secondo me queste due ragazze non lo disonorano affatto , anzi lo interpretano in chiave laica e moderna come dimostra il loro blog e la loro pagina di facebook
Infatti per avere conferma o farvi una vostra idea potete leggere ( o rileggere se siete già miei utenti o mi seguite da tempo e leggete le faq ) in questo articolo la loro storia :
- La stilista modenese: «Mi ispiro ad Armani per vestire le giovani musulmane alla moda» Le modenesi Cinzia Aicha e Hayette hanno fondato una società per commercializzare abiti in rispetto delle norme religiose: «Tanti pregiudizi, il velo è un falso problema, la polemica sul burkini ridicola»
Ma veniamo all'oggi
da http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/ del 11 gennaio 2017
«Disonori l’Islam», insulti alla stilista di Modena
Integralisti salafiti contro Cinzia Rodolfi, convertita, che crea abiti per le musulmane: «Donne in pantaloni: è peccato»
di Gaetano Gasparini
MODENA. Niente auguri di Natale, musica e cinema vietati così come le foto personali sui social network, un'idea della donna penitenziale e sottomessa vestita sempre di nero, un'auto-segregazione comunitaria ermetica ed il rifiuto di intrattenere relazioni con i non musulmani, un Islam vissuto integralmente e il Corano interpretato alla lettera. Benvenuti nel mondo in bianco e nero dei salafiti, la galassia fondamentalista che spaventa tutta l'Europa e che gradualmente si sta affermando anche in Italia. Questa corrente ultra-conservatrice dell'Islam, apparsa in Europa una ventina di anni fa, promuove un approccio rigorista alla religione,
rifiuta qualsiasi innovazione e si rifà all'età d'oro dell'Islam, quella del Profeta Mohamed e dei suoi primi seguaci vissuti nell'attuale Arabia Saudita 1400 anni fa.lanciando scomuniche sia contro l'Occidente che contro i musulmani troppo “occidentalizzati”che considerano non autentici e corrotti: sono centinaia i siti riconducibili a questa ideologia il cui braccio armato è il jihad. La segnalazione della loro esistenza a Modena arriva dall'interno della comunità islamica. Da Cinzia Rodolfi, un'italiana convertita all'Islam residente a Castelfranco Emilia, co-fondatrice nel 2015 del progetto Verde Jennah.
una loro creazione |
La donna rompe un tabù a Modena dove la maggioranza dei musulmani si dimostrano moderati e aperti al dialogo ma in cui il salafismo strisciante sembra sedurne una piccola nicchia. «Non sono legata e non conosco le moschee del territorio e non tengo a fare nomi: è una deriva culturale più che individuale - dice Rodolfi -. Anche se non si tratta di insulti veri e propri, le invettive online contro di noi da parte di questi musulmani cosiddetti “autentici” si sono moltiplicate».
Verde Jennah è un blog che si accinge a diventare una start-up internazionale e che si occupa dell'universo femminile islamico, dello stile di vita delle musulmane d'Italia e di moda islamica applicata all'Occidente. All'interno del sito vengono mostrate modelle che combinano lo stile italiano con la tradizione musulmana. Sono velate e coperte ma vestono all'occidentale con pantaloni e scarpe da ginnastica, si truccano e sono molto curate nei loro accessori.
Ultimamente il blog ha augurato buone feste di Natale alle lettrici non musulmane e questo ha scatenato una nuova serie di anatemi online sotto alcune fotografie ripubblicate su Facebook e Instagram:“Non si fanno gli auguri di Natale agli infedeli”; Vergogna non siete vere musulmane”; “Disonorate l'Islam”; "Donne che portano i pantaloni come gli uomini: è peccato!”. “Questa visione di donna musulmana indipendente che si auto-afferma dà molto fastidio a talune correnti radicali e retrograde dell'Islam contemporaneo come i salafiti e i wahabiti”, dice Cinzia la cui prospettiva di donna musulmana e imprenditrice rappresenta per gli estremisti una corruzione inaccettabile del ruolo del genere femminile.
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