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2.12.25

confine sempre più labile fra antisionismo e antisemitismo dei pro palestina .


Lo so che perderò contatti ma d'altronde se si vuole essere intellettualmente onesti e liberi non si può iacere a tutti\e . Ma ci sono deim casi in cui l'antisionismo degnera e sconfina nel becero antisemitismo . Ecco due casi avvenuti di recente .

Quello sottile a caldo ma poi a freddo vergognoso soprattutto per il deturpamento della lapide dell' Attentato alla sinagoga di Roma avvenuto il 9 ottobre 1982.
Il secondo caso, più diretto sia a caldo che a freddo cioè più enequivocabile empre a Roma



Infatti commentando sulla mia bacheca facebook i fatti di Roma ho scritto a caldo che


Giuseppe Scano
3 h ·
non sapevo che Una notte di vandalismo ha colpito il quartiere Monteverde di Roma, dove due individui incappucciati hanno imbrattato la sinagoga locale con scritte di sostegno alla causa palestinese fosse antisemitismo . Mentre è esecrabile e unica cosa deprecabile , offensiva è l'imbrattimento della lapide della vittima della strage della sinagoga del 1982 .

Ma poi ragionando      e    discutendo  a   mente  fredda  con  

Daniela Tuscano
Non è antisemitismo? E come lo chiami, nobile resistenza?


Giuseppe Scano
Daniela Tuscano no vandalismo e nel caso della lapide mancanza di rispetto per un morto .


Daniela Tuscano
Giuseppe Scano sono antisemiti

Giuseppe Scano
Daniela Tuscano in base a cosa lo affermi ? illuminami grazie



Daniela Tuscano
Giuseppe Scano scusa ma hai bisogno di prove? Ma hai visto cosa hanno fatto? Sai chi era Stefano Gaj Taché, quanti anni aveva? Per tua informazione li stanno condannando tutti, pure il PD che tanto li ha coccolati, e stanno anche ritirando la domanda di cittadinanza onoraria all'immonda Albanese, per le sue ripugnanti dichiarazioni. No, non ti illumini, puoi trovare da solo i ragguagli, non è che possa spiegare tutto io.
(A parte che, ripeto, qui non c'è nulla da spiegare. Uno che sfregia la lapide di un bambino ebreo di 8 anni in nome di «antisionismo» e Palestina libera non è un semplice vandalo. È un razzista di . Spero li mettano in galera.


Giuseppe Scano
Daniela Tuscano si aveva uno\ due anni e fu ucciso nella strage della sinagoga fatta mi pare dall'olp. infatti è ignobile , come ho già detto , da la deturpazione \ sfregio della lapide . e odio verso gli ebrei .E concordo con te . sono stati di vigliacchi nel nome dell'antisionismo ma ripeto le scritte non mi sembrano antisemite



Daniela Tuscano
Giuseppe Scanone aveva 8 non 1

Giuseppe Scano
Daniela Tuscano ok ricordavo male . grazie dell'informazione



Daniela Tuscano
E basta sostenere H., basta con gli imam estremisti portati come eroi, basta con le Grete 



Giuseppe Scano
Daniela Tuscano non sto difendendo nessuno . sto solo dicendo quello che mi sembra , poi magari può esere sbagliato  e smentito dai fatti .

 Così   è stato .

6.10.25

7 ottobre 2023 - 7 ottobre 2025 risposta israeliana a brutture di hamas con un genocidio

Oggi apro gli aggiornamenti dei canali di Whatsapp e leggo qusto articolo   del canale   Fanpage Sono trascorsi due anni dall'attacco di Hamas nel sud di Israele. Due anni da quel giorno in cui i nomi delle vittime, dei rapiti in kibbutz, a Sderot, al rave party, sono entrati per sempre nella nostra memoria

collettiva, sostenuti da immagini che abbiamo visto e rivisto. Accanto a questi, ci sono decine di migliaia di altri nomi, quelli delle vittime palestinesi nella Striscia di Gaza: un conteggio che, nella sua drammatica stima al ribasso, si fa fatica a tenere e che le stime ufficiali ci parlano di oltre 60.000 morti. È la cifra di una tragedia in corso, del genocidio che anche gli storici israeliani ormai ammettono essere tale, oltre alle Nazioni Uniti e alla Corte di Giustizia Internazionale. Eppure, proprio in Italia, questo dramma si scontra con una narrazione politica che nega o minimizza. La destra italiana, tra stampa e esponenti di governo, usa la dichiarazione di Liliana Segre nella quale nega l’atto genocidario a Gaza, e la destra lo usa come un "grimaldello" per delegittimare un movimento globale che si è levato a sostegno del popolo palestinese e contro l'orrore. Da Tokyo a Montreal, le piazze del mondo manifestano, in alcune piazza gli striscioni dicono “Facciamo come l’Italia, blocchiamo tutto!” mentre proprio il nostro Paese sembra avvitato in una spirale di polarizzazione. [.... ] continua in quest articolo    di https://www.fanpage.it/podcast/scanner/

Il   che   conferma    quanto   questo  nostro  blog    con le   sue appendici social ( sia con facebook.com/redbepeulisse1 dissattivasto da fb e non più recuperabile sia con quello attuale www.facebbok.com/redbeppeulisse2 con la  pagina  fb Compagnidistrada  e  gli accounts istrangram\ thereads ( redbeppeulisse1 e  redbeppeulisse2  ) e  ora sempre  con redbeppeulisse   su   Bluesky ha seguitoe  segue  , con post più o meno regolari aggiornamenti, il genocidio in atto nei confronti della 
popolazione palestinese della Striscia di Gaza da parte di Israele.Oggi  come    fa  lo  stesso 
 il  fatto quotidiano   in : « Il 7 ottobre 2023 e i crimini di guerra di Hamas: tutto ciò che Amnesty ha documentato finora  » da  cui  ho  preso   le  notrizia     riportate  sotto   torniamo al primo giorno di questi due anni: agli attacchi guidati da Hamas nel sud d’Israele il 7 ottobre 2023.



Quel giorno, secondo una banca dati prodotta dal quotidiano israeliano Haaretz e incrociata con altri elenchi, sono state prese in ostaggio 251 persone. Di queste, 27 erano soldati in servizio attivo e 224, dunque la stragrande maggioranza, civili: 124 uomini, 64 donne e 36 minori. Al momento della presa in ostaggio, 16 persone avevano meno di 10 anni, nove erano ultraottantenni. In gran parte erano ebrei israeliani, sette erano beduini con cittadinanza israeliana e 35 cittadini stranieri. In 36 casi le persone prese in ostaggio erano già morte quando sono state portate nella Striscia di Gaza.
Dal 7 ottobre 2023 è iniziato uno straziante calvario. Tutte le persone prese in ostaggio sono state isolate dal mondo esterno, private di ogni contatto con le famiglie e dell’accesso al Comitato internazionale della Croce rossa fino al momento in cui alcune di loro sono tornate a casa. Per mesi e mesi, molte famiglie non hanno mai ricevuto segnali che i loro cari fossero vivi o morti e questo ha aumentato la loro sofferenza.
Shoshan Haran, fondatrice e presidente dell’organizzazione non governativa per lo sviluppo Fair Planet ed esponente del movimento pacifista Women Wage Peace ,è stata rapita da Hamas insieme a sei familiari, tra i quali tre minori. Allora aveva 67 anni e viveva nel kibbutz di Be’eri, a quattro chilometri dalla barriera di separazione che circonda la Striscia di Gaza. Ha raccontato ad Amnesty International che, dopo aver ricevuto un allarme via Whatsapp, lei e i suoi familiari si sono riparati in una stanza sicura.
Uomini armati li hanno costretti a uscire. Uno di loro, in inglese, ha detto: “Donne e bambini, con noi. Gli uomini, bum-bum”. Shoshan e i sei familiari sono stati portati nella Striscia di Gaza. Lei e cinque familiari sono stati liberati dopo quelli che ha definito “50 orribili giorni di prigionia”. Solo allora ha saputo che suo marito, Avshalom Haran, era stato ucciso quando la famiglia era stata costretta a uscire dalla stanza sicura. Suo genero, Tal Shoham, è tornato in libertà dopo oltre 500 giorni di prigionia.
Nelle testimonianze fornite ad Amnesty International, agli organi d’informazione o ai professionisti sanitari, gli ostaggi rimessi in libertà hanno denunciato di essere stati sottoposti a violenza. Uno di loro ha raccontato che lui e altri quattro ostaggi sono stati picchiati per diversi giorni subito dopo la cattura e collocati in un tunnel senza livelli adeguati di cibo e acqua. Almeno cinque altri ostaggi tornati in libertà, quattro uomini e una donna, hanno reso noto di aver subito pestaggi e altre violenze fisiche. Quattro donne, due ragazze e due uomini hanno dichiarato pubblicamente di aver subito aggressioni sessuali, di aver dovuto denudarsi e di aver subito minacce di matrimoni forzati. Tutte queste forme di violenza fisica e sessuale costituiscono, secondo il diritto internazionale, maltrattamenti o tortura.
Nel settembre 2024 la Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sul Territorio palestinese occupato compresa Gerusalemme Est ha dichiarato di “aver ricevuto informazioni credibili circa il fatto che alcune persone in ostaggio sono state sottoposte a violenza sessuale e di genere”, compresa una donna che ha denunciato di essere stata stuprata.
L’Ufficio della rappresentante speciale del segretario generale sulla violenza sessuale durante i conflitti e l’Ufficio del procuratore della Corte penale internazionale hanno a loro volta individuato prove di violenza sessuale, stupri compresi, nei confronti delle persone prese in ostaggio. La Camera preprocessuale della Corte penale internazionale, quando ha approvato la richiesta del mandato d’arresto contro Mohammed Diab Ibrahim al-Masri (conosciuto come Mohammed Deif), comandante dell’ala militare di Hamas, ha sottolineato che “mentre erano trattenute a Gaza, alcune persone prese in ostaggio, per lo più donne, sono state sottoposte a violenza sessuale e di genere, come penetrazioni forzate, nudità forzata e trattamenti inumani e degradanti”.
Hamas e gli altri gruppi armati palestinesi hanno pubblicato foto e video di ostaggi spesso feriti, angosciati, impauriti o imploranti la propria liberazione. Li hanno fatti sfilare in mezzo alla folla mentre li portavano all’interno della Striscia di Gaza e li hanno sottoposti a umilianti “cerimonie della liberazione”. Sottoporre persone in ostaggio a trattamenti umilianti e degradanti del genere è una forma di oltraggio alla libertà personale, vietata dal diritto internazionale e che costituisce un crimine di guerra.
Tra la fine di luglio e l’inizio di agosto del 2025 i gruppi armati palestinesi hanno pubblicato online video di due ostaggi da cui si capiva che erano stati sottoposti a gravi maltrattamenti. Uno di loro, Rom Braslavski, è inquadrato in un video col logo delle Brigate al-Quds (l’ala militare del Jihad islamico palestinese) mentre si trova sul pavimento di un tunnel, emaciato e sudato: afferma di essere troppo debole per stare in piedi e di essere in punto di morte. Per aumentare la sofferenza dei suoi familiari, il Jihad islamico palestinese ha affermato che, dopo le riprese, ha perso i contatti coi rapitori dell’ostaggio.
Nel video di Evyatar David, pubblicato il 2 agosto 2025 dalle Brigate al-Qassam, l’uomo appare profondamente provato, all’interno di un tunnel e costretto a scavare quella che dichiara di ritenere essere la propria fossa. Fornisce dettagli, facendo riferimento a note scritte su un calendario, sul numero di giorni da cui è privo di cibo. Essere costretti a scavare la propria fossa in circostanze del genere equivale a tortura così come lo è il diniego intenzionale di cibo per lunghi periodi di tempo in condizioni di prigionia e di violenza psicologica.
La cattura di ostaggi e la diffusione di video sulla loro sofferenza è un crimine non solo nei riguardi delle vittime dirette. L’incertezza e l’angoscia causate alle famiglie degli ostaggi costituiscono a loro volta forme di maltrattamento e di tortura.
Delle 47 persone che continuano a essere illegalmente trattenute nella Striscia di Gaza, si ritiene che 20 uomini siano ancora vivi.
Amnesty International continua a chiedere che questi ultimi siano rimessi in libertà, così come che siano riconsegnati i corpi degli ostaggi morti o uccisi durante il rapimento o nel corso della prigionia

Ora   capisco   non  significa   che   condvida o essere a favore la reazione  di Hamas  contro  le angherie  ed  i  sopprusi  pluridecennali    del  governo e dei coloni  Israeliani   . Ma  non è modo   di  combattere  il terrorismo e  l'odio  verso gli ebrei  non solo  quelli  sionisti   ritornando  all'antisemitismo   , anzi  lo  si rafforza di  più  .  I  loro   moo di combattere  è  , lo so che  il  paragone  sarà improprio    ma   simili  cose   le  facevano  i nazisti  o erano  usate  in guerre    dell'antichità  cioè  fino al XV\XVI  secolo  cioè  quando ancora  on c'erano  le armi  da  fuoco con la  polvere da sparo   . 

20.9.25

vescovo di napoli don mimmo battaglia si rivolge ad israele . anche lui per i pro israeliani è un pro palestina e filo hammas m ed atisemita

  anche    la  chiesa  ,  eccetto il vaticano    ,   nella     persona  del vescovo di. Napoli don mimmo  battaglia   (  qui  L'omelia integrale       si rivolge  agli israeliani     invitandoli    a  smettere  con la  carneficina  \  genocidio      verso  i   palestinesi  .  Eccone  alcuni stralci dall'omelia che il Vescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ha pronunciato, pieno di commozione, questa mattina in occasione delle celebrazioni di San Gennaro. Parole intrise di Profezia!




 "Oggi la parola sangue ci brucia addosso. Perché il sangue è un linguaggio che tutti capiamo, e che chiede conto a tutti. Il sangue di Gennaro si mescola idealmente al sangue versato in Palestina, come in Ucraina e in ogni terra ferita dove la violenza si crede onnipotente e invece è solo rumore. Il sangue è sacro: ogni goccia innocente è un sacramento rovesciato. Se potessi, raccoglierei in un’ampolla il sangue di ogni vittima — bambini, donne, uomini di ogni popolo — e lo esporrei qui, sotto queste volte, perché nessun rito ci assolva dalla responsabilità, perché la preghiera senta il peso di ogni ferita e non scivoli via. E oggi, con pudore e con fuoco, dico: è il sangue di ogni bambino di Gaza che metterei esposto in questa cattedrale, accanto all’ampolla del santo. Perché non esistono “altre” lacrime: tutta la terra è un unico altare ...Da questa cattedrale che respira come un petto antico, si alza un appello chiaro, diretto, senza garbo diplomatico:Ascolta, Israele: non ti parlo da avversario, ma da fratello nell’umano. Ti chiamo col nome con cui la Scrittura convoca il cuore all’essenziale: Ascolta. Cessa di versare sangue palestinese.Cessino gli assedi che tolgono pane e acqua; cessino i colpi che sbriciolano case e infanzie; cessino le rappresaglie che scambiano la sicurezza con lo schiacciamento, cessi l’invasione che soffoca ogni speranza di pace. La sicurezza che calpesta un popolo non è sicurezza: è un incendio che, prima o poi, brucia la mano che credeva di domarlo.So il peso del tuo lutto, le ferite che porti nella carne e nella coscienza. Ogni terrorismo è un sacrilegio, ogni sequestro un’ombra sull’umano, ogni razzo contro civili un peccato che grida. Ma oggi — davanti al sangue del martire — ti chiamo per nome: tu, Israele, fermati. Apri i valichi, lascia passare cure e pane, sospendi il fuoco che non distingue e moltiplica gli orfani. Non ti chiedo debolezza: ti chiedo grandezza. La grandezza di chi arresta la propria forza quando la forza profana la giustizia; di chi riconosce che l’unica vittoria che salva è quella sulla vendetta … Sorelle e fratelli, Napoli, nonostante le sue ferite, è città di pace. E da questa città affacciata sul mediterraneo vorrei si generasse un movimento di speranza e di pace, perché come diceva La Pira occorre partire dalle città per unire le nazioni. E vorrei anche che questo contagio di riconciliazione fosse fondato su un linguaggio chiaro, compreso da tutti i popoli di tutte le città che su questo mare affacciano i propri timori e le proprie speranze. Perché la menzogna comincia dalle parole, soprattutto da quelle ambigue, anestetizzate: i droni sono fucilazioni telecomandate; i “danni collaterali” sono bambini senza volto; una spesa militare che supera scuola e sanità non è sicurezza ma suicidio collettivo. Convertiamo gli arsenali in ospedali, gli utili di guerra in borse di studio, i bunker in bibliotecheQuesta è l’unica geopolitica evangelica degna del Nome che invochiamo …Diciamocelo con la franchezza dei santi: il male non è un’idea, è una filiera. Ha uffici, contabili, bonus, piani industriali. La guerra non “scoppia”: si produce, si finanzia, si premia. Ogni bilancio militare che si gonfia come una vela è vento cattivo contro la carne dei poveri. Ogni “espansione della spesa per la difesa” che supera scuola e sanità non ci rende sicuri: ci rende più soli e più poveri.Il grido dei poveri e degli ultimi, il sangue dei bambini e il pianto delle loro madri, dice ai potenti di questa terra, alle istituzioni di questa nostra unione, alla Knesset, ai governi, ad ogni comando militare: fermate la spirale!  Cercate giustizia prima dei confini, diritti prima dei recinti, dignità prima dei calcoli. Non si costruisce pace con check-point e interruzioni di vita, ma con diritto eguale, sicurezza reciproca, misericordia politica.Il sangue gridato dalle macerie non è un argomento: è un’anafora di Dio che ripete: Che ne hai fatto di tuo fratello?Sorelle e fratelli che sedete nei parlamenti, vi chiedo: come potete scegliere i missili prima del pane? Dove avete smarrito il volto dei vostri fratelli e delle vostre sorelle?Sorelle e fratelli che operate nella finanza e nei grandi mercati, vi chiedo: come potete esultare quando la guerra si allunga e le azioni della difesa salgono? Non sentite il grido dei vostri fratelli e delle vostre sorelle? Sorelle e fratelli imprenditori e azionari le cui industrie falsificano il Vangelo del lavoro, fondendo aratri in granate, vi chiedo: che ne avete fatto della dignità dei vostri fratelli e delle vostre sorelle?".

7.8.25

in guerra LA PRIMA VITTIMA è LA VERITà . OLTRE A ISRAELE ANCHE HAMMAS CREA DEI FALSI Le foto artefatte di Gaza e la nostra indignazione selettiva



DA LETTERA43  TRAMIKTE MSN.IT 






Secondo un’approfondita inchiesta del quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, accanto alle immagini reali e incontestabili della crisi umanitaria a Gaza, circolano anche fotografie messe in scena o decontestualizzate, utilizzate da Hamas per influenzare l’opinione pubblica internazionale. Pur riconoscendo la gravissima carenza di cibo nella Striscia, alcune immagini di bambini denutriti non riflettono la situazione attuale ma sarebbero frutto di manipolazione. In diversi casi, si tratterebbe di fotografie scattate fuori da Gaza o di ritratti di piccoli affetti da malattie croniche non legate al conflitto. Un esempio citato riguarda uno scatto ottenuto dal giornale, per il quale l’autore avrebbe chiesto ai gazawi di posare come se fossero in fila per ricevere cibo. Anche l’Associazione dei giornalisti tedeschi (Djv) ha messo in guardia le redazioni sui tentativi di falsificazione attraverso immagini giornalistiche professionali. Il presidente della Djv, Mika Beuster, ha sottolineato: «Tutte le parti coinvolte in questa guerra, inclusi i media e servizi di intelligence, stanno usando il potere delle immagini come mai prima per influenzare la percezione pubblica».



I rischi della decontestualizzazione di uno scatto

Già Oliviero Toscani metteva in guardia sulle immagini di bambini affamati o malati che, a volte, sono messe in scena o decontestualizzate per muovere a pietà. Non sono necessariamente false, diceva Toscani – che sosteneva anche una foto è «sempre vera» nella sua essenza, in quanto foto – ma i soggetti vengono posizionati e accompagnati da didascalie fuorvianti che attingono alla memoria visiva e alle emozioni del pubblico. Hamas, secondo alcuni, sarebbe maestra nel «mettere in scena le immagini», con l’obiettivo di sovrapporle nella memoria collettiva a quelle terribili della strage del 7 ottobre 2023.




Il fotografo Oliviero Toscani (foto Imagoeconomica).

Se l’indignazione diventa selettiva
Ci si scandalizza per la manipolazione delle immagini da parte di Hamas, ma non ci si sofferma sul fatto che la propaganda visiva è ormai una pratica ampiamente utilizzata da tutti, a partire dall’America di Trump e dalla Russia di Putin. Solo quando lo fa Hamas, ci si accorge che le immagini vanno sempre verificate? Mi pare che il problema non sia solo la diffusione di fake news – uno sport incoraggiato dai social che appassiona tutto il mondo – ma l’ipocrisia con cui si decide quando indignarsi. La guerra delle immagini è parte integrante dei conflitti moderni, lo scrive Toscani in uno dei fascicoli sulla Nuova Fotografia curati da lui stesso per il Corriere della Sera, prima di morire. Ma ciò che colpisce è come si denunci la propaganda di Hamas solo ora, mentre altre forme di manipolazione, magari più raffinate, vengono accettate come parte del gioco mediatico. Un altro quotidiano tedesco, la Bild, ha sollevato ulteriori dubbi citando il caso del fotografo freelance di Gaza, Anas Zayed Fatiyeh. Fatiyeh – che lavora per l’agenzia di stampa statale turca Anadolu, che fa capo al presidente Recep Tayyip Erdoğan, sostenitore di Hamas e critico di Israele – avrebbe allestito scene ad hoc enfatizzando la sofferenza palestinese, fiancheggiando così la propaganda di Hamas. Queste foto sono state pubblicate non solo dalla Bild, ma anche da testate internazionali come Bbc, Cnn e New York Magazine. Secondo il tabloid tedesco, il fotografo ha condiviso le stesse immagini sui social media, accompagnandole con messaggi apertamente anti-israeliani.




Una madre con suo figlio di due anno a Gaza (Ansa).


In mezzo a foto potenzialmente artefatti restano le vittime e le bombe vere

La guerra si combatte anche con le immagini, la distinzione tra verità e propaganda si fa sempre più sottile. Le fotografie non raccontano solo ciò che accade, ma spesso ciò che si vuole far credere sia accaduto. Questo non giustifica la manipolazione né la deresponsabilizzazione di chi la compie, ma impone uno sguardo critico e imparziale su tutte le parti in causa. Condannare la propaganda solo quando proviene dal “nemico” significa alimentare un’ipocrisia mediatica che mina la credibilità dell’informazione stessa. In mezzo a immagini potenzialmente artefatte, restano però le vittime vere e le bombe vere. E sono queste realtà – non le messinscene – che dovrebbero restare al centro della nostra attenzione e, soprattutto, della nostra coscienza.

7.7.25

Se esiste un punto di non ritorno dell’abiezione umana, beh, lo ha toccato l’eurodeputata di Fratelli d’Italia Elena Donazzan con il suo discorso al parlamento europeo su gaza

Se esiste un punto di non ritorno dell’abiezione umana, beh, sembra   che  lo  abbia ha toccato l’eurodeputata di Fratelli d’Italia Elena Donazzan.
IL  17 giugno 2025


durante un intervento al Parlamento europeo,ignorato    dalla maggioranza dei media mostrani eccettoda 
 L'Antidiplomatico,  tag24 , Lorenzo Tosa  e pochi altri  i l'eurodeputata di Fratelli d'Italia Elena Donazzan appunto  ha suscitato forti polemiche per aver difeso le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza, successive agli attacchi del 7 ottobre 2024.  E fin qui niente    eccezionale   ,  visto che  molti     nostro politicanti e i loro  zerbini  e  clachè  lo  fanno e  ancora continuano  a  farlo nostante   l'videnza  dei  fatti  . Ma la    Donazzan ha  fatto di  peggio   dichiarando che «Israele ha il coraggio di fare quello che l’Europa non ha il coraggio di fare», definendo i bombardamenti come una forma legittima di autodifesa.Le sue parole sono state pronunciate in un contesto già segnato da un numero estremamente elevato di vittime civili: secondo fonti internazionali, i morti palestinesi nella

Striscia di Gaza avevano superato le 56.000 unità, tra cui migliaia di donne e bambini. Nonostante questo bilancio, Donazzan ha affermato che i bambini uccisi sarebbero stati « figli di terroristi usati come scudi umani».
Nel discorso, ha inoltre sostenuto che la stampa europea ignori deliberatamente le ragioni di Israele, dichiarando che «i giornali europei non ne parlano». Le sue affermazioni sono state accolte da forti reazioni all'interno dell’aula parlamentare: vari deputati di gruppi come S&D e Verdi hanno criticato le parole della deputata italiana, accusandola di disumanizzare le vittime civili e chiedendo una revisione dei rapporti UE–Israele alla luce delle possibili violazioni del diritto internazionale umanitario.


Donazzan è la stessa, per capirci, è quella   che  ogni    cosa  che dice     sono   🤔🙄😢😕🐵🙊🙉👿💩  . Infatti   Le sue dichiarazioni e prese di posizione politiche, marcatamente conservatrici e reazionarie,sono caratterizzate in più occasioni da continui richiami e ammiccamenti indiretti alle ideologie relative al fascismo, suscitando più volte polemiche e richieste di dimissioni
  • Immigrazione

Dopo gli attentati di Charlie Hebdo, ha mandato una lettera nelle scuole venete per sollecitare gli immigrati stranieri nel dissociarsi dal terrorismo islamico.Per risolvere la carenza di manodopera, ha ipotizzato il rientro di oriundi o di discendenti veneti emigrati nel Sud America.Secondo Donazzan i matrimoni misti (tra le donne cattoliche e gli uomini musulmani) favorirebbero le infiltrazioni del terrorismo islamico. Tale posizione ha generato forti critiche tra le opposizioni di centro-sinistra

  • Leva obbligatoria

Donazzan si è dichiarata "da sempre apertamente favorevole alla reintroduzione di periodo di servizio obbligatorio dei giovani".

  • Sui matrimoni misti (giugno 2024)

Nel giugno 2024, l'assessora all'Istruzione della Regione Veneto e candidata alle elezioni europee per Fratelli d’Italia, Elena Donazzan, ha suscitato forti polemiche dichiarando che i matrimoni misti tra donne cattoliche e uomini musulmani «possono facilitare infiltrazioni del terrorismo islamico» e che «l’Italia si sta scristianizzando». Ha inoltre affermato che «culture così diverse ravvicinate possono rivelarsi un problema in un periodo caratterizzato da forte terrorismo» e che «la nostra società può essere multietnica, ma non multiculturale».Le affermazioni di Donazzan sono state duramente criticate da esponenti politici e associazioni. La deputata del Partito Democratico Ouidad Bakkali ha definito le dichiarazioni «razziste e medievali», chiedendo al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di prendere le distanze. Anche Raffaella Paita (Italia Viva) ha condannato le parole dell’assessora, parlando di un pensiero pericoloso basato su pregiudizi. Diversi commentatori hanno sottolineato come le parole di Donazzan alimentino stereotipi islamofobi e confondano identità religiosa con estremismo violento.Ha  cantato  “Faccetta nera” in radio, ha dato dell’”uomo vestita da donna” a una professoressa trans morta suicida e teorizzava che “i matrimoni misti favoriscono il terrorismo”.Ma questa volta si è addirittura superata in miseria.
Ma, tranquilli. Non solo Donazzan non si dimetterà non lo fatto neache  alle  richieste  per  le  dichiarazioni prima riportate   - figuriamoci - ma nel suo partito guadagnerà punti, voti, applausi.La vergogna dei senza vergogna.

25.5.25

DIARIO DI BORDO ANNO III speciale conflitto in israele : combattere il sionismo ma senza discriminare le persone , disinformazione sul genocidio a Gaza , l'esercito israeliano usa i palestinesi come scusi umani ., come mai i fans di israele e della sua politica non accusano anche gli ebrei ultra ortodossi ed antisionisti di essere antisemiti ?

N.b - Poi è impossibile riportare qui tutti gli aggiornamenti continui v'invito a seguire il mio account fb https://www.facebook.com/redbeppeulisse2/

 << L’errore di questa signora è stato questo, di non chiamarli col loro vero nome, sionisti. Io capisco il sentimento di questa donna, la sua indignazione >> infatti Caro Moni Ovadia << ci sono anche degli israeliani che sono contro, sono minoranza ma ci sono. Allora non puoi dire vietato agli israeliani. Israeliani è troppo generico. >> Ma pur odiando il sionismo   come     ho già  detto  nel  post  << tutto quello che  so  sul sionismo e   sulla  palestina    ) perchè da come tutti i movimenti nazionalisti , degera causando atrocità come quelle che hanno caratterizzato la storia degli ultimo due secoli e le cui scorie inquinano i rapporti tra le persone e gli stati , non concordo quando dici : << Io avrei messo un bel cartello vietato ai sionisti. >> . Perché un conto è combattere tale ideologia un altro è discriminare le persone   anche se   è  difficile  in  momenti  come questi    dove   secondo un recente  sondaggio metà  degli israeliani approva  lo sterminio  dei palestinesi a  Gaza    Comunque ottima la tua iniziativa : << Stiamo cercando di costruire una rete italiana di ebrei antisionisti, e ci sono anche due israeliani >> detta a margine della manifestazione contro il riarmo in piazza San Babila a Milano, commentando la notizia della commerciante milanese che ha esposto fuori dal suo negozio il cartello di divieto di ingresso ai cittadini israeliani.
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   come    mai   i pro israeliani   non   dicono   niente  e  tacciono  , mettendo da  parte  l'equazione  antisionista  = antisemita     riservata   a   propal     o   a  coloro  che     sono  contro  la  politica 
israeliana  ,    su  alcuni  rabbini ultra  ortodossi   .  alcuni   dei    quali vivono negli Stati Uniti, altri nel quartiere Mea Shearim di Gerusalemme. All'ingresso di molte loro abitazioni c'è un cartello che afferma "gli ebrei non sono sionisti".  in particolare   Ysroel Meir Hirsch, ebreo ultraortodosso egli fa parte del gruppo "Neturei Karta", Guardiani della città. Rabbini che affermano che il sionismo abbia strumentalizzato l'Olocausto per giustificare le violazioni di diritti umani. IL quale ha affermato che « L’esistenza dello Stato di Israele è criminale, fondata e, ancora oggi, gestita da terroristi. La sua continua occupazione e le sue azioni selvagge vanno contro anche i più elementari standard di umanità e sono una colossale violazione dell’ebraismo. Ora i sionisti stanno distruggendo Gaza, lasciando i suoi tormentati abitanti senza le necessità umane di base: cibo, acqua, riparo, carburante ed elettricità. Il sistema sanitario è al collasso ed il numero di feriti e mutilati è spaventoso. Senza mezzi termini, i sionisti stanno commettendo un genocidio. »
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Io non posso sapere quale sia la verità, se chi affama la popolazione di Gaza sia Israele che non fa passare i camion o Hamas sequestra i convogli degli aiuti per rifornirsi sulla pelle dei civili 
perché ormai la menzogna e la manipolazione imperano su tutti i fronti . Ma certe notizie come questa

Gaza, Mohammad Yassin aveva 5 anni: è morto di fame a causa dal blocco israeliano agli aiuti umanitari Mohammad Mustafa Yassin, 5 anni, è morto all’ospedale al-Ahli Arab Baptist. I medici hanno confermato che la causa del decesso è stata una malnutrizione prolungata.
Un bambino di cinque anni è morto a causa della grave malnutrizione che affligge la popolazione della Striscia di Gaza. Lo hanno riferito fonti mediche locali, secondo cui il decesso è direttamente legato al blocco degli aiuti imposto da Israele. La notizia è stata confermata anche da Hala Abou-Hassira, ambasciatrice dello Stato di Palestina in Francia. ..... ( non ce la faccio a leggere oltre ho le lacrime agli occhi ) continua su:
https://www.fanpage.it/esteri/gaza-mohammad-yassin-aveva-5-anni-e-morto-di-fame-a-causa-dal-blocco-israeliano-agli-aiuti-umanitari/ )
Ora anche se tale notzia dovesse essere falsa e fosse vero come voi dite che i palestinesi non sono morti di fame stenti, resta la questione di quelli che sono morti sotto le
bombe. Come esempio quella famiglia di una pediatra 9 figli su 10 uccisi ,( foto a destra ) il marito gravemente ferito è in terapia intensiva sono rimasti solo lei e un figlio .
Ammesso che sia vero ciò che dite, volete negare le altre migliaia di bambini morti sotto le bombe?
ma la vostra coscienza l'avete buttata nel cesso e tirato lo sciacquone? è uno sterminio senza se e senza ma. Assassini.














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e    poi  dicono  che è  Hamas   ad  usare i  civili    come  scudi Umani   .   dopo    L’inchiesta di Haaretz  ( giornale   israeliano )   sull’uso dei palestinesi come “scudi umani” da parte dell’esercito israeliano 


Le indagini sull’uso di palestinesi come “scudi umani” da parte dell’esercito israeliano

Una nuova inchiesta di AP( agenzia   distampa  Usa  )   ha raccontato che la pratica è sistematica




  Infatti   tali nefandezze vengono confermate da un ex soldato israeliano


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Non sapevo che in italia è  in europa ci fosse un'allergia  alle bandiere palestinesi e al loro  sventolio pacifico  

«Sono stata identificata dai carabinieri perché sventolavo la bandiera della Palestina al Giro d'Italia». Lo ha raccontato Cristina Guarda, europarlamentare per Europa Verde, con un video sui social. «Facevo il mio, da essere umano, cittadina e politica: manifestavo per più di 50.000 vittime e i milioni di palestinesi oppressi, consumati da fame e sete, dilaniati da bombe e fuoco», ha scritto. I carabinieri, ha aggiunto, «hanno fatto un po' più del proprio dovere, identificandomi solo dopo avermi chiesto che bandiera sventolassi».


e    A Milano è accaduto questo. E racconta moltissimo del tempo in cui viviamo. Il sindaco Beppe Sala meritoriamente ha appeso alla finestra di Palazzo Marino un sudario per Gaza per mostrare vicinanza a livello personale e istituzionale alle vittime di Gaza .E, per questa semplice ragione, è finito nel mirino della Brigata ebraica milanese che lo ha accusato apertamente di “non essere il sindaco di tutti”. Come se esporre un sudario
per 50.000 morti civili innocenti ammazzati fosse “di parte”. È di parte, sì: dalla parte di chi resta ancora umano.
E mi è piaciuta stasvolta particolarmente la risposta del sindaco per fermezza e misura.“Se per essere il sindaco di tutti bisogna non esprimere opinioni, io non posso essere così. Io rispetto la comunità ebraica, il popolo ebraico, la sua storia e le sue sofferenze, e sono sempre stato critico con Hamas, ma rispetto il popolo palestinese e soprattutto non rispetto quello che fa Netanyahu. Quello che sta facendo a Gaza è intollerabile e tutte le nostre coscienze si devono ribellare”. Più chiaro di così.





Concludo questa carrellata d'eventi chiedendomi Ma è mai possibile che le comunità ebraiche salvo poche voci isolate ad esempio , Edith Bruck ha 94 anni sopravvissuta all'olocausto \ shoah --- Non qualche pericoloso sovversivo con la kefiah e la bandiera palestinese come accusano i filo israeliani . Accusate anche lei di antisemitismo ora, se avete il coraggio. -----  

 << Quello che accade a Gaza è molto, molto doloroso per me, e credo che sia lo stesso per tutti” ha detto al ‘Quotidiano nazionale’. “Netanyahu sta provocando uno tsunami di antisemitismo, perché tutti identificano gli ebrei con il governo israeliano. Ma la maggioranza degli ebrei e degli israeliani non è assolutamente d’accordo col governo Netanyahu”. “Ma non basta. Gli israeliani devono protestare di più. Non solo il sabato, ma tutti i giorni, anzi giorno e notte. Anche assediando la casa-bunker di Netanyahu e della moglie. Questo è il momento di ribellarsi. Tutti, nell’esercito, dovrebbero ribellarsi e non eseguire ordini che sono disumani. Bisogna dire di no”. 
E poi:
<<Usare Dio per uccidere è una cosa mostruosa. Lo hanno fatto tutti, anche i nazisti. Ricordo le fibbie sulle cinture delle SS ad Auschwitz: c’era scritto “Gott mit uns”, Dio è con noi. Quando uscii dal campo mi dissi: povero Dio, in nome tuo hanno ucciso milioni di persone Le vite dei palestinesi a Gaza vengono trattate come vite di serie b. È l’ora di creare uno Stato palestinese, a quel punto cambierebbe tutto”.


ancora non riescano a prendere coscienza e distanza dalla politica d'Israele che sta facendo danni oltre che al popolo palestinese anche a loro stessi ?? con questo è tutto alla prossima si deus cherete e sos carabineris permittinis (    cit   musicale    )  

6.5.25

diario di Bordo SPECIALE Ora è ufficiale. Non solo con le bombe e con la fame, ma anche con un voto israele vuole fare piazza pulita nella striscia di gaza

 Il governo Netanyahu ha votato (all’unanimità) l’occupazione militare totale della Striscia di Gaza, la deportazione forzata della popolazione palestinese e il controllo di tutta l’area nelle mani dei privati, confermando anche lo stop agli aiuti umanitari con cui sta affamando i civili.
Il criminale internazionale Benjamin Netanyahu ha gettato definitivamente la maschera.Quello che già era nei fatti ora sta scritto anche nero su bianco.Nessuno potrà più usare il vigliacco attacco di hamas del 7 ottobre come alibi per giustificare quella che è sempre più dichiaratamente un’occupazione militare e un genocidio ( lo so che molti è improprio chimarlo cosi ma io non trovo altri termini più adatti ) come testimonia le dichiarazioni di medici senza frontiere riportate sotto


 

da ariannastrega di Threads1 h
“L'Apocalisse assomiglia al Nord di Gaza, non ho dubbi. Me la sono sempre immaginata così la fine del mondo” ha detto Martina Marchiò, responsabile di @medicisenzafrontiere “Non ho dubbi. Lo vedo negli occhi dei bambini, lo sento nelle parole disperate di una bimba di 10 anni: 'Ho fame, hai qualcosa da darmi?' mi chiede puntando i suoi grandi occhi scuri nei miei. La guardo e resto in silenzio, provo vergogna per questa umanita in bilico e forse un po' anche per me stessa.”MediciSenzaFrontiere



Nessuno potrà più dire: noi non sapevamo o non avevamo capito. Perché è la stessa Israele a dirlo, a rivendicarlo, a votarlo ed confermarlo .Chiunque oggi, a partire dal governo con tutta la sua corte mediatica , finge di non vedere in nome di un’alleanza economica prima ancora che politica, è da considerare ufficialmente complice di questo massacro. E ne risponderà davanti alla Storia. Infatti adesso non hanno ancor più giustificazioni per fare

le vittime e piagniucolare dicendo che siamo tutti antisemiti quando gli si fa notare la loro prepotenza . Mi si dirà di non generalizzare e di non fare di tuttta l'erba un fascio .Vero , fra il popolo a non confondere con il governo , e che ci sono Israeliani che cercano il doaloo e la coesistenza \ convivenza co i palestinesi . Ma purtroppo ci sono, cari israeliani , un altissima percentuale che approva la politica del governo e dei coloni . Non piangete se poi i rimanenti ostaggi vivi o non vivi non ritornano . Non lamentatevi se non cosi voi stessi , perchè anche se voi vi credete assolti siete lo stesso con il vostro silenzio assenso ( eccetto i famiiarti degli ostaggi ) , dell'odio verso di voi destinato ad aumentare . Soprattutto quello più becero e vergnoso dell'antisemitismo . Un odio dove il confine con l'antisionismo Sara sempre più labile finendo per sovvraporsi l'uno con l'altro rendendo sempre più difficili , anche ai più esperti , distinguerli . Vedi la contrasta esibizione de
i Patagarri per la provocazione al Concertone al concertone del primo maggo 2025 o il caso dei turisti israeliani a Napoli dove




non so cos'alro aggiungere con questo è tutto

28.3.25

l'ora della verità - di ® Daniela Tuscano

 Più di 480 vittime - in gran parte donne e bambini - a Gaza a causa d'un attacco israeliano. Perfino il controverso Ehud Olmert dichiara apertamente che l'obiettivo del premier è un «Israele non democratico». Non si risparmia il Papa, «colpevole» d'aver espresso all'Angelus il suo dolore per il massacro nella Striscia e implorato di far tacere le armi. «L’operazione è condotta in piena conformità con il diritto internazionale» (!), è la piccata replica dell'ambasciata d'Israele. Dopo la pace, sbeffeggiata dai sedicenti «inclusivi» che per il RearmEurope stanno mettendo a repentaglio i servizi sociali - è diventata innominabile pure la compassione. 
Contemporaneamente, sembra che un numero non trascurabile di palestinesi comincino ad averne abbastanza di Hamas. Non è una novità assoluta, nel 2024 un abitante del Territori protetto dall'anonimato aveva rivelato ad «Haaretz» che «Hamas ha danneggiato la nostra lotta e l'ha trasformata in uno strumento utilizzato da elementi oppressivi». Auspicando una nuova e autentica leadership per la resistenza palestinese, l'ignoto interlocutore manifestava sconcerto per il sostegno ad Hamas da parte di donne di Ramallah e Amman, «che non indossano hijab o veli»: «Non sanno - domandava - come Hamas le vede e come vengono rappresentate nel sistema scolastico di Hamas?». 
Adesso pare che il malcontento non si limiti a proteste isolate. Nel frattempo chi lavora per una pace autentica, come NSWAS, Rabbis for Peace e molti altri continua a farlo, malgrado il disprezzo e la noncuranza di governi, gruppi organizzati e mass-media. Ma anche di taluni attivisti/e occidentali, perché prese di posizione quantomeno ambigue arrivano non soltanto dalle donne di Ramallah o giordane, come crede il gazawi sopra ricordato. Anche da noi è tutto un rabbioso scandire slogan di «liberazione dal fiume al mare» consapevoli di ciò che tale presunta «liberazione» comporterebbe per gli israeliani/e, etichettati sbrigativamente  come «sionisti» senza che la maggior parte dei manifestanti italiani pro-Pal conosca un iota della storia e delle ragioni del sionismo. Le violenze subìte dalle donne d'Israele sono poi da costoro sistematicamente minimizzate o negate. Non si può negare che per taluni la lotta al «sionismo» altro non sia che un antisemitismo mascherato.
Ebbene, dato che comunque questi attivisti si ostinano a proclamarsi pacifici chiediamo si uniscano alle voci dei due popoli esasperati dalle carneficine dei loro rispettivi rappresentanti, ed esigano soluzioni eque per entrambi, senza che l'uno distrugga l'altro. Più in generale chiediamo fermamente facciano sentire il loro NO a chi da Bruxelles, in nome della pace, prepara la guerra. 

© Daniela Tuscano

12.12.24

"Idioti gli slogan anti-Israele nelle piazze. I fanatici dell'islam? Criminali e mafiosi" intervista al IL GIORNALE DELL Imam Pallavicini (Coreis)

 ogni  tanto    a  destra      ci  sono  degli interventi interessanti    come  questo  

  da  ILGIORNALE   tramite  msn.it  

Imam Pallavicini (Coreis) dall'Europa alla Siria si parla di movimenti islamici. Perché c'è un problema islam?

«C'è, consiste innanzitutto nel problema del riconoscimento dei suoi interpreti autentici. Ci sono, schematizzando, due tipologie di rappresentanti dell'islam, il principale è quello che da 14 secoli vive le fede come dimensione civile e religiosa, interagendo e dando un contributo. Il secondo, da pochi secoli, sono altri interpreti, che abusano della religione e si servono dell'Islam in modo estremo e caricaturale come copertura per rivoluzioni di potere, fanatiche o formaliste».

L'islamismo è totalitario?

«Non ridurrei la questione al jihadismo. Hanno avuto dimensione autoritaria tutti coloro che hanno usato l'islam, ma anche chi lo ha rimosso, dopo la decadenza del califfato ottomano, nei vari tentativi di stampo nazionalista o panarabo o socialisteggiante che puntualmente non hanno funzionato, lasciando un vuoto riempito da fanta-califfati».

Non ne se esce. E Houellebecq vede in Occidente la «volontà di scomparire».

«Il problema è in tutte le correnti che hanno strumentalizzato o escluso l'islam. Ci sono esempi interessanti in Indonesia, Emirati, in Asia centrale, Marocco e Senegal, ma per il resto l'impatto con la modernità e la democrazia è tuttora irrisolto. Fra secolarizzazione estrema e fanatismo tribale, l'unica possibilità che vedo è l'islam d'occidente. Chiarendo su quali interpreti vogliamo investire. La fede in Dio è un diritto. L'Occidente non può sottostare ai ricatti. La sua eredità è anche una dimensione di pensiero profonda».

Fanatismo e rimozione della spiritualità sono due facce della medaglia?

«Se in Europa sparisce questa dimensione spirituale non so cosa succede. Mi preoccupa che i cristiani d'oriente diano per sconfitto il Cristianesimo d'occidente. Da imam dico che dobbiamo lavorare al risveglio dell'Occidente e delle sue nobili origini. Politica e fede sono stati profondamente corrotti».

Ma non c'è un fanatismo degli altri monoteismi.

«Ci sono stati cicli e fasi. Ora ci sono quei barbari e eversivi ma in 2 miliardi di musulmani. Una minoranza rumorosa arrogante, ignorante e violenta ma minoranza. Come la mafia rispetto alla Sicilia o le Brigate rosse a sinistra. I criminali devono essere trattati da criminali. Non legittimati come interlocutori. In Occidente la democrazia è confronto ma si è persa l'idea di un confine per condizionamenti di buonismo, ideologia e lobbies».

Anche Ratzinger parlava di un'Europa scristianizzata.

«Sì è vero. E la sua dottrina dava un preallarme all'occidente. Occorre sviluppare la fede autentica e la cultura vera, non le emozioni dell'arcobaleno, per indifferenti ed estremisti che non contribuiscono al bene comune».

Cosa pensa dei cortei in cui si inneggia a una Palestina «dal fiume al mare».

«Ci vedo arroganza e ignoranza. Questo slogan stupido dove porta? Gli ebrei non devono più stare in quella regione? Quale fondamento c'è in quest'espressione idiota? Io ho seguito la risoluzione Onu su Srebrenica. Genocidio è termine giuridico complesso. Diciamo le cose come stanno. Ci sono qui crimini di guerra, deportazioni, impedimenti agli aiuti umanitari alla popolazione e necessità di difesa e sicurezza dai terroristi e rapitori di Hamas. Il governo italiano sembra avere una politica chiara: no al terrorismo, difesa dei popoli e aiuti umanitari. Quelli che manifestano come aiutano i palestinesi? Come li aiutano se fanno l'errore di confondere Hamas con i palestinesi e i musulmani. Io sono un musulmano che non vuol confondere i musulmani con Hamas. Sostengo il popolo palestinese e quello israeliano e vorrei che vivessero insieme senza odio».

  Rispondo  alla  sua  domanda  :  « Gli ebrei non devono più stare in quella regione >> ?  Secondo  me  si    ci posso  e devono  stare  . La  palestina è  stata abitata   da  sempre   da   arabi e  ebrei (  prima  non sionisti  cioè    tutti  quelli  presenti   in loco   nonostante  la  diaspora   e quelli sionisti   cioè  delle varie  fasi  dell'Aliyah  )    e    mi  sembra   giusto  che   i due  popoli ( o  unico   popolo secondo  alcuni  in  quanto  entrambi  di cepo  semitico  )    vivano insieme  non importa se  in  due  stati  o  in unico  stato  . 

9.10.24

Diario di bordo n 81 anno II . lode ai 130 soldati israeliani che si sono rifiutati di combattere per proteggere gli ostaggi , il 7 ottobre non è solo il vigliacco atacco di hamas , cento anni della radio , in rai non sarebbe mai successo che Flavio Insinna dia al ministro Salvini una sottilissima bordata.

stavo iniziando questo  n  dellla rubrica ( strana 😁😲🤔✍🏼🎙🎵 coincidenza visto che uno dei post parlerà de 100 anni della radio ) e  quindi cambio   l'ordine dei post  d'apertura  . leggo  su  msn.it   che 130 soldati israeliani , a cui va tutto il mio appoggio e la mia solidarietà   anche  se  pur  critica  perchè l'hano  fatto  per  gli ostaggi  e  non per   la  pace ,  ma   è  già un  qualcosa anche  se  una  goccia  in mezzo  al mare   delle operazioni militari   , si sono

Gaza, 130 soldati israeliani si sono rifutati di combattere per salvaguardare gli ostaggi
Storia di agi
• 3 ora/e 



AGI - Si rifiutano di combattere a Gaza per non "sottoscrivere la condanna a morte" degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Un gruppo di 130 soldati dell'esercito israeliano si sono opposti alla continuazione dei combattimenti nella Striscia poiché rappresentano una "sentenza capitale" per i 101 ostaggi ancora nell'enclave palestinese."E' chiaro che la continuazione della guerra a Gaza non solo ritarda il ritorno degli ostaggi ma mette anche in pericolo la loro vita" si legge in una lettera inviata alle autorita' israeliane "molti sono stati uccisi dai bombardamenti dell'Idf, molti di più di quelli che sono stati salvati nelle operazioni militari". "Noi, che abbiamo servito e continuiamo a servire con dedizione, rischiando la vita, annunciamo che se il governo non cambia immediatamente rotta e non si adopera per raggiungere un accordo per riportare a casa gli ostaggi, non saremo in grado di continuare a combattere", prosegue il testo. 

 Adesso veniamo a  quanto  programmato  .   Iniziamo con  una mia  riflessione  a  freddo    sul #7ottobre  

 
Manifestare (pacificamente) per la Palestina non significa negare l’atrocità ingiustificabile degli attacchi del 7 ottobre né essere filo-Hamas o non riconoscere l’enorme complessità di una questione in cui tutti a turno hanno sbagliato con vari gradi di colpe e di responsabilità. Infatti    ciascuno dei  protagonisti  in causa :  Dall'impero  turco\ottomano al Mandato britannico della Palestina, detto anche Palestina mandataria (in inglese Mandatory Palestine; in arabo الانتداب البريطاني على فلسطين?Filasṭīn al-Intidābiyah; in ebraico המנדט הבריטי על פלשתינה (א״י)?haMandát haBríti ʿal Palestína (E.Y.), dove "E.Y." significa Erétz Yisra'él) o semplicemente Palestina  1917\1920-1948  dall'Onu  ,  dagli Arabi   ,  dagli Israeliani e  dai Palestinesi  ha   commesso  come  dicevo  prima   degli errori  e  delle atrocità  .  Significa non piegarsi all’unica e sola voce martellante e a media unificati che dal 7 ottobre scorso ci vuole convincere che Israele ha “diritto di difendersi” con qualsiasi forma e mezzo.Significa ricordare ai sordi e agli indifferenti che dal 7 ottobre scorso, in nome del diritto alla difesa e con la scusa di Hamas, il criminale di guerra Netanyahu ha provocato e s ta  provocando  la morte di oltre 40mila civili innocenti, tra cui un numero incalcolabile di donne e bambini, per la sola colpa di essere nati.Significa rivendicare il diritto e il DOVERE di chiamare le cose col loro nome: e questo si chiama genocidio.Significa distinguere chiaramente la maggioranza silenziosa di israeliani che chiede solo pace, due popoli e due Stati e l combatte  ’oligarchia politica, militare e mediatica di Netanyahu.  e  vuole  vivere  e  coesistere  gli uni  con gli altri  


Domenica 6 ottobre, Pescara per la Palestina.
Foto di Piero Rovigatti
«Siamo qui nella fede che ci sarà la possibilità di costruire una Terra Santa migliore, un Israele, una Palestina in cui si può vivere in pace e nella mutua accoglienza. Certamente non sarà facile e ci vorrà tanto tanto sforzo ma è l’unica vera soluzione possibile.
E i segnali ci 
sono, piccoli, nascosti… La continua amicizia tra individui e gruppi israeliani e palestinesi, la lotta non violenta dei rabbini per i diritti umani che sostengono e accompagnano famiglie e villaggi beduini minacciati, il rifiuto alle armi di alcuni giovani israeliani che preferiscono la prigione all’uccisione, l’impegno delle chiese cristiane nel dialogo con ebrei e mussulmani…»
da La forza del popolo di Gaza - Comune-info di (Giovanna Sguazza, missionaria comboniana)



Significa scegliere di difendere e sostenere la parte in causa in assoluto più debole, abbandonata, dimenticata, sradicata, deumanizzata e perseguitata della Terra negli ultimi decenni. Che non è né Israele né Hamas. È la popolazione civile palestinese di Gaza.Questo non vuol dire né odiare Israele e meno che mai - con quel ricatto insopportabile che prima o poi esce fuori - essere antisemiti.Significa solo essere, e possibilmente restare, umani. E mi aspetto, anzi pretendo, che una sinistra (  ed  eventualmente  anche se ci credo poco )  degna di questo nome abbia ancora la forza, la capacità e la credibilità per urlarlo anche in piazza, civilmente e a testa alta. Senza paura.Questo post, come tutti quelli che parlano di Israele e Palestina, avrà una portata organica prossima allo 0 virgola.Se volete, possiamo diffonderlo maggiormente condividendolo, col potere del passaparola, e questo vale per tutti i contenuti sul tema prodotti da chiunque, non importa quanto la pagina sia seguita.

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In questi   giorni   ricorrono   i   100  anni dellaradio  . A  differenza dei rispett a vari bla.. bla ... bla che sentiamo in tv o sui giornali non saprei cosa dire lascio che a parlare per me ed a testimoniare di come la radio nonostante i. cambiamenti epocali a ci essa a dato origine e partecipato sia ancora viva ed infliuisca sulle nostre vite e creazioni , sono ( io ne ho trovato solo tre magari ci saranno altre , se le avete segnalatemele nei commenti o qui sulle appendici social )







il film radio freccia 


e l'albetto voci dall'incubo allegato al n 457 di dylan l'anteprima contemporanea di Prix Italia speciale Dylan Dog alla Radio: Voci dall'Incubo Un evento di pura sperimentazione multimediale e



multipiattaforma, ideato e scritto da Armando Traverso e realizzato in collaborazione con Sergio Bonelli Editorie, Rai Radio e RaiPlay Sound che andrà in onda il 12 ottobre
A vestire i panni dell'indagatore dell'incubo Lino Guanciale, che insieme ad un eccezionale cast di doppiatori propone un medley delle sceneggiature a fumetti più iconiche di Dylan Dog : Grand Guinol e Ghost hotel firmate da Tiziano Sclavi, riadattate per l'occasione.  IL  che  dimostra      che la  radio  ha  ancora     la  si  ascolti in  internet   \  cellulare , dalla macchina  ,  dalla  tv ,  dallo  stereo   ,  radio   è  un mezzo  che   lascia  molt  o spazio all'immaginazione   e  alla   fantasia e     ti  fare  certi viaggi con la mente   più  che    le  droghe   ed i paradisi artificiali   oltre che  di denuncia  politico sociale 
 da : Radio Sardegna che   fu  la prima radio libera in Italia dopo venti anni di dittatura.
Nacque a Bortigali nel 1943 ed è stata la prima radio al mondo ad annunciare, da Cagliari il 7 maggio 1945, la fine della guerra in Europa. radicalle  radio   dei  movimenti   e  delle  battagli e  civili     degli  anni  60\80  (    radio alice del  movimento  del 77  ,radio out di peppino impastato , radio sherwood  dei   centri sociali  del nord  est  ,  radio   gap   del movimento  no  global  genova2001 ,   radio radicale  , ecc  )   e   tutte le  altre radio  private   e  locali    


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Ieri sera Flavio Insinna ci ha regalato una piccola perla delle sue, dando al ministro Salvini una sottilissima bordata.Rivolgendosi scherzosamente a un giovane concorrente, ha detto:“Loro fanno dei lavori veri. Tu, invece, Manuel, sei un tiktoker… Fai video su TikTok?”“Esatto”.“E da
grande vuoi fare il ministro? Che poi vai in giro a fare i tiktok con i salami.”
Uno scherzo, ma neanche troppo.Immaginatevi solo cosa sarebbe successo se Insinna avesse detto un quarto di tutto ciò in Rai: denunce, post, interrogazioni parlamentari In fondo, è anche la ragione per cui uno come Insinna piaccia o non mi piaccia ( a me per esempio non piace granchè ) , uno con un pensiero proprio e uno spirito critico, in questa Rai non c’è e non ci sarà mai. Un po' pessimista ma purtroppo al di là delle commento ideologico del Tosa è vero conoscendo la storia dei 70 anni della Rai e del suo asservimento e lottizazione ai partiti governativi prima e poi ai vari presidenti del consiglio dopo la fine della prima repubblica

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...