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12.2.24

Quando la disinformazione è un errore logico

Quando si parla di disinformazione, la prima immagine che viene in mente alla maggior parte delle persone è quella di un post condiviso sui social network, o di un articolo che riporta una notizia totalmente falsa e che fa riferimento a un fatto che non è mai accaduto nel modo in cui è stato raccontato. O ancora, ci si immagina un
contenuto fuori contesto, condiviso in maniera fuorviante e che, di nuovo, riporta un concetto diverso dalla realtà. Ma la disinformazione non è solo questo.   In particolare per quanto riguarda i social media, spesso lo spazio per le argomentazioni dettagliate è davvero poco e quindi capita che gli utenti ricorrano ad argomentazioni semplicistiche, prive di prove a sostegno e basate su ragionamenti errati. Quando si leggono questi post si può intuire che c’è qualcosa di sbagliato, ma è difficile definire bene cosa sia. In questi casi il ruolo preponderante non è giocato da una notizia falsa in senso stretto, ma da quelle che vengono chiamate “fallacie logiche”, ovvero errori nella formulazione di un ragionamento che indeboliscono e invalidano le argomentazioni dal punto di vista logico. Argomenti che sembrano inconfutabili ma che in realtà non provano nulla.  Errori di questo tipo vengono spesso commessi intenzionalmente, nel tentativo di portare avanti ragionamenti deboli o privi di fondamento, ma che possano comunque ingannare chi ascolta – o legge –  e convincerlo che chi parla – o scrive – ha ragione. Sin dai tempi di Aristotele e dell’Antica Grecia, filosofi, logici ed esperti hanno sviluppato metodi per identificare i vari tipi di fallacie logiche, e imparare a riconoscerli aiuta ogni utente e lettore a non cadere nella trappola e distinguere un’informazione valida da una che non lo è. 
L’argomento fantoccio
In questo tipo di fallacia chi parla o scrive fa in modo di rappresentare in modo scorretto l’argomentazione dell’avversario, esagerandola o riportandola in modo caricaturale, anche mettendogli in bocca parole che non ha detto, con lo scopo di confutare in modo semplice la sua tesi. Ad esempio, parlando di “Bologna città 30”, il progetto entrato in vigore il 16 gennaio 2024 e che prevede il limite di 30 chilometri orari per la maggioranza delle strade cittadine, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini su X l’ha definita una misura messa in atto per permettere ai cittadini bolognesi di sentire «il canto degli uccellini». 
In realtà la riduzione del rumore per permettere di sentire il «canto degli uccellini» non compare nei documenti ufficiali di approvazione di “Bologna Città 30”, né nell’analisi costi-benefici realizzata per valutare l’iniziativa. Si tratta di una singola frase presente in un sito realizzato dal comune per elencare potenziali vantaggi del piano. Con questo espediente retorico il ministro e leader della Lega ha riportato in modo caricaturale una delle argomentazioni di quello che riteneva l’avversario, cioè l’amministrazione comunale bolognese, tentando di indebolire l’argomentazione attraverso un’eccessiva enfatizzazione di un aspetto secondario.  Ribaltare questa logica, in un caso come questo, non è particolarmente difficile, in quanto è sufficiente evidenziare come quello riportato da Salvini non fosse l’obiettivo principale del progetto, come dimostrano chiaramente i documenti ufficiali. 
Correlazione non significa causalità
Questa fallacia, che viene spesso definita con la formulazione latina “Post Hoc, Ergo Propter Hoc” (in italiano: “dopo questo, e quindi a causa di questo”), attribuisce una causalità immaginaria – ovvero un rapporto di causa-effetto – a coincidenze che sono in realtà casuali, cioè frutto del caso. Questo espediente serve a veicolare il concetto che solo perché due o più eventi sono accaduti vicini, contemporaneamente o uno subito dopo l’altro, allora il primo evento dovrà necessariamente essere la causa del successivo e così via.       
Questo errore di ragionamento è stato (e continua ad essere) molto utilizzato dalla retorica antivaccinista per mettere in relazione alcuni malori con, appunto, il vaccino anti-Covid. Ad esempio, nei primi mesi del 2022 uno svenimento sul palco della comica statunitense Heather McDonald era stato collegato da alcuni post su Facebook alla vaccinazione da lei ricevuta.
I due eventi sono effettivamente avvenuti uno dopo l’altro, ma in realtà il marito dell’attrice, Peter Dobias, ha dichiarato che dal punto di vista medico non era risultata alcuna connessione tra il mancamento sul palco e la vaccinazione anti-Covid ricevuta dalla moglie. La stessa comica, qualche giorno dopo, ha ipotizzato che il suo collasso fosse correlato al non aver mangiato abbastanza prima dello spettacolo e al nervosismo.  Per evitare questo tipo di errore di ragionamento, sarebbe necessario chiedere a chi lo sostiene di fornire una spiegazione del processo attraverso il quale si suppone che gli eventi siano in una relazione causale. Se si dice che A causa B, si dovrebbe avere qualcosa in più da dire su come A ha causato B, piuttosto che limitarsi a dire che A è arrivato prima e B dopo. Oppure, per smontare questo tipo di errore, può essere utile riportare le vere ragioni che hanno causato B, in modo da dimostrare che i due, o più, elementi non sono realmente collegati. 
La fallacia del cecchino texano
Attraverso questo errore logico un’informazione viene interpretata, truccata o manipolata fino ad assumere un significato diverso o soddisfare un’ipotesi iniziale non direttamente collegata a quella stessa informazione. Questo meccanismo permette di distorcere la realtà e interpretarla a proprio piacimento per difendere le proprie posizioni. Il nome deriva da un aneddoto secondo cui un tiratore sparò a caso alcuni colpi contro la parete di una stalla e, in seguito, dipinse un bersaglio in corrispondenza del punto più colpito autoproclamandosi come un cecchino infallibile. Chi utilizza questo tipo di errore di ragionamento parte da dei dati effettivi, ma ne ignora le differenze, accentuando invece le similitudini per confermare le sue ipotesi. Sui social network ciclicamente circola l’immagine di un vecchio titolo della testata Trapani Nuova risalente al 26 giugno 1962, nel quale si legge: “Nel 2000 i telefoni faranno tutto loro”. Questo è accompagnato dal sommario: «Leggeremo i giornali attraverso la rete telefonica e potremo anche servircene per le operazioni di banca».
In realtà, come avevamo spiegato su Facta, l’articolo conteneva la descrizione sommaria di una tecnologia in grado di connettere le persone attraverso la linea telefonica e di facilitare le loro vite in ambito lavorativo e nel tempo libero. Quella descritta nel pezzo è una tecnologia che permette lo scambio di immagini attraverso la linea telefonica, a metà strada tra il fax e una rudimentale versione della rete internet. A una prima occhiata la previsione appare sorprendente, ma basta uno sguardo più attento per contestualizzare meglio lo stato della tecnologia nel 1962 e ridimensionare la portata della previsione. Attraverso questa analisi, infatti, si può capire che in realtà non si tratta di una profezia, ma di un pronostico in linea con le scoperte tecnologiche di quel tempo. Questo esempio, quindi, mette in luce come la fallacia del cecchino texano ci porti a ignorare le differenze nella descrizione e ad accentuare, invece, le similitudini tra quel testo e la nostra esperienza della rete Internet.     
Falsa dicotomia
In questa tipologia di errore, chi imposta il ragionamento offre solo due opzioni possibili, eliminando successivamente una delle due scelte in modo che sembri che ci rimanga solo un’opzione valida. Nella quasi totalità dei casi, però, esiste un’ampia gamma di alternative, variabili e combinazioni, non solo due, e se le considerassimo tutte, non saremmo così veloci a scegliere quella raccomandata da chi ha formulato l’argomentazione. Su Facta ci siamo occupati di questo ragionamento poco logico, ad esempio, in particolare in relazione all’origine della pandemia da Covid-19: da un lato, l’ipotesi di un evento di spillover, ovvero il passaggio diretto del virus da un animale (come pipistrelli e pangolini, ospiti naturali di coronavirus simili a Sars-CoV-2). D’altra parte la possibilità di un lab leak  , ovvero il rilascio accidentale del virus da un laboratorio di ricerca.  Come avevamo spiegato, in entrambi i casi la discussione si è concentrata sull’evento finale che ha diffuso il virus tra gli esseri umani, perdendo di vista però il quadro generale, cioè: che cosa porta virus e altri patogeni finora sconosciuti a venire in contatto con gli esseri umani e a causare epidemie o pandemie? La risposta a queste e altre domande non si trova nella falsa dicotomia che ha monopolizzato il dibattito, ma nello studio e nella valutazione di molti altri elementi, come il rapporto della specie umana con la biodiversità.
Terreno sdrucciolevole
Chiamata anche la fallacia del “pendio scivoloso”, prevede che partendo da un evento si verificherà una sorta di reazione a catena, che di solito si concluderà con qualche conseguenza terribile. Ma non ci sono prove a supporto di questa ipotesi. Chi articola questo tipo di ragionamento afferma solitamente che se si fa un solo passo su questo “terreno sdrucciolevole”, allora si finirà per scivolare fino in fondo senza potersi fermare lungo la discesa. Spesso questo porta a conclusioni affrettate e non realmente collegate all’argomento iniziale.  Un esempio, in questo caso, riguarda una teoria cospirazionista sui cosiddetti “lockdown climatici”. A novembre 2022 il Consiglio della Contea di Oxford, nel sud dell’Inghilterra, ha approvato un progetto pilota per ridurre la circolazione su sei strade congestionate dal traffico che attraversano la città di Oxford. Il progetto inizierà quest’anno, nel 2024, e durerà per almeno sei mesi. A partire da questa notizia, molti utenti, ma anche programmi televisivi come Fuori dal Coro, in onda su Rete4, sono giunti alla conclusione che questo fosse il primo passo per una serie di “lockdown climatici” utilizzati dai governi per «metterci in gabbia per il clima».  
Oltre a questa iniziativa per risolvere il problema del traffico, a ottobre 2022 il Consiglio comunale della città di Oxford ha avanzato una proposta volta a promuovere l’accesso ai servizi essenziali in modo che questi siano raggiungibili a piedi in 15 minuti da tutti i residenti. Il giornalista di Fuori dal Coro e altri utenti sui social sono partiti da queste informazioni per giungere alla conclusione che l’amministrazione della città avrebbe come intento finale quello di confinare le persone in un’area limitata nei dintorni della propria abitazione. In realtà gli interventi dell’amministrazione cittadina non hanno come fine quello di un “lockdown climatico”, ma si tratta proprio di una fallacia logica che ha permesso di partire da un evento e trarre conclusioni terribili che, però, non hanno realmente a che fare con quegli eventi. Queste sono solo alcune delle fallacie logiche spesso utilizzate per confondere chi ascolta o chi legge. Nel 2014 tre creativi australiani, Jesse Richardson, Andy Smith e Som Meaden, hanno ideato un poster che raccoglie 24 tra gli errori logici più comuni, ognuno accompagnato da un esempio, mentre numerosi ricercatori ed esperti studiano da anni questo tipo di ragionamenti ingannevoli. A tal proposito, è sempre importante cercare di capire se quanto si sta leggendo o ascoltando sia realmente il frutto di una logica solida e se il ragionamento sia sensato e coerente, oppure se rientri in uno di quegli errori che non possono far altro che indurre alla disinformazione.

24.6.21

La battaglia di un ragazzo per vaccinarsi "A 17 anni scelgo da solo per questo mi ribello a mamma e papà no vax"e si rivolge ad un avocato


Quella    riportata  sotto da  repubblica    d'ieri  e  confermata     da questo  editoriale   su    repubblica    d'oggi     di Concita  De  Gregorio   È una grande storia, quella dei due ragazzi minorenni figli di no vax che vogliono essere vaccinati.

È una grande storia, quella dei due ragazzi minorenni figli di no vax che vogliono essere vaccinati.
Ne conosciamo due, ma chissà quanti sono in Italia. Un dissenso che incrocia diritti, responsabilità, libertà, educazione, norme e aspirazioni. I genitori non vogliono vaccinarsi, per ragioni che da adulti sanno senz’altro difendere anche con veemenza, e non vogliono
che i figli minorenni lo facciano: «Fino a diciott’anni fai come dico io», ci siamo tutti sentiti ripetere in modo più o meno garbato, chiaro anche quando non detto.
Dai giornali si sa che i ragazzi, entrambi toscani, si sono rivolti a un avvocato.
Gianni Baldini, dell’Associazione avvocati matrimonialisti e per la tutela dei minori.
Baldini dice che non è facile: non esiste in Italia una figura di “avvocato dei minori” come in altre nazioni europee, che possa dirimere contrasti senza far intervenire il giudice. Quello che lui può fare è parlare coi genitori. Difficile immaginare che due convinti no vax si lascino persuadere, ma non si può mai dire. I ragazzi possono in alternativa rivolgersi al Garante per l’infanzia e l’adolescenza o ai servizi sociali, e arrivare per quella via a una decisione del giudice.
A parte che l’urgenza di vaccinarsi non è compatibile con un iter del genere (diventerebbero nel frattempo maggiorenni, risolta così la questione) come chiunque capisce il livello di conflitto domestico che si accende se ti rivolgi ai servizi sociali contro la tua famiglia può essere insopportabile per un ragazzino che in quella famiglia e in quella casa vive. Ha detto uno dei due: «Gli adulti sono liberi di fare ciò che vogliono ma devono lasciare liberi anche gli altri, figli compresi». Davvero un grande tema.
  Infatti    repubblica  del  23\6\2021

La battaglia di un ragazzo per vaccinarsi
"A 17 anni scelgo da solo per questo mi ribello a mamma e papà no vax"

 FIRENZE — «Alla mia età sono libero di sballarmi in discoteca ma non di avere voce in capitolo su questioni come la mia salute. È assurdo che io non possa partecipare a una decisione tanto importante. Alla fine quando sei un ragazzo l’ultima parola è dei genitori anche se tu non sei d’accordo». Matteo (nome di fantasia), 17enne fiorentino che non potrà vaccinarsi contro il Covid perché i suoi genitori non sono d’accordo, si sfoga con Repubblica.

 

Abbiamo parlato con lui su WhatsApp tramite Gianni Baldini, presidente della sezione di Firenze dell’ Ami (Associazione avvocati matrimonialisti italiani), che sta accompagnando lo studente in un percorso che avrà come primo passo un tentativo di mediazione con i genitori. Loro ancora non sanno che Matteo si è rivolto a un legale dopo avergli negato il consenso a farlo vaccinare.


Come è nata la tua ribellione?
«Sono figlio unico. La mia famiglia è unita. I miei genitori hanno un bel lavoro, sono laureati, ma sono anche no-vax convinti. Ritengono che il vaccino sia pericoloso, infatti non sono vaccinati e vogliono impedire a me di farlo».
Come hai vissuto la pandemia?
«Come i miei compagni di classe. Ho rinunciato a quasi due anni di uscite, gare, interrogazioni, recluso in casa davanti a uno schermo per parlare con gli amici, seguire le lezioni e giocare alla PlayStation. E basta, tutto qui. Prima del lockdown avevo anche una ragazza, ma non so più nemmeno come riavvicinarmi a lei».
Ora che c’è un vaccino a te non è permesso farlo.
«Non posso stare con gli amici e non posso viaggiare con loro senza green pass. È come se non avessi un futuro».
Cosa facevi prima della pandemia, a cosa hai rinunciato?
«Faccio nuoto. Una delle mie paure è che possano mettere limitazioni agli accessi in piscina ai non vaccinati. Partecipavo anche alle manifestazioni ambientaliste di Fridays for Future».
Matteo ha potuto rivolgersi a un avvocato, nonostante l’ordinamento italiano non consenta al minore di farlo in modo diretto, grazie a un’intesa sottoscritta da Ami e ministero dell’Istruzione, che prevede la possibilità per i minori di dialogare con un legale e ottenere supporto su questioni che riguardano i loro diritti e interessi.
Dopo il no dei tuoi genitori cosa hai deciso di fare?
«Ero frastornato. Ho parlato con i miei amici e chiesto aiuto a scuola. Il legale dell’associazione proverà a farli ragionare. Ai miei non ho ancora detto che ho parlato con un avvocato. Loro dicono che nessuno può obbligarli a vaccinarsi, perché i vaccini sono pericolosi, però vogliono costringermi a non farlo. A me sembra una contraddizione, per questo ho cercato un modo per convincerli. Anche alcuni miei compagni di scuola vorrebbero farlo ma non hanno ricevuto il permesso dalle famiglie».
Cosa pensi dei vaccini e dei no vax?
«Per me chi dice che non sono sicuri per via della sperimentazione troppo rapida dice una scemenza. Poi ognuno è libero di fare quello che gli pare, anche se proprio quelli che non vogliono imposizioni alla fine impongono le loro convinzioni agli altri, come nel caso dei miei genitori con me».
Ai genitori di Matteo l’avvocato Baldini chiederà un incontro per capire se c’è un margine di accordo. In caso contrario la vicenda potrebbe arrivare in procura.


18.6.21

Vaccini, parla il medico che converte i no-vax: "Io e la mia moto abbiamo fatto più dosi di un hub

 da repubblica  18\65\2021

Marcello Pili ha già vaccinato 1300 dei suoi 1600 pazienti, in un giorno ha stracciato i dati dell'hub di riferimento per la sua zona (Ostia) 185 dosi contro 170. "Il segreto? Le parole giuste"



Un giorno, all'inizio della campagna vaccinale – quando di dosi ce n'erano ancora poche - ha fatto più iniezioni lui, nel suo studio, rispetto all'hub di riferimento della sua zona, Ostia, il quartiere-città sul mare di Roma: 185 contro 170. Il dottor Marcello Pili, medico di famiglia romano, è inarrestabile. Ha vaccinato oltre 1300 pazienti su 1600 assistiti, più di ogni altro tra i suoi colleghi nel Lazio. E' motivato: “Ho un modo per intervenire per cambiare la storia di questa pandemia. Vaccinando il più possibile”. Con la sua moto, una Bmw Gs, si è ritrovato a girare la sera tra centri vaccinali per recuperare le dosi avanzate, a correre tra una casa all'altra a scovare gli allettati. Ha telefonato a tutti i suoi pazienti, convincendo gli scettici e rassicurando i timorosi.

Il risultato? “Su 600 pazienti over 60 che assisto, solo in 3 non si sono voluti vaccinare – spiega – e sono dei convinti no vax”. Il nodo sugli ultrasessantenni che ancora sfuggono all'immunizzazione - 2,8 milioni in Italia - preoccupa il commissario straordinario per l'emergenza Francesco Paolo Figliuolo. Ma quella che Pili racconta è un'altra storia, un'altra realtà. “Se avessi avuto dosi a sufficienza, avrei già finito”.

Dottore, chi sono questi over 60 che ancora oggi mancano all'appello?

"Tante di queste persone non si fidano ad andare nei centri vaccinali. Se i miei hanno detto sì all'iniezione, è perché a farla sono stato io. Ho avuto pazienti che sono andati via dagli hub, o non si sono presentati all'ultimo momento: ecco, se non li avessi cercati, e convinti, oggi allagherebbero le fila dei presunti no-vax. Passare attraverso il medico di famiglia funziona, gli hub sono spersonalizzati, viene meno il rapporto fiduciario medico-paziente, e spesso ci si trova davanti a medici giovanissimi, con poca esperienza. Io conosco la storia clinica di ogni paziente, so quale vaccino è meglio per la sua età e per la sua condizione. E lo conferma il fatto che non ho visto nemmeno un effetto collaterale serio tra le persone che ho vaccinato".

Quali vaccini ha scelto, per i diversi pazienti?

"Mi sono attenuto alle indicazioni nazionali. AstraZeneca per gli over 60, con poche eccezioni attentamente valutate".

Quante persone vaccina in media ogni giorno?

"L'altroieri ne ho vaccinati 57, ieri ho iniziato con i 12-16enni, ne ho fatti 25, ed è stato bellissimo vedere quanto sono motivati e consapevoli, più degli adulti. Ho seguito le fasce d'età, ma con una minima flessibilità, ad esempio, se ho una coppia di 72 e 68 anni, preferisco farli entrambi nello stesso momento. Si tratta di piccoli aggiustamenti, una 'personalizzazione' che semplifica la vita di tutti, che solo la medicina territoriale può fare".

E se sono scettici, cosa dice loro?

Dipende dall'età e dallo stato di salute. Per i più anziani vaccinarsi equivale a non rischiare una malattia grave, per i più giovani è una questione di diffusione del virus e di protezione del nucleo famigliare. Se il messaggio parte dal medico di famiglia, di cui i pazienti si fidano, ha una valenza diversa dai quelli, spesso contraddittori, che si sentono in Tv. Avevo una coppia, moglie e marito, lui 87 lei 82 anni, in contrasto. Lei si voleva vaccinare, il marito no. Le ho parlato, spiegandole che il suo gesto avrebbe beneficiato, di riflesso, anche lui. Ma tre giorni dopo mi ha chiamato il marito: 'Dotto' ci ho pensato, voglio vaccinarmi pure io'. Le parole contano, ma conta chi le dice".

Molti medici di medicina generale hanno lamentato scarse forniture. Come ha fatto a vaccinare così tante persone?

"Sono riconoscente alla farmacia della mia Asl di appartenenza, la Roma3, nell'ospedale Grassi di Ostia, che ha constatato il mio impegno e mi ha aiutato. La sera, mi avvisavano se avanzavano dosi negli hub del territorio, così che io potessi andarle a prendere".

Come si è organizzato con le vaccinazioni domiciliari?

"La moto mi è stata molto utile. Ho vaccinato oltre 200 persone, tutti non trasportabili, anche pazienti di altri colleghi. Casi di ogni tipo: ricordo una suorina 99enne, chiusa nella sua stanzetta, allettata, all'interno di una scuola privata con alcuni ambienti destinati agli alloggi. Ecco, una come lei sarebbe rimasta fuori dai radar. Oppure avrebbe aspettato tantissimo: le vaccinazioni domiciliari gestite direttamente dalle Asl sono andate più a rilento".

Perché continuano a mancare 2,8 milioni di over 60 all'appello?

"Credo che il problema vada ricercato nello scarso coinvolgimento che c'è stato, da parte dei vertici sanitari e politici, nei confronti dei medici di famiglia. Le regioni sono andate avanti ognuna in modo diverso, e si è creato un vuoto, sia in termini organizzativi che di formazione, colmato solo buona volontà individuale. Io mi sono 'auto-sensibilizzato': ho vaccinato il sabato e la domenica, oppure fuori orario, per garantire il lavoro ambulatoriale di tutti i giorni. Di fatto, ho annullato la mia vita privata. Tutto quello che ho imparato, l'ho studiato per conto mio. C'è anche un tema di incentivazione. I medici che lavorano negli hub prendono 60 euro ora, io lo faccio per meno di 3 euro netti a vaccino, e in più devo andare a prendermi le dosi, nella farmacia ospedaliera, da solo. Per me è facile, la farmacia è vicino allo studio, ma per chi sta lontano, anche quello è un problema".

Crede che la campagna si sia troppo concentrata sugli hub?

"Certamente i grandi hub hanno funzionato benissimo e sono una bella idea, anche a livello d'immagine. Ma bisogna dirlo, quello che faccio io da solo, in un hub lo fanno in 5, con un costo molto maggiore, e hanno un limite, anzi due: penalizzano chi abita in zone più rurali o ha difficoltà a muoversi, e hanno lasciato, pensiamo agli open day AstraZeneca e alla loro tragica conseguenza, che fosse il paziente a scegliere il vaccino, non il medico".

Il futuro della campagna vaccinale è nelle mani dei medici di medicina generale. Come renderla più efficiente?

"I medici ci sono, servono solo regole chiare, precise, e soprattutto uguali per tutti. In questo modo gli scansafatiche verranno a galla naturalmente. In un momento di grande confusione nei cittadini, il ruolo del medico di famiglia deve ritrovare centralità

28.3.21

la libertà di scelta non è mettere a rischio le vite degli altri ( reprise )

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Lo  so che non ho competenze scientifiche in merito ed nonostante sia figlio ed fratello di due agronomi sono una capra in tali materie . Cosi pure mediche no nonostante sia pronipote e cugino di medici ( pediatra il primo , medico radiologo il secondo )   e  quindi  non dovrei   prendere  posizione  su  tali argomenti  . Ma  1)   credo nella  scienza  ., 2)  nella  salute  pubblica  ., 3)    che  è meglio rischiare   con una  cura  sperimentare    che   non  curarsi     \  immunizzarsi  e    e pur  di  sconfiggere  una  pandemia   grave  .  Ora lo  so  che     con questo post   molti contatti  ed  [  sic   ]   amici\che    anche  di lunga  data   mi toglieranno  il  saluto ed  il  contatto  ,  ma  pazienza     se  questo  è il prezzo  da  pagare   per  la  tua  libertà      pazienza  Per  il post  precedente    vedi  per l'url   il  consueto leggi anche     sono stato  accusato d'essere  un ribelle all'acqua  di rose   ,  un radical  chic  ,    che predica  bene  ma   razzola  male  , che    amo le  dittature  , ecc  .  Bene sappiate    che   ci sono momenti nei quali le chiacchiere stanno a zero, i ragionamenti e il buon senso non sono sufficienti, e la scienza e la statistica non fanno presa . Vaccinatevi ! Senza se senza ma . Ed    non lamentatevi      se   lo  stato    fa  chiusure a  .....  beh ci siamo capiti   , ma   la  colpa  è  anche nostra   che  ci lamentiamo   della pandemia     e  poi   non rispettiamo neppure  le minime  misure  di sicurezze    e  poi   protestiamo  contro il  governo che  deve   provvedere   per  la  salute  pubblica   .   Quindi  cari\e  Novax  Se  proprio  siete   coerenti   fino  in fondo    con le   vostre  scelte  o  paure   ed  non  volete    farlo  o  accettate   di fare  un altro lavoro  o le  misure  drastiche  .                        



Vaccinatevi  o stavene  isolati  e  non   lamentatevi  cazzo  .  Ovviamente è una citazione del famosissimo “invito”, che il comandante Gregorio De Falco indirizzò a un tremebondo Francesco Schettino, il quale aveva abbandonato al suo destino i passeggeri della Costa Concordia appena naufragata. «Vada a bordo...!» eccetera, ricordate? Quando c’è un’urgenza, quando si è in emergenza la gentilezza non basta. Ci vogliono gli imperativi. E ci vuole il coraggio.Da settimane, ci  s'interroga   su come spiegare  che una microscopica percentuale di reazioni avverse, o anche di decessi, non può e non deve bloccare la campagna vaccinale. In Italia ci sono centinaia di morti ogni giorno a causa del Covid e abbiamo superato largamente quota 100mila vittime. I Paesi che hanno vaccinato a tappeto la popolazione ne stanno uscendo, e noi stiamo ancora qui a chiederci se farci inoculare oppure no? E pretendiamo di scegliere, come se dovessimo acquistare i biscotti al supermercato: Pfizer sì, Moderna forse, AstraZeneca mah...Certo, l’Unione Europea, la Germania e, a seguire, anche l’Italia l’hanno combinata grossa con la sospensione  apriori  di AstraZeneca. Giorni perduti, che pagheremo con centinaia di morti in più, altro che un singolo effetto collaterale su un milione di dosi. Abbiamo perso tempo, ma non solo: abbiamo, hanno minato la fiducia di tante persone nelle autorità politiche, scientifiche e saniGregorio De Falco, 56, oggi senatore, divenne famoso nel 2012, quando intimò bruscamente a Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia naufragata, di risalire a bordo. tarie. Il vaccino è stato ovviamente riammesso, solo con qualche lieve modifica nel “bugiardino”. Tanto rumore per nulla? No, tanto rumore per un disastro. Infatti  come     ho letto  da qualche  parte  


La psicologia umana non va d’accordo con le fredde tabelle di dati, con la statistica, con le percentuali. È perfettamente inutile dire alle persone che, vaccinandosi, la probabilità di eventi avversi è dello zero virgola zero zero zero qualcosa per cento. Per esempio, tutti sanno che la probabilità di fare 6 al Superenalotto è di 1 su 622 milioni: eppure la gente continua a giocare, perché nella propria testa conta quell’1, non i 622 milioni.Così, secondo la Società italiana di farmacologia, su oltre 20 milioni di vaccinazioni con AstraZeneca, sembra si siano verificati «9 casi fatali». Un’inezia, vero? Fra l’altro, non è neppure detto che quei decessi siano dovuti direttamente al vaccino, ma fa niente. Il punto è che quando leggiamo questi dati, la nostra mente non si fissa sul numerone grande (20 milioni!), ma su quello piccolo: 9. E compare un diavoletto che ci sussurra: chi se importa della statistica, non vorrai mica essere il decimo, vero? E quindi, chi decide di non vaccinarsi, per evitare una minuscola, infinitesima probabilità, si espone all’eventualità molto più concreta di ammalarsi e morire per il Covid.


 Non vi sembra assurdo ?Poi, mi direte, il problema in realtà è un altro. E cioè che chi vuole vaccinarsi e ne ha diritto non ci riesce, mentre la spuntano migliaia di furbetti che diritto non ce l’hanno. Alcuni dei quali, come il giornalista Andrea Scanzi, poi, vanno pure a gloriarsene sui social, alla faccia nostra, di chi aspetta onestamente il suo turno, di chi è ultraottantenne e da settimane attende una risposta alla prenotazione, di chi non è stato avvisato in tempo perché in Lombardia non funziona niente, di chi è fragile e a rischio ma le dosi giornaliere sono state esaurite da qualche amico degli amici. Tra i tanti scandali   ed  prevaricazioni    nazionali  , questo è certamente il più vergognoso.

Come  è vergognoso  che

“Il personale sanitario che non intende vaccinarsi ne ha tutto il diritto.
A una condizione: si leva il camice, esce dall'ospedale, rinuncia allo stipendio e si rifà una vita altrove.
Il ruolo non consente alternative. Il medico o l'infermiere che non si vaccina, a parte l'ovvio rischio al quale espone gli ignari pazienti, è una persona che non crede nel sistema sanitario nazionale e non crede nella scienza.
È libero di disertare. Non d'indossare a tradimento una uniforme che non è la sua. Escano dalla sanità pubblica e se ne facciano una propria. Fondino cliniche, propongano cure alternative, pubblichino dati scientifici non ortodossi, ne hanno facoltà.
La storia dell'umanità è piena di eteredossie, eresie, opinioni di minoranza che si sono poi rivelate utili.
Ma gli eretici veri sono persone che rischiano, gli eretici costruiscono altri luoghi, gli eretici si contrappongono al potere pagandone il prezzo.
Non se ne stanno, con il culo al caldo, a spillare lo stipendio a un padrone, lo Stato, che dimostrano di disprezzare, considerando insulsi i suoi sforzi e nulle le sue direttive di vaccinarsi, ma riscuotendo, a fine mese, regolare stipendio.
Se ne vadano altrove. Fare il rivoluzionario a costo zero è molto comodo, ma molto poco etico.”
Michele Serra, L’Amaca, “Repubblica”


O quelli\e che protestano per l'obbligatorietà dei vaccini dimenticandosi che , eppure chissà perchè li non protestano , i vaccini erano ed lo sono ancora già obbligatori, ecco quanti, quali e per chi. https://www.certifico.com/categorie/22-news/news-generali/4457-vaccinazioni-in-ambito-lavorativo-quadro-normativo
Senza il giusto vaccino non puoi fare quel determinato lavoro, questo è facile da capire anche senza una preparazione specifica.
Ciò che non mi è chiaro a questo punto è perché -ciononostante- voi complottari insistiate a definirvi "risvegliati".

9.3.21

Miracolo un presidente che si comporta come i comuni mortali e non fa prevaricazioni usando il potere e il potere ringraszia i suoi giullari e musici ma non ringrazia le sue geisha.. ehm.. olgiatine

un presidente che si comporta come i comuni mortali e non fa prevaricazioni usando il potere per passare prima per la vaccinazione . Ed la sottosegretaria alla cultura una che si vanta che sono tre anni che non legge un libro ringrazia ed assume un giullare e ops menestrello leghista del papete . Insomma un potere che fa favori a tutti ma stranamente non ringrazia le sue geisha ... ehm ... #olgiatine che ingrato .

Ecco i fatti in questione

Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone, persone in piedi, persone sedute e spazio al chiuso
Fa scalpore che, stamane, Mattarella abbia fatto il vaccino, rispettando la fila come tutti.
L’Italia è così: le cose che all’estero sono normali, da queste parti vengono elevate come straordinarie.

Infatti sono cose elevate a straordinarie” per chi è abituato a non avere rispetto del prossimo. Ovvero per parafrasare de Andre   queste  sono  storie normali per gente speciale \ storie speciali per gente normale 


dal il  fatto quotidiano  d'oggi  



Ora     analizzando      quest'ultimom fatto   mi  chiedo  :   ma  le ballerine di bunga bunga  o  meglio   le  olgiatine le hanno dimenticate oppure le hanno usate solo per i loro porci comodi  e  per .... spurgarsi ? che ingrati .



Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...