14.4.25

DIARIO DI BORDO n 115 anno III la terra e più forte della terapia fattorie sociali in marmilla ., Prestito di un milione restituito dopo 50 anni: il pacco e la lettera dell'anonimo galantuomo. «Ora potrò morire in pace»

 






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la  seconda  storia      sembra   risalire  a  tempi  ddei  miei  noni  Persone di altri tempi, con altri ed alti valori che oggi non esistono più  o  sono semprer  più  rari . Infatti  Una volta una stretta di mano era un vinclo morale che ti accompagnava per tutta la vita. Oggi se non fai documenti su documenti non rivedi più nulla. Beh, sono contento di leggere   questa storia che mi riporta alla mia infanzia quando queste cose c'erano  ancora  ed  ed erano normali anche  se   in misura  ridotta    rispetto  ai racconti  dei nonni  .  Ma  ora  basta  con la  nostalgia    e veniamo   alla  storia    dell'articolo  . 

Un prestito di un milione di lire restituito dopo 50 anni. È questa la singolarissima storia che coinvolge Biagio Giaffreda, pensionato di Parabita (Lecce), che nei giorni scorsi si è visto consegnare un pacco anonimo contenente una lettera e 1.050 euro, ovvero il corrispettivo, circa, di un milione delle vecchie lire che suo padre Giovanni, defunto ormai 20 anni fa, prestò a un misterioso signore che ancora oggi, dopo moltissimi anni, ha deciso di mantenere l'anonimato. Lettera e busta dei soldi gli sono stati consegnati ad un amico a cui il misterioso signore si era rivolto, pregandolo di portare il tutto ai figli di colui che tanta generosità aveva dimostrato nei suoi confronti. 




L'identità sconosciuta sconosciuta è motivata dal fatto che il prestito, risalente agli anni Settanta, si concretizzò attraverso una stretta di mano che solo gli uomini d'onore di una volta sapevano rispettare e con la promessa che le rispettive famiglie non avrebbero mai dovuto sapere di questa somma, da una parte concessa e dall'altra ricevuta.
Ma cosa spinge lo sconosciuto signore, ormai anziano - si presume sugli 80 anni - a compiere un gesto che ha dell'incredibile? Il significato di questo atto commovente e toccante è tutto sigillato in una lettera che riporta indietro nel tempo e rimarca valori importanti della vita al di là dei beni materiali, nel momento in cui l'esistenza si fa gratitudine, riconoscenza e bellezza interiore.
La lettera
«Tanti anni fa, ebbi bisogno di una forte somma ed a tal motivo mi rivolsi a degli amici e conoscenti, furono tutti pronti ad aiutarmi - scrive nella lettera l'anonimo anziano -. Fra gli altri, mi rivolsi a Giovanni Giaffreda. Fece appena in tempo a farmi parlare e il giorno dopo cacciò dalla tasca i soldi richiesti e me li affidò con la promessa che nessuno doveva venire a conoscenza del prestito, neanche sua moglie e la mia. Ci stringemmo la mano e andò via».È proprio questa epistola, scritta rigorosamente a mano, che descrive la storia di due vecchi amici legati da un segreto che è andato oltre la morte di uno dei due e che continua, a distanza di 50 anni, attraverso la sensibilità e la coscienza di chi non vuole lasciare questa terra prima di aver restituito quanto gli era stato donato. Poco importa se il destinatario di questo prestito da saldare sia defunto 20 anni fa o se sia passato mezzo secolo da quel giorno, la lettera parla chiaro: «Ora potrò morire in pace».
La consegna e la fiducia
Il pacco anonimo, nello specifico, è stato consegnato a un rispettabilissimo signore di Parabita di cui l'anziano debitore, evidentemente, si fida ciecamente, con la preghiera di consegnare la somma di denaro e la lettera in presenza di almeno due dei tre figli del generoso amico che, tantissimi anni fa e come si descrive nella lettera, mise una mano in tasca e consegnò un milione delle vecchie lire, davvero tanti soldi per quell'epoca.
Nella lettera, inoltre, si evidenzia un dubbio che ha tormentato a lungo il mittente, riferendosi chiaramente a una lista in cui, attraverso un simbolo, sono stati negli anni sbarrati tutti coloro a cui è stato restituito il denaro e il prezioso simbolo, significato di una parola d'onore data, mancava proprio accanto al nome di Giovanni Giaffreda. Una dimenticanza, di cui il signore si accorto solo qualche tempo fa, ritrovando quella vecchia lista.
Il gesto nobile
Da qui l'idea, ed evidentemente il bisogno, di riparare a questa mancanza, anche a fronte di un dubbio, e di restituire la somma ai figli dell'amico di vecchia data che sono rimasti molto impressionati da un gesto tanto nobile e ormai "fuori moda" per i tempi che corrono.
«Ho sentito l'esigenza di raccontare questa storia pubblicamente affinché possa servire come cassa di risonanza e magari far sapere indirettamente a questo uomo d'onore che io e i miei fratelli abbiamo ricevuto il pacco e che la fiducia riposta nell'amico che ha fatto da veicolo per la consegna è andata a buon fine - racconta Biagio Giaffreda, in un misto di incredulità e commozione -. La somma di denaro è stata, in parte, devoluta in beneficenza presso il centro per anziani, sito a Parabita e siamo certi che il misterioso gentiluomo non potrebbe che esserne fiero».
«Sono le tre di notte ma la mia coscienza si potrà tacitare e quindi io dormire»: è così che si conclude questo manoscritto speciale, singolare e prezioso vettore di un insegnamento di riconoscenza e lealtà appartenente proprio a quei tempi antichi che forse non torneranno mai più e che ci lasciano nostalgici e commossi.

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