metttendo ordine fra l'email ho trovato questo numero della newsletters del blog la botte di diogene
Il “male” – in forma di guerra o annichilimento dell’altro o di radicale irrelatezza – ci appare per lo più come lontano da noi: i barbari stanno sempre al di là dei confini della cosiddetta “civiltà”. C’è una sorta di esotismo del male: non possono essere i nostri simili a commetterlo. Sono sempre gli altri, i russi, gli islamici, i terroristi, gli slavi, i selvaggi… Tutti, ma non noi. Poi però ti ritrovi con l'”unica democrazia” in mezzo a tutti quei barbari, che compie un genocidio e commette i peggiori crimini, fino ad arrivare ad organizzare dei tour di gente munita di cannocchiale – un po’ come succede nella Salò di Pasolini – che osserva sadicamente il lavoro dell’esercito dalle alture intorno a Gaza. Ma nella civilissima Europa avevamo già fatto di meglio: a Sarajevo, tra il 1993 e il 1995, all’eccidio di 11mila civili partecipò un certo numero di cittadini di diversi paesi europei – tra cui un po’ di italiani – così come si partecipa ad una battuta di caccia, giusto per divertirsi nel fine settimana. Cioè: alcuni “umani” pagavano per sparare ad altri umani inermi – e, nel caso di bambini, le tariffe erano maggiorate. Lo si sapeva da tempo (un libro e un documentario sloveno lo avevano già documentato – mentre ora un giudice milanese ha aperto un’inchiesta), ma messo in fila con tutti gli altri fatti e nel nuovo contesto di pulsioni guerrafondaie, ci restituisce un quadro antropologico di una desolazione senza limiti. Altro che tramonto dell’occidente! Del resto Primo Levi ci aveva avvertiti.
C’era un tempo in cui erano chiari ed inequivocabili il concetto di “
progresso” e quello di “umanità”: per chi, come me, era nato nei primi anni ’60, ovvero pochi anni dopo la guerra mondiale, in un periodo di grande crescita e di grandi promesse (la cosiddetta “grande accelerazione”), significava l’adesione incondizionata ad un programma universale: mai più guerra, mai più Shoah, mai più Hiroshima, mai più morte per fame. MAI PIÙ .il trauma che stiamo vivendo riguarda proprio la rimozione di quei tabù: non che in questi 80 anni non ci siano state guerre, stragi di civili e carestie, ma nel discorso pubblico generale era diventato inammissibile, illegale, immorale che ciò avvenisse. Oggi non è più così, si parla tranquillamente di danni collaterali, di difesa della propria esistenza e dei propri valori a costo della distruzione di vite inermi, giustificando l’orrore. Si parla di riviere a Gaza, di espulsioni di massa e di annessioni. Si spara su chi già sta morendo di fame. Quel patrimonio comune e universale è stato spazzato via a partire dal 7 ottobre, non solo nella sostanza, ma anche nella forma e nel linguaggio.Sì certo, c’erano state le guerre jugoslave (a proposito degli smemorati che cianciano del lungo periodo di pace in Europa) e quelle mediorientali, le cosiddette “guerre umanitarie” con tanto di esportazione della democrazia a suon di bombe – ma siamo ormai ad un punto di non ritorno. Anche la corsa al riarmo e il nucleare non sono più dei tabù: sono anzi ritenuti dei dispositivi necessari (persino dei volani per l’economia) a protezione del progresso e della “democrazia” – parola che non ha più alcun senso, basti vedere da quali bocche viene farfugliata. Tutti quei “mai più” girano a vuoto e – come ebbe a dire il pastore luterano di Betlemme Munther Isaac – “noi ci risolleveremo, l’abbiamo sempre fatto, anche se questa volta sarà più difficile. Non so voi però, voi che siete rimasti a guardare mentre ci sterminavano. Non so se potrete mai risollevarvi
“Marx and Heine on a Walk” painting by Alisa Poret, USSR, 1960
«La religione è il sospiro della creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore» –Marxscrive questa frase nel 1843, in un articolo di critica alla filosofia del diritto di Hegel; la frase, quantomai evocativa, si conclude con la celeberrima metafora della religione come oppio del popolo. Quel che molti non sanno, è che l’immagine non è farina del sacco di Marx, ma dell’amico poetaHeine, che in quel periodo frequentava a Parigi, da esule. Non solo: l’intenzione di Heine appare quasi opposta a quella di Marx (o, per la precisione,
all’interpretazione che se ne è per lo più data).Basti leggere il testo di Heine, che risale al 1840: «Il cielo fu inventato per uomini ai quali la terra non offre più nulla… Viva quest’invenzione! Viva una religione che all’umanità sofferente versò nell’amaro calice alcune dolci e narcotiche gocce, oppio spirituale, alcune gocce di amore, speranza e fede!».Ovviamente Marx, con afflato meno poetico, è più interessato ad una analisi socio-antropologica della religione, ad indagarne la funzione sociale ed, eventualmente, il suo farsi ostacolo dell’emancipazione. Appare cioè chiaro che a Marx – già qui incline al materialismo – interessi poco brandire la bandiera dell’ateismo, e molto di più fare analisi in vista di un’eventuale prassi (che non significa che Marx non fosse ateo, ma lo era a modo suo, per posizione più che per negazione).La domanda che possiamo farci oggi, in un’epoca in cui la religione (e il cielo esaltato da Heine) hanno perduto del tutto la loro funzione consolatoria, e d’altra parte non esiste più, almeno nell’immediato, alcuna fede o speranza più mondana di radicale trasformazione della società, così come fu il comunismo per oltre un secolo – è la seguente: quali altre costruzioni immaginarie o fedi hanno preso il loro posto, quali dèi o miti offrono ciò che la terra non sa più offrire?Non posso pensare che sia solo il denaro.
Nel nuovo clima di caccia alle streghe si sente spesso parlare di "irrazionalità". I no-vax, ma anche i no-qualunque-cosa, sarebbero "irrazionali". In TV ci si spinge spesso oltre, definendoli come dei "pazzi" (noto di passaggio che l'uso del concetto di "follia" ricorre come se Basaglia non fosse mai esistito). C'è una nuova religione dell'ortodossia razionale che decide che cosa non lo è (non è certo una novità nella storia): gli "irrazionali", però, non sono solo i terrapiattisti, quelli delle scie chimiche, i negatori della realtà, gli anti-scientisti, i diffusori di bufale, ecc.ecc.: la categoria può allargarsi a dismisura ricomprendendo tutti quelli che si rivolgono a forme di medicina alternativa o naturale, i cultori dell'agricoltura biodinamica, i militanti notav, i salutisti radicali, gli eremiti, gli scettici, i non allineati, e così via. È interessante notare che i guardiani militanti della "razionalità" ufficiale dicono di "credere" nella scienza. Come se poi la scienza non avesse favorito cose irrazionalissime, tipo la bomba atomica o le armi batteriologiche o un'espansione malsana e distruttiva della specie in ogni ecosistema. Ovvio che il problema non è "la" scienza in sé (che, tra l'altro, non può essere compatta e monolitica per definizione), ma la sua commistione con i sistemi economico-politici (salvo che qualcuno creda ancora alla favola della neutralità di scienza e tecnica). ..... continua su https://mariodomina.wordpress.com/2021/12/06/irrazionale/
Cari Utenti vecchi e nuovi
IL post d'oggi prendete spunto da un commento idiota ed ignorante lasciato., vedere sotto , sulla bacheca della nostra appendice facebook .
Una persona che : preferisce ascoltare coloro che : << urlano teorie\ rincorrono morali\la propaganda vince\con frasi sempre uguali >> * e quindi ha : << ha rinunciato \ad avere un'opinione\mio fratello ha rinunciato\in cambio di un padrone che sceglie al suo posto\ e che non può sbagliare\perché ormai nessuno lo riesce a giudicare >>* ., oppure non riesce a guardare all'oggi ma guarda o si basa solo sul passato in cui prevalevano le vecchie ideologie ( fascismo e comunismo) cioè al secolo scorso ed ignora che proprio nell'ultimo periodo d'esso con la fine della guerra fredda e il crollo di uno dei suoi protagonisti ne ha segnato la fine di quel tipo d'ideologie .
Ora come un fenomeno carsico è riemersa quella domanda del titolo che mi posi all'epoca della mia adolescenza , prima di definirla , come una sovrastruttura mentale concezione dovuta : all'ascolto di questa famosa canzone di Gaber
in particolare il ritornello
[...] L'ideologia, l'ideologia
Malgrado tutto credo ancora che ci sia
È la passione, l'ossessione
Della tua diversità
Che al momento dove è andata non si sa
Dove non si sa, dove non si sa. [...]
alla lettura \ studio per un esame di storia dela filosofia all'università del libro l'unico e la sua proprietà di Max Stiner ( pseudonimo di Johann Caspar Schmidt1806 – 1856 ) ., alla lettura del blog filosofico La Botte di Diogene – blog filosofico di riflessione, critica e discussione filosofica a cura del compagno di strada facebookiano Mario Domina . Poi il post prima citato mi ha portato a chiedermi , come da titolo , ma cosa è l'ideologia e d è ancora attuale ?
Dopo un accesa discussione con il compagno di strada ( l'ho intervistato per il nostro blog nel lontano 2017 raccontando la sua storia di mugnaio - filosofo ) Daniele Carbini
IO cosa è per te l'ideologia ? ed oggi esiste ancora ? o è solo un retaggio del passato ?
LUI
IO
veramente io ti ho chiesto per te , non la definizione dell'enciclopedia . cmq grazie lo stesso
LUI
Veramente le parole hanno un significato preciso Non è che pioggia ha un significato diverso per ognuno.
IO ok va bene
anche se un po' strano per un filosofo . mi ricordano le lezioni del mio povero prof di filosofia delle superiori che quando gli chiedevi se poteva rispiegartelo meglio che non avevi capito quel pensiero di un autore anziché usare parole diverse te lo ripeteva uguale
LUI
Mi hai fatto una domanda a cui ho risposto. L’ideologia ha un significato chiaro e definito. Non esiste un significato per me o per te. Se non ti piace è un problema tuo. È già tanto che a domanda stupida (per un laureto in filosofia) ho risposto in modo cortese e puntuale.
IO ok 🙄😥
Ogni elemento o complesso di elementi che si aggiungono e si sovrappongono alla struttura originaria (anche in senso astratto) senza essere o diventare parte integrante di questa: l’organizzazione della mostra risente di troppe sovrastrutture. In partic., qualsiasi atteggiamento o manifestazione dell’individuo, del pensiero, dell’arte, ecc., che non nasca da un’esigenza interiore ma si sovrapponga a ciò che è intimo e reale senza affondare in questo le sue radici: un uomo schietto, senza s. mentali; un romanzo, un dramma appesantito da s. ideologiche. b. Nel pensiero marxiano, il complesso delle istituzioni giuridiche e politiche, delle leggi, delle forme religiose, artistiche, filosofiche, generalmente. considerate come forme sociali di coscienza che corrispondono, dipendendone, alla struttura economica della società
Tesi che collima con le ricerche fattew( di cui trovate sotto gli url per chi volesse approfondire l'argomento ) sopratutto dopo il ritornello di questa canzone del comico dado
Ma sopratutto , e qui rispondo alla domanda esiste ancora ?
Certo che esiste ancora oggi anche se in diverse forme di quelle dei secoli XIX e XX secolo infatti possiamo parlare da dopo 11\9\01 ** d'ideologia del terrore \ dell'odio . Ecco quindi che andando al di là del significato del termine vedi discussione con daniele e gli url sotto ed i collegamenti ipertestuali delk linl mi viene in mente una bella frase di Jean Paul Sartre: “Le ideologie sono libertà mentre si fanno, oppressione quando sono fatte” ed una riflessione bellissima, trovata mentre cercavo una definizione del termine , di Eugène Ionesco ( 1909 – 1994 ): “In nome della religione, si tortura, si perseguita, si costruiscono pire. Sotto il manto delle ideologie, si massacra, si tortura e si uccide. In nome della giustizia si punisce. In nome dell'amore per il proprio Paese o per la propria razza si odiano altri Paesi, li si disprezza, li si massacra. In nome dell'uguaglianza e della fratellanza si sopprime e si tortura. Fini e mezzi non hanno nulla in comune, i mezzi vanno ben oltre i fini. Ideologie e religione sono gli alibi dei malvagi”.>> Concludo con questa frase venutami ora in mente una bella frase di Jean Paul Sartre ( 1905 -1980 ) “Le ideologie sono libertà mentre si fanno, oppressione quando sono fatte”.