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24.8.22

quando gli attori possono esprimersi al meglio Sandra bullock in The Unforgivable

 Visto  gli impegni  le  intimate  degli amici    ho  cercato con i miei   vecchi un film su netflix  .
Screenshot ddal trailer ufficiale del film 
The Unforgivable


Dopo  una lunga  ricerca    su Netflix    di  un  film (  ai mie  non piacciono  granché le serie   )   abbiamo  optato   , basandoci   su  :   recensioni internet  e consigli d'amici per The Unforgivable è un film del 2021 diretto da Nora Fingscheidt. Mi ha preso ,  ai miei   non tanto visto che a  sono di  gusti   difficili ,   fin  dalla sinossi . Anche se  avevo qualche dubbio visto che   Sandra bullock   recita   in  film  mediocri e di cassetta . Ma  in questo caso  ha  un buon ruolo    che gli permette  d'esprimersi al meglio delle  sue potenzialità  .Un film  triste ,  profondo . Esso affronta   un tema  complesso ed  attuale  ovvero il reinserimento  degli ex  carcerati , il loro ritorno alla vita  ,   ed  la lotta   contro  chi  ti  giudica  per  il tuo passato ed   non  ti da  una  seconda  possibilità  .Soprattutto quando  si tratta  di  di fatti delicati e  drammatici  come quella  della protagonista  .   Da  vedere 

23.6.21

Lupin di netflix una mezza delusione . vale la pena farne una terza stagione ? OCCHIO SPOILER

 





Dopo una scoppiettante prima stagione la storia di Lupin va avanti con meccanismi troppo prevedibili, si riescono ad anticipare le mosse dei personaggi prima ancora che le mettano in pratica con una facilità che lascia davvero stupiti (in negativo). Manca lo stupore, manca a differenza della prima il restare a occhi sbarrati perché non ci si aspettava minimamente quel risvolto di trama . Sembra secondo molte critiche in particolare quella di https://www.today.it/media/serie-tv manca tutta o quasi quell'astuzia che Lupin ha per carattere ma che non mostra al suo pubblico in questa seconda parte di stagione.
Il cattivo viene catturato , il figlio di Lupin viene ritrovato, Lupin stesso riesce a non essere arrestato dalla polizia, il poliziotto appassionato dei romanzi su Lupin si allea con lo stesso Assane Diop, la polizia corrotta viene scoperta, tutto è andato come doveva andare . E la serie sia secondo indiscrezioni sia alcun indizi all'intermo di questa stagione è già confermato una terza stagione, a questo punto poteva anche finire così. Infatti   farne una 3 mi sembra esagerato   visto che   come fa  notare  anche      quest  articolo  di  https://www.today.it/media/serie-tv


Non c'è alcun motivo per aspettare nuovi episodi senza neanche un cliffhanger finale nella storia. Manca anche il minimo appiglio che possa creare un hype o una minima voglia nello spettatore di aspettare l'uscita dei nuovi episodi ma questo punto, si è ben capito che Lupin altro non è che una di quelle serie tv da vedere in scioltezza quando non si sa cosa guardare, si vuole accontentare un po' tutti e non si ha voglia di pensare. Un po' come le commedie romantiche dove si sa già tutto quello che accadrà ma le si guarda lo stesso per passare il tempo in leggerezza, allo stesso modo Lupin da grande naovità Netflix di questo inverno è diventato la versione "mistery" di una classica commedia romantica. Ma, alla fine, c'è bisogno anche di questo.re rispetto alla precedente. troppo prevedibile . ma da lì a farne una 3 mi sembra esagerato . infatti

a meno che , ma non mi sembra , abbiano progetti idee originali del tipo : far saltare fuori la famosa collana ( sempre che non sua stata smembrata nei diversi diamanti dati ai complici o svenduta per ottenere i soldi usati per le varie spese affrontate nelle due stagioni ) ., decidere se proseguire la relazione con la madre di suo figlio o la figlia del suo rivale ., far sapere alla figlia del suo rivale che il conto off store con le donazioni ottenute dall concerto è intestato alla figlia del suo rivale e alla sua associazione benefica ., mettere la testa apposto o continuare la carriera di Lupin., finire in galera in maniera definitiva ., arrendersi per  il bene del figlio  . Per il momento facendo la media con la stagione precedente un bel 6.5 non gli lo toglie nessuno . Quindi per la terza serie che non so se seguirò posso dire chi vivrà vedrà

23.4.19

scamarcio non è solo un attore alla moccia ed il film lo spietato lo dimostra

IL  tema  tratto nel  film   lo spietato è  già stato    sfruttato sia  a livello internazionale   sia   nazionale  compreso  alcun i film  e  fiction   del regista  di questo  film  precedenti    ma    reso egregiamente    ed   in maniera  abbastanza  originale 
locandina
 Finalmente   un film sulle mafie  che parla   della più pericolosa   fra  esse l'  a ndrangheta  .

Ottimo cast   in particolare  Giovanni Storti   che  dopo  il trio   aldo  giovanni e  giacomo  è riuscito  a cambiare pelle  recitando in un ruolo serio  ( o quasi  )    e  non  solo comico  al limite  della

macchietta  .
E  vero  che non dovrebbe   stupire  <<  il fatto che Renato De Maria sia il regista di prodotti televisivi come Distretto di Polizia e Squadra antimafia - Palermo oggi perchè dispiace affermarlo, ma seppur leggermente superiore, il taglio è >> ed  in  alcune scene  si nota  <<    decisamente quello di un mediocre prodotto televisivo >> .
<< Infastidisce  ----  sempre   secondo   secondo   questa  recensione di  www.filmtv.it/ --   ( tesi che non condivido completamente perchè   è  solo stroncatura      ) e non poco il fatto che una pellicola per educande come è di fatto quella in questione, che un polpettone del genere con tutte le banalità ed i clichè annessi, dove la violenza mostrata appare quasi macchiettista e non ha nessun tipo di valenza realistica, dove non si ha neppure il coraggio di mostrare un seno scoperto per un tempo superiore al millesimo di secondo e che di fatto non è nient'altro che una pellicola che vorrebbe fare il verso a prodotti come Romanzo criminale e Vallanzasca - Gli angeli del male, possa essere addirittura considerata da alcuni, un omaggio verso un genere iconico, sporco, violento, cinico, crudele, sanguinario, volto principalmente ad impressionare e a scioccare gli animi degli spettatori durante un periodo storico, dove regnava realmente la paura, come era di fatto il poliziesco italiano anni '70 o poliziottesco che dir si voglia.>>
Concordo  invece   con https://www.comingsoon.it/film/lo-spietato/56195/scheda/  è più  equilibrata 

[ .....  ]
Non c'è dubbio che De Maria e i suoi si siano divertiti molto a rimettere in scena l'Italia degli anni Settanta e Ottanta, e non solo con le auto, mettendo in parallelo la storia dello Spietato, Santo Russo, con quella del paese, o perlomeno di Milano. Come lui da piccolo malavitoso di Buccinasco diventa un imprenditore del crimine, e dalle rapine e i rapimenti passa all'edilizia e al traffico di droga, così l'Italia esce dalla ruvidezza ruspante degli anni di piombo per inseguire il sogno edonista del decennio craxiano.

Alessandro Tedeschi, Alessio Praticò, Ignazio Oliva


Non che Lo Spietato sia un film dalle ambizioni sociologiche, intendiamoci: più che guardare al suo La prima linea, che raccontava il terrorismo, De Maria sembra voler intingere una gangster story ruvida e violenta dentro le atmosfere deformate e cartoonesche del suo Paz!, e il risultato è quello di un film che si prende sul serio ma non troppo, che la storia di Santo e delle sue ambizioni la stempera sempre nella commedia e nell'ironia
Ovvio che il riferimento principale, allora, il calco, è quello di Italian Gangsters, il docu-film che De Maria aveva dedicato con affetto e spensieratezza, ma senza dimenticare i fatti e la cronaca, alla stagione del banditismo italiano, di cui questa storia è un'appendice che guarda dritta alla gloriosa stagione del poliziottesco.
Certo, De Maria non è Fernando Di Leo, e Riccardo Scamarcio non è Gastone Moschin. Ma Lo Spietato è un film dove non solo le auto sono quelle giuste, ma anche le facce, e molte atmosfere sono azzeccate.
Abbastanza irresistibile, tanto per fare esempio, è la presa in giro dei giri artistici milanesi degli anni Ottanta, nei quali il Santo Russo di Scamarcio finisce per colpa di una burrosa e sensuale amante, che poi è Marie-Ange Casta, sorella minore di Laetitia, mentre la moglie Sara Serraiocco, più asciutta e alla fine pure più coriacea, se la vede coi deliri religiosi prima di tramutarsi in una cinica donna di 'ndrangheta.

  ed  è  proprio  per   questo  che  non mi  è  dispiaciuto  voto  6.5 

16.1.17

miie film n questi 3 giorni di neve . il ponte delle spie , the snipper , BigEyes


In questi giorni di bruttissimo tempo ho ,anzi abbiamo fatto ,  scorta  di  film . Stavolta   , visto  che   quelli da me  scelti (  tutta colpa di freud , sotto il sole della toscana,la prima luce )  in parte  suggeriti  ed  in parte    ad  intuito,   il fine settimana  scorso  ,non li son piaciuti gli ho lasciati scegliere a loro ,

 Iniziamo da
un film del 2014 diretto da Clint Eastwood, basato sull'omonima autobiografia di Chris Kyle.Il film, che ha per protagonista Bradley Cooper, affiancato da Sienna Miller, Luke Grimes, Kyle Gallner e Sam Jaeger, ha ricevuto 6 nomination agli Oscar 2015, vincendo il Premio Oscar per il Miglior montaggio sonoro.
niente di nuovo una sorta di nuovo rambo  e  company   ambientato in Iraq , troppo pesante ed inutilmente lungo .Pieno , almeno fino al punto in cui sono riuscito a vederlo in quanto ho abbandonato la visione dopo 65 minuti su 126 minuti di durata pieno di retorica patriottarda . Bella la prima parte dalle motivazioni della partenza al primo ritorno anche se , niente di nuovo ed originale , stesse tematiche anche se riadattate all'oggi già presenti in nato il 4 luglio e in rambo I . A me non è piaciuto , mi aspettavo di più dall'eccellente Clint Eastwood . Una critica pesante è giunta da Michael Moore, che ha confermato il parere di Rolling Stone: «È triste che un regista come Clint Eastwood giri un film sull'Iraq che Rolling Stone questa settimana definisce "Troppo stupido per darsi la pena di recensirlo"» Infatti sempre secondo come dice wikipedia alla voce sul film In Italia la critica è comunque divisa e, se da sinistra giungono lodi inaspettate: "Incapace di pensare la complessità eastwoodiana, si tenta di sbarazzarsi del problema ricorrendo alle solite accuse: «guerrafondaio», «fascista», «repubblicano». Ignorando, sempre con Pavese, che per Clint «non esistono mostri ma soltanto compagni. Per te la morte è una cosa che accade, come il giorno e la notte». E Clint Eastwood, come Pavese, sa bene che «la morte, ch'era il vostro coraggio, può esservi tolta come un bene»."
Al contempo non mancano nemmeno le stroncature radicali: "Purtroppo il risultato è un ibrido scentrato, un film che non riesce a far coesistere l'esaltazione dell'eroe americano, patriota sicuro di sé e refrattario a qualsiasi dubbio o incertezza, con uno sguardo sinceramente critico su questo cecchino infallibile, una perfetta macchina da guerra ma incapace di relazionarsi con gli altri nella vita di tutti i giorni e di vivere un'esistenza priva di conflitti e nemici da combattere. L'assuefazione alla guerra viene vista, quindi, da Eastwood con uno sguardo che tradisce una certa indecisione tra ammirazione e biasimo, tra elogio e disapprovazione, tra tratteggio superomistico e denuncia di una irreversibile radicalizzazione dei valori fondanti del mito americano. Per questo motivo American Sniper è un prodotto diseguale e incongruente, sospeso e irrisolto dove il regista cerca di attenuare una vena agiografica ma in maniera sbrigativa e appiccicaticcia, poco convinta e poco convincente.". Di diversa impostazione le recensioni della critica specializzata, dove si parla di una "rappresentazione ottica" della guerra rispetto a quella digitale ed "extraretinica" di Paul Haggis e Brian De Palma[19] oppure ci si riferisce all'immagine Eastwoodiana come una delle "più limpide, pulite e precise che ci si possa ritrovare davanti agli occhi".A voi ogni giudizio 


 Il ponte delle spie – Bridge of spies del 2015

Un film di Steven Spielberg: il primo dopo Lincoln, il film storico-biografico del 2012 che fu
candidato a dieci premi Oscar e ne vinse due. Il ponte delle spie è stato scritto dai fratelli Coen, , è un thriller ambientato durante la Guerra fredda e l’attore protagonista è Tom Hanks, che ha già recitato per Spielberg in tre film: Salvate il soldato Ryan, Prova a prendermi e The Terminal. Il film ha avuto ottime recensioni se ne è parlato piuttosto bene: su IMDB il voto medio dato al film dagli spettatori è 7,9 su 10.è piaciuto anche ai critici, che ne hanno parlato come di un film “classico”, elegante, ben girato e di qualità.Un po' lungo , ma mai noioso anzi affascinante e coinvolgente tanto da far passare in secondo piano i giudizi critici di Tra i critici che hanno invece messo in evidenza i difetti di Il ponte delle spie ci sono Peter Debruge di The Verge, Alonso Duralde di The Wrap e Christopher Gray diSlant Magazine. Narra la storia vera narra il caso dell'arresto e del processo con conseguente condanna della spia russa Rudolf Abel, per poi narrare la trattativa e lo scambio di Abel con Francis Gary Powers, pilota di un aereo-spia Lockheed U-2, abbattuto, catturato e condannato dai sovietici.Ottimo anche il documentario extra con interviste agli attori , sceneggiatori , personaggi ed eredi della vera storia 




                    (Un'immagine di scena da "Il ponte delle spie")                    
               da http://www.ilpost.it/2015/12/18/il-ponte-delle-spie-spielberg-hanks/



Quella storia in Italia non è però molto nota. Nei prossimi paragrafi del sito il post.it ( vedere l'url sotto la discalia delle foto sopra al centro = di gli spoiler sono pochissimi e non vanno oltre i primi minuti del film o quello che già si vede e intuisce dal trailer.




La storia Le vicende raccontate in Il ponte delle spie riguardano una spia, un avvocato e un pilota dell’aeronautica militare statunitense. La spia è Vilyam Fisher che, facendosi chiamare Rudolf Abel, viveva a New York e diceva di essere un pittore: era in realtà una copertura per la sua attività di agente del KGB, la polizia segreta dell’Unione Sovietica. Le prime scene di Il ponte delle spie mostrano l’arresto di Fisher, avvenuto nel 1957. Gli Stati Uniti sono quasi certi di aver arrestato una spia del KGB ma – un po’ per democrazia, un po’ per non farsi criticare dai sovietici – gli garantiscono comunque un regolare processo. Per difendere Fisher viene scelto l’avvocato James B. Donovan, che per la maggior parte della sua carriera si è occupato di cause legate alle assicurazioni. Donovan – interpretato da Hanks – è (o comunque sembra) un uomo comune, un buon lavoratore e nulla più. Viene scelto per difendere Fisher proprio perché il processo è stato pensato per essere più che altro una formalità da sbrigare.


  il vero ponte delle spie foto tratta dal sito http://www.viaggio-in-germania.de/ponte-delle-spie.html in cui si racconta la storia del ponte uno dei luoghi dela guerra fredda 


  Dopo aver incontrato Fisher, Donovan si impegna invece nel caso e si dedica come meglio riesce – cioè piuttosto bene – alla difesa della spia del KGB. I personaggi di Donovan (che nel frattempo è stato accusato dalla stampa per la sua troppa dedizione al caso) e Fisher (che nel frattempo è stato processato) diventano importanti nel maggio 1960, circa tre anni dopo l’arresto di Fisher. Nel 1960 l’Unione Sovietica riesce ad abbattere un Lockheed U-2, un aereo-spia statunitense guidato dal pilota dell’aeronautica militare Francis Gary Powers (interpretato nel film da Austin Stowell), che dopo l’abbattimento dell’aereo riesce a sopravvivere ma fu catturato e processato dai sovietici.
Le premesse essenziali del film e della vicenda storica – nota negli Stati Uniti come il “1960 U-2 incident” – sono queste: gli Stati Uniti hanno una spia sovietica e l’Unione Sovietica ha un pilota militare statunitense. Donovan, che continua a essere un avvocato e per molti anni della sua vita è stato un avvocato assicurativo, si trova in mezzo a un complicato e rischioso meccanismo di contrattazioni e mediazioni: gli capiterà, tra le altre cose, di andare a Berlino e provare a trattare con i sovietici. Succedono molte cose, alcune hanno a che fare con il ponte di Glienicke, un ponte stradale che collega la città di Potsdam e Berlino. Il ponte esiste ancora oggi e sin dai tempi della Guerra fredda è davvero conosciuto come “il ponte delle spie”: collegava una parte di Berlino controllata dall’occidente a una città che invece era dal 1949 sotto il controllo sovietico. Capitò in più occasioni che agenti, spie e emissari dei due blocchi si incontrassero lì.
Concludo questa mia recensione con la quanto dice Marianna Cappi su http://www.mymovies.it/film/2015/bridgeofspies/ Un film di bruciante attualità , Un film di profondamente consapevole della sua funzione sociale


                                                  
Big Eyes

un film del 2014 diretto da Tim Burton con protagonisti Amy Adams e Christoph Waltz.
La pellicola narra la vera storia di Margaret Keane, pittrice degli anni cinquanta e sessanta, e del marito Walter Keane, ritenuto per anni il vero autore delle opere della moglie che rivoluzionarono l'arte americana.
È il secondo film biografico diretto da Tim Burton dopo Ed Wood del 1994, sceneggiato dagli stessi autori di questa pellicola, Scott Alexander e Larry Karaszewski.
Un film  bello ,  dinamico  , emozionante , triste e  gioioso allo stesso .  Di una donna  che dopo essere  per  il suo carattere debole   oltre  che per  amore  , succube  del marito  truffatore  e manipèolatore decide   di  ribellarsi  e sputtanarlo  , rivendicando la parternità delle sue opere  Alcuni dicono  che   :   ( ....  )   Nell’evidente tentativo di scimmiottare, dall’alto, lo stile naif e kitsch dei quadri della Keane, Big Eyes finesce col caderci dentro con tutte le scarpe, assumere il carattere testardo ma debole e velleitario della pittrice, il colorito pallido e lo sguardo ceruleo e smarrito della Amy Adams che la interpreta.
Big Eyes, insomma, non ha la forza biografica di un Ed Wood, né la sfrontatezza camp e sghangherata di Dark Shadows. E la maledizione inconsapevole di Andy Warhol non viene esorcizzata né allontanata in alcun modo, ma anzi reiterata dalla liberazione (umanamente più che condivisibile) di Margaret. >>   [ da  https://www.comingsoon.it/film/big-eyes/49978/recensione/ ] . Ma   a me  non è  dispiaciuto 





16.11.15

Snoopy & Friends - Il Film dei Penatus i perdenti sono i veri vincitori della vita

Snoopy & Friends - Il Film dei Peanuts   * * - -


Ieri sera sono andato da solo , visto che tutti i miei amici fra intimate e cose varie mi hanno dato buca , a vedermi il film dei Penauts . Cosi almeno per un momento ho dimenticato le brutture della realtà ( attentati a parigi , nuova caccia alle streghe , ecc ) e mi sono rigettato in solitario ero l'unioc spettatore ( forse perchè sono andato la domenica alle 21.30 orario poco consono da trovare bambini ) ma chi se ne frega spesso si sta soli anche con la gente ) di . Un film che divide i fans dei Penauts ed anche i critici vedere qui le recensioni



da  https://www.facebook.com/snoopyilfilm/
Franco Roma Mi tengo strette le adorate vignette. Film, come già scritto, ampiamente sottotono, ma ho già precedentemente motivato in modo molto dettagliato. Non a caso, dopo una sola settimana di tenitura (da giovedì 5 a mercoledì 11 novembre) qui a Roma il film ...Altro...
Cristina DM Sì, una noia mortale e non c'entra niente con le splendide vignette. Bieca operazione commerciale anche mal riuscita! I risultati si stanno vedendo da subito
Maria Palazzi Cristina DM Si Cristina, sono d'accordissimo ma tutti questi giudizi che seguono, come te li spieghi. Io rimango allibita
Cristina DM Hai perfettamente ragione, Maria. E ci stavo pensando anch'io. Non so... a volte a pensar male si fa peccato ma ci si prende. E se molti (visto che il gruppo è stato fondato dai distributori per l'Italia del film) fossero professionalmente interessati...Altro...
Franco Roma Tranquilla, un pensierino in tal senso l'ho fatto anch'io Emoticon winkUn po' di "affettuoso fanatismo" può fare il resto
Francesco Martinelli ... o magari un'opinione diversa Emoticon smile

Fabio De Costanzo Il film è stupendo!!! Hanno fatto in modo di mantenere la fedeltà con il cartone.. Chi lo critica probabilmente ha solo letto le strisce
Maria Palazzi no Fabio ho insistito con i miei quattro nipoti e, a fatica, li ho fatti venire con me al cinema. Non puoi immaginare quanto mi sono dispiaciuta
Fabio De Costanzo Mi dispiace che non le sia piaciuto.. Io ho apprezzato che abbiano pressoché mantenuto intatto lo stile del cartone animato, e chiunque lo abbia visto sa che già di per se si differenzia dalle vignette... Di certo se vi aspettavate che ogni personaggio avesse spazio in un film di un'ora e mezza beh i tempi sono quelli.. Io personalmente penso che il figlio e la nipote di Schulz abbiano fatto un ottimo lavoro, ripeto dovendo stare per forza nei tempi stretti che concede il cinema.
Laura Cellini Fabio De Costanzo hai ragione e le hanno anche lette male! Per me è carino, fai qualche risata ... casomai per capirlo in effetti bisogna conoscere le strisce!
Mi piaceRispondi11 hModificato
Fabio De Costanzo Ma che bisogna essere gia fan dei peanuts si da per scontato.. Io penso che il film sia stato fatto come tributo non certo per far scoprire ai bambini Snoopy e co. Anche perché rimane un "fumetto" per adulti o perlomeno non per dei bambini.. Poi spero nessuno si senta offeso dal mio commento io personalmente ho trovato un film molto piacevole che mi ha riportato all'infanzia
Simonetta Taurino ...Infatti nella sala con noi c'erano solo 3 bambini...il resto tutti adulti Emoticon wink
Fabio De Costanzo Ti posso dire dove sono andato io un pò di più ma molti bimbi passavano il tempo a chiedere spiegazioni ai genitori giustamente
Sharon Ramìrez Fabio De Costanzo, mio ho figlio ha otto anni e mi ha chiesto solo due cose , la prima: perche gli adulti no se vedono è due perché non si capisce quello che dicono...io ho semplicemente risposto che è perché parla de la vita de snoopy e amici; dove io...Altro...
Fabio De Costanzo Beh probabilmente ci riferivamo a bambini anche più piccoli Emoticon smile io personalmente sono contento che tuo figlio abbia avuto la voglia di approfondire i peanuts spero che sia cosi per molti bambini
Laura Cellini Mi ripeto: io sono cresciuta alla scuola di Shultz, l'adoro!!! Emoticon smile
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A me non è dispiaciuto . ad un mio amico che mi chiede >> Come era il film? Dalle recensioni pare che abbiano stravolto un po' la poetica dei personaggi. ... (intendo : rispetto al fumetto).>>  dico  solo    che  se  ho letto  solo le strisce  e  non ha visto i cartoni animati da esse  tratte   rimarrà deluso .  Io  che  le ho viste  entrambe non   sono   completamente  deluso  .
Infatti  Non biasimo http://www.mangaforever.net/  ( trovate    fra  i link sopra  sopra  l'intera recensione )    quando    dice

Snoopy & Friends - Il Film dei Peanuts
Giudizio globale 5,5/10

Dopo 65 anni la simpatia dei Peanuts è ancora viva ma deve piegarsi alle esigenze commerciali di un film d'animazione per tutta la famiglia. Gli spunti ci sono, l'integrità dei personaggi è preservata ma manca lo spirito cinico e graffiante di Schulz in una vicenda dal tono troppo puerile che diventa zuccherosa e rassicurante.

Ma e' vero., altrettanto quanto http://www.comingsoon.it/

(...) 

Come opera di non facilmente definibile carica poetica trasversale, i Peanutscalzano come un guanto all'anima di chi li legge, grazie all'esposizione fedele del proprio dibattito interiore che Schulz operò sulla pagina. Per questa ragione, strettamente legata poi alla natura rapida e fulminante della strip autoconclusiva, la versione animata dei Peanuts è sempre stata parziale. L'animatore e regista Bill Melendez fu il secondo padre di Charlie Brown, confezionando, con lo stesso Schulz alle sceneggiature, quattro lungometraggi cinematografici e svariati special televisivi non solo più buonisti, ma anche più lineari nella lettura. In definitiva: per bambini, un target ristretto nell'epoca in cui il cartoon, tra un Ghibli e un Pixar, parla a tutti in ogni nazione.Snoopy & Friends aderisce dunque a quella forma mentis originale di Melendez(tema musicale di Vince Guaraldi incluso). Non riparte da zero, dalla pagina, per cercare la sua direzione: non a caso la ragazzina dai capelli rossi si vede e ha un volto, così come Schulz volle purtroppo che accadesse in un vecchio special televisivo. La Blue Sky cerca equlibrismi inquadrandola il meno possibile; analogamente, quando mette in scena con spettacolarità i voli pindarici diSnoopy contro il Barone Rosso, non inquadra mai il fondo della sua cuccia. Sanno che rappresentare l'insondabile è pericoloso, cercano di limitare i danni. Dopotutto, forse è ingenuo sperare che la capriola della strip possa funzionare nell'audiovisivo: gli stessi Peanuts, doppiati da bambini, prorompono in frasi troppo complesse per la loro età. E' l'impagabile e significativa magia del fumetto, la sua vera essenza, che però nella trasposizione sullo schermo non suona naturale come nella mente (e nel cuore) di chi legge.
Martino e la sua squadra non compiono quindi un miracolo forse impossibile, ma ne compiono un altro inaspettato: sul piano visivo e registico, Snoopy & Friends è uno dei lungometraggi animati ad alto budget più originali e freschi da anni a questa parte. Se Melendez fece il possibile per animare il segno già molto sintetico di Schulz, rischiare ora addirittura una versione in CGI di quello stile era un terreno a dir poco minato. Martino evita la trappola del fotorealismo, senza perdere l'essenza della tradizione, ma anzi donandole plasticità, colori vibranti, illuminazione sensata e un ritmo preciso, incessante. In quest'ottica i Peanuts in animazione non sono mai stati così convincenti e accattivanti: creare modelli 3D, animarli a scatti e delegare a un segno manuale espressioni degli occhi e del viso, sembra l'uovo di Colombo quando si è davanti al film. E' però un risultato storico da non sottovalutare, perché c'è dietro una gran quantità di prove e studi; come diceva il maestro Chuck Jones: "Tutte le grandi imprese sono fatte dal 90% di fatica e dal 10% d'amore, ma si deve vedere solo l'amore".
E di amore in Snoopy & Friends se ne vede tanto, anche se la strip rimane un inafferrabile fenomeno, i cui irripetibili ingredienti son volati lassù, insieme aSparky.

(...)  Nel 2006, sei anni dopo la morte del creatore Charles M. Schulz, il figlio Craig ebbe l'idea di fare un film per il cinema e la propose al proprio figlio e sceneggiatore, Bryan.[1] Quando presentarono il film agli studio, Craig Schulz ottenne che il film rimanesse sotto il controllo della sua famiglia: "Non puoi portare persone dall'esterno e aspettarti che capiscano i Peanuts."[1] Il 9 ottobre 2012 fu annunciato che la 20th Century Fox e iBlue Sky Studios stavano sviluppando un film animato in grafica computerizzata basato sulla striscia a fumetti, con Steve Martino come regista su sceneggiatura di Craig Schulz, Bryan Schulz e Cornelius Uliano (anche con ruolo di produttori).[2] Craig Schulz scelse Martino come regista perché mostrò la sua fedeltà ai classici con il suo adattamento di Ortone e i piccoli Chi!.[1]A proposito della trama del film Martino ha detto: "Credo che Charlie Brown incarni le qualità della perseveranza quotidiana... rimettersi in piedi con un atteggiamento positivo. [...] È una storia con una forte spinta drammatica e trae le sue idee centrali dalla striscia a fumetti".[1] La ragazzina dai capelli rossi comparirà fisicamente nel film e Craig Schulz, a tal proposito, l'ha definita "meravigliosa".[3] Martino e i suoi animatori hanno trascorso più di un anno studiando lo stile di disegno di Charles Schulz per tradurre "il calore del disegno a mano nella precisione dei pixel del CGI" senza perdere nulla.[1] Per le voci di Snoopy e Woodstock la produzione ottenne i diritti di sfruttamento della voce di Bill Melendez, regista e doppiatore dei precedenti film dei Peanuts, morto nel 2008. Martino, inoltre, riuscì ad ottenere i diritti delle musiche tratte da quelle pellicole.[1]Nell'aprile 2013 la Fox annunciò che il film sarebbe stato proiettato in 3D.[4] Ad ottobre fu dato l'annuncio che Paul Feig si era aggiunto alla lista dei produttori.[5]

Quindi secondo  me    ci sono oltre delle innovazioni  (  come  unm maggior  ruolo alla bambina daiu cappelli   rossi )  degli stravolgimenti  (   sono inevitabili quando  riprendi in maniera originale e non pedissequa    qualcosa  d'altri  )    sono  minimi  e marginali  . Essi sono   talmente  ben fatti che  lo stesso Charles M.Schulz   ci sarebbe arrivato   e ne sarebbe contento . Un film  interessante, fruibile  , un forest  gump per bambini .   



emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...