da lorenzo tosa
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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11.8.25
Sembra poco, ma in un’epoca e in un mondo che tace e fa finta di nulla, sui crimini israeliani le parole di un’icona sportiva planetaria come Momo Salah è uno dei più grandi giocatori africanifanno eccome la differenza.
11.6.25
il parrocco di Cese ( Bergamo ) ha sbagliato nel voler celebrare un funerale doppio di un omicidio-suicidio non sempre : «Nonostante il dolore celebriamo l’amore»
i femminicidi di Castel vetrano ma soprattutto di Cese ( bergamo ) riassumiano i fatti per chi non vuole rileggere o non ha fretta il precedente post
– Uccide la moglie e si spara, i parenti scelgono un unico funerale. Il parroco: «Nonostante il dolore celebriamo l’amore»
Spesso basato su possesso, gelosia ( e qui rimando a quanto detto in : la gelosia è una prova d'amore o anticamera del femminicidio \ amore malato ? secondo me la risposta sta nel mezzo https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2025/06/la-gelosia-e-una-prova-damore-o.html ) controllo e paura, che può sfociare in violenza.Nel caso di Cene, il movente della gelosia e l'atto finale di violenza indicano chiaramente una relazione in cui i concetti di amore e rispetto erano stati gravemente distorti o persi, portando a un epilogo devastante. L'amore non uccide, non controlla e non porta al suicidio in seguito a un omicidio.È importante chiamare le cose con il loro nome: si tratta di una tragedia, un atto di violenza omicida, non una manifestazione d'amore
4.6.25
Garlasco, dignità calpestata
- https://www.rainews.it/articoli/2025/06/delitto-di-garlasco-la-rabbia-dei-poggi-basta-insinuazioni-e-ricostruzioni-da-romanzo-omicidio-di-chiara-poggi-ae2732ae-a199-483d-bf50-f9e2e4b19f85.html
- Garlasco, dignità calpestata - il Giornale
La presunzione di innocenza è finita in qualche canale, dalle parti di Garlasco, e sembra sprofondare ogni giorno di più. Infatti La misura sembra essere ormai colma, dopo il ritorno del caso di Garlasco su tutti i media, virale a tamburo battente tutti i giorni, e questo a 18 anni dall'omicidio di Chiara Poggi, e con la pena dell'unico assassino riconosciuto nonostante i fortissimi dubbi della legge, Alberto Stasi, quasi prossima alla conclusione. Ora sono i genitori di Chiara a parlare, tramite i loro legali.
Infatti « Siamo disgustati dalle affermazioni fatte in questi giorni dalle varie trasmissioni televisive. Si continua a infangare la memoria di nostra figlia. È veramente disgustoso ».
A denunciarlo sono gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna che rappresentano i familiari di Chiara Poggi - i genitori Giuseppe Poggi e Rita Preda e il fratello della vittima Marco - uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.
Sovrapposizione fra fughe di notizie, vere o presunteA quasi 18 anni dal delitto per cui è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere l'allora fidanzato Alberto Stasi, la Procura di Pavia ha riaperto le indagini e indagato nuovamente per omicidio in concorso Andrea Sempio, amico del fratello della ventiseienne. "La continua sovrapposizione fra fughe di notizie, vere o presunte, riguardanti l'attività di indagine e le autonome ricostruzioni romanzesche liberamente costruite dai soggetti più vari, ha determinato l'incontrollabile diffusione di ogni genere di insinuazioni in totale dispregio della realtà dei fatti e del rispetto dovuto ad ogni singola persona a qualsiasi titolo coinvolta nelle vicende in questione" aggiungono i legali in una nota.
"Nell'auspicio che le autorità preposte possano a loro volta contribuire a porre fine a simili reiterate condotte illecite, la famiglia Poggi provvederà da parte sua ad ogni opportuna iniziativa giudiziaria a tutela della dignità e dell'onore di Chiara" concludono gli avvocati Compagna e Tizzoni.
Ora Che si sappia, finora c'è un solo indagato ufficiale , ma è come se fossero mille e per tutti vale la presunzione di colpevolezza. Perché Sempio telefonava a casa Poggi nei giorni precedenti l'omicidio? E perché i suoi amici non avevano messo a verbale che si chiamavano in quell'agosto maledetto, come peraltro fanno tutte le compagnie di ragazzi? E le gemelle Cappa? Ogni articolo, ogni trasmissione, ogni commento sottolinea che non sono indagate. Sì, sono le non-indagate più sospettate della storia criminale italiana.
Nessun rispetto, in un cocktail allucinogeno che mette insieme tentativi di suicidio, il tutore di Paola e le esternazioni di Stefania, e poi i loro rapporti non così angelici con Chiara e poi ... si potrebbe proseguire per pagine.
C'è un carosello sventurato di personaggi, messi in croce per una parola che non coincide con la versione più o meno politically correct del caso. Ci sono intercettazioni, vecchie di diciotto anni, che vengono riproposte come fossero state carpite ieri.
C'è il santuario della Bozzola, con il contorno di scandali gotici ed erotici , voci oblique che è diventato il teatro virtuale di qualunque nefandezza. Si sono persi i confini di questa storia, troppo grande per una provincia troppo piccola.
Ecco che c'è un circuito perverso fra apparati investigativi e sistema dell'informazione. Si muove il primo, sentenzia il secondo. E tutto si giustifica nel nome del sacrosanto diritto ad indagare, perché la verità ha la precedenza su tutto, e nell'altrettanto inscalfibile diritto a darne notizia, subito, perché l'opinione pubblica deve sapere.
Ma sapere che cosa poi ?
Ora i sospetti hanno toccato anche la famiglia della vittima. I ruoli e le parti e le posizioni, teste o imputato, non contano più nulla. Interessa altro. Perché i Poggi non credono a Stasi? E perché difendono Sempio che invece ha il profilo perfetto per questo grande affresco dai colori medioevali ?
Marco Poggi, che non è indagato ma è addirittura il fratello di Chiara, è stato sentito in simultanea con Stasi e Sempio. Gli esperti, o presunti tali, fanno a pezzi le sue dichiarazioni e sottolineano i passaggi ritenuti non convincenti. Di più, si mormora ormai di lei, di quella ragazza appartata le cui immagini sono diventate la colonna sonora delle nostre vite a tutte le ore.
Il tutto fra avvistamenti di supertestimoni, incursioni di influencer, ipotesi che si accavallano.
Bisogna dirlo, senza voler fare i maestrini di un moralismo spicciolo e passare per vecchi tromboni : la dignità di troppe persone viene calpestata ogni giorno senza ritegno. Si aspetta che qualche authority ( sempre che servano ancora a qualcosa e non siano la classica foglia di fico ) fra le tante di cui disponiamo batta un colpo. E ci si chiede con sgomento dove siano finite tutte le leggi etico morali , le norme e i codici che dovrebbero fare da scudo e salvaguardare le nostre esistenze. La privacy ( se ancora a tempi d'internet e dello sviluppo sempre più massiccio dele nuove tecnologie si possa ancora parlare d'essa ed abbia un senso ... ma qui entriamo in un discorso che ci porterebbe lontano dal tema del post d'oggi ) è polverizzata, c'è solo la gogna che promette di andare avanti. E avanti ancora chissà per quanto
14.7.24
San Giovanni Suergiu, assunto e licenziato: non ha la terza mediaPer Stefano Sulas niente stabilizzazione dopo 29 anni di precariato: la scoperta dopo la firma del contratt
| Stefano Sulas (65 anni) mostra il contratto di lavoro annullato dopo le verifiche su i suoi documenti |
Essa è il paradosso \ dilemma della burocrazia assurda ed astrusa che non distingue la regola dall'eccezione . E permette che gli acculturati non scolasticamente vengano discriminati , mentre ignoranti e Gaffers ( vedi un famoso ministro di questo governo che confonde Pompei con il Colosseo o dice che Colombo era contemporaneo di Gallileo ) vengono osannati dal media maistream e sono al potere . Ingnorano che le vite come la sua sono più dignitose della loro e che ha faticato per vivere onestamente e ha sempre dimostrasto la dignità e il suo valore erchè non è solo un pezzo di carta a detterminare una persona e il suo impegno ed passione che ci mette nel prorio lavoro ed i sacrifici fatti per dare alla famiglia una vita dignitosa . E poi il fatto di non aver pouto studiare ed essere andato a lavorare dopo la terza elementare non significa che persone come lui siano senza valore perchè non è un pezzo di carta che dettermina il valore e le competenze di una persona ma come esso agisce con quello che ha imparato ( ed impara semre visto chje nella vita non si finisce mai d'imparare ) con : umiltà , sacrifici , ed assenza di giudizio
15.3.24
La lezione di Luca Garofalo Il ragazzo soffre di una grave malattia degenerativa ma si batte per i propri diritti e non cede al “ragionierismo” della burocrazia di Emiliano Morrone
LA LENTE DI EMILIANO da www.corrieredellacalabria.it/ 15/03/2024 – 6:45
La storia di Luca Garofalo ripropone un brutto paradosso del Servizio sanitario calabrese, [ e non solo purtroppo aggiunta mia ] che gli ha negato una carrozzina elettrica a quattro ruote motrici, costo sui 20mila
euro, ma negli anni ha liquidato premi stellari a vari direttori, anche innanzi a clamorosi sforamenti di bilancio. Il ragazzo vive a Cotronei (Crotone) e soffre di una grave malattia degenerativa che gli ha paralizzato gli arti inferiori. Ciononostante, si batte per i propri diritti e non cede: vuole quel mezzo, che – spiega – «può superare diverse barriere architettoniche» e portarlo «persino in spiaggia».Lo scorso 23 febbraio l’Asp di Crotone aveva respinto la pratica del giovane, ritenendo la carrozzina richiesta «non appropriata e comunque non compatibile». In realtà, la normativa statale consente alle aziende pubbliche della salute di acquistare ausili del genere in casi come quello di Luca, che purtroppo non si alzerà in piedi a mo’ del Lazzaro evangelico e non ha le gambe bioniche del colonnello Steve Austin, “L’uomo da sei milioni di dollari” del piccolo schermo anni ’80. Nei confronti del disabile, un pezzo della burocrazia dell’Asp di Crotone, per fortuna non tutta, ha dato una dimostrazione di ragionierismo disumano e dispettosa cattiveria, dimenticando due capisaldi della Costituzione: che «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività»; che «è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana».Diritti scambiati per favori
Ma che cosa è la Repubblica, laddove, a Sud come a Nord, i diritti sono spesso scambiati per favori e negli uffici non si tollera il controllo dei cittadini e dell’informazione, manca l’abitudine di vestire i panni altrui ed è frequente scaricare le proprie responsabilità sui livelli superiori o giustificare fatti imbarazzanti con istituti di comodo quali «il sistema» e «l’andazzo»? E tornando a Luca: se gli avesse comprato la carrozzina elettrica 4×4, l’Asp di Crotone sarebbe fallita di colpo o non avrebbe più potuto pagare la diagnostica e la chirurgia affidate (regolarmente) a privati convenzionati? Perché, inoltre, qualcuno ha sentito il bisogno di delegittimare il ragazzo, di farlo passare come un beneficiato sul piano dell’assistenza protesica, per non dire dell’altro di cui abbiamo solide prove? E chi doveva ritirare le carrozzine che per Luca non vanno ormai più bene? È giusto, per riprendere un motto di Paul Valéry, colpire il ragionatore se non si può attaccare il ragionamento?
L’incontro con Stanganelli
Di sicuro Luca ha un carattere, che altrove dà merito: non si piega, non supplica il suo interlocutore e non attende concessioni, ma pretende rispetto e ciò che gli tocca in base alla legge e al diritto. In questa settimana siamo andati a trovarlo, e sarebbe bene che lo facesse quella burocrazia che gli ha voltato le spalle, in modo da rendersi conto degli spazi domestici e delle condizioni personali del giovane, della maturità che mostra e di quanto e perché è seguito e apprezzato a Cotronei e nel resto della Calabria: dai suoi datori di lavoro al sindaco Antonio Ammirati, dal direttore del mensile locale, Pino Fabiano, all’impegnato Giuseppe Pipicelli, dai vicini di casa agli altri concittadini, alla Garante regionale della salute, Anna Maria Stanganelli, che l’ha inserito nel proprio ufficio per raccogliere a titolo gratuito le segnalazioni dei più deboli. Senza scordare il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che già una volta era intervenuto per Luca, sempre a proposito di una carrozzina, e di recente avrebbe avuto tre telefonate di fuoco, raccontano al piano di comando della Cittadella, riguardo all’ultimo episodio che mortifica il ragazzo.
Una “spina nel fianco”
Forse qualcuno avrebbe preferito vedere Luca allettato, remissivo, silente, ma lui ha un pregio esemplare: sa che nelle amministrazioni pubbliche della Calabria si guarda poco con gli occhi dei disabili, dunque non si arrende e, anzi, si allena a combattere meglio, non soltanto per sé. Peraltro, c’è chi l’ha addirittura definito «stalker» e ha confuso un messaggio preimpostato con un eccesso di confidenza del giovanotto. Sono equivoci generati dal pregiudizio mentale, come quello del monaco e blogger che, rincorso da un commerciante tunisino intento a restituirgli il resto di 50 euro, stava preparandosi allo scontro fisico temendo di venire derubato. Luca è una spina nel fianco della burocrazia nostrana. Una volta l’Asp di Crotone gli aveva certificato: «Non ha potuto espletare nostro malgrado la visita medico-sportiva agonistica per mancanza di attrezzatura idonea ad atleti diversamente abili». Se ci sono carenze strumentali e comportamentali, si possono risolvere, come del resto chiede Stanganelli e vuole Occhiuto, senza scontri o tensioni. Luca agisce per principio perché ha un profondo senso della giustizia. «Vorrei sapere – ci dice – se la domanda di una nuova carrozzina l’avesse fatta il figlio di qualche dirigente sanitario. Perciò io voglio che sia l’Asp a comprarla, non un privato. E non mi fermerò finché non avrò raggiunto l’obiettivo». Per via dell’interessamento della Garante Stanganelli, un club filantropico e alcuni imprenditori avevano prospettato una donazione in favore del ragazzo, che ha risposto: «No, grazie. Non può passare il messaggio che con atti di carità si debbano risolvere i problemi in carico al sistema pubblico».
La storia del piccolo Mariano
La vicenda di Luca ricorda quella del piccolo Mariano, che aspettava da molto una carrozzina su misura e infine l’ha ottenuta grazie al racconto del Corriere della Calabria, all’impegno della Garante Stanganelli e alla sensibilità del commissario dell’Asp di Catanzaro, il generale Antonio Battistini. Anche stavolta può prevalere il buon senso. Anche stavolta può vincere l’umanità. Anche stavolta può passare il principio, che Battistini condivise con Stanganelli, secondo cui «il dovere di alleviare la sofferenza prevale sempre su ogni altra ragione».
(redazione@corrierecal.it)
6.3.24
8 marzo . tessendo l'amore storia dell'associazione pugliese le costantine
8.7.23
È sconvolgente, e al tempo stesso emblematica, la storia di Francesca Galati, colevole di un doppio lavoro per mantere la famiglia
È sconvolgente, e al tempo stesso emblematica, la storia di Francesca Galati, ne avevo accenato qui sul blog , la bidella 51enne di Vicenza multata di oltre 2.000 euro dal Ministero dell’Istruzione.
Aver lavorato oltre che come bidella come cameriera. Francesca non guadagnava abbastanza per poter mantenere una famiglia con due figli, ed è stata costretta a lavorare la sera in un bar per arrotondare il
suo stipendio scolastico. Il tutto pagando fino all’ultimo centesimo di tasse.Solo che non ha avvisato la dirigente scolastica dell’Istituto per cui lavora, ritrovandosi una multa da 2170 euro. Semplicemente, non sapeva di doverlo fare Ma soprattutto una legge ingiusta perché il secondo lavoro non era incontrastato con il primo .
·Un peccato veniale in un Paese in cui 30 milioni a un condannato per mafia è considerato un “fatto privato” e una ministra non si dimette nemmeno di fronte ad un’indagine per falso in bilancio e bancarotta. Perfetto esempio di uno Stato debole coi forti e forte coi deboli.Meno male che un po' di umanità ancora c'è vista Immediata la (meravigliosa) ondata di generosità da parte di tanti che hanno offerto di aiutarla con una colletta. Per quello che vale, aggiungo anch'io , totale solidarietà e vicinanza a Francesca Galati.
Ma in pochi hanno colto l’aspetto davvero sconvolgente: l’idea che in Italia una dipendente pubblica sia costretta a fare due lavori e orari massacranti per poter arrivare a fine mese. E vivere dignitosamente senza delinquete E invece di essere sostenuta, viene pure bastonata. Per questo non basterà una colletta purtroppo
6.12.22
Napoli, Federica: "Ho una laurea, ma sono felice di aver vinto il concorso da spazzina"
da https://napoli.repubblica.it/cronaca/2022/12/06
di Antonio di Costanzo

A 24 anni il suo futuro da laureata è in Asìa, l’azienda per la gestione dei rifiuti a Napoli, dove da ieri è stata assunta come spazzina. E la cosa sembra proprio non crearle problemi. Anzi, Federica Castiglia, una laurea in ottica e optometria, è felicissima di aver vinto il concorso nella società del Comune: “E’ un lavoro vero e stabile e, poi, diciamocelo: è un posto fisso che dà ampie garanzie. E non trovo nulla di particolare in una laureata che, come lavoro, sceglie liberamente di fare la spazzina”.

Nessun pentimento per aver rinunciato al percorso di studi che aveva portato a compimento?
“Francamente no. Sono solo molto emozionata. Tra l’altro dopo l’articolo di Repubblica mi stanno chiamando televisioni e giornalisti interessati alla mia storia. Sono diventata famosa”.
Una laureata che fa la spazzina colpisce.
“Per me è un lavoro di grande dignità. E poi l’aver vinto questo concorso e aver conquistato un posto fisso mi dà maggiore tranquillità. A 24 anni soffrivo il fatto di pesare ancora sulle spalle dei miei genitori. È frustrante non riuscire a rendersi indipendente. Devo dire che anni di studio non sono stati ripagati”.
Quando si è laureata?
“Nel 2021. Ero molto indecisa sul percorso di studio. Scelsi l’ottica dopo aver assistito a una lezione che mi rimase impressa, mi iscrissi e mi sono laureata in tempo. Credetemi: ci ho messo davvero tanto impegno, ma poi trovare un lavoro è stato difficile”.
Nulla?
“Solo contratti di apprendistato, senza nessuna garanzia e prospettiva. Invece, ora sono in un posto sicuro, dove i diritti vengono rispettati e la paga è coerente all'orario di lavoro svolto. L’Asìa rappresenta una certezza per il mio futuro”.
Dottoressa Castiglia mica vuole dire di essere pentita di aver studiato?
“No questo no. Anche se qualche dubbio alla fine viene. Ma in fondo a me è andata bene comunque”.
E i suoi genitori, cosa dicono della scelta di partecipare a un concorso da spazzina nonostante la laurea conseguita. Loro che lavoro fanno?
“Mio padre è un poliziotto in pensione, mia madre casalinga. Sono contenti che io abbia trovato una occupazione vera e che adesso sono indipendente da loro. Abbiamo festeggiato”.
Come utilizzerà il primo stipendio?
Finalmente mi potrò comprare un’auto. La prenderò con il cambio automatico. Perché nel traffico è più comoda, è un piccolo sogno che adesso posso realizzare”.
“Finalmente mi potrò comprare un’auto. La prenderò con il cambio automatico. Perché nel traffico è più comoda, è un piccolo sogno che adesso posso realizzare”.
4.8.22
il gesto di dignità e di decoro di Evelina Sgarbi
Quando le hanno proposto di partecipare a quella fiera del trash che si chiama Grande Fratello Vip, lei ha gentilmente declinato l’invito. No, grazie, ha fatto sapere. Voglio stare lontana dai pettegolezzi.
Un rifiuto che ha suscitato la reazione indginata di Sgarbi padre. Con argomentazioni surreali:
“Ha deciso di non presentarsi al provino contro la mia volontà” ha detto.
“Avrebbe guadagnato cifre ragguardevoli senza alcuno sforzo. Per una ragazza della sua età declinare una simile offerta equivale a sputare sul denaro”.
No, Vittorio, si chiama dignità, decenza, decoro, intelligenza.
E francamente, come dice Lorenzo Tosa, non si capisce da chi abbia preso.
22.6.22
Maltrattata perché lesbica, il giudice condanna a tre mesi il caporeparto della Lidl Insultata e umiliata sul posto di lavoro perché omosessuale, Sara Silvestrini, 40enne di Lugo, ha vinto la battaglia in tribunale contro coloro che l’hanno derisa e contro il sindacatoi che faceva filone con il padrone
Non è la prima volta che vengono registrati insulti omofobi sul luogo di lavoro: questa volta è toccato a Sara
Sara Silvestrini . La sua è una storia di ordinaria vergogna, omofobia e grande![]() |
| Da sinistra, Federica Chiarentini e Sara Silvestrini con l’avvocato Alfonso Gaudenzi da https://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna |
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| Il supermercato Lidl al centro del ciclone |
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| foto simbolo |
14.10.21
son le piccole cose che ridanno speranza.il caso del bar di pistoia
Buongiorno, mi scusi, l'altra mattina avevo fame e non avevo soldi. Grazie". Il titolare di un bar di Pistoia ha trovato fuori dalla porta questo messaggio che racconta una storia fuori dal comune: qualcuno ha rubato delle brioche dal bar perché aveva fame, ma non appena ha avuto dei soldi ha lasciato un biglietto anonimo con 10 euro dentro, per chiedere scusa e, allo stesso tempo, dire grazie.
Il foglietto e la banconota sono arrivati il giorno dopo il furto di paste e cornetti e, adesso, il titolare vorrebbe assumere il misterioso mittente. "È una cosa che ci ha colpito molto", ha raccontato. E anche un pasticcere della città, che ha scoperto la storia tramite i social, vorrebbe offrire lavoro a questa persona sconosciuta: "Noi faremo un cartello che appenderemo fuori e speriamo di riuscire a offrire a questa persona un lavoro - ha dichiarato il proprietario del bar derubato - A una persona con tanta dignità è anche giusto dare un'altra possibilità".3.8.21
quando si dice prendere la vita con filosofia e non reagire a tali imbelli il caso di Ali che ci da una bella lezione di dignità e compostezzail cado di Ali
dall'acount facebbok #StorieDaCaffè5.7.21
Malika, la lezione per non buttare via i soldi e la vita
Zucchero - Rispetto
lo so che vi sarete , come il sottoscritto rotti gli zebedei stufati diu sentire parlare di marika e della sua vicenda e di come ha spesso i suoi soldi e della sua arrampicata sugli specchi per giustificarsi , ma stavolta (giurò che sarà l'ultimo post che dedicherò a tali vicende salvi chje che non s'avverera la profezia che ho fato nel post precedente , cioè quella di vederla ospite dala de
- Il Fatto Quotidiano
- SELVAGGIA LUCARELLI Inviate le vostre lettere a: il Fatto Quotidiano 00184 Roma, via di Sant’erasmo, 2. selvaggialucarelli@gmail.com
Malika, la lezione per non buttare via i soldi e la vita
Buongiorno signora Lucarelli, ho 22 anni, lavoro come babysitter, vivo in un appartamento in affitto a Milano, ho un cane e un gatto che non ho potuto portare con me, sono zia di quattro bambini stupendi (due in realtà devono nascere ma so già che saranno meravigliosi), convivo con la mia spettacolare fidanzata, sono un’ex ginnasta e ballerina, mi sono diplomata l’anno scorso dopo due anni di interruzione della scuola per poter lavorare, canto stonata sotto la doccia, ho le lenzuola di Harry Potter, amo la pizza e la tartare di salmone e mi piace tanto l’azzurro. A 18 anni e un mese sono scappata di casa perché la mia vita era diventata insostenibile: giusto un mesetto e mezzo prima mia mamma aveva scoperto nel peggiore dei modi la mia neonata relazione con una ragazza, naturalmente non l’ha accettata. Ho subito violenza verbale e fisica a casa mia, “alzi la voce” era la scusa, ma io la voce la alzavo per essere ascoltata, perché in tutto quel tempo nessuno si era fermato a chiedermi come stessi io che, da studentessa adolescente e povera di una scuola gesuita circondata da spocchiosi ragazzini con la puzza sotto il naso i cui genitori pagavano la mia borsa di studio, mi sono scoperta lesbica e sono stata la prima a non accettarmi.
Mi sono rimboccata le maniche, ho lasciato la scuola, ho lavorato e mi sono potuta addirittura permettere di andare in vacanza con i MIEI soldi sudati con il MIO lavoro.
A maggio di due anni fa sono tornata a casa con mia mamma, ci siamo più o meno riappacificate nonostante lei continuasse a non accettare la mia sessualità. Ho lavorato e nel mentre a settembre sono tornata a scuola. Poi un infortunio, ho lasciato il lavoro per riuscire bene a scuola, ho chiesto la disoccupazione per avere un aiuto perché comunque a casa di mia mamma pagavo l’affitto della mia stanza. Avevo circa, tra tutto, 450 euro di spese al mese escluso il cibo. Di disoccupazione ne prendevo 670,40. O sarebbe dovuto essere così. Ho chiesto la disoccupazione a metà gennaio, con i tempi dell’inps sarebbe dovuta arrivare a febbraio, ma è iniziata la pandemia. Ho visto la mia disoccupazione a maggio. Nel frattempo pagavo a rate la macchinina di mia nonna che intendeva poi regalarmi all’ottenimento della patente di guida (che non potevo, e non posso tuttora, permettermi). Ho arrancato per mesi. Mi sono arrangiata. Mi sono diplomata, ho subito iniziato a lavorare e a settembre ho preso casa con la mia fidanzata. Tutto da sola. Con grandi difficoltà. E non cerco compassione o pacche sulla spalla, sono fiera di ciò che ho fatto e so di non essere l’unica ad averlo fatto.
Mia mamma non mi ha cacciata di casa, ma mi ha reso la vita talmente invivibile per la seconda volta che sono dovuta scappare, di nuovo, definitivamente. Ho preso la decisione di andare via dopo il mio primo stipendio: mi sono presentata al lavoro con un occhio nero e dopo mille domande ho deciso che era ora di finirla.
Da sola con la mia compagna abbiamo affrontato un isolamento, poi la quarantena, gli stipendi quasi dimezzati per sei mesi perché lavoravamo entrambe in un locale nell’ambito della ristorazione. Ho lasciato l’università a cui mi ero iscritta perché la retta non potevo permettermela. Ho rinunciato al mio sogno di studiare e me ne sono costruita un altro: vivere.
Ho deciso di scriverle perché ho sempre pensato che ci fosse qualcosa che non andava nella storia di Malika. Ci sono centinaia di ragazzi come me e come Malika che si ritrovano senza famiglia, ma nessuno riceve 150mila euro da persone che donano loro i soldi per ripartire. E soprattutto nessuno li sputtana in una Mercedes che non serve per ripartire, basta una Twingo usata del 2012 come la mia, che è già un lusso. Sa cosa avrei fatto io con tutti quei soldi? Per prima cosa avrei prenotato privatamente la risonanza magnetica al cervello che aspetto da mesi. Poi avrei fatto la patente. Avrei pagato la retta dell’università. Mi sarei messa una piccola cifra da parte per coprirmi le spalle MENTRE LAVORO. E il resto lo avrei dato a tutte le altre persone che hanno bisogno.
Sono arrabbiata. Perché tutti meritano di ricostituirsi una vita dopo che la propria viene distrutta. Farlo è difficile, io ci sto provando ma a volte sembra davvero impossibile. Malika nella sfortuna (perché ciò che è successo a lei non dovrebbe succedere a nessuno) ha avuto la fortuna di avere un paese che le è stato accanto e un aiuto economico a ripartire. Eppure non se lo meritava. Sa cosa penso? Che chi sta male e davvero ha bisogno, non chiede aiuto. Io non ho mai chiesto aiuto perché mi sento debole, perché non voglio attirare attenzioni su di me. E quando sono andata via di casa con 100 euro in tasca e nemmeno le mie mutande che mia mamma non mi ha mai dato, la prima cosa che mi sono chiesta non è stata “come farò senza soldi e senza vestiti?”, il primo pensiero è stato “e ora come cazzo faccio senza l’abbraccio di mia mamma? Senza sapere che è dalla mia parte? Senza una famiglia? ”. Ce l’ho fatta signora Lucarelli, da sola. Ce la sto facendo. Ho ancora strada da fare ma ce la sto facendo. E sono indignata per come Malika si è comportata
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Grazie per questa lettera onesta, forte e priva di retorica, cara A. Io credo che la ricostruzione di una vita debba passare anche attraverso gli sfizi, specie a 22 anni, ma bisogna essere trasparenti fin dall’inizio. Malika ha peccato in questo. Non doveva avventurarsi in promesse di beneficenza e psicologo, era sufficiente un più asciutto “i soldi mi serviranno a vivere con leggerezza i miei 22 anni, ne ho bisogno” e le avremmo perdonato tutto.
Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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iniziamo dall'ultima news che è quella più allarmante visti i crescenti casi di pedopornografia pornografia...
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Ascoltando questo video messom da un mio utente \ compagno di viaggio di sulla mia bacheca di facebook . ho decso di ...

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