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29.11.24

Diario di bordo n 89 anno II Spett.Liliana Segre ..... ., Ipocrisia culturale e letteraria italiana ., a babbo morto ed altre letture ., lasciare o restare per morire ? ed altro sul 25 novembre

 Iniziamo   questo  numero da  una  mia lettera  scritta    di getto    alla  Signora  Liliana Segre

in sottofondo    

Spett Liana segre 
Concordo  con lei   quando  dice  che  a    volte   soprattutto  se  manomesse  (  vedi il saggio  la  manomissione   delle  parole    di  G.Carofiglio )   le  parole  sono importanti  e  diventano clave , come  giustamente  ha  fatto  notare  nel  su  recente   intervento   ( corriere  della sera    del  29\11\2024  )  sull'abuso
presunto   della  parola  genocidio usata ormai  sempre più  per  descrivere  le atrocità che  Israele  ed  alcuni  suoi abitanti   i  cosidetti coloni  ,ha  compiuto e  sta    compiendo  . Ma   in realtà le  cose  son più complesse  e  come  giustamente    fa notare    in   suo  recente articolo    : <<  colpisce che alcuni tra i più infervorati nell’uso contundente della parola malata si trovino in ambienti solitamente dediti alla cura, talora maniacale, del politicamente corretto, del linguaggio sorvegliato che si fa carico di tutte le suscettibilità fin nelle nicchie più minute.  (...)   la cultura antifascista e antitotalitaria [  Sic  ] ha avvertito da sempre le implicazioni velenose delle operazioni di negazionismo, riduzionismo, relativizzazione, distorsione o banalizzazione dei genocidi. Di lì passano inesorabilmente le rivalutazioni delle peggiori dittature e le campagne nostalgiche. Da lì parte il sistematico abbassamento degli anticorpi che sorreggono la coscienza democratica dei cittadini. Inquieta che anche alcuni di coloro che meritoriamente si dedicano alla tutela e alla trasmissione della Memoria sembrino non capire che lasciar passare oggi l’abuso del termine genocidio significa produrre una crepa in un argine. E se crolla quell’argine, domani, potrà passare ben altro >>.
Quindi  non usiamo la parola antisemitismo al posto della più corretta antiisraeliana : "L’impennata delle manifestazioni di antisemitismo nel mondo, a livelli mai visti da decenni, dimostra l’effetto devastante delle tossine che sono tornate in circolo." . Si confonde  e  si  fanno tutt'uno   quelle  manifestazioni sono contro la scellerata politica estera di criminali di guerra quali il leader politico di Israele. Gallant etc. come ben chiarito anche dalla Corte Penale Internazionale su cui il vostro Leader osa discutere, così come nei confronti dell' ONU, il cui segretario generale, Antonio Guterres, è stato definito "persona non gradita". Avete scelto di cavalcare un'onda di crimini ingiustificati in nome di cosa? E la Comunità ebraica che posizioni ha preso?   Mi dispiace Sig.ra Segre,  anche  se   ha  la mia  piena  solidarieta   per  i  vergognosi  attacchi  antisemitici      che    ora  più che  mai sta  subendo  , ma si sbaglia perchè :  uno stato un altro popolo ovviamente  senza  generalizzare    che  si  comporta    in   quel  modo    verso un  altro popolo    ,  e   a  dirlo non sono  solo  i non ebrei  ma   sono anche alcuni esponenti  dellla  sua  stessa   religione ,  commette  appunto  un genocidio  . 

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La tragicomica la fuga di scrittori dalla  rassegna    «Più libri, più liberi», in programma a Roma dimostra   di come stia  scadendo    sempre  più la  nostra  cultura  . La pietra dello scandalo è   stata l’invito al filosofo Leonardo Caffo, sotto processo a Milano per maltrattamenti e  lesioni sulla sua ex compagna, in una  giornata  dedicata  a Giulia  cecchetin    e   alle  done  vittime di femminicidio e  violenza    di genere  . Si è si sta  verificando    quello che diceva Nanni  Moretti    anni fa     

Non è  bastato il suo ritiro, né l’appello alla presunzione di innocenza della direttrice  della kermesse Chiara Valerio, << a fermare  una disdetta vissuta >> secondo il giornale IL DUBBIO << dai più fanatici
come un’obbedienza alla purezza.  IL garantismo non c’entra – ha sentenziato uno dei vati del oralconformismo d’élite, Paolo Di Paolo – l’invito a Caffo era  inopportuno . Facendo intendere che
prima di scegliere gli ospiti, la direzione  avrebbe dovuto vagliare denunce, sospetti
e pettegolezzi sul loro privato. Ma  il più «dritto» di tutti è stato l’idolo delle  masse, il fumettista Zero Calcare. Il  quale ha annullato il suo dibattito con  questa motivazione su Instagram: «Mi è  sembrato evidentemente inopportuno  invitare a una fiera dedicata a Giulia  Cecchettin un uomo (confesso che non
sapevo manco chi 🤔 fosse) accusato  di violenza ai danni della sua compagna ». Ma non ha annullato il firmacopie a cui si sottopone  per ore, per la gioia  di pazienti file di fan  acquirenti. >> . Una prova di
quanti zeri e quanta ipocrisa si siano incrostati nelle condotte della cultura  di questo povero Paese ormai sempre allo sbando . 



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Ed   proprio  per    un  caso  che   fra  i  libri       da me  letti in  questo periodo   c'è ......   "A Babbo morto" è un libro di Zerocalcare che racconta la storia di Babbo Natale che muore e viene sostituito da un improbabile Figlio Natale Il libro è a metà tra favola cinica illustrata e fumetto, magistralmente colorato da Alberto Madrigal.
Natale… i regali, il cenone, i parenti… ma ci avete mai pensato alle condizioni di lavoro dei folletti

nella fabbrica di Babbo Natale? Zerocalcare sì, e vi racconta per la prima volta la scabrosa verità dietro al business della consegna dei regali. Bonus! Le anziane rider della Befana scioperano insieme ai minatori sardi (le cui miniere di carbone vengono chiuse perché nelle calze i bambini preferiscono trovare gli orsetti gommosi), per ottenere migliori condizioni di lavoro!Quando finirete di leggerlo vi ripeterete ad alta voce che Babbo Natale non esiste per sentirvi meno tristi !  Quind cari  :  Genitori  ‹‹  se  proprio    dovete fare  figli  ,  almeno dite  loro  la  verità  >>


Gli altri due libri sono due Noir
 Storico quello di Jacopo De Michelis con il suo nuovo thriller La montagna nel lago (Giunti editore) fresco finalista del Premio Scerbanenco, ambientato proprio in quel 1992, è andato invece a scavare nella vita precedente di Junio Valerio Borghese, prima che teorizzasse un colpo di Stato, quando era ancora il capo della X Mas, unità militare autonoma (anche se il Principe aveva aderito alla Repubblica di Salò), che si ritrovò ad avere una sorta di quartier generale, se non altro per la residenza dello stesso
Borghese a San Paolo, sull’isoletta del lago d’Iseo.
Il centro del racconto, però, è a Montisola, poco distante. Muore Emilio Ercoli, un industriale che ce l’ha fatta: subito dopo la seconda guerra mondiale ha costruito in fretta e con successo un impero sulle reti da pesca. Il suo retificio fattura parecchio e riesce a espandersi anche lontano dal lago d’Iseo. Viene accusato dell’omicidio l’ex amico diventato nel frattempo acerrimo nemico Nevio Rota. Così il figlio di Rota, Pietro, dopo una decina d’anni di lontananza (deliberatamente scelta) torna al paesello. È andato a Milano a cercare fortuna infatti, con il sogno di diventare giornalista. Ma alla fine si ritrova a scrivere per un settimanale scandalistico. Non proprio quello che avrebbe voluto. Addio sogni di gloria dentro una Milano in cui resistono i vizi e gli agi, nonostante gli arresti eccellenti, della città da bere (copyright dell’epoca del reflusso).


Ma siamo nel 1992 e piano piano il sistema dei partiti così come l’avevamo conosciuto sta crollando. La Prima Repubblica sta esalando i suoi ultimi respiri.
Il giornalista così si trasforma presto in investigatore e cerca di venire a capo dell’omicidio del rivale del padre, più che altro per cercare di scagionarlo dalle pesanti accuse.
E qui il thriller diventa anche storico, perché ci riporta proprio a quel 1944, quando la guerra stava ormai per concludersi, con la sconfitta ormai segnata di fascisti, repubblichini e degli ultimi irriducibili del regime e non solo. Tra gli irriducibili anche il principe Borghese che aveva fatto di Montisola e San Paolo un feudo personale e che dialogava senza problemi con i gerarchi nazisti, nonostante la diffidenza invece che gli ufficiali del Terzo Reich avevano nei confronti dei fascisti.
In questo libro i fantasmi del passato e i suoi orrori tornano a farsi vivi e soprattutto si agitano su un delitto che per la chiacchierata vittima – non è spoiler: uno che si sapeva muovere saltando da una parte all’altra della barricata, arrivando anche ad approvigionarsi al mercato nero – fotografa in quel 1944 quanto fossero pericolose e molto grigie diverse zone di un Paese lacerato. Anzi, dilaniato.
Un po’ come accade nell’Italia  oggi    dopo il  1989\1992  ,    uno  degli eventi spartiacquee   della  sua  storia   la prima  repubblica  ,   in cui si ritrova a indagare Pietro. I due livelli temporali, 1944 e 1992, squarciano il velo su altrettanti snodi cruciali della storia d’Italia, anche raccontandola (con la forma del romanzo, non necessariamente storico) e passando per il vissuto dei protagonisti.
Tra l’altro, anche qui non è spoiler, alla fine di quel 1992 tutta questa crime story che sarà risolta (andate a scoprire, leggendo questo libro, chi è l’assassino) diventa una trama perfetta da film. E nel 1992 siamo esattamente ai tempi di Twin Peaks, la perfezione di mistero e suspense firmata da David Lynch per la tv. Il produttore cinematografico nel libro di De Michelis – di fronte al dispiegarsi della storia – dice che l’attore che potrebbe interpretare il giovane reporter Pietro Rota potrebbe essere Kyle MacLachlan (il detective DaleCooper protagonista di Twin Peaks). Ma alla fine chi ha ucciso allora Laura Palmer ?

Medico   \  poliziesco  il secondo
di  Silvia  Marreddu   autrice sarda, esordiente, ha presentato al  suo primo romanzo,
L’Attesa, un thriller ambientato tra la Sardegna, precisamente a Olbia, e Bologna. La trama narra Josephine Orrù, una maestra vicina ai quarant’anni, si rivolge al polo sanitario all’avanguardia Fiat Lux di Olbia, dopo il rifiuto di un’ovodonazione da parte della sorella Michelle, affermata data analyst del Tecnopolo di Bologna. Decisa ad andare avanti, Josephine incorre in una complicanza durante un trattamento. Michelle torna in Sardegna per starle vicino, ma percepiscenell’ospedale un’oscura ambiguità e si scontra subito con il dottor Manca che ha in cura Josephine. Michelle ama il mare e ne conosce le insidie; deve addentrarsi in quelle acque per strappare la maschera al Fiat Lux, correndo un rischio che può esserle fatale. In questo avvincente romanzo Olbia appare luminosa e nel suo golfo incombe il Fiat Lux che come il mare, potente e infido, tradirà la promessa di una terra ospitale e accogliente


Una storia ricca di retroscena che rendono la narrazione avvincente e piena di tensioni.Un esordio  discreto  ma  niente  male    , anche se  ancora  un  po'acerbo   Ma  promettente . Sembra   Cosi  vero  e  autobiografico .  



concludo    con  un bellissimo racconto  e   su  una  riflessione   sul 25     novembre2024  appena  passato   perchè tali  giornata  \  settimana  essa non sia   solo una giornata  d'ipocrisia  o  di strumentalizzazione   ideologica   \  politica  






28.11.24

LE VITTIME DI UN PREDATORE SESSUALE NON HANNO ETÀ + Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco colpire alle aprti sensibili del corpo punta XII



 molti famminicidi  sono il culmine  dell’incapacità di molti sistemi dell’incapacità di molti sistemi di protezione di prevenire il femminicidio, nonostante le denunce e le misure restrittive. Per l’uomo violento, uccidere in modo così plateale non è solo un’espressione di rabbia, ma è indice del controllo totale che pretende di avere su una donna. In aggiunta, si consideri come scegliendo un contesto pubblico l’autore del reato abbia voluto rendere la violenza visibile, umiliando la vittima e terrorizzando chi le era accanto. Questa vicenda evidenzia un problema culturale: il persistere di modelli patriarcali in cui la violenza è uno strumento di affermazione di ‘superiorità’ maschile. La scelta di ignorare il divieto di avvicinamento dimostra come molte misure cautelari siano insufficienti senza un’ef!cace sorveglianza e un cambiamento profondo nella mentalità sociale. È solo attraverso un approccio che integri prevenzione, educazione e un sistema di protezione più efficace che si potrà ridurre il numero di vite distrutte da uomini incapaci di accettare la libertà delle donne”Infatti è per  quello      che  riporto    quelle  puntate   sulle tecniche     d'usare  ( non solo   anche se  è rivolto  ad voi donne  )    come  autodifesa 

Infatti    la  guida   :  Manuale di autodifesaI consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco    cintura  nera  di karate  sull'ultimo  n del settimale  giallo    riporta   un fatto  avvnuto    quas  10  anni  fa  

Torniamo indietro nel tempo  con una notizia tratta dalla pagina 124 del Televideo di  giovedì 16 novembre 2006:

“Un uomo ha aggredito e tentato di violentare una commerciante  di 61 anni a Reggio  Emilia, poco dopo le 19.30, mentre si stava apprestando  alla chiusura. Il giovane è entrato  nel negozio dove c"era  solo la donna che stava completando  le ultime operazioni  prima di tornare a casa e l"ha  colpita duramente con calci e  pugni, abbassandosi i pantaloni  per cercare anche di violentarla. La donna a quel punto  ha reagito con forza riuscendo a evitare di soccombere. Laggressore allora lha colpita di nuovo, ha afferrato la sua borsetta ed è fuggito. Superato lo  shock, la negoziante ha avvisato subito il 118 e i carabinieri che, grazie a una precisa  descrizione, si sono messi alla  ricerca  dell"uomo. La donna è ricoverata  nell"ospedale  cittadino ed è  stata giudicata  guaribile in un mese”. 

Da questa  brutta storia  di cronaca ci  rendiamo conto  che ogni donna  può essere bersaglio di aggressione  sessuale, indipendentemente dall"abbigliamento,  dall"avvenenza o  dall"età. Ecco perché non mi  stancherò mai di ripetere che  può succedere a chiunque. Probabilmente quella commerciante  di Reggio Emilia  non pensava di poter essere  aggredita per stupro a 61 anni,  alle 19.30, mentre si
preparava  a chiudere il negozio per tornare a casa. Uno stupratore non ragiona  come un uomo normale, non agisce rispettando parametri di  scelta precisi, ma in base a raptus momentanei, attaccando la prima vittima che incontra, e questo rende la frase “tanto a me non capiterà mai” come la più sbagliata che si possa pensare.Questa vicenda dimostra anche come una donna, palesemente inferiore come forza e struttura (donna di 61 anni, contro un giovane molto prestante),sia riuscita a difendersi in modo efficace pur non conoscendo  nessuna tecnica,ma solo scaricando tutta la sua rabbia.Forse si tratta di quella rabbia che muove una donna che si trova allimprovviso vittima di una situazione del genere.
Fra  le    tenciche  di autodifesa  oltre  a quelo della  foto a  destra  in alto   c'è  quello  di colpire  alle  parti basse  .  Infatti Alcune parti del corpo umano sono più sensibili di altre. Si chiamano punti vitali. Ecco le zone sensibili a cui mirare. Testa: occhi, tempie,  mento e naso. Tronco: ascelle, clavicole, plesso solare, fegato e reni. Arti inferiori: testicoli, quadricipiti e ginocchia.Ricevere un colpo in un  punto vitale sorprende l’aggressore, che può  mollare la presa. Scappate velocemente.

26.11.24

culturamente mainate ha presentato Donna Fenice V – Crisalidi” di Barbara Cavazzana“

 




Ieri sera in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne si è svolto presso il Centro Culturale Lena Lazzari di Malnate (Va) l’evento curato da  Barbara Cavazzana“Donna Fenice V – Crisalidi”. In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, il Centro Culturale Lena Lazzari di Malnate ospiterà un evento speciale a partire dalle ore 21:00. Promosso da Pro Loco Malnate APS, Agedo Varese ODV e patrocinato dalla Città di Malnate, l’iniziativa si presenta come un momento di riflessione, arte e confronto.
Infatti  l
’evento, curato da Barbara Cavazzana,   come  confermato    da questo  spezzone   video riportato sotto per  la  gentile concessione di Cristian Porcino  ,  si propone di attraversare i “paesaggi calpestati dalla rabbia e dall’abuso”, restituendo luce e speranza attraverso l’arte e la parola. Un invito rivolto a tutti per affrontare un tema complesso con sensibilità e profondità. 


 Oltre  a Cristian   ha visto   la  partecipazione 
di numerosi ospiti che hanno contribuito   con le loro performance e testimonianze: Gianni Gandini  Roberto Capellaro  Roberta Barbatelli  Cristian Porcino
  • Italo Carloni  Paolo Martarelli  Cinzia Stracchi
Ogni intervento è stato  finalizzato a sensibilizzare il pubblico, offrendo uno sguardo sulle storie e sui percorsi di rinascita delle donne vittime di violenza. L’evento si concluderà con un dibattito aperto per favorire il confronto e la comprensione del fenomeno.In apertura dello spettacolo è stato proiettato un video ( qui riportato  )  contenente una  riflessione inedita del Prof. Cristian Adriano Porcino Ferrara sulla violenza di genere.






21.6.24

Cagliari ennesima donna morta di prepotenza maschile e domestica

  Ignazia Tumatis, 59 anni, di Cagliari, ieri sera l'ha fatta grossa.È andata a vedere la partita, fuori casa, è rientrata tardi, cose che, lo capite anche voi, non si fanno, e addirittura, una volta rientrata a casa avrebbe riso in faccia al marito Luciano Hellies, che l'avrebbe prontamente fatta fuori con dieci coltellate, avvisando poi le figlie " ho ammazzato la mamma". Quest'ultimo femminicidio , come gli altri d'altronde,mi sconquassa dentro . L'ennesimo femminicidio a Cagliari racconta il solito, triste mondo, fatto di divieti, di controllo ostinato, di uomini che chiudono le loro compagne in recinti fatti di stereotipi e pregiudizi, e che esercitano violenza con una leggerezza che ti lascia questo vuoto assoluto.
Un abisso in cui << precipitiamo in tante e da cui liberarsi è pressoché impossibile.>> ( Patrizia Caddau )



Infatti come  

Patrizia Cadau 7h


Non sapevo bene come definire meglio il brutale femminicidio di Cagliari .Per fortuna mi è venuto incontro un commentatore tipo degli articoli sui giornali. Gli ho chiesto il permesso di poter condividere la sua riflessione sull'ennesima donna morta di prepotenza maschile e domestica per argomentare la genesi della violenza, i pregiudizi che la determinano. Mi ha detto che era un commento pubblico e che potevo condividerlo.Grazie, Andrea: meglio di così, il patriarcato, non poteva essere detto.



25.11.23

Giovanna e Vera, mamme di due vittime di femminicidio: "Noi condannate all'ergastolo del dolore"






 Concludo i miie post    sulla settimana  contro la  violenza di genere  \  femminicidio   contrapponendo  al silenzio  ed  indifferenza    ed  una legge   solo repressiva   ed  peraltro piena  di buchi   secondo alcuni  giuristi\e    come le  grida  manzoniane  

con le storie di Giovanna e Vera.mamme di due vittime di femminicidio: "Noi condannate all'ergastolo del dolore"  Vite parallele di due donne che patiscono  tale  “l’ergastolo del dolore”. Una pena diversa da quella dei loro carnefici perché “se ti comporti bene in carcere puoi essere premiato” dicono condividendo le stesse paure. Giovanna Zizzo è la mamma di Lauretta Russo uccisa dal padre il 21 agosto 2014 a San Giovanni La Punta, in provincia di Catania, mentre dormiva tenendosi stretta alla sorella Marika rimasta gravemente ferita. Vera Squadrito è invece la mamma di Giordana Di Stefano uccisa il 7 ottobre 2015 dall’ex compagno con 48 coltellate a Nicolosi, sempre nel Catanese. A sostenerle c’è padre Giovanni La Rosa, sacerdote anglicano della chiesa di Randazzo. Insieme raccontano il loro dolore.

23.11.23

sarebbe ora di cambiare argomento lasciamola in pace se non fosse per la shitstorm a cui lei ed la sorella sono sottoposte

 Vero la  vignetta di     Vauro  ha ragione . lasciamola in pace . ma ce davanti  a  certi  articoli I II ( qui quelli fra i più vergognosi )  di siti pseudo alternativi che dicono e si presentano   con frasi del  tipo  : <<   Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram su .... >> oltre  alle dichiarazioni   imbelli   (  metaforicamente  parlando  del  suo legale    I  II ) è   impossibile stare zitti ed non replicare e  venire  memo  a    quanti  già detto  nel post  : <<  nei casi di gravi eventi come il femminicidio o violenza di genere se non sia nient'altro da dire meglio il silenzio . mie considerazioni su GiuliaCecchettin ... >>
Capisco essere  contrari   o avere un altro   punto di vista sulle  cause   ed sula  definizione vioenza   di genere  feminicidio  , ma   lanciare  💩🤬  ed  insulti  personali  e  dire  boiate     vedi url    citati nelle prime righe  e  nel  post  :<< Questo (non) avrei voluto sentir dire su Giulia e  le vittime di femminicidi  >>,  mi  fanno  pensare   anche    a me   la frase  in senso   opposto   pronunciata    da   un   famoso   lachè    durante     uno dei   programma  d'approfondimento in cui  si  dibatteva   ssul'argomento  



Quindi   per  favore    evitateci   tali discorsi o commenti  ormai vetusti   che   risalgono al tempo dei  miei avi ,  quando  il femminismo   stava  nascendo   .  

7.9.23

Sesso e abusi secondo i teenager. "Toccare non è violenza" e "l'abito può provocarla" per 1 su 5. Se non si risolve il problema alla base è inutile istituire giornate come il 25 novembre

  inutile  fare le  giornate    contro il  femminicidio     se  non si è capice  d'affrontare il problema   alla  radice    e s'affonta  solo   dal punto di vista  repressivo ed  propagandistico .  Infatti  : 

Sesso e abusi secondo i teenager. "Toccare non è violenza" e "l'abito può provocarla" per 1 su 5
Storia di webinfo@adnkronos.com (Web Info) •1 ora/e

(Adnkronos) - Toccare le parti intime di una persona senza il suo consenso "non è violenza" per 1 adolescente su 5. Una stessa quota pensa che le ragazze possano provocare la violenza sessuale se mostrano un abbigliamento o un comportamento provocante. Solo alcuni dei dati che emergono da un'indagine condotta da Ipsos per ActionAid su un campione rappresentativo di circa 800 ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni. 
Video correlato: Sesso e violenza: così i giovani diventano dei "mostri" (Mediaset)

Perché si diventa oggetto di violenza? In risposta a questa domanda al primo posto vengono indicate le caratteristiche fisiche (50%), poi l’orientamento sessuale (40%) e l’appartenenza di genere (36%). Il primo danno indicato dal 27% degli intervistati, senza distinzione di genere, è il malessere psicologico, al secondo posto isolamento e depressione (21%) e al terzo posto disagio e vergogna (18%). Un altro dato significativo è che "non sempre i ragazzi e le ragazze che subiscono una qualche forma di violenza poi la denunciano", evidenziano gli autori. Il motivo principale è la vergogna nel raccontarlo al mondo adulto, seguita dalla paura a dirlo e l'inutilità della denuncia, il timore di ulteriori minacce da parte dell’aggressore. Nella fascia di età 17-19 anni si registra la più alta frequenza di atti violenti subiti, che può derivare - interpretano gli autori - da una maggior consapevolezza di quanto viene vissuto.
RAGAZZE NEL MIRINO - Fra le convinzioni condivise da una quota minoritaria seppur significativa di teenager c'è quella che le ragazze possano provocare la violenza sessuale se mostrano un abbigliamento o un comportamento provocante. E molti di più, 4 su 5, credono che una donna, se davvero non lo vuole, può sottrarsi a un rapporto sessuale. Chi subisce violenza? Le ragazze più dei ragazzi, analizzano i giovani nella ricerca. Sono loro a vivere con maggior frequenza atti di violenza tra pari, in qualsiasi forma si manifesti: molto più spesso dei coetanei maschi assistono a gossip, prese in giro, insulti, scherzi, esclusione di persone dai gruppi, a situazioni in cui le parti intime vengono toccate senza consenso, alla diffusione non consensuale di foto e video di situazioni intime.  Inoltre, rileva l'indagine, le ragazze rischiano più spesso di ricevere molestie verbali mentre camminano per strada, di essere toccate nelle parti intime, di essere vittime di scherzi o commenti a sfondo sessuale e della diffusione di foto/video che le ritraggono in situazioni intime. I ragazzi invece rischiano principalmente di essere picchiati e le persone transgender/fluide/non binarie di venire insultate.   [.... ]

25.4.23

se non ti uccide il carnefice ed il femminicida ti uccide lo stato e l'opinione pubblica il caso di Barbara Bartolotti

leggi  anche 
Donna picchiata e ridotta in fin di vita racconta la sua storia ▷ "Chiedo giustizia di fronte a uno Stato che non c'è!" (radioradio.it)

dal  gruppo   facebook  ColorPorpora

 Barbara Bartolotti nel 2003 è stata colpita con martellate al cranio, coltellate all'addome (con perdita del feto che portava in grembo), calci e pugni al fine di sfigurarla, ed è stata data a fuoco da un collega geloso del fatto che lei avesse un marito e lo avesse rifiutato. La forza di questa donna l'ha portata a fingersi morta per poi scappare sulla tangenziale per chiedere aiuto, mentre era mezza carbonizzata.


Dopo 10 giorni di coma, 6 mesi di ospedale, 27 interventi e la paura di morire è rinata più forte di prima.Il collega di lavoro avrebbe dovuto fare 25 anni di galera per tentato omicidio della donna.
Reo confesso e dopo vari patteggiamenti, gli danno 4 anni di domiciliari. Con L’ indulto non ne ha scontato nemmeno uno.
Lei non trova più lavoro: le dicono che non la vogliono perché "fa impressione". Lui lavora in banca, ha fatto carriera e si è sposato. Lei è stata licenziata da quella banca, perché tra i vari capi c'era lo zio dell'aggressore. Nel 2016, Barbara ha fondato l'associazione Libera di Vivere.

7.2.23

"Educhiamo gli uomini"...lo sento ripetere da mesi. quindi educhiamo anche le donne ad essere preda

 in  sinesi  scusate  se  mi ripeto  

non insegnare a tua figlia ad essere preda \
insegna a tuo figlio a non essere cacciatore
( joumana haddad poetessa libanese )

"Educhiamo gli uomini"...led anche giusto ma lo sento ripetere da mesi. Certo, educhiamo ANCHE gli uomini, ma prima cresciamo le bambine nell'indipendenza emotiva. Insegniamo loro che é possibile vivere anche senza un uomo, che l'amore é fatto di rispetto e che la felicità é un diritto. Diciamo loro che una donna é donna anche senza figli.Che per imparare a cucinare e a sistemare casa ci sarà sempre tempo .E che il sesso é una gioia, non un dovere ! Perché finché si continua a

ripetere solo che tocca educare gli uomini, si continua a dare a questi ultimi una condizione di vantaggio. E pure queste madri che dovrebbero educare i figli maschi, ma con che criterio li possono educare se nessuno ha fatto vedere loro cosa sia una donna ! No, cazzo ! Insegniamo alle donne a riconoscere i mostri, a sganciarsi dai bisogni, a chiudere i rapporti quando diventano tossici Insegniamo ad entrambi che lasciare andare e lasciare é importante. E non esiste il fallimento, esiste l'esperienza. Infatti Rita Levi-Montalcini diceva:" Se istruisci un bambino, avrai un uomo istruito. Se istruisci una donna, avrai una donna, una famiglia e una società istruita”.

14.1.23

"Niente sorrisi e abiti provocatori": polemica per l'opuscolo anti-stupro nelle scuole di Cividale del Friuli e vecchi stereotipi sulla violenza di genere

 Prima di iniziare il post in questione vorrei precisare alcune cose in modo a rispondere ad alcune accuse accuse di misoginia e di sessismo per aver riportato un post neppure mio (  Niente di nuovo da metoo italiano di Daniele carbini alias Alinetu pipe  ) sul Me Too (noto anche come #MeToo ) in italia

1)   non sempre    condivido  i  post   dei   compagni  di strada  o  di  viaggio   che  scrivono   o  che mi  autorizzano  a prendere   i  loro  post   ed  a riportarli    qui .  Se  li  riporto    perché  il  blog  è nato  con l'intento  oltre  di  trovare  tematiche  in  comune  , per  confrontarsi  ,  ma soprattutto   per  dare  voce  a  chi  non ha  voce  o  diffondere   post   interessanti  (  dipende  dal punto  di  vista  ) che  avrebbero  una  diffusione  di  nicchia  e per  pochi  .,   2)  non  sono sessista  o misogino     o  almeno  non completamente  visto  che  ci  lotto    continuamente  \   giorno   per  giorno   contro  il mio  maschio alfa    ed  il post    che  riporto  sotto     testimonia  il  contrario  per  chi  vuole  vedere   oltre le  apparenze  e senza prosciutti  negli occhi  .  3 ) la  contraddizione ed  il  cambiare  idea   che  trovate     leggendo  qui  e  sui  miei  social  i miei scritti  \   prese  di posizione    fa  parte  dell'essere  umano soprattutto     quelli  che  non  vogliono  vivere    fissi ed  immobili   mentre  tutto fuori  cambia     cioè come  monumento  

Dopo  questo pippone  veniamo al post   d'oggi   .
Ho  letto su repubblica     del  113\1\2023   un articolo   di Viola Giannoli  in cui  si  parla   di     



Un vademecum rivolto alle donne con i consigli sui luoghi da frequentare, il modo in cui vestirsi e come comportarsi in discoteca. Gli studenti: "Criminalizza le vittime e non previene le aggressioni". L'opposizione: "Va ritirato, degno di un regime fondamentalista". Serracchiani (Pd): "Pregiudizi maschilisti". La replica della sindaca: "Diffuso già da tre anni, ma confrontiamoci sui contenuti" Evitate "abbigliamento stravagante o succinto" che può richiamare "l'attenzione di persone particolarmente violente che hanno travisato le intenzioni della vittima". "Non fate sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti". "Ricordate che l'aggressore osserva e seleziona le vittime anche sulla base di alcuni particolari come gioielli e l'abbigliamento eccessivamente elegante o vistoso". La ricetta anti-stupri rivolta alle donne arriva da un opuscolo distribuito dal Comune di Cividale del Friuli e dalla Regione Friuli Venezia anche nelle scuole superiori della cittadina da poco più di 10mila abitanti. Ed è polemica. A partire dagli studenti secondo i quali il vademecum è "inaccettabile" per le frasi contenute, soprattutto perché parte da "consigli" dati alle potenziali vittime di violenze di genere, anziché da una strategia di prevenzione che inizi dagli aggressori.
  e  delle    giustissime    proteste  degli studenti 

"Le nostre rivendicazioni riguardano l'educazione all'affettività all'interno delle scuole, per un reale cambiamento - spiega Beatrice Bertossi, coordinatrice del Movimento studentesco per il futuro - Non vogliamo opinioni su come ci dobbiamo vestire".
Nei corridoi del Convitto nazionale Paolo Diacono sono comparsi anche cartelli di dissenso: "Condanniamo la violenza patriarcale nelle scuole", "Giù le mani dai nostri corpi, la violenza non è mai giustificata", "Contro ogni oppressione, contro ogni oppressore". E i ragazzi si sono riuniti in assemblea "per verificare quali altre iniziative di protesta possiamo organizzare per ribadire la nostra corale condanna a un'iniziativa di questo tipo. Siamo convinti che alla violenza ci si oppone con l'educazione e la prevenzione delle aggressioni, non con la loro legittimazione, non con una narrativa tossica che colpevolizza le vittime", aggiunge Bertossi.

  e  del fatto  che   ,  giuntamente,  le  opposizioni       ne  hanno  chiesto  il  ritiro   .  Infatti   l'opuscolo "Prevenire le aggressioni, combattere la violenza" è finito al centro anche della polemica politica con interrogazioni da parte dei consiglieri comunali e regionali di opposizione e la repliche indignate del Pd nazionale.
"Siamo senza parole - è intervenuto il consigliere Alberto Diacoli a nome di Prospettica Civica - davanti a un opuscolo in cui si colpevolizzano comportamenti che invece dovrebbero appartenere alla normale vita e alla libertà di ogni individuo". Sempre dai banchi dell'opposizione, Emanuela Gorgone (Civi_Ci), aggiunge che "è sconfortante verificare una volta di più come l'argomento della violenza, in particolar modo quella sulle donne, sia affrontato in maniera superficiale e stereotipata". Mentre il consigliere regionale Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) chiede il ritiro immediato dell'opuscolo "che viola le pari opportunità ed è discriminatorio nei confronti di chi subisce" e le scuse "per aver suggerito comportamenti degni di un regime fondamentalista". Honsell si dice "intenzionato a presentare un'interrogazione" perché "la prevenzione non può ridursi a capovolgere il ruolo tra vittime e carnefici. Si deve invece investire il denaro pubblico nell'educazione attraverso corsi di educazione all'affettività e prendere posizione in modo netto e forte contro la cultura maschilista e patriarcale, ancora così presente in tanti ambienti della nostra società".
La replica della sindaca di Cividale, Daniela Bernardi, non  solo    si  difende   << Sono contenta che l'opuscolo, redatto da psicologi, che realizziamo già da tre anni, sia stato finalmente letto dagli studenti delle nostre scuole con spirito critico. >>   Infatti    che  sempre  più persone     non solo  esponenti    dell'opposizione  considerino i consigli dati 'anacronistici' testimonia che sono giovani che vivono situazioni normali e senza particolari disagi  ed   il   fatto   che  << L'amministrazione è naturalmente a disposizione - prosegue la prima cittadina - a sedersi attorno a un tavolo per confrontarsi con gli studenti e le scuole, capire quali siano le loro effettive esigenze e rimodellare i contenuti di un opuscolo che voleva essere un momento di riflessione >>.


Infatti bisogna insegnare nelle scuole ai ragazzi e alle ragazze a : << non insegnare a tua figlia ad essere preda \insegna a tuo figlio a non essere cacciatore  >> ( joumana haddad ) cioè

  •  quando  c'è  un  consenso  e  quando  no
  •  che  non tutti    gli uomini    sono dei mandrilli arrapati   e  con gli ormoni a mille  pronti a  saltarti addosso  
  •   che  una   donna   dev'essere  libera  di scegliere   come potersi vestire   e   di " provocare  "  condurre  il  gioco  della  seduzione    \  corteggiamento  . Ma  allo stesso tempo   non  son  di proprietà  d nessuno   e  affamate  di .....  sesso   cioè  sempre  disponibili  v
non   Non insegnate ai bambini la  vostra  morale  .
Concludo co  quanto  mi  ha  risposto    , qui  la  discussione  ,  in  un  post    di Cristina Correani
  sull'ultimo  femminicidio  e  la  reazione  della  gente    visto    che     avvenuto    in  un  luogo  pubblico  ed  affollato   


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Amantìa Aisha Martinelli
Giuseppe Scano il patriarcato crediamo sia retaggio medioevale, ma è sempre presente più o meno strisciante, in mille modalità. Ma pare che non si vogliano vedere perché dopo aver raggiunto la parità elettorale[e su quella e le quote rosa ci sarebbero da dire e scrivere tomi]sembra tutto fatto, mentre tutto il resto viene sistematicamente ignorato, forse perché metterebbe in discussione l'illusione che abbiamo di essere evolutə e di aver raggiunto un grado alto di civiltà. Ma davanti a questi terribili episodi capiamo quanto ci sia ancora da fare sulle disparità, che sono di matrice patriarcale, che ci piaccia o no. Anche gli uomini sono "vittime" del ruolo che il patriarcato ha imposto loro nel millenni:comportato da uomo, sono cose da femmina, non piangere come una femmina, devi essere forte, sei un eroe della patria , sei il capo famiglia. E poi quando i fatti o le situazioni si presentano diversamente, anche i maschi si destabilizzano e o non sanno reagire positivamente o ne escono frustrati e compiono azioni gravissime. Non è un caso che dopo aver uccisi si uccidano o ci tentino. Mi piacerebbe fare un'assemblea pubblica cittadina, in ogni luogo, su questo tema del patriarcato che schiaccia donne ma anche uomini che non lo accettano o se lo accettano, prima o poi anche loro ne saranno vittime . Bisognerebbe lavorare sulle nuove generazioni già dalla scuola materna, insieme ai genitori, portatori di modelli stereotipati e patriarcali, forse da lì si può iniziare a costruire una nuova educazione sentimentale

con questo   è tutto  

10.12.22

non c'è solo il femminicidio c'è anche la violenza ostetrica il caso di Silvia: “Mi hanno chiesto quando alle analisi pre parto : ‘questo bambino lo vuoi o sei qui perché ti sei divertita una sera?

 Non esiste solo  e questo caso  riportato  da  https://www.fanpage.it  qui  per  l'articolo   completo  

Silvia: “Mi hanno chiesto: ‘questo bambino lo vuoi o sei qui perché ti sei divertita una sera?' 
Silvia è una donna che oggi ha trentatré anni. Dieci anni fa ha partorito in un ospedale del nord Italia. “Ho deciso di raccontare la mia storia perché altre donne non debbano subire ciò che è capitato a me”.

e   di cui trovate    nel  video  sotto  un riassunto


Ora  al  femminicidio  fisico ma anche la  violenza    ostetrica    che   può  essere    considerata   come  un femminicidio   morale . Esso   viene praticato dai consciamente ed inconsciamente nelle strutture mediche ( nel caso in questione    quella  ginecologica ) ma anche in ogni luogo ad iniziare dai media . Vedi il caso di Sabrina Quaresima, che ha tenuto banco sui media e sulla rete tra questa  primavera e quest' estate 50 anni, dirigente scolastica del liceo Montale di Roma, avrebbe avuto una breve storia  con un alunno del suo liceo . Se prima , parlo di quando avevo 12\13 anni e alle medie ci avevano fatto fare (all'epoca su chiamava così ) un unità di fattiva dedicata alle donne , ridevo e sminuivo l'argomento  con affermazioni    del  tipo  per  citare  le  più  educate e  che  sopravvivono in me    ancora  oggi  :  <<    che   bisogno  di truccarsi  sono    belle  al naturale  >>  o   << ì   che  bisogno    di mettersi i  tacchi  ,  ti metti un  paio  di scarpe  normali  >> , ecc   ora nel corso degli anni ho cambiato idea  e mi batto per quello che posso fare come singolo per i diritti e la  non essere discriminazione delle donne .  Infatti  anche questa testimonianza  dimostra che abbiamo ancora molta strada da fare .  Anche se  può essere considerato pur non portando alla morte fisica o cicatrici  sul fisico è sintomo oltre che di mancanza di rispetto e di mala sanità  soprattutto in una fase come quella del parto così delicata ed impegnativa per una donna , di una violenza psicologica / un femminicidio psicologico. Datemi pure del femminista i del buonista per quel che me ne frega ma qualunque individuo al di là del sesso  non dovrebbe essere  trattato in modo simile

26.11.22

a dimostrazione che non serve una giornata per parlare del femmicidio la storia di Marina Contino ispettrice di polizia : "Insegno agli operatori di polizia ad accogliere le vittime e ad ascoltarle col cuore"

Con questo post chiudo sulle tematiche del 25 novembre , almeno fino , spero il più tardi possibile , fino al prossimo femminicidio .  

Leggo su repubblica online d'oggi 26 NOVEMBRE 2022 la storia della drigente della Polizia di Stato Marina Contino, che ha da quanto riporta ( qui l'articolo completo ) il sito https://www.viterbonews24 ha preso il posto di Fabio Berrilli trasferito alla Direzione Centrale Polizia di Prevenzione di Roma. Marina Contino, romana, ha frequentato il corso quadriennale presso l’Accademia di Polizia e, dopo essere stata assegnata alla Scuola Agenti di Vibo Valentia, ha prestato servizio presso le Questure di Palermo, Bari e Roma, ove ha diretto la Squadra Volante e la Centrale Operativa. E’ stata poi trasferita alla Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza al Servizio di Analisi Criminale, ove ha curato in particolare la Banca Dati Interforze. Dopo essersi specializzata con due master specifici, si è occupata di violenza in genere ed in particolare di stalking.
Ma ora Basta  divagare    . Ecco  l'articolo      di repubblica  online  

Violenza sulle donne, Marina Contino: "Insegno agli operatori di polizia ad accogliere le vittime e ad ascoltarle col cuore"
                                            di Salvo Palazzolo




  

"Quando una donna entra in un ufficio di polizia, devi iniziare ad ascoltarla col cuore, con gli occhi, con la pancia. Non puoi metterti subito a scrivere un verbale". La dottoressa Marina Contino, direttore della prima divisione del Servizio centrale anticrimine della polizia, che si occupa di violenza di genere e minori, insegna una cosa soprattutto ai colleghi più giovani: "La vittima di abusi e violenze è diversa dalla vittima di qualsiasi altro tipo di reato. Anche l'autore è del tutto particolare. E, allora, bisogna attrezzarsi per capire chi ti sta parlando, anche con i suoi silenzi".

Cosa bisogna fare per accogliere davvero una donna che vuole denunciare?

"E' la domanda che continuiamo a ripeterci, per aggiornare sempre di più i pacchetti formativi destinati a tutti gli operatori di polizia, sia quelli che iniziano ad indossare la divisa, sia quelli che già la indossano da tempo, anche con incarichi di responsabilità all'interno di un ufficio. In questa trincea non bisogna mai smettere di attrezzarsi. E l'obiettivo è sempre uno, mettere a proprio agio la donna vittima di reato. L'audizione è davvero un momento particolare, mi è capito di ascoltare donne che all'improvviso hanno ritrattato".

Per quale ragione?

"Perché la paura prende il sopravvento. Oppure la speranza che il marito cambi. O la voglia di perdonare. Oppure, può scattare la vergogna di raccontare certi episodi. Ai giovani poliziotti sottolineamo che quello non è un interrogatorio, ma un momento delicatissimo che va gestito con grande cura. In questo senso, anche il luogo dell'accoglienza della donna deve essere preparato con attenzione".

Quali caratteristiche deve avere la stanza dell'ascolto?

"Il tavolo attorno a cui ci si ritrova dovrebbe essere di vetro. E comunque sempre tondo, mai con gli spigoli. La sedia deve essere fissa, non con le rotelle, in modo da dare la sensazione di stabilità. Sono consigli di massima. E, poi, non è detto che la denuncia debba essere presa in un ufficio di polizia. Ce lo dice la straordinaria esperienza dei camper sparsi in giro per l'Italia, per la campagna 'Questo non è amore': 




sono migliaia le donne che si avvicinano a parlare a noi poliziotti".

Con l'entrata in vigore del Codice rosso com'è cambiata la formazione?


"L'ispettorato delle scuole organizza programmi specifici per gli allievi agenti e gli allievi vice ispettori. Con l'aiuto di specialisti si studia tutto ciò che vuol dire attenzione alla vittima della violenza di genere. Si approfondisce inoltre l'utilizzo dell'applicativo Scudo, la grande banca dati interforze dove confluiscono tutti gli episodi, anche apparentemente non rilevanti, che riguardano una vittima. Corsi ci sono anche per chi si occupa delle indagini su questo tipo di reato".

Come avete fatto durante il lockdown, quando il numero delle denunce è cresciuto vertiginosamente?


"Il percorso di formazione non si è fermato: il servizio centrale di sanità ha coinvolto on line 700 operatori sul tema dell'accoglienza della vittima".

Qual è l'argomento più importante su cui battete per adesso?


"E' l'ammonimento da parte dei questori, uno strumento semplice e di grande efficacia come ripete il prefetto Francesco Messina, il direttore centrale anticrimine, da cui dipende il servizio centrale anticrimine. Un richiamo e un invito al maltrattante a fare un percorso di recupero. Una circolare del prefetto Messina ha sollecitato gli uffici a risentire le donne che hanno chiesto l'ammonimento, per chiedere se hanno bisogno di qualcosa".

Come fare emergere i casi che non vengono denunciati?

"A questo serve la formazione specifica, per saper cogliere anche i più piccoli segnali del disagio di una donna. E saper dare il consiglio giusto".

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...