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9.5.17

fotografare in bianco e nero a colori ? entrambe


 Come  da  titolo mi  sono    marzullato   😆
Infatti   essendo nato   a cavallo fra  gli anni  '70  e  '80   cioè   fra   contestazione e riflusso nel privato o più genericamente riflusso e  cresciuto quindi negli anni  del Caf  e  del primo Berlusconismo   anni in cui  c'era  ancora  la pellicola  ( l'analogico  )  ed   si usava  prevalentemente  il colore  il  bianco  e nero stava scemendo e  veniva  usato  da pochi o  nei giornali  ,  ho imparato  a fotografare   colori . 
Poi  incuriosito ed  affascinato   da  foto   d'epoca e  di famiglia    trovate  in soffitta   e   dalle  foto dei libri di  storia   sul  XX e  XXI  secolo ,   uso  entrambi  o  trasformarmo ( perchè  con la reflex  ancora  no so come fare  a  fotografare in bianco e nero   )  da  clore  a  bianco e nero    come dimostra   questo mio precedente  post  fotografo :  pasqua ad Oliena tra tradizione ed innovazione
E'  vero   che  il bianco   è nero è po' nostalgico   ma  ha  una  tecnica  che  ha il  suo fascino e  non sempre   è triste  \ malinconico   e  , vedere url  sopra ,  ha  la  sua  utilità.  soprattutto  per  chi sta imparando  a  fotografare  ,  Infatti   vi racconto una mia esperienza   personale .

Avevo scattato u concerto di  time  jazz   del  2016    due   fotto consecutive  una   a colori


  che   è  piaciuta  poco ed una   in bianco e  nero 

.L'immagine può contenere: 1 persona, sta suonando uno strumento musicale, sul palco, albero e spazio all'aperto

 che  ha  vinto i  contest    del mese  scorso  dell'associazione   fotografica  la  sardegna visto   da vicino    ovviamente    il prenio  è  simbolico  (   scegliere  tu   il tema per  il prossimo contest  )  

Ecco  quindi    che  i concordo con questo interessante articolo che trovate anche sotto di  http://www.repubblica.it/native/cultura/2017/05/08/







Vi è mai capitato di guardare in tv quel capolavoro di “Casablanca”, film del 1942 [ o per rimanere più vicini : 1) Good Night, and Good Luck. è un film del 2005 diretto da George Clooney, 2 ) The Artist è un film muto in bianco e nero del 2011, scritto e diretto da Michel Hazanavicius aggiunta mia  ] girato in un incantevole bianco e nero, rieditato in una moderna versione colorizzata negli anni Ottanta? L’atmosfera è completamente diversa. La storia del triangolo amoroso Rick-Ilsa Lund-Victor Laszlo sul tragico sfondo della seconda guerra mondiale ne risulta assai ridimensionata e mortificata nei suoi segreti più intimi. Come se i colori la trasportassero in un’epoca che non appartiene a quella degli sceneggiatori, né dei fatti narrati. Un film ‘inquinato’, verrebbe da dire. Bene fece Orson Welles a far salvaguardare il suo immortale “Quarto potere” da pericolosi esperimenti di tinteggiatura.


Analogico contro digitale: il bianco e nero vince sul colore

Dunque, è bene che i colori ogni tanto si facciano da parte. A proposito di immagini, oggi la fotografia in bianco e nero va proprio forte. Da vezzo per collezionisti si è trasformata in arte alla portata di tutti. Nelle scuole di settore si moltiplicano i corsi per scattare in analogico. Alcuni smartphone di ultima generazione sono addirittura muniti di una  fotocamera per la cattura monocromatica. Insomma, il passato è tornato di moda. Dopo il vecchio disco in vinile, anche la cara antica pellicola sta recuperando terreno sulla macchinetta digitale.

Analogico contro digitale: il bianco e nero vince sul colore

Fra gli esponenti di questa significativa rivoluzione culturale, oltre a vere  maghe del clic come Vivian Maier e Milagros Caturla (scomparse l’una nel 2009 e l’altra nel 2008), c’è il nostro Marcello Geppetti, grande fotografo del Novecento, le cui immagini ripercorrono 40 anni di storia italiana. Per assaporare il piacere di uno scatto analogico in bianco e nero basta recarsi a Roma, a due passi da via Nazionale, presso la dolceVita Gallery. Qui, nello studio che ospita le sue opere, Geppetti è più vivo che mai. Come vivi risultano gli occhi di Sophia Loren incrociando quelli di Vittorio De Sica o quelli di una giovanissima Brigitte Bardot, immortalata sul set del film “Il disprezzo”. Qui anche la vita quotidiana di un’Audrey Hepburn, assorta mentre fa la spesa, si incrocia e si confonde coi riflettori puntati sulla decappottabile di Anita Ekberg che sfreccia via dai paparazzi. Il lavoro del grande fotografo romano sul mondo si spinge fino al nero degli anni di piombo, nel decennio Settanta, su una strada riecheggiante di proteste e lastricata di violenze. Anche qui Marcello Geppetti dà voce agli ultimi, ai dimenticati, con un talento sempre in grado di cogliere le cose in medias res, catturandole al momento giusto con un clic.

Analogico contro digitale: il bianco e nero vince sul colore

Per apprezzare questo immenso patrimonio – quasi un milione di negativi – la dolceVita Gallery è aperta al pubblico dal martedì al sabato.  Qui i cultori del genere possono acquistare una foto d’autore certificata e a tiratura limitata. Nello shop della galleria si trovano anche poster, cataloghi, riviste e cartoline. Per chi non è a Roma è disponibile lo shop online, con un’ampia selezione di scatti e gadget. La dolceVita Gallery è anche un luogo di incontro, dotato di una sala sempre aperta e pronta a ospitare eventi e mostre di altri autori. È consigliabile tenere d’occhio il calendario degli appuntamenti  sul sito e sui social. Anche soltanto per fare un saluto a  Brigitte, Sofia, Marcello, Anita, Raquel, Alain e a tanti altri indimenticabili protagonisti di quegli anni dorati.




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