Mantova, pestata a colpi di sedia: «Nessun cliente del bar mi ha difesa»
Parla la donna ferita in un
locale di Borgochiesanuova dal compagno dell’ex amica. «Continuava a
picchiarmi anche a terra, ma i dieci presenti non hanno fatto nulla»
MANTOVA. Oltre alle botte, tante botte, a farle ancora male è l’indifferenza degli uomini che hanno assistito al pestaggio senza muovere un dito per fermare la furia dell’aggressore, o anche solo per chiamare i soccorsi. «Lo scriva, mi raccomando, l’omertà dei dieci clienti che erano nel bar e anche del titolare. Sì, fa tanto male...». Giulia (nome di fantasia a tutela della donna) è stata aggredita sabato mattina, in un bar del quartiere Borgochiesanuova.
«Ero con un’amica, siamo entrate per comprare le sigarette – racconta Giulia, trentadue anni – seduta a un tavolino abbiamo visto un’amica comune, insieme al suo compagno. Un uomo violento che ci ha allontanato da lei facendoci perdere l’amicizia. Ecco, io mi sono avvicinata per chiederle di uscire qualche minuto fuori, giusto il tempo di parlare un po’, di chiarirci. Ma lui è scattato come una furia, in un lampo, le ha impedito di alzarsi e mi è saltato addosso».
A questo punto il racconto della donna accelera per sgranarsi come il fotogramma di un incubo. «Mi ha preso a sediate, sedie di ferro. Con la prima sedia mi ha buttato a terra, colpendomi alle braccia, alla schiena, al collo – ricorda Giulia con voce spezzata – cadendo ho sbattuto contro il bancone e lui ha continuato a colpirmi anche quando ero a terra, con un’altra sedia. La terza sediata l’ho ricevuta quando mi sono rimessa in piedi, poi, non contento, ha rotto un bicchiere e con i cocci mi ha ferito all’inguine. E intanto nessuno è intervenuto».
Il referto del pronto soccorso parla di una prognosi di guarigione di ventitré giorni, sufficienti per innescare l’indagine d’iniziativa da parte delle forze dell’ordine, senza che sia necessaria la querela della donna. Ma Giulia l’avrebbe denunciato di sua iniziativa, anche per un pugno scarso di giorni.
E poi, a bruciare, ci sono anche le altre ferite. L’indifferenza di chi non è intervenuto a difenderla, l’omertà degli stessi – della serie «un’aggressione? noi non abbiamo visto niente» – e poi la reazione dell’amica, ormai ex.
«Quando mi sono trascinata fuori, insieme alla mia amica, quella vera, per chiamare i carabinieri e il 118, lui e lei mi hanno seguito urlandomi addosso delle minacce irripetibili. Sì, anche lei. E poi c’è un’altra cosa che non mi va giù». Quale? «Io continuo a passarci davanti a quel bar, e lui è sempre dentro, tranquillo, come se non fosse successo nulla. Meno male che le telecamere del locale hanno registrato tutto, le immagini non mentono».
Ora il film dell’aggressione è compresso nella chiavetta usb dei carabinieri. Sta nel palmo di una mano, ma per Giulia pesa più di un macigno. (ig.cip)
la seconda successa a Venezia qui maggiori news che si può riassumer e cosi
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