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Kossi Komla-Ebri, 64 anni, medico e intellettuale togolese, è in Italia da 44 anni.:<< dffidenza ? ai miei pazienti parlo in Brianzolo >>

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«Quello fra medico e paziente è un rapporto di fiducia. È giusto che un paziente possa scegliere il medico che preferisce e gli dà sicurezza. Se però un paziente dice: “Non voglio quel medico perché è negro”, allora ci troviamo di fronte al razzismo. E il razzismo non è un’opinione, ma un reato». Kossi Komla-Ebri, 64 anni, medico e intellettuale togolese, è in Italia da 44 anni. Qui ha studiato, qui lavora e qui ha scritto brani che con ironia hanno dissacrato l’intolleranza. Il suo giudizio sul paziente che nell’ambulatorio della guardia medica di Cantù (Co) ha rifiutato le cure del medico camerunese Andi Nganso chiamandolo «negro», è chiaro. Secondo il dottor Komla-Ebri il razzismo va punito: «Se mi fossi trovato al posto del collega, mi sarei fatto dare il nome del paziente e lo avrei denunciato. Casi come questi non vanno assolutamente lasciati cadere nel nulla. Lavoro a Erba (Co), nel “profondo Nord”, conosco bene le persone che mi vivono intorno. E so che questi razzisti sono

Cantù. Il medico è «negro»: rifiuta di farsi visitare La risposta ironica del dottore, il 30enne Andi Nganso, originario del Camerun: «Ti ringrazio, ho 15 minuti per un caffè»

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 Meno male  che c'è  chi la prende  con ironia  davanrti al razzismo  o  non  inventa  scuse  accusandoci  di razzismo  .  La risposta ironica del dottore, il 30enne Andi Nganso, originario del Camerun  ed  in Italia  da  12  anni   : «Ti ringrazio, ho 15 minuti per un caffè»  s'inquadrta  in questo  contesto   .   dalle news   di    https://www.avvenire.it Da Facebook L'ironia è una delle armi più efficaci contro l'ottusità e l'ignoranza che sconfinano nel razzismo e nel pregiudizio. Lo ha dimostrato il giovane medico originario del Camerun e in Italia da 12 anni nel rispondere con sarcasmo a una paziente che ha rifiutato di farsi visitare per il colore della sua pelle: «Non mi faccio visitare da un negro» aveva detto la donna. E lui in tutta risposta: «Ti ringrazio. Ho un quarto d'ora per bere un caffè». È la storia - ripresa dalla Provincia di Como in primis e da altre testate online - che ha raccontato sul suo profilo Facebook il protagonista