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7.11.25

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco n LVI QUANDO SEI A PASSEGGIO CON IL CANE FIDATEVI DEL SUO ISTINTO

 

a quanto detto,vedere slide a sinistra ,    da Antonio Bianco sull'ultimo n del setttimala Giallo vorrei aggiungere che Tra decreti legge, normative, campagne, promesse, iniziative e manifestazioni contro la violenza di genere, non sono poche le donne che adottano cani antiviolenza per la difesa personale. Difesa dalle violenze sessuali, dallo stalking, dalle molestie ed aggressioni.Infatti esistono cani appositamente ‘educati’ da scuole di addestramento speciali per proteggere le donne vittime di violenza. Esemplari di razze selezionate che non esiteranno ad intervenire per difendere le vittime dai loro aggressori. Viene addestrato il cosiddetto ‘cane scorta’ e viene ‘educata’ anche la donna attraverso un particolare allenamento per imparare a controllare gli istinti del cane e la situazione di pericolo.
Di solito, al cane da difesa viene applicata una museruola rivestita in acciaio. Non deve dimostrarsi aggressivo: deve semplicemente immobilizzare l’aggressore al momento giusto per dar modo alla donna di liberarsi da lui e chiedere aiuto. Quando la donna viene aggredita, il cane si lancia sull’aggressore e gli assesta un colpo per bloccarlo e immobilizzarlo. Deve dissuaderlo e fare da scudo della donna che, oltretutto, dispone di GPS per essere localizzata dalla Polizia.
Il cane scorta (come quello che accompagna i non vedenti) è riconosciuto legalmente?
No, ma le autorità dovrebbero farlo, regolarizzare l’importante ruolo dei cani scorta per donne vittime di violenza di genere. Non sono pericolosi o aggressivi ma socievoli, affettuosi, veri e propri angeli custodi. Non vengono, di certo, addestrati per attaccare o, peggio, uccidere persecutori o aggressori. Hanno un forte senso di ‘giustizia’: sanno che il maltrattamento non è ‘giusto’.
La donna che ha già un cane può anche rivolgersi a centri speciali per richiedere l’addestramento del suo compagno a quattro zampe. Si tratta di addestratori professionisti a cui è saggio rivolgersi per ricevere consigli su come addestrare un cane alla difesa senza attaccare, semplicemente per allontanare il pericolo. Un cane di buona taglia e di carattere vivace, tranquillo ed equilibrato, di solito, è addestrabile alla difesa: interverrà solo se sarà il padrone ad ordinarglielo.
Per   chi  volese    approfondire   ecco  alcuni link 

1.11.25

anche le donne trans vengono molestate e gli aggressori se la cavano con poco per via del patteggiamento il caso di minerva uzzanu

legggi anche  
chi  è  Minerva  Uzzanu
chi è Minerva Uzzanu e la sua   testimonianza 


 da  la    nuova  sardegna    1\11\2025 



Sassari «È questo il messaggio che vogliamo mandare come società? Che ogni uomo che molesta una donna ha diritto al cartellino giallo finché non viene denunciato di nuovo?»: lo chiede Minerva Uzzau, 25 anni, ragazza transgender e attivista per i diritti di genere. Lo sfogo nasce da un’esperienza personale: più di un anno fa raccontava pubblicamente un episodio di molestie e insulti subiti a Porto Torres. Oggi racconta un epilogo che non avrebbe voluto: «Il mio aggressore se l’è cavata con un patteggiamento». Il ragazzo ha salutato il giudice dell’udienza preliminare patteggiando poco più di un anno di reclusione con pena sospesa e convertita in un percorso di recupero al Cam, il centro di ascolto maltrattanti. Un nulla di fatto, secondo Uzzau: «Caso figlio di un sistema che vuole mettere la toppa nella maniera più frettolosa possibile».
I fatti si riferiscono ad agosto 2024, dopo la festa del carnevale estivo, poco prima delle 4 del mattino, Minerva è seduta al tavolino esterno di un kebab col fratello e due amici. Da un’auto scendono quattro ragazzi e due si avvicinano a lei. Uno di questi gioca con i suoi capelli, poi la prendono tutti in giro, le vomitano addosso insulti transfobici: «Sei un maschio, sei un maschio».
Lei risponde a tono, allora uno torna indietro e le mette le mani addosso, le palpa il seno: «Le tette sono vere», urla agli amici. Lei reagisce e lo colpisce, i presenti evitano che la situazione degeneri. Ma uno dei ragazzi inizia a filmare Minerva con il cellulare mentre l’altro le si para di nuovo davanti e la prende in giro. In poco tempo finisce tutto. Alla lunga rimane la paura e la rabbia per una violenza di quel tipo. Minerva Uzzau, che proprio per le sue lotte da attivista e attraverso il racconto social della sua transizione è diventata una figura molto seguita nell’isola, sfrutta la cassa di risonanza di Instagram e denuncia l’accaduto.
Dalla bolla del web si finisce in aula di tribunale. Ma la risposta della giustizia, ammette, lascia l’amaro in bocca. «Il mio corpo è stato violato, violenza che ho denunciato alle autorità – racconta oggi in un altro post su Instagram –. L’udienza preliminare ha concluso il procedimento penale con il patteggiamento del mio aggressore. Un patteggiamento, in cui io come persona offesa non ho diritto di parola».
E poco dopo riflette: «Dov’è la voce delle nostre martiri? Di ogni donna che viene sistematicamente silenziata da accordi fra terze parti che non le coinvolgono minimamente?». Infine: «La sentenza di oggi non mi restituirà quella serata di agosto. Non mi restituirà i mesi di sofferenza e di insicurezza che questa vicenda mi ha causato. Non pulirà il mio corpo dalle macchie che le sue mani mi hanno lasciato». L’ultima parte del suo messaggio social è di reazione: «Non sarà questa sentenza a fermarmi».
A margine dei riflettori web, Minerva Uzzau a margine non nasconde il tono deluso da una sentenza che sembra appiattire le conseguenze di quanto accaduto. Però non arretra e ne approfitta per incoraggiare le donne «a continuare a denunciare» a prescindere da com’è andata nel suo caso. Assistita dall’avvocato Daniele Solinas, promette che agirà in sede civile per ottenere «almeno delle scuse formali». E «ci tengo che molte donne sappiano che le vittime di violenze in sede legale possono richiedere il patrocinio a spese dello Stato. Spesso la paura di affrontare delle spese spinge a rimanere zitte».

26.8.25

alle donne che scimiottano gli uomini negli aspetti peggiori consiglio North Country – Storia di Josey (2005), diretto da Niki Caro e interpretato da Charlize Theron

A volte le donne ovviamente senza generalizzare, sono inquietanti e dovrebbero chiedere scusa al genere femminile( per i commenti su #marziasardo e non solo ) , rappresentate solo un insieme di stereotipi, frustrazione e maschilismo interiorizzato.Consiglio loro il film ( lo trovate anche su netflix ) North Country – Storia di Josey (2005), diretto da Niki Caro e interpretato dalla bravissima Charlize Theron e magari cambierebbero comportamento o quanto meno inizerebbero a rimetterlo indiscussione in quanto è tratto da una storia vera del caso giudiziario Jenson v. Eveleth Taconite Co., che ispirò a sua volta Clara Bingham e Laura Leedy Gansler nella stesura del libro Class action: the landmark case that changed sexual harassment law.
Grande cast per un film drammatico, duro e vero. Un film bellissimo, sullo sfondo di una cultura radicata e maschilista, la fabbrica diventa quasi una prigione.Immensa l'interpretazione di Charlize Theron. Il film narra la vicenda eroica di alcune donne che lottano per abbattere le barriere della discriminazione sessuale, lavorando nelle pericolose miniere d’acciaio del Minnesota… e cambiano le regole del gioco promuovendo la prima azione legale collettiva per molestie sessuali della nazione. Una cronaca esplosiva, ricca di emozioni, di una battaglia per affermare un principio che ogni lavoratore americano conosce: il rispetto sul posto di lavoro.

25.8.25

a che punto siamo arrivati con le gogne mediatiche uomini o donne che siate, vuol dire che siete ancor più merde del molestatore.

  non aggiungo altro  ne  ho parlato abbastanza  nei post precedenti  , andate a leggerveli  . Mi sento solo di dire    sia  che  abbia esagerato  o  meno   non merita  ciò 





24.8.25

denuncia o visibilità ? molestia o battuta rozza e maschilista ? il caso marta sardo di tik tok




Marzia Sardo ( foto sopra ) , la 23 enne che ieri ha denunciato una presunta molestia durante una tac a Roma, ha chiuso i commenti sotto il suo video su Tik Tok,
in quanto è stata ricoperta di insulti. 


 da   msn.it  

Denuncia di una 23enne. "Molestata in ospedale prima di fare una Tac"

[..] L'episodio a dir poco spiacevole è stato denunciato da Marzia Sardo, una studentessa, in un video che è presto diventato virale sui social. La giovane si riprende mentre è ancora in ospedale, la sera del 21 agosto, e con la voce rotta dal pianto racconta: "Mi portano a fare una Tac al cranio. Avevo la mascherina perché avevo anche un sospetto di Covid e un tecnico mi dice di togliere gli orecchini e di togliere la mascherina che ha il ferretto. Io gli chiedo ingenuamente: Ma allora devo togliere anche il reggiseno?. Lui risponde: No, no, la Tac è solo al cranio. E poi aggiunge guardando i suoi collegi, erano tutti maschi: Certo, poi se lo vuoi togliere ci fai felici tutti". Marzia nel video annuncia di volersi rivolgere all'ufficio reclami della struttura ospedaliera, ma aggiunge di non avere molta fiducia sul fatto di essere ascoltata e per questo spiega di aver scelto di girare il video quasi in diretta "sperando che si possa diffondere questa notizia" perché "quando succedono queste cose non bisogna fare silenzio". "Sono stanca di dovermi interfacciare ogni giorno con queste cose, anche in un ambiente ospedaliero che dovrebbe essere sicuro - conclude la ragazza -. Che cosa vi passa per la testa quando pensate che questa cosa sia normale? Che ci si possa ridere su?".


La ragazza, che ha denunciato tutto in un video diventato virale, sta predisponendo una denuncia da inviare all’Urp dell’ospedale romano. Il Policlinico, intanto, ha aperto un’indagine interna. L' attrice romana ( mah io non lo ho mai vista o sentita nominare neppure su video emozionali di story impact o kiko.co ) , si trovava ricoverata in ospedale Umberto I di Roma a seguito.di una emicrania.Giunta nella sala tac, si è trovata davanti ad un tecnico radiologo ed altri colleghi maschi dell'uomo. La ragazza ha domandato al tecnico se avesse dovuto levarsi il reggiseno prima ha detto no poi il tecnico avrebbe risposto: "Se vuoi levarti il reggiseno, ci fai tutti contenti".La ragazza ha interpretato la frase come una molestia sessuale nei suoi confronti. Ma anziché rivolgersi immediatamente all'ufficio reclami, a distanza di due ore dall'accaduto, ha pubblicato un video di denuncia del fatto nel suo profilo Tik Tok che diventa virale. Ecco alcuni degli insulti rivoltigli da Leo stessa riportati nel suo profilo Ig.




A leggere i commenti sotto questo post non mi stupisco , da uno che lotta continuamente contro il suo maschio alfa , che abbia dovuto sospendere  quelli  al suoi  post  . Quello che mi  soprrende di più sono i commenti femminili, molti proprio vergognosi: ma ora  mi chiedi  voi, donne, non avrebbe dato fastidio una battuta simile in ambito ospedaliero con tutti uomini presenti? O chela  facciano o   l'abbiano fatta a vostra figlia, a vostra madre? E voi uomini... se l'avessero fatto alla vostra compagna, alla vostra moglie, alla vostra figlia ? .
Come dice **** << che ho sempre avuto il seno importante, ho sofferto fin da ragazzina i commenti che mi facevano per strada, vergognandomi fino ad indossare poi sempre qualcosa di largo per nasconderli.>> Metterei come suggerisce certi uomini che non riescono a controllarsi davanti ad una dottoressa, con la stanza piena di donne, che facesse una battuta sulla piccolezza dei loro genitali e poi fare un video iagnuccolo su social vediamo se succede la stessa cosa o peggio . ma poi riflettendoci è meglio di no . uno il perchè lo spiega beissimo la Giornalista M.vittoria Detotto

 

 se di molestia o di battuta rozza e volgare si tratta dipende dai punti di vista . Per  me   è  una   battutta sessista    e  maschilista . Anche  se   come  fa  notare   su thereads  

il  confine  tra  battuta  becera  da  maschio  alfa   e  mlestia  è  assai labile  .
La ragazza oltre a piangere ( comprensibilmente ) avrebbe dovuto segnarlo alla direzione e non solo   sui social con tutti i rischi boomerang che ci sono  rischiando anche oltre  che ( vedere il  video sopra )   gogna mediatica  per lei e   per  lui  , una denuncia    con processo per  diffamazione . 

15.7.25

«Molestie da un membro di Fratelli d’Italia», ex candidata alle regionali Elisabetta Fedegari, lascia il partito: «Si dicono paladini di certi valori, ma è propaganda»

predicano bene ma razzolano male . tutte chiacchere e distintivo . IL caso , almeno l'unico ( o uno dei ochi ) venuto alla luce visto che c'è la tendenza comune a tutti i partiti e e associzioni di lavarei panni
sporchi all'interno e non far fuoruscire niente , di Elisabetta Fedegari, in corsa alle regionali lombarde e possibile candidata sindaco di Pavia per Fratelli d’Italia .


L'articolo «Molestie da un membro di Fratelli d’Italia», ex candidata alle regionali lascia il partito: «Si dicono paladini di certi valori, ma è propaganda» proviene da Open.

Le richieste di aiuto sono cadute, come troppo spesso accade, completamente inascoltate. Stessa sorte hanno subito le denunce, quando il comportamento inappropriato e le molestie sessuali di un suo compagno di partito non davano segno di cessare. Alla fine per Elisabetta Fedegari, in corsa alle regionali lombarde e possibile candidata sindaco di Pavia per Fratelli d’Italia, l’unica soluzione è stata dire addio. Lo ha comunicato la stessa avvocata 44enne citando ragioni sia politiche che personali: «La totale mancanza di supporto e di azioni concrete ha rappresentato una profonda ferita e una chiara indicazione della scarsa considerazione per il benessere e la dignità dei propri membri».
Le ragioni dell’addio: «Io mai valorizzata. E quando ho denunciato, mi hanno guardata con distacco»
Le motivazioni dietro a un addio così rumoroso sono complesse, a maggior ragione per una candidata che alle ultime regionali aveva superato la soglia di 4mila preferenze ed era – almeno in pectore – la punta di diamante del centrodestra pavese. Da una parte, ha spiegato la stessa Fedegari, la «costante mancanza di valorizzazione della mia persona, nonostante i risultati concreti che ho apportato». Dall’altra, l’impossibilità di tollerare delle ferite che non ne volevano sapere di cicatrizzarsi, perché troppo profonde e mai davvero curate. «Fin da subito ho messo Fratelli d’Italia a conoscenza di quanto mi stava accadendo e purtroppo la reazione è stata di distacco e disinteresse. Non me lo sarei mai aspettato da un partito che tutela e difende questi valori», ha detto la 44enne parlando con Il Giorno. «Un partito rappresenta quasi un contesto familiare. Se un’iscritta denuncia un problema, non pensavo che venisse sottovalutato e tenuto in pochissima considerazione da chi vuole propagandarsi come paladino di certi valori».
L’indagine Clean 1 e la «solitudine» di Fedegari di fronte alle accuse
Alla sordità di fronte alle denunce si aggiunge la «totale mancanza di solidarietà e di garantismo» che Elisabetta Fedegari ha ravvisato nei suoi confronti. Il riferimento è all’inchiesta Clean 1, in cui la ex consigliera d’amministrazione di Asm è indagata per peculato per un presunto contributo alla sua campagna elettorale mascherato come finanziamento per un video istituzionale dell’azienda. «L’assenza di qualsivoglia supporto o vicinanza umana e politica da parte dei rappresentanti territoriali, e non solo, in un momento di personale difficoltà, ha acuito il mio senso di isolamento e la mia sfiducia nei valori che il partito dichiara di sostenere». Una formazione politica che, dopo aver vissuto dai suoi ingranaggi interni, Fedegari ora definisce come «improntata alla non inclusione e alla mancata valorizzazione di chi porta risultati concreti». Una ricetta che porterebbe, secondo la 44enne, dritti verso il fallimento politico, «sempre che a qualcuno possa interessare».

13.3.24

anche i robot molestano le donne ? Saudi Arabia unveils its man shaped AI robot Mohammad, reacts to reporter in its first appearance

 Microfono alla mano, domande pronte, telecamera che la inquadra: Rawya Kassem sta per "intervistare" il suo interlocutore quando una mano morta si appoggia sul lato B della giornalista. Molestie sul lavoro, polemiche, ma non tutto è come sembra. A essere intervistato non era un uomo, bensì un robot dalle sembianze umane vestito con abiti tradizionali sauditi che parla arabo e inglese. La scena è stata ripresa in un video diventato virale sui social. La società di robotica saudita QSS, riporta Business Insider, ha presentato "Muhammad the Humanoid Robot" al DeepFest di Riyadh la scorsa settimana. In un post del DeepFest su X, Muhammad è stato descritto come «il primo robot saudita dalle sembianze umane» e come un progetto nazionale per evidenziare i risultati ottenuti dall'Arabia Saudita nel campo dell'intelligenza artificiale.
Durante la presentazione, la giornalista di Al Arabiya, Rawya Kassem, si è messa davanti a Muhammad mentre parlava al pubblico.

 

L'incidente del robot «autonomo»

Un video virale dell'incidente mostra il robot che sembra allungare una mano in avanti per toccare il sedere dell'inviata. Nella clip si vede Rawya Kassem rispondere al gesto con uno sguardo severo. Su X, gli utenti hanno accusato il robot di aver toccato in modo inappropriato la giornalista. QSS ha dichiarato a Metro che il robot era «completamente autonomo» e operava «in modo indipendente senza il controllo diretto dell'uomo».
L'azienda di robotica ha dichiarato che il personale aveva «informato tutti i partecipanti, compresi i giornalisti, di mantenere una distanza di sicurezza dal robot durante la dimostrazione». L'azienda ha dichiarato che adotterà «ulteriori misure» per impedire a chiunque di «avvicinarsi al robot nelle sue aree di movimento».

L'ascesa dei robot

Secondo la testata americana, i robot umanoidi potrebbero il vero boom dell'intelligenza artificiale. Secondo MarketsandMarkets, il settore potrebbe valere 12 miliardi di euro entro il 2028. Ma c'è ancora molta strada da fare prima che questi robot inizino a "rubare" i posti di lavoro.

13.7.23

10 SECONDI DI PALPEGGIAMENTO SONO LEGALI 🤬😃 NON C'E' MOLESTIA

  Ha  ragione  Patrizia Caddau   quandodice : <<  La violenza comincia da qua Dall'uomo che la agisce fino alla giustizia che lo lascia impunito.>>Infatti

© Instagram paolocamilli & durantilaura



 c'è da    chiedersi  quanto deve durare un palpeggiamento prima di essere considerato violenza sessuale ? Più di 10 secondi, secondo un tribunale italiano. I giudici italiani , recentemente  ,  hanno assolto un addetto alle pulizie di 66 anni, accusato di aver palpeggiato una studentessa di 17 anni, perché il tutto "è durato meno di 10 secondi" e perché l'aggressione "non era un segno di desiderio sessuale". Anche solo a scrivere queste parole si tende ad inorridire ! Il fatto è avvenuto in un liceo di Roma nell'aprile del 2022: la studentessa stava salendo una rampa di scale tra una lezione e l'altra quando il bidello, Antonio Avola, le ha infilato la mano nella cintura dei pantaloni e nelle mutandine. Quando è stato interpellato, ha risposto: "Dai, amore, lo sai che sto solo scherzando", secondo gli altri studenti che hanno assistito all'incidente. Il custode è stato accusato di violenza sessuale: ha ammesso di aver palpeggiato la studentessa senza il suo consenso, ma ha affermato che si trattava solo di uno scherzo. Nonostante la richiesta del pubblico ministero di una pena detentiva di quasi quattro anni e di una condanna per violenza sessuale, il giudice si è pronunciato a favore di Avola, stabilendo che i suoi palpeggiamenti erano "durati solo tra i cinque e i dieci secondi" e che la sua mano non aveva "indugiato" a lungo nella biancheria intima della ragazza.Il caso scioccante ha scatenato l'indignazione per il sessismo ancora dilagante in Italia e, in risposta a questa vergognosa decisione, la frase "palpata breve" e un hashtag "10 secondi" sono diventati virali su TikTok e Instagram per protestare contro la sentenza del tribunale. Uno dei primi a usare l'hashtag è stato l'attore di The White Lotus Paolo Camilli, che ha postato online un video in cui si strofina il petto insieme a un conto alla rovescia di 10 secondi.

 

Sono seguiti diversi video piuttosto inquietanti, che mostrano persone che si toccano il corpo (o si fanno toccare da un'altra persona) mentre un cronometro fa il conto alla rovescia, mostrando quanto possano essere snervanti i 10 secondi.  I commenti ai video hanno visto gli utenti dei social media esprimere il loro sdegno per la sentenza.

In alcuni casi, l'aggressore nei video toglie la mano al nono secondo, spiegando che "non conta" se è sotto i 10 secondi. L'utente di Instagram durantilaura ha postato un video di questo tipo (ritwittato qui in alto) e ha scritto: "Non sono un giudice e so bene che le sentenze vanno rispettate, ma davvero non capisco la logica: perché si valuta l'intenzione e non il gesto? Perché si valuta anche la durata per stabilire se si tratta di violenza o meno? Non è forse più importante che la persona che ha subito il gesto sia consenziente? Se si è sentita violata o meno ?".Al Corriere della Sera, l'adolescente coinvolta nel caso ha dichiarato che l'incidente non è stato uno scherzo, come ha affermato il suo aggressore: "Uno scherzo è qualcosa di condiviso tra due persone, non è questo il modo in cui un bidello dovrebbe scherzare con una ragazza di 17 anni, sono molto arrabbiata".

 

14.1.23

"Niente sorrisi e abiti provocatori": polemica per l'opuscolo anti-stupro nelle scuole di Cividale del Friuli e vecchi stereotipi sulla violenza di genere

 Prima di iniziare il post in questione vorrei precisare alcune cose in modo a rispondere ad alcune accuse accuse di misoginia e di sessismo per aver riportato un post neppure mio (  Niente di nuovo da metoo italiano di Daniele carbini alias Alinetu pipe  ) sul Me Too (noto anche come #MeToo ) in italia

1)   non sempre    condivido  i  post   dei   compagni  di strada  o  di  viaggio   che  scrivono   o  che mi  autorizzano  a prendere   i  loro  post   ed  a riportarli    qui .  Se  li  riporto    perché  il  blog  è nato  con l'intento  oltre  di  trovare  tematiche  in  comune  , per  confrontarsi  ,  ma soprattutto   per  dare  voce  a  chi  non ha  voce  o  diffondere   post   interessanti  (  dipende  dal punto  di  vista  ) che  avrebbero  una  diffusione  di  nicchia  e per  pochi  .,   2)  non  sono sessista  o misogino     o  almeno  non completamente  visto  che  ci  lotto    continuamente  \   giorno   per  giorno   contro  il mio  maschio alfa    ed  il post    che  riporto  sotto     testimonia  il  contrario  per  chi  vuole  vedere   oltre le  apparenze  e senza prosciutti  negli occhi  .  3 ) la  contraddizione ed  il  cambiare  idea   che  trovate     leggendo  qui  e  sui  miei  social  i miei scritti  \   prese  di posizione    fa  parte  dell'essere  umano soprattutto     quelli  che  non  vogliono  vivere    fissi ed  immobili   mentre  tutto fuori  cambia     cioè come  monumento  

Dopo  questo pippone  veniamo al post   d'oggi   .
Ho  letto su repubblica     del  113\1\2023   un articolo   di Viola Giannoli  in cui  si  parla   di     



Un vademecum rivolto alle donne con i consigli sui luoghi da frequentare, il modo in cui vestirsi e come comportarsi in discoteca. Gli studenti: "Criminalizza le vittime e non previene le aggressioni". L'opposizione: "Va ritirato, degno di un regime fondamentalista". Serracchiani (Pd): "Pregiudizi maschilisti". La replica della sindaca: "Diffuso già da tre anni, ma confrontiamoci sui contenuti" Evitate "abbigliamento stravagante o succinto" che può richiamare "l'attenzione di persone particolarmente violente che hanno travisato le intenzioni della vittima". "Non fate sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti". "Ricordate che l'aggressore osserva e seleziona le vittime anche sulla base di alcuni particolari come gioielli e l'abbigliamento eccessivamente elegante o vistoso". La ricetta anti-stupri rivolta alle donne arriva da un opuscolo distribuito dal Comune di Cividale del Friuli e dalla Regione Friuli Venezia anche nelle scuole superiori della cittadina da poco più di 10mila abitanti. Ed è polemica. A partire dagli studenti secondo i quali il vademecum è "inaccettabile" per le frasi contenute, soprattutto perché parte da "consigli" dati alle potenziali vittime di violenze di genere, anziché da una strategia di prevenzione che inizi dagli aggressori.
  e  delle    giustissime    proteste  degli studenti 

"Le nostre rivendicazioni riguardano l'educazione all'affettività all'interno delle scuole, per un reale cambiamento - spiega Beatrice Bertossi, coordinatrice del Movimento studentesco per il futuro - Non vogliamo opinioni su come ci dobbiamo vestire".
Nei corridoi del Convitto nazionale Paolo Diacono sono comparsi anche cartelli di dissenso: "Condanniamo la violenza patriarcale nelle scuole", "Giù le mani dai nostri corpi, la violenza non è mai giustificata", "Contro ogni oppressione, contro ogni oppressore". E i ragazzi si sono riuniti in assemblea "per verificare quali altre iniziative di protesta possiamo organizzare per ribadire la nostra corale condanna a un'iniziativa di questo tipo. Siamo convinti che alla violenza ci si oppone con l'educazione e la prevenzione delle aggressioni, non con la loro legittimazione, non con una narrativa tossica che colpevolizza le vittime", aggiunge Bertossi.

  e  del fatto  che   ,  giuntamente,  le  opposizioni       ne  hanno  chiesto  il  ritiro   .  Infatti   l'opuscolo "Prevenire le aggressioni, combattere la violenza" è finito al centro anche della polemica politica con interrogazioni da parte dei consiglieri comunali e regionali di opposizione e la repliche indignate del Pd nazionale.
"Siamo senza parole - è intervenuto il consigliere Alberto Diacoli a nome di Prospettica Civica - davanti a un opuscolo in cui si colpevolizzano comportamenti che invece dovrebbero appartenere alla normale vita e alla libertà di ogni individuo". Sempre dai banchi dell'opposizione, Emanuela Gorgone (Civi_Ci), aggiunge che "è sconfortante verificare una volta di più come l'argomento della violenza, in particolar modo quella sulle donne, sia affrontato in maniera superficiale e stereotipata". Mentre il consigliere regionale Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) chiede il ritiro immediato dell'opuscolo "che viola le pari opportunità ed è discriminatorio nei confronti di chi subisce" e le scuse "per aver suggerito comportamenti degni di un regime fondamentalista". Honsell si dice "intenzionato a presentare un'interrogazione" perché "la prevenzione non può ridursi a capovolgere il ruolo tra vittime e carnefici. Si deve invece investire il denaro pubblico nell'educazione attraverso corsi di educazione all'affettività e prendere posizione in modo netto e forte contro la cultura maschilista e patriarcale, ancora così presente in tanti ambienti della nostra società".
La replica della sindaca di Cividale, Daniela Bernardi, non  solo    si  difende   << Sono contenta che l'opuscolo, redatto da psicologi, che realizziamo già da tre anni, sia stato finalmente letto dagli studenti delle nostre scuole con spirito critico. >>   Infatti    che  sempre  più persone     non solo  esponenti    dell'opposizione  considerino i consigli dati 'anacronistici' testimonia che sono giovani che vivono situazioni normali e senza particolari disagi  ed   il   fatto   che  << L'amministrazione è naturalmente a disposizione - prosegue la prima cittadina - a sedersi attorno a un tavolo per confrontarsi con gli studenti e le scuole, capire quali siano le loro effettive esigenze e rimodellare i contenuti di un opuscolo che voleva essere un momento di riflessione >>.


Infatti bisogna insegnare nelle scuole ai ragazzi e alle ragazze a : << non insegnare a tua figlia ad essere preda \insegna a tuo figlio a non essere cacciatore  >> ( joumana haddad ) cioè

  •  quando  c'è  un  consenso  e  quando  no
  •  che  non tutti    gli uomini    sono dei mandrilli arrapati   e  con gli ormoni a mille  pronti a  saltarti addosso  
  •   che  una   donna   dev'essere  libera  di scegliere   come potersi vestire   e   di " provocare  "  condurre  il  gioco  della  seduzione    \  corteggiamento  . Ma  allo stesso tempo   non  son  di proprietà  d nessuno   e  affamate  di .....  sesso   cioè  sempre  disponibili  v
non   Non insegnate ai bambini la  vostra  morale  .
Concludo co  quanto  mi  ha  risposto    , qui  la  discussione  ,  in  un  post    di Cristina Correani
  sull'ultimo  femminicidio  e  la  reazione  della  gente    visto    che     avvenuto    in  un  luogo  pubblico  ed  affollato   


[....]
Amantìa Aisha Martinelli
Giuseppe Scano il patriarcato crediamo sia retaggio medioevale, ma è sempre presente più o meno strisciante, in mille modalità. Ma pare che non si vogliano vedere perché dopo aver raggiunto la parità elettorale[e su quella e le quote rosa ci sarebbero da dire e scrivere tomi]sembra tutto fatto, mentre tutto il resto viene sistematicamente ignorato, forse perché metterebbe in discussione l'illusione che abbiamo di essere evolutə e di aver raggiunto un grado alto di civiltà. Ma davanti a questi terribili episodi capiamo quanto ci sia ancora da fare sulle disparità, che sono di matrice patriarcale, che ci piaccia o no. Anche gli uomini sono "vittime" del ruolo che il patriarcato ha imposto loro nel millenni:comportato da uomo, sono cose da femmina, non piangere come una femmina, devi essere forte, sei un eroe della patria , sei il capo famiglia. E poi quando i fatti o le situazioni si presentano diversamente, anche i maschi si destabilizzano e o non sanno reagire positivamente o ne escono frustrati e compiono azioni gravissime. Non è un caso che dopo aver uccisi si uccidano o ci tentino. Mi piacerebbe fare un'assemblea pubblica cittadina, in ogni luogo, su questo tema del patriarcato che schiaccia donne ma anche uomini che non lo accettano o se lo accettano, prima o poi anche loro ne saranno vittime . Bisognerebbe lavorare sulle nuove generazioni già dalla scuola materna, insieme ai genitori, portatori di modelli stereotipati e patriarcali, forse da lì si può iniziare a costruire una nuova educazione sentimentale

con questo   è tutto  

22.6.22

Maltrattata perché lesbica, il giudice condanna a tre mesi il caporeparto della Lidl Insultata e umiliata sul posto di lavoro perché omosessuale, Sara Silvestrini, 40enne di Lugo, ha vinto la battaglia in tribunale contro coloro che l’hanno derisa e contro il sindacatoi che faceva filone con il padrone

Non è la prima volta che vengono registrati insulti omofobi sul luogo di lavoro: questa volta è toccato a Sara

  Sara Silvestrini . La  sua  è una storia di ordinaria vergogna, omofobia e grande 
Da sinistra, Federica Chiarentini e Sara Silvestrini
 con l’avvocato Alfonso Gaudenzi da 
https://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna

coraggio.Per anni Sara, magazziniera della Lidl di Massa Lombarda (Ravenna) di 42 anni, ha subìto ogni genere di angheria, vessazione, mobbing puro da parte dei suoi superiori. La sua “colpa”, tra le altre: essere lesbica.
Il supermercato Lidl al centro del ciclone
Una donna che ha avuto la forza di reagire. Non tutti\e ce la fanno purtroppo. Ultimo il caso dell'insegnante che si è data fuoco nel suo camper. E tutto questo a causa dell'odio della gente. Ma come si fa a calpestare i diritti delle persone in questo modo? me lo chiedo ogni santo giorno…come si fa?! Per fortuna lei non era sola ma aveva accanto una compagna che l’ha sostenuta… se penso  a Cloe povera insegnante  transgender  morta  suicida    mi sale una tristezza infinita in quanto siamo un paese con forti sacchè di omofobia , di razzismo clericofascismo , bigottismo.Un paese che sta rientrando al medioevo. Un paese che non progredira' mai o se lo farà sara alla Gattopardo . Un paese senza( salvo eccezioni ) memoria, senza cultura pur avendo la maggior parte del patrimonio artistico ed storico a livello mondiale , ed grandi poet , artisti ed letterati .
foto simbolo 


Ha dovuto subire battute all’ordine del giorno sul suo orientamento sessuale, turni di notte tra camionisti molesti, uno l'aveva anche palpeggiata , verso i quali le era stato pure detto di essere “gentile”. E poi telefonate fuori orario, turni massacranti, straordinari selvaggi, provocazioni e umiliazioni continue davanti ai colleghi. Condizioni di lavoro estreme che le hanno provocato anche disturbi da panico. Tutto per spingerla al licenziamento.Quando l’hanno, infine, licenziata, la donna ha fatto l’unica cosa che le era rimasta: ha impugnato il licenziamento. E, di fronte alla proposta dell’azienda (con il tramite del sindacato) di 15.000 euro in cambio di una liberatoria tombale sulla vicenda, lei, invece di accettare, ha abbandonato il sindacato e ha deciso di fare causa. Oggi, a distanza di anni, ha vinto la sua battaglia. Il giudice ha riconosciuto il mobbing nei suoi confronti e ha condannato a tre mesi il suo capo reparto, ha comminato sanzioni a vari dirigenti e condannato l’azienda a un risarcimento di 30mila euro per lei e la sua compagna, come vittima collaterale.<< È una vittoria personale >> come dice Lorenzo Tosa << che non la ripaga certo di dieci anni di vessazioni, ma le restituisce una seppur tardiva giustizia. Per lei e per le tante Sara che non si piegano alle discriminazioni, umane e lavorative. >>Che sia un esempio per tante che si trovano nella sua situazone . La vittoria resta però a metà. Sara adesso, con l'aiuto del Centro per l’impiego, cercherà di rimuovere quel "licenziata per giusta causa" dal libretto di lavoro perché potrebbe causarle non pochi problemi nella ricerca di una nuova occupazione ma pur sempre testimonianza di regire ai sopprusi e ai papocchi dei sidacati che fanno  alleanza  con il padrone .

15.5.22

Un vero uomo rispetta le donne e tiene a bada il suo istinto e non fa cose cme quelle successe a rimini

Di cosa  stiamo  parlando 
Centinaia di molestie: monta il caso degli alpini dopo l'adunata nazionale
Sono arrivate a 150 le testimonianze raccolte dall'associazione Non una di meno: "Non sono atti
goliardici, ma violenze, non si deve minimizzare". Il ministro della Difesa, Guerini: "Episodi gravissimi, non vanno sottovalutati"  






Alpini e molestie, il sindaco di Trieste: "Solo normali apprezzamenti, siamo maschi". NonUnaDiMeno? "Gentaglia"Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza (ansa)
Il primo cittadino forzista Dipiazza commenta il caso dell'adunata di Rimini: "Ma stiamo scherzando? La violenza è un'altra cosa"

Le  sue  dichiarazioni     mi hanno   fatto ......    e mi hanno  portato di  a  scrivergli di  getto  qiuesta  specie  di lettera  

Spett Roberto Dipiazza

  E' vero    che  noi uomini non siamo    dei pezzi  di legno  cioè  e  solo razionalità    e quando  vediamo  una  bella  donna  o ragazza    (  capita  anche alle  donne   di fare  lo stesso  )   non  ci   tratteniamo da  commentare  la sua  bellezza o bruttezza  ma  un po' di garbo   dovrebbbe distinguerci  dalla maggior  parte degli animali  che  usano    solo  l'istinto   . Ecco che    replico a   chi come lei  (  almeno cosi  mi  è sembrato  ) usiu  come giustificazione   di tali gesti  il  fatto  che  siano naturali    e  fanno     parte dell'istinto     dell'uomo . Sappia  che concordo  con  << [...]  Qui mi viene da dire soltanto che se ci credete davvero, se credete davvero che ci sia un istinto animale che non si può controllare, allora il vostro posto non è in strada. È in una gabbia. Poi le donne potrebbero venire, in minigonna e senza paura, a portarvi le noccioline.>> ( Cecilia  Strada ) . 
Ora Non credo   che  se  le stesse  cose   che  sono successe a  tale manifestazione     vengono  fatte a sua  figlia  o   sua moglie   o  a  ruoli invertiti  oppur e un uomo  lo fa  aa   altri uomini  come di mostra  quest  esperimento sociale  sia  una cosa bella 



     saluti Giuseppe  Scano 

Concludo con il resto dell'articolo di Cecilia Strada  

In questi giorni ho letto tanti commenti sulle molestie, a Rimini e in generale. Alcuni non mi vanno proprio giù.
"Eh per forza, succede ogni volta che metti tanti uomini tutti insieme"/"Eh per forza, succede ovunque ci siano fiumi di alcool": non credo. Se metti insieme tante brave persone non succede, non è che di colpo ti trasformi in un molestatore perché ci sono altri uomini presenti. Idem per l'alcool: le brave persone che bevono troppo ridono sguaiatamente, vomitano, si addormentano. Se molesti qualcuna o qualcuno vuol dire che sei un molestatore, semmai l'alcool ti ha dato solo più coraggio per mostrare al mondo il molestatore che era già dentro di te. Parlare di branco e di alcool è spesso, mi pare, solo un modo per deresponsabilizzare gli individui che molestano.
"Eh però i fischi e gli apprezzamenti sono una cosa, dai, non sono gravi come la pacca sul culo, non esageriamo!". Questo non mi va giù per due motivi. Il primo: se seguo questo ragionamento, allora a sua volta la pacca sul culo è "meno grave" di uno stupro. Uno stupro è "meno grave" di un omicidio. Quindi ci facciamo andare bene tutto, perché poteva esser più grave? Accettiamo tutto, fino all'omicidio? Oppure già che ci siamo accettiamo anche l'omicidio, purché poi non ci sia vilipendio di cadavere, dai.
Il secondo motivo è questo: io non mi metto a spiegare a una donna nera quanto e come deve offendersi (o meno) se subisce un insulto razzista. Perché io, donna bianca, non lo subisco: chi sono io per insegnare a una vittima come deve sentirsi, quando deve offendersi, quando deve invece "farsi una risata" o "prenderla come un complimento"? Quindi esattamente perché alcuni uomini si sentono in diritto di spiegare alle donne che "ma dai, non è così grave"?
"Ad alcune donne però piace essere fischiate!". Sarà. Allora però facciamo che la regola è "non fatelo, non fate catcalling e non rompete il cazzo a una sconosciuta che cammina"; le donne a cui fa piacere ve lo faranno capire, che ne so, mettendosi una maglietta "fischiami pure!". Una soluzione opt-in, che lascia in pace tutte e tutti.


 e   sempre  come  Lei   mando   A  fanculo persone del  genere   che  sono poi  alcune  che  mi hanno  bloccato ed  insultato  . 



 Qui  non  è   questione  d'ideologia     ma di dignità ,  di  civiltà  ed   di rispetto    .  





30.11.21

50enne difende un’amica dalle molestie. Picchiato con una mazza, muore dopo 14 giorni di agonia



una piaga quella delle #molestie e del #femminicidio sta diventando sempre una piaga che ci riguarda tutti ed non riguarda più solo le donne . Infatti ho appreso poco fa su https://www.thesocialpost.it/



50enne difende un’amica dalle molestie. Picchiato con una mazza, muore dopo 14 giorni di agonia
                                ELISABETTA BOSSO //CRONACA ITALIA 30 NOVEMBRE 2021, 16:57

Cosimo Damiano Bologna aveva 50 anni e circa due settimane fa era finito in ospedale dopo essere stato pestato da un uomo che aveva molestato l'amica che si trovava con lui

Cosimo Damiano Bologna, 50 anni, è morto dopo due settimane in ospedale, era finito ricoverato nel reparto di rianimazione dopo essere stato brutalmente picchiato per proteggere un’amica da molestie. Il sindaco di Canosa, Roberto Morra, ha proclamato il lutto cittadino. L’autore dell’episodio di violenza era stato arrestato e ora dovrà rispondere, oltre che di stalking e pestaggio, di omicidio preterintenzionale.
Pestato per aver difeso un’amica da molestie: muore in ospedale
I fatti risalgono a due settimane fa presso Canosa di Puglia, provincia di Barletta Andria Trani, Cosimo Damiano Bologna si trovava nel centro città e davanti ad un bar insieme ad un’amica quando un 58enne avrebbe iniziato a molestare la donna, infastidendola e insultandola.
Cosimo sarebbe intervenuto in sua difesa e a quel punto il 58enne avrebbe reagito iniziando a pestarlo utilizzando, pare, una mazza per poi lasciare la vittima a terra, sanguinante e privo di sensi.
Cosimo Damiano Bologna è stato poi trasportato d’urgenza ed rimasto ricoverato in gravi condizioni disperate presso l’ospedale Bonomo di Andria.

Il sindaco di Canosa proclama lutto cittadino

A dare l’annuncio della morte di Cosimo Damiano Bologna è stato il sindaco di Canosa Roberto Morra, che su Facebook ha scritto: “

E' deceduto questa notte il nostro concittadino intervenuto in difesa di una donna oggetto di molestie. L'esempio di coraggio di chi è intervenuto in difesa di una donna si è trasformato in tragedia e purtroppo Canosa piange una giovane vita spezzata da un gesto di brutale violenza che si fa fatica a comprendere ma che dobbiamo unanimemente condannare. E' necessario che la Città si fermi a riflettere sull'accaduto, un atto lontano dalla cultura e dal vivere civile della nostra comunità. In questo giorno così triste esprimo il mio cordoglio e la mia vicinanza alla famiglia di Cosimo Damiano Bologna e, per il giorno delle esequie, ho disposto la proclamazione del lutto cittadino affinché tutta la Città si unisca idealmente al dolore dei suoi familiari.
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un ottimo sindaco

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