Visualizzazione post con etichetta islam fondamentalista. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta islam fondamentalista. Mostra tutti i post

6.3.24

La maestra di Pordenone e il niqab ? Ha rispettato la legge

 


La maestra e il niqab ? Ha rispettato la legge


Fra le  tante   email   che  ho ricvevuto  su  redbeppe@gmail.com ( email     del blog    a  cui potete  scrivermi per   richieste , iunsulti , elogi o altro  )  per  aver  condiviso    su fb  un  articolo , non  ricordo   la  fonte  , in cui si elogiava  la maestra  elementare  che     aveva  fatto  togliere  il  Niquab   ovvrero quel  velo in integrale  che   copre  tutto i  corpo lasciando  scoperti solo gli occhi   ,   ho scelto questa  che  mi  sembra la  più significativa   e   quella  che  riassiume   le numerose  email   simili   che  ricevo  ogni  qualvolta     affronto  tali tematiche   .




Spett  Compagni  di strada
Non vi   capisco   ,    siete per  la   laicità   ed  per  le  donne  Iraniane  che  lottano  contro  l'imposizione del velo   e poi difendete  gli islamici     che   lo   impongono  non   solo alle    donne   ma anche   come  in  questo caso alle loro figlie  .  E  criticate la maestra     perchè gli lo  ha  fatto  togliere     violando la sua   cultiura  ed  la  sua identita  quando  poi  invece   gli lo ha lasciato 

 

Cara *****

Facciamo chiarezza  .  Per   Laicità  io intendo     questa  definizione  presa   da  Laicità - Wikipedia



La laicità, in senso politico, sociale e morale, è lo stato di autonomia e indipendenza rispetto ad ogni condizionamento ideologico, morale o religioso altrui o proprio.Nel diritto, il principio di laicità rappresenta il principio secondo cui le decisioni umane devono essere basate solo su considerazioni che discendono da dati di fatto, in quanto questi sono slegati da opinioni personali, favorendo così il secolarismo. Generalmente ci si riferisce al termine laicità dello Stato e delle Istituzioni per indicare univocamente lo stato di neutralità e separazione del sistema istituzionale nei confronti delle convinzioni religiose e delle religioni,intesa come autonomia dello Stato, aconfessionalità e neutralità dell'ordinamento giuridico e completo controllo temporale dello stato,capace di limitare le ingerenze religiose e garantire la libertà religiosa individuale, senza tuttavia al contrario imporre uno stato etico. [.... ]

Infatti un  conto  è  il normale ( qui  su  Velo islamico - Wikipedia  maggiori   dettagli sui  diversi  tipi di  velo  islamico )     " velo  classico "  sia   che  sia    imposto   (cosa  contro  cui  combatto)   che   facoltativo  ( che  rispetto  )   cioè quello     d'origine pre islamica appreso da dei cristiani d'oriente e fatto poi proprio da maometto e dall'islam origianale accettato anche in italia simile a quel fazzolletto che usavano nel sud d'italia comresa la Sardegna ( la mia regione ) le nostre bisnonne per coprirsi i capelli    . Unn  altro   è  il   " velo  fondamentalista "  cioè   quello   parzialmente  integrale come   il   Niqab   in  questo  caso  o   tottalmente  integrale  come  il Burka   dei  talebani o   simili    che  interpretano  il   corano      in maiera  radicale  \  fondamentalista   . Ha fatto bene la maestra di Pordenone a chiedere alla sua alunna e o poi alla  madre  di togliere il niqab, pesantissimo velo scuro che occulta completamente il corpo lasciandone scoperta soltanto una piccola, anzi minuscola, porzione, gli occhi, al fine di consentire almeno la vista a chi indossa tale impalcatura nera fortemente costrittiva, la quale è simbolo e indice di radicalismo, integralismo e fondamentalismo islamico. L'insegnante ha fatto valere, attraverso questa richiesta, il rispetto della normativa italiana in materia di sicurezza e ordine pubblico, la quale prevede, mediante una specifica legge   (⁕ ) che nessuno possa frequentare i luoghi pubblici coprendosi totalmente il volto, allo scopo di consentire appunto il riconoscimento. E puntualizzo un elemento che viene sempre più trascurato, purtroppo: ad essere tenuti all'osservanza delle leggi italiane non sono soltanto gli italiani ma anche gli stranieri e gli extracomunitari, ovvero chiunque si trovi sul nostro territorio, immigrati islamici inclusi. Eppure spesso ho la sensazione netta che, sulla base dell'invocato principio della libertà di religione, sia imperante ormai il convincimento che gli islamici possano mantenere, determinati usi che sono in contrasto con le norme italiane e pure con i valori fondativi della nostra Repubblica e  delel  nostre  istituzioni . Basti pensare alla pratica dell'infibulazione, ovvero delle mutilazioni genitali femminili, in Italia vietata eppure largamente diffusa all'interno delle comunità musulmane trapiantate in Italia  . Nessuna tradizione religiosa può sovrastare il diritto costituzionale e non. Siamo uno Stato laico che garantisce la libertà di chiunque di professare la propria fede  e la  ropria cultura    ,  tale libertà non include la possibilità di contravvenire alle norme giuridiche, di calpestarle, di violarle. Criticare la maestra che ha chiesto all'alunna di togliere il niqab vuol dire non avere capito nulla. Ad essere redarguita non dovrebbe essere l'insegnante ma i genitori di questa piccola i quali hanno imposto a una minore l'adozione del soffocante velo integrale in quanto femmina, cosa che configura una discriminazione di genere, che la nostra Costituzione rigetta e proibisce. Non si tratta quindi soltanto di rispetto delle norme ordinarie ma anche delle norme fondamentali del nostro ordinamento nonché dei diritti universali dell'infanzia.Invece di focalizzarci sulla maestra, rivolgiamo la nostra attenzione a questi genitori  alle eventuali violazioni e agli eventuali abusi da questi compiuti. Hanno diritto, in quanto integralisti islamici, a obbligare la minore a campare nascosta sotto metri di stoffa? Può esistere un diritto a privare della identità e della libertà di scelta, un diritto a discriminare, soffocare, a ledere la socialità di un essere umano condizionandone la crescita sulla base del fatto che è nostro figlio?Mi auguro che questa creatura non sia stata sottoposta ai tipici riti degli islamici radicali, come l'infibulazione, cosa che tuttavia non mi sorprenderebbe, considerato il contesto familiare che manifesta palesi segni di stupidità  e  fanatismo


si applicano queste leggi Art. 85, R.D. 18 giugno 1931, n. 773. ., Art. 5, legge 22 maggio 1975 n. 152, mod. da legge n. 533 dell’8 agosto 1977 e D.L. 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla L. 31 luglio 2005, n. 155. che riguardano come dice https://www.laleggepertutti.it/459460_si-puo-girare-a-volto-coperto l'andare in giro e in luogo pubblico con il viso coperto

30.1.22

Accolta dai talebani una giornalista neozelandese incinta che non riusciva a rientrare nel suo paese per le regole anti-Covid

   canzone  suggerita
Guns N' Roses - Don't Cry

anche i duri , i fanatici \ fondamentalisti hanno un cuore anche hanno un cuore . Tale gesto sarà pure propaganda per mostrarsi democratici all'occidente ed al resto del mondo , ma è un bel gesto.  

Ed  è  quello     che  è  successo     recentemente   a questa  giornalista   Neozelandese 


Accolta dai talebani una giornalista neozelandese incinta che non riusciva a rientrare nel suo paese per le regole anti-Covid 



Charlotte Bellis in una foto dal suo profilo Instagram
  Charlotte Bellis, collaboratrice del New Zealand Herald ha raccontato la sua paradossale vicenda. Aveva denunciato il trattamento riservato da Kabul alle donne, ma ora è stata aiutata. Unico consiglio: "Non dire che non sei sposata"


 






di   Enrico Franceschini

LONDRA - Una giornalista incinta neozelandese costretta a chiedere asilo al regime dei Talebani in Afghanistan perché le severe norme sulla quarantena le impediscono di tornare nel suo paese. È la paradossale vicenda raccontata dalla protagonista, Charlotte Bellis, in un blog sul giornale a cui collabora, il New Zealand Herald. "Una brutale ironia che, dopo avere criticato i talebani per il modo in cui trattano le donne, io debba rivolgere accuse simili alle autorità del mio governo", scrive la reporter. "Quando sono i talebani a darti rifugio, capisci che la tua situazione è un po' strana".


                    sempre  dal  suo  istangram    https://www.instagram.com/p/CZSRlVysIQF/

La Nuova Zelanda è riuscita a mantenere al minimo la diffusione del Covid, con solo 52 vittime su una popolazione di cinque milioni di abitanti. Ma le regole che impongono anche ai propri cittadini che rientrano in patria una quarantena di 10 giorni in isolamento in alberghi controllati dall'esercito hanno creato una lunga lista d'attesa fra quanti vogliono tornare a casa dall'estero. Come nel caso della cronista in questione

Ora come dimostra questi due   articoli sempre di repubblica :   <<  Afghanistan, i talebani reprimono la manifestazione delle donne usando spray al peperoncino >>  di Pietro Del Re del 17 Gennaio 2022 e    << Nel nascondiglio inglese delle calciatrici di Herat: “I talebani ci odiano volevano lapidarci” >> di Antonello Guerrera del 23\1\2022  non    sono     per  niente  democratici    verso le  donne   ed  il  gesto potrebbe anzi meglio  è solo  propaganda   .  Forse perchè   sempre  secondo  repubblica  del  30\1\2022  

Lo scorso anno Bellis stava lavorando per Al Jazeera, la rete televisiva di news del mondo arabo, seguendo il ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan quando attirò attenzione internazionale per le sue critiche ai talebani sul trattamento delle donne. Trasferitasi in Qatar, ha scoperto di aspettare un bebè, descrivendo la gravidanza come "un miracolo" perché i medici le avevano detto in precedenza che non avrebbe potuto avere figli: dovrebbe partorire una bambina nel maggio prossimo.
Allora ha dato le dimissioni da Al Jazeera e con il fidanzato Jim Huylebroek, un fotografo freelance per il New York Times, si è spostata in Belgio, paese di cui quest'ultimo è originario. Ma non aveva un permesso di residenza e così ha scoperto che l'unico paese per il quale avevano entrambi un visto era l'Afghanistan. Così ha presentato richiesta ai talebani che nonostante le sue passate critiche al regime l'hanno fatta entrare a Kabul senza problemi, con una sola avvertenza: "Limitatevi a dire a tutti che siete sposati e se ci sono difficoltà avvertiteci. Non preoccupatevi". Nel frattempo ha presentato 59 documenti al governo neozelandese per ottenere un rimpatrio d'emergenza, ma la richiesta è stata respinta. Dopo la pubblicazione del blog e l'eco che ha suscitato, riferisce il Guardian di Londra, un portavoce governativo l'ha contattata, indicando che la sua richiesta non esaudiva la condizione di un trasferimento entro 14 giorni e invitandola a ripresentarla. A questo punto la pratica sembra essersi messa in moto ed è possibile che potrà rientrare in Nuova Zelanda. Dove nessuno, evidentemente voleva sembrare meno attento dei talebani sui diritti delle donne.

10.6.21

Gli avvoltoi su Saman e sulle vittime dei femminicidi etnici - religiosi il caso saman


Ogni volta che il tema della violenza basata sul genere si intreccia con la questione migratoria, le attiviste per i diritti delle donne sono accusate di restare in silenzio per il presunto timore di incorrere nell’accusa di razzismo.  In realtà, basterebbe scorrere i comunicati presenti sulle pagine dei movimenti e di tutte le principali organizzazioni italiane, a partire dalla rete  del  D.i.Re ( DONNE IN RETE CONTRO LA VIOLENZA La Rete nazionale antiviolenza gestita da organizzazioni di donne che riunisce i centri antiviolenza  )  per accorgersi che le femministe dicono parole chiare, di rabbia e denuncia, sull’ennesimo caso di femminicidio che – ormai è certo – ha tolto la vita alla diciottenne pakistana Saman Abbas. Ciò che non si perdona a quelle che vengono schernite come “professioniste dell’indignazione di genere” è di non sposare il frame culturalista: la violenza come il prodotto di culture o religioni non occidentali.
Questa lettura, però, ostacola il riconoscimento della violenza come fenomeno strutturale, mentre ignora la complessità determinata dall’intersezione di genere, etnia, religione, nazionalità, e finisce per offrire un alibi per non fare nulla. Infatti a destra c'è chi usa la vicenda della povera  Saman Abbas per colpire "gli amici degli stranieri" oppure "le femministe". Esse   devono essere Persone a cui della sorte della ragazza interessa poco, quasi nulla . È la solita banalità del male



ecco cosa ha postato Rossella Angiolini presidente della commissione per la promozione delle pari opportunità di Arezzo. (Avvocata di spicco, ex candidata sindaca). Elegante, sobria, raffinata ma soprattutto la persona migliore che si potesse trovare per descrivere il caso umano del giorno .
Ecco quindi     che  era era prevedibile, ogni volta che una donna \ ragazza di famiglia islamica viene ( quando non riesce a fatica ad arrivare a  conquistarsi la libertà ) la libertà conquistata a fatica delle musulmane d’Italia barbaramente  uccisa  le  iene  si scatenano 
 E poi vengono  gli avvoltoi  . Ed  ecco  che    alla fine gli avvoltoi si sono buttati su Saman Abbas usandola come clava per colpire i propri avversari che in questo caso sono la sinistra (che poi, a pensarci bene, beati loro che vedono sinistra dappertutto e noi tutto il giorno tutti i giorni qui a cercarla), le femministe e di sponda anche gli amici degli “stranieri” (perché per loro Saman Abbas è morta solo  perché di fede islamica, mica perché schiacciata da un patriarcato che non la voleva libera ) che sarebbero addirittura complici morali .
Mentre le notizie su Saman Abbas disegnano un finale sempre più fosco si moltiplicano gli strumentali appelli di chi urla “e le femministe dove sono?”. Domande  legittime certo   vista la  quasi  indifferenza   assuefazione  (  ne abbiamo già parlato   precedentemente   su questa  pagine  qui qui  )  . Ma    sfugge   che  coloro  che   fanno  o intersecano  i  loro discorsi   con  tali  domande  sono  sempre gli stessi che dipingono ad ogni pie’ sospinto le femministe come delle pazze esagitate il  che  rende il tutto ancora più cretino e  strumentale  \  opportunistico  . A questi ovviamente , senza  generalizzare  , la sorte della ragazza interessa poco, quasi niente, giusto il tempo di usarla come fionda per lanciare i loro sputi e poi tornare nelle loro tane. È la solita banalità del male.
Infatti    come  giustamente  fa notare   Giulio Cavalli  sul settimanale Left (  https://left.it/ ) 9 Giugno 2021 

Tra l’altro questi sono gli stessi che stanno trattando la vicenda come una “questione tra stranieri” rivendicando ovviamente la superiorità italiana (sovranisti anche nei femminicidi, che miserabile squallore) e sarebbe curioso sapere cosa ne pensino invece del fatto che Saman Abbas a novembre dell’anno scorso (era ancora minorenne) avesse chiesto aiuto ai servizi sociali di Novellara per non essere costretta al matrimonio, fosse stata trasferita sotto protezione in una comunità di Bologna, e avesse presentato una regolare denuncia ai carabinieri. Non è una storia tra “pakistani isolati”, insomma. Ci sono istituzioni, forze dell’ordine coinvolte. E non solo: l’11 aprile Saman Abbas, ormai maggiorenne, decide di tornare a casa per prendere i suoi documenti e presumibilmente trasferirsi all’estero. Il 22 aprile si presenta (di nuovo) dai carabinieri per denunciare i genitori raccontando che non le veniva permesso di prendere le sue cose, raccontando le minacce di morte a lei e al suo fidanzato pakistano.
I carabinieri si presentano nella casa dei genitori di Saman Abbas solo tredici giorni dopo. Tredici giorni dopo, il 5 maggio. Non trovano più la ragazza e lì cominciano ad affiorare i sospetti e poi l’indagine. Insomma, ci sono un po’ di responsabilità anche di casa nostra, forse, no?

Tesi confermata  anche    dalla   replica  dell'eurodeputata del Pd Pina Picierno alla Lega sulla tragedia di Novellara

Poi, volendo ci sarebbe il tema vero : questa narrazione di donne \  ragazze  che    “vogliono diventare occidentali” con la solita boria da superiori e che invece sono donne\ragazze che vogliono essere libere, che rivendicano il diritto di dire no ad  antiche  consuetudini  e tradizioni e che muoiono per questo. Ma del tema vero, credetemi, interessa poco agli avvoltoi ed  ai politicanti  nostrani .infatti trovo che l'aspetto più fastidioso e ipocrita, in questo e in altri casi come questo sia l'ostentazione e l'esaltazione  della superiorità culturale occidentale residuo di teorie di :  Cesare Lombroso 1835 –1909) e Alfredo Niceforo ( 1876 – 1960 )  Una ostentazione che non manca nemmeno nella sinistra, una certa parte d'essa  , passa a  destra    sebbene attuata con maggiore eleganza risetto alla destra. E allora com'è fatta l'ostentazione di superiorità culturale della sinistra centrista ( ex DC per chi è  mio coetaneo o appassionato  della storia repubblicana  )  ovviamente   fatti salvi dei piccoli   casi  isolati    come  quello   della Picierno in particolare ? È fatta di silenzi e, laddove silenziare non è possibile, è fatta di quel 'troncare e sopire, sopire e troncare' che le mette un sasso in bocca di fronte, per esempio, a casi irlandesi e canadesi, di ( limitandoci agli infanticidio ) sepolture massive di bambini in siti di impianto culturale cattolico e derivati . 


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...