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4.10.25

Il cacciatore di virus: «Nella pandemia la paura è stata la mia compagna» Ferdinando Coghe, 69 anni, va in pensione: «Viaggerò con mia moglie, e ho un progetto»

 UNIONE  SARDA  4\10\2025





«Un viaggio in crociera? No, per carità, non mi sono mai piaciute le crociere. Sto programmando un lungo fine settimana da qualche parte nella Penisola e poi un viaggio in un luogo lontano, magari in Cina».

Lei e sua moglie.

«Con del tempo tutto per noi, finalmente. Ha sopportato stoicamente le mie lunghe assenze dovute al lavoro, e le devo riconoscere il merito di avermi sempre incoraggiato e sostenuto, anche durante i tempi bui della pandemia».

È assai strano parlare di vacanze e sentimenti col medico che – in tema di virus, tamponi molecolari, sequenziamento, regole di igiene – durante il Covid (e non solo) è stato uno dei punti di riferimento più importanti in Sardegna, tanto da aver ricevuto l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica. Dopo quarant’anni di onorato servizio, il dottor Ferdinando Coghe è arrivato al traguardo della pensione. Sessantanove anni, originario di Uta, laurea in Medicina e specializzazione in Anatomia patologica, i primi incarichi nel laboratorio del “Santa Barbara” di Iglesias e di interno dell’Università al “San Giovanni di Dio”, ha lasciato l’altro ieri il laboratorio di analisi del policlinico di Cagliari (che ha diretto per quasi due decenni) e la direzione sanitaria dell’azienda ospedaliera. Dalla sua postazione tra provette e macchinari, ha indagato per una vita il sangue, i tessuti e gli umori dei sardi, ma il grande pubblico ha imparato a conoscerlo durante gli anni della pandemia di Covid poiché il laboratorio dell’Aou è diventato il centro di riferimento per l’analisi e il sequenziamento dei tamponi nel Sud Sardegna. In tre anni di emergenza ben 620mila tamponi molecolari.

Il Covid è diventato un’influenza.

«I vaccini hanno fatto il loro lavoro, e l’ha fatto anche la natura infettando e immunizzando la popolazione. Fermo restando che, pure chi lo ha passato potrebbe contrarre nuovamente il virus con la comparsa di nuove varianti».

Quali saranno le prossime?

«Non possiamo saperlo, speriamo che non siano aggressive e che continui tutto così com’è. Io credo comunque che l’epopea del coronavirus si possa dichiarare chiusa. Poi è chiaro che, se contagiati, i fragili continueranno ad avere conseguenze più importanti rispetto ai giovani e sani».

Alpha, Gamma, Delta, Omicron, brasiliana, inglese eccetera. Le varianti venivano smascherate dal sequenziamento…

«Il sequenziamento del genoma del virus che ci dice qual è il suo codice genetico, da dove viene e come potrebbe comportarsi. Un esame fondamentale dal punto di vista epidemiologico per valutare gli interventi».

Lo si fa ancora?

«Certamente. Come laboratorio di riferimento continuiamo a mandare i dati alla piattaforma informatica dell’Istituto superiore di Sanità, che raccoglie quelli in arrivo da tutta Italia per poi trasmetterli al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie».

È ancora necessaria la mascherina?

«Tutte le malattie che si diffondono per aerosol dovrebbero essere soggette a questa regola. Se prendessimo esempio dal Giappone, Paese che amo e dove c’è una cultura spiccata per il rispetto dell’altro, vedremmo che usano la mascherina per non contagiare e per non farsi contagiare. Serve buon senso e sensibilità».

Vero, però la mascherina non viene più usata neanche da chi lavora in ospedale.

«Non è così. La mascherina non è utilizzata nei corridoi, che sono luogo di passaggio e non di cura».

Virus a parte…

«Il laboratorio dell’Aou di Cagliari è anche il centro di riferimento per le arbovirosi, malattie causate da virus trasmessi da vettori come zanzare e zecche, e quindi copre tutta la diagnostica su West Nile, Dengue, Chikungunya, Zika, Usutu eccetera».

Un lavoro impegnativo?

«È un’attività in emergenza urgenza visto che la diagnosi va fatta quanto prima possibile, e noi l’abbiamo sempre garantita entro 8, 12 ore. A differenza del Covid, poi, che prevede un test molecolare, la procedura è più complessa perché, per esempio, vanno fatte indagini su più matrici».

L’allerta oggi riguarda la West Nile.

«È una malattia che è diventata endemica da poco. Abbiamo il virus che circola perché ha come serbatoio i volatili e come vettore la zanzara. Per fortuna il numero dei casi sintomatici è basso, anche se i dati ci suggeriscono attenzione sul cluster di popolazione interessata...».

I non sintomatici.

«Che sono tanti di più dei 41 pazienti positivi a oggi. Siccome si valuta che l’1,5 per cento dei casi è sintomatico, è evidente che questa porzione è parte di una fetta più ampia. Bisogna rivedere alcuni aspetti delle misure in atto».

Per il resto, un laboratorio di analisi chimico-cliniche cosa fa?

«Esamina le matrici biologiche per supportare i medici nella formazione della diagnosi, nel monitoraggio dell’andamento di una malattia, o nell’individuare gli agenti patogeni che hanno determinato una patologia».

Esami condotti su sangue, tessuti, pus…

«Esattamente. E muco, liquido cerebrospinale, espettorati eccetera eccetera».

C’è un’emergenza, in particolare, che ha visto crescere negli ultimi anni?

«La resistenza agli antibiotici, sia in ambito ospedaliero che territoriale. Dentro l’azienda abbiamo sistemi diagnostici molto rapidi che ci permettono di individuare questi patogeni e di avvertire immediatamente il comitato per le infezioni ospedaliere, la direzione medica di presidio e i direttori della strutture complesse».

Avrà nostalgia del lavoro?

«Al policlinico lascio una squadra molto preparata che sicuramente farà bene, anche meglio di quanto ho fatto io. Per il resto, ho un progetto...».

Viaggiare.

«Non solo. È un progetto di digital pathology che mi permette di esercitare la mia specializzazione in anatomia patologica. Continuerò dunque a lavorare con un bel gruppo: c’è il radiologo, l’oncologo, il patologo, l’ingegnere che si occupa di algoritmi e di intelligenza artificiale».

Una società?

«Non abbiamo ancora deciso la forma».

C’è stato un momento, durante la pandemia, in cui ha avuto davvero paura?

«Non un momento, io ho letteralmente convissuto con la paura. Vede, l’idea di creare il laboratorio Covid è stata mia. Sapevo che avrei esposto i miei collaboratori a un rischio enorme, e questo pensiero mi atterriva perché se qualcuno si fosse ammalato, andando magari incontro a conseguenze gravi, mi sarei sentito responsabile. Al contempo, mi sono attrezzato...».

In che senso?

«Ho studiato come fare tanti tamponi e bene, ma allo stesso tempo ho messo a punto un protocollo di protezione. Ho fatto il carabiniere, ma devo dire che, in quel periodo, da me non si è mai infettato nessuno. Lo dico con una punta di orgoglio, anche se devo ammettere che siamo stati molto fortunati».

26.9.24

Papà no vax curava i figli con “acqua magica” e teneva lontana la mamma vaccinata: «Attenti, è radioattiva»

 capisco   che  non ti  voglia  vaccinare   e  cerchi cure  alternativa  .  Ma    questa  è pura  follia  .  non  puoi imporre  a  gli altri    le  tue  scelte  



Un no vax a processo. Da quando si era vaccinata contro il Covid l'ex marito aveva convinto i figli che fosse «radioattiva» e non consentiva loro di avvicinarla. L'uomo è ora imputato a Bergamo e come

riferisce l'edizione locale del Corriere della Sera la donna ha di nuovo con sé da un mese i due ragazzi di 16 e 13 anni che erano stati in comunità per tre anni per riprendersi da quelli che, secondo l'accusa, sono stati i maltrattamenti psicologici del padre.
No vax, acqua magica e processo
Il padre, con cui è separata dal 2017, ha perso la responsabilità genitoriale e da fine agosto ha il divieto di avvicinamento. Le difficoltà erano già sorte nel 2018 ma dal marzo 2021, quando la donna si era vaccinata contro il Covid, erano divenuti insostenibili. «Non venivano più a tavola con me, si cucinavano loro da mangiare dicendomi "tu non puoi toccare", non salivano in auto, se mi sedevo sul divano mi spingevano via con calci e pugni», ha raccontato in aula. In quel momento i figli avevano 13 e 10 anni.
«Mi dicevano che ero radioattiva» ed è convinta che glielo avesse inculcato l'ex marito. Nel capo di imputazione è scritto che l'uomo li «persuadeva di non avvicinarsi alla madre per almeno 40 giorni» dopo la vaccinazione». «Diceva "ragazzi uscite, che non è niente", che il Covid non esisteva e la mascherina era dannosa. La mettevano abbassata. Fece saltare loro la scuola, il più grande venne bocciato in terza media per le assenze» e prima della pandemia, «aveva sospeso l'antibiotico a uno dei nostri figli quando nel fine settimana erano con lui». Invece «dava loro boccette con dell'acqua magica, io le svuotavo e mettevo l'acqua normale» ha raccontato, aggiungendo che l'ex marito «imponeva le mani sui bambini dicendo che avrebbe assorbito il loro dolore» Nel 2022 l'imputato era stato prosciolto dal gup «perché il fatto non sussiste» e il giudice parlò di una «preoccupazione iperprotettiva per i figli», su cui potrebbe aver inciso la parziale incapacità di intendere e volere riconosciuta dal perito. Su ricorso del pm, però, la Corte d'Appello ha mandato l'uomo a processo.

18.3.24

padri di Daniela Tuscano

 Oggi si commemorano le vittime del #covid19. La ricorrenza è nazionale, ma nessuno la simboleggia meglio di Jihad, il giovane #palestinese che ogni giorno si arrampicava sulla parete dell'ospedale

dov'era ricoverata sua madre Rasma Salama, per poterla vegliare da lontano. In molti siamo stati Jihad, o avremmo voluto esserlo. Molti hanno salutato i propri cari solo dietro un vetro. Altri non hanno avuto nemmeno questa possibilità. Da allora sono trascorsi quattro anni. Rasma nel frattempo è deceduta, di Jihad abbiamo perso le tracce, ma la #Palestina sanguina più che mai; e il mondo intero trema sotto l'incubo di una #guerra, la #pandemia più devastante di tutte.Il «vaccino» in verità ci sarebbe. È il vaccino del #figlio, di chi sa di essere amato e a sua volta ama. Non esiste altro rimedio per le infermità che incontriamo o ci procuriamo.







💐
Oggi è anche una pagina cittadina, milanese, grigia Da #annidipiombo. Quegli anni non erano formidabili, ma #faustoejaio sì. Figli per sempre, rossi, #comunisti. Soprattutto, rossi di garofano, come il petalo allegato al necrologio di una mia amica dell'epoca. Un garofano di 46 anni accompagnato da una grafia adolescenziale, perché chi muore come Fausto e Jaio, per mano di #neofascisti (quelli veri) che controllavano il mercato della #droga, può essere solo giovanissimo. A Fausto e Jaio faceva male il mondo, avevano sogni, volevano liberare i loro coetanei dalla tossicodipendenza. Impresa impossibile, da folli; un «gioco da ragazzi»! Formidabili quegli anni? No. Formidabile, assurda la giovinezza, che una volta era tanta e affollata.

💐
Dai figli ai #padri. È morto il #19marzo, giorno di #sangiuseppe, e si chiamava Giuseppe. Era padre come #giuseppedinazareth, «putativo». #donpeppediana pensava a tutti i suoi «figli». Parlava con la sua presenza, col suo stare a #casaldiprincipe. Lo chiamavano «prete #anticamorra», ma era un prete che faceva il prete. Anch'egli aveva sogni, come i vecchi e i bambini del profeta #Gioele. Anch'egli fu tolto di mezzo «con ingiusta sentenza ». Ma senza questi padri - e questi figli - «sconfitti», l'umanità sarebbe scomparsa da un pezzo. Forse, non sarebbe mai esistita.

28.12.21

la pandemia da covid ha fatto e sta facendo morire anche la pietà


   in sottofondo

da https://www.terzobinario.it/
«Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza.» perchè le  file   dei  no  vax ( foto a   sinistra  )  per  farsi il tampone  Stanno mettendo in crisi la pietà degli italiani. Infatti  i tanti, troppi No Vax uccisi dalla malattia che negavano, e dunque con-dannati a quel contrappasso che impietosiva persino Dante. Generalmente l’Italia della misericordia, il popolo che nelle disgrazie dà il meglio di sé, non solo non perdona, ma neppure sembra commuoversi per questi morti senza  vaccino   o  per  i loro appelli  spesso  coerenti  ma  generalmente   a modo  di lacrime  di coccodrillo E forse perché la ferocia dei primi due anni di pandemia, con quelle bare che, nell’inverno del 2020, furono caricate sui camion militari verso una cremazione senza sepoltura, sono oggi “memoria collettiva”, sono il passato che, come dicono i filosofi della Storia, perduta l’urgenza, “pende sul presente come una mannaia” ma  di cui  viene  ignorate  ,  basti  vedere le  piazze reali e  virtuali  dei novax  co la  (  la maggior parte  )   arroganza  fisico e verbale  .

Forse perché 

i nomi di quelle vittime non sono ancora stati incisi sulle colonne di marmo dei Monumenti ai Caduti, l’Italia dunque sembra negare alla perduta gente dei No Vax, pentiti o irriducibili che siano, quella pietà che concede a tutte le povere vittime, fossero pure di se stessi: lasciate ogni speranza, o voi che entrate.

                                          Francesco  merlo repubblica  [  articolo integrale  a  pagamento\  per abbonati  ]  20\12\2021 ]

cosa  che   ho  provato    a farlo  anch'io  nei post :  1)  irrazionale ., 2) Un bel tacer non fu mai scritto.  le lacrime di coccodrillo  dei  no vax e .....   

<< Eppure --- sempre  secondo   Merlo   ----   noi italiani abbiamo sofferto per la mamma assassina di Cogne. E i battiti del cuore ci hanno impedito di accanirci su Olindo e Rosa, mostri assassini ma innamorati. E davanti alla vigliaccheria criminale di Schettino ci ha addolcito il riconoscerlo come nostro fratello. >> Invece adesso un’implacabile soddisfazione rischia di diffondersi nel Paese della Pietà di Michelangelo proprio mentre cresce l’elenco di quelli che muoiono perché non ci credono, perché non se la bevono, e nonostante siano dolorose e persino strazianti le loro pene e le loro “lacrime impure”.  Ecco alcuni  casi :  Anna Caruso, l’infermiera di 64 anni dell’ospedale di Alessandria che un mese prima di morire diceva: “Io questo virus, a questo punto, mi auguro di prenderlo; piuttosto che morire strisciando meglio morire in piedi”. Ci vuole molto più pudore ed è davvero necessario governare il cinismo quando l’ammalato No Vax sta ancora lottando contro il Covid. Del professor Festini al Carreggi, e di Mauro da Mantova che nei suoi sfoghi alla radio degli “sfogati” (la Zanzara di Cruciani e Parenzo) già malato si vantava di andare al supermercato con 38 di febbre “per fare l’untore”.  Per  il  l'ultimo   il caso  della preside   di  un  liceo   della mia  città  ù



 La verità è che questi poveracci, già da sani, farebbero a tutti gli italiani una gran pena se il covid non avesse aggredito la solidarietà e imbrattato anche la carità. 


https://www.repubblica.it/podcast/audio-rubrica/la-carezza/2021/12/19/news/nel_paese_della_pieta_non_c_e_spazio_per_i_caduti_no_vax-330864959/

8.12.21

irrazionale

leggi anche
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2021/12/ormai-dovrebbe-essere-chiara-la.html


Nel nuovo clima di caccia alle streghe si sente spesso parlare di "irrazionalità". I no-vax, ma anche i no-qualunque-cosa, sarebbero "irrazionali". In TV ci si spinge spesso oltre, definendoli come dei "pazzi" (noto di passaggio che l'uso del concetto di "follia" ricorre come se Basaglia non fosse mai esistito).
C'è una nuova religione dell'ortodossia razionale che decide che cosa non lo è (non è certo una novità nella storia): gli "irrazionali", però, non sono solo i terrapiattisti, quelli delle scie chimiche, i negatori della realtà, gli anti-scientisti, i diffusori di bufale, ecc.ecc.: la categoria può allargarsi a dismisura ricomprendendo tutti quelli che si rivolgono a forme di medicina alternativa o naturale, i cultori dell'agricoltura biodinamica, i militanti notav, i salutisti radicali, gli eremiti, gli scettici, i non allineati, e così via.
È interessante notare che i guardiani militanti della "razionalità" ufficiale dicono di "credere" nella scienza. Come se poi la scienza non avesse favorito cose irrazionalissime, tipo la bomba atomica o le armi batteriologiche o un'espansione malsana e distruttiva della specie in ogni ecosistema.
Ovvio che il problema non è "la" scienza in sé (che, tra l'altro, non può essere compatta e monolitica per definizione), ma la sua commistione con i sistemi economico-politici (salvo che qualcuno creda ancora alla favola della neutralità di scienza e tecnica).   ..... 
continua  su    https://mariodomina.wordpress.com/2021/12/06/irrazionale/

15.11.21

No vax e Covid, il medico Amedeo Giorgetti : "Vi curo, ma poi cambiate ambulatorio"

 leggi  anche 


Si è sentito dire di tutto. “Non mi fido”. “Non è vero niente”. “Chissà cosa ci mettete dentro...”Alla fine Amedeo Giorgetti, 65 anni, medico di famiglia di Recanati, ha detto basta. Ha affisso fuori dalla porta dello studio un cartello che recita:
“Caro paziente, il Covid ha devastato la vita umana e professionale. Fino a oggi, il vaccino è l’unica arma per non ammalarsi. Se ha qualche dubbio o timore, sono a disposizione. Se invece crede che il vaccino sia una pericolosa arma in mano alle multinazionali del farmaco con la connivenza di noi medici di famiglia, è pregato di cambiare ambulatorio perché non tollero queste accuse stupide e offensive.”
Li curerà, perché questo è quel che prevede il giuramento di Ippocrate e la deontologia professionale. Ma, una volta superata la malattia, li ricuserà. Il gesto forte contro no vax è stato annunciato dal dottor Amedeo Giorgetti che ha il suo ambulatorio nel centro di Recanati, la città natale di Giacomo Leopardi. E fuori dal suo studio ha già affisso un messaggio evocativo che serve da monito a tutti i suoi pazienti che ancora non si sono vaccinati. Dopodiché, una volta guarito, Giorgetti andrà direttamente alla Asl e ricuserà il paziente no-vax. Lo ha già fatto. Il messaggio è chiarissimo.

Infatti ecco cosa scrive https://www.open.online/ del 15 NOVEMBRE 2021 - 07:28

Il medico di famiglia stufo dei pazienti No vax: «Basta farmi prendere a pesci in faccia: li guarisco e li mollo»
                                di Giovanni Ruggiero




Nella chat con oltre mille esperti tra medici e giuristi anti Covid, il medico di Recanati ha già raccolto grande sostegno: dopo il cartello affisso alla porta del suo ambulatorio, non ha più intenzione di tollerare pazienti che rifiutano il vaccino
La rivolta dei medici di famiglia contro i No vax parte dalla piccola Recanati, con il dottor Amedeo Giorgetti fermamente convinto a rinunciare ai suoi pazienti se continuano a rifiutare con ostinazione il vaccino anti Covid. Intervistato dal Corriere della Sera, il medico racconta di aver già raccolto grande sostegno tra i colleghi che animano la chat «Renaissance team vs Covid», un gruppo di oltre mille
professionisti che vanno da Matteo Bassetti al presidente di Gimbe Nino Cartabellotta, passando per componenti del Cts e dell’Iss, ma che aderiscono al gruppo a titolo personale per un confronto continuo sulla lotta alla pandemia. Quello spinto dal dottor. Giorgetti è un ribaltamento di fronte nel completato e spesso esasperante rapporto con chi di farsi curare non ha alcuna intenzione. Tutto sarebbe partito quando il medico ha affisso fuori dalla sua porta un cartello che è tutto un programma: «Caro paziente, il Covid ha devastato la vita umana e professionale. Fino a oggi, il vaccino è l’unica arma per non ammalarsi. Se ha qualche dubbio o timore, sono a disposizione. Se invece crede che il vaccino sia una pericolosa arma in mano alle multinazionali del farmaco con la connivenza di noi medici di famiglia, è pregato di cambiare ambulatorio perché non tollero queste accuse stupide e offensive».
«Chissà cosa ci mettete dentro»
L’intenzione di Giorgetti è di andare direttamente alla propria Asl e ricusare il paziente No vax, ovviamente: «Solo dopo averlo guarito». E un caso c’è già stato: «Un mio paziente 55enne – spiega il medico – obeso, iperteso e diabetico, col quale da sei mesi sto discutendo per cercare di convincerlo a fare il vaccino e lui: “No, per carità, chissà che mi mettete dentro”. È risultato positivo al tampone». L’equipe medica Usca, spedita da Giorgetti, lo ha seguito per le cure domiciliari, è guarito e a quel punto le strade tra i due si sono separate: «Gli ho detto che una volta guarito avrebbe dovuto cambiare medico. Così ha fatto, per fortuna sua e mia». Il messaggio che Giorgetti vuole lanciare è chiaro: «Basta avere a che fare con gente mi tratta a pesci in faccia e quando prende il Covid non solo pretende di ricevere immediatamente assistenza, ma usa arroganza. Voglio dare un segnale forte ai No vax: se continuate così, il vostro medico vi lascia».

29.8.21

non occorre essere costituzionalisti o esperti di legge per dire che il decreto sul Green pass \ lasciapassare è fatta male

  In  sottofondo
Green Pass · Vincent Deboers Relax

 Generalmente  uso     facebook  per   ripondere  al  commenti    dei post    che  scrivo  o condivido       , ma quando  la  risposta  è troppo lunga  , meglio un altro canale  comunicativo ,  il  blog  a cui  l'account   e  la pagina  sono appendici  ,   in questo  caso  .  Nel  post   d'oggi  rispondo    a     questo   commento
Se accampi diritti hai anche doveri..
haagione perché la legge sul green pass è fatta a .... Ultimamente siete diventati anche costituzionalisti, grande posto FB, specialisti a gogò..
fattomi  su  questo   post  https://bit.ly/3BrUyw9   Non  c'è bidsogno d'essere  costituzionalisti    per  dire    che    questo provvedimento  è  fatto a  ....    ed   il dereto  è  applicato   come dimostrano questi due     video   caustici  di  del comico  Dado




 Io sono per  il green pass  ,  ma  l'applicazione  dev'essere     fatta bene     e    per tutti  allo stesso modo Infatti    a mio  avviso    tale strumento   andrebbe  usato   per  luoghi   molto  frequentati    come  entri commerciali , estetisti  , ecc  .  Infatti   nel mio paese  (  circa  10\2 mila  abitanti  )   i  focolai     si sono diffusi perchè   gente    contagiata     che  dovrebbe  rimanere  in quarantena domiciliare    è  andata    dall'estetita  o  fare la  spesa .  Quindi  in tutti i luoghi    e non  in alcuni si ed  altri no     come  dice   la  lettera  , anonima   come  al  solito  ,  publicata  dal sito cittadino Gallura news   e  da me   commentata     nel  post  prima  citata  
Allora, io sono ligio anche se critico alle regole soprattutto quando riguardano la salute pubblica , o almeno cerco di esserlo, sono bi-vaccinato, ho il Green pass e non faccio che scrivere "editoriali " ed condividere post per dire che i no vax e i noGreen pass [ termine generici perchè non tutti\e che fanno questa scelta la fanno perchè sono creduloni di bufale ascientifiche , ma lo fanno per paura e per motivi di salute ] sbagliano a  non tentare o  a combattere . E ricevo fior di lettere ed commenti civili la magffior parte  dei medesimi no vax e no Green pass, i quali tentano di spiegarmi che hanno ragione loro, che gli effetti a lungo termine, che la sperimentazione, che le case farmaceutiche, che tanto è come un raffreddore... Eh no, ribadisco io, soprattutot  neoi  confronti     degli ultimi due  casi  ascoltate i medici delle terapie intensive, guardate le cifre, leggete le tremende confessioni di chi dal letto d’ospedale si dice pentito di aver rifiutato la punturina. Mi sembra tutto così limpido, così lineare: se sei vaccinato va tutto bene, se non lo sei corri rischi, e oltretutto non puoi andare a cena fuori, al cinema, allo stadio, al museo eccetera eccetera. Sarebbe proprio il caso di dire: più chiaro di così si muore.
Ecco perché non mi va giù la faccenda dei ristoranti che obbligano i “Greenpassisti” amangiare al chiuso. Sì, perché in giro per l’Italia sta succedendo esattamente questo (vedi anche   una delel tantger  lettere    ricevute      riportata  sotto )  . In questo ultimo anno, anno e mezzo moltissimi locali si sono dotati di tavoli all’aperto, e tanti di loro adesso “riservano” quei posti a chi non è vaccinato. Tu Greenpassista magari hai prenotato proprio in quel ristorantino che conosci, dove sai che mangerai vista mare (o montagne), ti presenti con la famiglia, esibisci orgoglioso la tua patentina verde e - sorpresa - il gestore ti prega di accomodarti all’interno, già bello pieno, ed è rimasto solo posto all’uscita della cucina, o davanti alla porta del cesso, o a un metro dal forno delle pizze. Protesti, certo. Ma lui, il gestore, poveretto, ti spiega che già aveva rischiato di chiudere baracca, e quindi non può permettersi di perdere gli incassi dei no vax. Li fa mangiare all’aperto, che altro deve fare ? E tu, caro cliente ligio alle regole, siediti brontolando dove loro, i resistenti, i refrattari, i complottisti, i paurosi non possono entrare. È la beffa del momento. La grande rivincita dei no vax  . Sì, proprio quelli che ti guardano sogghignandomentre sbafano gli spaghetti alle vongole godendosi il bicchiere di bianco ghiacciato, l’aria pulita, il cielo terso, la dolce risacca della spiaggetta lì sotto, e intanto a te tocca l’antro buio e impregnato degli odori di fritto. A me non è (ancora) capitato, ma se ne parla, eccome. E non si può neppure dare la colpa ai ristoratori che, salvo rare eccezioni, ce la devono mettere tutta per non fallire. Prendersela col governo, allora? Che senso avrebbe? L’introduzione del Green pass è una misura doverosa, pensata per ridurre le occasioni di contagio e in definitiva garantire la salute di tutti. Faccio appello ai miei sbiaditi ricordi universitari di Filosofia: questa vicendami pare l’esemplificazione perfetta di quel fenomeno che si chiama (attenzione: espressione difficile 😒) eterogenesi dei fini. Cioè, tu compi un’azione che ha un determinato scopo (in questo caso, agevolare chi è vaccinato) e per una serie di circostanze esterne ottieni l’effetto opposto (in questo caso, agevolare chi non è vaccinato).Vabbè, passerà anche questa. Come si usa dire, c’è di peggio, nella vita, che cenare al chiuso, e c’èdimolto peggio in questa pandemia. Anche perché questo famigeratoGreen pass, finora, non sembra aver attecchito più di tanto. A parte chemolti vaccinati non riescono ad averlo (vedi la lettera di Silvia nella pagina seguente), non sempre viene chiesto, e non sempre viene verificato con l’apposita app. Quando succede, però, è una grande soddisfazione anche se momentanea visto che i controlli fatti a ... casaccio nel sapere che , anche se non mi piace tanto essere monitorato ed reputo il green pass il green pass per come 'è applicato è una gran cazzata, enorme proprio, un ricatto , ma non essendoci altri sistemi per monitorare l'epidemia e fare il tracciamento lo acetto  , sto andando da qualche parte in sicurezza anzi che stare in casa quasi h24 .




Caro Ulisse
le scrivo nella speranza di dare visibilità ad un problema di cui non si sta parlando molto: la schiera di coloro che, pur avendo diritto al Green pass, si ritrovano ghettizzati perché a causa di intoppi burocratici non sono ancora in possesso del documento. Sono stata vaccinata ormai più di tre mesi fa, dopo la prima dose mi sono accorta che il codice fiscale riportato sul certificato vaccinale era errato. Poco male, mi sono detta, il giorno del richiamo lo farò correggere. Cosa che avviene. Ma passano i giorni e il codice non arriva. Inizio ad attivarmi, illudendomi di risolvere in breve tempo. Purtroppo non è stato così e a oggi, 23 agosto, mi ritrovo senza documento e con una gastrite derivante dalla frustrazione di non riuscire in nessun modo a risolvere il guaio. Il numero 1500 e la mail predisposti dal ministero si limitano ad attivare segnalazioni che regolarmente cadono nel vuoto. Ho contattato Asl, Ats, centri vaccinali e tutti sostengono di non poter fare nulla. Il ministero rimanda all’Asl, l’Asl rimanda al centro vaccinale, il centro vaccinale rimanda al ministero. Morale, io a oggi non posso andare a mangiare una pizza, entrare in unmuseo, prendere un treno e la lista potrebbe continuare. Mi chiedo se il governo non può, in questa fase, allentare la rigidità del controllo rendendo valido, almeno temporaneamente, il certificato vaccinale. Complimenti per la rivista, nella mia casa da almeno 40 anni ogni settimana.
Silvia


Cara Silvia, non saprei dirle quanti vaccinati siano nella sua stessa situazione visto che ogno giorno sui media e sui social comaiono proteste ed lamentele . Personalmente, conosco almeno un’altra persona che, regolarmente vaccinata, non riesce ad avere il Green pass. E la sua proposta mi sembra ragionevole e da prendere in considerazione .

 




17.8.21

un radical chic ipocrita mette ko un arrogante .

 Voglio "  tranquillizzare " miei utenti e  non  solo che  mi  dicono che sto  difendendo  Salmo   .  Se    ci  si sofferma   solo  al  titolo : << il gesto di salmo  è  idiozia  ma anche no >>  del precedente  post   lohgico  che   si crede  ciò  , se  invece  si  legge per  intero l'articolo   si capisce  che    io sto solo    affermendo che il gestoi di Salmo  è comprensibile     cosa  diversa   dasl  giustificabile  .  Provate  voi  artisti   o  pseudo  artisti a fare  concerti con regole  contrdditorie  e  cosi stringenti  ,  e sopratutto rispettate  da poch  vedi   il festeggiamento   del campionato e  degli europei    di calcio  .
Però come  ,  fanno notare  ,  le   fonti citate  nel post  precedente  mi fanno dare    ragione   , SIC    al  radical chic  pensiero a  sinistra  portafoglio a destra  . 



Mi fermo ho già sprecato troppo tempo a parlare di , gusti personali , queste nullità pseudo-musicali e  de degli  eventuali   artisti  ( o pseudo tali )  e personaggi    ormai  in declino  che   diranno la loro  per  avere  una  chance   di ritornare  in  auge  o  far  parlare  di se  

24.6.21

La battaglia di un ragazzo per vaccinarsi "A 17 anni scelgo da solo per questo mi ribello a mamma e papà no vax"e si rivolge ad un avocato


Quella    riportata  sotto da  repubblica    d'ieri  e  confermata     da questo  editoriale   su    repubblica    d'oggi     di Concita  De  Gregorio   È una grande storia, quella dei due ragazzi minorenni figli di no vax che vogliono essere vaccinati.

È una grande storia, quella dei due ragazzi minorenni figli di no vax che vogliono essere vaccinati.
Ne conosciamo due, ma chissà quanti sono in Italia. Un dissenso che incrocia diritti, responsabilità, libertà, educazione, norme e aspirazioni. I genitori non vogliono vaccinarsi, per ragioni che da adulti sanno senz’altro difendere anche con veemenza, e non vogliono
che i figli minorenni lo facciano: «Fino a diciott’anni fai come dico io», ci siamo tutti sentiti ripetere in modo più o meno garbato, chiaro anche quando non detto.
Dai giornali si sa che i ragazzi, entrambi toscani, si sono rivolti a un avvocato.
Gianni Baldini, dell’Associazione avvocati matrimonialisti e per la tutela dei minori.
Baldini dice che non è facile: non esiste in Italia una figura di “avvocato dei minori” come in altre nazioni europee, che possa dirimere contrasti senza far intervenire il giudice. Quello che lui può fare è parlare coi genitori. Difficile immaginare che due convinti no vax si lascino persuadere, ma non si può mai dire. I ragazzi possono in alternativa rivolgersi al Garante per l’infanzia e l’adolescenza o ai servizi sociali, e arrivare per quella via a una decisione del giudice.
A parte che l’urgenza di vaccinarsi non è compatibile con un iter del genere (diventerebbero nel frattempo maggiorenni, risolta così la questione) come chiunque capisce il livello di conflitto domestico che si accende se ti rivolgi ai servizi sociali contro la tua famiglia può essere insopportabile per un ragazzino che in quella famiglia e in quella casa vive. Ha detto uno dei due: «Gli adulti sono liberi di fare ciò che vogliono ma devono lasciare liberi anche gli altri, figli compresi». Davvero un grande tema.
  Infatti    repubblica  del  23\6\2021

La battaglia di un ragazzo per vaccinarsi
"A 17 anni scelgo da solo per questo mi ribello a mamma e papà no vax"

 FIRENZE — «Alla mia età sono libero di sballarmi in discoteca ma non di avere voce in capitolo su questioni come la mia salute. È assurdo che io non possa partecipare a una decisione tanto importante. Alla fine quando sei un ragazzo l’ultima parola è dei genitori anche se tu non sei d’accordo». Matteo (nome di fantasia), 17enne fiorentino che non potrà vaccinarsi contro il Covid perché i suoi genitori non sono d’accordo, si sfoga con Repubblica.

 

Abbiamo parlato con lui su WhatsApp tramite Gianni Baldini, presidente della sezione di Firenze dell’ Ami (Associazione avvocati matrimonialisti italiani), che sta accompagnando lo studente in un percorso che avrà come primo passo un tentativo di mediazione con i genitori. Loro ancora non sanno che Matteo si è rivolto a un legale dopo avergli negato il consenso a farlo vaccinare.


Come è nata la tua ribellione?
«Sono figlio unico. La mia famiglia è unita. I miei genitori hanno un bel lavoro, sono laureati, ma sono anche no-vax convinti. Ritengono che il vaccino sia pericoloso, infatti non sono vaccinati e vogliono impedire a me di farlo».
Come hai vissuto la pandemia?
«Come i miei compagni di classe. Ho rinunciato a quasi due anni di uscite, gare, interrogazioni, recluso in casa davanti a uno schermo per parlare con gli amici, seguire le lezioni e giocare alla PlayStation. E basta, tutto qui. Prima del lockdown avevo anche una ragazza, ma non so più nemmeno come riavvicinarmi a lei».
Ora che c’è un vaccino a te non è permesso farlo.
«Non posso stare con gli amici e non posso viaggiare con loro senza green pass. È come se non avessi un futuro».
Cosa facevi prima della pandemia, a cosa hai rinunciato?
«Faccio nuoto. Una delle mie paure è che possano mettere limitazioni agli accessi in piscina ai non vaccinati. Partecipavo anche alle manifestazioni ambientaliste di Fridays for Future».
Matteo ha potuto rivolgersi a un avvocato, nonostante l’ordinamento italiano non consenta al minore di farlo in modo diretto, grazie a un’intesa sottoscritta da Ami e ministero dell’Istruzione, che prevede la possibilità per i minori di dialogare con un legale e ottenere supporto su questioni che riguardano i loro diritti e interessi.
Dopo il no dei tuoi genitori cosa hai deciso di fare?
«Ero frastornato. Ho parlato con i miei amici e chiesto aiuto a scuola. Il legale dell’associazione proverà a farli ragionare. Ai miei non ho ancora detto che ho parlato con un avvocato. Loro dicono che nessuno può obbligarli a vaccinarsi, perché i vaccini sono pericolosi, però vogliono costringermi a non farlo. A me sembra una contraddizione, per questo ho cercato un modo per convincerli. Anche alcuni miei compagni di scuola vorrebbero farlo ma non hanno ricevuto il permesso dalle famiglie».
Cosa pensi dei vaccini e dei no vax?
«Per me chi dice che non sono sicuri per via della sperimentazione troppo rapida dice una scemenza. Poi ognuno è libero di fare quello che gli pare, anche se proprio quelli che non vogliono imposizioni alla fine impongono le loro convinzioni agli altri, come nel caso dei miei genitori con me».
Ai genitori di Matteo l’avvocato Baldini chiederà un incontro per capire se c’è un margine di accordo. In caso contrario la vicenda potrebbe arrivare in procura.


29.5.21

«IN FILA ALLA CASSA, UNA DONNA HA BISOGNO, UN SIGNORE L’ AIUTA CON DISCREZIONE»

 Riporto un testo così come l’ ho letto, senza  modifiche   o aggiunte ,  perché pur essendo   una  storia  che girà nel web  ,  dice  tutto  .Racconta  di come  Al tempo del Coronavirus, le file al supermercato non sono state solo teatro di litigi e baruffe.

“In fila alla cassa, il display segna 26,80€, la faccia stranita:
"Ah scusi ho dimenticato il bancomat, ho solo 25€ tolgo qualcosa".
Nel piccolo carrello non ci sono patatine o cibi inutili, vedo pane, pasta, latte, pomodori, carta igienica. L'imbarazzo per chi è distante appena un metro è palpabile, il volto di una mamma poco più che 50enne è corrucciato, deve scegliere cosa sottrarre ai propri figli. È così che assisto al più bel film italiano, reale più che neorealista, poco dietro un altro signore in fila: "Scusi, le è caduto qualcosa" La signora è sorpresa, a terra c'è una banconota da 10 euro, sa bene che non le appartiene Lo sguardo amorevole dell'uomo la convince, é troppo per lei dire che è sua. Non ha vestiti firmati ma non indossa stracci, non ha il trucco ma la sua faccia trasuda sacrifici. Il signore si piega, raccoglie la banconota e le dice: "Probabilmente è successo quando ha aperto il borsello". Ora sembra una bambina, é felice, soprattutto della sua onestà. Paga e uscendo sorride all'uomo che è davanti a me. Lo guarda per l'ultima volta e dice: "Grazie". Assisto e sono felice anch'io, ho capito la lezione. Quell'uomo avrebbe potuto dire: "Non si preoccupi faccio io". Invece ha scelto di preservare la dignità, sua e della signora.

 Ora  Chi ha fatto un beneficio taccia, lo ricordi chi lo ha ricevuto.” Ricordiamoci il bene si fa in silenzio ,il resto è palcoscenico . Mentre leggevo questa news trovata sulla home di Facebook  mi è venuto in mente che le buone notizie sono… a più piani. Primo piano: ho lasciato per intero la descrizione dell’ accaduto perché ce la potessimo gustare: la buona notizia come un sasso buttato nell’ acqua che buca la superficie e si allarga a cerchi concentrici. Secondo piano: uno sconosciuto in fila alla cassa nota che la signora che lo precede non ha tutti gli euro per pagare la spesa; la buona

notizia parte dal vedere, cioè dal non essere spettatori inerti. Terzo piano: i dieci euro che “colui che vede” getta a terra, come se fossero caduti dal borsello della signora, ci dice che la buona notizia è silenziosa, umile, senza bisogno di fanfare. Quarto piano: la signora capisce il “gioco” e regala il suo stupore, la sua gratitudine. Quinto piano: mentre esce, la signora esprime un grazie pieno di dignità e di franchezza; sa che un dono non è mai “meritato”. E grazie lo dicono coloro che vengono a conoscenza di questa “buona notizia”, non solo coloro che sono stati testimoni (in fila al supermercato) ma anche noi che ne veniamo a conoscenza grazie alla testimonianza.

Destinazioni lontanissime da raggiungere a velocità moderate: viaggiare in scooter è un’esperienza unica, diversa da tutte le altre

in sottofondo Vespa 50 special - Cesare Cremoni Culture Club - Karma Chameleon