NATALE 1893 – Sicilia insaguinata da carabinieri e latifondisti che sparano contro i contadini affamati
19-12-2011
di Elio Camilleri
Erano quasi le quattro del pomeriggio e il pranzo di Natale del 1893 era finito appena da un po’, la mattina era trascorsa tranquilla, anche Gesù era nato a mezzanotte. Il giorno prima, nella piazza, una moltitudine di donne aveva guidato una manifestazione contro le tasse che esplose improvvisamente con l’assalto e la distruzione dei circoli che erano i luoghi di riunione, di svago dei notabili, dei potenti e dei prepotenti del paese.
La forza pubblica aveva tentato di contenere la folla, ma non era riuscita ad evitare il successivo assalto e la completa devastazione dei casotti daziari.
Erano quasi le quattro del pomeriggio del Natale del 1893 e le donne di Lercara con i loro uomini riempirono la piazza per assalire il Municipio, sventolavano stracci a mò di bandiere e volevano che si capisse che non era più tollerabile lo sfruttamento e la fame.
Il Prefetto ed il Procuratore del Regno si erano precipitati da Palermo e tentarono invano di calmare la folla, ma erano arrivati anche i rinforzi militari e fu la tragedia: i due schieramenti si trovarono uno di fronte all’altro e i militari intimarono ai manifestanti di disperdersi … attimi di silenzio, un colpo di arma da fuoco.
Dai balconi dei palazzotti prospicienti la piazza i notabili, padroni di Lercara, dei campi e delle miniere incitavano i carabinieri a compiere il massacro. Con la bocca ancora impastata dei buccellati e dei cannoli trangugiati a pranzo, nel loro pranzo di Natale, gridavano: “morte agli istigatori, morte ai sovversivi”.
Undici manifestanti furono uccisi nella cornice di cinica e turpe istigazione al massacro.
“non si sarebbe mai saputo chi avesse sparato per primo […] non è affatto da escludere che a sparare per primo fosse stato qualche campiere, qualche mammasantissima, appostato dietro l’angolo di qualche casa e incaricato di provocare la strage da una delle fazioni che si contendevano il potere in paese. Le carte tacciono in proposito”. ( Mario Siragusa, Stragi e stragismo nell’età dei Fasci siciliani. In “La Sicilia delle stragi”. a cura di Giuseppe Carlo Marino. Newton Compton Editori Roma.2007. pag. 119 )
La seconda dai miei ricordi fatti di racconti di Babbo e zio ( sinistra extra parlamentare ) e letture e documentari storici i fatti Avola ( sempre sicilia ) 2 dicembre 1968 ( I II ) dove fu duramente repressa a colpi d'arma da fuoco uno sciopero di braccianti agrari e della bussola ( viareggio notte del 31 dicembre -1 gennaio 1968\69 articolo tratto da http://www.antiwarsongs.org/ .
La ballata ( ne trovate sotto un video e qui il testo )
è la cronaca fedele dell'episodio della contestazione avvenuta il 31 dicembre 1968 presso il locale alla moda "La Bussola" di Focette, in Versilia, dove alcuni studenti medi e universitari si erano recati (come il 7 dicembre a Milano per la celebre contestazione alla prima della Scala) per lanciare uova sui ricchi borghesi che si recavano al locale "chic" per festeggiare il capodanno.
Gli studenti erano armati di uova; i carabinieri, di armi. Fu la prima volta in assoluto in Italia che i carabinieri spararono su una manifestazione studentesca. Lo studente Soriano Ceccanti ( foto sotto )
16 anni, di Pisa, rimase paralizzato per tutta la vita. È diventato, oggi, un valente schermidore.
comunque la pensiate buone feste