INTRODUZIONE
Quanto segue è un fatto realmente accaduto e dal quale ho preso spunto per poter scrivere quanto leggerete. Ho sezionato "tutto" il materiale del Web inerente a questa persona e mi sono accorto violentemente, che non potevo stare zitto, pur sapendo che non smuoverà nulla questo post, non è mica il Corriere! E' da circa da sempre che mi chiedo se il cosiddetto T.S.O. (Trattamento. Sanitario. Obbligatorio.) non sia una pura pratica accettata di tortura senza porsi troppe domande. Somiglia, un poco, come la pena di morte negli Stati Uniti. Una sconfitta immensa. Perché ritengo che ci siano metodi d'intervento, anche in casi gravi e difficili, per non etichettarli sempre come soprusi ed episodi d'aggressività, più umani, tollerabili soprattutto per il "malato" stesso, ma anche per chi non rimane indifferente a questa pratica violenta e legalizzata. Ho visto sempre, anche perché le cerco sempre quando vado in un nuovo ospedale, queste casupole. In ogni ospedale d'Italia, non manca il reparto psichiatrico.
Cambia poco dai manicomi, soprattutto se visitiamo certe "strutture" sotto Napoli compresa. Certo, l'elettroshock non lo fanno più, come sono stati aboliti medicinali che per i loro devastanti principi attivi robusti e poderosi anche per un cavallo e che negli anni '70 andavano come le giuggiole ad ottobre. Come va a finire? Che alla fine il malato s'ammala anche di queste cure, diciamo energiche, solo perché mi piacciono gli eufemismi. Ma con i matti, come si fa a far valere le loro ragioni, proprio la, nei luoghi della cancellazione individuale, dove dominano gli apparati statali, il linguaggio burocratrese, luoghi amministrativi, autentici gineprai.
E lo sapete, dai! Non è possibile che un "matto" superi questi muri che hanno dell'insuperabile e che il "matto" incontra, suo malgrado, nella sua esistenza rapita non i sa mai da chi! Sono invisibili, ma sono altrettanto numerosi. Ne esci che sei sfinito, l'anima è indebolita, spossata, affaticata e il mondo fa davvero paura. Troppi di noi non hanno potuto vivere le loro aspirazioni perché gli sono state imposte le loro paure. Così hanno scoperto una verità assoluta: non sai mai quanto sei forte fino a quando essere forte è la sola scelta che hai. (M.T.)
Il T.S.O.:
tortura pura
Michael Moore
"È anche vero che voi siete stati governati negli ultimi anni da un governo di centro destra, quello di Berlusconi, che cercava di imitare gli Usa e ha ridotto i finanziamenti al sistema sociale e sanitario lasciandovi in una condizione 'non ottimale' e ora il Governo deve risolvere il 'casino' che è stato lasciato. Ma questo io, che non sono italiano, non lo posso dire. Il sistema sanitario è sotto finanziato e invece di mettere soldi con gli Stati Uniti per combattere guerre illegali sarebbe meglio finanziare la sanità". (Michael Moore)
Dio deve
rimboccarsi le maniche di Matteo Tassinari
Quanti fatti accadono ogni giorno nel mondo? Quanti avvenimenti cruenti e felici finiscono senza che nessuno lo sappia e i Tg non lo diranno? Vicende singole di bambini sfruttati in qualsiasi modo, quanti sono? Quanti episodi di violenza e aggressività si consumano nella segretezza delle case? E le faccende private sporche che tali rimangono in una perdita di contatto totale col reale?
Dio deve rimboccarsi le maniche per salvare tutti i barboni, le signore che fanno brillare i loro diamanti, le prostitute così affamate di vita e dignità. Puoi vederle e insultarle, per scaricare in compagnia buona, il tuo falso e bieco moralismo, sulla strada le potevi incontrare a tutte le ore della notte. Ti chiedono un favore, dargli dei soldi, loro ti danno il loro amore ma anche con 1000 uomini attorno sarebbero sempre sole. Le conosco, alcune sono care amiche. Sono tante, troppe, le peripezie umane, che alla fine rimane solo il ricordo violento senza sentir alcun dolore.
In un'epoca di pazzia, credersi immuni da essa, è una forma di follia. "folli" meritano
gli applausi rubati
Sfoggi di "pensiero" senza mai la parvenza di un reale struggimento, le grettezze penose come l'umano e narrate come romanzi dell'orrore, mentre è tutto vero. Queste trasmissioni hanno indici d'ascolto altissimi. Un abisso di voci e verdetti, un'infinità di condanne, anche molto carine nelle loro forme, micidiali nella sostanza, e anch'io, che evito accuratamente questi bordelli di cinismo, sono più coglione di prima.
Non mi viene da pensare che sia per solidarietà, ma per sfogare certi subdoli e perversi meccanismi mentali, forse inconsci, così almeno c'è un'attenuante. Il liberismo è una strada possibile, praticabile, certo. Ma se non è scelto, diventa una schiavitù, una prigionia, un asservimento, mancanza di riscatto, oppressione ripugnante, mancanza di emancipazione, vincolo assoluto imposto, mancanza di indipendenza, subordinazione assoggettata ed una catena infame di violenze dalla quale un matto non ce la farà mai! Spero che abbiate la coordinate per non fraintendermi, perché non ho mica voglia di difendere - e non lo farò mai - quello che penso e quindi scrivo.
Disgrazie svergognate e libidinose che soddisfano il languore di certi soggetti avidi ed eccitati, rapaci seriali che alle nove di sera, dopo una vuota giornata di sfigato lavoro, si piazzano davanti alla tv per vedere quei programmi di persone uccise e tagliate a pezzi. Per poi, il mattino conseguente, timbrare alle otto il loro triste e doloroso cartellino. Scopri storie che invece meriterebbero davvero tanto di più, per la loro infinita ricchezza umana e garbata bellezza. Come il caso dello "zio dei giochi", morto nel reparto psichiatrico dell'ospedale di un ospedale in provincia di Salerno.
Era lo zio dei giochi, quello che lasciava saltare i nipotini sul letto e mangiare la coppa Malù, col cioccolato e la panna. Era lo zio preferito dei suoi nipotini. Un maestro di scuola elementare. Alcuni suoi ex alunni hanno raccontato che durante l'intervallo, a scuola, leggeva il vocabolario. "Perché?" gli chiesero. "Perché in questo modo s'impara una parola, magari bella, al giorno". Pensarono a 'bassa voce': "Che strano modo d'insegnare!". Lo Zio dei giochi, capì quegli sguardi e senti quei pensieri.
Il regista Nanni Moretti
Al chè replicò: "Le parole sono importanti. Chi parla male, vive male", lo so, non è nuova, ma ci stava così bene che non ce l'ho fatta a tenerla per me, o grande e amico Nanni Moretti ad ancora (abbiamo parlato per un paio d'ore mentre girava "La stanza del figlio" ad Ancona nel 2001). Ma poi chissenefrega! Però è accaduto e per me furono due ore d'intensa vitalità. Io gli dissi dei miei malanni, lui mi parlò del suo tumore al petto che riuscì a sconfiggere. Ci credo, uno che fa dei film così unici e originali, non può che batterlo un tumore.
Legato al letto per 4 giorni
"Perché così ogni giorno s'imparano parole nuove", cara saggia semplicità, benvenuta! Non so se avesse problemi psicologici, ma se li aveva, aveva anche trovato il modo di nasconderli e non credo senza dolore. Quello che m'interessa, è che invece di prendersi cura di lui, lo hanno legato ad un letto per quattro giorni fino a farlo morire. Era l'estate del 2009, quando venne ricoverato in psichiatria con un T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio) che per quasi tutti gli psichiatri, in certi casi è inevitabile. Dicono: "Perché lo psichiatra, col T.S.O., impedisce la distruzione del malato di mente. E' un po’ quello che fa il chirurgo: procura una lesione per curare una malattia". Si capisce da solo, nulla da aggiungere.
Era lo zio dei giochi, quello che lasciava saltare i nipotini sul letto e mangiare la coppa Malù, col cioccolato e la panna. Era lo zio preferito dei suoi nipotini. Un maestro di scuola elementare. Alcuni suoi ex alunni hanno raccontato che durante l'intervallo, a scuola, leggeva il vocabolario. "Perché?" gli chiesero. "Perché in questo modo s'impara una parola, magari bella, al giorno". Pensarono a 'bassa voce': "Che strano modo d'insegnare!". Lo Zio dei giochi, capì quegli sguardi e senti quei pensieri.
Il regista Nanni Moretti
Al chè replicò: "Le parole sono importanti. Chi parla male, vive male", lo so, non è nuova, ma ci stava così bene che non ce l'ho fatta a tenerla per me, o grande e amico Nanni Moretti ad ancora (abbiamo parlato per un paio d'ore mentre girava "La stanza del figlio" ad Ancona nel 2001). Ma poi chissenefrega! Però è accaduto e per me furono due ore d'intensa vitalità. Io gli dissi dei miei malanni, lui mi parlò del suo tumore al petto che riuscì a sconfiggere. Ci credo, uno che fa dei film così unici e originali, non può che batterlo un tumore.
Legato al letto per 4 giorni
"Perché così ogni giorno s'imparano parole nuove", cara saggia semplicità, benvenuta! Non so se avesse problemi psicologici, ma se li aveva, aveva anche trovato il modo di nasconderli e non credo senza dolore. Quello che m'interessa, è che invece di prendersi cura di lui, lo hanno legato ad un letto per quattro giorni fino a farlo morire. Era l'estate del 2009, quando venne ricoverato in psichiatria con un T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio) che per quasi tutti gli psichiatri, in certi casi è inevitabile. Dicono: "Perché lo psichiatra, col T.S.O., impedisce la distruzione del malato di mente. E' un po’ quello che fa il chirurgo: procura una lesione per curare una malattia". Si capisce da solo, nulla da aggiungere.
Dopo il caso Mastrogiovanni, gli psichiatri hanno replicato alle accuse in questo modo che puzza di assoluto spaesamento: “Il fine è la cura, contenere un malato serve per evitare che faccia male a sé e agli altri”, quando è morto dopo 82 ore passate legato ad un letto chiedendo aiuto. Niente, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, sarà pure un proverbio, ma è come la freccia di Robin Hood, un vero Galantuomo, non come alcune macchiette che si credono don Chisciotte solo perché lavorano con gente che in fondo invidiano e perché Hanno un camice bianco che li onora secondo Ippocrate. Ma son incontenibili e continuano ad impedire di capire con parallelismi inquietanti:Pazzesco! Ci sono rimedi meno violenti e più umani che ottengono migliori risultati. Ma sappiamo che la sanità, quando c'è da tagliare la spesa pubblica, è la prima ad essere sforbiciata. E fra queste, i più indifesi, sono i primi che si vedono trattati in questo odo perché i soldi servono alle campagne elettorali dei politici, ai loro svaghi, anche quelli che fanno male, autentici consumatori abituali di cocaina. E alla fine del mese 5 mila euro gli piovono dritte nelle tasche dal Cielo. Sono convinto che arriverà anche per loro, il momento della Giustizia, dove non ci saranno privilegi per pochi e sfighe maledette per tanti.Piangere per un peccato può pure andare bene, ma piangere per essere onesti è francamente un pò troppo. Eppure il mondo ha fame anche di queste pene dalla forza di mille agonie.
Il malato di mente ha sempre 'torto'
Il T.S.O. è tortura pura, checchè ne dicano gli esperti. E' innegabile. Con tutti i prodotti farmaceutici che oggi, grazie a Dio ci sono, non penso che ancora dobbiamo ricorrere a metodi così violenti e aggressivi come legare persone ai letti e lasciarli lì per giorni e giorni senza un briciolo di affetto ma solo grugni, e spesso si è arrivati a metodi ancora più pesanti come le botte e percussioni fisiche. Non è un problema, quando hai a che vedertela con un malato di mente, non c'è ne: lui avrà sempre torto e il dottore, psichiatra o infermiera che sia, avrà sempre ragione con tutto il reparto schierato d'ufficio a favore del sano di (o sana) di mente. Cosa può fare uno che si dimentica di prendere le pillole?
E' un dato di fatto, narrato dalla storia dei tempi. Talvolta, grazie al T.S.O., hanno tenuto legato al letto persone, anche per settimane. Non so cosa ne pensi tu, mi disse il medico anziano, con quell’aria da tenente Colombo da finto tonto che poi ti frega. Non so cosa ne pensi. Ma la mia idea, rispetto al legare malati di mente ai loro letti di "manicomi", è che questa pratica, che pure viene considerata un atto medico professionale, sia in realtà non molto diversa dalla tortura. Non trovi?
No, non me la date da bere! Il
Il malato di mente ha sempre 'torto'
Il T.S.O. è tortura pura, checchè ne dicano gli esperti. E' innegabile. Con tutti i prodotti farmaceutici che oggi, grazie a Dio ci sono, non penso che ancora dobbiamo ricorrere a metodi così violenti e aggressivi come legare persone ai letti e lasciarli lì per giorni e giorni senza un briciolo di affetto ma solo grugni, e spesso si è arrivati a metodi ancora più pesanti come le botte e percussioni fisiche. Non è un problema, quando hai a che vedertela con un malato di mente, non c'è ne: lui avrà sempre torto e il dottore, psichiatra o infermiera che sia, avrà sempre ragione con tutto il reparto schierato d'ufficio a favore del sano di (o sana) di mente. Cosa può fare uno che si dimentica di prendere le pillole?
E' un dato di fatto, narrato dalla storia dei tempi. Talvolta, grazie al T.S.O., hanno tenuto legato al letto persone, anche per settimane. Non so cosa ne pensi tu, mi disse il medico anziano, con quell’aria da tenente Colombo da finto tonto che poi ti frega. Non so cosa ne pensi. Ma la mia idea, rispetto al legare malati di mente ai loro letti di "manicomi", è che questa pratica, che pure viene considerata un atto medico professionale, sia in realtà non molto diversa dalla tortura. Non trovi?
No, non me la date da bere! Il
TSO è pura tortura messicana, quella che avviene nei sobborghi di Tijuana in Messico, una delle città più violente e criminali al mondo e le lame saltano fuori all'improvviso per trovartele fulminee nel torace. Lo Zio dei giochi aveva la mente affastellato di pensieri, gli era già successo alcuni anni prima d'essere ricoverato improvvisamente, ma i ricordi sono meno che nitidi per divenire traccia, ricordo, sfregio, nulla di diverso dalla cicatrici . Sua sorella si ricordava che per i primi tre giorni i medici non ammettevano visite. Perché? Mi nascondevano forse qualcosa? In fondo non mi pareva di chiedere a luna, ma di vedere soltanto mio fratello che improvvisamente mi era stato tolto e rapito dalla mia vita. No, non mi fido più, fu la conclusione.
Anche se oggi sembra assurdo, all'epoca tutta la famiglia si fidava dei dottori alle prese con le difficoltà dello zio dei giochi. Il terzo giorno, sempre sua sorella, andò a trovarlo in ospedale, ma le infermiere, indottrinate dai dottori, non vollero che avvenisse l'incontro (perché?) e risposero: "Sta bene, è meglio lasciarlo riposare". Telefonò a sua madre: "Domani mattina vieni tu?".
Domanda inutile, perché lo zio dei giochi morì proprio quella notte. Oggi la sorella ricorda: "Se mi avessero detto, guardi, non può vederlo, è vietato", avrei reagito. L'hanno costretta a vivere con il rimorso. All'epoca, come ho già scritto, si fidavano tutti di questi pessimi dottori, tanto che neppure dopo sospettarono qualcosa. L'autopsia stabilì che morì per edema polmonare. "Come un pesce tirato fuori dall'acqua", così liquidarono la sorella in cerca di suo fratello ricoverato da 2 settimane con il TSO.
"È successo all'improvviso", si giustificarono, invece è stata una fine graduale. Quando la sorella vide il suo corpo, s'accorse che aveva segni sulle caviglie e sui polsi, ma non poteva immaginare che fosse stato legato al letto forzatamente per molto tempo. Fu il medico legale a far partire l'iter giudiziario. La polizia sequestrò il video delle camere di sorveglianza. Ottantasette ore di violenza gratuita, uno spettacolo inumano.
Lo vide e rivide, secondo per secondo, percependo tutta la sofferenza del TSO, che io, Matteo Tassinari, lo paragono, come metodo "curativo" medico, all'elettroshock di una volta, tecnica terapeutica basata sull'induzione di convulsioni nel paziente successivamente al passaggio di una corrente elettrica che attraversava zone del cervello.
La sorella quando vide quel corpo nudo, immobilizzato, non vedeva suo zio. Lui aveva gusto nel vestire. Curava il suo aspetto. Crollò alla fine, quando portarono via tutto e rimase una rete vuota e cigolante e un anima che era già partita per il suo posto. Questo spinse la sorella dello Zio dei giochi, a mollare gli studi in comunicazione d'impresa, scegliendo un indirizzo di studi diverso laureandosi in diritti umani. Il corso della sua vita cambiò e non in meglio. Dopo la morte dello Zio dei giochi, il dolore dei ricordi bastardi, passati e vissuti. Gli attacchi di panico, prima mai avuti, emersero come farebbe un pallone gonfio d'aria nell'acqua. Non era capace di uscire di casa e parlare con la gente, come non riusciva più a coordinare i movimenti e bere un bicchiere d'acqua perché gli tremavano le mani a causa delle violenze subite e dei T.S.O. dispotici per quanto autoritari. E la notte, i dottori, andranno a dormire nelle loro calde e belle ville in letti con materassi speciali. Mi chiedo: ma come fanno ad addormentarsi?
Anche se oggi sembra assurdo, all'epoca tutta la famiglia si fidava dei dottori alle prese con le difficoltà dello zio dei giochi. Il terzo giorno, sempre sua sorella, andò a trovarlo in ospedale, ma le infermiere, indottrinate dai dottori, non vollero che avvenisse l'incontro (perché?) e risposero: "Sta bene, è meglio lasciarlo riposare". Telefonò a sua madre: "Domani mattina vieni tu?".
Domanda inutile, perché lo zio dei giochi morì proprio quella notte. Oggi la sorella ricorda: "Se mi avessero detto, guardi, non può vederlo, è vietato", avrei reagito. L'hanno costretta a vivere con il rimorso. All'epoca, come ho già scritto, si fidavano tutti di questi pessimi dottori, tanto che neppure dopo sospettarono qualcosa. L'autopsia stabilì che morì per edema polmonare. "Come un pesce tirato fuori dall'acqua", così liquidarono la sorella in cerca di suo fratello ricoverato da 2 settimane con il TSO.
"È successo all'improvviso", si giustificarono, invece è stata una fine graduale. Quando la sorella vide il suo corpo, s'accorse che aveva segni sulle caviglie e sui polsi, ma non poteva immaginare che fosse stato legato al letto forzatamente per molto tempo. Fu il medico legale a far partire l'iter giudiziario. La polizia sequestrò il video delle camere di sorveglianza. Ottantasette ore di violenza gratuita, uno spettacolo inumano.
Lo vide e rivide, secondo per secondo, percependo tutta la sofferenza del TSO, che io, Matteo Tassinari, lo paragono, come metodo "curativo" medico, all'elettroshock di una volta, tecnica terapeutica basata sull'induzione di convulsioni nel paziente successivamente al passaggio di una corrente elettrica che attraversava zone del cervello.
La sorella quando vide quel corpo nudo, immobilizzato, non vedeva suo zio. Lui aveva gusto nel vestire. Curava il suo aspetto. Crollò alla fine, quando portarono via tutto e rimase una rete vuota e cigolante e un anima che era già partita per il suo posto. Questo spinse la sorella dello Zio dei giochi, a mollare gli studi in comunicazione d'impresa, scegliendo un indirizzo di studi diverso laureandosi in diritti umani. Il corso della sua vita cambiò e non in meglio. Dopo la morte dello Zio dei giochi, il dolore dei ricordi bastardi, passati e vissuti. Gli attacchi di panico, prima mai avuti, emersero come farebbe un pallone gonfio d'aria nell'acqua. Non era capace di uscire di casa e parlare con la gente, come non riusciva più a coordinare i movimenti e bere un bicchiere d'acqua perché gli tremavano le mani a causa delle violenze subite e dei T.S.O. dispotici per quanto autoritari. E la notte, i dottori, andranno a dormire nelle loro calde e belle ville in letti con materassi speciali. Mi chiedo: ma come fanno ad addormentarsi?
Sentirsi continuamente fuori luogo
Come non l'avessi mai fatto, mi sembrava, improvvisamente, un'effettiva impresa spiegarmi, seguire i discorsi degli altri. Mi sentivo sempre fuori contesto, come se dovessi chiedere scusa d'esistere ed essere lì e scusarmi per questo. Uno stato di disforia e sottomissione acuto e pungente. Il sentirmi continuamente fuori luogo, stava diventando la mia dimensione personale. Capì che il mio vero problema era l'adattamento ai luoghi e alle persone, per questa ragione non riuscivo più a creare rapporti. La solitudine divenne la mia amica selezionata e scelta.
Penso sia normale, e penso pure che ognuno di noi, in un momento di fragilità, potrebbe trovarsi ad avere a che fare con i medici sbagliati, com'è successo allo zio dei giochi. In questi anni mi sono chiesto più volte perché accadono certe cose. Forse quando entri in certi reparti psichiatrici smetti di essere considerato persona. Tutto qui, una misura incolmabile.
Un compagno di stanza dello zio dei giochi, che si era ricoverato volontariamente per depressione, era stato legato ai polsi per settimane. Nel video, lo si vede avvicinare al comodino coi piedi, facendo cadere una bottiglietta per leccare l'acqua che si era versata a terra.Costretti a slegarci
Quando la sorella incontrò l'amico di stanza dello zio dei giochi, gli disse: "Quando è morto, hanno dovuto slegarci. Forse sono vivo grazie a lui". Voglio, io, Matteo, che le porte dei reparti di psichiatria vengano aperte tutte. Il trattamento sanitario obbligatorio può essere prolungato per mesi. In questo modo, alla fine, quei posti diventano piccoli manicomi. Voglio, sempre io, che sia restituita tutta la dignità a tutti i malati di mente che hanno subito la grandezza degli uomini sani e che nessuno debba più morire in quel modo.
Come non l'avessi mai fatto, mi sembrava, improvvisamente, un'effettiva impresa spiegarmi, seguire i discorsi degli altri. Mi sentivo sempre fuori contesto, come se dovessi chiedere scusa d'esistere ed essere lì e scusarmi per questo. Uno stato di disforia e sottomissione acuto e pungente. Il sentirmi continuamente fuori luogo, stava diventando la mia dimensione personale. Capì che il mio vero problema era l'adattamento ai luoghi e alle persone, per questa ragione non riuscivo più a creare rapporti. La solitudine divenne la mia amica selezionata e scelta.
Penso sia normale, e penso pure che ognuno di noi, in un momento di fragilità, potrebbe trovarsi ad avere a che fare con i medici sbagliati, com'è successo allo zio dei giochi. In questi anni mi sono chiesto più volte perché accadono certe cose. Forse quando entri in certi reparti psichiatrici smetti di essere considerato persona. Tutto qui, una misura incolmabile.
Un compagno di stanza dello zio dei giochi, che si era ricoverato volontariamente per depressione, era stato legato ai polsi per settimane. Nel video, lo si vede avvicinare al comodino coi piedi, facendo cadere una bottiglietta per leccare l'acqua che si era versata a terra.Costretti a slegarci
Quando la sorella incontrò l'amico di stanza dello zio dei giochi, gli disse: "Quando è morto, hanno dovuto slegarci. Forse sono vivo grazie a lui". Voglio, io, Matteo, che le porte dei reparti di psichiatria vengano aperte tutte. Il trattamento sanitario obbligatorio può essere prolungato per mesi. In questo modo, alla fine, quei posti diventano piccoli manicomi. Voglio, sempre io, che sia restituita tutta la dignità a tutti i malati di mente che hanno subito la grandezza degli uomini sani e che nessuno debba più morire in quel modo.