Iniziamo questo numero da una mia lettera scritta di getto alla Signora Liliana Segre
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
29.11.24
Diario di bordo n 89 anno II Spett.Liliana Segre ..... ., Ipocrisia culturale e letteraria italiana ., a babbo morto ed altre letture ., lasciare o restare per morire ? ed altro sul 25 novembre
28.11.24
LE VITTIME DI UN PREDATORE SESSUALE NON HANNO ETÀ + Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco colpire alle aprti sensibili del corpo punta XII
molti famminicidi sono il culmine dell’incapacità di molti sistemi dell’incapacità di molti sistemi di protezione di prevenire il femminicidio, nonostante le denunce e le misure restrittive. Per l’uomo violento, uccidere in modo così plateale non è solo un’espressione di rabbia, ma è indice del controllo totale che pretende di avere su una donna. In aggiunta, si consideri come scegliendo un contesto pubblico l’autore del reato abbia voluto rendere la violenza visibile, umiliando la vittima e terrorizzando chi le era accanto. Questa vicenda evidenzia un problema culturale: il persistere di modelli patriarcali in cui la violenza è uno strumento di affermazione di ‘superiorità’ maschile. La scelta di ignorare il divieto di avvicinamento dimostra come molte misure cautelari siano insufficienti senza un’ef!cace sorveglianza e un cambiamento profondo nella mentalità sociale. È solo attraverso un approccio che integri prevenzione, educazione e un sistema di protezione più efficace che si potrà ridurre il numero di vite distrutte da uomini incapaci di accettare la libertà delle donne”Infatti è per quello che riporto quelle puntate sulle tecniche d'usare ( non solo anche se è rivolto ad voi donne ) come autodifesa
Infatti la guida : Manuale di autodifesaI consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco cintura nera di karate sull'ultimo n del settimale giallo riporta un fatto avvnuto quas 10 anni fa
Torniamo indietro nel tempo con una notizia tratta dalla pagina 124 del Televideo di giovedì 16 novembre 2006:“Un uomo ha aggredito e tentato di violentare una commerciante di 61 anni a Reggio Emilia, poco dopo le 19.30, mentre si stava apprestando alla chiusura. Il giovane è entrato nel negozio dove c"era solo la donna che stava completando le ultime operazioni prima di tornare a casa e l"ha colpita duramente con calci e pugni, abbassandosi i pantaloni per cercare anche di violentarla. La donna a quel punto ha reagito con forza riuscendo a evitare di soccombere. Laggressore allora lha colpita di nuovo, ha afferrato la sua borsetta ed è fuggito. Superato lo shock, la negoziante ha avvisato subito il 118 e i carabinieri che, grazie a una precisa descrizione, si sono messi alla ricerca dell"uomo. La donna è ricoverata nell"ospedale cittadino ed è stata giudicata guaribile in un mese”.
Da questa brutta storia di cronaca ci rendiamo conto che ogni donna può essere bersaglio di aggressione sessuale, indipendentemente dall"abbigliamento, dall"avvenenza o dall"età. Ecco perché non mi stancherò mai di ripetere che può succedere a chiunque. Probabilmente quella commerciante di Reggio Emilia non pensava di poter essere aggredita per stupro a 61 anni, alle 19.30, mentre si
preparava a chiudere il negozio per tornare a casa. Uno stupratore non ragiona come un uomo normale, non agisce rispettando parametri di scelta precisi, ma in base a raptus momentanei, attaccando la prima vittima che incontra, e questo rende la frase “tanto a me non capiterà mai” come la più sbagliata che si possa pensare.Questa vicenda dimostra anche come una donna, palesemente inferiore come forza e struttura (donna di 61 anni, contro un giovane molto prestante),sia riuscita a difendersi in modo efficace pur non conoscendo nessuna tecnica,ma solo scaricando tutta la sua rabbia.Forse si tratta di quella rabbia che muove una donna che si trova allimprovviso vittima di una situazione del genere.
Fra le tenciche di autodifesa oltre a quelo della foto a destra in alto c'è quello di colpire alle parti basse . Infatti Alcune parti del corpo umano sono più sensibili di altre. Si chiamano punti vitali. Ecco le zone sensibili a cui mirare. Testa: occhi, tempie, mento e naso. Tronco: ascelle, clavicole, plesso solare, fegato e reni. Arti inferiori: testicoli, quadricipiti e ginocchia.Ricevere un colpo in un punto vitale sorprende l’aggressore, che può mollare la presa. Scappate velocemente.
26.11.24
culturamente mainate ha presentato Donna Fenice V – Crisalidi” di Barbara Cavazzana“
Ieri sera in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne si è svolto presso il Centro Culturale Lena Lazzari di Malnate (Va) l’evento curato da Barbara Cavazzana“Donna Fenice V – Crisalidi”. In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, il Centro Culturale Lena Lazzari di Malnate ospiterà un evento speciale a partire dalle ore 21:00. Promosso da Pro Loco Malnate APS, Agedo Varese ODV e patrocinato dalla Città di Malnate, l’iniziativa si presenta come un momento di riflessione, arte e confronto.
Infatti l’evento, curato da Barbara Cavazzana, come confermato da questo spezzone video riportato sotto per la gentile concessione di Cristian Porcino , si propone di attraversare i “paesaggi calpestati dalla rabbia e dall’abuso”, restituendo luce e speranza attraverso l’arte e la parola. Un invito rivolto a tutti per affrontare un tema complesso con sensibilità e profondità.
Oltre a Cristian ha visto la partecipazione di numerosi ospiti che hanno contribuito con le loro performance e testimonianze: Gianni Gandini Roberto Capellaro Roberta Barbatelli Cristian Porcino
- Italo Carloni Paolo Martarelli Cinzia Stracchi
21.6.24
Cagliari ennesima donna morta di prepotenza maschile e domestica
Infatti come
25.11.23
Giovanna e Vera, mamme di due vittime di femminicidio: "Noi condannate all'ergastolo del dolore"
Concludo i miie post sulla settimana contro la violenza di genere \ femminicidio contrapponendo al silenzio ed indifferenza ed una legge solo repressiva ed peraltro piena di buchi secondo alcuni giuristi\e come le grida manzoniane
23.11.23
sarebbe ora di cambiare argomento lasciamola in pace se non fosse per la shitstorm a cui lei ed la sorella sono sottoposte
Capisco essere contrari o avere un altro punto di vista sulle cause ed sula definizione vioenza di genere feminicidio , ma lanciare 💩🤬 ed insulti personali e dire boiate vedi url citati nelle prime righe e nel post :<< Questo (non) avrei voluto sentir dire su Giulia e le vittime di femminicidi >>, mi fanno pensare anche a me la frase in senso opposto pronunciata da un famoso lachè durante uno dei programma d'approfondimento in cui si dibatteva ssul'argomento
7.9.23
Sesso e abusi secondo i teenager. "Toccare non è violenza" e "l'abito può provocarla" per 1 su 5. Se non si risolve il problema alla base è inutile istituire giornate come il 25 novembre
Sesso e abusi secondo i teenager. "Toccare non è violenza" e "l'abito può provocarla" per 1 su 5
Storia di webinfo@adnkronos.com (Web Info) •1 ora/e
Perché si diventa oggetto di violenza? In risposta a questa domanda al primo posto vengono indicate le caratteristiche fisiche (50%), poi l’orientamento sessuale (40%) e l’appartenenza di genere (36%). Il primo danno indicato dal 27% degli intervistati, senza distinzione di genere, è il malessere psicologico, al secondo posto isolamento e depressione (21%) e al terzo posto disagio e vergogna (18%). Un altro dato significativo è che "non sempre i ragazzi e le ragazze che subiscono una qualche forma di violenza poi la denunciano", evidenziano gli autori. Il motivo principale è la vergogna nel raccontarlo al mondo adulto, seguita dalla paura a dirlo e l'inutilità della denuncia, il timore di ulteriori minacce da parte dell’aggressore. Nella fascia di età 17-19 anni si registra la più alta frequenza di atti violenti subiti, che può derivare - interpretano gli autori - da una maggior consapevolezza di quanto viene vissuto.
RAGAZZE NEL MIRINO - Fra le convinzioni condivise da una quota minoritaria seppur significativa di teenager c'è quella che le ragazze possano provocare la violenza sessuale se mostrano un abbigliamento o un comportamento provocante. E molti di più, 4 su 5, credono che una donna, se davvero non lo vuole, può sottrarsi a un rapporto sessuale. Chi subisce violenza? Le ragazze più dei ragazzi, analizzano i giovani nella ricerca. Sono loro a vivere con maggior frequenza atti di violenza tra pari, in qualsiasi forma si manifesti: molto più spesso dei coetanei maschi assistono a gossip, prese in giro, insulti, scherzi, esclusione di persone dai gruppi, a situazioni in cui le parti intime vengono toccate senza consenso, alla diffusione non consensuale di foto e video di situazioni intime. Inoltre, rileva l'indagine, le ragazze rischiano più spesso di ricevere molestie verbali mentre camminano per strada, di essere toccate nelle parti intime, di essere vittime di scherzi o commenti a sfondo sessuale e della diffusione di foto/video che le ritraggono in situazioni intime. I ragazzi invece rischiano principalmente di essere picchiati e le persone transgender/fluide/non binarie di venire insultate. [.... ]
25.4.23
se non ti uccide il carnefice ed il femminicida ti uccide lo stato e l'opinione pubblica il caso di Barbara Bartolotti
dal gruppo facebook ColorPorpora
Barbara Bartolotti nel 2003 è stata colpita con martellate al cranio, coltellate all'addome (con perdita del feto che portava in grembo), calci e pugni al fine di sfigurarla, ed è stata data a fuoco da un collega geloso del fatto che lei avesse un marito e lo avesse rifiutato. La forza di questa donna l'ha portata a fingersi morta per poi scappare sulla tangenziale per chiedere aiuto, mentre era mezza carbonizzata.
Dopo 10 giorni di coma, 6 mesi di ospedale, 27 interventi e la paura di morire è rinata più forte di prima.Il collega di lavoro avrebbe dovuto fare 25 anni di galera per tentato omicidio della donna.
7.2.23
"Educhiamo gli uomini"...lo sento ripetere da mesi. quindi educhiamo anche le donne ad essere preda
in sinesi scusate se mi ripeto
non insegnare a tua figlia ad essere preda \
insegna a tuo figlio a non essere cacciatore
( joumana haddad poetessa libanese )
"Educhiamo gli uomini"...led anche giusto ma lo sento ripetere da mesi. Certo, educhiamo ANCHE gli uomini, ma prima cresciamo le bambine nell'indipendenza emotiva. Insegniamo loro che é possibile vivere anche senza un uomo, che l'amore é fatto di rispetto e che la felicità é un diritto. Diciamo loro che una donna é donna anche senza figli.Che per imparare a cucinare e a sistemare casa ci sarà sempre tempo .E che il sesso é una gioia, non un dovere ! Perché finché si continua a
ripetere solo che tocca educare gli uomini, si continua a dare a questi ultimi una condizione di vantaggio. E pure queste madri che dovrebbero educare i figli maschi, ma con che criterio li possono educare se nessuno ha fatto vedere loro cosa sia una donna ! No, cazzo ! Insegniamo alle donne a riconoscere i mostri, a sganciarsi dai bisogni, a chiudere i rapporti quando diventano tossici Insegniamo ad entrambi che lasciare andare e lasciare é importante. E non esiste il fallimento, esiste l'esperienza. Infatti Rita Levi-Montalcini diceva:" Se istruisci un bambino, avrai un uomo istruito. Se istruisci una donna, avrai una donna, una famiglia e una società istruita”.
14.1.23
"Niente sorrisi e abiti provocatori": polemica per l'opuscolo anti-stupro nelle scuole di Cividale del Friuli e vecchi stereotipi sulla violenza di genere
Prima di iniziare il post in questione vorrei precisare alcune cose in modo a rispondere ad alcune accuse accuse di misoginia e di sessismo per aver riportato un post neppure mio ( Niente di nuovo da metoo italiano di Daniele carbini alias Alinetu pipe ) sul Me Too (noto anche come #MeToo ) in italia
1) non sempre condivido i post dei compagni di strada o di viaggio che scrivono o che mi autorizzano a prendere i loro post ed a riportarli qui . Se li riporto perché il blog è nato con l'intento oltre di trovare tematiche in comune , per confrontarsi , ma soprattutto per dare voce a chi non ha voce o diffondere post interessanti ( dipende dal punto di vista ) che avrebbero una diffusione di nicchia e per pochi ., 2) non sono sessista o misogino o almeno non completamente visto che ci lotto continuamente \ giorno per giorno contro il mio maschio alfa ed il post che riporto sotto testimonia il contrario per chi vuole vedere oltre le apparenze e senza prosciutti negli occhi . 3 ) la contraddizione ed il cambiare idea che trovate leggendo qui e sui miei social i miei scritti \ prese di posizione fa parte dell'essere umano soprattutto quelli che non vogliono vivere fissi ed immobili mentre tutto fuori cambia cioè come monumento
Dopo questo pippone veniamo al post d'oggi .
Ho letto su repubblica del 113\1\2023 un articolo di Viola Giannoli in cui si parla di
Un vademecum rivolto alle donne con i consigli sui luoghi da frequentare, il modo in cui vestirsi e come comportarsi in discoteca. Gli studenti: "Criminalizza le vittime e non previene le aggressioni". L'opposizione: "Va ritirato, degno di un regime fondamentalista". Serracchiani (Pd): "Pregiudizi maschilisti". La replica della sindaca: "Diffuso già da tre anni, ma confrontiamoci sui contenuti" Evitate "abbigliamento stravagante o succinto" che può richiamare "l'attenzione di persone particolarmente violente che hanno travisato le intenzioni della vittima". "Non fate sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti". "Ricordate che l'aggressore osserva e seleziona le vittime anche sulla base di alcuni particolari come gioielli e l'abbigliamento eccessivamente elegante o vistoso". La ricetta anti-stupri rivolta alle donne arriva da un opuscolo distribuito dal Comune di Cividale del Friuli e dalla Regione Friuli Venezia anche nelle scuole superiori della cittadina da poco più di 10mila abitanti. Ed è polemica. A partire dagli studenti secondo i quali il vademecum è "inaccettabile" per le frasi contenute, soprattutto perché parte da "consigli" dati alle potenziali vittime di violenze di genere, anziché da una strategia di prevenzione che inizi dagli aggressori.e delle giustissime proteste degli studenti
"Le nostre rivendicazioni riguardano l'educazione all'affettività all'interno delle scuole, per un reale cambiamento - spiega Beatrice Bertossi, coordinatrice del Movimento studentesco per il futuro - Non vogliamo opinioni su come ci dobbiamo vestire".
Nei corridoi del Convitto nazionale Paolo Diacono sono comparsi anche cartelli di dissenso: "Condanniamo la violenza patriarcale nelle scuole", "Giù le mani dai nostri corpi, la violenza non è mai giustificata", "Contro ogni oppressione, contro ogni oppressore". E i ragazzi si sono riuniti in assemblea "per verificare quali altre iniziative di protesta possiamo organizzare per ribadire la nostra corale condanna a un'iniziativa di questo tipo. Siamo convinti che alla violenza ci si oppone con l'educazione e la prevenzione delle aggressioni, non con la loro legittimazione, non con una narrativa tossica che colpevolizza le vittime", aggiunge Bertossi.
e del fatto che , giuntamente, le opposizioni ne hanno chiesto il ritiro . Infatti l'opuscolo "Prevenire le aggressioni, combattere la violenza" è finito al centro anche della polemica politica con interrogazioni da parte dei consiglieri comunali e regionali di opposizione e la repliche indignate del Pd nazionale.
"Siamo senza parole - è intervenuto il consigliere Alberto Diacoli a nome di Prospettica Civica - davanti a un opuscolo in cui si colpevolizzano comportamenti che invece dovrebbero appartenere alla normale vita e alla libertà di ogni individuo". Sempre dai banchi dell'opposizione, Emanuela Gorgone (Civi_Ci), aggiunge che "è sconfortante verificare una volta di più come l'argomento della violenza, in particolar modo quella sulle donne, sia affrontato in maniera superficiale e stereotipata". Mentre il consigliere regionale Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) chiede il ritiro immediato dell'opuscolo "che viola le pari opportunità ed è discriminatorio nei confronti di chi subisce" e le scuse "per aver suggerito comportamenti degni di un regime fondamentalista". Honsell si dice "intenzionato a presentare un'interrogazione" perché "la prevenzione non può ridursi a capovolgere il ruolo tra vittime e carnefici. Si deve invece investire il denaro pubblico nell'educazione attraverso corsi di educazione all'affettività e prendere posizione in modo netto e forte contro la cultura maschilista e patriarcale, ancora così presente in tanti ambienti della nostra società".
Infatti bisogna insegnare nelle scuole ai ragazzi e alle ragazze a : << non insegnare a tua figlia ad essere preda \insegna a tuo figlio a non essere cacciatore >> ( joumana haddad ) cioè
- quando c'è un consenso e quando no
- che non tutti gli uomini sono dei mandrilli arrapati e con gli ormoni a mille pronti a saltarti addosso
- che una donna dev'essere libera di scegliere come potersi vestire e di " provocare " condurre il gioco della seduzione \ corteggiamento . Ma allo stesso tempo non son di proprietà d nessuno e affamate di ..... sesso cioè sempre disponibili v
[....]
Amantìa Aisha Martinelli
Giuseppe Scano il patriarcato crediamo sia retaggio medioevale, ma è sempre presente più o meno strisciante, in mille modalità. Ma pare che non si vogliano vedere perché dopo aver raggiunto la parità elettorale[e su quella e le quote rosa ci sarebbero da dire e scrivere tomi]sembra tutto fatto, mentre tutto il resto viene sistematicamente ignorato, forse perché metterebbe in discussione l'illusione che abbiamo di essere evolutə e di aver raggiunto un grado alto di civiltà. Ma davanti a questi terribili episodi capiamo quanto ci sia ancora da fare sulle disparità, che sono di matrice patriarcale, che ci piaccia o no. Anche gli uomini sono "vittime" del ruolo che il patriarcato ha imposto loro nel millenni:comportato da uomo, sono cose da femmina, non piangere come una femmina, devi essere forte, sei un eroe della patria , sei il capo famiglia. E poi quando i fatti o le situazioni si presentano diversamente, anche i maschi si destabilizzano e o non sanno reagire positivamente o ne escono frustrati e compiono azioni gravissime. Non è un caso che dopo aver uccisi si uccidano o ci tentino. Mi piacerebbe fare un'assemblea pubblica cittadina, in ogni luogo, su questo tema del patriarcato che schiaccia donne ma anche uomini che non lo accettano o se lo accettano, prima o poi anche loro ne saranno vittime . Bisognerebbe lavorare sulle nuove generazioni già dalla scuola materna, insieme ai genitori, portatori di modelli stereotipati e patriarcali, forse da lì si può iniziare a costruire una nuova educazione sentimentale
10.12.22
non c'è solo il femminicidio c'è anche la violenza ostetrica il caso di Silvia: “Mi hanno chiesto quando alle analisi pre parto : ‘questo bambino lo vuoi o sei qui perché ti sei divertita una sera?
Non esiste solo e questo caso riportato da https://www.fanpage.it qui per l'articolo completo
Silvia: “Mi hanno chiesto: ‘questo bambino lo vuoi o sei qui perché ti sei divertita una sera?'
Silvia è una donna che oggi ha trentatré anni. Dieci anni fa ha partorito in un ospedale del nord Italia. “Ho deciso di raccontare la mia storia perché altre donne non debbano subire ciò che è capitato a me”.
e di cui trovate nel video sotto un riassunto
26.11.22
a dimostrazione che non serve una giornata per parlare del femmicidio la storia di Marina Contino ispettrice di polizia : "Insegno agli operatori di polizia ad accogliere le vittime e ad ascoltarle col cuore"
Ma ora Basta divagare . Ecco l'articolo di repubblica online
Violenza sulle donne, Marina Contino: "Insegno agli operatori di polizia ad accogliere le vittime e ad ascoltarle col cuore"
di Salvo Palazzolo

"Quando una donna entra in un ufficio di polizia, devi iniziare ad ascoltarla col cuore, con gli occhi, con la pancia. Non puoi metterti subito a scrivere un verbale". La dottoressa Marina Contino, direttore della prima divisione del Servizio centrale anticrimine della polizia, che si occupa di violenza di genere e minori, insegna una cosa soprattutto ai colleghi più giovani: "La vittima di abusi e violenze è diversa dalla vittima di qualsiasi altro tipo di reato. Anche l'autore è del tutto particolare. E, allora, bisogna attrezzarsi per capire chi ti sta parlando, anche con i suoi silenzi".
Cosa bisogna fare per accogliere davvero una donna che vuole denunciare?
"E' la domanda che continuiamo a ripeterci, per aggiornare sempre di più i pacchetti formativi destinati a tutti gli operatori di polizia, sia quelli che iniziano ad indossare la divisa, sia quelli che già la indossano da tempo, anche con incarichi di responsabilità all'interno di un ufficio. In questa trincea non bisogna mai smettere di attrezzarsi. E l'obiettivo è sempre uno, mettere a proprio agio la donna vittima di reato. L'audizione è davvero un momento particolare, mi è capito di ascoltare donne che all'improvviso hanno ritrattato".
"Perché la paura prende il sopravvento. Oppure la speranza che il marito cambi. O la voglia di perdonare. Oppure, può scattare la vergogna di raccontare certi episodi. Ai giovani poliziotti sottolineamo che quello non è un interrogatorio, ma un momento delicatissimo che va gestito con grande cura. In questo senso, anche il luogo dell'accoglienza della donna deve essere preparato con attenzione".
Quali caratteristiche deve avere la stanza dell'ascolto?
"Il tavolo attorno a cui ci si ritrova dovrebbe essere di vetro. E comunque sempre tondo, mai con gli spigoli. La sedia deve essere fissa, non con le rotelle, in modo da dare la sensazione di stabilità. Sono consigli di massima. E, poi, non è detto che la denuncia debba essere presa in un ufficio di polizia. Ce lo dice la straordinaria esperienza dei camper sparsi in giro per l'Italia, per la campagna 'Questo non è amore':
sono migliaia le donne che si avvicinano a parlare a noi poliziotti".
Con l'entrata in vigore del Codice rosso com'è cambiata la formazione?
"L'ispettorato delle scuole organizza programmi specifici per gli allievi agenti e gli allievi vice ispettori. Con l'aiuto di specialisti si studia tutto ciò che vuol dire attenzione alla vittima della violenza di genere. Si approfondisce inoltre l'utilizzo dell'applicativo Scudo, la grande banca dati interforze dove confluiscono tutti gli episodi, anche apparentemente non rilevanti, che riguardano una vittima. Corsi ci sono anche per chi si occupa delle indagini su questo tipo di reato".
Come avete fatto durante il lockdown, quando il numero delle denunce è cresciuto vertiginosamente?
"Il percorso di formazione non si è fermato: il servizio centrale di sanità ha coinvolto on line 700 operatori sul tema dell'accoglienza della vittima".
Qual è l'argomento più importante su cui battete per adesso?
"E' l'ammonimento da parte dei questori, uno strumento semplice e di grande efficacia come ripete il prefetto Francesco Messina, il direttore centrale anticrimine, da cui dipende il servizio centrale anticrimine. Un richiamo e un invito al maltrattante a fare un percorso di recupero. Una circolare del prefetto Messina ha sollecitato gli uffici a risentire le donne che hanno chiesto l'ammonimento, per chiedere se hanno bisogno di qualcosa".
Come fare emergere i casi che non vengono denunciati?
"A questo serve la formazione specifica, per saper cogliere anche i più piccoli segnali del disagio di una donna. E saper dare il consiglio giusto".
emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello
Apro l'email e tovo queste "lettere " di alcuni haters \odiatori , tralasciando gli insulti e le solite litanie ...

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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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