molta fatica a superare il trauma che ha subito”.
“Agevolati dal fatto di trovarsi ancora in un mondo virtuale”, ha spiegato, “i giovani si sentono più liberi e sicuri, arrivando così in breve tempo a conoscere tutto sul mondo del sesso. In questo modo, però, bruciano i passaggi di una graduale e salutare esperienza diretta. Il mondo del sesso virtuale può portare anche a cattive sorprese”.



15ENNE SCAMBIA FOTO OSE'/ Con adulto, poi scopre che è il padre: il problema è il web o lo sguardo?Una 15enne ha scambiato per un anno proprie foto osé con un adulto che poi ha scoperto essere suo padre. Il dramma di un cuore che non c'è. 

 MAURO LEONARDI

LaPresse

Arriva una storia incredibile. Una ragazza di quindici anni della provincia di Bergamo scambia per mesi messaggi erotici e proprie foto osé con un uomo protetto da nickname. Un giorno decidono di incontrarsi e scoprono di essere padre e figlia. Il risultato è che la ragazza subisce un trauma dal quale uscirà — se uscirà — con grande difficoltà e la famiglia si sfascia. Nel leggere questa notizia mi viene da non crederci e da riferirla con tutti i condizionali e i congiuntivi possibili. Però la fonte primaria è attendibile. Il fatto è stato raccontato in occasione dell'inchiesta dell'Aga, l'Associazione genitori antidroga di Pontirolo Nuovo, dedicata al tema delle nuove dipendenze tra cui primeggia il cyber sex. Il primo quotidiano a parlarne è stato Bergamonews e, da lì, è arrivato a tutte le principali testate.

Sembra di assistere ad una versione moderna dell'Edipo re, del personaggio della tragedia greca che, pur riuscendo a risolvere l'enigma della Sfinge, non riesce poi a capire la sua vita e arriva a uccidere il proprio padre e a sposare la propria madre. Nella tragedia greca Edipo alla fine si caverà gli occhi e forse questa sarebbe la prima morale da trarne: se questi sono i risultati del web prepariamoci al peggio e "caviamoci gli occhi" cioè usiamo il web con mille restrizioni.

D'altra parte, però, questo caso ci dice una verità profondissima. Che la cosa più difficile da vedere è quella che si ha sotto gli occhi. Se riflettiamo un attimo sul fatto, ci rendiamo subito conto di quanto sia agghiacciante per la dose di verità che contiene. La mia prima reazione, di fronte alla notizia è stata di non crederci: non dimentichiamo, infatti, che la figlia mandava al padre foto osé "di lei". Di se stessa, cioè, della figlia. Lei non riconosceva il padre perché era protetto da nick ma come poteva il padre non riconoscere la figlia? Avrà avuto una mascherina, ho pensato: si sarà camuffato il volto. Certo. Ma è possibile che un padre non riconosca il corpo della propria figlia? Il corpo, dico, non il volto. Mi si sono ricordato di Giulio Regeni che, torturato tanto da divenire irriconoscibile, venne riconosciuto dalle mani. E se non erano le mani erano altre parti del corpo ma non certo il volto, perché deturpato dalle botte. Chi ha lo stomaco forte cerchi su youtube e troverà i racconti dei genitori di Giulio che saranno più precisi dei miei ricordi: ma certamente non lo riconobbero dal volto ma dal resto del corpo.

Ora quindi, per il papà della 15enne, il corpo della figlia era qualcosa di sconosciuto. La scena che dobbiamo immaginare è quella di un padre che guarda sullo schermo del proprio computer le foto osé della propria figlia, e dopo qualche minuto, esce dalla stanza, la trova in corridoio e le dà il bacio della buonanotte. Senza riconoscerla. Il problema è il web o lo sguardo? Il problema è internet o il mio occhio? E allora è chiaro perché una ragazza di 15anni cerchi su internet l'affetto (sbagliato, orribile, tutto quello che si vuole) di un uomo della stessa età di suo padre: perché suo padre non la vedeva. Lei era davanti ai suoi occhi ma lui non la vedeva. Forse, allora, la colpa non è di internet ma degli occhi che non ci sono. Del cuore che non c'è. Del bisogno di scappare da una solitudine soffocante, finendo nelle braccia della convinzione che solo non essendo sé stessi si può essere amati.

4.1.17

sdoganamento sempre più massiccio della pornografia . IL libro Pornocultura. Viaggio in fondo alla carne di Claudia Attimonelli (Università Aldo Moro di Bari) e Vincenzo Susca (Université Paul-Valéry, Montpellier)


per  chi volesse  approfondire  oltre alla lettura    del libro 

Si è presentato nel  dicembre scorso a  Bari (libreria Laterza) il libro Pornocultura. Viaggio in fondo alla carne (edizioni Mimesis, Milano 2016, pp. 148, euro 14) degli studiosi pugliesi Claudia Attimonelli (Università Aldo Moro di Bari) e Vincenzo Susca (Université Paul-Valéry, Montpellier). Con loro, la semiologa Patrizia Calefato (Università Aldo Moro), la giornalista Anna Puricella (Repubblica) e il filosofo della politica Giuseppe Cascione (Università Aldo Moro). Il libro analizza il mondo che ci circonda nell’era digitale: selfie maliziosi, Youporn, Grindr, sexting, online dating, scenari politici traboccanti di umori e allusioni sexy, performance oscene, dedali a luci rosse ed estetiche morbose.
Ora che  tanti libri, tra narrativa e saggistica, poesia e fotografia, si occupino oggi scopertamente ( e  senza  filtri  in maniera  esplicita  \  diretta   corsivo mio )   ---  come giustamente  afferma  il quotidiano corrieredelmezzogiorno.corriere.it  --  del «porno» è sintomo evidente di uno sdoganamento e di una diffusione della pornografia bene al di là di quella nicchia (nel senso di luogo riposto e chiuso a chiave) in cui fino a qualche anno fa il fenomeno era costretto. I nuovi media digitali hanno agevolato la fruizione di massa della pornografia, abbattendo le barriere censorie che prima frenavano l’utente medio. Ma, soprattutto, tali mezzi hanno consentito di condividere enormi quantità di materiali autoprodotti, abbattendo esplicitamente la barriere spettatore/spettacolo, promuovendo l’interazione quotidiana con pratiche porno erotiche digitali e imponendo così la nuova pornografia come acceleratore formidabile del processo di transizione verso quel «post-umano» col quale alcuni studiosi interpretano i cambiamenti più significativi dei nostri tempi.
feck-art-melbourne-10-592185_tnLa pornografia non è cosa nuova, ma il suo affiorare pubblico è stato mortificato da oltre cinque secoli di culto dell’individuo moderno e della sua necessaria separazione dall’oggetto, di mente astratta, di decoro borghese e capitalistico così intimamente connesso alla diffusione di un’etica protestante, a sua volta alimentata dal censorio silenzio tipografico della stampa. Oggi quest’ordine va rompendosi, l’umano (e l’umanesimo) tramonta e lascia spazio, complici appunto le nuove tecnologie, affiorate già con la seconda rivoluzione industriale, a una nuova carne e alla sua espressione. Da tale premessa, argomentata storicamente nel primo dei quattro capitoli che compongono il libro, muove la disamina intorno alle culture porno condotta dai due studiosi.
Premetto   che non  ho     fintio  di leggere   ( ma  lo   sto  fcendo con piacere    tanto che  credo  , come spesso mi accade  con opere  letterartiue     e  non splo , intervistwerò gli autori   )   desumo    da :    i curricula degli autori  da questa loro breve  intervista  e  da alcune recensioni internet  ( I II ) l'ultima  in particolare che si tratta   libro   transdisciplinare che, sovrapponendo la focale della sociologia dell’immaginario di Susca a quella semiologica dell’Attimonelli, offra  rispetto   ad  altr libri   un approccio screziato, tirando dentro filosofia, cultura visuale, mediologia, estetica e molto altro, a volte con un divagante entusiasmo citazionistico che distrae dall’argomentare, ma stimola.



<< Il libro non è un saggio accademico bensì una mappatura provvisoria di un paesaggio in continua  mutazioni  e  sviluppo nel quale >>    sempre  secondo   questo articolo  << il soggetto moderno, moribondo, perde pezzi, cedendo al dominio dell’Altro. In questo orizzonte «pornoculturale» domina la pratica del selfie e, con essa, di ogni spasmodica condivisione in rete dell’esperienza, nell’atto stesso, se non prima, di essere vissuta e razionalizzata. Un attentato alla privacy del soggetto che, come in un film di Cronenberg, dà il benvenuto a una nuova carne.>>  sempre  più avvolgete secondo la mia  esperienza  da  ex porno dipendente    rispetto   a 30\40 anni  fa quando   almeno  era  netta  la separazione fra erotismo e pornografia  .Infatti



Unico diffetto  (  segnalato sulle    rispettive pagine  fb  degli autori  ) ,  senza niente  togliere  all'importanza  e alla serietà  delllo studio  in questione  fatto da  Caludia  e  Vincenzo  ,  è quello  che  : 1) il libro  si  poco diffuso  cioè  pubblicato per uan casa editrice   "  per  addetti   e  simpantizzanti    di   sociologia  e   non  al  largo pubblico  a  cui  andrebbe  fatto leggere   visto l'aumentare  di  devianze  soprattutto   fra gli adolescenti      di  sex bullismo  , pedo pornografia  ,   violenza  sessuale   \  stupri  ,  rapporti sessuali    e gravidanze precoci  ,   e  dai fenomeni analizzati dagli stessi  autori  nel loro libro e  nelle  loro  interviste   da me  riportate  ., 2)   il  non aver  creato una  pagina  web    come ha  fatto  G,antonio Stella   con il libro : l'orda   quando  gli albanesi eravamo  noi  ( le tematiche  più  extra libro   contenute  nelll'operachat con i lettori   ) o  un pagina  sui  social

Risultati immagini per vincenzo susca e  claudia attimonelli
gli autori  
 Prima  di concludere  posso affermare  con cognizione di causa che lo sconfinamento della pornografia sta diventando sempre più massiccio e sempre in sia come evidenziano Attimonelli e Susca sia coem sembrano testimoniare altri studi e d'indagini sui tale fenomeno : 1) http://www.agoravox.it/Porno-Impero.html ., 2) gli studi economici in particolare il 7 capitolo di . Loretta Napoleoni in Ecnomia canaglia qui il linro in pdf 3) gli studi ( vedere sopra video ) di Naief Yehya, http://www.sitosophia.org/recensioni/homo-cyborg-di-naief-yehya/ in particolare questa http://archivo.eluniversal.com.mx/cultura/2013/naief-yehya-pornocultura-949830.html anche se l'autore che citi si occupa più delle questioni legate alla violenza del porno
.Non so che altro aggiungere    quanto dicono gli autori  in quarta  di copertina


 Dalla  patina opaca   e  sgranata delle antiche fotografie  erotiche dove il bianco ed  il nero   aumentava il mistero del proibito  , alle fasce   nere  a copertura  degli occhi  , bocche  ed  organi genitali dei manifesti  cinematografici   e delle riviste  hard  , fino alla contemporanea   tecnica del pixel che rende illeggibile  una parte   del'immagine  : nella pornocultura  la  carne  censurata diminuisce   a fronte di quella  esposta   e  offerta in glorioso so sacrificio  .Se in questo passaggio tutto sembra   originato  dall'anelito  verso  il piacere ,  si tratta   tuttavia di un  sentimento ambivalente  ,cosi  come  ambiguo è il benessere  che ne  innesca e ne conclude  i moti :  esso avvolge  di sè il soggetto   nel mentre  esso   viene meno , nel  suo venire meno  
buona lettera  , anzi buon viaggio "  in fondo alla  carne  "






19.12.16

Si fa foto "hot" a 13 anni e l'amichetta le divulga Sexting, allarme in rete: in Veneto due casi al mese di abusi a sfondo sessuale con minori e non solo proragonisti

Leggendo- la news sotto mi viene  da pensare   che se , lo so  che sarà un po'  masachilista  e  al limite del sessismo  ma  è la prima  volta  che sento  di  fatto di sexting   commesso  da  una ragazza  ,  i  genitori del ragazzo in questione  Non hanno fatto denuncia perchè la vittima è un ragazzo, se invece era una ragazza la vittima vedevate che putiferio veniva fuori.Purtroppo    Due  considerazioni  non biasimo  anche  se io avrei usato    al termine  volgare  e sessistya  " troiette  " poco di  buono   

Marco Desi · 

Lavora presso Ingegnere civile

a 13 anni sono gia dei piccoli delinquentelli o troiette e non sono cosi innocenti come gli vogliono far passare
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Inoltre  bisogna  precisare  come fa 
Sarah Fantato
"Tiziana Cantone, la ragazza napoletana suicidatasi dopo che i suoi video intimi col fidanzato sono diventati virali in rete.".
Intanto quello non era il fidanzato, e i video li aveva messi in rete lei stessa.
Attenzione che adesso tutti questi deficienti esibizionisti diventano santi martiri.
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concordo   con  
Efren Volpi · 


La famiglia che sappia e abbia voglia di educare ormai è un reperto da libro cuore. Con tutte le schifezze sociali che i media ci propongono ogni battere di ciglia ( corruzione, furti, estorsioni ricettazione , violenze, favoreggaiamenti vari) come possono dei genitori di media cultura presi dall'idoleologia da grande fratello e dalla frenesia di accumulare l'accumulabile...come e dove possono trovare il tempo da dedicare ai pargoli.....Ma se li portemo tuti i fin de la semana a magnar na pissa in ristorante o quando che xe bel tempo via a Sottomarina o Asiago?...una delle tante scuse per costringere i figli ad andare dove piace ai grandi.
Soluzioni non ne vedo, anche perchè affidarli ai nonni oggigiorno c'è il rischio che il nonno si trasformi in pedofilo...e allora?
Forse rimetterli in un collegio di gesuiti e finiti gli studi (da convittori) fargli fare due anni di naia. In passato questo sistema ha funzionato ed il paese non è caduto nel letamaio in cui tutti ci troviamo ora. Ultima ratio: censurare stampa e televisione e pretendere la patente alla maggior età per l'uso di cyberattrezzi.


http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/ 18 dicembre 2016


Si fa foto "hot" a 13 anni e l'amichetta le divulga
Sexting, allarme in rete: in Veneto due casi al mese di abusi a sfondo sessuale con minori proragonistidi Sabrina Tomè






VENEZIA. Due casi al mese con minori come vittime, una cinquantina all’anno con gli adulti. Sono i dati veneti sugli abusi a sfondo sessuale commessi in rete. Dati preoccupanti per entità, sui quali pesano anche i reati legati a un fenomeno relativamente nuovo e in forte espansione nel territorio regionale: il sexting, l’invio di messaggi o di foto sessualmente esplicite tramite il cellulare o altri mezzi informatici.






LA POLIZIA POSTALE «Un fenomeno la cui diffusione è spaventosamente alta», spiegano alla direzione centrale della Polizia Postale del Veneto, a Mestre, competente per le indagini in materia di reati informatici. Spesso la produzione e lo scambio di tale materiale si trasformano in una violazione penale, dalla “semplice” diffamazione per arrivare al più grave reato di pedopornografia.
E anche quando non c’è reato - o esso non è immediatamente individuabile - si verificano situazioni di disagio talmente pesanti da sfociare nel dramma, come il caso di Tiziana Cantone, la ragazza napoletana suicidatasi dopo che i suoi video intimi col fidanzato sono diventati virali in rete.





VITTIMA DELLA FIDANZATINA Non c’è reato, ma solo perché le parti hanno preferito evitare la denuncia per proteggere i giovanissimi protagonisti, nel caso di un ragazzino tredicenne veneto finito nella “trappola” del sexting.
La sua vicenda è stata seguita in questi mesi dalla Polizia Postale che è intervenuta dopo la segnalazione della scuola media frequentata dal ragazzino. Il quale, dopo essersi preso una cotta per una coetanea dello stesso istituto, ha risposto a una precisa richiesta della giovanissima compagna: che si scattasse una foto “intima” e gliela inviasse.
Il tredicenne si è fatto il sexy selfie e l’ha spedito via cellulare alla ragazzina. Che, forse per ingenuità o forse per scherzo, ha a sua volta mandato l’immagine alle amichette. Le conseguenze? Immaginabili.
La foto ha fatto il giro della scuola e il tredicenne è diventato bersaglio di battute e di derisione da parte degli studenti di tutto l’istituto. Un incubo per il giovanissimo; fortunatamente quella foto è finita anche nelle mani di un insegnante e sono scattati i provvedimenti. Della cosa sono stati informati i genitori. La ragazzina ha rischiato la denuncia al tribunale dei Minori, ma le parti hanno preferito evitare - vista l’età dei protagonisti - la soluzione penale e le pesanti conseguenze relative puntando a recuperare la situazione attraverso il dialogo.
Così è stato chiesto l’intervento della Polizia Postale per un’attività di prevenzione e pacificazione: gli investigatori si sono presentati a scuola e hanno fatto lezione sui pericoli e le violazioni via web. Colloqui mirati sono stati fatti inoltre con la vittima e con la ragazzina che ha messo in moto il perverso meccanismo.
SEXY RICATTO DI MASSA Ma non sono soltanto i minori, le vittime degli abusi in rete. Anche gli adulti, senza arrivare al caso del suicidio di Napoli, rischiano di restare intrappolati nei meccanismi di qualche macchinazione a sfondo sessuale. Proprio il Veneto è diventato epicentro di una sexy estorsione di massa.
Il caso è esploso a fine estate: da allora, agli uffici della Polizia Postale, arriva una denuncia alla settimana, mentre le telefonate con richiesta di informazioni sono quotidiane. Tutto è iniziato con una serie di messaggi da parte di bellissime ed ammiccanti ragazze che, sui social, hanno cominciato ad adescare maschi di diverse età.
Dopo un primo scambio di messaggi, la chat è diventata privata con invio di video nei quali la bellissima si spogliava. La fase successiva è stata la richiesta al maschio di fare altrettanto. Molti hanno accondisceso e sono finiti nella trappola.
Una volta trasmesso il video è partito infatti il ricatto: «O mi invii 500 euro oppure le tue immagini hard verranno divulgate dicendo che tali gesti sono stati compiuti davanti a minori». Un incubo per moltissimi: lo scandalo rischiava di travolgere la loro vita, la loro professione, la loro famiglia. Qualcuno si è rivolto subito alla Postale, qualcuno lo ha fatto - stremato - dopo aver pagato ripetutamente. C’è chi ha sborsato “solo” 500 euro, chi è arrivato a versare 30 mila euro e in un caso anche 40 mila. Tra le modalità di pagamento richieste, anche il nuovissimo sistema dei “bitcoin”.
SOLDI IN COSTA D'AVORIO Le indagini condotte dai poliziotti informatici, indagini tuttora in corso, hanno portato a scoprire che i soldi partiti dal Veneto sono finiti in Costa d’Avorio e che dietro il profilo delle bellissime ragazze si nascondevano in realtà uomini specializzati in reati sul web. «Abbiamo consigliato alle vittime di segnalare immediatamente la presenza 



concludo   segnalando  :  
questo articolo  di    http://www.paroleostili.com/



Quando gli amici di Parole Ostili mi hanno chiesto di scrivere qualcosa sulle mie, di parole ostili, mi è sembrato quasi troppo facile. Perché ognuno ha le sue idiosincrasie; nel mio caso, tante. Ci sono le parole inglesi montate su desinenze italiane (brieffare, skillato). Ci sono i gerghi burocratici, del marketing, delle aziende, che farebbero salire brividi sulla spina dorsale di Calvino (se oggi diciamo obliterare il biglietto, povero Italo, quanto hai parlato e scritto invano sull’antilingua). Ma siccome una delle mie qualifiche è quella di giornalista, per me ci sono soprattutto le aberrazioni dei titoli, degli articoli. Ci sono i velivoli, le vetture, i “gialli”, le splendide cornici di mille servizi delle sedi Rai regionali. Fastidiosi, ma in fondo innocui. Ci sono le espressioni molto meno innocue: lo stupro del branco, l’odio del web, la montagna killer, la strada assassina. Molto meno innocue perché deresponsabilizzano. Se è il branco a stuprare, non siamo noi. Non sono io. Se è il web che odia, io che c’entro? Se è la strada a essere killer o la montagna assassina, non sono io che eccedo i limiti di velocità, guido ubriaco o affronto una scalata senza l’adeguata preparazione. Sono le forze della natura. È colpa di qualcun altro. Tornare a dare alle parole il loro significato. Prendersi le giuste responsabilità. Evitare le frasi fatte, i cliché , la pigrizia, la sciatteria. Tornare a pensare e a scrivere di conseguenza. Sarebbe già un grande risultato - (....    continua  qui  )   


e   questo   libro   Pornocultura  viaggio  in fondo  ala carne  di 
Claudia AttimonelliVincenzo Susca



Pornocultura
Claudia Attimonelli, Vincenzo Susca

DESCRIZIONE BREVE

Selfie maliziosi, Youporn, Grindr, sexting, online dating, scenari politici traboccanti di umori e allusioni sexy, performance oscene e dedali a luci rosse, estetiche morbose a ornamento delle comunicazioni più disparate, live cam, gay-for-pay, gif porno, dickpic, stanze private, dark room, pornhorror, feticismo gotico e barocco, love doll, fucking machine, realcore, lingerie erotica, jockstrap: dissoluto e fastoso, crudo e sovresposto, il porno brulica trionfante dalle maglie del web 2.0 agli scenari urbani, dagli schermi mediatici agli interstizi del quotidiano, invadendo le trame della vita pubblica, surriscaldando le connessioni elettroniche e impregnando di sesso la socialità contemporanea. Benvenuti nella pornocultura. 
di cui prossimamente su queste pagine e sui miei social ci sarà un intervista agli autori del libro sopra  citato

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...