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8.5.23

Paolo Crepet: “Michela Murgia dà la parola ai morituri. Qualche cretino dirà che è esibizionismo, ma le sue parole sono rivoluzionarie”

 di  solito  non  commento tali  cose   perché    non  saprei cosa  dire    e  quindi come in questi caso lascio  la  parola    agli  altri .  Prima  con  l'articolo  di  Daniela   Tuscano   (  lo  trovate  qui  )     e poi  questo bellissimo  (  ogni  tanto mi  trova  d'accordo  )  di  Crepet 


Paolo Crepet: “Michela Murgia dà la parola ai morituri. Qualche cretino dirà che è esibizionismo, ma le sue parole sono rivoluzionarie”

Paolo Crepet: “Michela Murgia dà la parola ai morituri. Qualche cretino dirà che è esibizionismo, ma le sue parole sono rivoluzionarie”

"Le vorrei dire grazie. Per le parole e il coraggio"

13.3.21

I nostri governanti maestri di ignoranza

leggendo i  giornali    con   https://www.medialibrary.it/home/index.aspx con  ho   letto  su    Libero  ogni  tanto    è  utile   --- anche    se   si conosce  già  ---    leggere  quello  che dicono  i  giornali (  anzi  gli pseudo  giornali ) ,  i  due   articoli che    trovate  sotto  . 

Il  primo   

Ora   Crepet    non ha  tutti   i  torti   perchè Dad  o  non Dad   se uno\a  non fa  un  ....  nemmeno   il minimo      dev'essere  bocciato  . Ma la    ver a  ignoranza   è dovuta  alla  nostra  classe politica      cioè a quelli   che dovrebbero  curare  l'istruzione    della  popolazione  .  

Infatti    a  confermare  ciò  è i secondo  articolo  

Ora   premetto   che  detesto non  la  persona in se  ,  in quanto è  un caso umano  ,  ma  la  sua ideologia  ed modo  fazioso   che questo  giornalista  (   per  essere buoni   ed non infierire  troppo )   ha   di  esporre    i  fatti   e di     e vedere      solo la  pagliuzza   del suo avversario  ed  non la trave   che    esso  ( ed  il  suo padrone   \  referente  politico   ha )  per  ulteriori dettagli vedere  la sua    biografia  qui  su  wikipedia     .
Ma   non riesco a  biasimarlo completamente  in quanto anche la  merda    ed  i  qualunquismo    contiene      un po'  di verità 

 

I nostri governanti maestri di ignoranza

L’attuale classe dirigente è composta da incompetenti che sproloquiano su tutto. La zucca vuota, ma di successo, è il modello proposto alla gioventù

L’umanità ha riconosciuto dai primordi di avere un nemico: l’ignoranza. Ha sempre cercato di emanciparsi da essa per non consentire alla natura e ai prepotenti di sottomettere la brava gente. È sempre stato così. Fino all’arrivo di Di Maio e dei grillini al Potere. Dopo di che l’ignoranza è diventata un titolo di merito, una conquista agognata sul divano, la prova di una purezza adamantina. (...)

Personalmente ho sempre ritenuta diabolica la pretesa della scienza di impadronirsi del mistero dell’essere. Diabolica e persino ridicola. Non c’era bisogno del Covid e delle baruffe gallinacee tra virologi per scoprirlo. Gli scienziati sono in corsa per darci l’immortalità, ma non sono ancora riusciti a curare la calvizie e il raffreddore. Ma non è un buon motivo per l’instaurazione della dittatura dell’ignoranza, come forma di governo vigente in Italia. Non bisogna confonderla con la confessione di Socrate: «So di non sapere», perché quella era lealtà dinanzi all’infinità dei mondi. Esprimeva la consapevolezza del limite e subito la voglia di andare oltre l’orizzonte, aprendosi all’avventura mai appagata di «virtute e canoscenza», per la quale nacque Ulisse e noi con lui.

Qui siamo invece alla prevalenza del “buon selvaggio” e alla affermazione della superiorità morale e intellettuale del vuoto mentale conclamato come passaporto per essere classe dirigente. Guai a rovinare con lo studio la foresta vergine e riccioluta come le chiome di Toninelli e della Taverna. I social ma anche i talk show sono dominati dalla filosofia dell’uno vale uno. L’opinione sulle origini del virus dell’analfabeta, ma deputato, dunque portavoce del popolo, vale più del giudizio del professor Giuseppe Remuzzi, in odore di Nobel della medicina. Uno uguale uno vuol dire dittatura dell’ignoranza. Il primo teorico della faccenda fu Jean Jacques Rousseau che, inconsapevole di poter essere due secoli dopo trasformato in piattaforma da Casaleggio, era un filosofo e persino un educatore, anche se siamo certi si sarebbe sparato se avesse intuito che cosa avrebbero fatto dell’Italia le sue idee in mano a Grillo. Sosteneva che la “volontà generale” esprimesse la verità. Essa è stata tradotta come volontà della Rete. Risultato: la tabula rasa. Non è additata quale modello la competenza esito della fatica e premiata per questo; è la zucca vuota ma di successo ad essere proposta come esempio alla nostra gioventù.

IL CERTIFICATO DI BATTESIMO

Come ha scritto Antonio D’Anna su Italia Oggi l’unico titolo di studio che non è biasimato è il certificato di battesimo, anche perché nessuno ti può incolpare di aver sgobbato e passato notti insonni per ottenerlo. Siamo portati - e la mia modesta prosa lo dimostra - a scherzarci su. Ma è una tragedia della civiltà. E questo stato di cose è insieme esito e causa dello stato di crisi se non di coma delle agenzie educative. La famiglia, la scuola, la Chiesa, lo Stato, l’esercito sono stati, e dovrebbero tuttora essere, le forme con cui gli individui associandosi consegnano l’eredità di valori e conoscenze alla generazione successiva. I giovani per salire sulle spalle di chi li ha preceduti devono arrampicarsi, giocando la loro libertà: per sviluppare o negare la proposta dei padri e delle madri, dei maestri e dei preti. Si annega tutti nel mar nero dell’uno vale uno, cioè zero, che è il nome della cultura prevalente: il nichilismo. Che non è colpa dei ragazzi ignoranti, ma degli adulti che non hanno saputo accendere la fiaccola affascinante di una bellezza e di una conoscenza da attingere come acqua nel deserto. È uscito un libro illuminante: Sotto il segno dell’ignoranza ( Ed. Egea, pagg. 184, € 22) di Paolo Iacci, che non è un filosofo teoretico ma uno che sta in trincea, grande esperto in gestione delle risorse umane. La prima riga del volume è lapidaria: «In Italia vige la dittatura dell’ignoranza». Quel che segue è una fotografia tremenda. «Questa è la nuova questione morale del Paese. La classe dirigente ha da tempo abdicato a favore di una orda di incompetenti che stanno occupando i posti di potere e che si approfittano della volontà di cambiamento diffusa nel Paese per occupare indegnamente i principali posti di responsabilità».

Dopo di che è arrivato Mario Draghi, che è tutto meno che incompetente e negazionista dei congiuntivi. Esaudendo l’invocazione disperata di Berlusconi a Mattarella e al buon Dio si sarebbe cambiato paradigma. Speranza assai tenue. Il catrame della divina ignoranza ha inzuppato i gangli vitali della società e i meccanismi di selezione della classe politica. La dittatura dell’analfabetismo intellettuale e morale allunga ancora i suoi tentacoli abbrancando poltrone e leve di comando. Tant’è che Draghi e Mattarella hanno “dovuto” stendere il tappeto del governo perché sia calpestato dagli zoccoli di alcuni campioni dell’asineria. Non verrà dai vertici la riparazione del modello (dis)educativo regnante. Si deve ripartire dal basso, dalle famiglie, dalla scuola, dagli oratori. Dal popolo insomma. Campa cavallo.



  concludo    con    gli   ultimi  versi  


Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali \che possa contemplare il cielo e i fiori\che non si parli più di dittature \se avremo ancora un po' da vivere... \ La primavera intanto tarda ad arrivare.
  di     questa  canzone  




  alla  prossima

17.1.17

La misoginia diventa gruppo facebook: e la chiamavano parità e psicologici da salotti televisivi

ti potrebbe essere utile





analizziamo il  primo caso  e la prima parte del titolo 

Essi   --- come dice   l'amica   di blog  e  di facebook  Tina Galante    sulla  sua  bacheca  di facebook 


no condivise foto di ragazze di età che varia. E che potrebbero essere le loro madri, le loro sorelle, le loro figlie, le loro nipoti, le loro compagne. Foto rubate e che divengono fonte di indicibili ed orribili dichiarazioni. 


Infatti  [ per  il momento   solo verbale  e scritta  , ma  si  sa come spesso  accade   c'è il   forte  rischio  che si possa  passare  alle  vie  di  fatto    ] La violenza più perversa che diventa divertimento e modalità di incontro tra uomini che probabilmente non si conoscono ma che sono accomunati da un sentimento aggressivo e misogino e maschista da far rabbrividire. Cattiverie suggerite ed aggiudicate alle quali chi più ne ha più ne metta: come una gara a chi pensa ed esprime il più valido oltraggio alla Persona presa di mira. E fa paura, e fa rabbia.
E davanti a quelle spaventose conversazioni, vien da chiedersi dov'è il rispetto. Il rispetto, dov'è? E chi siete voi? Chi pensate di essere o chi volete sembrare quando inveite contro Volti e contro Corpi come se fosse l’atto più ovvio da compiere? E se fosse vostra sorella? Se fosse vostra madre o vostra figlia? Se fosse vostra nipote o la vostra compagna? Pensereste le stesse abominevoli cose? Le guardereste dall'alto del vostro sesso con la patologica presunzione di possederle e di utilizzarne ogni parte come se non fosse Persona? Suggerireste gli stessi trattamenti da riservare a Donne simili, molto simili alla Donna che vi ha messo al mondo?Anche i nomi che attribuite ai vostri gruppi sono impronunciabili, sono sporchi e sono volgari come lo sono le vostre intenzioni e le vostre mani e i vostri occhi. E mi chiedo se c’è qualcosa che vi emoziona, mi chiedo se vi fermate ogni tanto a guardare la luna, se correte mai contro il vento, se vi accade di sentirvi piccoli. Finiti. Umani. Semplicemente umani. Come lo sono le vostre vittime attraverso le quali cercate di elevarvi a chissà quale natura, a chissà quale realtà, a chissà quale possibilità.Come se la vita fosse di chi va distruggendola ad altre: a quelle altre che non hanno colpa e che devono essere libere di vestirsi come vogliono, di sorridere come vogliono senza rischiare di diventare vostri bersagli, vostre vittime e vostri tappeti su cui pulirsi bene le scarpe, prima di rientrare a casa e baciare la vostra madre, la vostra sorella, la vostra figlia, la vostra nipote, la vostra compagna.Gruppi facebook che tante Donne e numerose associazioni femminili [  e  non  ] stanno segnalando affinché si estinguano. Così come dovrebbe estinguersi tutto ciò che motiva, alimenta ed incoraggia atteggiamenti violenti ed oppressivi contro le Donne, contro la Donna.E la chiamavano parità. Ma non sarà parità fin quando una Donna non sarà libera di sorridere davanti ad una macchina fotografica senza essere definita nei modi peggiori e senza rischiare di subire e di soffrire quello di cui l’uomo è capace. E che crede gli spetta di diritto in quanto uomo, dimenticando di essere padre, fratello, figlio, nipote, compagno. Dimenticando di essere umano. Prima di tutto, umano.
  da http://www.ultimavoce.it/la-misoginia-diventa-gruppo-facebook-e-la-chiamavano/  eccetto le frasi in corsivo tra parentesi quadra  che  sono mie
In un commento  "non firmato"  all'articolo  questa vicenda mi ha colpito molto, voglio postare anche qui un commento che ho già postato ovunque si parlasse di questa storia.

se fossero ragazze a fare cose del genere non ci sarebbe alcuna sollevazione maschile, forse molti si sentirebbero onorati nel sapere che le ragazze pensano a loro mentre si masturbano, ma forse non sarebbero onorati nell’essere offesi e umiliati, ecco è questo che mi disgusta: non il fatto che questi si masturbino sulle loro conoscenti, la masturbazione è cosa normale (ma rubare immagini all’interessata, immagini che non erano per i tuoi occhi è infame, è violazione della privacy) ma l’umiliare, perchè “umiliamole”? Perchè le minacce di stupro? perchè disprezzi una bella ragazza che legittimamente ti suscita desiderio? Perchè preferisce sessualmente altri e non te? Solo questo? Allora sei uno sfigato, sei un perdente, sei tu da disprezzare non perchè “non scopi” o “non hai fortuna con le donne” ma perchè non accetti il fatto che una donna possa legittimamente desiderare sentimentalmente e sessualmente altri e non te.
Io sono maschio, sono eterosessuale, adoro il sesso, mi piacciono le belle ragazze, mi masturbo (ma non penso tanto alle mie conoscenti bensì alle scene di sesso in film e telefilm), e proprio perchè adoro il sesso detesto queste cose, questa non è lussuria, la lussuria è qualcosa di bello quando è consensuale , ricevere lo sperma, il sudore, gli umori della persona amata durante la passione sessuale è una cosa bella; qui non c’è nulla di bello, qui non c’è lussuria qui c’è solo volontà di umiliare le donne solo perchè non accetti i tuoi desideri sessuali e non sopporti che una ragazza ti dica no per un qualsiasi motivo


al secondo caso  quello  degli  psichiatri  \  psicologi   accademici    che   non hanno  il   contatto  con la realtà  e  sono  come   questi di questa  famosissima  ( talmente famosa  e  nota  che  mi vergogno   di  dire  qual'è ,  e \o  din mettere  il video    a  voi l'onore  di  riconoscerla  )  canzone  
( ....)
Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,
un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate ! (..... )
Ma riporto questa  versione  alternativa  altrettanto valida


davanti  a  gente  che  fa   solo  da    scaricabarile     e parla  generalizzando  e  facendo  di   tutt'un  erba  un fascio  


i d'altro, perché dei giovani, di come vivono, di cosa vivono non ce ne importa nulla. Provate a trascorrere una mattina in un istituto tecnico e vedrete com'è l'inferno, passate una notte di sabato e contate i minorenni ubriachi, provate a vedere cosa c'è in un pomeriggio qualsiasi per un adolescente, nulla: genitori che lavorano e non pensano ad altro, il loro tempo connesso con chissà chi, nemmeno un prete per passeggiar… sono 25 anni che lo dico e lo scrivo, ma la gente è capace solo di scandalizzarsi per mezz'ora e poi torna nel proprio buco nero. troppo complicato assumersi una responsabilità, vero?

menomale c'è chi  gli  risponde    come si  dive
dal corriere  della sera  del  17\1\2017


LA LETTERA

«Non siamo tutti narcisi
Tanti ragazzi ci mettono
la voglia e il sudore»
Andrea, 20 anni, replica all’intervento di Antonio Polito: «C’è chi studia, lavora e aiuta in famiglia. Una gioventù che si è inventata nuove occupazioni; grazie a Internet, grazie alle start-up, grazie alla voglia di fare e alla fantasia»

di Andrea Chimenti


L’articolo di Antonio Polito
.


Buongiorno,
sono Andrea Chimenti, studente dell’università di Firenze e figlio di questa cultura narcisista come l’ha definita lei. Sarà l’ultima volta che estrapolo un concetto dal contesto del suo articolo; odio quando viene fatto da giornalisti e politici, sarei incoerente a farlo anch’io. Per questo vorrei focalizzarmi con lei sul totale. Mi dispiace ma lei di questa società moderna, di questi giovani, di questi ragazzi del nuovo millennio ha analizzato soltanto quello che risalta di più, e quello che risalta di più, in televisione, sui giornali e molto spesso sui media «tradizionali» è quello che ha descritto lei. Si è perso più di metà del mondo dei giovani italiani. Si è perso chi studia, chi lavora, chi aiuta in famiglia. Si è perso tutte quelle storie che non fanno numeri in televisione e sui giornali. Si è perso tutta quella gioventù che non trovando più le possibilità e i lavori che facevano i padri, si è inventata nuove occupazioni; grazie a Internet, grazie alle start-up, grazie alla voglia di fare e alla fantasia. Youtubers innovativi, sviluppatori di app, giovani agricoltori e giovani imprenditori nati grazie ai fondi Ue, ragazzi che affrontano studi innovativi, tutte queste persone, uomini e donne, sono dimenticate dai suoi discorsi.
Quello che le voglio dire è che il mondo narcisista che ha analizzato lei è solo una parte, e nemmeno così vasta, che ha creato questo mondo. Questo mondo ha creato anche molti che del narcisismo se ne fregano, e se ne fregano perché cresciuti da genitori capaci di fare i genitori, insegnanti che fanno gli insegnanti; e non da genitori che si permettono di fare gli insegnanti. Fare il genitore di un ragazzo di questo millennio è più difficile, perché come ha scritto lei il benessere si è abbassato, ma anche perché il mondo si evolve velocemente, il linguaggio, i media, la tecnologia. Infine, però, i principi sono gli stessi e se un genitore è capace di farli vedere e di trasmetterli, non importa del linguaggio, della tecnologia e di tutto il resto.
Si ricordi di vedere anche chi non viene mai raccontato e prenda le loro storie così da poter far vedere a quelli che ha descritto lei che in questo mondo l’unica cosa che conta è la voglia e il sudore, soprattutto il secondo. Non mi è piaciuto il suo articolo, troppo negativismo e nessuna propensione verso una soluzione o un riferimento da seguire. Un consiglio spassionato da un ragazzo di vent’anni: giornalisti e media in generale, raccontateci storie da cui poter imparare, raccontateci anche quello che secondo voi non va ma dateci sempre la parte positiva. Cercatela, c’ è sempre.



















12.1.17

ennesimo bla bla dopo l'ultimo omicidio genitoriale avvenuto a Ferrara

Dopo l'ennesimo fatto di cronaca nera  Eccoci  ad  i  soliti  articoli   ed  interviste  vacue  ed ovvie a psichiatri e  sociologi  da  salotti mediatici televisivi  ( ovviamente senza generalizzare )  e  criminologi   che  affermano  : <<   Ciò che colpisce in questa vicenda sono due cose: l’incapacità di reggere la frustrazione da parte di una generazione abituata sempre e soltanto ai sì e che al primo no perde la trebisonda. E il ruolo dell’amico che partecipa al massacro di persone che neanche conosceva. È spaventoso, siamo al deserto educativo totale >> .
Infatti i ecco  cosa  dice il settimanale    
  http://www.famigliacristiana.it/  sull'orribile massacro  di Ferrara  



«RAGAZZI CHE HANNO TUTTO E AL PRIMO NO UCCIDONO»

11/01/2017  «Ciò che colpisce in questa vicenda», spiega lo psichiatra, «sono due cose: l’incapacità di reggere la frustrazione da parte di una generazione abituata sempre e soltanto ai sì e che al primo no perde la trebisonda. E il ruolo dell’amico che partecipa al massacro di persone che neanche conosceva e che probabilmente non aveva motivo per uccidere. È spaventoso, siamo al deserto educativo totale»

Paolo CrepetPaolo Crepet
Frequenti contrasti familiari, dovuti in particolare al cattivo rendimento scolastico del figlio che prendeva brutti voti a scuola. Sarebbe questo il movente del duplice delitto di Pontelangorino, paesino di mille anime in provincia di Ferrara, dove sono stati massacrati nel sonno dal figlio 16 enne della coppia, aiutato da un amico, Salvatore Vincelli, 59 anni, e la  moglie Nunzia Di Gianni, 45, entrambi originari di Torino dove vive l’altro figlio di 25 anni. Il contesto è quello di provincia: la coppia gestiva il ristorante La Greppia di San Giuseppe di Comacchio. Il figlio, secondo gli inquirenti, aveva progettato da tempo di uccidere i genitori e aveva chiesto aiuto a un amico promettendogli una ricompensa di mille euro. Spiegazioni plausibili? «Non ce ne sono», taglia corto lo psichiatra Paolo Crepet, autore, tra gli altri libri, di Baciami senza rete, in cui analizza i rapporti interpersonali giovanili nel mondo digitale. «Siamo di fronte a un problema educativo generale che non spiega il caso di Pontelangorino», afferma. «Ciò che colpisce in questa vicenda è l’incapacità di reggere la frustrazione, una generazione di ragazzi abituata sempre e soltanto ai sì, al primo no perde la trebisonda. Questo è lo sfondo in cui si inserisce questo delitto. Colpisce molto anche l’amico di questo giovanotto perché fatico a capire il motivo per cui ha partecipato all’omicidio. Il figlio aveva una relazione con i genitori che lo rimproveravano per i brutti vuoti presi a scuola, ma l’amico? Forse è solo l’ebbrezza di fare parte di questo progetto di morte uccidendo persone che neanche conosceva. È ancora più spaventoso, siamo al deserto totale».Crepet colloca il massacro di Pontelangorino, che richiama alla memoria quello di Novi Ligure e di Pietro Maso, nel contesto familiare in cui è avvenuto: «È un mondo particolare: famiglie che pensano solo a lavorare e basta, come si faccia a tirare su un figlio così non lo sa nessuno. È un contesto tipico di un certo mondo dove non è vero che manca il lavoro, anzi ce n’è pure troppo, o i soldi. Il ristorante di questa coppia andava bene. Poi è un contesto dove la scuola è implosa, se per scuola si intende un luogo dove il disagio di un ragazzo viene intercettato. Se oggi in Italia qualcuno trascorre una settimana in un istituto tecnico qualsiasi torna a casa vecchio di tre anni. È un luogo di vuoto assoluto, in passato l’istituto tecnico insegnava un mestiere, adesso tutto questo è saltato, uno si iscrive ma senza neanche sapere il perché. Siamo alla follia totale. E gli insegnanti non c’entrano, hanno una vita grama, non possiamo addossare loro colpe che non hanno».Il luogo del delitto
                                                       Il luogo del delitto



«CHI DOVEVA INTERCETTARE IL DISAGIO DI QUESTO RAGAZZO?»

Era prevedibile questo delitto? «Forse sì», risponde Crepet, «se ci fosse un osservatorio permanente sulla giovinezza. Ma mi chiedo: chi doveva accorgersi di questo ragazzo? I genitori erano impegnati a lavorare 24 ore su 24,  la scuola è un vuoto totale, cosa resta? La parrocchia. Che però negli ultimi anni come presenza è un po’ saltata, non credo che questo giovanotto frequentasse l’oratorio, magari l’avesse fatto! Alla fine è stato intercettato da gente come lui, che viaggia in un iperuranio digitale. La digitalizzazione», sottolinea Crepet, «ha aumentato questo disagio, ha acuito questo vuoto. Ci sono ragazzini che per sei ore al giorno giocano alla Play Station dove guadagni punti se schiacci una prostituta sotto un automobile, sono scuole di violenza i cui effetti sono devastanti e resi ancor più pericolosi dallo stato di abbandono in cui vivono questi ragazzi. Non faccio discorsi moralistici però dobbiamo prendere atto che a fronte di questa desertificazione educativa totale il fatto che succedano tragedie come questa è il minimo».
Secondo Crepet queste cose «possono e devono essere intercettate» ma, si chiede, «da chi?». E conclude: «Come dissi dopo il caso di Novi Ligure, almeno che tragedie come questa insegnino, siano occasione di pensiero e di riflessione. Non possiamo risolvere tutto con una scrollata di spalle o con un sensazionalismo che dura qualche giorno e poi si spegne».

Niente di nuovo sotto il cielo é da tempi di Piero maso ( qui    per  chi fosse interessato a  tali cronache i precedenti delitti familiari avvenuti in italia dal 1975   ) sento e leggo   tali analisi . Solo Bla bla mediatici ma niente proposte per uscire con ridurre tali fenomeni
sensazionalismo che dura qualche giorno e poi si spegne».

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...