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12.4.25

DIARIO DI BORDO N 114 ANNO Ⅲ luccarelli su elena Cecchetin ., Calano gli iscritti all'ora di religione ma è boom di domande per insegnarla.,L'assurdo ricorso ( poi perso ) di una famiglia contro la valutazione del figlio, iscritto al secondo anno di un liceo scientifico di Gallarate spioni di stato il caso di don Ferrari ., il Comune di Roma ha ordinato la rimozione immediata dei manifesti omofotransfobici dei cosiddetti “Pro vita”..,

 Concordo   con  questo commento  . A  volte   la  famosa blogger   scantona


Il problema non è che Elena Cecchettin sia o no populista: lei è una vittima, le hanno strappato un pezzo di carne, nessuno le restituirà mai più niente e ha diritto di raccontare il suo dolore e il suo
punto di vista.
Il problema sono le persone che stanno sempre sedute dalla parte sbagliata della storia e usano le persone più fragili come cecchini per fare hype.
Per carità, che modo terribile di profanare gli altri.
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Calano gli iscritti all'ora di religione nelle scuole italiane, ma è boom di domande per insegnare la materia. Ai due concorsi pubblici (ordinario e straordinario) banditi nel 2024 si sono presentati in oltre 18mila: per l'ordinario sono state presentate 6195 domande su 1928 posti disponibili, per il concorso straordinario le candidature sono state oltre 12mila (12713) per 4500 posti. Si tratta dei primi due bandi in vent'anni finalizzati a stabilizzare la condizione dei docenti di religione cattolica, l'ultimo era stato nel 2004. E se la prospettiva di una cattedra è una vittoria per gli insegnanti, il calo di alunni è una sconfitta per tutti, soprattutto per i ragazzi. Almeno così la pensa Moira Pattuglia, referente nazionale IRC di Anief (il sindacato dei docenti, ATA e di tutto il personale della scuola ) che in 20 anni di insegnamento della materia ha visto crescere migliaia di ragazzi dalla primaria alla secondaria di secondo grado: «È un peccato, forse non è chiaro che l'ora di religione non è catechismo. È uno spazio di confronto su tanti temi, dalla dignità della persona umana, all'inclusione, l'ambiente, i diritti e l'empatia. I ragazzi fragili di oggi ne hanno più che mai bisogno».   Secondo i dati del Ministero dell'Istruzione divulgati da Uar (Uar Unione degli atei agnostici e razionalisti) tra il 2022 e il 2023 si registra un calo di 82mila ragazzi iscritti alla materia, passati da 1.096.846 a 1.014.841.  Chiesa, crollo degli studenti all'ora di religione: dai dati resi pubblici, Bologna e Firenze le città italiane più laiche tra tutte Professoressa, lei è preoccupata da questi dati? Bisogna fare delle distinzioni geografiche, al sud c'è
una percentuale altissima di adesioni che diminuisce salendo lo stivale. Non sono preoccupata perché credo che sia ancora l'opzione maggioritaria : la media di adesioni è dell'85%. Sono stati aggiornati i programmi didattici nell’Intesa del 2012 e il nostro impegno è costante per ascoltare i ragazzi e supportarli nella crescita. A cosa è dovuto secondo lei questo calo?  Innanzitutto il dato riporta i numeri assoluti e gli alunni sono diminuiti negli anni con il calo delle nascite. Poi la società italiana è cambiata, è sempre più multiculturale, anche se ci sono tanti stranieri che scelgono religione. Va scardinata l'idea che noi svolgiamo un'opera di proselitismo: la nostra è un'ora di cultura, formazione e educazione.  In vent'anni di insegnamento sono cambiati più i ragazzi o le famiglie rispetto alla religione?  Credo che il cambiamento maggiore sia quello dei ragazzi, a 16 anni la scelta di fare religione è dell'alunno. Oggi i giovani sono più fragili, crescere è difficile ma farlo nell'era dei social ancora di più. Hanno bisogno di punti di riferimento, di confrontarsi tra loro e con gli adulti su temi che li riguardano da vicino, per questo le nostre ore sono importanti. Le famiglie a mio parere sono più attente, a volte spaventate, le mie ore di ricevimento sono sempre piene, sanno che abbiamo un canale di comunicazione privilegiato con ragazzi che a volte a casa parlano poco.   Cosa si perderebbe se si eliminasse l'ora di religione nelle scuole? Togliere quest'ora significherebbe togliere uno spazio di riflessione e di crescita. Noi ci occupiamo (insieme a tutte le altre discipline) anche di educazione civica, parliamo di Costituzione, sostenibilità ambientale ed economica, competenze digitali, di fake news. Tramite i dibattiti in aula sviluppiamo il senso critico dei ragazzi, diamo loro gli strumenti per capire il mondo. Parliamo di rispetto della dignità della persona umana, di empatia e di autoregolamentazione. Temi fondamentali in questo momento in cui la cronaca riporta sempre di più casi di violenza tra i giovanissimi, tra cui bullismo e femminicidi.   È capitato che qualcuno che non l'aveva scelta poi ci ha ripensato?  Mi è capitato più di una volta che alunni che all'inizio dell'anno avevano scelto di non frequentare le mie ore poi ci abbiano ripensato, magari spinti dall'interesse mostrato dai compagni per i temi affrontati. È sempre una grande soddisfazione.   C'è qualche esperienza concreta che vuole raccontare in cui ha capito che il suo insegnamento fa la differenza nella vita e nella formazione dei ragazzi?   Ci sono stati studenti che ho preso a 3 anni, alla scuola dell’infanzia e poi li ho seguiti alla primaria, secondaria di primo grado e secondo grado, accompagnandoli alla maturità. Questi studenti nel momento in cui c'è stato il Covid erano al primo anno di università: mi hanno videochiamata, insieme ad altri insegnanti, per raccontare come stavano affrontando questo momento. Mi sono emozionata: questo significa essere un punto di riferimento.   Quali sono le difficoltà di fare l'insegnante di religione oggi?  Io ho 18 classi: 350 alunni all'anno, non è facile seguirli tutti. Dal punto di vista burocratico siamo stati precari per anni, l'unico e ultimo concorso per la stabilizzazione si era svolto nel 2004. Ora finalmente, con l’impegno di Anief ,abbiamo ottenuto la pubblicazione due bandi di concorso (uno ordinario e uno straordinario) che consentiranno la stabilizzazione di oltre 6mila colleghi dopo anni di incarichi annuali. Una vittoria di dignità: siamo insegnanti come tutti gli altri, vogliamo essere considerati alla pari.    "



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Un voto di condotta abbassato da 9 a 8. Tanto è bastato per spingere una coppia di genitori a presentare ricorso contro un liceo scientifico di Gallarate, in provincia di Varese, convinta che il figlio, uno studente di seconda superiore, fosse stato ingiustamente penalizzato. Ma il Tar della Lombardia ha respinto la richiesta, confermando la piena legittimità della valutazione scolastica e condannando la famiglia a pagare mille euro di spese legali. Dietro questo voto apparentemente “positivo”, si è consumata una disputa tra scuola e famiglia. Secondo i genitori, l’8 in condotta non rifletteva il reale percorso di crescita del figlio. Nel primo quadrimestre, infatti, il ragazzo aveva preso un 9, poi sceso di un punto
nella seconda parte dell’anno. Una flessione che, a loro dire, sarebbe stata determinata da un singolo episodio: una copiatura durante un compito di italiano, rilevata dalla docente ma mai verbalizzata. Una leggerezza, secondo la famiglia, che non avrebbe dovuto influenzare il giudizio complessivo. «Il voto di comportamento – si legge nel ricorso – deve essere frutto di un giudizio complessivo della maturazione e della crescita dell’alunno e non deve fermarsi a singoli episodi».
Voto 8: penalizza o favorisce lo studente?
Ma il consiglio di classe ha valutato diversamente. E, ironia della sorte, quell’8 non era stato neanche stato pensato dai docenti come punizione. Anzi, come riportato nella sentenza, il professore di educazione civica aveva proposto quel voto proprio per favorire lo studente, contribuendo a sollevare la sua media delle materie, ferma a 7,5, grazie al fatto che il voto di condotta fa media. I genitori però non l’hanno vista così: per loro, un voto inferiore al 9 ha avuto un effetto «penalizzante» e ha compromesso la posizione del figlio. Inoltre, hanno lamentato di non essere mai stati informati di presunti problemi di comportamento del figlio, accusando così la scuola di «non aver rispettato il patto di corresponsabilità tra docenti e famiglia».
«Anche 7 sarebbe stato giusto»
Per il giudice, chi ha agito correttamente è senza dubbio la scuola. Nella sentenza, si legge che l’8 in condotta corrisponde a un «comportamento generalmente corretto», che pur non essendo «encomiabile» o «irreprensibile» – caratteristiche richieste rispettivamente per il 9 e il 10 – risulta comunque «ampiamente positivo». La valutazione, quindi, è stata considerata coerente e persino favorevole allo studente. Il giudice, infatti, ha riportato che a complicare la posizione del ragazzo nel voto di condotta, c’è stata anche una nota disciplinare «per aver studiato un’altra materia durante un’interrogazione sui Promessi Sposi». Un comportamento che – sottolinea – «avrebbe potuto legittimare addirittura un 7 in condotta». Quanto all’episodio della copiatura, il fatto che non sia stato messo per iscritto non toglie valore al suo peso nella valutazione finale: «Il consiglio di classe può tenere a mente anche episodi non verbalizzati, se ritenuti rilevanti nel contesto educativo». Infine, il giudice ribadisce: «Il voto di 8 in condotta non ha nulla di penalizzante per l’allievo». Ricorso respinto, dunque, e una spesa da mille euro che i genitori dovranno ora sostenere. Tutto per un punto in meno in condot

 

 Quello che è emerso è di una gravità spaventosa.Non solo don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo della Ong Mediterranea, è stato per mesi spiato dai servizi segreti italiani. Ora viene pure fuori che due anni fa un uomo armato di cacciavite e passamontagna ha provato ad entrargli in casa, per fortuna senza riuscirci.Un episodio che
all’epoca era stato archiviato come un banale tentativo di furto e che oggi secondo molti ha a che fare con lo spionaggio ai suoi danni.
Don Ferrari avrebbe dovuto raccontare tutto questo davanti alla commissione Libe del Parlamento europeo che l’aveva convocato.Peccato che l’audizione sia stata bloccata e rinviata al 23 aprile per l’ostruzionismo di tutti i partiti della destra italiana con la scusa (peraltro non vera) dell’assenza di testimoni non italiani.Viviamo un tempo in cui un prete che salva vite in mare e denuncia i lager dei migranti fa talmente paura da essere spiato, controllato, perseguitato.Sembra esserci un filo rosso inquietante che collega Paragon, lo spionaggio alle ong, il caso Almasri, i rapporti con le milizie libiche e ora pure questo episodio.Solidarietà assoluta a don Mattia Ferrari, uomo di pace e di diritti, e a tutta Mediterranea.Possono rinviare quanto vogliono, rifugiarsi dietro cavilli e vizi di forma, ma prima o dopo verrà fuori la verità. E il governo dovrà rispondere di tutto quello che sa davanti a don Ferrari e a tutti i cittadini italiani.

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È finita nell’unico modo possibile.In meno di 48 ore il Comune di Roma ha ordinato la rimozione immediata dei manifesti omofotransfobici dei cosiddetti “Pro vita”.Il motivo è ovvio: perché sono illegali.“I contenuti sono connotati da stereotipi nei confronti delle persone Lgbtqi+ e potenzialmente lesivi dello sviluppo dei minori”. Fine.Negli spazi pubblici di Roma non c’è spazio per propaganda omofoba di gente che delira di “teoria del gender” e indottrinamento di bambini e usa il volto di minori per seminare odio, disinformare e discriminare persone e comunità.Ha fatto non bene ma benissimo il sindaco Gualtieri a intervenire.Aspettando che altri seguano il suo esempio


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29.10.22

Saluto in note per docente contrabbasso che lascia cattedra

 (ANSA) - CAGLIARI, 29 OTT 

Un omaggio in musica per una persona speciale. Rinaldo Asuni, storico e apprezzato docente di contrabbasso del Conservatorio di Cagliari lunedì va in pensione. Lascia dopo quarantanni di onorato insegnamento. Quale modo migliore per omaggiarlo se non con un concerto per esprimergli affetto e grande gratitudine. Una locandina con una sua simpatica caricatura che lo ritrae annuncia per il 31 ottobre alle 20 al Conservatorio di Cagliari il Rinal- Day. Un live contrabbasso e pianoforte tra assoli, duetti, trio, quartetti con brani celebri e meno noti e arrangiamenti originali. La serata è a ingresso libero. Protagonisti i suoi allievi che negli anni si sono diplomati con lui e alcuni pianisti. Al contrabbasso si esibiscono Salvatore Atzei, Giovanni Chiaramonte, Andrea Cocco, Stefano Colombelli, Sandro Fontoni, Simone Guarnieri, Andrea Piras, Alessio Povolo, Tommaso Spada, Massimo Tore, Francesco Sergi. Al piano Caterina D'Angelo, Veronica Mereu e Francesca Pittau. Saranno eseguite pagine da Serge Koussevitzky, Nicolò
Paganini, Tito Puente, Francois Rabbath, Massimo Tore, Daniel Van Goens. "Mi sono emozionato - commenta con ANSA Rinaldo Asuni - è un pensiero che mi riempie di gioia. Ho avuto la fortuna durante il mio percorso di incontrare ragazzi che hanno lavorato con passione e sacrificio. Il contrabbasso è uno strumento complesso, ricco di insidie, ci vuole tanto impegno. Ognuno di loro ha trovato la propria strada chi nell'orchestra del Lirico con il ruolo di primo contrabbasso o contrabbasso di fila chi ha intrapreso la carriera da solista. Ognuno di loro si è a suo modo distinto e per un insegnante è gratificante vedere crescere e affermarsi un allievo". Il pensiero va ai suoi maestri, uno su tutti il compianto Giorgio Pani. "E' stato un padre, un maestro, un uomo speciale. Ero uno studente squattrinato. Mi ha formato senza prendermi un soldo, mi ha seguito con dedizione e generosità tutti i giorni nel mio periodo romano. Mi piange il a cuore parlarne. Quando si studia musica si crea un rapporto stretto tra docente e allievo. Lui mi ha fatto amare il contrabbasso. Per me il lavoro è stato ed è solo gioia". Ma il ringraziamento lo rivolge anche ai suoi ragazzi. "Sono cresciuto tantissimo anche grazie a loro, nello scambio docente allievo ho continuato a formarmi. Forse non lo sanno, ora è il momento di farglielo sapere". 

28.4.16

storie dal mondo della scuola burocrazia e repressione


la prima ci sarebbe da ridere invece si piange per indignarsi 

da http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca del 28.4.2016
«Scuola, a 60 anni la mia notte prima degli esami» Salvatore Cinquerui è il più anziano oggi al concorsone «Sono stanco di combattere contro i mulini a vento»
di Alessandra Vendrame


Gli esami non finiscono mai, nemmeno a 60 anni compiuti. La campanella del tanto atteso concorso della scuola per gli insegnanti indetto dal Miur suona questa mattina con le prime prove scritte al via. Sotto esame, tra le fila degli oltre 1500 docenti precari candidati della Marca, spunta un professore che quanto ad età anagrafica e curriculum non può certo dirsi matricola. Docente tecnico pratico di tecnologie meccaniche, laboratorio tecnologico e sistemi, in cattedra quest’anno all'Isis Verdi di Valdobbiadene, il professor Salvatore Cinquerui è il più anziano tra le fila di insegnanti sotto esame in arrivo da Treviso.
Stamattina è pronto a rimettersi in gioco nel concorsone che vale una vita di lavoro. Ormai nonno oltre che padre di quattro figli, partito dal suo paese Niscemi in provincia di Caltanissetta, è entrato in
classe la prima volta nel 2002. Abilitato nel 2014 dopo aver superato l'esame finale del Pas, (il Percorso abilitante speciale) all'Università di Padova, primo nella graduatoria della sua classe di concorso, torna oggi un'altra volta sotto la lente di una commissione d'esame. Stavolta per il posto di ruolo.
Professore, un'altra notte prima degli esami, perché?

«Mi trovo oggi a dover fare un concorso non per confermare una scelta lavorativa, come avviene di solito all'inizio di una carriera, ma per poter conservare il posto di lavoro. In tutti questi anni ho insegnato nelle province di Padova e Treviso. Ogni anno in una scuola diversa. Ho già superato l'esame di abilitazione con il Pas. E oggi, se voglio avere la cattedra di ruolo, il ministero mi chiede un'altra volta di tornare a fare un esame».
Se avesse detto no al concorso cosa sarebbe successo?
«La legge 107, la Buona scuola, dice che chi non supera il concorso resta in graduatoria a fare supplenze per altri tre anni. Se nell'arco di questi tre anni non passa di ruolo non potrà più insegnare. Si rischia di restare a piedi.A 60 anni si può pensare di rifarsi una vita ?».
Un concorso troppo difficile da digerire per i precari della scuola?

«Una sentenza della Corte europea dice chiaramente di assumere a tempo indeterminato quei docenti abilitati che hanno lavorato per almeno tre anni di seguito con contratti a tempo determinato. Se esistono dei diritti acquisiti per i parlamentari che reclamano le pensioni d'oro, perché i diritti degli insegnanti precari a servizio della scuola dello Stato non possono essere accolti? Non per questo ad oggi sono fioccati migliaia di ricorsi. Questo è il governo dei ricorsi. Ma non finisce qui. In Veneto nella mia classe di concorso ci sono 71 posti di ruolo disponibili. E i candidati sono 49. Serviva davvero un concorsone?».
Quando ha deciso di mollare tutto nella sua terra, la Sicilia, per diventare insegnante?
«Prima avevo una attività commerciale. Quando ho capito che i guadagni scendevano e le tasse invece aumentavano ho deciso di fare quello per cui avevo studiato. E ciò che il mio titolo di studio mi permetteva di fare. Non sono mancati i momenti difficili. Sei anni fa, all'indomani dei tagli introdotti dall'allora ministro Gelmini nell'orario di insegnamento della mia materia, mi sono trovato ad accettare una cattedra di due ore settimanali per 150 euro al mese».
E la sua famiglia è rimasta in Sicilia?

«Da precario non mi posso permettere di portarla qui con me. Ma ho fatto tutto quello che era necessario per sistemare i miei figli. Sono tutti laureati. Lo faccio per loro. Costi quel che costi».
Il sogno nel cassetto del professor Cinquerui?
«Stare vicino alla mia famiglia almeno prima di andare in pensione. Non ce la faccio più a lottare contro i mulini a vento. Non sono don Chisciotte».


la seconda è tratta da http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/ del 27.4 .2016
Essa non altro che la durissima repressione per quella che io considero una boiata proibizionista .Ok avranno anche violato la legge , ma la punizione non è educativa e proporzionata . Se proprio li doveva punire lo si doveva fare in un altro modo




Studenti tedeschi sorpresi con la marijuana: espulsi da scuola Minorenni in gita con la scuola, i vigili li hanno sorpresi con la droga all'ingresso della Cappella degli Scrovegni.

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PADOVA. Durante un controllo ai Giardini dell’Arena gli agenti della Polizia municipale hanno sorpreso, nei pressi dell’entrata della Cappella degli Scrovegni, tre ragazzi tedeschi in gita a Padova in possesso di marijuana. Accompagnati al Comando non sono però stati denunciati su disposizione del pubblico ministero minorile. L’insegnante che li accompagnava ha avvisato i rispettivi genitori e ha informato gli agenti che al loro rientro in Germania sarebbero stati espulsi dalla scuola e non ammessi all'esame finale di maturità. "Sono delle norme che dovremmo utilizzare anche in Italia – è stato il commento dell’assessore alla sicurezza Maurizio Saia – probabilmente questi ragazzi sapendo che nel nostro paese non vengono adottate misure particolarmente restrittive per il consumo di droga, avranno pensato di poter consumare liberamente. Ma hanno fatto male i conti, perché in Germania non funziona così". Subito dopo gli agenti si sono spostati in Piazza Mazzini dove hanno fermato per un controllo tre persone che bivaccavano sulle panchine: sono state identificate tramite documenti regolari e risultate tutte di nazionalità rumena. Nell’area Pp1 hanno invece sorpreso nove persone, tra i quali un nordafricano in possesso di una certa quantità di eroina. Nella giornata di ieri sono continuati anche i controlli sugli immobili e i terreni di proprietà comunale soggetti ad occupazione abusiva. Il primo intervento è stato fatto sul Ponte Unità d’Italia lato stazione autocorriere. E’ stata aperta la botola di ispezione del ponte stesso posta a circa due metri dal suolo e all’interno sono state rinvenute numerose coperte e altro materiale. L’area è stata quindi pulita e il Settore Manutenzioni ha provveduto all’applicazione sulla botola di un lucchetto di grosse dimensioni. Successivamente gli agenti si sono spostati sotto il cavalcavia Dalmazia, dopo che domenica scorsa erano stati trovati e denunciati per invasione di terreno otto nomadi. Qui c’era un tunisino già conosciuto alle forze dell’ordine. L’ultimo sopralluogo è stato fatto al Bocciodromo di via Bronzetti (area di proprietà comunale) dove sono stati trovati tre nordafricani che, assieme agli altri fermati nei controlli successivi, sono stati accompagnati negli uffici della Polizia Municipale, fotosegnalati e deferiti all’Autorità Giudiziaria

2.7.12

Ho 29 anni e sono docente all’Università storia di Valentina Cattivelli


Questa  foto  a  sopra   di un manifesto pubblicitario  , da me scattata  con il telefonino  , mentre   attendevo in lavanderia   di ritirare  una maglione   di mia madre  , sembra  confermare  la storia  che  riporto sotto tratta  dal corriere  della sera   online .
Questo dimostra  che   finalmente  c'è gente  che  sta smettendo di piangersi addosso  e  di parlare od imprecare  solo e  che  ora  di  


Ed  è questo  è il caso di questa storia   che vado a riportare  presa qualche  giorno fa  dal corriere della sera  online  


No, non è facile trovare lavoro in Italia. Lo abbiamo detto e ripetuto su questo blog. Così accade che qualcuno vada all’estero oppure accontoni un sogno o una passione per cercare un impiego. Ma tra migliaia di giovani (e meno giovani) in cerca di un futuro, c’è chi  con impegno ci è riuscita. Valentina Cattivelli, 29 anni, racconta la sua esperienza come docente all’Università di Parma e Verona.Sono una ragazza fortunata. In tanti modi. Ho 29 anni e sono docente universitaria da 3. A contratto, si intende, ma pur sempre docente, con la responsabilità di un corso o di una relazione di tesi.
valentina Cattivelli
Immagino che molti lettori potranno pensare che io sia la solita raccomandata, con un cognome importante a spianarle la strada. Non è così. La mia famiglia ed io siamo quelli che il Manzoni definirebbe “genti meccaniche di piccolo affare”. Mi sono impegnata molto presto. Dopo il diploma di ragioneria, mi sono iscritta ad Economia. Ne sono seguite una laurea specialistica, un master in marketing territoriale ed un dottorato di ricerca in economia regionale e rurale (Agrisystem) presso l’Università Cattolica di Piacenza. Durante gli anni di studio, ho sempre lavorato come impiegata presso la Provincia di Cremona. In questo modo mi sono pagata gli studi che, altrimenti, avrei dovuto abbandonare. Per orgoglio, per necessità, non ho mai voluto pesare sui miei genitori che già mi hanno dato tanto. Sono stati loro a trasmettermi la passione per lo studio e per il sapere e ad infondermi lo spirito di sacrificio e la voglia di fare. Sono stati loro i miei prof più importanti e dei loro insegnamenti faccio continuamente tesoro. Per questo, per la pazienza e l’affetto che ogni giorno mi riservano io sarò loro eternamente grata.L’esperienza che ti cambia la vita l’ho avuta nel 2008, come regalo per il mio 26esimo compleanno.L’università di Ferrara mi ha conferito un incarico di docente a contratto presso la facoltà di Architettura per il corso di Economia applicata avanzata: 100 ore di didattica frontale, oltre sei ore di treno ogni volta per recarmi in università. Una scelta di coraggio non da poco quella di affidare un corso così importante ad una ragazza di 26 anni. E’ stata l’esperienza lavorativa più intensa della mia vita. Il primo giorno poi è stato il più divertente: lo stupore dei miei studenti si leggeva nei loro volti, per alcuni di loro poi ero più vecchia di soli due anni, per altri addirittura una coetanea. I loro commenti, alla fine, sono stati positivi, gratificanti. Molti di loro mi rimproverano “di essere troppo buona”, altri di “metterci troppa passione”.Da qui la volontà di non “accontentarmi” di un lavoro pubblico, sicuro, nei termini e nelle mansioni, ma di tentare la più complicata strada accademica. Sempre con la valigia in mano, alla ricerca di un incarico. Certo il rapporto è di uno a quaranta (un incarico affidato, quaranta domande presentate), non ho “sponsor”, ma solo il mio cv a presentarmi. Certo, il lavoro in Provincia mi dà quella sicurezza economica che altrimenti non mi consentirebbe di rincorrere il sogno di diventare prof universitaria a tutti gli effetti. Ora sono docente presso le Università di Parma e di Verona. In ottobre sarò relatrice della “mia” prima tesi.Questo lavoro mi appassiona, è la cura migliore alla mia fame di sapere. Mi piace il rapporto con gli studenti: mi arricchisce, mi stimola a fare meglio. Cerco di dare loro un aiuto concreto alla costruzione della loro formazione e della loro futura carriera con consigli, incoraggiamenti, suggerimenti, oltre che con modelli o teorie economiche. Aver finito da poco gli studi è un grande vantaggio: li capisco, capisco le loro incertezze o esigenze e cerco di aiutarli.Oggi penso che sia stato il “sogno” il mio punto di forza, l’energia e la luce con le quali lo descrivevo durante i colloqui.Perché, in fondo, hanno ragione Antonacci: “la passione è la forza che lega le teste e a quei corpi noiosi dà spirito e luce” o un altro mio giovane collega prof D’Avenia “I sogni veri si costruiscono con gli ostacoli, altrimenti non si trasformano in progetti, ma restano sogni. La differenza fra un sogno e un progetto è proprio questa”. Il mio sogno è diventato progetto, spero che un giorno diventi quotidianità.

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...