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12.12.24

"Idioti gli slogan anti-Israele nelle piazze. I fanatici dell'islam? Criminali e mafiosi" intervista al IL GIORNALE DELL Imam Pallavicini (Coreis)

 ogni  tanto    a  destra      ci  sono  degli interventi interessanti    come  questo  

  da  ILGIORNALE   tramite  msn.it  

Imam Pallavicini (Coreis) dall'Europa alla Siria si parla di movimenti islamici. Perché c'è un problema islam?

«C'è, consiste innanzitutto nel problema del riconoscimento dei suoi interpreti autentici. Ci sono, schematizzando, due tipologie di rappresentanti dell'islam, il principale è quello che da 14 secoli vive le fede come dimensione civile e religiosa, interagendo e dando un contributo. Il secondo, da pochi secoli, sono altri interpreti, che abusano della religione e si servono dell'Islam in modo estremo e caricaturale come copertura per rivoluzioni di potere, fanatiche o formaliste».

L'islamismo è totalitario?

«Non ridurrei la questione al jihadismo. Hanno avuto dimensione autoritaria tutti coloro che hanno usato l'islam, ma anche chi lo ha rimosso, dopo la decadenza del califfato ottomano, nei vari tentativi di stampo nazionalista o panarabo o socialisteggiante che puntualmente non hanno funzionato, lasciando un vuoto riempito da fanta-califfati».

Non ne se esce. E Houellebecq vede in Occidente la «volontà di scomparire».

«Il problema è in tutte le correnti che hanno strumentalizzato o escluso l'islam. Ci sono esempi interessanti in Indonesia, Emirati, in Asia centrale, Marocco e Senegal, ma per il resto l'impatto con la modernità e la democrazia è tuttora irrisolto. Fra secolarizzazione estrema e fanatismo tribale, l'unica possibilità che vedo è l'islam d'occidente. Chiarendo su quali interpreti vogliamo investire. La fede in Dio è un diritto. L'Occidente non può sottostare ai ricatti. La sua eredità è anche una dimensione di pensiero profonda».

Fanatismo e rimozione della spiritualità sono due facce della medaglia?

«Se in Europa sparisce questa dimensione spirituale non so cosa succede. Mi preoccupa che i cristiani d'oriente diano per sconfitto il Cristianesimo d'occidente. Da imam dico che dobbiamo lavorare al risveglio dell'Occidente e delle sue nobili origini. Politica e fede sono stati profondamente corrotti».

Ma non c'è un fanatismo degli altri monoteismi.

«Ci sono stati cicli e fasi. Ora ci sono quei barbari e eversivi ma in 2 miliardi di musulmani. Una minoranza rumorosa arrogante, ignorante e violenta ma minoranza. Come la mafia rispetto alla Sicilia o le Brigate rosse a sinistra. I criminali devono essere trattati da criminali. Non legittimati come interlocutori. In Occidente la democrazia è confronto ma si è persa l'idea di un confine per condizionamenti di buonismo, ideologia e lobbies».

Anche Ratzinger parlava di un'Europa scristianizzata.

«Sì è vero. E la sua dottrina dava un preallarme all'occidente. Occorre sviluppare la fede autentica e la cultura vera, non le emozioni dell'arcobaleno, per indifferenti ed estremisti che non contribuiscono al bene comune».

Cosa pensa dei cortei in cui si inneggia a una Palestina «dal fiume al mare».

«Ci vedo arroganza e ignoranza. Questo slogan stupido dove porta? Gli ebrei non devono più stare in quella regione? Quale fondamento c'è in quest'espressione idiota? Io ho seguito la risoluzione Onu su Srebrenica. Genocidio è termine giuridico complesso. Diciamo le cose come stanno. Ci sono qui crimini di guerra, deportazioni, impedimenti agli aiuti umanitari alla popolazione e necessità di difesa e sicurezza dai terroristi e rapitori di Hamas. Il governo italiano sembra avere una politica chiara: no al terrorismo, difesa dei popoli e aiuti umanitari. Quelli che manifestano come aiutano i palestinesi? Come li aiutano se fanno l'errore di confondere Hamas con i palestinesi e i musulmani. Io sono un musulmano che non vuol confondere i musulmani con Hamas. Sostengo il popolo palestinese e quello israeliano e vorrei che vivessero insieme senza odio».

  Rispondo  alla  sua  domanda  :  « Gli ebrei non devono più stare in quella regione >> ?  Secondo  me  si    ci posso  e devono  stare  . La  palestina è  stata abitata   da  sempre   da   arabi e  ebrei (  prima  non sionisti  cioè    tutti  quelli  presenti   in loco   nonostante  la  diaspora   e quelli sionisti   cioè  delle varie  fasi  dell'Aliyah  )    e    mi  sembra   giusto  che   i due  popoli ( o  unico   popolo secondo  alcuni  in  quanto  entrambi  di cepo  semitico  )    vivano insieme  non importa se  in  due  stati  o  in unico  stato  . 

9.12.24

Un sogno di carriera interrotto per scegliere DIO la storia di Chiara Franco









Chiara Franco, una giovane di 22 anni originaria di Sapri, stavavpreparando il suo futuro come membro dell’Arma dei Carabinieri, seguendo le orme del padre, comandante della stazione di Torchiara.




 La sua vita sembrava tracciata: un percorso di studi dedicato, un fidanzato con cui sognava un matrimonio e una famiglia. Tuttavia, il destino ha preso una piega inaspettata. Durante un viaggio con il suo compagno, Chiara ha sentito un richiamo interiore che l’ha spinta a riconsiderare le sue scelte. La vocazione religiosa, che fino a quel momento era rimasta in secondo piano, ha iniziato a farsi strada nel suo cuore
La vocazione che cambia tutto
Il 8 dicembre, una data simbolica per molti, è diventata il giorno della sua prima professione religiosa come suora delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Questo passo ha segnato un cambiamento radicale nella sua vita. Chiara ha deciso di abbandonare i sogni di una carriera nei Carabinieri per dedicarsi completamente al servizio degli altri e alla sua fede. La sua scelta, sebbene sorprendente per molti, è stata accolta con rispetto e ammirazione da chi la conosce. La giovane ha trovato nella vita religiosa una nuova dimensione di realizzazione personale e spirituale, un cammino che promette di essere ricco di significato.
Un esempio di coraggio e determinazione
La storia di Chiara è un esempio di coraggio e determinazione. In un’epoca in cui le aspettative sociali spesso spingono verso carriere tradizionali e successi materiali, la sua scelta di seguire una vocazione religiosa rappresenta una sfida alle convenzioni. La giovane suora non solo ha abbandonato un percorso professionale promettente, ma ha anche scelto di dedicare la sua vita al servizio degli altri, incarnando i valori di altruismo e dedizione. Chiara è diventata un simbolo di speranza e ispirazione per molti giovani che si trovano a un bivio nella loro vita, mostrando che la vera realizzazione può trovarsi in luoghi inaspettati.
 

25.11.24

la chiesa pronta ad un passo indietro sull'ora di religione a scuola ?

  Per qualcuno era una noia mortale, un’imposizione statale   e  poi  dei genitori in un’Italia, quella degli anni precedenti  al  rinovo  concordatario   1984 , e  poi   dagli anni ‘90, sempre meno dalla sana e robusta costituzione cattolica; per altri, l’ora di religione, lodevoli eccezioni a parte, rappresentava un mero aggiornamento della dottrina frequentata da bambini. Questo era più che è oggi l’Irc (Insegnamento della religione
cattolica), dal momento che la materia negli istituti scolastici pubblici sta vivendo il suo tramonto strutturale, progressivo ed ineludibile tale da spingere la stessa Chiesa a ripensarla. Anche a costo di compiere un clamoroso passo indietro, rinunciando allo stesso insegnamento.?
Introdotta nel 1929 con il Concordato fra Stato e Santa Sede prima di essere sottoposta a restyling nel 1984 tramite la revisione concordataria che da obbligatoria l’ha resa facoltativa, l’ora di religione ha conosciuto daglia   anni  '90  ad oggi una disaffezione del 10%. I dati sono quelli diffusi dalla Conferenza episcopale italiana che, attraverso le sue 223 diocesi, nomina i docenti da mettere in cattedra, di concerto con le autorità scolastiche. Nell’anno 2022/23, circa 6,8 milioni di studenti, pari all’84% del totale, hanno scelto di frequentare l’ora di religione. La geografia del restante 16%, i cosiddetti non avvalentesi, cambia da regione a regione, nonché da ordine e grado degli istituti: si va dal 23% del nord Italia al 3,7% del sud, si sale dall’11,9% della primaria al 22% della secondaria di secondo grado.
Un’indagine pubblicata da You Trend, relativa all’anno 2020-2021, rivela che chi alle superiori sceglie di uscire durante l’Irc è il 16,1% degli allievi dei licei, il 22,8% di chi frequenta un istituto tecnico e il 23,5% di coloro che vanno al professionale. Anche tra gli studenti dei licei il quadro non è uniforme: i non avvalentesi sono il 14,3% nei Classici, il 15,7% degli Scientifici e il 28,4% negli Artistici.
I numeri raccontano un cambio di paradigma sociale anche rispetto a quarant’anni fa, quando è stato stipulato il Concordato in vigore. Inutile crogiolarsi su una maggioranza di avvalentesi in via di erosione, lascia intendere il vescovo Derio Olivero, presidente della Commissione episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Cei, che, su La rivista del clero italiano, ha di recente pubblicato un saggio nel quale prospetta un nuovo statuto dell’ora di religione. "Nel 1984 lo Stato riconosceva il valore della cultura religiosa e i principi del cattolicesimo come parte integrante del ‘patrimonio storico del popolo italiano’ – sottolinea il presule –. A differenza del ’29, l’insegnamento della religione non era più inteso come ‘fondamento e coronamento’ del sistema scolastico. Il clima era cambiato, ma nel frattempo è mutato ancora. Viviamo un inedito pluralismo religioso e una post secolarizzazione che, se non si traduce in una ripresa delle pratiche religiose tradizionali, evidenzia dinamiche di ricerca spirituale imprevedibili".
In questo contesto sfaccettato anche la presenza ecclesiale nella scuola andrebbe e potrebbe essere riconsiderata. Da qui la proposta   con  un  po'   di ritardo 🙄😜🧠 del ministro dell’Ecumenismo e del Dialogo della Cei. "Non più un’ora di religione cattolica, facoltativa, quanto piuttosto un insegnamento obbligatorio del fenomeno religioso in chiave plurale per abilitare lo studente a diventare un cittadino capace di meglio comprendere la società in cui si trova – spiega il vescovo Olivero –, favorendo uno spirito ecumenico verso chi professa altre confessioni cristiane, altre fedi così come verso i nones, cioè chi non appartiene ad alcuna religione". La Chiesa cattolica così "potrà fare un passo indietro, rinunciando a uno spazio che le spetta di diritto per far fare alla società un passo avanti. Il pluralismo religioso, inteso come tema educativo, aiuta a ripensare la laicità in termini inclusivi più che eslusivi o per sottrazione". La questione di un nuovo statuto dell’ora di religione dovrebbe essere discussa all’assemblea generale della Cei a novembre 2025. Ad oggi la rinuncia non sembra così scontata, meno controversa l’ipotesi di una rinuncia della Cei a selezionare i docenti di religione. Ma qualcosa si muove, la proposta è sul tavolo. E c’è un anno di tempo per acquisire la maggioranza dei vescovi votanti in assise.La  chiesa   saprà   fare un passo indietro   ed  accettarlo  o rimarrà  ferma   nel suo centro  di gravità  permanente  ?  chi  vivrà vedrà  . 


24.11.24

The Oldest Tattooing Family in the World \ 5 g L'antica tradizione di tatuaggio della famiglia Razzouk

Wasim Razzouk is a tattoo artist in Jerusalem’s Old City. Ink runs deep in his family. The Razzouks have been tattooing visitors to the Holy Land for 500 years (and in Egypt for 200 years before that). Christian pilgrims flock to Razzouk Tattoo to get a cross tattoo based on one of the designs on wooden stamps that have been in the Razzouk family for generations. Razzouk is honored to be entrusted to leave such a special mark on someone’s skin. “It’s almost like baptizing somebody, and that’s a big responsibility,” Razzouk says.


ho tentato   di  er  chi lo volesse    in italiano   ma  il  donwload  ,  tramite  l'estensione  downloadhelper    cui sono  riuscito  a scoricarlo  da  msn.it   suopera   il limite    richiesto da bloggger  mi    spiace  .  Proverò appena    ho  tempo ad  inserirlo nel mio canale  di youtube  e  a  fornirvi il link  per  i prossimi post


6.7.24

L’amore per il latino e per la vita Così Marco Remedia,ha vinto la malattia

 Un brutto male diagnosticato alla nascita l’ha costretto a lottare fin da subito. E lui ne è uscito più forte e intenzionato a mettere a disposizione degli altri le proprie qualità. «Sogno di diventare insegnante»L’amore per il latino e per la vita Così Marco ha vinto la malattia

avvenire  6\7\2024
ROBERTO 
MAZZOLI

Pesaro
«Ragazzi, studiate il latino e scoprirete voi stessi». Sono le parole di Ivano Dionigi, pesarese, già Magnifico rettore dell’Università di Bologna e per lunghi anni a capo della Pontificia Accademia della Latinità. Parole che evidentemente hanno fatto breccia nel cuore di Marco Remedia, 14 anni, che quest’anno ha concluso brillantemente il primo anno al liceo classico “T. Mamiani” di Pesaro, ottenendo il massimo dei voti in tutte le materie d’indirizzo. 
Inoltre lo scorso 26 maggio ha ricevuto la palma del vincitore alla 33^ edizione di “Latinus Ludus”, manifestazione riservata alle giovani eccellenze italiane nello studio dei classici. « È stata la mia insegnante, Alessandra Massent, a iscrivermi e ho partecipato con grande entusiasmo alla prova che consisteva in una traduzione del “Ratto delle Sabine” di Tito Livio». Quel giorno su centinaia di partecipanti da tutta Italia, Marco consegna la sua traduzione per primo. È molto soddisfatto del suo lavoro e lo stupore della commissione è grande, anche perché sono trascorsi appena 50 minuti delle tre ore concesse. A casa per festeggiare il novello Cicerone ci sono mamma Francine e papà Filippo, le due sorelle maggiori Holly e Carolina e la nonna Maria Rosa, già maestra elementare e innamorata del latino. « La passione di Marco per questa lingua non ha niente di snob – dice il suo parroco don Mario Florio – e questo premio ha coronato il suo percorso che gli auguro lungo e fecondo». Sembra tutto facile per Marco, in realtà la sua vita si è rivelata un vero dramma fin dalla nascita. A seguito di una peritonite meconiale non riconosciuta al momento del parto, Marco subisce un ictus ischemico e sarà costretto ad un delicato intervento presso l’ospedale di Rimini dove verrà dimesso dopo un lungo ricovero di quasi due mesi. « Da quell’esperienza sono uscito anche con un superpotere – scherza Marco – infatti mi è rimasto un udito molto più sensibile della norma cosa che, se da un lato è positiva, d’altra parte è penalizzante perché amplifica ogni minimo rumore, impedendomi di concentrarmi come vorrei». Le gravi conseguenze motorie subite alla nascita, resteranno inoltre per tutta la vita, costringendolo a nuovi e complessi interventi chirurgici. L’ultimo esattamente un anno fa, quando è stato sottoposto all’allungamento dei tendini più importanti delle gambe: il semitendinoso e il gracile, che nel suo caso erano rimasti pari all’estensione di quelli di un bambino di tre anni. «Sono stato contento di essermi operato durante i mesi estivi, subito dopo l’esame di terza media perché, anche se ho patito parecchio caldo e sofferenza, almeno non ho perso giorni di scuola; non sarei stato in grado di dedicarmi allo studio, per me così importante, perché era già faticoso anche solo alimentarsi». Parlare con Marco è come dialogare con un adulto. Ha le idee ben chiare sul suo futuro: «Sogno di potermi iscrivere alla Facoltà di Lettere classiche e di diventare un insegnante ma spero di non sentirmi mai superiore agli altri, perché non c’è niente di più bello che comunicare la propria conoscenza ». Del resto comunicare deriva dal latino communicare: cum (insieme) e munus (dono), e Marco è un vero dono anche per la sua classe che ha festeggiato la sua vittoria portandolo in trionfo e facendogli sentire tutto l’affetto della vera amicizia. « A scuola mi trovo bene come in famiglia, mi piace studiare ma anche divertirmi come un qualunque ragazzo della mia età: leggo i fumetti manga, gioco alla playstation e vado all’oratorio parrocchiale». Come premio per il riconoscimento ottenuto, oltre a numerosi libri, potrebbe arrivare anche un regalo speciale della famiglia: un viaggio a Roma. « Non sono mai stato nella capitale e per me sarebbe un sogno viaggiare nel tempo alle origini della lingua che tanto mi affascina». E a proposito di sogni: la madre dice che nel sonno Marco parla in latino. Forse è proprio vero quel che dice Dionigi. Il latino ci consente di risalire al significato originario delle parole, di riconoscere il loro volto, di ripercorrere la loro storia. Perché le parole, come le persone, hanno un’origine, un volto e una storia.

6.3.24

La maestra di Pordenone e il niqab ? Ha rispettato la legge

 


La maestra e il niqab ? Ha rispettato la legge


Fra le  tante   email   che  ho ricvevuto  su  redbeppe@gmail.com ( email     del blog    a  cui potete  scrivermi per   richieste , iunsulti , elogi o altro  )  per  aver  condiviso    su fb  un  articolo , non  ricordo   la  fonte  , in cui si elogiava  la maestra  elementare  che     aveva  fatto  togliere  il  Niquab   ovvrero quel  velo in integrale  che   copre  tutto i  corpo lasciando  scoperti solo gli occhi   ,   ho scelto questa  che  mi  sembra la  più significativa   e   quella  che  riassiume   le numerose  email   simili   che  ricevo  ogni  qualvolta     affronto  tali tematiche   .




Spett  Compagni  di strada
Non vi   capisco   ,    siete per  la   laicità   ed  per  le  donne  Iraniane  che  lottano  contro  l'imposizione del velo   e poi difendete  gli islamici     che   lo   impongono  non   solo alle    donne   ma anche   come  in  questo caso alle loro figlie  .  E  criticate la maestra     perchè gli lo  ha  fatto  togliere     violando la sua   cultiura  ed  la  sua identita  quando  poi  invece   gli lo ha lasciato 

 

Cara *****

Facciamo chiarezza  .  Per   Laicità  io intendo     questa  definizione  presa   da  Laicità - Wikipedia



La laicità, in senso politico, sociale e morale, è lo stato di autonomia e indipendenza rispetto ad ogni condizionamento ideologico, morale o religioso altrui o proprio.Nel diritto, il principio di laicità rappresenta il principio secondo cui le decisioni umane devono essere basate solo su considerazioni che discendono da dati di fatto, in quanto questi sono slegati da opinioni personali, favorendo così il secolarismo. Generalmente ci si riferisce al termine laicità dello Stato e delle Istituzioni per indicare univocamente lo stato di neutralità e separazione del sistema istituzionale nei confronti delle convinzioni religiose e delle religioni,intesa come autonomia dello Stato, aconfessionalità e neutralità dell'ordinamento giuridico e completo controllo temporale dello stato,capace di limitare le ingerenze religiose e garantire la libertà religiosa individuale, senza tuttavia al contrario imporre uno stato etico. [.... ]

Infatti un  conto  è  il normale ( qui  su  Velo islamico - Wikipedia  maggiori   dettagli sui  diversi  tipi di  velo  islamico )     " velo  classico "  sia   che  sia    imposto   (cosa  contro  cui  combatto)   che   facoltativo  ( che  rispetto  )   cioè quello     d'origine pre islamica appreso da dei cristiani d'oriente e fatto poi proprio da maometto e dall'islam origianale accettato anche in italia simile a quel fazzolletto che usavano nel sud d'italia comresa la Sardegna ( la mia regione ) le nostre bisnonne per coprirsi i capelli    . Unn  altro   è  il   " velo  fondamentalista "  cioè   quello   parzialmente  integrale come   il   Niqab   in  questo  caso  o   tottalmente  integrale  come  il Burka   dei  talebani o   simili    che  interpretano  il   corano      in maiera  radicale  \  fondamentalista   . Ha fatto bene la maestra di Pordenone a chiedere alla sua alunna e o poi alla  madre  di togliere il niqab, pesantissimo velo scuro che occulta completamente il corpo lasciandone scoperta soltanto una piccola, anzi minuscola, porzione, gli occhi, al fine di consentire almeno la vista a chi indossa tale impalcatura nera fortemente costrittiva, la quale è simbolo e indice di radicalismo, integralismo e fondamentalismo islamico. L'insegnante ha fatto valere, attraverso questa richiesta, il rispetto della normativa italiana in materia di sicurezza e ordine pubblico, la quale prevede, mediante una specifica legge   (⁕ ) che nessuno possa frequentare i luoghi pubblici coprendosi totalmente il volto, allo scopo di consentire appunto il riconoscimento. E puntualizzo un elemento che viene sempre più trascurato, purtroppo: ad essere tenuti all'osservanza delle leggi italiane non sono soltanto gli italiani ma anche gli stranieri e gli extracomunitari, ovvero chiunque si trovi sul nostro territorio, immigrati islamici inclusi. Eppure spesso ho la sensazione netta che, sulla base dell'invocato principio della libertà di religione, sia imperante ormai il convincimento che gli islamici possano mantenere, determinati usi che sono in contrasto con le norme italiane e pure con i valori fondativi della nostra Repubblica e  delel  nostre  istituzioni . Basti pensare alla pratica dell'infibulazione, ovvero delle mutilazioni genitali femminili, in Italia vietata eppure largamente diffusa all'interno delle comunità musulmane trapiantate in Italia  . Nessuna tradizione religiosa può sovrastare il diritto costituzionale e non. Siamo uno Stato laico che garantisce la libertà di chiunque di professare la propria fede  e la  ropria cultura    ,  tale libertà non include la possibilità di contravvenire alle norme giuridiche, di calpestarle, di violarle. Criticare la maestra che ha chiesto all'alunna di togliere il niqab vuol dire non avere capito nulla. Ad essere redarguita non dovrebbe essere l'insegnante ma i genitori di questa piccola i quali hanno imposto a una minore l'adozione del soffocante velo integrale in quanto femmina, cosa che configura una discriminazione di genere, che la nostra Costituzione rigetta e proibisce. Non si tratta quindi soltanto di rispetto delle norme ordinarie ma anche delle norme fondamentali del nostro ordinamento nonché dei diritti universali dell'infanzia.Invece di focalizzarci sulla maestra, rivolgiamo la nostra attenzione a questi genitori  alle eventuali violazioni e agli eventuali abusi da questi compiuti. Hanno diritto, in quanto integralisti islamici, a obbligare la minore a campare nascosta sotto metri di stoffa? Può esistere un diritto a privare della identità e della libertà di scelta, un diritto a discriminare, soffocare, a ledere la socialità di un essere umano condizionandone la crescita sulla base del fatto che è nostro figlio?Mi auguro che questa creatura non sia stata sottoposta ai tipici riti degli islamici radicali, come l'infibulazione, cosa che tuttavia non mi sorprenderebbe, considerato il contesto familiare che manifesta palesi segni di stupidità  e  fanatismo


si applicano queste leggi Art. 85, R.D. 18 giugno 1931, n. 773. ., Art. 5, legge 22 maggio 1975 n. 152, mod. da legge n. 533 dell’8 agosto 1977 e D.L. 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla L. 31 luglio 2005, n. 155. che riguardano come dice https://www.laleggepertutti.it/459460_si-puo-girare-a-volto-coperto l'andare in giro e in luogo pubblico con il viso coperto

24.2.24

COME SI RICONOSCE UNA SETTA? LE SETTE FANNO LEVA SULLA PAURA E SUL SENSO DI COLPA


Le sette, ovvero tutte le associazioni che si discostano dalla religione principale, qualunque essa sia, per intraprendere un nuovo rito, fanno leva su principi piuttosto semplici e ruotano attorno alla paura. Persone sole che vogliono far parte di un gruppo sono più a rischio di altre. Se viene raccontato che il demonio infesta i loro corpi, la loro casa, e a dirlo è qualcuno di cui si !dano, quasi certamente permetteranno qualsiasi cosa purché il male venga scacciato. In Italia, con la presenza massiccia e
rami!cata della chiesa in tutte le sue espressioni, non è necessario essere ferventi cattolici per conoscere la dottrina: battesimi, comunioni, cresime, matrimoni, sono all’ordine del giorno. Croci!ssi, preghiere e campane a lutto o a festa, anche. Si tratta di riti collettivi a cui siamo avvezzi. Non dovrebbe sorprendere, quindi, che chiunque invochi il nome del Signore per una guarigione, per un miracolo, per una supplica venga tutt’al più ignorato o ritenuto inoffensivo: che sta facendo di male? Sta solo pregando. Qualsiasi religione non è solo bontà e preghiera. È anche un modo come un altro per controllare le masse e renderle mansuete. Le sette hanno come caratteristica principale il cosiddetto ‘love bombing’: accolgono i nuovi arrivati con un vero e proprio bombardamento d’amore. Ed è contrario alle regole di un gruppo che, per la sua propria sopravvivenza, è chiuso. Dif!cile essere accolti in un nuovo uf!cio. O a scuola. Nella setta è il contrario: è tremendamente semplice. Una persona sola, bisognosa d’amore, accolta con entusiasmo non se ne andrà più. Sarà fedele, farà quello che le verrà chiesto. La setta fa leva sulle debolezze, sulle paure e sul senso di colpa. Il leader della setta vuole esercitare un potere. Se poi arrivano anche offerte, soldi, regali, tanto meglio. Far credere di essere il tramite con cui Dio opera i suoi miracoli è da criminali. Così come è da criminali, e i leader delle sette sono criminali, invitare i propri adepti a sospendere i farmaci, a non credere ai medici, a seguire strane diete. Se l’adepto viene convinto che nel suo corpo c’è il demonio e che serve un esorcismo per scacciarlo, quasi certamente non si opporrà, intimorito dalla morte, dall’ignoto e dal male. Le sette e le microsette in Italia prosperano perché c’è un timore reverenziale per tutto ciò che viene de!nito sacro, retaggio culturale di chi, !n da piccolo, ha fatto le scuole pubbliche sotto il croce!sso appeso al muro. Ma la vera religione è un’altra” Il reclutamento avviene per passaparola:
«Vado in questo posto, mi trovo bene. Vieni?». Si viene accolti con grande affetto: sorrisi, abbracci, inclusione immediata. Non è chiarissimo quale sia lo scopo: pregare, stare bene. La religione è riveduta e corretta. Ci sono richieste di offerte: di tempo, denaro, esperienza.  Ci sono domande intime e c’è l’attesa, pressante, per risposte dettagliate.  C’è un momento di rottura: se non sei con noi, allora sei contro di noi. C’è il momento della guarigione: «Hai un problema, noi possiamo risolverlo». Nella setta un rito di passaggio decreta l’ingresso, a quel punto l’adepto coinvolgerà altri .

26.12.23

perchè non posso non dirmi cristiano

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Sono nato ed cresciuto nell'ultima frase della guerra fredda e la fine delle vecchie ideologie . Nello scon tro tra atei ( marxisti ) e cattolici pre conciliari ed tra cattolici pre conciliari e cattolici conciliaristi e del dissenso ( cattolici di si sinistra \ cattocomunisti ) . E nel contesto anni 60\70 ed edonismo \ riflusso anni 80 . Aderi alla religione cattolica in quanto era obbligatoria visto che erano in vigore almeno fino al 1985\6 i patti di lateranensi . Poi fra i 14 \16 anni grazie ad un prof di religione non confessionale che
integrava lo studio della religione cattolica con storia dele reliugione  ed in contatto con gente di religione non cattolica passai ad una religione più laica e spirituale  anche  se  attrtraverso uno scoramento  visto  i  crimini    che   sono  stati commessi (  ed  ancora   vengono  commessi ) nel  nome di Dio   o  di  un  divinità  della corso della storia .Poi sono arrivatoi arrivato anche se per strade diverse a credere in manera laica


dalla bacheca     fb   di   Dario Di Stefano
Renato Circoforum Curci

È dura doverlo ammettere, ma mi sbagliavo. Io, che per tutta la vita ho avversato fieramente il cristianesimo, convinto come sono che l'essere umano non abbia bisogno delle religioni per comprendere ciò che è bene e male e come regolarsi col prossimo, sbagliavo. I miei conspecifici contemporanei stanno sostituendo il cristianesimo (che fra tutti i suoi difetti aveva degli insegnamenti validissimi di fondo: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te, siamo tutti fratelli) con un mix di robe orientali male apprese e peggio digerite che puntano ad un individualismo forsennato, feroce e totalizzante, dove l'unica misura del giusto nel fare un qualcosa è che questa ci faccia stare bene.
Distruggi tutto, fottitene di tutti, salta addosso ai tuoi bisogni purché TU stia bene. Insegnamenti per chi vive in un'isola deserta. O in una caverna. Sfortunatamente la maggior parte di noi è a contatto coi propri simili e con loro va trovata, se non un'intesa, quantomeno una convivenza pacifica fondata su un assioma di fondo: siamo tutti sulla stessa barca. Ed è pure tarlata.
Buone feste a tutti, manteniamoci forti ed uniti.



e    quindi mi   condivido    questo  video  di    @atheistpriestess #fede #cristianesimo #verità #eresia ♬ suono originale - Margherita D.

che  ha    provocato    un  interessante   dibattito     facebook 
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Gavino Deidda
Che accozzaglia di banalità
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Gavino Deidda
Giuseppe Scano all' inizio ha detto qualcosa di sensato, poi la solita banalità scontata... Riflettici un po' sopra
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Autore
Giuseppe Scano
Gavino Deidda mah ame sembra di no. Ci ho riflettuto
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Omar Arcano
Il cristianesimo è già una forzatura di per sé, ma questa ragazza fa passare una religione per una farsa a scopo politico. Già il suo nickname la dice lunga sulla sua confusione mentale. Voto 3
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Giuseppe Scano
Omar Arcano mah s me sembra il contrario
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Eugenio Bisbabbo Crispo
Questa ha studiato all'asilo degli idioti.
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Eugenio Bisbabbo Crispo
Giuseppe Scano perché è di un'ignoranza abissale
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Giuseppe Scano
Eugenio Bisbabbo Crispo mah ame e sembrato di no
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Giuseppe De Martis
Giuseppe Scano Giuse' , laca paldi ! Non ni ali la pena . Biatu tu cai tanta pazenza, eu no vi la focciu più , mani infadatu da undi no v ' è no vesci . Ciao buone feste
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Giuseppe De Martis
Brava ! È un po complicato capirla ma se si riascoltano le sue parole senza preconcetti e pregiudizi si può convenire che c ' è molta verità in quanto dice .
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Pina Sechi
Una frecciata per i bigotti che difendono il presepio, il crocefisso, il credo religioso solo perchè è "una tradizione".
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Antonio Deiana
No, vabbè, grazie per queste profondissime riflessioni…
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Gigi Casu
Ha perfettamente ragione, tutto giusto!
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Sign OfSound
Non fa una piega. Io la chiamo coerenza cristiana tipo: “l’embrione ha diritto di vita” e poi lasciano affogare i bimbi nel mare senza batter ciglio…
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Autore
Giuseppe Scano
Antonio Deiana quei governanti che usano la religione ed la fede come propaganda



a voi capire da che parte sto e del perchè più  come un  tempo non posso non dirmi "cristiano" (  anche  se   in maniera  non  raticante   e    e  in maniera  laica  )   riferimentio  al breve   scritto : <<Perché non possiamo non dirci "cristiani">  Benedetto Croce del 1942
  da  Perché non possiamo non dirci "cristiani" - Wikipedia

nel quale l'autore sostiene che il
 Cristianesimo ha compiuto una rivoluzione «che operò nel centro dell'anima, nella coscienza morale, e conferendo risalto all'intimo e al proprio di tale coscienza, quasi parve che le acquistasse una nuova virtù, una nuova qualità spirituale, che fino allora era mancata all'umanità» che per merito di quella rivoluzione non può non dirsi "cristiana".
«Gli uomini, gli eroi, i geni» che vissero prima dell'avvento del Cristianesimo «compirono azioni stupende, opere bellissime, e ci trasmisero un ricchissimo tesoro di forme, di pensiero, di esperienze» 



 

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...