Vari esponenti di questo governo ci hanno abituati a esternazioni sulla violenza contro le donne e sui femminicidi quantomeno discutibili, che si sono portate dietro una serie di polemiche, seguite da precisazioni, contestualizzazioni, da parte di chi le aveva proferite, il tutto condito con dati interpretati a uso e consumo di una precisa tesi. Ecco quindi che dovremmo essere assuefatti, dunque. Eppure lo stupore non è mai troppo. Infatti : «Questi fatti (i femminicidi, ndr) si radicano probabilmente nell’assoluta mancanza non solo di educazione civica ma anche di rispetto verso le persone, soprattutto per quanto riguarda giovani e adulti di etnie che magari non hanno la nostra sensibilità verso le donne». Queste le parole pronunciate giovedì 3 aprile dal Guardasigilli Carlo Nordio a margine di un’iniziativa organizzata dalla Camera penale. A chi mi dice che ho estrapolato ed usato la frase in maniera capziosa e di parte ecco qui sotto l'intero intervento

Lo ha appena detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio.Lo ha detto a due giorni dal barbaro femminicidio di Messina per mano, testa e “sensibilità” del suo italianissimo collega di studi.Parole queste che rendono , ipocrita , facedolo passare in secondo piano il resto ( pieno di buoni propositi ) del suo articolato discorso . Vero che la condizione della donna ( indipendentemente
dai femminicidi) è indubbiamente diversa tra i diversi contesti
socio/religioso/culturale.Ma il crimine è lo stesso . Lo vada a dire oltre che ai familiari di Sara Campanella e alla sua famiglia che noi” di “razza” bianca abbiamo una certa “sensibilità” nei confronti delle donne.Lo vada a dire a Giulia Cecchettin e a suo padre Gino che i maschi italiani sono fatti diversamente. Lo vada a dire a Giulia Tramontano e alla sua famiglia. Lo vada a dire al quasi 90% di donne vittime di femminicidio per mano di compagni, ex fidanzati, mariti, ex mariti, conviventi, stalker ITALIANISSIMI. Invece di assumersi le enormi e conclamate responsabilità per aver negato per anni le radici del femminicidio e della cultura patriarcale da cui proviene, ora teorizzano anche sconcertanti ragioni razziali.Prossimo passo, di questo passo, è un nuovo ( il vecchio conosciuto anche come il Manifesto degli scienziati razzisti, fu pubblicato, dal regime fascista con il titolo Il fascismo e i problemi della razza, il 14 luglio 1938 su Il Giornale d'Italia e ripreso sul primo numero della rivista La difesa della razza di Telesio Interlandi il 5 agosto dello stesso anno. ) Manifesto della Razza.Non avete decenza né cultura, non conoscete rispetto né dignità. Episodio ha riacceso il dibattito sulla complessità del fenomeno dei
femminicidi e sulle possibili cause socioculturali, evidenziando le
profonde divisioni politiche sul tema
Infatti Antonella Veltri, presidente di D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, ha criticato il ministro: «Abbiamo tutte letto le dichiarazioni del ministro Nordio, che per noi sono difficili da condividere», sottolineando la necessità di un piano di prevenzione concreto che coinvolga la società e le scuole, potenziando i centri antiviolenza. Veltri ha inoltre chiesto chiarimenti sull’efficacia del ddl Femminicidi, lamentando «la mancanza di azioni concrete per proteggere le donne vittime di violenza». Ma non è solo lei .
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Intervista al numero due dell’Associazione nazionale magistrati: “Non basta prevedere un reato autonomo punito con l’ergastolo, se poi non si investe in politiche sociali, sulla famiglia e sull’educazione sentimentale”
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