Come da titolo mi sono marzullato 😆
Infatti essendo nato a cavallo fra gli anni '70 e '80 cioè fra contestazione e riflusso nel privato o più genericamente riflusso e cresciuto quindi negli anni del Caf e del primo Berlusconismo anni in cui c'era ancora la pellicola ( l'analogico ) ed si usava prevalentemente il colore il bianco e nero stava scemendo e veniva usato da pochi o nei giornali , ho imparato a fotografare colori .
Poi incuriosito ed affascinato da foto d'epoca e di famiglia trovate in soffitta e dalle foto dei libri di storia sul XX e XXI secolo , uso entrambi o trasformarmo ( perchè con la reflex ancora no so come fare a fotografare in bianco e nero ) da clore a bianco e nero come dimostra questo mio precedente post fotografo : pasqua ad Oliena tra tradizione ed innovazione
E' vero che il bianco è nero è po' nostalgico ma ha una tecnica che ha il suo fascino e non sempre è triste \ malinconico e , vedere url sopra , ha la sua utilità. soprattutto per chi sta imparando a fotografare , Infatti vi racconto una mia esperienza personale .
Avevo scattato u concerto di time jazz del 2016 due fotto consecutive una a colori
che è piaciuta poco ed una in bianco e nero
.
che ha vinto i contest del mese scorso dell'associazione fotografica la sardegna visto da vicino ovviamente il prenio è simbolico ( scegliere tu il tema per il prossimo contest )
Vi è mai capitato di guardare in tv quel capolavoro di “Casablanca”, film del 1942 [ o per rimanere più vicini : 1) Good Night, and Good Luck. è un film del 2005 diretto da George Clooney, 2 ) The Artist è un film muto in bianco e nero del 2011, scritto e diretto da Michel Hazanavicius aggiunta mia ] girato in un incantevole bianco e nero, rieditato in una moderna versione colorizzata negli anni Ottanta? L’atmosfera è completamente diversa. La storia del triangolo amoroso Rick-Ilsa Lund-Victor Laszlo sul tragico sfondo della seconda guerra mondiale ne risulta assai ridimensionata e mortificata nei suoi segreti più intimi. Come se i colori la trasportassero in un’epoca che non appartiene a quella degli sceneggiatori, né dei fatti narrati. Un film ‘inquinato’, verrebbe da dire. Bene fece Orson Welles a far salvaguardare il suo immortale “Quarto potere” da pericolosi esperimenti di tinteggiatura.
Dunque, è bene che i colori ogni tanto si facciano da parte. A proposito di immagini, oggi la fotografia in bianco e nero va proprio forte. Da vezzo per collezionisti si è trasformata in arte alla portata di tutti. Nelle scuole di settore si moltiplicano i corsi per scattare in analogico. Alcuni smartphone di ultima generazione sono addirittura muniti di una fotocamera per la cattura monocromatica. Insomma, il passato è tornato di moda. Dopo il vecchio disco in vinile, anche la cara antica pellicola sta recuperando terreno sulla macchinetta digitale.
Fra gli esponenti di questa significativa rivoluzione culturale, oltre a vere maghe del clic come Vivian Maier e Milagros Caturla (scomparse l’una nel 2009 e l’altra nel 2008), c’è il nostro Marcello Geppetti, grande fotografo del Novecento, le cui immagini ripercorrono 40 anni di storia italiana. Per assaporare il piacere di uno scatto analogico in bianco e nero basta recarsi a Roma, a due passi da via Nazionale, presso la dolceVita Gallery. Qui, nello studio che ospita le sue opere, Geppetti è più vivo che mai. Come vivi risultano gli occhi di Sophia Loren incrociando quelli di Vittorio De Sica o quelli di una giovanissima Brigitte Bardot, immortalata sul set del film “Il disprezzo”. Qui anche la vita quotidiana di un’Audrey Hepburn, assorta mentre fa la spesa, si incrocia e si confonde coi riflettori puntati sulla decappottabile di Anita Ekberg che sfreccia via dai paparazzi. Il lavoro del grande fotografo romano sul mondo si spinge fino al nero degli anni di piombo, nel decennio Settanta, su una strada riecheggiante di proteste e lastricata di violenze. Anche qui Marcello Geppetti dà voce agli ultimi, ai dimenticati, con un talento sempre in grado di cogliere le cose in medias res, catturandole al momento giusto con un clic.
Per apprezzare questo immenso patrimonio – quasi un milione di negativi – la dolceVita Gallery è aperta al pubblico dal martedì al sabato. Qui i cultori del genere possono acquistare una foto d’autore certificata e a tiratura limitata. Nello shop della galleria si trovano anche poster, cataloghi, riviste e cartoline. Per chi non è a Roma è disponibile lo shop online, con un’ampia selezione di scatti e gadget. La dolceVita Gallery è anche un luogo di incontro, dotato di una sala sempre aperta e pronta a ospitare eventi e mostre di altri autori. È consigliabile tenere d’occhio il calendario degli appuntamenti sul sito e sui social. Anche soltanto per fare un saluto a Brigitte, Sofia, Marcello, Anita, Raquel, Alain e a tanti altri indimenticabili protagonisti di quegli anni dorati.