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21.9.18

Sexting, 15enne scambia per un anno messaggi erotici con un adulto. Poi scopre che è il padre

Inizialmente  avevo letto questa news  su  fb  e  credevo fosse una  bufala  o quanto meno  una  news  acchiappalike  ed  ancora  il dubbio   c'è anche se   in misura minor e  visto le fregature  che  prendono anche  i  media  maistream .  Ma  poi  ho cambiato idea  , visto  che  molti uomini   sposati    (ma nche no  )  , povviamente  senza  fare  generalizzazioni  , sono porci  o depravati . Non trovo ulteriori  parole per  commentare tali news   lascio  che  a parlare siano  gli articoli

il primo   da  https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/19

Sexting, 15enne scambia per un anno messaggi erotici con un adulto. Poi scopre che è il padre



La vicenda è stata raccontata da una psicologa ad una associazione locale. Sarebbe avvenuta in provincia di Bergamo
di F. Q. | 19 settembre 2018

Un anno di messaggi erotici, foto osé e confidenze spinte. Poi l’appuntamento al buio, e la rivelazione: dall’altra parte dello schermo c’era sempre stato il padre. È quanto accaduto a una 15enne della provincia di Bergamo, che si è rivolta a uno sportello psicologico chiedendo aiuto.
La ragazza adesso ha cambiato scuola e vive con la madre, che nel frattempo si è separata dal marito. La psicologa da cui è in cura ha riferito la vicenda all’Associazione genitori antidroga di Pontirolo nuovo, con cui collabora. E il presidente, Enrico Coppola, l’ha citata come esempio dei pericoli che si nascondono nel sesso virtuale, sempre più diffuso tra i giovani: “Confrontandoci recentemente con una professionista che segue uno sportello psicologico nella bergamasca – ha detto – è emerso il caso di questa quindicenne. Farà molta fatica a superare il trauma che ha subito”.
“Agevolati dal fatto di trovarsi ancora in un mondo virtuale”, ha spiegato, “i giovani si sentono più liberi e sicuri, arrivando così in breve tempo a conoscere tutto sul mondo del sesso. In questo modo, però, bruciano i passaggi di una graduale e salutare esperienza diretta. Il mondo del sesso virtuale può portare anche a cattive sorprese”.



15ENNE SCAMBIA FOTO OSE'/ Con adulto, poi scopre che è il padre: il problema è il web o lo sguardo?Una 15enne ha scambiato per un anno proprie foto osé con un adulto che poi ha scoperto essere suo padre. Il dramma di un cuore che non c'è. 

 MAURO LEONARDI

LaPresse

Arriva una storia incredibile. Una ragazza di quindici anni della provincia di Bergamo scambia per mesi messaggi erotici e proprie foto osé con un uomo protetto da nickname. Un giorno decidono di incontrarsi e scoprono di essere padre e figlia. Il risultato è che la ragazza subisce un trauma dal quale uscirà — se uscirà — con grande difficoltà e la famiglia si sfascia. Nel leggere questa notizia mi viene da non crederci e da riferirla con tutti i condizionali e i congiuntivi possibili. Però la fonte primaria è attendibile. Il fatto è stato raccontato in occasione dell'inchiesta dell'Aga, l'Associazione genitori antidroga di Pontirolo Nuovo, dedicata al tema delle nuove dipendenze tra cui primeggia il cyber sex. Il primo quotidiano a parlarne è stato Bergamonews e, da lì, è arrivato a tutte le principali testate.

Sembra di assistere ad una versione moderna dell'Edipo re, del personaggio della tragedia greca che, pur riuscendo a risolvere l'enigma della Sfinge, non riesce poi a capire la sua vita e arriva a uccidere il proprio padre e a sposare la propria madre. Nella tragedia greca Edipo alla fine si caverà gli occhi e forse questa sarebbe la prima morale da trarne: se questi sono i risultati del web prepariamoci al peggio e "caviamoci gli occhi" cioè usiamo il web con mille restrizioni.

D'altra parte, però, questo caso ci dice una verità profondissima. Che la cosa più difficile da vedere è quella che si ha sotto gli occhi. Se riflettiamo un attimo sul fatto, ci rendiamo subito conto di quanto sia agghiacciante per la dose di verità che contiene. La mia prima reazione, di fronte alla notizia è stata di non crederci: non dimentichiamo, infatti, che la figlia mandava al padre foto osé "di lei". Di se stessa, cioè, della figlia. Lei non riconosceva il padre perché era protetto da nick ma come poteva il padre non riconoscere la figlia? Avrà avuto una mascherina, ho pensato: si sarà camuffato il volto. Certo. Ma è possibile che un padre non riconosca il corpo della propria figlia? Il corpo, dico, non il volto. Mi si sono ricordato di Giulio Regeni che, torturato tanto da divenire irriconoscibile, venne riconosciuto dalle mani. E se non erano le mani erano altre parti del corpo ma non certo il volto, perché deturpato dalle botte. Chi ha lo stomaco forte cerchi su youtube e troverà i racconti dei genitori di Giulio che saranno più precisi dei miei ricordi: ma certamente non lo riconobbero dal volto ma dal resto del corpo.

Ora quindi, per il papà della 15enne, il corpo della figlia era qualcosa di sconosciuto. La scena che dobbiamo immaginare è quella di un padre che guarda sullo schermo del proprio computer le foto osé della propria figlia, e dopo qualche minuto, esce dalla stanza, la trova in corridoio e le dà il bacio della buonanotte. Senza riconoscerla. Il problema è il web o lo sguardo? Il problema è internet o il mio occhio? E allora è chiaro perché una ragazza di 15anni cerchi su internet l'affetto (sbagliato, orribile, tutto quello che si vuole) di un uomo della stessa età di suo padre: perché suo padre non la vedeva. Lei era davanti ai suoi occhi ma lui non la vedeva. Forse, allora, la colpa non è di internet ma degli occhi che non ci sono. Del cuore che non c'è. Del bisogno di scappare da una solitudine soffocante, finendo nelle braccia della convinzione che solo non essendo sé stessi si può essere amati.

24.11.13

«Nuda sul web per pagarmi gli sfizi» Universitaria cagliaritana racconta il mondo segreto delle cam-girl Sul libretto universitario ha la media del "27" ed esami in regola.





Alcuni dei contenuti qui riportati potrebbero urtare la sensibilità di chi legge in quanto tratta di tematiche inerenti alla sfera sessuale. Sono argomenti che potrebbero urtare la tua sensibilità o essere inadatti per i minori di 14 \16 anni o per  chi è sensibile  a  tali argomenti 















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INCHIESTA. Silvia, 21 anni, arriva a guadagnare 3000 euro al mese: «Lo fanno tantissime ragazze»«Nuda sul web per pagarmi gli sfizi»Universitaria cagliaritana racconta il mondo segreto delle cam-girlDi giorno studia e va all'università, di notte si spoglia a pagamento davanti a un pc. «Faccio l'imprenditrice di me stessa, così riesco a comprarmi vestiti di marca».Sul libretto universitario ha la media del "27" ed esami in regola. Si spoglia davanti alla webcam per comprare trucchi e vestiti di marca. "Che c'è di male?", chiede.



La storia è raccontata sull'Unione Sarda oggi  24  novembre  2013   ( trovate sotto l'articolo ) Ha per protagonista una studentessa universitaria che di notte, dopo aver dedicato la giornata allo studio e a frequentare le lezioni, si spoglia a pagamento per i clienti on line. Professione webcam girl. "E' come se facessi l'imprenditrice di me stessa - racconta - così riesco a comprarmi vestiti di marca. Non vedo cosa ci sia di male".










Un filo di trucco, jeans e scarpe da tennis alla moda. Libri sottobraccio e viavai quotidiano tra la biblioteca e le aule dell'università. Di giorno si confonde tra migliaia di ragazze alle prese con esami e lezioni, la notte mette via gli abiti della brava studentessa e si trasforma in un'abile mangiauomini, sfruttando le potenzialità infinite del web. Silvia (il nome è di fantasia) è cagliaritana e ha una bella media nel libretto, «del 27, con gli esami sono in regola». Lo dice con orgoglio, e con la stessa facilità con cui parla del suo lavoro da lucciola virtuale «più diffuso di quanto si pensi». Professione webcam girl, «non vedo cosa ci sia di male. Mica mi prostituisco. È come se facessi l'imprenditrice di me stessa».
I GUADAGNI I vestiti volano via davanti alla telecamerina installata sul pc: internet diventa la porta d'accesso al mondo del sesso virtuale e dei guadagni facili. Sguardo ammaliante, movenze sensuali e una spregiudicatezza che mette i brividi. L'obiettivo è solo uno: far durare lo “spettacolo” il più possibile. Perché più si è brave a tenere incollato il cliente allo schermo, più consistenti sono i guadagni. «Per la chat privata mi faccio pagare tre euro al minuto. Alcuni mesi riesco a raggiungere anche tremila euro, dipende da quanto tempo mi collego e dalle richieste che ricevo».
I CLIENTI Ventun anni appena compiuti e la vera identità nascosta con cura dietro la mascherina nera («i miei genitori sono convinti che faccia la promoter. Sono all'antica, ne morirebbero»). Il costume di scena lascia poco alla fantasia. Ma pure quello viene sfilato via per mettere in tasca qualche euro in più. Il tariffario cambia in base alle richieste. «Qualcuno vuole spettacoli particolari, in questo caso chiedo anche cento euro».
STUDENTESSE HARD Racconta di un mondo affollatissimo: «Ci sono tantissime studentesse che lo fanno, anche alcune mie colleghe». Qualcuna sceglie il guadagno facile per necessità, «una mia amica si mantiene da sola, il padre è disoccupato, la madre casalinga», per altre diventa una scelta di vita: «So di una ragazza laureata che non riesce a trovare lavoro. Anche lei fa la cam girl». Silvia ha mosso i primi passi in questa realtà un po' per curiosità un po' per togliersi gli sfizi senza curarsi troppo dell'etica: «Con i soldi che guadagno mi compro roba di marca. Qualche mese fa ho preso anche la macchina, di seconda mano». Non è difficile entrare nel mondo della prostituzione on line. Serve l'iscrizione a uno dei numerosissimi siti internet del settore. La caccia alle nuove leve da introdurre nel mercato del sesso virtuale è sempre aperta. Per far parte del giro il corpo deve diventare merce di scambio. I guadagni arrivano, ma, per quanto virtuale, non può non restare il sottofondo triste della prostituzione e della femminilità calpestata.

Sara Marci





Il sesso Voyeuristico ha ne ha atto dfi progressi infatti   sempre  dallo stesso  giornale descrive  com'era  un tempo   il sesso  virtuale prima dell'arrivo  d'internet  


Il passatoIn principio fu l'1444  telefoni hot super costosi


Prima ancora dell'avvento del pc e di internet sono stati i telefoni tradizionali il canale preferenziale del sesso a pagamento. Bigodini tra i capelli, calzettoni di pile e magari tute in perfetto stile omino Michelin, a nessuno importava chi ci fosse all'altro capo della cornetta.
Era l'era degli 144, le linee erotiche nate sul finire degli anni Ottanta ed esplose in quelli Novanta. Rantoli ammiccanti, voci forzatamente suadenti e via libera alla fantasia più spinta. Anche in questo caso il compenso delle telefoniste hard dipendeva dalla loro abilità a intrattenere i clienti il più a lungo possibile. E loro, ammaliati da gemiti vari, solo al momento del pagamento della bolletta si rendevano conto di aver decisamente esagerato. I tempi son cambiati, ora c'è internet e l'144 sembra un ricordo sbiadito. È l'era delle webcam girl, e del sesso con le immagini. (sa. ma.)



 E a proposito  di  144  ed  affini  ne  avrei di storie  da  raccontare ( alcune  le  ho  già raccontate  nei post  precedenti  cercate  il  tag   pornodipendenza   e  simili , se  v'interessano  scrivetemi pure via  email  )    visto  che   da ragazzo   ero un dipendente  di tali linee  . Si posso riassumere  con questi due  video --  e dalla  catturta  schermata    del maiale  (  a  sinistra  )   presa    dal  2  video  --   tratti  Fantozzi - Il ritorno è il nono capitolo della saga fantozziana, realizzato nel lontano   1996







Ma  poi ne  sono uscito  e  confermo dopo  una ricaduta  richiamando   tempo fa  un   899 0 892  quanto riportato da tale articolo   sempre  della stessa inchiesta    dell'unione  sarda  


Un business colossaleI porno “nick” di studentesse e casalinghe





Il business è fiorente, la concorrenza spietata. Il mondo delle cam girls è più vasto di quanto si possa credere. Davanti al web si trovano donne di ogni età e status.
Nascoste dietro nickname dal chiaro richiamo erotico ci sono casalinghe, veterane della disoccupazione, laureate che hanno perso le speranze di trovare un impiego tradizionale. E tante, tantissime universitarie. I numeri sono da capogiro, le professioniste del sesso virtuale in Italia crescono a vista d'occhio: nel 2006 erano circa 75 mila, oggi sarebbero centinaia di migliaia. Sintomo di un malcostume generalizzato che porta a far finire il proprio corpo davanti agli sguardi vogliosi degli internauti con pochi scrupoli. Iniziare è semplicissimo, bastano un computer, una connessione internet e una web cam di qualità. Oltre a una buona dose di esibizionismo.
Su internet i siti specializzati rilanciano la professione del terzo millennio: «È l'unica attività che permette grandi guadagni con il minimo sforzo e divertendosi», si legge in rete. C'è pure la guida per diventare un'ottima cam girl, con tanto di trucchi e consigli per far lievitare gli incassi. I tariffari variano a seconda delle richieste dei clienti, c'è chi paga per chattare in privato con la girl scelta, chi compra spettacoli più spinti e in gruppo. E anche chi si accontenta di spiare un altro utente senza alcuna possibilità di interagire. La tariffazione è sempre al minuto, l'abilità di ogni donna sta nel riuscire a non annoiare l'utente tirando il più possibile il contatto. C'è chi arriva a guadagnare anche 4 mila euro al mese, ma in media si viaggia sui 2 mila. I pagamenti avvengono attraverso accrediti su postpay o carta di credito, ma i guadagni effettivi si dimezzano a seconda del sito per cui si lavora. Alcuni trattengono il 20 per cento degli incassi, altri persino la metà. Soldi esentasse, la maggior parte hanno sede in paradisi fiscali. Spesso fuori dai confini italiani.
Sa. Ma.
  adesso dopo la liberazione   dalla  schiavitù dei telefoni  erotici   continuo  fra alti e bassi  da  quella dei siti   .Concludo   invitando ed  invitandomi ala prudenza  


GLI ESPERTI. Ormai su internet si trova di tutto: se sono coinvolti minori si rischiano pene gravissime
Il sottile confine tra lecito e reato
Gestire siti di chat erotiche è considerato sfruttamento della prostituzione
«Quando c'è il pagamento per una prestazione sessuale o uno spogliarello, anche attraverso una webcam, chi trattiene parte del guadagno della ragazza commette un reato». Davanti a un terreno sconfinato, gli investigatori della Polizia Postale di Cagliari, cercano di mettere alcuni paletti: troppo spesso chi utilizza determinati servizi non sa di potersi cacciare nei guai. Così come i tantissimi minorenni, sopra i dodici anni, non hanno la minima di idea che detenere una foto nuda o un video hard di una ragazzina significa automaticamente collezionare una denuncia penale.
Quando si parla di sesso virtuale e maggiorenni invece la discriminante secondo gli agenti della Polposta è il denaro. «Una video chat erotica, se fatta tra due persone, è paragonabile a una conversazione telefonica. È un qualcosa di privato, dunque non si commette alcun reato». Se però la chat e le immagini finiscono a più persone o se per vedere uno spogliarello o una scena di autoerotismo si paga, la situazione cambia. «Nel primo caso», spiegano dagli uffici della Polizia postale di Cagliari, «si viola l'articolo 528 del codice penale, favorendo il commercio e la distribuzione di immagini con atti osceni». Quando si paga, anche per vedere una video chat, se il servizio è gestito da una società che trattiene parte degli introiti si è nel campo dello sfruttamento della prostituzione. A rischiare non sono né la wecam girl né il cliente, ma i gestori del sito. «Ma sono situazioni difficili da smascherare», fanno sapere gli "007" della Polposta, «perché il più delle volte le società che gestiscono il servizio sono all'estero. Le indagini dunque sono spesso in salita, oltre a essere molto complicate».
Il discorso cambia, e diventa molto più grave, quando di mezzo ci sono minorenni. Detenere immagini o video di ragazzine nude (come il caso delle quattro dodicenni finite al centro di altrettante inchieste portate avanti proprio dalla Polizia postale di Cagliari) è un reato. Anche per chi ha meno di diciotto anni. Per questo la vicenda delle ragazzine del Cagliaritano è delicatissima. Foto e video hanno fatto il giro di Facebook e WhatsApp, raggiungendo migliaia di persone: coetanei, giovani e quasi sicuramente anche maggiorenni. L'inchiesta va avanti e non è escluso che nei prossimi mesi ci possano essere novità. (m. v.)


alla prossima  

18.12.12

"Troppi porno, non ricordo più nulla": i film hard danneggiano la memoria


In sottofondo   Riders on the storm  ( The Doors ) 


Gli  articoli  che trovate  sotto  è un motivo in più  per  smettere e  continuare  (   cado  e mi rialzo  )   la mia  quasi 30   visione   di fumetti , racconti  , fotoromanzi  ,  vhs  , dvd  ,   internet   (  vedere  archivio  blog  per   ulteriori dettagli  )  . Tanto ormai salvo rare  eccezioni  i fotoromanzi e  i film  sono tutti uguali  con il  soliti  stereotipi \  luoghi comuni    :   la donna  vogliosa  di  ....   sesso   o l'uomo  arrapato  \  infoiato   che  vuole   ......   avere  un rapporto   a  tutti i  costi  , ecc spiegati   bene    spiegati bene nella  parodia  kubrick una storia porno  ( vedere  post  precedenti  ) .
Quindi  Meglio un po'  si sano erotismo ( se  capita ) o nel caso  si debba  ricorrere  all'auto erotismo  


una  sega  fatta  con la  fantasia  e  più  lunga  che   una  breve  ed  effimera \  frustante  fatta senza  l'ausilio  e  l'aiuto  di  pornografia  esplicita per  poi  e questo il passo successivo da  fare  un po'  difficile  e pressoché impossibile   visto che siamo  bombardati  da immagini sensuali  ovunque  in  : tv , stampa ,  internet  , ecc ( vedere il documentario il corpo  delle donne ) non ricorrere  neppure  a  quelle   . 

  da  repubblica online del 18 dicembre 2012)

Uno studio rivela che che guardare immagini pornografiche su internet può indebolire la nostra capacità di ricordare le cose. Secondo gli scienziati esiste un legame tra la dipendenza da sesso virtuale e la tendenza a dimenticare di dormire, perdere appuntamenti importanti e trascurare le relazioni personali

di SARA FICOCELLI
LA PORNOGRAFIA di una volta è fatta di ricordi. Che portano a un'Italia che non c'è più. I video proibiti si consumavano a casa con le cassette VHS o aspettando la programmazione notturna di qualche emittente locale. Un passato in cui le pornodive erano soprattutto dive e qualcuna diventava anche parlamentare. Oggi le cose sono molto cambiate e si seguono ispirazioni decisamente più fredde, virtuali. La pornografia si diffonde per lo più tramite internet e il consumo è accessibile a tutti, in qualunque momento, da qualunque postazione, gratuitamente, con un click.? Tanta facilità e tanta abbondanza hanno moltiplicato in modo esponenziale il numero degli utenti nel mondo, tanto che, secondo l'ultima indagine di ExtremeTech, il mercato del porno su internet è l'unico che non conosce crisi. Ma anche questo settore, a quanto pare, ha il suo tallone d'Achille.
Secondo una ricerca tedesca pubblicata sul "Journal of sex research", il punto debole del consumo spasmodico di materiale pornografico tramite web è la memoria. Quella di chi consuma. Per capirlo gli scienziati hanno analizzato come l'area cerebrale deputata a immagazzinare informazioni reagisca alla visione di immagini sessuali, concludendo che guardare immagini porno su internet può danneggiare e indebolire la capacità di ricordare le cose.? Nell'esperimento gli studiosi hanno preso un campione di maschi eterosessuali di 26 anni d'età, mostrando ad ognuno una serie di immagini, alcune pornografiche, altre non sessuali, e chiedendo loro di rispondere se l'immagine che stavano vedendo era la stessa che avevano visto prima. Il risultato è stato che ricordavano nell'80 % dei casi le immagini non sessuali, contro il 67% di quelle porno, su cui facevano più fatica.?
Secondo gli scienziati questi dati servirebbero a provare il legame tra la dipendenza da pornografia virtuale e la tendenza a dimenticare di dormire, perdere appuntamenti importanti e trascurare le relazioni personali. "L'eccitazione sessuale - spiega Christian Laier dell'università di Duisburg-Essen, autore dello studio - e il suo impatto sui processi cognitivi potrebbe spiegare parte di questi effetti negativi".? Laier e colleghi precisano che la ricerca si trova solo al primo step e che le conclusioni dovranno essere verificate e confrontate con ulteriori analisi, condotte su campioni diversi sia dal punto di vista del genere che dell'orientamento sessuale.
La notizia segue di pochi mesi un'altra altrettanto curiosa, questa volta partita dalla principale emittente televisiva statale cinese, la CCTV, che lo scorso maggio ha mandato in onda l'intervista ad uno studente che garantiva di aver visto un proprio collega perdere progressivamente la memoria a forza di guardare i porno online. 
Ma i problemi per i pornonauti non sembrano finire qui. Secondo una ricerca dell'Università di Padova, tra i giovani che fanno un uso massiccio di pornografia in rete, uno su quattro rischia anche il calo del desiderio sessuale e l'eiaculazione precoce. "I ragazzi di oggi - spiega l'andrologo Carlo Foresta, autore dello studio e presidente della Società di andrologia e medicina della sessualità - rappresentano la prima generazione che ha avuto un'esperienza di sessualità diversa dalle generazioni precedenti: internet, web cam, chat e immagini hanno creato una nuova forma di comunicazione sessuale che interessa in un mese oltre 800 mila minorenni. Questa esperienza dà un imprinting privo di riscontri reali e costruisce una sessualità mediatica ed istintiva che non tiene conto della sensorialità oltre che dell'affettività".
Dai dati emerge inoltre che più del 12% del campione di giovani non cerca rapporti reali. Il 25% ha infatti dichiarato di soffrire di riduzione dell'interesse reale ed eiaculazione precoce e questo, spiega Foresta, accade perché l'eiaculazione si manifesta nei tempi dei filmati, che generalmente in internet si riassumono in pochi minuti.
Secondo la Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive (S. I. I. Pa. C.), gli elementi che possono favorire lo sviluppo della cyber-porn addiction, quali psicopatologie pre-esistenti (depressione, disturbi ossessivo - compulsivi, ecc.), condotte rischiose (eccessivo consumo, riduzione delle esperienze di vita e di relazioni "reali") ed eventi di vita sfavorevoli (portando a problemi lavorativi, familiari, amicali, ecc.), sono accentuati dalle caratteristiche della rete, ovvero anonimato ed estrema facilità nell'accedere ai servizi. Gli esperti spiegano che la ricerca compulsiva del piacere attraverso l'autoerotismo può portare alla diminuzione del desiderio verso il proprio partner e all'incapacità di condurre a termine un rapporto sessuale nella realtà, favorendo la tendenza a considerare le persone dell'altro sesso esclusivamente come "corpi pornografici". Il dipendente ha insomma grosse difficoltà a vivere nella dimensione reale, a concentrarsi sul lavoro, a instaurare rapporti di amore e amicizia, e quindi anche a ricordare le cose, finendo col perdere non solo la memoria ma anche la fiducia in se stesso.


LO STUDIO
"Ecco perché la dipendenza sessuale
va riconosciuta come disturbo mentale"
Un gruppo di ricerca dell'Ucla di Los Angeles ha individuato condizioni, sintomi ed effetti ricorrenti in tutti i casi di ipersessualità. "Sul piano scientifico ci sono prove sufficienti per inserirla nell'elenco delle malattie psichiche"
                                                              di IRMA D'ARIA


 La dipendenza sessuale come un vero e proprio disturbo psichico. Fino ad ora gli psichiatri sono stati riluttanti a considerare la sex addiction come un disturbo del comportamento a causa delle scarse evidenze scientifiche. Ma ora un nuovo studio condotto da un team della University of California di Los Angeles (Ucla) ha testato una serie di criteri per definire e quindi diagnosticare questo disturbo. Rory Reid, ricercatore e docente di psichiatria presso il Semel Institute of Neuroscience and Human Behavior della Ucla, ha guidato un team di psichiatri, psicologi, terapisti di coppia ed assistenti sociali che hanno validato i criteri individuati, considerandoli utili per poter arrivare a una diagnosi di questo tipo di problema che in Italia riguarda il 6% degli uomini e il 3% delle donne.Dipendenza "senza sostanza" - In effetti, l'ipersessualità rientra nelle nuove dipendenze cosiddette "senza sostanza" come quella dal giocod'azzardo o dallo shopping compulsivo. "E' una sorta di bulimia sessuale senza controllo, ma il meccanismo è identico a quello che si verifica con la dipendenza da droghe o alcol perché vengono attivate le stesse aree del cervello", spiega Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Psichiatria dell'Ospedale Fatebenefratelli di Milano. Il fenomeno è cresciuto negli ultimi anni anche a seguito della diffusione nella rete di contenuti a sfondo sessuale con il cyber sex che vede sempre più adolescenti coinvolti. "Due i comportamenti estremi - spiega lo psichiatra - : quello di chi abbraccia l'anoressia sessuale astenendosi del tutto da ogni attività legata al sesso e, all'opposto, coloro che non riescono a controllare l'impulso sessuale che è, però, del tutto scevro da emozioni e sentimenti".La nuova edizione del DSM - I risultati dello studio, pubblicati in questi giorni sul Journal of Sexual Medicine, peseranno anche sulla decisione di inserire l'ipersessualità nella quinta edizione del Diagnostic and Statistical 

Manual of Mental Disorders (DSM-5) considerato la "bibbia" della psichiatria. "Con questo studio - ha detto Reid - si fornisce un'evidenza scientifica al fatto che l'ipersessualità sia un disturbo mentale e come tale vada diagnosticato e trattato. I criteri che abbiamo validato consentiranno ai clinici di studiare, trattare e sviluppare strategie di prevenzione per gli individui che rischiano di soffrire di questo disturbo".Attualmente nel DSM sono già incluse dipendenze come quella da nicotina, droghe e alcol. "Come tutte le nuove patologie, la sex addiction sta a cavallo tra le dipendenze e i disturbi ossessivo-compulsivi. Ora questo studio rappresenta una prova importante che si tratta di un disturbo mentale vero e proprio e che prima o poi rientrerà, come le altre nuove dipendenze, nel DSM", aggiunge Mencacci.I sintomi - I criteri diagnostici - sviluppati da un gruppo di ricercatori al lavoro sulla nuova edizione del DSM -  includono una serie di sintomi collegati alla sex addiction tra cui la ricorrenza ossessiva di fantasie sessuali, manifestazioni di dipendenza sessuale che durano sei mesi o più e che non sono riconducibili ad altre cause come abuso di sostanze, disturbo bipolare. Inoltre, perché sia fatta una diagnosi di ipersessualità devono verificarsi attività o comportamenti legati alla sessualità anche in presenza di stati emotivi poco piacevoli come la depressione o il ricorso al sesso come strategia per combattere lo stress. In più, deve trattarsi di persone che hanno provato a ridurre o fermare la compulsione sessuale senza riuscirci e la cui vita di relazione e professionale è stata negativamente condizionata.Sex addiction e disturbi emozionali - Per testare i criteri dell'ipersessualità, i ricercatori hanno esaminato 207 pazienti di varie cliniche di salute mentale che stavano cercando aiuto per combattere questo disturbo o altre forme di dipendenza. Al termine è emerso che l'88% dei pazienti era affetto da questa patologia e che il comportamento di dipendenza sessuale era collegato a disturbi emozionali, impulsività e incapacità a gestire lo stress.Le conseguenze - Un altro importante aspetto emerso dallo studio è che i pazienti affetti da sex addiction hanno subito maggiori conseguenze rispetto a chi soffriva di altri tipi di dipendenza o disturbi psichici. Dei 207 pazienti esaminati, il 17% ha perso il lavoro almeno una volta, il 39% ha dovuto chiudere una relazione, il 28% ha contratto una malattia sessualmente trasmissibile e il 78% ha avuto dei problemi di interferenza nella vita sessuale.A che età si manifesta - Secondo la ricerca, il 54% dei pazienti ipersessuali si è reso conto di soffrire di questo disturbo prima dei 18 anni, mentre per il 30% l'età della scoperta è più ampia e va dai 19 ai 25 anni. "Questo dato è molto interessante perché se da un lato ci dice che il problema insorge precocemente, dall'altro ci dà la possibilità di mettere in campo azioni preventive" sostiene Reid.I comportamenti tipici - Le manifestazioni di ipersessualità più comuni emerse dallo studio includono la masturbazione e l'uso smodato di pornografia, seguito dall'avere rapporti sessuali con un adulto consenziente e dal sesso virtuale. "Per questi pazienti il sesso diventa una vera e propria ossessione che controlla ogni aspetto della loro vita e che li fa sentire impotenti e incapaci di cambiare", spiega Mencacci.Pazienti illustri - David Duchovny, Tiger Woods, Michael Douglas, Mickey Rourke, Sharon Stone e Billy Bob Tornton sono alcuni dei personaggi famosi che hanno ammesso la propria dipendenza dal sesso. Alcuni di loro si sono curati in cliniche specializzate in cui hanno trascorso lunghi periodi per disintossicarsi dal sesso. Negli Usa esistono anche associazioni come Sex Addicts Anonymous che replica il modello di assistenza e sostegno degli alcolisti anonimi. In Italia, non ci sono cliniche di questo tipo e per il momento la figura di riferimento resta lo psichiatra. "A seconda della gravità del problema e delle possibili cause - spiega Claudio Mencacci - si ricorre alla terapia cognitivo-comportamentale e talvolta alla terapia farmacologica con stabilizzatori dell'umore o anti-depressivi".


Anche   se   l'indagine  è  all'inizio è  allarmante  da  non sottovalutare ne da creare  allarmismi .IO sintomi  comunque  ci sono  , e  li  riscontro  personalmente  visto  che  , sic   , sono  un consumatore e  sto  lottando cadendo  e rialzandomi  con  questo mio problema  . Concludo  con  due  chicche      che  mi sono  venute  in mente , in maniera pindarica, leggendo  le prime righe  dell'articolo  sopracitato ,   per  i  cultori degli ani ' 70\80 la  prima 

La  seconda  anni 90 una satira  contro  i telefoni erotici  (  001, 005 ...   e 899 ultimamente  )   di cui    sono stato schiavo  proprio come fantozzi   tanto da  fare   e far  fare  figuracce  ai  miei   con la  mia dipendenza   per  quasi  tre  anni da  i telefoni erotici  e  gli scherzi  terribili  fattomi   , facendomi credere  che  fosse  sesso  virtuale   su  facebook e    ..... ma  queste  sono altre   storie  di cui mi pare   ho già  parlato  su queste pagine  quando ancora , SIC, il blog  si  chiamava  ancora  cdv.splinder  ( se  non lo  avessi fatto  , fatemelo notare  , e  riaprirò lo scrigno dei  ricordi ) 






con questo  è tutto alla prossima 

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...