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19.12.24

Imprenditrice di giorno, escort di sera la doppia vita della cortigiana Chiara Martini Di base a Olbia con un'attività in Costa Smeralda, 38 anni:«Voglio evadere dallaroutine»



Sassari
«Scusa ma sono di fretta. Oggi parto per una se- riedi impegnidi lavoro e sono inritardo, fra due ore devo imbarcarmi e non ho ancora fatto le valigie». Chiara Martini, 88enne, sarda che vive a Ol- bia, non ha molto tempo libero da quando è uscito “Confessioni di una cortigiana”, ìl suo libro. Perché Chiara, che non è il suo vero nome, è la protagonista di.un racconto autobiografico .scritto per mettere nero su bianco le sue confessioni. Lei si definisce “cortigiana” in un tempo in cui si sente parlare di escort, onlyfanser e content creator? «In realtà mi definisco una cortigiana del nuovo millennio, che è quello che sono. Le escort, per quanto professionali, offrono un servizio breve in un lasso di tempo altrettan to
breve e perun target di persone medio. Anzi, popolare.
Lo dico senza offendere nessuno. lo offro compagnia a 360 gradi, fisica ed erotica, ma soprattutto întellettuale e cul- turale, che possa stimolare anche il cervello». Gi può fare un esempio?
 « Per me è importante condividere una conoscenza enologica, culinaria e culturale, Ecco, quando il mio ospite lo desidera, scelgo un menù raf- finato, con uno costo aggiuntivo, e lo consumiamo all'inter- no degli incontri dopo che è stato preparato da uno chef».
 Ospite? «Sì, chiamo così le persone che scelgo di incontrare». Cosa racconta nel suo li- bro? «Ho scritto i motivi e le moti- vazioni che mi hanno spinta Verso questa direzione, che poi fanno parte dei tanti aspet- ti che caratterizzano la mia personalità. Durante la pandemia avevo ben poco dafare e ho deciso di dedicarmi a qualcosa di stimolante che normalmente non avrei avu- to il tempo di completare. Ma soprattutto l'ho fatto perché mi interessava potermi mette- re.a nudo di fronte al pubbli- co. in modo da spiegare la mia scelta Perché alla fine è di questo chesi tratta, una scelta. «Proprio così, non lo faccio solo per avere un tornaconto economico o per risolvere le difficoltà. lo ho la mia vità, sono un'imprenditrice equesto nonè il mio lavoro principale. Ho un'attività ben avviata in Costa Smeralda, essere una cortigiana èsolo un modo per evadere». Quindi l'aspetto economi- co non conta? «Diciamo che è diventato un fattore, nonlo nego». Anche perché lei mette su- bito in chiaro le cose, a parti- re proprio dall'aspetto economico dei suoi incontri. «Fissare unacifra proibitiva per i più è la prima selezione per chi decide dî volermi in- contrare. Non tutti possono permettersi di spendere 600 euro per un incontro di un’ora, 700 per un'ora e mezza e 800 per due ore fino a 10mila per 48 ore». Lei dice di essere un’im- prenditrice, quindi a un certo punto ha deciso di cambiare vita? «No, non ho mai cambîato vita ho avuto ed ho una vita regolare, sono laureata in Scienze della comunicazione, ho un percorso di studi in ambito imprenditoriale e di marketing ad alti livelli. La verità è che sin da quando.ero ragazzina sognavo di vivere una vita alternativa. Volevo provare quello che fantasticavo,in compagnia dî uomini interessanti, di cultura, con esperienza mentale e fisica. Ho sempre avuto voglia di condividere l'intimità con quelli chedefinisco “gentiluomini"»; Però. queste “evasioni” comportano anche rischi. Si è mai sentita in pericolo? «Per fortuna non ho mai avuto paura. Nella maggioranza dei casi mi sono trovata molto bene, sempre con

persone  serie». È stata fortunata? «Non è questo. Grazie alla mia formazione sono in grado di capire chi sto incontran- do dopo pochi messaggi, perché inizia tutto su Whatsapp. È allora che io capisco se una persona è ansiosa o arrogan- te, se vuole comandare 0 pre- varicare. Riesco a capire la formazione, l'intelligenza emotiva.... E quando non riscontro queste qualità, blocco il con- tatto. Perché comunque è capitato di parlare al telefono con persone bizzarre», Le è mai capitato che un ospite si innamorasse di lei? «In realtà succede abba- stanza spesso. Ci sono perso- nechestinvaghiscono ma dopo un tot di tempo si rendono conto di dover mettere dei freni, capiscono da soli che non è il caso di continuare. Nel 99 percento dei casi si risolve così,sennò mi allontano io». Anche perché lei ha un compagno. «Sì, è vero. Siamo persone mentalmente libere e aperte e, lo dico subito, non siamo strani. Entrambi comprendiamo che non si debba rinunciare a vivere esperienze di questo tipo solo peri blocchi men- tali». Come avete vissuto questa esposizione pubblica? Dopo l'uscita del libro è  stata  contatta anche da giornali  brasiliabni . «Ma non parlo il portoghese (ride, ndr). La verità è che la mia esposizione pubblica lo ha rincuorato. Lui sa quanto io.sia selettiva e non si preoccupa. Quello che non mi va,lo scarto. Preferisco perdere un'occasione che rischiare qualcosa». Ritornando al suolibro, cosa c'è di vero în quello che racconta? «Tutto. Dico che la autobiografia è romanzata perché tutelo la mia privacy e quella dei miei ospiti. A viso scoperto non lo avrei mai potuto raccontare a nessuno». Quanto è importantela privacy «È fondamentale. Anche nel mio sito mostro solo par- zialmente il viso e poco altro. Pubblicare le mie foto sul web senza accorgimenti»sarebbe controproducente per il mio lavoro, quello vero. Poi la mia famiglia non conosce questo lato della mia vita e non vo- glio che lo scopra perché quello:che per me è solo un modo per evadere, per loro potrebbe essere divisivo. Inoltre desi- dero rimanere anonima, altri- menti sarebbe come essere una pornostar e portarsi appresso un'etichetta».

15.5.19

escort romana che accetta bistecche al posto del denaro. e offre lo sconto a chi chiede il redditto di cittadinanza





Si chiama Simona ed è una escort romana. Confessa: Non so dove mettere i contanti guadagnati, meglio il baratto”



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Simona, escort romana: “Basta soldi, con i clienti faccio il baratto. per un rapporto orale servono dieci chili di ciliege, per una notte di sesso un televisore al plasma. A un macellaio una volta ho chiesto dieci bistecche".

La donna, che si prostituisce nella propria abitazione, ha dichiarato: "Sono stufa, in altri Paesi è tutto regolarizzato, in ordine, le prostitute vengono controllate, anche a livello medico, c'è chi si occupa della loro sicurezza, mentre noi qui non abbiamo nulla e dobbiamo anche avere timore quando pensiamo ogni volta a dove mettere i soldi. Io lancio una provocazione, ai miei clienti farò fare un baratto. Per un rapporto orale, non devono darmi soldi ma dieci chili di ciliege. Oppure un televisore al plasma se vogliono stare con me tutta la notte. Poi qui vengono persone che fanno diversi lavori. Dal cliente che lavora nell'abbigliamento, mi faccio potare un po' di vestiti, da un cliente idraulico mi faccio riparare i lavandini. A un macellaio ho chiesto dieci bistecche, che costano parecchio. Facciamo così, così almeno non abbiamo più il problema dei soldi e abbiamo dentro casa tutte le cose di cui abbiamo bisogno".Simona, poi, ha raccontato di avere diversi feticisti tra i suoi fans: "Molti clienti vanno matti per i piedi. Ci sono uomini che apprezzano i piedi più del seno e del sedere. Quando vengono qui mi chiedono di mettere determinate scarpe, oppure mi chiedono di avere piedi curati. Una volta è capitato anche uno che voleva il piede odoroso, non profumato. Voleva sentire l'odore del piede, gli ho detto che avevo le scarpe da ginnastica da diverse ore e lui è impazzito. Mi ha chiesto di tenere i piedi così".Simona, escort di Roma di 36 anni, è intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall'1.30 alle 6.00 del mattino.

https://www.agenpress.it/notizie/2019/01/16/

Escort romana lancia il “sesso di cittadinanza”. Sconto del 50% a chi percepisce il reddito di cittadinanza


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immagine simbolo (pixabay)

Agenpress – “Visto che sta arrivando il reddito di cittadinanza con cui lo Stato intende aiutare le persone che si trovano in difficoltà economica, io lancio ufficialmente il sesso di cittadinanza. Praticamente, a tutti quelli che verranno da me e mi dimostreranno di aver diritto al reddito di cittadinanza, o quando sarà in vigore di percepirlo, applicherò uno sconto del 50%. Anche il sesso deve essere un diritto per tutti, soprattutto per chi vive una situazione di difficoltà, anche economica. Incontrare una escort e farci l’amore può essere salutare sia per il fisico che per la mente. Certamente è importante per l’autostima.Ovviamente ogni persona che usufruirà dello sconto legato al sesso di cittadinanza potrà farlo una sola volta al mese”.
Lo dice Simona, escort romana di 35 anni,  intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 lanciando il ‘sesso di cittadinanza’:
La escort romana, poi, ha aggiunto: “Se ci fosse stato una decina d’anni fa il reddito di cittadinanza, io non avrei iniziato a fare la prostituta. Ho cominciato giovanissima, in un momento in cui ero sola. Avevo perso da poco il mio compagno, ero senza un soldo, non sapevo come fare. Chiesi aiuto a diverse realtà, ma dallo Stato mi sono sempre trovata isolata. Avevo bisogno di un aiuto concreto ma non l’ho mai ricevuto da nessuno, figuriamoci dalle Istituzioni. Per questo, se dovesse funzionare, il reddito di cittadinanza sarebbe una misura veramente positiva”.

21.4.19

Ho detto a mia madre che incontro degli escort. Così la sua reazione ha cambiato il nostro rapporto


per  approfondire





Anche loro devono vivere la loro sessualità non capisco questi stupidi tabù . E già per loro la vita è difficile , se poi gli togliamo \ proibiamo anche questo :-( . la storia di uomo disabile e gay che vive in sedia a rotelle, e trova consolazione alla sua situazione nel fare sesso
Prima di negare la sessualità ai disabili leggete questa storia tratta da https://www.huffingtonpost.it/ 20/04/2019 12:06

Questo post è apparso per la prima volta su The Huffington Post US ed è poi stato tradotto dall'inglese da Milena Sanfilippo.






Da uomo disabile e gay che vive in sedia a rotelle, e ama fare sesso con altri uomini, ho dovuto affrontare la fase del coming out più volte e in modi diversi.Mi sono dichiarato gay a sedici anni. All'epoca, faticavo ad accettare la condizione di disabile su una sedia a rotelle e temevo che rivelando la mia sessualità, avrei aggiunto soltanto un ulteriore peso alla mia vita.Dopo aver cercato un termine che mi si adattasse in modo più autentico, mi sono dichiarato queer a ventisette anni. La parola gay non mi faceva sentire più a mio agio. A causa della disabilità, non sono muscoloso, "maschio" e non vanto nessuna di quelle caratteristiche che spesso sono associate culturalmente a quella parola. Il termine "queer" mi faceva sentire al sicuro. Significava che non dovevo conformarmi a un concetto che rimanda a immagini e idee ben precise e che la mia disabilità non avrebbe potuto soddisfare.A trent'anni, mi sono dichiarato uno "storpio queer." È stato durante la fase "Fanculo! Sono disabile e se non riuscite ad accettarlo, fuori dalle palle." Sapevo cosa pensava la gente del rapporto tra disabili e sesso, e volevo prendere quei pregiudizi, sovvertirli e mettermeli addosso come una medaglia al valore. Se avessi rivendicato la parola "storpio", pronunciandola per primo, magari la discriminazione e il pregiudizio che affrontavo ogni giorno non mi avrebbero fatto più tanto male, giusto?Per tutta la vita, ho dovuto rivelare le mie identità differenti agli infermieri a domicilio che mi aiutavano nelle attività quotidiane come farmi la doccia o andare al bagno. Ogni volta che facevo coming out con uno di loro, speravo che la mia onestà non li offendesse, perché dipendo dal loro aiuto. Mi è capitato di nascondere ciò che ero per non perdere l'assistenza.Ho dovuto rivelare la mia identità sessuale anche ai membri della comunità di disabili. Con mio enorme sgomento, con loro fare coming out si è rivelato spesso più difficile. Mi sono sentito dire che mi serviva solo una ragazza normodotata e tutto si sarebbe sistemato. Ciascuna di queste storie ha plasmato la mia identità di queer disabile in maniera sostanziale, ma credo che la mia esperienza recente di coming out sia stata la più potente e la più rivoluzionaria del mio percorso: ho detto a mia madre degli escort.Ho deciso di rivolgermi a degli escort circa due anni fa. Non ne potevo più della discriminazione che dovevo tollerare quando cercavo una scappatella. Non ne potevo più di sentirmi chiedere se i miei genitali funzionavano correttamente o di ricevere messaggi in cui mi dicevano che ero "troppo carino per essere disabile o che sembravo "ritardato, nessuno ti vorrebbe". Il dolore causato da questi scambi aveva un effetto devastante su di me e non sapevo cosa fare. Ero furioso perché non potevo godere del mio corpo come desideravo e perché gli altri uomini queer non mi consideravano sessualmente appetibile.Un giorno, ho visitato un sito di escort gay e ho iniziato a guardarmi un po' intorno. Non avevo idea di quello che avrei fatto, ma sapevo di dover provare qualcosa di diverso.Ho contattato un paio degli uomini del sito e chiesto loro se erano mai stati con un cliente disabile. Qualcuno mi ha risposto di sì e molti altri mi hanno detto di no. Alla fine ho trovato un escort che mi piace molto – capelli castani, bellissimi occhi azzurri e il petto villoso (il mio punto debole). Gli ho scritto dicendogli che volevo prenotare una sessione. Lui ha accettato. Da allora, ci vediamo a cadenza regolare.La nostra prima sessione è stata caratterizzata dal nervosismo: entrambi cercavamo di capire come approcciare la mia disabilità. Lui non voleva farmi male e, più tardi, mi ha confessato che temeva di non soddisfare le mie aspettative. Io cercavo di fare del mio meglio per rendergli più facili le fasi legate alla disabilità - farmi salire sul letto, sistemarmi nella mia imbracatura speciale mentre gli dicevo come muovermi. Ho passato quella prima notte a temere che mi avrebbe detto che non poteva o che se ne sarebbe andato, come avevano già fatto tanti altri prima di lui.Invece è rimasto, e ormai siamo entrati nella giusta sintonia. Condividiamo i nostri corpi, le nostre vulnerabilità e ci facciamo un sacco di risate. Abbiamo costruito una fiducia che non ho con nessun altro, e che non cambierei con niente al mondo. Mi ha aiutato a riconnettermi con la mia identità di queer e con la disabilità in modi che non riesco nemmeno a descrivere, e gli sono infinitamente grato.Mentre l'avventura in questo mondo andava avanti, continuavo a nascondere le mie nuove esperienze a mia madre e la cosa mi stava uccidendo. Lei ha visto il meglio e il peggio di me – e del mio corpo – e siamo sempre stati sinceri l'uno con l'altro, su tutto. Ma non osavo ammettere che stavo pagando un escort. Una parte di me si vergognava a morte e voleva risparmiarle quella vergogna. Inoltre, non volevo che si preoccupasse che suo figlio – un uomo fisicamente debole – avesse preso una brutta strada né che si chiedesse quali sarebbero state le conseguenze di quella scelta su di me e sul mio futuro. Perciò non le ho raccontato nulla di quello che sto (molto felicemente) facendo... Fino a un paio di settimane fa.È successo un martedì sera; io e mia madre eravamo nel pieno di una delle nostre chiacchierate al telefono. Non ricordo neanche di cosa parlassimo – qualcosa di marginale, comunque – e d'improvviso, ho preso coraggio e l'ho sparata lì: "Sai mamma, sto vedendo un escort." Ero terrorizzato dalla sua reazione, ricordo che mi è mancata l'aria dopo aver pronunciato quelle parole. Ha aspettato circa dieci secondi prima di parlare e, in quel lasso di tempo, ho immaginato tutte le reazioni possibili. Si sarebbe arrabbiata. Mi avrebbe denunciato. Si sarebbe vergognata di me. E poi, dopo quella breve pausa (che mi è sembrata lunga cent'anni), ha detto una cosa che non dimenticherò mai: "Ma è fantastico." Mi sono sentito travolgere da un'ondata di sollievo. Ho fatto un respiro profondo. Quando mi spavento o mi eccito o provo una qualsiasi emozione, i miei muscoli si contraggono (grazie mille, paralisi cerebrale). Ma quel giorno si sono rilassati all'istante e io sono sprofondato sulla mia sedia a rotelle. D'un tratto mi sono sentito libero come non mi era mai successo. Con mia madre potevo essere me stesso in tutto e per tutto: un uomo sulla sedia a rotelle; queer, disabile, un uomo che si rivolge a degli escort per soddisfare le sue esigenze.Raccontare a mia madre di questo aspetto della mia vita mi ha aiutato ad accogliere e celebrare la capacità decisionale che ho sul mio corpo, sul mio tempo e sui miei soldi e mi ha permesso di cambiare il mio punto di vista sull'intimità, sul sesso e sull'amore. Una delle frasi più potenti che mia madre ha detto dopo la nostra chiacchierata è stata: "Andrew, non c'è niente di male nel sesso."  È un'affermazione semplice eppure straordinariamente potente quando a farla è una persona che rispetti, che ami e che vuoi rendere orgogliosa. Mi ha detto anche: "Puoi anche solo fare sesso, l'amore non dev'esserci per forza". Dal momento che gran parte del discorso su sesso e disabilità viene collegata all'amore romantico – e al trovare qualcuno che ti ami "oltre la disabilità" – il fatto che mi abbia riconosciuto e sostenuto come un disabile queer che cerca solo sesso, come e quando vuole, è stato incredibile.Ma soprattutto, credo che uscire allo scoperto con mia madre abbia rafforzato il nostro legame. Adesso so che posso confidarle ogni aspetto della mia vita di queer e disabile e questo per me non ha prezzo. Inoltre, adesso possiamo costruire un'amicizia ancora più forte come due individui indipendenti – senza interpretare i rispettivi ruoli di "madre e figlio".Fare coming out non è mai una passeggiata. C'è sempre la minaccia incombente di uscirne ripudiati e feriti e se sei disabile rischi di perdere ancora di più. Ma più condividiamo le nostre storie e raccontiamo le esperienze che viviamo – e il motivo delle nostre decisioni – più sfonderemo le barriere tra le persone che amiamo e il mondo in generale.Purtroppo, nel 2019, rivolgersi a un professionista del sesso è ancora oggetto di stigmatizzazione nella nostra società, ma le cose non dovrebbero andare così. Ciò che succede tra due adulti consenzienti dovrebbe esser affar loro e basta. Permette a persone come me – un disabile queer con un sano appetito sessuale – di godere del proprio corpo e della propria sessualità in modi che ti fanno sentire forte, sexy, importante, aspetti che in genere non associamo alla disabilità.Sono fortunato ad avere una madre che mi accetta per come sono. So che non tutti hanno questa fortuna ma, forse, condividendo la mia storia e rivelando chi sono, avrò dato a qualcun altro il coraggio di parlare con i suoi cari e di essere più aperto.Se ci sono riuscito io, vuol dire che ne vale la pena!



COURTESY OF ANDREW GURZA

3.2.15

CHE GRAN FISCO DE ‘NA MIGNOTTA! L’AGENZIA DELLE ENTRATE FA I CONTI IN CHIAPPA ALLA ESCORT E LE NOTIFICA UNA SANZIONE DI 70 MILA EURO PER NON AVER PAGATO LE TASSE DAL 2009 AL 2014

Ho pensato di parlare  di prostituzione  e sesso  visto che tira  di più un pelo di .....  cioè    i post  più letti in rete   oltre ai  post  sui cani e  gatti    al gossip  , gli anticasta ,  complottisti ,    c'è  il sesso Infatti ,  incima   ai mie post  più letti   compare  al primo  posto, nonostante  siano passati quasi 4 anni  il caso dei film porno  di Sara  tommasi .Quindi  ho deciso di  dare spazio ( odem farò se  qualcuno\a  dio voi  è contrario a tale  cose  )   a    questo notizia preso da http://www.dagospia.com/
Però prima    ne  approfitto   per  ribadire  la mia idea di legalizzare  la prostituzione  ovviamente  quella  volontaria  e  maggiorenne .
Perchè a mio avviuso  è l'unica  soluzione   e  nel resto dell'Europa   specie    quella del nord   lo hnno capito   rispetto a noi  Italiani .  Solo  cosi  visto il fallimento delle politiche proibizioniste  erepressive    si  evitano    situazioni simili a quelle descritte sotto   , sfruittamento da  parte delle mafdie  e dei papponi ,  spettacoli vergognosi  lungo le strade  , violenze in case  chiuse   visto  che   punendo  i clienti  e  l'addescamento   esse  si nascondono  , ecc .
Inotre  aggiungo  io   mancati  introiti allo stato  perchè  non la liberarizziamo   e puniamo solo lo sfruttamento  ?
Ma desso bado alle  ciancie  e vediamo all'argomento in questione


 Andrea Rossi per “il Sole 24 Ore”
3 feb 2015 16:59

Alla donna sono stati riconosciuti 5 giorni di riposo forzato al mese, causa ciclo mestruale, e 30 giorni di ferie l’anno - Il mese lavorativo è di 25 giorni. Sono stati ipotizzati due clienti al giorno, con tariffa media di 70 euro - I conti sono presto fatti: per il Fisco la signora guadagna 3.500 euro al mese e poco meno di 40 mila all’anno




 


Quanto guadagna una escort? Dipende da quanti clienti ha, direte voi. Sbagliato. Dipende da un funzionario dell’Agenzia delle Entrate e dalle sue valutazioni. Per conferme chiedere a M. V., una prostituta cuneese di 37 anni, che si è vista recapitare dal Fisco una sanzione di 70 mila euro per non aver pagato le tasse dal 2009 al 2014. Le hanno fatto i conti in tasca. Anzi, sotto la gonna.??
«Un giorno hanno suonato alla porta di casa. Erano i carabinieri. Mi hanno detto che avevano letto il mio annuncio su un giornale. Non capivo che cosa volessero». I dubbi si dissolvono in un amen. «Mi hanno chiesto se davvero sono una escort. Che domande, certo che sì, non vedo perché dovrei nascondermi». ?
IL CONTEGGIO?
AZZURRA - ESCORT

                                  AZZURRA - ESCORT
Fine della visita e inizio dei guai. La pratica passa all’Agenzia delle Entrate che aveva disposto le verifiche controllando gli annunci pubblicitari pubblicati su alcuni giornali. Del resto la signora, italiana, ha un lavoro, ma non dichiara alcun reddito e - di conseguenza - non versa un euro di tasse. Il problema però non è di poco conto: quanto lavora una escort? Quanto guadagna? Impossibile saperlo: non esistono passaggi di denaro tracciati. E allora come si calcola ?


Un bel dilemma, che un funzionario di Cuneo risolve con un calcolo spannometrico e anche molto discrezionale. Dunque, considerato che la signora è a riposo forzato per cinque giorni al mese, causa ciclo mestruale, si può ipotizzare che lavori 25 giorni. Vogliamo concederle trenta giorni di ferie l’anno? Sembra ragionevole.
escort
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Poi tocca scendere ancora più nei dettagli: quanti clienti riceverà in un giorno? Potrebbero essere due, uno al pomeriggio e uno la sera. E che ciascuno paghi una tariffa di 70 euro. I conti sono presto fatti, a questo punto: la signora guadagna 3.500 euro al mese e poco meno di 40 mila all’anno.
 Il tutto esentasse, ovviamente.?Ed ecco che scatta l’accertamento tributario: poiché la donna è una libera professionista l’Agenzia delle Entrate le contesta di non aver versato le imposte sul reddito di impresa. E le presenta il conto: 70 mila euro, multecomprese.?Inutile scucire informazioni alla signora.
«Quanto guadagno sono affari miei». Inutile anche dire che - avendo due appartamenti di proprietà, e rischiando quindi il pignoramento - la donna s’è precipitata da un avvocato e ha fatto ricorso alla commissione tributaria provinciale. L’ha pure vinto: secondo i giudici l’accertamento era scorretto e quindi doveva essere annullato. ?La regolamentazione?Per versare le imposte, M. V. dovrebbe avere almeno una partita Iva.
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«Sì, ma ha mai provato ad andare alla camera di Commercio? Non sanno nemmeno in quale categoria inquadrarci. Dove ci inseriscono, tra le attività di servizio alla persona?». Regolarizzare la propria posizione, per una escort, è un’impresa. Ed è l’appiglio cui si sono agganciati l’avvocato Emiliano Riba e il tributarista Ivan Tosco che hanno assistito la donna nel ricorso. «Finché la prostituzione non è un’attività regolamentata non è possibile chiedere il pagamento delle tasse», spiega Riba.
 «È vero che così si sottraggono al Fisco diversi milioni di euro, ma l’Agenzia delle Entrate non può sottrarsi al Parlamento. Il suo è un tentativo un po’ maldestro».?Anche in questo caso i funzionari del Fisco ripeteranno il mantra diventato abituale in Italia: ce lo chiede l’Europa.
 n effetti, l’Unione europea considera tassabile il reddito derivante dalla prostituzione. Peccato che, tanto per cambiare, l’Europa si è ispirata alla Germania, in cui l’attività è regolarizzata dal 2002 e dove escort e prostitute pagano le imposte ai Comuni e ai Länder. Con grande gioia dei sindaci: Colonia, prima città a introdurre un’apposita tassa, incassa oltre un milione all’anno

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...