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Visualizzazione dei post con l'etichetta disagio sociale

Viola Ardone: "Vi racconto le mie "matte" e i miei studenti, che grande meraviglia"

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È il diario poetico di una quindicenne nata e rimasta chiusa in manicomio con la mamma (finita lì perché incinta e fedifraga), è la storia di un dottore basagliano in trincea in corsia e assente in famiglia.  È "Grande meraviglia" (Einaudi), il nuovo romanzo di Viola Ardone: parla di donne e diritti negati, ieri e oggi, di paternità e figliolanza, ma anche di cura. Quella che la scrittrice professoressa, insegna latino e italiano in un liceo scientifico di Giugliano (Napoli), mette nei suoi romanzi e in aula, con i suoi studenti. In dialogo con Giulia Santerini    che  troivate  qui  Ardone spiega perché a 45 anni dalla legge Basaglia ha sentito il bisogno di scrivere questo libro e del disagio che avverte anche tra i più giovani. Ma ci dice anche di più sul suo modo di intendere e insegnare la scrittura, lavorare a contatto con le nuove generazioni in un'area non facile. Gli occhi accesi di passione, l'esperienza per ammettere che ogni bocciatura è un fallimento. Ma

ennesimo bla bla dopo l'ultimo omicidio genitoriale avvenuto a Ferrara

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Dopo l'ennesimo fatto di cronaca nera  Eccoci  ad  i  soliti  articoli   ed  interviste  vacue  ed ovvie a psichiatri e  sociologi  da   salotti mediatici televisivi  ( ovviamente senza generalizzare  )  e  criminologi   che  affermano  : <<   Ciò che colpisce in questa vicenda sono due cose: l’incapacità di reggere la frustrazione da parte di una generazione abituata sempre e soltanto ai sì e che al  primo no perde la trebisonda. E il ruolo dell’amico che partecipa al massacro di persone che neanche conosceva. È spaventoso, siamo al deserto educativo totale >> . Infatti i ecco  cosa  dice il settimanale        http://www.famigliacristiana.it /    sull'orribile massacro  di Ferrara   «RAGAZZI CHE HANNO TUTTO E AL PRIMO NO UCCIDONO» 11/01/2017   «Ciò che colpisce in questa vicenda», spiega lo psichiatra, «sono due cose: l’incapacità di reggere la frustrazione da parte di una generazione abituata sempre e soltanto ai sì e che al primo no perde la trebiso

Sassari Scoppia un incendio nel rifugio, ma lui non fuigge e resta con l’amico malato

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Leggo sulla nuova  d'oggi    questa  news  di Daniela Scano Scoppia un incendio nel rifugio, ma lui resta con l’amico malato Commovente gesto di amicizia tra senzatetto nell’ex piazzale degli autobus di via XXVAprile, diventato una baraccopoli e una bomba ecologica - SASSARI.  Quando è divampato l’incendio, c’è stato un fuggi fuggi generale di barboni. Solo Rashid, che è molto malato e da tempo non riesce più a camminare, non si è mosso dal tugurio che è diventato la sua casa. «Non ti lascio solo», lo ha rassicurato un compagno di sventura che in effetti gli è rimasto accanto, nonostante gli inviti del clochard marocchino ad andarsene per evitare di mettersi nei guai. Il pericolo per i due uomini non era il fuoco, rimasto sempre abbastanza lontano, ma incappare nelle forze dell’ordine che qualche mese fa avevano sgomberato il piazzale di via XXV Aprile dai barboni che l’avevano occupato. Quando i vigili del fuoco sono arrivati, l’altra sera Rashid era al sicuro con il su