Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta contadini. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta contadini. Mostra tutti i post

18.7.25

DIARIO DI BORDO N 136 ANNO III Yona Roseman, obiettrice di coscienza israeliana: «Non mi arruolo in un esercito che sta commettendo un genocidio» -. giovani e la terra la storia di fabio.barbato., sardegna terra multietnica il caso de ponziesi



Yona Roseman, obiettrice di coscienza israeliana: «Non mi arruolo in un esercito che sta commettendo un genocidio»
                  di  Anna Spena

  



In Israele la leva militare è obbligatoria. Yona Roseman ha 19 anni e ad agosto «andrò in un carcere militare perché ho rifiutato di arruolarmi». Ha scelto di rendere pubblica la sua decisione ed è entrata a far parte delle rete di attivisti di Mesarvot, un'associazione che offre supporto e sostegno legale ai giovani che scelgono di non combattere. «La mia famiglia non l'ha presa bene, alcuni amici di scuola hanno tagliato i ponti con me. Spero in uno stato democratico in cui tutti abbiano uguali diritti e i rifugiati palestinesi possano tornare. Penso che prima o poi succederà»
AYona Roseman, 19 anni, è stato chiesto di indossare la mimetica, armarsi, e andare a combattere. L’arruolamento è previsto per agosto ma «io non combatterò», dice. E sa già che questo rifiuto le costerà il carcere militare. Non sa per quanto tempo dovrà restarci. Ma per chi come lei si è rifiutata più di una volta la permanenza può variare dai 30 ai 200 giorni consecutivi.
In Israele il servizio militare è obbligatorio sia per gli uomini che per le donne, al compimento dei 18 anni. L’obbligo di leva si estende anche ai cittadini israeliani che vivono all’estero e a quelli con doppio passaporto. Dopo l’inizio della guerra tra Israele e Hamas il governo israeliano ha approvato un’estensione della leva a 3 anni per uomini e donne per i prossimi 5 anni. Mentre il governo di Netanyahu continua a bombardare senza sosta la Striscia di Gaza e porta avanti l’occupazione illegale della Cisgiordania, cresce il numero di soldati che rifiutano di servire e aumentano i casi di suicidio tra i militari.
Yona Roseman fa parte della rete di Mesarvot, un gruppo di attivisti che rifiuta di prestare il servizio militare obbligatorio. Una realtà che offre agli adolescenti che devono arruolarsi aiuto per evitare che accada e supporto legale. Non esiste un dato preciso di obiettori nel Paese. Mesarvot entra principalmente in contatto con quelli che rendono pubblica la loro decisione. Dall’inizio della guerra ne hanno sostenuti già quindici. «Vengo dal Nord di Israele, ora vivo ad Haifa». Per presentarsi Roseman di se stessa dice: «Sono un giornalista e un attivista contro il genocidio, l’apartheid e gli sfollamenti forzati. Quasi due anni fa ho maturato la scelta di rifiutarmi di combattere, mi ero resa conto di non poter servire in un esercito che sta sostenendo un regime illegale e antidemocratico a discapito di milioni di persone. Ma col passare del tempo la scelta di non combattere è diventata molto più semplice: non ci si arruola in un esercito che sta commettendo un genocidio».
Per Yona rifiutarsi di combattere e basta non bastava: «Dopo aver già deciso di non arruolarmi, mi sono resa conto che avrei dovuto rendere pubblico quel rifiuto. La sensazione di potere che deriva dal rifiutare a gran voce quella che si presume essere la norma mi ha convinto che fosse la cosa giusta per me. La mia famiglia non l’ha presa bene, non ha appoggiato questa scelta, ma col tempo ha imparato a capirmi. Alcuni amici di scuola hanno tagliato i ponti con me per questa decisione, a parte questo non ha avuto grandi conseguenze finora. Ma il mese prossimo andrò in un carcere militare perché ho rifiutato il servizio». Roseman ha incontrato la rete di Mesarvot nel 2023, durante una protesta contro l’occupazione israeliana. «Mi aiuta con il supporto legale e mediatico, nella relazione con i miei genitori e, soprattutto, mi fa sentire parte di una comunità che sostiene e celebra la mia decisione».
Si può sostenere Mesarvot con delle donazioni, ma anche con atti simbolici come «inviare lettere a chi si è rifiutato di combattere e ora si trova in carcere». Yona ha una speranza chiara sul futuro: «Desidero uno stato democratico in cui tutti abbiano uguali diritti e i rifugiati palestinesi possano tornare. Credo che prima o poi succederà. Spero di poter continuare a lottare per ciò che è giusto qui, non mi vedo vivere da nessun’altra parte






dalla    pagina facebok di Sardegna.Sardinia.Italy


Lui è Fabio. ( per contattarlo ecco il suo account db fabio.barbato.568 ) Vive in Sardegna, a Castiadas. In campagna. Di fronte alla sua casa c’è un terreno immenso. Studia da geometra ma il suo pallino è l’agricoltura. “Cosa posso piantare in quei cinque ettari?”. Fichi d’India. Gli amici gli dicono di lasciar perdere. Qualcuno lo prende in giro. Fabio non ascolta nessuno. Innesta 750 piante di fichi d’India. Cura ogni dettaglio, vuole vincere la sua scommessa. Immettere sul mercato i fichi d’India di Castiadas.Arrivano i primi risultati, il mercato però è difficile. Fabio pianta anche pomodori, cetrioli, zucchine, melanzane, peperoni. Glieli chiede Giovanni, il direttore di un resort 4 stelle a Costa Rei. A tre chilometri dal campo coltivato. “Caro Fabio, ai nostri ospiti diamo il prodotto del tuo orto”. Fabio si impegna, lavora la terra senza sosta. E ogni giorno d’estate porta le melanzane, le zucchine e i fichi d’India a Giovanni. Un successo dopo l'altro: si aggiudica l’oscar green, il premio che la Coldiretti assegna ai migliori giovani agricoltori, è un punto di riferimento del resort e in più quest'anno inaugura l'agricamping. Ci si rilassa e si gusta quel che si coltiva. Che meraviglia. Complimenti, Fabio!


-------

da Vistanet   sezione  sardegna 

In Sardegna sino a pochi decenni fa c'erano tanti ponzesi (qualcuno, molto anziano, è ancora vivo). Sapete perché arrivarono qui da noi?




Lo sapevate? Perché in Sardegna ci sono molte persone originarie dell’isola di Ponza?
In Sardegna sino a pochi decenni fa c’erano tanti ponzesi (qualcuno, molto anziano, è ancora vivo). Sapete perché arrivarono qui da noi?
In Sardegna, fino a pochi decenni fa, vivevano tantissime persone originarie dell’isola di Ponza — e qualcuna, molto anziana, è ancora viva oggi. Ma perché mai tanti ponzesi arrivarono proprio qui da noi? La risposta affonda le sue radici in una storia affascinante fatta di mare, fatica e migrazioni silenziose.
Ponza, una piccola isola di appena 10 chilometri quadrati, situata nell’arcipelago Pontino, contava già oltre 3.000 abitanti nel 1861. Dopo un lungo periodo di spopolamento dovuto alle incursioni barbaresche, l’isola fu nuovamente abitata da pescatori provenienti da Ischia e dalla Campania, che trovarono nel mare la loro fonte di sostentamento. Ed è proprio il mare che li spinse, a partire dalla metà del 1800, verso nuove rotte. I pescatori ponzesi iniziarono a dirigersi a nord per pescare, e con il passare degli anni quel flusso si intensificò: se all’inizio erano soltanto tre o quattro imbarcazioni, tra il 1940 e il 1960 se ne contavano più di venti. Alcuni puntavano decisi verso la Sardegna, verso La Maddalena, Santa Teresa di Gallura, Porto Torres e Isola Rossa, Golfo aranci ,Vignola \ Aglientu  . Altri invece si fermavano prima, affascinati anche loro dalla ricchezza ittica attorno all’isola di Montecristo.
Le barche da pesca, costruite a Ponza nei cantieri di Sant’Antonio e Santa Maria o a Terracina, ricordavano nella forma le feluche nordafricane: snelle, resistenti, perfette per il tipo di navigazione richiesto. I ponzesi seguivano diverse rotte verso la Sardegna, toccando anche Arbatax, Siniscola, Carloforte, e spesso le loro barche venivano trasportate su bastimenti aragostai, detti mbrucchielle, che le sbarcavano appena giunti a destinazione. Quando la pesca in Sardegna non dava frutti, risalivano il mare fino all’Elba, pescando a Montecristo, per poi tornare infine a Ponza a fine stagione.
In principio, quasi tutti i pescatori facevano ritorno a casa; solo in pochi restavano a svernare all’Elba, a Montecristo o in Sardegna. Ma con il tempo, quel pendolarismo stagionale si trasformò in migrazione stabile. Molti pescatori decisero di trasferire le proprie famiglie nei porti sardi dove passavano gran parte dell’anno: così nacquero le prime piccole comunità ponzesi in Sardegna, discrete ma presenti, legate alla pesca e alla fatica, al vento e alla salsedine.
Ma l’avventura dei ponzesi nel Mediterraneo non si fermò qui: alcuni si spinsero anche più lontano, verso la Tunisia, sull’isola di La Galite (Galitone), a 80 chilometri dalla costa tunisina e a circa 150 dalla Sardegna. Sempre inseguendo il pesce, sempre seguendo le rotte del mare.
Ecco perché, ancora oggi, nelle storie sussurrate dai vecchi pescatori sardi o nei cognomi che tradiscono origini lontane, sopravvive l’eco di Ponza, un’isola che ha lasciato la sua impronta sulle coste della Sardegna. Una storia poco conosciuta, ma incredibilmente ricca e viva.

18.5.13

L’Ue: piccoli ortaggi fuorilegge, vietato prodursi il cibo ?

  notizie  contrastanti  sulla decisione Ue   riguardo al divieto di prodursi  gli    ortaggi  per  proprio conto .
Infatti è  vero  \  certo   secondo   http://www.libreidee.org/2013/05  è  una  bufala     secondo  http://www.ecoblog.it/post/67805/  .  Io  leggendo entrambi mi sono fatto una idea    che   corrisponde  a  questa  :

Marianna Bulciolu Degortes ha condiviso un link.
Da Giuseppe Dettori:"Considerarla una bufala e non un chiarimento, rischia di far abbassare la guardia verso un progetto ben chiaro di chi, disonestamente, vuole appropriarsi della 'gestione mondiale' dei semi. I nomi delle aziende che si nascondono dietro questi progetti sono ben note!".

Infatti   sempre  da  facebook  


  • Oliviero Sensi Andare a leggere le regolamentazioni : DOCUMENTO DEL FITOPATOLOGICO IN MERITO ALLA CIRCOLAZIONE DEI MEDESIMI SEMI FIORI DROGHE ETC...
    Ieri alle 11.41 · Mi piace · 1


    Immacolata Ziccanu "l’obbligo di iscrizione al registro ufficiale comunitario che, assicurando le caratteristiche delle varietà iscritte, rappresenta una garanzia per i produttori agricoli come per i consumatori."...così inizia il controllo. Mi viene in mente la storia del latte che pian piano è diventato illegale acquistarlo direttamente dal pastore perchè poco igienico ( vedi le porcherie che ci hanno trovato dentro). Son cresciuta col latte di mucca vera e durante la crescita scoppiavo di salute...e non è che fin'ora mi possa lamentare!
    Ieri alle 12.15 · Non mi piace più · 2


E voi  ? Eccovi entrambi gli articoli  a  voi  giudicare      se  considerarlo una bufala  o  vero    .

IL PRIMO 



L’Ue: piccoli ortaggi fuorilegge, vietato prodursi il cibo  Scritto il 16/5/13



Una nuova legge proposta dalla Commissione Europea renderebbe illegale “coltivare, riprodurre o commerciare” i semi di ortaggi che non sono stati “analizzati, approvati e accettati” da una nuova burocrazia europea denominata “Agenzia delle Varietà Vegetali europee”. Si chiama “Plant Reproductive Material Law”, e tenta di far gestire al governo la regolamentazione di quasi tutte le piante e i semi. Se un contadino della domenica coltiverà nel suo giardino piante con semi non regolamentari, in base a questa legge, potrebbe essere condannato come criminale. Questa legge, protesta Ben Gabel del “Real Seed Catalogue”, intende stroncare i produttori di varietà regionali, i coltivatori biologici e gli agricoltori che operano su piccola scala. «Come qualcuno potrà sospettare – afferma Mike Adams su “Natural News” – questa mossa è la “soluzione finale” della Monsanto, della DuPont e delle altre multinazionali dei semi, che da tempo hanno tra i loro obiettivi il dominio completo di tutti i semi e di tutte le coltivazioni sul pianeta». Criminalizzando i piccoli coltivatori di verdure, qualificandoli come potenziali criminali – aggiunge Adams in un intervento ripreso da “Come Don Chisciotte” – i burocrati europei possono finalmente «consegnare il pieno controllo della catena alimentare nelle mani di corporazioni potenti come la Monsanto». Il problema lo chiarisce lo stesso Gabel: «I piccoli coltivatori hanno esigenze molto diverse dalle multinazionali – per esempio, coltivano senza usare macchine e non vogliono utilizzare spray chimici potenti». Per cui, «non c’è modo di registrare quali sono le varietà adatte per un piccolo campo, perché non rispondono ai severi criteri della “Plant Variety Agency”, che si occupa solo dell’approvazione dei tipi di sementi che utilizzano gli agricoltori industriali». Praticamente, d’ora in poi, tutte le piante, i semi, gli ortaggi e i giardinieri dovranno essere registrati. «Tutti i governi sono, ovviamente, entusiasti dell’idea di registrare tutto e tutti», sostiene Adams. Tanto più che «i piccoli coltivatori dovranno anche pagare una tassa per la burocrazia europea per registrare i semi». Gestione delle richieste, esami formali, analisi tecniche, controlli, denominazioni delle varietà: tutte le spese saranno addebitate ai micro-produttori, di fatto scoraggiandoli. «Anche se questa legge verrà inizialmente indirizzata solo ai contadini commerciali – spiega Adams – si sta stabilendo comunque un precedente che, prima o poi, arriverà a chiedere anche ai piccoli coltivatori di rispettare le stesse folli regole». Un tecno-governo impazzito: «Questo è un esempio di burocrazia fuori controllo», spiega Ben Gabel. «Tutto quello che produce questa legge è la creazione di una nuova serie di funzionari dell’Ue, pagati per spostare montagne di carte ogni giorno, mentre la stessa legge sta uccidendo la coltura da sementi prodotti da agricoltori nei loro piccoli appezzamenti e interferisce con il loro diritto di contadini a coltivare ciò che vogliono». Inoltre, aggiunge Gabel, è molto preoccupante che si siano dati poteri di regolamentare licenze per tutte le specie di piante di qualsiasi tipo e per sempre – non solo di piante dell’orto, ma anche di erbe, muschi, fiori, qualsiasi cosa – senza la necessità di sottoporre queste rigide restrizioni al voto del Consiglio.


Come sempre, il diavolo si nasconde nei dettagli: «Il problema di questa legge è sempre stato il sottotitolo, che dice un sacco di belle cose sul mantenimento della biodiversità e sulla semplificazione della legislazione», come se il nuovo dispositivo rendesse finalmente le cose più facili, ma «negli articoli della legge c’è scritto tutto il contrario», avverte Adams. Esempio: dove si spiega come “semplificare” le procedure per le varietà amatoriali, non si fa nessun accenno alle accurate classificazioni già elaborate dal Defra, il dipartimento britannico per l’agricoltura impegnato a preservare le varietà amatoriali. Di fatto, spiega lo stesso Adams, la maggior parte delle sementi tradizionali saranno fuorilegge, ai sensi della nuova normativa comunitaria. «Questo significa che l’abitudine di conservare i semi di un raccolto per la successiva semina – pietra miliare per una vita sostenibile – diventerà un atto criminale». Inoltre, spiega Gabel, questa legge «uccide completamente qualsiasi sviluppo degli orti nel giardino di casa in tutta la comunità europea», avvantaggiando così i grandi monopoli sementieri.
E’ quello che stanno facendo i governi, insiste Adams: «Stanno prendendo il controllo, un settore alla volta, anno dopo anno, fino a non lasciare più nessuna libertà», al punto di «ridurre le popolazioni alla schiavitù in un regime dittatoriale globale». Si avvera così la “profezia” formulata da Adams nel libro “Freedom Chronicles 2026” (gratuito, scaricabile online), nel quale un “contrabbandiere di semi” vive in un tempo in cui le sementi sono ormai divenute illegali e c’è gente che, per lavoro, ne fa contrabbando, aggirando le leggi orwelliane imposte della Monsanto. L’incubo pare destinato a trasformarsi in realtà: «I semi stanno per diventare prodotti di contrabbando», afferma Mike Adams. «Chiunque voglia prodursi il suo proprio cibo sta per essere considerato un criminale». Questo, conclude Adams, è il dominio totale sulla catena alimentare. «Tutti i governi cercano un controllo totale sulla vita dei cittadini». Per questo, oggi «cospirano con le multinazionali come la Monsanto», ben decisi a confiscare la libertà più elementare, cioè il diritto all’alimentazione. «Non vogliono che nessun individuo sia più in grado di coltivare il proprio cibo».

3.1.12

FORSE DIVENTERO' VEGETARIANO

                       
sono cresciuto fino all'età  di 11-14 anni , prima  che  la  mia campagna  fosse trasformata   nella  sua  quasi totalità in  azienda  florovivaistica , in una  famiglia  ( bisnonni  , nonni  paterni  ed  oggi  anche  se  in maniera  ridotta  senza  i : maiali,galline,api e la  vigna  )  di contadini  e quindi  quando mangiavo la carne  sapevo cosa  mangiavamo   ricorrevamo  pochissimo alla  macelleria .
Poi hom continuato , visto  che  in sardegna è piccolissima ( se  si esclude  quella  importata da  fuori o qualche  grosso allevamentgo industriale )   gli allevamenti  sono  biologici  o quanto meno all'aria  aperta  , ho continiuato a  mangiare carne  di macelleria  .
Ma dopo   qualche  scambio  d'esperienze e altro ( siti  internt, libri, documntari film ed altro vedere url fine blog  e  video sotto  )   con amici\che non solo  di fb   vegani e vegtariani  ,  ne ho diminuito  da  un anno  a  questa  parte  l'uso  .
Ora Dopo  aver  visto  sul banco della  maccelleria  ,  dove ero andato  a  comprare la carne  per  i mii cani  e  ritirato  la carne per  natale   , ho vsto ( una    scena  orrippilante ) esposti sul  bancone  esposti 4\5 piccoli  maialetti  a  forma  di salsiccia  \ salume  , sembravano  imbalsamati \ impagliati . proprio menmtr  m'indirizzavo alla cassa , commento fra  me e me (  ma  forse  a voce  troppo alta ,  in quanto  , avendo  ed  ho tutt'ora , problemi  d'udito non   risco a regolare  il tono della  voce   ) << non sapevo che uccidessro  i maiali femmina \ le scrofe incita   pr  toglierli i piccoli e farne simili cose  >>.Il maccellaio ride  e  mi risponde  << non siamo a quel livello vengono  gettati via , scrive la legge  .la  forma  che  vedi  è riocavata  da  carne avanzata  dalla fabbricazione di salsiccie  e  budello  >> . La stessa cosa  mi è stata confermata  da un collega  di lavoro che  ha  la  campagna  e che  alleva   gli animali .Comunque sia  che sia  vwro  qul  ch  dice il macellaio  o il mio amico \  collega  di lavoro    , gii animali specie quelli  d'allevamento intensivo  sono da quello  che  mi ha  detto riccardo alias  Alan Adleril responsabile  del sito    http://www.animalstation.it/public/wordpress/ : << le scrofe usate come animali da riproduzione vengono uccise dopo 2-3 anni per la carne, i piccoli (maschi o femmine) di queste scrofe vengono messi subito all'ingrasso e poi uccisi per la carne dopo circa 6 mesi o un anno. Questa cosa dei maialetti a forma di salsicce  mi suona assai inquietante, ci vuole davvero coraggio a mettersi in bocca un maialino ridotto così, anche se non mi stupisco più di nulla oramai. Comunque o è roba che costa parecchio, perchè con un maialino che fai crescere e ingrassare l'allevatore ci tira fuori molti più soldi, oppure possono maialini morti alla nascita e subito preparati in questo modo. Per saperne  di piu'  eccoti questo articolo http://www.animalstation.it/public/wordpress/?cat=228 >>
Ora se  prima  mangiavo  la carne due tre vbolte  alla settimana  senza  contare  quella , soffro  di fame  compulsiva  \  da  stress , ch mangiavo fuori pasto  soprattutto ai banchtti  , qui  in sardegna  e specie  nel sud  ( nel resto d'italia non sò ) i  comitati ( da noi si chiamano classi  )   ch  organizzano le feste patronali    fanno banchtti  con arrosti  grigliate  di carne non so se mangerò carne , o  se la mangerò o  d'allvamenti biologici  ( soffro di meno di quelli intensivi )

VIDEO   SCONSIGLIATO A  CHI è ULTRA SENSIBILE  E DEBOLE DI STOMACO

La ltre puntate le  trovate  qui sul canale youtube del sito agireora

con i sensi di colpa o per dovere perchè mi da fastidio \  mi viene il rimorso  se  avanza  o si butta (n anche  se   a dir il vero  noi  abbuamo i cani  a cui possiamo dare  gli avanzi  , ma ni ristoranti o in altri posti   come si fà  , spcie  se  te la  fanno  )   si spreca  un bene alimentare , mentre nel mondo c'è chi muor di fame .Ma  comuque  ci proverò  con la speranza  di riuscire


 film

qui ,purtroppo in inglese , il documentario integrale  

sotto  il  promo in inglese

libri

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...