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Visualizzazione dei post con l'etichetta islam fondamentalista

La maestra di Pordenone e il niqab ? Ha rispettato la legge

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  La maestra e il niqab ? Ha rispettato la legge Fra le  tante   email   che  ho ricvevuto  su  redbeppe@gmail.com ( email     del blog    a  cui potete  scrivermi per   richieste , iunsulti , elogi o altro  )  per  aver  condiviso    su fb  un  articolo , non  ricordo   la  fonte  , in cui si elogiava  la maestra  elementare  che     aveva  fatto  togliere  il  Niquab   ovvrero quel  velo in integrale  che   copre  tutto i  corpo lasciando  scoperti solo gli occhi   ,   ho scelto questa  che  mi  sembra la  più significativa   e   quella  che  riassiume   le numerose  email   simili   che  ricevo  ogni  qualvolta     affronto  tali tematiche   . Spett  Compagni  di strada Non vi   capisco   ,    siete per  la   laicità   ed  per  le  donne  Iraniane  che  lottano  contro  l'imposizione del velo   e poi difendete  gli islamici     che   lo   impongono  non   solo alle    donne   ma anche   come  in  questo caso alle loro figlie  .  E  criticate la maestra     perchè gli lo  ha  fa

Accolta dai talebani una giornalista neozelandese incinta che non riusciva a rientrare nel suo paese per le regole anti-Covid

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   canzone  suggerita Guns N' Roses - Don't Cry anche i duri , i fanatici \ fondamentalisti hanno un cuore anche hanno un cuore . Tale gesto sarà pure propaganda per mostrarsi democratici all'occidente ed al resto del mondo , ma è un bel gesto.   Ed  è  quello     che  è  successo     recentemente   a questa  giornalista   Neozelandese  Accolta dai talebani una giornalista neozelandese incinta che non riusciva a rientrare nel suo paese per le regole anti-Covid  Charlotte Bellis in una foto dal suo profilo Instagram   Charlotte Bellis, collaboratrice del New Zealand Herald ha raccontato la sua paradossale vicenda. Aveva denunciato il trattamento riservato da Kabul alle donne, ma ora è stata aiutata. Unico consiglio: "Non dire che non sei sposata"   di   Enrico Franceschini LONDRA - Una giornalista incinta neozelandese costretta a chiedere asilo al regime dei Talebani in Afghanistan perché le severe norme sulla quarantena le impediscono di tornare nel suo paes

Gli avvoltoi su Saman e sulle vittime dei femminicidi etnici - religiosi il caso saman

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Ogni volta che il tema della violenza basata sul genere si intreccia con la questione migratoria, le attiviste per i diritti delle donne sono accusate di restare in silenzio per il presunto timore di incorrere nell’accusa di razzismo.  In realtà, basterebbe scorrere i comunicati presenti sulle pagine dei movimenti e di tutte le principali organizzazioni italiane, a partire dalla rete  del  D.i.Re ( DONNE IN RETE CONTRO LA VIOLENZA La Rete nazionale antiviolenza gestita da organizzazioni di donne che riunisce i centri antiviolenza  )   per accorgersi che le femministe dicono parole chiare, di rabbia e denuncia, sull’ennesimo caso di femminicidio che – ormai è certo – ha tolto la vita alla diciottenne pakistana Saman Abbas. Ciò che non si perdona a quelle che vengono schernite come “professioniste dell’indignazione di genere” è di non sposare il frame culturalista: la violenza come il prodotto di culture o religioni non occidentali. Questa lettura, però, ostacola il riconoscimento della