Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta religioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta religioni. Mostra tutti i post

30.11.25

le solite polemiche natalizie : La vicenda della scuola primaria di Magliano in Toscana, dove è stato modificato il testo di "Jingle Bells" eliminando il riferimento a Gesù ., Gesù, Giuseppe, Maria, magi e pastori senza volto, resa a Bruxelles Lo sfregio religioso, il presepe cavalca l'ideologia woke

https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2016/12/bufale-e-miti-natalizie-e-menate-varie.html


da Pacmogda Clémentine 

Oltre     a quanto detto   nella  foto   come    di  consueto riportano puntuali le  solite  :  strumentalizzazioni ideologiche   nazionaliste    bufale, miti ,  menate     varie    tipiche    natalizie    eccovene alcune tratte da una mia guida  alle  festività di natale  di qualche anno fa    https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2016/12/bufale-e-miti-natalizie-e-menate-varie.html

La vicenda della scuola primaria di Magliano in Toscana, dove è stato modificato il testo di "Jingle Bells" eliminando il riferimento a Gesù ("...che regala il buon Natal" al posto di "...che regala il buon Gesù") per motivi di presunta laicità, rientra in un'area grigia del dibattito, e viene interpretata da molti come un atto di laicismo o, nel linguaggio comune, di "buonismo d'accatto" piuttosto che di vera laicità.
Infatti la laicità vera non è è quella in vigore in Francia nè quella che da qualche anno a questa parte si sta imponendo in italia . Queesto si chiama laicismo Ecco un'analisi della situazione alla luce della differenza tra i due concetti:🧐  Laicismo \ Buonismo d'Accatto
La decisione di modificare il testo è stata presa dalle insegnanti per "mantenere un'impostazione laica" all'interno dell'istituto, cercando di evitare riferimenti religiosi per includere tutti gli alunni.
Laicità (Principio di Base): In teoria, una scuola laica dovrebbe garantire che nessun alunno sia discriminato o costretto a praticare atti di culto. La laicità in Italia è intesa come "laicità positiva", che non è indifferenza, ma garanzia della libertà religiosa in un regime di pluralismo, riconoscendo anche il valore storico e culturale delle tradizioni religiose maggioritarie (come il Natale).
Laicismo (Atteggiamento Eccessivo): L'intervento di "censura" sul testo di una canzone tradizionale, pur motivato dall'inclusione, viene criticato come laicismo perché mira a escludere/cancellare attivamente un riferimento religioso (Gesù) che è parte integrante della festa culturale del Natale, snaturandola. I critici fra cui il sottoscritto sostengono che la vera laicità avrebbe significato permettere la tradizione (un canto) senza imporre l'adesione di coscienza, o proponendo canti alternativi, non modificare , storpiare , censurare , edulcorare , ecc forzatamente un testo per renderlo neutrale cvioè politicamente corretto . La rimozione in questo caso di alcune strofe del canto è vista anzi è una forzatura ideologica che eccede la semplice neutralità a tutti i costi
"Buonismo d'Accatto": espressione colloquiale da me usata per indicare un'azione (come la modifica del testo) che, pur nascendo da una buona intenzione (l'inclusione), risulta eccessiva, ipocrita o inefficace, e finisce per creare divisioni anziché armonia. In questo caso, il tentativo di essere "super-inclusivi" eliminando un termine religioso ha provocato polemiche e la percezione di una "censura" o "cancellazione identitaria" nelle famiglie cattoliche o pseudo tali . Cero in Italia a A differenza della Francia, dove la laicità( in reltà è laicismo ) è più rigida e restrittiva nello spazio pubblico, in Italia (dove vige , o almeno dovrebbe , la laicità positiva) l'esposizione di simboli come il Crocifisso nelle aule è prevista da Regi Decreti non abrogati ed è stata spesso confermata dalla giurisprudenza come simbolo con valore storico-culturale oltre che religioso, la cui rimozione non può essere imposta ma va decisa con il consenso della comunità scolastica.L'episodio di Maglianoe delle altre scuole dove ognoi ano a natale si ripete la solito problema seguiro da strumentalizzazione politica culturale ( vedere post precedente è il secondo articolo ) ci tolgono il prsepe i canti di natale , vogliono toglierci il crocifisso ed a menità varia è quindi percepito come una mossa eccessivamente cauta e ideologizzata che non riflette il bilanciamento tra tradizione e neutralità previsto dalla Costituzione italiana.Ritornando al concetto di laicità e la legge francese sui simboli religiosi sono argomenti complessi e spesso dibattuti. Infatti se la Laicità è un principio che, in senso politico, sociale e morale, indica lo stato di neutralità e separazione delle istituzioni statali e pubbliche rispetto a qualsiasi confessione religiosa o condizionamento ideologico.I cui i capisaldi della sono:Neutralità dello Stato: Lo Stato e le sue istituzioni (come le scuole, gli uffici pubblici, ecc.) non adottano, né privilegiano, né ostacolano alcuna religione. Lo Stato è aconfessionale.Separazione delle sfere: Si distingue nettamente tra la sfera pubblica della politica e delle leggi (di competenza dello Stato) e la sfera privata della coscienza individuale e della religione (libertà del singolo).Libertà e Uguaglianza: La laicità è garanzia di pluralismo e tolleranza. Implica il riconoscimento di uguali diritti a tutte le confessioni e credenze, assicurando la libertà del singolo di credere o non credere, senza che il potere politico si intrometta nella coscienza individuale. In sintesi, la laicità non è sinonimo di ateismo o di rifiuto della fede, ma del rifiuto della pretesa di una religione di essere il metro di misura universale della società e del mondo. Cosa il ontrario di tale legge che dal 15 marzo 2004 proibisce agli studenti di indossare nelle scuole pubbliche statali (elementari, medie e superiori) segni o indumenti che manifestano in modo "ostensibile" un'appartenenza religiosa.Tali simboli includono il velo islamico (hijab), la kippah ebraica e le croci di dimensioni chiaramente eccessive. L'obiettivo dichiarato della legge è evitare pressioni e assicurare la neutralità degli istituti scolastici, intesa come luogo di formazione dei futuri cittadini libero da proselitismo o distinzioni basate sulla fede.È un'applicazione della laicità?La risposta è che la legge è considerata dal governo e dai suoi sostenitori come una diretta applicazione della laïcité francese, un principio costituzionale profondamente radicato nella storia repubblicana del Paese.Tuttavia, questa interpretazione è dibattuta:Secondo i sostenitori: La legge protegge la laicità garantendo la neutralità della scuola pubblica e difendendo gli studenti da pressioni religiose esterne, in linea con un modello di laicità che richiede una forte separazione della religione dallo spazio pubblico istituzionale. Secondo i critici: La legge è considerata una forma di laicismo che viola la libertà di manifestazione del proprio credo e non è in linea con una visione più pluralista della laicità, che tutelerebbe la libertà di espressione religiosa anche nello spazio pubblico, purché non disturbi l'ordine.In definitiva, la legge del 2004 è l'espressione o almeno dovebbe essere di un modello rigoroso di laicità, tipico della tradizione francese, che mira a rendere lo spazio scolastico totalmente neutro da manifestazioni di appartenenza religiosa.Ecco quindi che La distinzione tra laicità e laicismo è sottile e, a volte, utilizzata in modo polemico. In sintesi, la laicità è un principio giuridico e politico di neutralità e inclusione, mentre il laicismo è spesso inteso come una sua interpretazione ideologica più rigida e combattiva.Ecco da lla IA di Gemini le differenze principali:



⚖️ Laicità: Principio di Neutralità e Inclusione

La Laicità (o Stato Laico) è un principio fondamentale degli Stati moderni e democratici. È generalmente intesa come l'atteggiamento di neutralità e separazione dello Stato e delle sue istituzioni rispetto a qualsiasi credo religioso o dottrina ideologica.

Punti Chiave della Laicità

  • Neutralità dello Stato: Lo Stato non adotta né finanzia una religione specifica (aconfessionalità) e non si schiera contro la religione in generale.
  • ibertà Religiosa: Garantisce a tutti i cittadini, credenti e non credenti, la libertà di professare la propria fede (o non averne alcuna) e di manifestarla, purché nel rispetto dell'ordine pubblico.
  • Separazione delle Sfere: Lo Stato si occupa della sfera pubblica (leggi, politica, diritti civili), mentre la religione appartiene alla sfera privata e della coscienza individuale.Inclusione e Pluralismo: Mira a garantire l'uguaglianza di tutte le confessioni e credenze, facilitando la pacifica convivenza in uno spazio pubblico pluralista.
Esempio: Una laicità intesa in senso positivo (come quella italiana) implica che lo Stato può collaborare con le Chiese (ad esempio, tramite Concordati) per garantire i diritti dei cittadini, pur mantenendo la propria autonomia.


⚔️ Laicismo: Atteggiamento Ideologico di Conflitto

Il Laicismo è spesso utilizzato per definire un atteggiamento più intransigente e ideologicamente orientato che, nel difendere i principi della laicità, si pone in contrasto o in aperta opposizione con le istituzioni religiose e i loro valori.Il termine è spesso usato con una connotazione critica (soprattutto dai gruppi religiosi) per indicare chi, in nome della laicità, cerca non solo la separazione, ma anche l'esclusione o la minimizzazione delle manifestazioni religiose dalla sfera pubblica.
Punti Chiave del Laicismo (nell'accezione critica)

  • Anticlericalismo: Tende a manifestare un'ostilità o una forte critica verso l'influenza delle Chiese (in particolare la Chiesa Cattolica) sulla politica e la società.
  • Rigidità Ideologica: Difende in modo intransigente i valori laici, talvolta arrivando a una intolleranza verso le fedi e le loro espressioni visibili nello spazio pubblico.
  • Esclusione Pubblica: Propugna la necessità di escludere le dottrine e i simboli religiosi dal funzionamento della cosa pubblica (scuole, uffici, istituzioni) in modo quasi assoluto.

Esempio: La legge francese del 2004 che proibisce i simboli religiosi "ostensibili" nelle scuole è talvolta citata come esempio di un modello di laicismo che interpreta la laicità in modo attivo e restrittivo (escludendo la religione da ampi settori pubblici), anziché in modo puramente neutrale (accettando la religione purché non interferisca con le leggi).

📋 Tabella Riassuntiva



CaratteristicaLaicità (Principio)Laicismo (Ideologia/Atteggiamento)
Obiettivo PrincipaleNeutralità e Garanzia della libertà per tutti.Affermazione dei valori laici, spesso in contrasto con la religione.
Relazione con la ReligioneSeparazione e Riconoscimento delle diverse fedi.Esclusione/Minimizzazione dell'influenza e della visibilità religiosa.
Spazio PubblicoInclusivo: accetta le manifestazioni private (simboli) purché non violino i diritti.Esclusivo: tende a richiedere la scomparsa dei simboli religiosi dallo spazio pubblico istituzionale.
ValutazioneTermine generalmente positivo, sinonimo di pluralismo e libertà.Termine spesso usato con connotazione negativa/spregiativa dai critici (come sinonimo di intolleranza antireligiosa).

La distinzione, dunque, è tra il valore pacifico e costituzionale della laicità e l'atteggiamento militante del laicismo. Quindi si alla Laicità vera che dovrebbe lasciare liberi senza nessun obbligo i bambini di conoscere altre religioni ed usanze diverse dalle loro e loro famiglia se farli aderire o meno , evitando polemiche del genere che non portano altro a strumentalizzazioni .In qwuanto «La laicità non significa censurare le tradizioni. Laicità significa libertà, non imposizione da parte di qualche dirigente scolastico o geitore che decide di rimuovere la storia pur di non pronunciare la parola “Gesù”. È una derivacome fa notare e fin qui siamo d'accordo un mio amico di destra « che colpisce l’identità italiana, ed è paradossale che avvenga proprio nelle scuole, dove dovremmo trasmettere cultura e radici, non eliminarle per paura di disturbare qualcuno».   e rispettare  chi sceglie di non   fare   il presepe  o  d'astenersi  se   dal collaborare  o accettare   caso  gli  altre lo fanno 


......

Poiche il servizio    di  mediaset  infinity  è coperto  a  copy  right   ho cercato    su   intenet  la   notizia    in questione  e  come primo  risultato    ho  trovato il  sito fogna   di  https://voxnews.org/ carico   i un nazionalismo  aggressivo e  fascistizzante     e  quino  ho dovuto    fare  un  altra  ricerca    ed  fortunatamente   ho  trovato la  notizia  ,  certo sempre  a  destra  ,     ma   pacata    e  civile,  pur  nella  faziosità   identitatria    ,  dal sito  che  riporto  sotto  

 Il Tempo 
Christian Campigli 29 novembre 2025

Volti oscurati di Gesù e Maria. Così Bruxelles omaggia l'Islam e Silvia Salis cancella il presepe






Èufficiale: essere cristiano, in questa Europa supina all'Islam e multietnica, è dannatamente complicato. Persino i festeggiamenti per la nostra festa più bella ed importante, il Natale, diventano ogni anno fonte di discussioni, di censura e di odiose ed inaccettabili storpiature. L'ultimo esempio, di un'interminabile serie, è quello occorso a Bruxelles. In pieno centro storico, nella Grand Place, sono stati raffigurati Maria, Giuseppe, Gesù bambino e i re Magi senza volto. Al posto delle loro facce solo un maxi disegno formato da pezzi di tessuto multicolore. Un patchwork di pessimo gusto realizzato in nome di una grottesca visione dell’inclusione. Come dire, per non offendere gli islamici, noi cristiani dobbiamo sottometterci e festeggiare le nostre tradizioni in silenzio.
Secondo quanto reso noto dal quotidiano belga La Libre, il team della stilista Victoria-Maria ha optato per lo strambo assemblaggio di tessuti grigi, rossi, beige, neri e marroni (sia chiaro: parliamo di tessuti di fine serie e materiali riciclati, mica stracci) per «riflettere tutte le tonalità della pelle, in modo che tutti possano vedersi rappresentati». Inoltre, l’opera è stata persino approvata dalla diocesi.
Una follia che non è certo passata inosservata. «È l’ennesima, vergognosa e inaccettabile, manifestazione della follia ideologica del politicamente corretto che, ancora una volta, colpisce a Bruxelles e finisce per sfregiare i simboli delle nostre radici cristiane – ha ricordato l'europarlamentare della Lega, Anna Maria Cisint - Una resa culturale totale: sottomessi al pensiero woke , piegati alla paura di offendere qualcuno, si arriva perfino a svuotare i nostri simboli più identitari. La sinistra europea, nel tentativo di inseguire i consensi di quelli che sperano possano diventare loro nuovi elettori, cede terreno, valori e tradizioni. Ma così facendo prepara la strada prima al nostro annullamento e poi alla nostra sostituzione [ ....    qui il  resto dell'articolo  ]


Un articolo anche se linguistamente pocato e poco aggressivo rispetto al siuto precedente ma delirante perchè è da Ignoranti e presuntuosi, oltre che in malefede si attaccano ipocritamente , infatti chissà come mai. non rivolgono le stesse osservazioni alle diverse reinterpretazioni dei presepiu napoletani , a queste sciocchezze ! . A mio avviso non conta se i visi non ci sono ma, sono sostituiti da piccoli, pezzi di stoffa colorata uniti gli uni agli altri, conta che è la ripresentazione della nascita di Gesù sia che la si celebra a dicembre sia o contrariamente alla tradizione cristiana che celebra la nascita il 25 dicembre, i Testimoni di Geova ed altri gruppi di Cristiani rifiutano categoricamente questa data. Secondo loro, Gesù sarebbe nato in ottobre, basandosi su calcoli biblici, storici e astronomici legati al ministero pubblico e alla cronologia dei Vangeli.. Quindi finiamola con la moda del perbenismo da ipocrita. Non c'è nessun scandalo in questo presepe.  Infatti    questa   destra  non avendo più uno straccio di argomento su cui attaccare un avversario politico , l’intera destra bigotta, retrograda e ipocrita si è scagliata in queste ore sulla sindaca di Genova Silvia Salis




perché - tenetevi forte - “non ha fatto il presepe a Palazzo Tursi”.Oddio. Apriti cielo! parlan di Laicità vedere il qui citato caso di Magliano e poi dicono : «Vergogna ! rifiuta i nostri valori,Tradisce la nostra cultura» e altre menate varie fa quasi tenerezza e sorridere - se non fossero pericolosi - vedere questi sedicenti cristiani, questi cristiani baciapile e baciarosari, sbavare bile e rabbia idrofoba perché una sindaca non fa il presepe, ma tradire e umiliare il messaggio cristiano ogni volta che si lascia morire un migrante in mare, un palestinese a Gaza, ogni volta che viene calpestata la fragilità di un essere umano, negata una coperta a chi vive per strada. Il presepe a Tursi, eccole, le grandi priorità della destra.C’è voluta una cattolica e una cristiana vera come Silvia Salis per insegnar loro il senso della parola laicità e il significato profondo del messaggio cristiano. Che non si fa solo ( per chi vuole farlo sia perchè ci crede sia per abitudine \ tradizione familiare , ecc ) con le statuine ma con quello che sei, che fai, che dai alle persone ogni giorno, nel modo in cui difendi e rispetti i loro diritti.Cosi pure dev'essere libera, comedicevo nelle righe precedenti la libertà se farlo o meno



1.7.25

Dolci e narcotiche gocce ---- mario domina blog la bottedidiogene

“Marx and Heine on a Walk” painting by Alisa Poret, USSR, 1960

 «La religione è il sospiro della creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore» – Marx scrive questa frase nel 1843, in un articolo di critica alla filosofia del diritto di Hegel; la frase, quantomai evocativa, si conclude con la celeberrima metafora della religione come oppio del popolo. Quel che molti non sanno, è che l’immagine non è farina del sacco di Marx, ma dell’amico poeta Heine, che in quel periodo frequentava a Parigi, da esule. Non solo: l’intenzione di Heine appare quasi opposta a quella di Marx (o, per la precisione,
all’interpretazione che se ne è per lo più data).Basti leggere il testo di Heine, che risale al 1840: «Il cielo fu inventato per uomini ai quali la terra non offre più nulla… Viva quest’invenzione! Viva una religione che all’umanità sofferente versò nell’amaro calice alcune dolci e narcotiche gocce, oppio spirituale, alcune gocce di amore, speranza e fede!».Ovviamente Marx, con afflato meno poetico, è più interessato ad una analisi socio-antropologica della religione, ad indagarne la funzione sociale ed, eventualmente, il suo farsi ostacolo dell’emancipazione. Appare cioè chiaro che a Marx – già qui incline al materialismo – interessi poco brandire la bandiera dell’ateismo, e molto di più fare analisi in vista di un’eventuale prassi (che non significa che Marx non fosse ateo, ma lo era a modo suo, per posizione più che per negazione).La domanda che possiamo farci oggi, in un’epoca in cui la religione (e il cielo esaltato da Heine) hanno perduto del tutto la loro funzione consolatoria, e d’altra parte non esiste più, almeno nell’immediato, alcuna fede o speranza più mondana di radicale trasformazione della società, così come fu il comunismo per oltre un secolo – è la seguente: quali altre costruzioni immaginarie o fedi hanno preso il loro posto, quali dèi o miti offrono ciò che la terra non sa più offrire?Non posso pensare che sia solo il denaro.

20.4.25

assurda e fanatica La richiesta dei genitori: «Nostra figlia di 11 anni a scuola con il niqab»

 


non sono  o  . Ma se tu sei o vieni,indipendentemente dalla tua o a vivere in un paese che ha usi diversi dai tuoi ne rispetti le comprese quelle etico\ morali . Non imponi le tue . Stesso discorso se io vengo nel tuo paese. quindi no a richieste assurde e come questa



da msn.it 

La richiesta dei genitori: «Nostra figlia di 11 anni a scuola con il niqab»



La richiesta è che la propria figlia potesse andare a scuola con il niqab, velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi. A portarla avanti i genitori di una ragazzina pakistana residente a Modena che si sono rivolti all’avvocato modenese Elisa Fangareggi, presidente di Time4Life, associazione che tra le altre cose offre consulenze legali gratuite per le famiglie. [...] 

27.12.24

Rahma ragazza algerina contro l’Algoritmo: una ragazza tunisina contro gli stereotipi dell’AI

ne  avevo già  parlato    in qualche  post   qui  sul  blog   . Ma  a  grande  richiesta        visto il n   delle  visualizzazioni     riporto   stavoltà  con  più notizie      la  storia      di  Rahma ragazza algerina  contro l’Algoritmo: una ragazza tunisina contro gli stereotipi dell’AI

da https://it.insideover.com/

 Rahma ha quindici anni, lunghi capelli neri ricci e occhi scuri. La faccia pulita, senza trucco né inganno, uno smalto color lilla alle unghie come tante sue coetanee. Ci risponde da casa, sotto l’occhio vigile ma non invadente della mamma, che la aiuta a ricordare luoghi e date. La sua è una piccola grande storia che da Sfax, sua città di origine, sta facendo il giro d’Italia.Ma andiamo con ordine. Rahma studia e vive nel piccolo e delizioso borgo di Lizzanello, in provincia di Lecce. Dalla Tunisia è arrivata come molti connazionali, a bordo di un barcone. È arrivata in Italia il 9 marzo del 2023 assieme a suo fratello Bayrem e alla mamma: una data che in famiglia ricordano con precisione chirurgica, marchiata a fuoco nella mente. Del loro sbarco, Rahma ricorda distintamente un gruppo di Carabinieri: le loro braccia e le loro divise sono le prime figure di accudimento e accoglienza che ha trovato nel nostro Paese: il segno della salvezza, della fine di una traversata che a tanti come lei è costata, invece, la morte.

Poi arriva la scuola, quella piccola splendida realtà che è l’Istituto “De Giorgi” di Lizzanello-Merine, dove da anni si pratica la “public history”, ovvero una metodologia che “fa” ricerca storica con e per le persone. Come ogni anno la scuola partecipa al Festival Internazionale della Public History, quest’anno intitolato “Gente in cammino. Storie di emigrazione di ieri e di oggi”. I ragazzi si mettono a lavoro e si stringono attorno ai loro compagni con background migratorio. La storia di Rahma e Bayrem va raccontata, come quella del loro compagno John, ghanese.Le prof responsabili del progetto, Anna Grazia Visti e Carmen Mazzeo, aiutano i ragazzi a realizzare un fumetto che racconti le peripezie dei ragazzi e delle loro famiglie. Nel tentativo di approcciarsi alle nuove tecnologie, provano a utilizzare l’intelligenza artificiale per creare le tavole del fumetto, di cui i ragazzi scriveranno “sceneggiatura” e dialoghi. Tutto regolare: volti, colori, ambientazioni. Ma al momento di disegnare il volto della piccola grande Rahma dietro il comando “ragazza tunisina”, il PC restituisce l’immagine di una giovane con il velo


Agli altri alunni potrebbe sembrare normale, del resto stanno appena imparando di più su quel mondo così lontano dal Salento.Ma Rahma punta i piedi.“Io non porto il velo!”, sbotta con le insegnanti. Lei vuole che i suoi capelli lunghi e ricci siano ben in mostra.Prova e riprova non c’è verso di “far capire” all’AI che una donna tunisina non necessariamente indossa il velo. E può perfino non essere di fede islamica. Rahma invece musulmana lo è, ma le è stato insegnato dalla sua mamma che può decidere liberamente. Lei l’hijab ha scelto di non indossarlo: è giovane, è libera, e vuole gustarsi quella libertà che dalla Tunisia è partita e che coltiva in Italia. Come racconterà la sua docente, Rahma da piccola ha indossato il velo, ma poi ha scelto di non portarlo più. Rahma ci racconta di essersi sentita triste e arrabbiata, perché l’intelligenza artificiale-che degli uomini dovrebbe raccontare-ha dipinto qualcosa che non le corrisponde e non ammette eccezioni.Alla fine, studenti e insegnanti, spazientiti, per poter creare un fumetto con una giovane tunisina senza velo, si vedono costretti a inserire il comando per generare l’immagine di un ragazzo tunisino. Un maschio. Così, il laboratorio e l’attività si trasformano da ricerca storica a riflessione sulla “stupidità” dell’intelligenza artificiale. O meglio, sugli stereotipi che ricercatori e programmatori hanno “insegnato” all’intelligenza artificiale che, nei fatti, è una macchina.La piccola storia di Rahma mette i bastoni fra le ruote a un meccanismo al quale stiamo affidando il futuro. “L’intelligenza artificiale non è dotata di pensiero. Siamo noi uomini che possiamo fare la differenzaW l’intelligenza umana, ora e per sempre”, chiosa la professoressa Visti. Rahma, intanto, sbalordita da tanta popolarità, prosegue nella sua vita di adolescente: studia, esce con gli amici, le piace fare sport. E poi vuole imparare bene il francese. Ma quando le chiediamo cosa vuole fare da grande, lei non ha dubbi: il carabiniere.

12.12.24

"Idioti gli slogan anti-Israele nelle piazze. I fanatici dell'islam? Criminali e mafiosi" intervista al IL GIORNALE DELL Imam Pallavicini (Coreis)

 ogni  tanto    a  destra      ci  sono  degli interventi interessanti    come  questo  

  da  ILGIORNALE   tramite  msn.it  

Imam Pallavicini (Coreis) dall'Europa alla Siria si parla di movimenti islamici. Perché c'è un problema islam?

«C'è, consiste innanzitutto nel problema del riconoscimento dei suoi interpreti autentici. Ci sono, schematizzando, due tipologie di rappresentanti dell'islam, il principale è quello che da 14 secoli vive le fede come dimensione civile e religiosa, interagendo e dando un contributo. Il secondo, da pochi secoli, sono altri interpreti, che abusano della religione e si servono dell'Islam in modo estremo e caricaturale come copertura per rivoluzioni di potere, fanatiche o formaliste».

L'islamismo è totalitario?

«Non ridurrei la questione al jihadismo. Hanno avuto dimensione autoritaria tutti coloro che hanno usato l'islam, ma anche chi lo ha rimosso, dopo la decadenza del califfato ottomano, nei vari tentativi di stampo nazionalista o panarabo o socialisteggiante che puntualmente non hanno funzionato, lasciando un vuoto riempito da fanta-califfati».

Non ne se esce. E Houellebecq vede in Occidente la «volontà di scomparire».

«Il problema è in tutte le correnti che hanno strumentalizzato o escluso l'islam. Ci sono esempi interessanti in Indonesia, Emirati, in Asia centrale, Marocco e Senegal, ma per il resto l'impatto con la modernità e la democrazia è tuttora irrisolto. Fra secolarizzazione estrema e fanatismo tribale, l'unica possibilità che vedo è l'islam d'occidente. Chiarendo su quali interpreti vogliamo investire. La fede in Dio è un diritto. L'Occidente non può sottostare ai ricatti. La sua eredità è anche una dimensione di pensiero profonda».

Fanatismo e rimozione della spiritualità sono due facce della medaglia?

«Se in Europa sparisce questa dimensione spirituale non so cosa succede. Mi preoccupa che i cristiani d'oriente diano per sconfitto il Cristianesimo d'occidente. Da imam dico che dobbiamo lavorare al risveglio dell'Occidente e delle sue nobili origini. Politica e fede sono stati profondamente corrotti».

Ma non c'è un fanatismo degli altri monoteismi.

«Ci sono stati cicli e fasi. Ora ci sono quei barbari e eversivi ma in 2 miliardi di musulmani. Una minoranza rumorosa arrogante, ignorante e violenta ma minoranza. Come la mafia rispetto alla Sicilia o le Brigate rosse a sinistra. I criminali devono essere trattati da criminali. Non legittimati come interlocutori. In Occidente la democrazia è confronto ma si è persa l'idea di un confine per condizionamenti di buonismo, ideologia e lobbies».

Anche Ratzinger parlava di un'Europa scristianizzata.

«Sì è vero. E la sua dottrina dava un preallarme all'occidente. Occorre sviluppare la fede autentica e la cultura vera, non le emozioni dell'arcobaleno, per indifferenti ed estremisti che non contribuiscono al bene comune».

Cosa pensa dei cortei in cui si inneggia a una Palestina «dal fiume al mare».

«Ci vedo arroganza e ignoranza. Questo slogan stupido dove porta? Gli ebrei non devono più stare in quella regione? Quale fondamento c'è in quest'espressione idiota? Io ho seguito la risoluzione Onu su Srebrenica. Genocidio è termine giuridico complesso. Diciamo le cose come stanno. Ci sono qui crimini di guerra, deportazioni, impedimenti agli aiuti umanitari alla popolazione e necessità di difesa e sicurezza dai terroristi e rapitori di Hamas. Il governo italiano sembra avere una politica chiara: no al terrorismo, difesa dei popoli e aiuti umanitari. Quelli che manifestano come aiutano i palestinesi? Come li aiutano se fanno l'errore di confondere Hamas con i palestinesi e i musulmani. Io sono un musulmano che non vuol confondere i musulmani con Hamas. Sostengo il popolo palestinese e quello israeliano e vorrei che vivessero insieme senza odio».

  Rispondo  alla  sua  domanda  :  « Gli ebrei non devono più stare in quella regione >> ?  Secondo  me  si    ci posso  e devono  stare  . La  palestina è  stata abitata   da  sempre   da   arabi e  ebrei (  prima  non sionisti  cioè    tutti  quelli  presenti   in loco   nonostante  la  diaspora   e quelli sionisti   cioè  delle varie  fasi  dell'Aliyah  )    e    mi  sembra   giusto  che   i due  popoli ( o  unico   popolo secondo  alcuni  in  quanto  entrambi  di cepo  semitico  )    vivano insieme  non importa se  in  due  stati  o  in unico  stato  . 

25.11.24

la chiesa pronta ad un passo indietro sull'ora di religione a scuola ?

  Per qualcuno era una noia mortale, un’imposizione statale   e  poi  dei genitori in un’Italia, quella degli anni precedenti  al  rinovo  concordatario   1984 , e  poi   dagli anni ‘90, sempre meno dalla sana e robusta costituzione cattolica; per altri, l’ora di religione, lodevoli eccezioni a parte, rappresentava un mero aggiornamento della dottrina frequentata da bambini. Questo era più che è oggi l’Irc (Insegnamento della religione
cattolica), dal momento che la materia negli istituti scolastici pubblici sta vivendo il suo tramonto strutturale, progressivo ed ineludibile tale da spingere la stessa Chiesa a ripensarla. Anche a costo di compiere un clamoroso passo indietro, rinunciando allo stesso insegnamento.?
Introdotta nel 1929 con il Concordato fra Stato e Santa Sede prima di essere sottoposta a restyling nel 1984 tramite la revisione concordataria che da obbligatoria l’ha resa facoltativa, l’ora di religione ha conosciuto daglia   anni  '90  ad oggi una disaffezione del 10%. I dati sono quelli diffusi dalla Conferenza episcopale italiana che, attraverso le sue 223 diocesi, nomina i docenti da mettere in cattedra, di concerto con le autorità scolastiche. Nell’anno 2022/23, circa 6,8 milioni di studenti, pari all’84% del totale, hanno scelto di frequentare l’ora di religione. La geografia del restante 16%, i cosiddetti non avvalentesi, cambia da regione a regione, nonché da ordine e grado degli istituti: si va dal 23% del nord Italia al 3,7% del sud, si sale dall’11,9% della primaria al 22% della secondaria di secondo grado.
Un’indagine pubblicata da You Trend, relativa all’anno 2020-2021, rivela che chi alle superiori sceglie di uscire durante l’Irc è il 16,1% degli allievi dei licei, il 22,8% di chi frequenta un istituto tecnico e il 23,5% di coloro che vanno al professionale. Anche tra gli studenti dei licei il quadro non è uniforme: i non avvalentesi sono il 14,3% nei Classici, il 15,7% degli Scientifici e il 28,4% negli Artistici.
I numeri raccontano un cambio di paradigma sociale anche rispetto a quarant’anni fa, quando è stato stipulato il Concordato in vigore. Inutile crogiolarsi su una maggioranza di avvalentesi in via di erosione, lascia intendere il vescovo Derio Olivero, presidente della Commissione episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Cei, che, su La rivista del clero italiano, ha di recente pubblicato un saggio nel quale prospetta un nuovo statuto dell’ora di religione. "Nel 1984 lo Stato riconosceva il valore della cultura religiosa e i principi del cattolicesimo come parte integrante del ‘patrimonio storico del popolo italiano’ – sottolinea il presule –. A differenza del ’29, l’insegnamento della religione non era più inteso come ‘fondamento e coronamento’ del sistema scolastico. Il clima era cambiato, ma nel frattempo è mutato ancora. Viviamo un inedito pluralismo religioso e una post secolarizzazione che, se non si traduce in una ripresa delle pratiche religiose tradizionali, evidenzia dinamiche di ricerca spirituale imprevedibili".
In questo contesto sfaccettato anche la presenza ecclesiale nella scuola andrebbe e potrebbe essere riconsiderata. Da qui la proposta   con  un  po'   di ritardo 🙄😜🧠 del ministro dell’Ecumenismo e del Dialogo della Cei. "Non più un’ora di religione cattolica, facoltativa, quanto piuttosto un insegnamento obbligatorio del fenomeno religioso in chiave plurale per abilitare lo studente a diventare un cittadino capace di meglio comprendere la società in cui si trova – spiega il vescovo Olivero –, favorendo uno spirito ecumenico verso chi professa altre confessioni cristiane, altre fedi così come verso i nones, cioè chi non appartiene ad alcuna religione". La Chiesa cattolica così "potrà fare un passo indietro, rinunciando a uno spazio che le spetta di diritto per far fare alla società un passo avanti. Il pluralismo religioso, inteso come tema educativo, aiuta a ripensare la laicità in termini inclusivi più che eslusivi o per sottrazione". La questione di un nuovo statuto dell’ora di religione dovrebbe essere discussa all’assemblea generale della Cei a novembre 2025. Ad oggi la rinuncia non sembra così scontata, meno controversa l’ipotesi di una rinuncia della Cei a selezionare i docenti di religione. Ma qualcosa si muove, la proposta è sul tavolo. E c’è un anno di tempo per acquisire la maggioranza dei vescovi votanti in assise.La  chiesa   saprà   fare un passo indietro   ed  accettarlo  o rimarrà  ferma   nel suo centro  di gravità  permanente  ?  chi  vivrà vedrà  . 


1.4.24

Diario di bordo n 41 anno II -amicizie feline , Uova di Pasqua più costose per la crisi del cacao che affonda le radici nella crisi climatica ., Nel mese di Ramadan come nella Pasqua la condivisione del cibo è sacra ., I nazisti andarono a caccia di balene per ottenere l’autarchia della margarina ., e altre storie

 Care lettrici e cari lettori, buona pasquetta.
Spero che ieri abbiate passato un sereno giorno di festa. E che anche oggi possiate trascorrere la giornata all'aria aperta (tempo permettendo) con le persone a voi più care. Se avrete tempo per leggere, in questa newsletter trovate oggi articoli e racconti presi  come  sempre  di più ampio respiro, slegati (   almeno  ci  ho  provato  )  dalla pressione dell'attualità.




25 m ·

In Corso Matteotti a Tempio, c'è una coppia inseparabile che ha catturato il cuore di tutti: Anita e Rocco, due gatti affascinanti per la loro dolcezza e pulizia. Questi amici pelosi hanno scelto di celebrare la loro amicizia ritrovandosi, da anni, sempre davanti allo stesso negozio. Stanno diventando un simbolo per le
passeggiate quotidiane dei cittadini di Tempio, attirando sorrisi e saluti affettuosi dai passanti. Osservandoli, non ho potuto fare a meno di notare l'onda di tenerezza che suscitano in chiunque li incontri. Anita e Rocco non sono solo compagni di vita, ma anche testimoni silenziosi delle storie che si snodano attorno a loro. Condividere la loro storia è un modo per celebrare l'amicizia perché spesso, nel loro piccolo, gli animali sanno insegnare qualcosa a noi umani.
Poi io adoro i gatti, quindi non posso che pubblicare questa foto







------

  da   :www.editorialedomani.it/


Uova di Pasqua più costose: la crisi del cacao affonda le radici nella crisi climatica

I prezzi alle stelle del cacao di questi ultimi mesi sono lo specchio di come gli eventi estremi legati al cambiamento climatico stiano già modificando le disponibilità di alcuni dei prodotti alimentari più diffusi e consumati al mondoCacao amaro. Non tanto nel gusto, ma certamente nel prezzo a tonnellata, che è quasi quintuplicato rispetto agli scambi del 2020. In questi giorni a New York una tonnellata di cacao è arrivata a toccare quota 10.000 dollari.A parità di peso, il cacao vale oltre 11 volte più del petrolio. Una crisi di tutto il settore, ma che affonda le sue radici in Africa Occidentale, dove si produce il 70 per cento delle fave di cacao a livello globale. Già nelle prime settimane di marzo, infatti, i principali impianti di lavorazione in Costa d’Avorio e Ghana segnalavano di aver interrotto o ridotto le operazioni perché i prezzi delle fave erano troppo elevati, non permettendo loro di acquistare la materia prima.E tutto questo arrivava dopo un’eccezionale ondata di calore che ha colpito l’area del golfo di Guinea e che ha indubbiamente avuto un impatto anche sul settore agricolo. Molti contadini infatti riportavano danni alle colture, riduzione nella crescita delle piante e un rallentamento in quella dei baccelli, causati proprio dalle temperature estremamente elevate per la stagione.
ONDATA DI CALORE ANOMALAA febbraio, l’Africa Occidentale è stata colpita da un’ondata di caldo insolitamente intensa per l’inizio della stagione, con temperature che normalmente non vengono raggiunte fino a marzo o aprile. Il caldo più intenso si è verificato dall’11 al 15 febbraio, con temperature superiori a 40°C.
Secondo uno studio pubblicato dalla World Weather Attribution (Wwa) la combinazione di temperature elevate e di aria relativamente umida ha portato a valori medi dell’indice di calore di circa 50°C, mentre a livello locale i valori hanno raggiunto addirittura il livello di “pericolo estremo”, con valori percepiti fino a 60°C. Secondo i ricercatori l’indice di calore è più elevato di 4°C a causa dei cambiamenti climatici in atto, e gli eventi di caldo umido così intensi sono diventati 10 volte più probabili con un aumento delle temperature medie di 1,2°C (l’attuale riscaldamento registrato a livello globale).
UOVA DI PASQUA
Non solo. Nel dicembre 2023 la Costa d’Avorio e il Ghana, i due maggiori paesi produttori di fave di cacao al mondo, hanno registrato piogge intense che hanno decimato le rese delle coltivazioni. Precipitazioni totali che sono state più del doppio della media trentennale per quel periodo dell’anno.Le condizioni umide estreme hanno così portato molte piante a contrarre la cosiddetta “malattia del baccello nero”, che causa la marcescenza dei frutti della pianta del cacao. Tuttavia, queste condizioni umide sono state rapidamente seguite dalla siccità tipica di El Niño a febbraio 2024, portando a un’ulteriore perdita dato che la coltura del cacao è estremamente sensibile alla carenza d’acqua. Gli agricoltori si son così trovati dall’avere troppa acqua a non averne abbastanza.
«Gli agricoltori dell’Africa Occidentale che coltivano l’ingrediente principale delle uova di Pasqua che molti di noi non vedono l’ora di ricevere stanno lottando contro condizioni estreme di caldo e di precipitazioni intense», ha commentato in un recente rapporto Amber Sawyer, analista presso l’Energy and Climate Intelligence Unit (Eciu) inglese. Mentre Ben Clarke, assistente di ricerca sull’analisi e l’interpretazione dei dati climatici per le condizioni meteorologiche estreme presso il Grantham Institute, ha sottolineato come «il cambiamento climatico, guidato sempre più dal consumo di combustibili fossili, sta moltiplicando questa sfida naturale in molte regioni, alimentando condizioni sempre più estreme, devastando i raccolti e facendo aumentare i costi del cibo per tutti».
CHI PAGA QUESTA CRISI ?
Fa riflettere un punto su tutti. Chi sta pagando per questa crisi? Certamente i consumatori, che si ritrovano con prezzi al dettaglio estremamente elevati.Ma se guardiamo dall’altra parte della catena la situazione è ancora peggiore: basti considerare che, in media, il 70 per cento del valore totale e il 90 per cento dei margini totali generati dai coltivatori di cacao vanno agli ultimi due attori della catena: ai marchi e ai rivenditori. A monte, solo il 18,6 per cento del valore totale e meno del 7,5 per cento del margine totale sono generati dalla forza lavoro presente nei paesi produttori di cacao (dalla coltivazione del cacao fino alle esportazioni delle fave).C’è da chiedersi, quindi, chi stia realmente guadagnando da quella che sembra essere una crisi di approvvigionamento mondiale, mentre la cioccolata sta diventando sempre più un bene di lusso.


-------

Nel mese di Ramadan come nella Pasqua la condivisione del cibo è sacra

Cibo e religione sono legati da un connubio antichissimo. Si vede nel rito della messa, ma anche nell’islam, con l’Iftar, il pasto conviviale che spezza il digiuno nel mese di Ramadan La celeberrima frase «L’uomo è ciò che mangia», formulata nell’Ottocento dal filosofo Feuerbach, contiene in sé una verità umana fondamentale. Se andiamo al di là del senso materialistico con cui il filosofo la intendeva, ci rendiamo conto che il cibo non è solo l’alimento necessario per la sopravvivenza fisica, ma è anche un importante segnale attraverso il quale l’uomo interagisce con il prossimo, condividendo le gioie ma anche i dolori. Al di là dei nutrienti, il cibo risulta “condito” da un profondo valore simbolico e conviviale la cui massima espressione la si ritrova in gran parte delle religioni. Il cibo allora rappresenta un importante paradigma che non solo predispone il contatto tra gli uomini ma realizza anche l’incontro con la divinità.Cibo e religione sono legati da un connubio che risale alla notte dei tempi. Sono i dettami alimentari e i precetti da rispettare a tracciare il fil rouge che lega le tre religioni monoteiste, cristianesimo, ebraismo e islam.

Oggi, abituati a mangiare da soli, talvolta in piedi e spesso compiendo altre azioni, le religioni ci ricordano che il cibo non è solo un elemento materiale, ma è un dono di Dio e il sedersi a tavola insieme è espressione di intimità non solo tra i commensali ma anche con il divino.

Prendete e mangiatene tutti


In questo contesto trova ampio respiro la dimensione conviviale del cristianesimo che secondo Montanari, storico dell’alimentazione, è emersa nel momento in cui da religione di popolo si è aperta a religione universale, scegliendo di condividere e rispettare gli usi di tutti.Nei cristiani, l’espressione più significativa della convivialità la si ritrova nell’ultima cena quando Cristo spezza il pane e lo con-divide insieme al vino con gli apostoli. Basti pensare che, la messa si celebra intorno ad un altare che è ara sacrificale, dove viene “reso presente” il sacrificio di Cristo, e mensa conviviale, dove la famiglia di Dio partecipa al banchetto eucaristico. La messa, infatti, è proprio un pasto comune in cui “si mangia Dio”.Tutto ruota intorno al «Prendete e mangiatene tutti...» dove nel condividere un pasto c’è un elemento di partecipazione tra i membri del convito, partecipazione che viene estremizzata perché uno dei membri assimila a sé gli altri e da loro vuole essere assimilato.Ciò che il cristianesimo condanna è l’atteggiamento egoistico di trattenere tutto il cibo per sé: è la voracità a rappresentare un principio antisociale, d’altronde anche Dante colloca i golosi all’inferno. E a dare il buon esempio, non poteva che essere Gesù: mangia con chiunque lo inviti e non solo con gli amici, tanto che l’ultima cena si svolge a casa di un estraneo.
L’Iftar
E a proposito di condivisione del cibo, non possiamo non fare cenno alla singolare condivisione del cibo che spezza il digiuno quotidiano durante il Ramadan. Nel nono mese lunare di ogni anno i musulmani compiono un digiuno durante il quale non è possibile ingoiare nemmeno una briciola né deglutire liquidi, dall’alba fino al tramonto.
Il digiuno, sawm, introdotto da Maometto nell’anno 624, ha lo scopo sia di esercitare l’autocontrollo, ponendo il credente di fronte alle sue dipendenze fisiche e mentali, sia di dimostrare amore per Allah e rispetto per i poveri.
Ebbene, durante questo mese c’è un momento della giornata molto significativo: l’Iftar, la rottura del digiuno al calar del sole. Questo pasto serale permette di recuperare le forze spese durante le attività quotidiane che non vengono sospese.
Ma c’è una sfumatura di significato che va oltre il puro interesse sostanziale del cibo: per il musulmano che osserva il precetto, condividere il pasto dopo il digiuno, non solo è incontro con il divino ma ha un profondo valore comunitario. I fedeli sono uno di fronte all’altro con la propria individualità ed insieme condividono la vita e i beni della terra.
Dopo il tramonto, la condivisione di pasti e di cibo si moltiplica non solo nelle case, ma anche nelle moschee e, in alcuni paesi, anche ai lati delle strade che si affollano di banchetti che vendono cibo. La rottura del digiuno porta con sé una convivialità così estremizzata che i musulmani tendono a stare svegli più a lungo nelle ore notturne tanto che il ritmo sonno-veglia è alterato.
L’ospitalità e lo stare insieme sono infatti caratteri religiosi importanti per la società islamica, soprattutto se legati alla misericordia, principio fondamentale per il profeta che amava gli Iftar collettivi e aveva piacere di rompere il digiuno insieme ai poveri. Una delle sue raccomandazioni era proprio quella che i compagni non celebrassero l’Iftar da soli ma che coinvolgessero poveri ed emarginati.
Tre datteri sono i protagonisti dell’Iftar accompagnati da un bicchiere di acqua o di latte per preparare lo stomaco al pasto successivo, proprio sull’esempio di Maometto che «…celebrava l’Iftar con datteri freschi, se non ne aveva, altrimenti utilizzava i datteri secchi ed in mancanza anche di quelli, con acqua» (Abu Dawood).
Dopo i datteri, rigorosamente in numero dispari, si alternano altre due portate: una zuppa a base di lenticchie, pollo, avena e patate seguita da un’ulteriore portata più abbondante e varia, con carne, verdure e formaggi.

Leggi   anche  
Natale in Egitto, i copti tra tradizioni culinarie e il terrore del fondamentalismo islamista ( Youssef Hassan Holgado ) 


-----

I nazisti a caccia di balene per ottenere l’autarchia della margarina

Anche il regime di Hitler aveva grandi aspirazioni autarchiche. Che passarono però dalla ricerca di un animale molto particolare. A un certo punto balenò l’idea di produrre margarina usando il grasso dei cetacei. Tanto da provare a conquistare un pezzo di AntartideSi racconta che Adolf Hitler fosse rimasto particolarmente sconvolto dalle conseguenze del blocco navale che gli inglesi imposero alla Germania nel 1914, durante il primo conflitto mondiale. Le condizioni in cui riversava il paese lo convinsero della fondamentale importanza per una nazione di avvicinarsi il più possibile all’autarchia, per non dipendere in alcun modo da nazioni estere.Al tempo, un terzo del fabbisogno della popolazione tedesca veniva importato e, a causa della restrizione operata per mano della Royal Navy, si stima che nel paese persero la vita 800mila persone, soprattutto per la mancanza di cibo. Quando nel 1933 salì al potere, il Führer pianificò di evitare gli errori dei suoi predecessori: il popolo tedesco avrebbe avuto la sua margarina.

La margarina

Nel 1869 il chimico francese Hippolyte Mège-Mouriès, spinto da un cospicuo premio finanziario offerto da Napoleone III, brevettò un nuovo grasso spalmabile a base di sego bovino e latte. Chiamò il prodotto Margarin, un termine derivato dalla parola greca margaritēs che significa perla, per via del suo aspetto bianco e lucente. L’imperatore era convinto che questa alternativa, più economica del burro, avrebbe giovato alle classi sociali più indigenti. Se in Francia però questo prodotto non fu mai davvero apprezzato, la margarina diventò fondamentale nelle cucine tedesche del primo dopoguerra. Dopo il trattato di Versailles la Germania si trovò a dover affrontare un periodo di grande instabilità economica e in questo contesto drammatico trovare un’alternativa più accessibile al burro fu una salvezza per tanti. Quando in sostituzione del latte vaccino si scoprì che era possibile utilizzare gli scarti di grasso animale abbassandone ancora di più il prezzo, questa antagonista del burro si diffuse ancora di più tra le classi meno abbienti.Si stima che in quel periodo il consumo annuo di margarina tedesco fosse di circa otto chili pro-capite. Di pari passo con la sua popolarità però crescevano anche i timori legati a questo prodotto controverso: prima di tutto perché si scontrava con gli interessi degli agricoltori tedeschi che producevano burro e vedevano le loro produzioni minacciate, in secondo luogo perché la margarina veniva prodotta a partire da grassi importati da altre nazioni.

L’opzione balena

Nel contesto dell’ascesa del nazionalsocialismo, queste condizioni risultavano essere semplicemente inaccettabili. Quando il partito nazista salì al potere nel 1933 infatti, la produzione di margarina venne ridotta del 40 per cento per legge e venne imposta anche una tassa sui grassi di origine estera, in modo da favorire la produzione di burro tedesco. Nel 1936 Adolf Hitler annunciò il celebre piano quadriennale, un ambizioso programma economico il cui obiettivo finale era quello dell’autarchia entro il 1940. L’incarico di gestire il programma venne affidato a Hermann Göring, al tempo un semplice funzionario nazista di alto rango, diventato successivamente leader della Gestapo e consegnato alla storia come il secondo uomo più potente del Reich.

Tra i molti punti del piano, che spaziavano dal riarmo della nazione alla costruzione di nuove infrastrutture, venne anche ridisegnato l’approvvigionamento dei grassi e in particolare dell’olio di balena, ingrediente fondamentale sia per l’industria bellica (utile, ad esempio, nel processo di creazione della nitroglicerina) che per la realizzazione di prodotti alimentari. Nello stesso periodo il cherosene, una nuova sostanza raffinata a partire dal petrolio, si stava diffondendo sempre più velocemente come combustibile economico per le lampade a olio, soppiantando proprio l’olio di balena fino ad allora impiegato e producendo un’eccedenza che non si capiva come poter smaltire. Furono due aziende produttrici di margarina a capire che quel grasso poteva essere impiegato come ingrediente nelle loro ricette. Il paese che forniva la quasi totalità di questo ingrediente era la Norvegia, che si era spinta fino all’antartico per la caccia dei cetacei, a causa della decimazione già avvenuta in tempi precedenti nell’oceano Atlantico. Göring iniziò quindi a valutare l’idea di compiere una spedizione per far sì che anche la Germania potesse avere un proprio accesso alle acque antartiche, assicurandosi tutto l’approvvigionamento di olio di cui necessitava per soddisfare i consumi dei tedeschi. Nell’agosto del 1936, il ministro degli Esteri Konstantin von Neurath trovò un territorio non reclamato in Antartide e l’idea prese definitivamente forma. L’area designata era nota come Queen Maud Land ed era stata precedentemente esplorata proprio dai norvegesi, che le diedero il nome della loro regina. La spedizione fu organizzata nell’estate del 1938 e alla guida fu posto Alfred Ritscher, un comandante navale decorato della Prima guerra mondiale. La nave Schwabenland, dal nome della regione tedesca della Svevia, salpò da Amburgo il 17 dicembre 1938 e alla spedizione presero parte 82 persone tra scienziati, ufficiali e balenieri, più due aeroplani utili per la ricognizione di tutto il territorio dall’alto. La porzione di territorio destinata ad essere conquistata si sarebbe chiamata Neu-Schwabenland, o Nuova Svevia. A bordo dell’imbarcazione un ufficiale nazista si occupava di controllare il rispetto degli standard richiesti dal regime. Ci volle un mese prima che l’imbarcazione raggiungesse la costa antartica e una volta approdati l’equipaggio iniziò subito a cartografare la regione.

Piano sfumato

Le cose però andarono diversamente da come erano state pianificate. Il 14 gennaio 1939 infatti, mentre la baleniera era ancora in viaggio, attraverso una proclamazione reale la Norvegia decise di ufficializzare la propria rivendicazione sulla Terra della Regina Maud. Per questo motivo la spedizione non durò a lungo e il 5 febbraio del 1939 la nave ripartì per la Germania. Tornato a mani vuote, Göring cercò un modo per risolvere la situazione. Venne a sapere di un farmacista che aveva scoperto come sintetizzare la margarina dal carbone, il suo nome era Arthur Imhausen. ùIl comandante convinse il partito nazista ad investire sulla nuova promettente tecnologia e quando Hiltler venne informato della scoperta, ne fu entusiasta. Possiamo immaginare che lo fosse meno nell’apprendere che la reputazione del suo partito stava venendo salvata da un uomo di origine ebrea, ma in quel momento l’autarchia era più importante.


legi anche 
  
L’autarchia impossibile del fascismo Andrea Strafile
La torta fascista per sostituire il panettone Alberto Grandi

-------







Quest’anno si va in gita l’anno prossimo


I casi di Pioltello e di Torino hanno oscurato altri problemi, che riguardano molti più studenti in numerosi istituti. Per la precisione, per il 50% degli studenti, quest’anno, le gite scolastiche rimarranno un miraggio. La ragione principale è quella economica, con le famiglie che fanno fatica a permettersi l’esborso per mandare i figli in viaggio. Ma questo aspetto tocca anche i professori, che da tempo chiedono compensi maggiori per l’impegno e la responsabilità che si assumono in questi contesti. 👉🏼 Gite scolastiche? Per uno studente su due sono un miraggio: costano troppo e i docenti non vogliono partire








Le università telematiche rischiano di chiudere


Negli ultimi mesi si è complicata anche la situazione delle università telematiche. Tutto verte attorno al rapporto tra il numero degli studenti e quello dei professori. Nelle università telematiche c’è un professore ogni 380 alunni, in quelle tradizionali lo stesso rapporto è oltre dieci volte minore: 28,5. Differenza eccessiva secondo un decreto del governo Draghi, che stando ai termini attuali deve essere sanata entro il prossimo novembre. Al momento, però, una soluzione sembra lontana.
👉🏼 Università telematiche, boom di studenti ma rischio fallimento con le regole di Draghi. Il governo Meloni le salverà?


I problemi della primavera in anticipo


La primavera non è solo la stagione delle gite scolastiche. È anche quella delle scampagnate, delle allergie e delle giornate tiepide. Protagoniste del periodo che anche quest’anno si sono presentate ben prima del normale. Già prima dell’equinozio le temperature di molte città italiane si sono avvicinate ai 20 gradi, mandando in tilt le simbiosi naturali tra fiori e rispettivi impollinatori, anticipando la fine del letargo di molti animali, e mettendo la parola fine a un inverno che non è mai veramente iniziato.👉🏼 L'equinozio di primavera arriva un giorno prima con temperature sopra la media

Sulle Alpi manca la neve e lo sci muore

Gli inverni sempre più caldi non stanno mettendo a repentaglio solo gli equilibri naturali, ma anche le attività umane. In questi anni, a soffrire particolarmente è stato lo sci, con decine e decine di impianti che ogni stagione chiudono definitivamente, e centinaia d’altri che continuano a sopravvivere solo grazie a centinaia di milioni di euro di finanziamenti pubblici. Iniezioni di liquidità definite da Legambiente come un «accanimento terapeutico».👉🏼 «150 milioni di soldi pubblici agli impianti sono accanimento terapeutico»


Il nuovo codice della strada non agisce sulla principale causa di morte sulle strade

Le giornate lunghe e il tepore spingono tante persone a rispolverare la bicicletta e a unirsi a quelli che invece la usano tutto l’anno per fare attività sportiva o semplicemente spostarsi. L’uso della bici come mezzo di trasporto è tra le soluzioni più efficaci per agevolare gli spostamenti nei centri urbani, eppure il nuovo codice della strada, al voto in questi giorni alla Camera dei Deputati prima di passare al Senato, ha diverse misure che penalizzano i ciclisti e gli altri utenti deboli della strada. Il nuovo testo è stato duramente criticato da esperti ed attivisti. Infatti l’obiettivo dichiarato dal ministero dei Trasporti di Matteo Salvini è ridurre il numero di vittime sulle strade, ma non agisce sulla prima causa di morte: la velocità dei veicoli a motore. Anzi, propone di alzare i limiti, riduce la facoltà di controllo e quella di multare i contravventori.👉🏼 Il nuovo codice della strada al voto alla Camera: «È un codice della strage, così non rende le strade più sicure»


Perché le auto elettriche non si ricaricano con la dinamo


Una mobilità più sostenibile passa anche da una decarbonizzazione dei mezzi a motore, che dovranno cedere il passo alla mobilità attiva e a quelli elettrici. Da giorni è diventata virale   soprattutot sui  social  e   condivisa  anche  da  me  che  sono ignorante  in materia  nonostante  abbia  fatto  il liceo scientifico     , un’immagine che mostra la ruota di un’auto elettrica collegata a una dinamo. Una soluzione apparentemente semplice per estendere di molto la durata della batteria del mezzo. Ma che in realtà è solo controproducente.
👉🏼 L’auto elettrica che (non) si ricarica con la dinamo






Se sei arrivato fino a qui, grazie per il tempo che ci hai dedicato. Ti aspettiamo per le prossime puntate e… ricorda che mi \  ci  trovi anche su  facebook ,  Instagram, Threads, Twitter













Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...