Visualizzazione post con etichetta fascismo neofascismo estrema destra radicale forza nuova casa pound casapound T. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta fascismo neofascismo estrema destra radicale forza nuova casa pound casapound T. Mostra tutti i post

24.2.12

Qualcosa non quadra

La Farnesina richiama, con deplorevole ritardo, il console italiano a Osaka Vattani, fascista dichiarato e protagonista di esibizioni musicali inneggianti alla Repubblica di Salò. In Parlamento siede un altro convinto fascista, l'ex-andreottiano ora Pdl Ciarrapico, fervente ammiratore di Berlusconi e nostalgico dei tempi in cui "si mandavano i gay in miniera". Sempre a proposito di omosessuali, Giovanardi paragona il bacio saffico a uno scarico vescicale, mentre l'Annunziata annunzia che difenderebbe Celentano anche se "volesse mandare i gay in campo di sterminio". Gli operai della Fiat di Pomigliano sono obbligati a pronunciare davanti a un microfono "Io song n’omme ‘e mmerda". La penitenza viene inflitta quando l’operaio “non regge le cadenze o sbaglia a montare un pezzo”. Da più parti s'invoca di ripristinare la legge 188/2007 che impediva le dimissioni in bianco, di cui sono vittime soprattutto le donne. Due anni fa il precedente governo l'aveva abolita e la notizia passata sotto silenzio.

Nardò (Lecce): Rossano Paladino vieta l'"accesso" agli omosessuali nel suo bar. Chissà come ha fatto a individuarli.

L'Onu denuncia l'Italia come "paese a rischio femminicidio", mentre la Corte europea dei Diritti umani di Strasburgo ci ha condannati per aver violato, nel 2009, gli articoli 3 e 4 della Convenzione europea dei diritti umani. Undici somali e tredici eritrei erani stati all'epoca respinti in Libia, senza che il loro caso fosse analizzato e restando quindi esposti a maltrattamenti e torture. Le immagini qui riportate risalgono rispettivamente al 2006 (sopra) e a quest'anno. Tutto quanto avviene da noi, ed è possibile avvenga.

Qualcosa non quadra.


ULTIM'ORA. Lucia Annunziata dichiara alle agenzia stampa:
“La frase che ho pronunciato ieri sera da Santoro sugli omosessuali era a mio parere chiaramente paradossale. Veniva infatti alla fine di un discorso in cui ho preso nettamente le distanze sui contenuti dagli attacchi fatti da Celentano alla intera stampa italiana. Ho difeso la libertà di espressione dell’artista, ma ho usato l’esempio – di proposito estremo - della ferocia antigay per rendere più chiara l’esistenza anche di una contraddizione fra questo diritto e il merito delle opinioni che si esprimono.
La reazione che ne è seguita mi ha pero’ convinta che il tema dell’odio antigay va affontato meglio. Vi dedicherò, dunque, la puntata del 4 marzo di In mezz’ora. Le persone e le organizzazioni contattate hanno accettato l’invito”.

3.2.12

repliche alle destre destre e alla sinistra destra ecco perchè per la cittadinanza italiana agli immigrati


da  diario di Repubblica  del 2\2\2012

Tre anni fa mi trovavo a Toronto, in Canada, per  un festival internazionale di letteratura. Ricordo, in particolare, un incontro interessante con un simpatico musicista. Mi disse che aveva da  poco ottenuto la cittadinanza italiana con estrema facilità, era bastato il certificato di nascita del bisnonno  immigrato dal Veneto all’inizio del secolo scorso. Niente esame di lingua, di storia, di cultura, di costituzione,per misurare la sua italianità. «Non parlo l’italiano – ripeteva ridendo – e non sono mai stato in Italia, Paese di cui conosco pochissime cose. Per essere sincero mi sento completamente canadese». Gli chiesi: «Allora perché hai deciso di diventare cittadino italiano?». Mi rispose: «Per far felice la nonna, l’unica in famiglia che  parla ancora qualche parola di italiano».


Gli raccontai la mia storia per ottenere la cittadinanza italiana, una cittadinanza “sudata”, non regalata. Un lungo percorso durato 12 anni di residenza, una maturazione profonda e una lenta italianizzazione fatta con la mente, la lingua, la conoscenza, il dialogo, la scrittura e soprattutto con il cuore.
Mi torna in mente spesso la storia del “canadese” quando incontro ragazze e ragazzi nati in Italia e con genitori immigrati. Mi colpisce la loro determinazione e  maturità: non hanno dubbi identitari, si sentono italiani a tutti gli effetti. Capiscono che il problema non sono loro, ma il contesto in cui si trovano, fatto di propaganda, ipocrisia, cattiveria e mancanza di buon senso. Ricordo che una volta una ragazza nata a Roma, di origine marocchina, mi spiegò con poche parole la grande frustrazione e ingiustizia in cui vivono giovani come lei: «Quando sono a Roma mi chiamano la marocchina, e quando vado in Marocco mi chiamano l’italiana». Non  parla arabo, però va fiera del suo romanesco, si considera una grande tifosa della nazionale di calcio e conosce a memoria le canzoni di Lucio Battisti. Poi, con un tono pieno di tristezza e di sofferenza: «Sono un’italiana con il permesso di soggiorno!». È umiliante e assurdo chiamarli “immigrati di seconda generazione”. Sono i genitori che sono immigrati, non loro. Aveva ragione il grande scrittore arabo Abu Hayyan Al-Tawhidi (morto nel 1023) quando sosteneva che «lo straniero più straniero in assoluto è quello che vive da straniero nella propria patria». In questi ultimi anni è stata concessa la cittadinanza italiana a tanti, soprattutto all’estero, in base solo allo ius sanguinis. Molti di loro votano anche se non pagano le tasse e possono condizionare la vita politica italiana. Invece i figli di immigrati nati in Italia sono esclusi perché non hanno un antenato italiano nel loro albero genealogico, cioè qualche goccia di sangue italiano nelle vene. Così si vedono costretti al diciottesimo anno a chiedere il permesso di soggiorno. L’Italia non dovrebbe essere il loro Paese? Perché continuare a rigettarli e a trattarli come figli illegittimi? Ne conoscono la cultura, la cucina, la storia, la geografia, lo sport e la politica. Ne parlano la lingua e i dialetti locali. Condividono con gli italiani “puri” felicità e dolori, pregi e difetti,  caratteri e umori. Insomma amano questo Paese e vogliono essere amati.Non dare la cittadinanza a chi è nato in Italia è semplicemente “vergognoso

qui il resto del numero dedicata appunto al tema  della   cittadinanza     e sul diritto dei figli di immigrati nati nel nostro paese a non essere discriminati per le loro origini   e la  loro provenienza  http://download.repubblica.it/pdf/diario/2012/02022012.pdf


dato che ci sono ne  approfitto per  rispondere  anche ai fanatici di forza  nuova  .
da quando  ho configurato la mia email  redbeppe@gmail.com  su  blogspost contattami (  a  disposizione   per   chi volesse  scrivermi )    ho ricevuto  diverse  email  di  gente  vicino  a tali elementi  o  di tali elementi stessi    vedere titolo  e  post   su Altan  e gli  insulti di Forza Nuova (  nuovo  mascherato da  vecchio )




 e  affini  .Lo so  che  direte , cancella  e cestina ,  vero  ma  non sempre  è possibile  con gente ipocrita  e bugiuarda  che nega l'evidenza  dei fatti   come dimostra  l'articolo  che

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...