Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
8.5.24
Presentazione tempiese di Patrick Chamoiseau
11.5.23
la storia siamo noi nel bene o nel male con e vittorie e le sconfitte
L'uomo che ha ignorato un allarme missilistico
L'uomo che ha impedito l'escalation della crisi dei missili cubani -
Durante la crisi dei missili cubani del 1962, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica evitarono per poco una guerra nucleare che avrebbe devastato il pianeta. Ma anche se i negoziati tra il presidente John F. Kennedy e il premier Nikita Khrushchev avessero avuto successo, la guerra sarebbe quasi sicuramente scoppiata a causa di un capitano di un sottomarino sovietico. Dotato di un missile nucleare, il sottomarino sovietico B-59 era di stanza nei Caraibi, insieme ad altri tre. Quando la Marina americana
Il generale nazista che si rifiutò di bruciare Parigi
Nel 1944, quando le forze alleate invasero con successo la Francia settentrionale durante lo sbarco in
Normandia, Adolf Hitler ordinò alle forze locali di bruciare gran parte di Parigi per evitare che cadesse nelle mani del nemico.Il comandante della prima armata tedesca, il generale Dietrich von Choltitz, si rifiutò di obbedire. Ha affermato nelle sue memorie che sentiva che gli ordini non avevano valore militare e che Hitler era malato di mente. Tuttavia, alcuni osservatori francesi hanno sostenuto che a Choltitz mancavano semplicemente le truppe per eseguire gli ordini. Qui si vede Choltitz firmare la resa delle truppe naziste dopo la liberazione della capitale francese.
del settimo giorno. Di conseguenza divenne un medico da combattimento per la 77esima fanteria. Tuttavia, Doss si guadagnò comunque il rispetto dei commilitoni quando fu mandato a combattere. Dopo aver salvato 75 soldati feriti nella battaglia di Okinawa, ha guadagnato una medaglia d'onore.
Nel marzo 1945, gli alleati catturarono l'ultimo ponte sul fiume Reno che consentiva l'accesso alla Germania. Hitler emise quindi un ordine per spazzare via tutta l'industria e le infrastrutture della Germania, (il cosiddetto Decreto Nerone), per evitare che cadessero sotto il controllo alleato.l compito ricadde sul ministro degli armamenti tedesco e amico di Hitler, Albert Speer. Tuttavia, Speer riteneva che l'ordine avrebbe avuto un effetto rovinoso sul popolo tedesco. Come von Choltitz, anche Speer sospettava che il suo capo fosse mentalmente instabile. Speer alla fine emise l'ordine, insieme però a ordini alternativi crittografati per ritardare la distruzione. Alla fine, il Decreto Nerone non andò a buon fine.
I soldati indiani che si rifiutavano di usare cartucce unte con grasso di maiale e di manzo -
Nel 1857, gli inglesi avevano controllato l'India con un regime repressivo per circa un secolo. Tuttavia, le tensioni erano finalmente arrivate al punto che i leader politici indiani stavano pianificando una
rivolta.
Gli eventi si inasprirono quando i fucili inglesi Enfield usarono cartucce unte con una miscela di grasso di mucca e maiale. Per caricare i fucili, i soldati musulmani e indù dovevano strappare con i denti la carta che avvolgeva le cartucce. Per motivi religiosi, si sono rifiutati di aprire le cartucce.
Le truppe furono giudicate colpevoli di insubordinazione in una corte marziale, che scatenò l'ammutinamento indiano. Gli inglesi alla fine li sconfissero e presero il controllo diretto dell'India fino al 1947.
Il generale che ha spostato 10.000 uomini fuori posizione -
25.1.23
La forza del perdono il caso di Giuseppina Bakhita - DONNE E TRATTA: L’ALTRA BAKHITA da Diaconia "Santa Maria Egiziaca" in Bresso
il gruppo facebook Diaconia "Santa Maria Egiziaca" in Bresso riporta la storia Bakhita Fortunata Quascé,
Alla forza del perdono che Giuseppina Bakhita attinge dall’incontro con Cristo si aggiunge il coraggio che Fortunata Bakhita Quascé attinge da Cristo per contrastare ostinatamente la schiavitù. Lei testimonia come una donna schiava che scopre la propria dignità divenga a sua volta “liberazione” per tante altre vittime.
DONNE E TRATTA: L’ALTRA BAKHITA
Il 25 gennaio 2023 viene presentata a Roma la vita di Bakhita Fortunata Quascé, donna libera contro la schiavitù
di Paola Moggi
canossiana per servire “il paron buono” dal quale si sentiva tanto amata: Gesù Cristo.
Donna semplice, accogliente e libera da rancore, spende il resto della sua vita in Italia lavorando in cucina, in sacrestia e in portineria. Giovanni Paolo II la proclama santa nell’anno 2000, dopo il miracolo di una guarigione avvenuta in Brasile.
C’è un’altra Bakhita, anche lei sudanese, anche lei rapita dagli schiavisti in Kordofan e venduta al mercato. Quando santa Bakhita nasceva, lei era già a Verona, presso l’istituto di don Nicola Mazza, grande educatore di giovani indigenti ma brillanti. Presso le consacrate che lo affiancano come “mamme” dei piccoli nuclei di ragazze, lui dal 1852 accoglie anche bambini e bambine riscattate in Africa dalla schiavitù. La “moretta” Bakhita Fortunata Quascé, grazie alla “zia” Anna Rubelli, studia e diventa maestra, ma non rimane in Veneto. Nel 1873 riparte per l’Africa, alla volta del Sudan. Con altre “morette” educate in Italia, diventa educatrice di giovani africane che la missione cattolica di El Obeid libera dalla schiavitù, proprio nel Kordofan della sua travagliata infanzia.
Nel 1882, quando Giuseppina Fortunata Bakhita viene comprata da Calisto Legnani a Kahrtoum, Bakhita Fortunata Quascé diventa Pia Madre della Nigrizia a El Obeid. La rivoluzione mahadista travolge il Sudan, e nel 1883 anche lei viene fatta prigioniera con altre suore; con loro subisce percosse e maltrattamenti e più di loro, come africana, è esposta a una nuova schiavitù. Riesce a fuggire nel 1885 insieme a suor Maria Caprini, e nel 1888 è di nuovo maestra in Cairo, nella colonia antischiavista Leone XIII. Una donna tenace, mai più schiava, che continua a liberare tante altre ragazze.
Il suo miracolo è stato questo, e a lei si ispirano le Suore missionarie comboniane che da decenni contrastano nuove forme di schiavitù.
Dal 2015, la “Giornata di preghiera e azione contro la tratta” ricorre l’8 febbraio, giorno in cui si ricorda la “nascita al cielo” di santa Bakhita.
Quest’anno c’è anche un’altra Bakhita, deceduta il 12 ottobre 1899 in Cairo.
Alla forza del perdono che Giuseppina Bakhita attinge dall’incontro con Cristo si aggiunge il coraggio che Fortunata Bakhita Quascé attinge da Cristo per contrastare ostinatamente la schiavitù. Lei testimonia come una donna schiava che scopre la propria dignità divenga a sua volta “liberazione” per tante altre vittime.
Oggi, grazie a Maria Tatsos, la sua storia è raccontata nel libro: “Fortunata Bakhita Quascè. Una donna libera contro la schiavitù”, e merita attenzione.
23.1.12
giornata della me.memoria ( 27 gennaio 1945 ) questo è stato
Leggendo
questo interessantissimo articolo sul colonialismo italiano e su
come usava il fumetti per giustificare la sua becera e vergogna
propaganda coloniale
questo http://tinyurl.com/6sr2nak interessantissimo articolo di Igia bascego ( qui il suo blog e all'interno dell'url citato sotto trovate dei cenni su di lei ) e quest’altro che riporto tratto da http://www.linkiesta.it
Leggendo questo interessantissimo articolo sul colonialismo italiano e su come usava il fumetti per giustificare la sua becera e vergogna propaganda coloniale
La Shoa fu progettata 70 anni fa e la Germania non ha perso la memoria
2.6.09
Schivitù moderna
E’ alquanto difficile ammetterlo, ma la verità è che non vi sono grosse differenze tra lo sfruttamento della schiavitù che praticavano gli antichi Greci, o gli antichi Romani, rispetto a quella praticata dall’occidente moderno nei confronti dei paesi del terzo mondo, se non per il fatto che quest’ultima è stata opportunamente mascherata dalla ipocrisia dei nostri governanti.
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...