<< L’errore di questa signora è stato questo, di non chiamarli col loro vero nome, sionisti. Io capisco il sentimento di questa donna, la sua indignazione >> infatti Caro Moni Ovadia << ci sono anche degli israeliani che sono contro, sono minoranza ma ci sono. Allora non puoi dire vietato agli israeliani. Israeliani è troppo generico. >> Ma pur odiando il sionismo come ho già detto nel post << tutto quello che so sul sionismo e sulla palestina ) perchè da come tutti i movimenti nazionalisti , degera causando atrocità come quelle che hanno caratterizzato la storia degli ultimo due secoli e le cui scorie inquinano i rapporti tra le persone e gli stati , non concordo quando dici : << Io avrei messo un bel cartello vietato ai sionisti. >> . Perché un conto è combattere tale ideologia un altro è discriminare le persone anche se è difficile in momenti come questi dove secondo un recente sondaggio metà degli israeliani approva lo sterminio dei palestinesi a Gaza Comunque ottima la tua iniziativa : << Stiamo cercando di costruire una rete italiana di ebrei antisionisti, e ci sono anche due israeliani >> detta a margine della manifestazione contro il riarmo in piazza San Babila a Milano, commentando la notizia della commerciante milanese che ha esposto fuori dal suo negozio il cartello di divieto di ingresso ai cittadini israeliani.
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come mai i pro israeliani non dicono niente e tacciono , mettendo da parte l'equazione antisionista = antisemita riservata a propal o a coloro che sono contro la politica
israeliana , su alcuni rabbini ultra ortodossi . alcuni dei quali vivono negli Stati Uniti, altri nel quartiere Mea Shearim di Gerusalemme. All'ingresso di molte loro abitazioni c'è un cartello che afferma "gli ebrei non sono sionisti". in particolare Ysroel Meir Hirsch, ebreo ultraortodosso egli fa parte del gruppo "Neturei Karta", Guardiani della città. Rabbini che affermano che il sionismo abbia strumentalizzato l'Olocausto per giustificare le violazioni di diritti umani. IL quale ha affermato che « L’esistenza dello Stato di Israele è criminale, fondata e, ancora oggi, gestita da terroristi. La sua continua occupazione e le sue azioni selvagge vanno contro anche i più elementari standard di umanità e sono una colossale violazione dell’ebraismo. Ora i sionisti stanno distruggendo Gaza, lasciando i suoi tormentati abitanti senza le necessità umane di base: cibo, acqua, riparo, carburante ed elettricità. Il sistema sanitario è al collasso ed il numero di feriti e mutilati è spaventoso. Senza mezzi termini, i sionisti stanno commettendo un genocidio. »
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Io non posso sapere quale sia la verità, se chi affama la popolazione di Gaza sia Israele che non fa passare i camion o Hamas sequestra i convogli degli aiuti per rifornirsi sulla pelle dei civili
perché ormai la menzogna e la manipolazione imperano su tutti i fronti . Ma certe notizie come questa
Gaza, Mohammad Yassin aveva 5 anni: è morto di fame a causa dal blocco israeliano agli aiuti umanitari
Mohammad Mustafa Yassin, 5 anni, è morto all’ospedale al-Ahli Arab Baptist. I medici hanno confermato che la causa del decesso è stata una malnutrizione prolungata.
Un bambino di cinque anni è morto a causa della grave malnutrizione che affligge la popolazione della Striscia di Gaza. Lo hanno riferito fonti mediche locali, secondo cui il decesso è direttamente legato al blocco degli aiuti imposto da Israele. La notizia è stata confermata anche da Hala Abou-Hassira, ambasciatrice dello Stato di Palestina in Francia. ..... ( non ce la faccio a leggere oltre ho le lacrime agli occhi )
continua su: https://www.fanpage.it/esteri/gaza-mohammad-yassin-aveva-5-anni-e-morto-di-fame-a-causa-dal-blocco-israeliano-agli-aiuti-umanitari/ )
Ora anche se tale notzia dovesse essere falsa e fosse vero come voi dite che i palestinesi non sono morti di fame stenti, resta la questione di quelli che sono morti sotto le
bombe. Come esempio quella famiglia di una pediatra 9 figli su 10 uccisi ,( foto a destra ) il marito gravemente ferito è in terapia intensiva sono rimasti solo lei e un figlio .
Ammesso che sia vero ciò che dite, volete negare le altre migliaia di bambini morti sotto le bombe?
ma la vostra coscienza l'avete buttata nel cesso e tirato lo sciacquone? è uno sterminio senza se e senza ma. Assassini.
Le indagini sull’uso di palestinesi come “scudi umani” da parte dell’esercito israeliano
Una nuova inchiesta di AP( agenzia distampa Usa ) ha raccontato che la pratica è sistematica
Infatti tali nefandezze vengono confermate da un ex soldato israeliano
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Non sapevo che in italia è in europa ci fosse un'allergia alle bandiere palestinesi e al loro sventolio pacifico
«Sono stata identificata dai carabinieri perché sventolavo la bandiera della Palestina al Giro d'Italia». Lo ha raccontato Cristina Guarda, europarlamentare per Europa Verde, con un video sui social. «Facevo il mio, da essere umano, cittadina e politica: manifestavo per più di 50.000 vittime e i milioni di palestinesi oppressi, consumati da fame e sete, dilaniati da bombe e fuoco», ha scritto. I carabinieri, ha aggiunto, «hanno fatto un po' più del proprio dovere, identificandomi solo dopo avermi chiesto che bandiera sventolassi».
e A Milano è accaduto questo. E racconta moltissimo del tempo in cui viviamo. Il sindaco Beppe Sala meritoriamente ha appeso alla finestra di Palazzo Marino un sudario per Gaza per mostrare vicinanza a livello personale e istituzionale alle vittime di Gaza .E, per questa semplice ragione, è finito nel mirino della Brigata ebraica milanese che lo ha accusato apertamente di “non essere il sindaco di tutti”. Come se esporre un sudario
per 50.000 morti civili innocenti ammazzati fosse “di parte”. È di parte, sì: dalla parte di chi resta ancora umano. E mi è piaciuta stasvolta particolarmente la risposta del sindaco per fermezza e misura.“Se per essere il sindaco di tutti bisogna non esprimere opinioni, io non posso essere così. Io rispetto la comunità ebraica, il popolo ebraico, la sua storia e le sue sofferenze, e sono sempre stato critico con Hamas, ma rispetto il popolo palestinese e soprattutto non rispetto quello che fa Netanyahu. Quello che sta facendo a Gaza è intollerabile e tutte le nostre coscienze si devono ribellare”. Più chiaro di così.
Concludo questa carrellata d'eventi chiedendomi Ma è mai possibile che le comunità ebraiche salvo poche voci isolate ad esempio , Edith Bruck ha 94 anni sopravvissuta all'olocausto \ shoah --- Non qualche pericoloso sovversivo con la kefiah e la bandiera palestinese come accusano i filo israeliani . Accusate anche lei di antisemitismo ora, se avete il coraggio. -----
<< Quello che accade a Gaza è molto, molto doloroso per me, e credo che sia lo stesso per tutti” ha detto al ‘Quotidiano nazionale’. “Netanyahu sta provocando uno tsunami di antisemitismo, perché tutti identificano gli ebrei con il governo israeliano. Ma la maggioranza degli ebrei e degli israeliani non è assolutamente d’accordo col governo Netanyahu”. “Ma non basta. Gli israeliani devono protestare di più. Non solo il sabato, ma tutti i giorni, anzi giorno e notte. Anche assediando la casa-bunker di Netanyahu e della moglie. Questo è il momento di ribellarsi. Tutti, nell’esercito, dovrebbero ribellarsi e non eseguire ordini che sono disumani. Bisogna dire di no”.
E poi:
<<Usare Dio per uccidere è una cosa mostruosa. Lo hanno fatto tutti, anche i nazisti. Ricordo le fibbie sulle cinture delle SS ad Auschwitz: c’era scritto “Gott mit uns”, Dio è con noi. Quando uscii dal campo mi dissi: povero Dio, in nome tuo hanno ucciso milioni di persone Le vite dei palestinesi a Gaza vengono trattate come vite di serie b. È l’ora di creare uno Stato palestinese, a quel punto cambierebbe tutto”.
ancora non riescano a prendere coscienza e distanza dalla politica d'Israele che sta facendo danni oltre che al popolo palestinese anche a loro stessi ?? con questo è tutto alla prossimasi deus cherete e sos carabineris permittinis( cit musicale )
Lo Stato di Israele pretende di vantare uncredito etico illimitatosolo perché popolo nei tempi discriminato, o come popolo attaccato per la sua stessa esistenza, facendo riferimento ai campi di sterminio della Germania di Hitler e poi, impropriamente, alla giornata fatidica del 7 ottobre, come fosse un piccolo, nuovo olocausto.Sembra che in base a questo credito possa compiere bombardamenti e
Gente che scappa da Hamad City, un quartiere a nord ovest di Khan Younis nella parte meridionale della striscia di Gaza, dopo l’ultimo ordine di evacuazione diffuso dale autorità israeliane l’11 Agosto 2024. (Foto di Rizek Abdeijawad/Xinhua)
stragi, affamare e assetare i civili, far esplodere i dispositivi-radio a distanza, uccidendo e mutilando, bloccare gli aiuti umanitari e affamare la popolazione palestinese: crimini contro l’umanità.Se tutti i popoli che sono stati perseguitati per la loro etnia, religione, colore, potessero vantare lo stesso credito etico illimitato nel mondo ci sarebbe un caos assoluto.Ad esempio, se i nativi americani uscissero dalle riserve e si ribellassero, per riprendersi le antiche terre: ci sarebbero inevitabilmente degli scontri e dei morti, anche fra i bianchi, ma nessun credito etico illimitato verrebbe concesso agli indiani, che verrebbero brutalmente repressi. Eppure ne avrebbero a fiumi.Forse che il popolo armeno, perseguitato e massacrato dalle truppe turche, sarebbe autorizzato a rifarsi contro chi gli capita attorno? O i Kurdi, che hanno tanto sofferto, senza trovare mai territorio, diritti e identità, cosa sarebbero autorizzati a fare? O ancora i Tibetani? Cosa non sarebbero autorizzati moralmente a fare, gli ultimi indios dell’Amazzonia, per difendersi dagli incessanti assalti della speculazione del legname e dei pascoli, se non tirare le frecce a chi arriva? Lo fanno, ma lo Stato brasiliano manda i militari a reprimerli.Allora perché solo allo Stato di Israele è concesso questo credito illimitato? Si tratta certo di un’anomalia, ma che ha precise ragioni storico-politiche. Da un lato il senso di colpa della Germania, dell’Italia e delle altre nazioni europee che collaborarono allo sterminio degli ebrei durante il nazi-fascismo; dall’altro l’interesse statunitense ad avere un alleato forte, che vigili i suoi interessi strategici sull’altra sponda del Mediterraneo, al quale si può perdonare quasi tutto; ancora, le radici stesse del sionismo, dell’idea del grande Stato di Israele, affondano nel tessuto economico-finanziario occidentale, che ne è il presupposto.Ovviamente le radici storiche del quasi secolare conflitto arabo-israeliano sono molto complesse e non è mia idea esaminarle in questo scritto, il cui focus investe un’area culturale in senso lato. Naomi Klein, in un articolo pubblicato di recente su “The Guardian” e ripreso in Italia da “Internazionale” del 18-24 ottobre 2024, analizza l’uso della memoria da parte delle autorità israeliane, atto amantenere aperto il trauma, piuttosto che cercare di elaborarlo. I musei sull’olocausto, sovrapposti a quelli sulle vittime del 7 ottobre 2023, l’uso degli stimoli sensoriali e della realtà virtuale, assolvono a questa funzione.La Klein afferma, assieme a Marianne Hirsch, esperta di rievocazione del dramma alla Columbia University, che “se è vero (come dice la propaganda israeliana) che l’olocausto può tornare in qualsiasi momento e che Israele è l’unico baluardo per evitarlo, allora si costruisce una specie di alibi per qualsiasi cosa Israele intenda fare, un alibi di cui abbiamo visto le orribili implicazioni negli ultimi dodici mesi”.Un altro dato culturale orribilmente interessante in questo secolare conflitto è quello relativo alla conta dei morti e, soprattutto, deldiverso peso e valore dei mortistessi. Quando muoiono degli israeliani se ne dà il numero esatto e spesso perfino il nome, quando muoiono dei palestinesi si dà una cifra approssimativa, a mucchio, senza nome.In Libano sono morte centinaia di persone e molte altre sono rimaste mutilate o ferite, a causa delle esplosioni contemporanee dei loro dispositivi “cercapersone”: una strage orribile, con una modalità di tipo terroristico, eppure se n’è parlato per pochi giorni ed è stata archiviata come un’azione del Mossad contro gli Hezbollah. Se in un qualsiasi paese europeo fossero esplosi contemporaneamente anche solo due o tre cellulari, staremmo per settimane a parlare delle vittime, una ad una, a interrogarci come sia stato possibile, di chi sia la responsabilità, chi possa aver pianificato un crimine così vigliacco e sinuoso, a dar la caccia ai presunti cyber-terroristi… Come se a poco più di duemila chilometri a sud est i morti avessero un altro peso: fossero scontati, senza importanza.A pensarci più a fondo, questa macabra diseguaglianza non è che lo specchio della diseguaglianza, su base etnico-religiosa, fra israeliani e palestinesi durante la vita. I primi con il diritto all’acqua per i campi, alla raccolta delle olive, della frutta; i secondi con l’acqua razionata, sventrati dalle mitraglie durante la raccolta delle olive, perché “si appostavano fra gli alberi”. I primi liberi di circolare, i secondi sottoposti ad incessanti, vessatorie limitazioni alla libertà di movimento. Si potrebbe continuare, perchél’apartheid pervade la vita delle personein tutti i contesti, discriminandole su base razziale.Questa psicopatica idea del morto buono e del morto cattivo o, peggio ancora, del nostro defunto eroe e gli altri derubricati a “mucchio indistinto di selvaggi”, ci riporta alpensiero colonialista eurocentrico, diventato poi genericamente occidentale, con l’apporto nell’immaginario collettivo del cinema americano, con i suoi indiani urlanti senza volto che cadono a grappoli, davanti alle scariche di fucileria; in seguito soppiantati da altri generi thriller, oggi più intriganti, ma in cui molto spesso riemergono i fantasmi degli apache da sterminare, sotto forma di arabi, di orientali, di extraterrestri, o di eterne spie russe.Non l’immaginazione al potere degli anni Settanta dello scorso secolo, ma il Potere controlla l’immaginazione, negli anni venti del ventunesimo secolo.Così anche un individuo incriminato dalla corte penale internazionale dell’Aia per crimini contro l’umanità e tentativo di genocidio, come il presidente Netanyahu, potrebbe diventare un supereroe nella mente appiattita di chi crede di essere sempre assediato da primitivi miscredenti.L’Unione Europea e i suoi singoli stati sono chiamati in causa, sempre che realmente scevri dall’egemonia nordamericana. La cultura europea ha mantenuto, ultimamente con difficoltà, un certo grado di pluralismo culturale, con differenze più o meno rilevanti tra paese e paese, ma riceve sempre più spinte autoritarie e repressive del dissenso, propense ad incentivare gli armamenti ed un’economia di guerra.Diventa importante che la cultura e l’arte s’impegnino seriamente per la pace e per l’equilibrio del pianeta, per evitare che le becere scorie di ideologie fasciste, colonialiste, militariste, patriarcali e violente riprendano sopravvento nel tessuto sociale odierno, che appare spesso anestetizzato e confuso, o al meglio dubbioso e diviso. E’ il momento di creare.Non facciamoci chiudere dalla non-cultura distruttiva della guerra!
stavo iniziando questo n dellla rubrica ( strana 😁😲🤔✍🏼🎙🎵 coincidenza visto che uno dei post parlerà de 100 anni della radio ) e quindi cambio l'ordine dei post d'apertura . leggo su msn.it che 130 soldati israeliani , a cui va tutto il mio appoggio e la mia solidarietà anche se pur critica perchè l'hano fatto per gli ostaggi e non per la pace , ma è già un qualcosa anche se una goccia in mezzo al mare delle operazioni militari , si sono
Gaza, 130 soldati israeliani si sono rifutati di combattere per salvaguardare gli ostaggi
Storia di agi
• 3 ora/e
AGI - Si rifiutano di combattere a Gaza per non "sottoscrivere la condanna a morte" degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Un gruppo di 130 soldati dell'esercito israeliano si sono opposti alla continuazione dei combattimenti nella Striscia poiché rappresentano una "sentenza capitale" per i 101 ostaggi ancora nell'enclave palestinese."E' chiaro che la continuazione della guerra a Gaza non solo ritarda il ritorno degli ostaggi ma mette anche in pericolo la loro vita" si legge in una lettera inviata alle autorita' israeliane "molti sono stati uccisi dai bombardamenti dell'Idf, molti di più di quelli che sono stati salvati nelle operazioni militari". "Noi, che abbiamo servito e continuiamo a servire con dedizione, rischiando la vita, annunciamo che se il governo non cambia immediatamente rotta e non si adopera per raggiungere un accordo per riportare a casa gli ostaggi, non saremo in grado di continuare a combattere", prosegue il testo.
Adesso veniamo a quanto programmato . Iniziamo con una mia riflessione a freddo sul #7ottobre
Manifestare (pacificamente) per la Palestina non significa negare l’atrocità ingiustificabile degli attacchi del 7 ottobre né essere filo-Hamas o non riconoscere l’enorme complessità di una questione in cui tutti a turno hanno sbagliato con vari gradi di colpe e di responsabilità. Infatti ciascuno dei protagonisti in causa : Dall'impero turco\ottomano al Mandato britannico della Palestina, detto anche Palestina mandataria (in ingleseMandatory Palestine; in araboالانتداب البريطاني على فلسطين?, Filasṭīn al-Intidābiyah; in ebraicoהמנדט הבריטי על פלשתינה (א״י)?, haMandát haBríti ʿal Palestína (E.Y.), dove "E.Y." significa Erétz Yisra'él) o semplicemente Palestina 1917\1920-1948 dall'Onu , dagli Arabi , dagli Israeliani e dai Palestinesi ha commesso come dicevo prima degli errori e delle atrocità . Significa non piegarsi all’unica e sola voce martellante e a media unificati che dal 7 ottobre scorso ci vuole convincere che Israele ha “diritto di difendersi” con qualsiasi forma e mezzo.Significa ricordare ai sordi e agli indifferenti che dal 7 ottobre scorso, in nome del diritto alla difesa e con la scusa di Hamas, il criminale di guerra Netanyahu ha provocato e s ta provocando la morte di oltre 40mila civili innocenti, tra cui un numero incalcolabile di donne e bambini, per la sola colpa di essere nati.Significa rivendicare il diritto e il DOVERE di chiamare le cose col loro nome: e questo si chiama genocidio.Significa distinguere chiaramente la maggioranza silenziosa di israeliani che chiede solo pace, due popoli e due Stati e l combatte ’oligarchia politica, militare e mediatica di Netanyahu. e vuole vivere e coesistere gli uni con gli altri
Domenica 6 ottobre, Pescara per la Palestina. Foto di Piero Rovigatti
«Siamo qui nella fede che ci sarà la possibilità di costruire una Terra Santa migliore, un Israele, una Palestina in cui si può vivere in pace e nella mutua accoglienza. Certamente non sarà facile e ci vorrà tanto tanto sforzo ma è l’unica vera soluzione possibile. E i segnali ci sono, piccoli, nascosti… La continua amicizia tra individui e gruppi israeliani e palestinesi, la lotta non violenta dei rabbini per i diritti umani che sostengono e accompagnano famiglie e villaggi beduini minacciati, il rifiuto alle armi di alcuni giovani israeliani che preferiscono la prigione all’uccisione, l’impegno delle chiese cristiane nel dialogo con ebrei e mussulmani…»
Significa scegliere di difendere e sostenere la parte in causa in assoluto più debole, abbandonata, dimenticata, sradicata, deumanizzata e perseguitata della Terra negli ultimi decenni. Che non è né Israele né Hamas. È la popolazione civile palestinese di Gaza.Questo non vuol dire né odiare Israele e meno che mai - con quel ricatto insopportabile che prima o poi esce fuori - essere antisemiti.Significa solo essere, e possibilmente restare, umani. E mi aspetto, anzi pretendo, che una sinistra ( ed eventualmente anche se ci credo poco ) degna di questo nome abbia ancora la forza, la capacità e la credibilità per urlarlo anche in piazza, civilmente e a testa alta. Senza paura.Questo post, come tutti quelli che parlano di Israele e Palestina, avrà una portata organica prossima allo 0 virgola.Se volete, possiamo diffonderlo maggiormente condividendolo, col potere del passaparola, e questo vale per tutti i contenuti sul tema prodotti da chiunque, non importa quanto la pagina sia seguita.
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In questi giorni ricorrono i 100 anni dellaradio . A differenza dei rispett a vari bla.. bla ... bla che sentiamo in tv o sui giornali non saprei cosa dire lascio che a parlare per me ed a testimoniare di come la radio nonostante i. cambiamenti epocali a ci essa a dato origine e partecipato sia ancora viva ed infliuisca sulle nostre vite e creazioni , sono ( io ne ho trovato solo tre magari ci saranno altre , se le avete segnalatemele nei commenti o qui sulle appendici social )
il film radio freccia
e l'albetto voci dall'incubo allegato al n 457 di dylan l'anteprima contemporanea di Prix Italia speciale Dylan Dog alla Radio: Voci dall'Incubo Un evento di pura sperimentazione multimediale e
multipiattaforma, ideato e scritto da Armando Traverso e realizzato in collaborazione con Sergio Bonelli Editorie, Rai Radio e RaiPlay Sound che andrà in onda il 12 ottobre A vestire i panni dell'indagatore dell'incubo Lino Guanciale, che insieme ad un eccezionale cast di doppiatori propone un medley delle sceneggiature a fumetti più iconiche di Dylan Dog : Grand Guinol e Ghost hotel firmate da Tiziano Sclavi, riadattate per l'occasione. IL che dimostra che la radio ha ancora la si ascolti in internet \ cellulare , dalla macchina , dalla tv , dallo stereo , radio è un mezzo che lascia molt o spazio all'immaginazione e alla fantasia e ti fare certi viaggi con la mente più che le droghe ed i paradisi artificiali oltre che di denuncia politico sociale da : Radio Sardegna che fu la prima radio libera in Italia dopo venti anni di dittatura. Nacque a Bortigali nel 1943 ed è stata la prima radio al mondo ad annunciare, da Cagliari il 7 maggio1945, la fine della guerra in Europa. radicalle radio dei movimenti e delle battagli e civili degli anni 60\80 ( radio alice del movimento del 77 ,radio out di peppino impastato , radio sherwood dei centri sociali del nord est , radio gap del movimento no global genova2001 , radio radicale , ecc ) e tutte le altre radio private e locali
Ieri sera Flavio Insinna ci ha regalato una piccola perla delle sue, dando al ministro Salvini una sottilissima bordata.Rivolgendosi scherzosamente a un giovane concorrente, ha detto:“Loro fanno dei lavori veri. Tu, invece, Manuel, sei un tiktoker… Fai video su TikTok?”“Esatto”.“E da
grande vuoi fare il ministro? Che poi vai in giro a fare i tiktok con i salami.”Uno scherzo, ma neanche troppo.Immaginatevi solo cosa sarebbe successo se Insinna avesse detto un quarto di tutto ciò in Rai: denunce, post, interrogazioni parlamentari
In fondo, è anche la ragione per cui uno come Insinna piaccia o non mi piaccia ( a me per esempio non piace granchè ) , uno con un pensiero proprio e uno spirito critico, in questa Rai non c’è e non ci sarà mai.
Un po' pessimista ma purtroppo al di là delle commento ideologico del Tosa è vero conoscendo la storia dei 70 anni della Rai e del suo asservimento e lottizazione ai partiti governativi prima e poi ai vari presidenti del consiglio dopo la fine della prima repubblica