“Altro
e Altrove”, è una raccolta di saggi che trattano vari argomenti, spesso legati
tra loro. L’autore filosofo, pittore, critico letterario e musicale, Cristian
A. Porcino Ferrara, è un paladino dei diritti umani e civili e non ha alcun
problema a comunicarlo liberamente anche in questo scritto. Voglio ricordare
che il suo libro del 2016 “Canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle
donne”, ha ricevuto l’apprezzamento del Presidente della Repubblica e il
plauso della senatrice Monica Cirinnà. Anche in questa opera c’è un costante
richiamo alla lotta contro l’omofobia e a diverse altre tematiche che vanno,
per citarne qualcuna, dagli scandali in Vaticano ai diritti gay, dalla sessualità
repressa dei supereroi alle serie tv, ai social network e al loro uso
spropositato e illecito, dalla morte di Lady Diana a quella del cantante George
Michael e molte altre…
L’autore dimostra di conoscere diversi testi sia religiosi
che politici, ma anche filosofici e musicali e riesce a rispondere e
controbattere esprimendo la sua ferrea opinione, facendo valere le sue idee
che, comunque, ritiene giuste per sé. Pur non condividendo alcuni principi
politici e religiosi di Porcino, l’ho sempre ammirato per la sua voglia e la
sua costanza nel documentarsi per poi mettere nero su bianco, motivando ogni
parola, ogni pensiero, ogni passo. Potrebbe sembrare pungente, ma non lo è:
dice ciò che pensa giusto o sbagliato che possa apparire al lettore. Non vuole
ergersi a professore e inculcare il suo pensiero ma, avendo lui stesso sete di
conoscenza, vuole palesarlo affinché resti in qualche modo scolpito nella mente
di chi lo legge o lo ascolta. La “conoscenza”, infatti, diventa la parola che
più incontriamo in questo testo: l’autore invita a aprirsi alla conoscenza, a
essere curiosi, a vivere di empatia e conoscenza insieme e abbraccia il
pensiero del filosofo Jiddu Krishnamurti il quale asserisce che “la più alta
forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare”.
Immagina che gli altri lo vedano come un alieno e lui stesso si sente un po’ di
un altro pianeta, appunto un “altro e altrove che non si accontenta di ciò che
vede perché nulla soddisfa la sua innata curiosità”.
Viviana Cosentino