16.1.17

miie film n questi 3 giorni di neve . il ponte delle spie , the snipper , BigEyes


In questi giorni di bruttissimo tempo ho ,anzi abbiamo fatto ,  scorta  di  film . Stavolta   , visto  che   quelli da me  scelti (  tutta colpa di freud , sotto il sole della toscana,la prima luce )  in parte  suggeriti  ed  in parte    ad  intuito,   il fine settimana  scorso  ,non li son piaciuti gli ho lasciati scegliere a loro ,

 Iniziamo da
un film del 2014 diretto da Clint Eastwood, basato sull'omonima autobiografia di Chris Kyle.Il film, che ha per protagonista Bradley Cooper, affiancato da Sienna Miller, Luke Grimes, Kyle Gallner e Sam Jaeger, ha ricevuto 6 nomination agli Oscar 2015, vincendo il Premio Oscar per il Miglior montaggio sonoro.
niente di nuovo una sorta di nuovo rambo  e  company   ambientato in Iraq , troppo pesante ed inutilmente lungo .Pieno , almeno fino al punto in cui sono riuscito a vederlo in quanto ho abbandonato la visione dopo 65 minuti su 126 minuti di durata pieno di retorica patriottarda . Bella la prima parte dalle motivazioni della partenza al primo ritorno anche se , niente di nuovo ed originale , stesse tematiche anche se riadattate all'oggi già presenti in nato il 4 luglio e in rambo I . A me non è piaciuto , mi aspettavo di più dall'eccellente Clint Eastwood . Una critica pesante è giunta da Michael Moore, che ha confermato il parere di Rolling Stone: «È triste che un regista come Clint Eastwood giri un film sull'Iraq che Rolling Stone questa settimana definisce "Troppo stupido per darsi la pena di recensirlo"» Infatti sempre secondo come dice wikipedia alla voce sul film In Italia la critica è comunque divisa e, se da sinistra giungono lodi inaspettate: "Incapace di pensare la complessità eastwoodiana, si tenta di sbarazzarsi del problema ricorrendo alle solite accuse: «guerrafondaio», «fascista», «repubblicano». Ignorando, sempre con Pavese, che per Clint «non esistono mostri ma soltanto compagni. Per te la morte è una cosa che accade, come il giorno e la notte». E Clint Eastwood, come Pavese, sa bene che «la morte, ch'era il vostro coraggio, può esservi tolta come un bene»."
Al contempo non mancano nemmeno le stroncature radicali: "Purtroppo il risultato è un ibrido scentrato, un film che non riesce a far coesistere l'esaltazione dell'eroe americano, patriota sicuro di sé e refrattario a qualsiasi dubbio o incertezza, con uno sguardo sinceramente critico su questo cecchino infallibile, una perfetta macchina da guerra ma incapace di relazionarsi con gli altri nella vita di tutti i giorni e di vivere un'esistenza priva di conflitti e nemici da combattere. L'assuefazione alla guerra viene vista, quindi, da Eastwood con uno sguardo che tradisce una certa indecisione tra ammirazione e biasimo, tra elogio e disapprovazione, tra tratteggio superomistico e denuncia di una irreversibile radicalizzazione dei valori fondanti del mito americano. Per questo motivo American Sniper è un prodotto diseguale e incongruente, sospeso e irrisolto dove il regista cerca di attenuare una vena agiografica ma in maniera sbrigativa e appiccicaticcia, poco convinta e poco convincente.". Di diversa impostazione le recensioni della critica specializzata, dove si parla di una "rappresentazione ottica" della guerra rispetto a quella digitale ed "extraretinica" di Paul Haggis e Brian De Palma[19] oppure ci si riferisce all'immagine Eastwoodiana come una delle "più limpide, pulite e precise che ci si possa ritrovare davanti agli occhi".A voi ogni giudizio 


 Il ponte delle spie – Bridge of spies del 2015

Un film di Steven Spielberg: il primo dopo Lincoln, il film storico-biografico del 2012 che fu
candidato a dieci premi Oscar e ne vinse due. Il ponte delle spie è stato scritto dai fratelli Coen, , è un thriller ambientato durante la Guerra fredda e l’attore protagonista è Tom Hanks, che ha già recitato per Spielberg in tre film: Salvate il soldato Ryan, Prova a prendermi e The Terminal. Il film ha avuto ottime recensioni se ne è parlato piuttosto bene: su IMDB il voto medio dato al film dagli spettatori è 7,9 su 10.è piaciuto anche ai critici, che ne hanno parlato come di un film “classico”, elegante, ben girato e di qualità.Un po' lungo , ma mai noioso anzi affascinante e coinvolgente tanto da far passare in secondo piano i giudizi critici di Tra i critici che hanno invece messo in evidenza i difetti di Il ponte delle spie ci sono Peter Debruge di The Verge, Alonso Duralde di The Wrap e Christopher Gray diSlant Magazine. Narra la storia vera narra il caso dell'arresto e del processo con conseguente condanna della spia russa Rudolf Abel, per poi narrare la trattativa e lo scambio di Abel con Francis Gary Powers, pilota di un aereo-spia Lockheed U-2, abbattuto, catturato e condannato dai sovietici.Ottimo anche il documentario extra con interviste agli attori , sceneggiatori , personaggi ed eredi della vera storia 




                    (Un'immagine di scena da "Il ponte delle spie")                    
               da http://www.ilpost.it/2015/12/18/il-ponte-delle-spie-spielberg-hanks/



Quella storia in Italia non è però molto nota. Nei prossimi paragrafi del sito il post.it ( vedere l'url sotto la discalia delle foto sopra al centro = di gli spoiler sono pochissimi e non vanno oltre i primi minuti del film o quello che già si vede e intuisce dal trailer.




La storia Le vicende raccontate in Il ponte delle spie riguardano una spia, un avvocato e un pilota dell’aeronautica militare statunitense. La spia è Vilyam Fisher che, facendosi chiamare Rudolf Abel, viveva a New York e diceva di essere un pittore: era in realtà una copertura per la sua attività di agente del KGB, la polizia segreta dell’Unione Sovietica. Le prime scene di Il ponte delle spie mostrano l’arresto di Fisher, avvenuto nel 1957. Gli Stati Uniti sono quasi certi di aver arrestato una spia del KGB ma – un po’ per democrazia, un po’ per non farsi criticare dai sovietici – gli garantiscono comunque un regolare processo. Per difendere Fisher viene scelto l’avvocato James B. Donovan, che per la maggior parte della sua carriera si è occupato di cause legate alle assicurazioni. Donovan – interpretato da Hanks – è (o comunque sembra) un uomo comune, un buon lavoratore e nulla più. Viene scelto per difendere Fisher proprio perché il processo è stato pensato per essere più che altro una formalità da sbrigare.


  il vero ponte delle spie foto tratta dal sito http://www.viaggio-in-germania.de/ponte-delle-spie.html in cui si racconta la storia del ponte uno dei luoghi dela guerra fredda 


  Dopo aver incontrato Fisher, Donovan si impegna invece nel caso e si dedica come meglio riesce – cioè piuttosto bene – alla difesa della spia del KGB. I personaggi di Donovan (che nel frattempo è stato accusato dalla stampa per la sua troppa dedizione al caso) e Fisher (che nel frattempo è stato processato) diventano importanti nel maggio 1960, circa tre anni dopo l’arresto di Fisher. Nel 1960 l’Unione Sovietica riesce ad abbattere un Lockheed U-2, un aereo-spia statunitense guidato dal pilota dell’aeronautica militare Francis Gary Powers (interpretato nel film da Austin Stowell), che dopo l’abbattimento dell’aereo riesce a sopravvivere ma fu catturato e processato dai sovietici.
Le premesse essenziali del film e della vicenda storica – nota negli Stati Uniti come il “1960 U-2 incident” – sono queste: gli Stati Uniti hanno una spia sovietica e l’Unione Sovietica ha un pilota militare statunitense. Donovan, che continua a essere un avvocato e per molti anni della sua vita è stato un avvocato assicurativo, si trova in mezzo a un complicato e rischioso meccanismo di contrattazioni e mediazioni: gli capiterà, tra le altre cose, di andare a Berlino e provare a trattare con i sovietici. Succedono molte cose, alcune hanno a che fare con il ponte di Glienicke, un ponte stradale che collega la città di Potsdam e Berlino. Il ponte esiste ancora oggi e sin dai tempi della Guerra fredda è davvero conosciuto come “il ponte delle spie”: collegava una parte di Berlino controllata dall’occidente a una città che invece era dal 1949 sotto il controllo sovietico. Capitò in più occasioni che agenti, spie e emissari dei due blocchi si incontrassero lì.
Concludo questa mia recensione con la quanto dice Marianna Cappi su http://www.mymovies.it/film/2015/bridgeofspies/ Un film di bruciante attualità , Un film di profondamente consapevole della sua funzione sociale


                                                  
Big Eyes

un film del 2014 diretto da Tim Burton con protagonisti Amy Adams e Christoph Waltz.
La pellicola narra la vera storia di Margaret Keane, pittrice degli anni cinquanta e sessanta, e del marito Walter Keane, ritenuto per anni il vero autore delle opere della moglie che rivoluzionarono l'arte americana.
È il secondo film biografico diretto da Tim Burton dopo Ed Wood del 1994, sceneggiato dagli stessi autori di questa pellicola, Scott Alexander e Larry Karaszewski.
Un film  bello ,  dinamico  , emozionante , triste e  gioioso allo stesso .  Di una donna  che dopo essere  per  il suo carattere debole   oltre  che per  amore  , succube  del marito  truffatore  e manipèolatore decide   di  ribellarsi  e sputtanarlo  , rivendicando la parternità delle sue opere  Alcuni dicono  che   :   ( ....  )   Nell’evidente tentativo di scimmiottare, dall’alto, lo stile naif e kitsch dei quadri della Keane, Big Eyes finesce col caderci dentro con tutte le scarpe, assumere il carattere testardo ma debole e velleitario della pittrice, il colorito pallido e lo sguardo ceruleo e smarrito della Amy Adams che la interpreta.
Big Eyes, insomma, non ha la forza biografica di un Ed Wood, né la sfrontatezza camp e sghangherata di Dark Shadows. E la maledizione inconsapevole di Andy Warhol non viene esorcizzata né allontanata in alcun modo, ma anzi reiterata dalla liberazione (umanamente più che condivisibile) di Margaret. >>   [ da  https://www.comingsoon.it/film/big-eyes/49978/recensione/ ] . Ma   a me  non è  dispiaciuto 





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