Lo so che molti di voi diranno ( non li biasimo e li capisco ) : << Ma basta lo sappiamo cos'è avvenuto nei lager e che di cosa tratta la giornata del 27 gennaio e ( anche se vengono , salvo qualche giornalista coraggioso e non completamente omologato, taciute o messe in secondo piano le notizie sugli altri olocausti . Insomma una goccia in mezzo al mare mediatico ). cosa è stata la shoah ,.ecc .
Ma Ieri in una scuola elementare Roma è avvenuto un caso di discriminazione . Strano che il ministro ops ministra ( altrimenti le femministe e i politicamente corretti s'offendono e ti guardano male ) dell’Istruzione Valeria Fedeli proprio pochi giorni fa durante il Viaggio della Memoria ad Auschwitz con un gruppo di studenti romani diceva: «Se voi oggi siete qui è perché l’Olocausto ha fatto in modo che noi attivassimo la memoria: e la scuola ha un ruolo fondamentale in questo» non s'accorga di quello che (n vedere notizia sotto ) è avvenuto in questa scuola e non mandi ispettori per accertamenti , visto che anche questo fatto mi sembra una discriminazioni di quelle che tale giornata ( dubbia o non dubbia , vedere post precedenti ) dovrebbe abbattere \ rimuovere .
dal corriere della sera del 27\1\2017
E pensare che la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli proprio pochi giorni fa durante il Viaggio della Memoria ad Auschwitz con un gruppo di studenti romani diceva: «Se voi oggi siete qui è perché l’Olocausto ha fatto in modo che noi attivassimo la memoria: e la scuola ha un ruolo fondamentale in questo». Ma all’uscita della scuola esplode l’indignazione dei genitori degli esclusi. «Come è possibile - dice una mamma - che per un progetto che riguarda la Memoria, vengano discriminati alcuni bambini? Il film di Benigni era un progetto interculturale che non riguardava l’ora di religione, era destinato a tutti: che messaggio si dà a dei futuri adulti da parte di un’istituzione che li dovrebbe formare?».
Alla scuola Fratelli Bandiera «La vita è bella»: escluso chi non fa religione
L’iniziativa organizzata per la Giornata della Memoria alla scuola Fratelli Bandiera di Roma, ma solo per i bambini che seguono l’ora di religione. I genitori: i nostri figli discriminati
di Claudia Voltattorni (cvoltattorni@corriere.it)
Ne parlavano da giorni. A casa e a scuola. Di quella storia forte e commovente che un padre inventa per proteggere il suo figliolo dall’orrore nazista. Tutti eccitati dall’idea di vedere un film insieme. Le maestre avevano spiegato che «La vita è bella» era stato fatto vedere in tutto il mondo, che il suo regista aveva commosso migliaia di persone e aveva ricevuto anche un premio, che parlava di una cosa brutta successa tanti anni fa, che era però importante vederlo per «non dimenticare». E ieri mattina i ragazzini delle quattro quinte elementari dell’Istituto Fratelli Bandiera, zona piazza Bologna sapevano che la loro scuola avrebbe proiettato il film premio Oscar di Roberto Benigni. Era l’unica attività organizzata dall’istituto per la Giornata della Memoria celebrata oggi in tutto il mondo.
Ma poco prima di cominciare, la maestra di «Alternativa» chiede ai bambini che non fanno religione, e che le vengono affidati per quelle due ore settimanali in cui gli altri , di uscire, «perché quella è l’ora di religione» e «loro non possono restare con gli altri». Increduli i ragazzini. Senza parole le altre maestre. Scoppia il caso. «Cosa c’entra La vita è bella con l’ora di religione?». «Non si possono escludere dei bambini». «La Giornata della Memoria è di tutti». Viene interpellato quindi il preside Valter Farris e alla fine la soluzione è: chi non fa religione non può neanche vedere il film scelto per celebrare la Giornata della Memoria. Pianti dei piccoli, una ventina, portati in un’altra aula a fare l’ora «alternativa», cioè leggere, colorare, portarsi avanti con i compiti. Con buona pace del 27 Gennaio.
Nessuno aveva avvertito le famiglie dei bambini che non seguono l’ora di religione che i piccoli sarebbero stati esclusi dalla visione, «potevano chiederci un’autorizzazione - dice un papà -, saremmo stati ben felici di firmarla». Anche perché i genitori raccontano che la proiezione de «La vita è bella» era l’unica iniziativa fatta dall’istituto per celebrare il 27 Gennaio, fatta per di più con un giorno in anticipo rispetto alla data scelta in tutto il mondo («perché?»). Spiega un’altra mamma: «Siamo in una scuola costruita nel periodo fascista, un luogo che di memoria ne ha moltissima già di suo, questo dovrebbe spingere ancora di più la direzione a celebrare una giornata come il 27 gennaio».
Ma tra le mamme e i papà è già partito il tam tam con l’idea di far proiettare «La vita è bella» una seconda volta così che anche gli esclusi possano vederlo. Però, certo, dice una mamma, «mio figlio quando è tornato a casa piangeva e mi ha detto: così non dimenticherò più la Giornata della memoria
quest bambino\a ciha dato una lezine di vita