molti famminicidi sono il culmine dell’incapacità di molti sistemi dell’incapacità di molti sistemi di protezione di prevenire il femminicidio, nonostante le denunce e le misure restrittive. Per l’uomo violento, uccidere in modo così plateale non è solo un’espressione di rabbia, ma è indice del controllo totale che pretende di avere su una donna. In aggiunta, si consideri come scegliendo un contesto pubblico l’autore del reato abbia voluto rendere la violenza visibile, umiliando la vittima e terrorizzando chi le era accanto. Questa vicenda evidenzia un problema culturale: il persistere di modelli patriarcali in cui la violenza è uno strumento di affermazione di ‘superiorità’ maschile. La scelta di ignorare il divieto di avvicinamento dimostra come molte misure cautelari siano insufficienti senza un’ef!cace sorveglianza e un cambiamento profondo nella mentalità sociale. È solo attraverso un approccio che integri prevenzione, educazione e un sistema di protezione più efficace che si potrà ridurre il numero di vite distrutte da uomini incapaci di accettare la libertà delle donne”Infatti è per quello che riporto quelle puntate sulle tecniche d'usare ( non solo anche se è rivolto ad voi donne ) come autodifesa
Infatti la guida : Manuale di autodifesaI consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco cintura nera di karate sull'ultimo n del settimale giallo riporta un fatto avvnuto quas 10 anni fa
Torniamo indietro nel tempo con una notizia tratta dalla pagina 124 del Televideo di giovedì 16 novembre 2006:“Un uomo ha aggredito e tentato di violentare una commerciante di 61 anni a Reggio Emilia, poco dopo le 19.30, mentre si stava apprestando alla chiusura. Il giovane è entrato nel negozio dove c"era solo la donna che stava completando le ultime operazioni prima di tornare a casa e l"ha colpita duramente con calci e pugni, abbassandosi i pantaloni per cercare anche di violentarla. La donna a quel punto ha reagito con forza riuscendo a evitare di soccombere. Laggressore allora lha colpita di nuovo, ha afferrato la sua borsetta ed è fuggito. Superato lo shock, la negoziante ha avvisato subito il 118 e i carabinieri che, grazie a una precisa descrizione, si sono messi alla ricerca dell"uomo. La donna è ricoverata nell"ospedale cittadino ed è stata giudicata guaribile in un mese”.
Da questa brutta storia di cronaca ci rendiamo conto che ogni donna può essere bersaglio di aggressione sessuale, indipendentemente dall"abbigliamento, dall"avvenenza o dall"età. Ecco perché non mi stancherò mai di ripetere che può succedere a chiunque. Probabilmente quella commerciante di Reggio Emilia non pensava di poter essere aggredita per stupro a 61 anni, alle 19.30, mentre si
preparava a chiudere il negozio per tornare a casa. Uno stupratore non ragiona come un uomo normale, non agisce rispettando parametri di scelta precisi, ma in base a raptus momentanei, attaccando la prima vittima che incontra, e questo rende la frase “tanto a me non capiterà mai” come la più sbagliata che si possa pensare.Questa vicenda dimostra anche come una donna, palesemente inferiore come forza e struttura (donna di 61 anni, contro un giovane molto prestante),sia riuscita a difendersi in modo efficace pur non conoscendo nessuna tecnica,ma solo scaricando tutta la sua rabbia.Forse si tratta di quella rabbia che muove una donna che si trova allimprovviso vittima di una situazione del genere.
Fra le tenciche di autodifesa oltre a quelo della foto a destra in alto c'è quello di colpire alle parti basse . Infatti Alcune parti del corpo umano sono più sensibili di altre. Si chiamano punti vitali. Ecco le zone sensibili a cui mirare. Testa: occhi, tempie, mento e naso. Tronco: ascelle, clavicole, plesso solare, fegato e reni. Arti inferiori: testicoli, quadricipiti e ginocchia.Ricevere un colpo in un punto vitale sorprende l’aggressore, che può mollare la presa. Scappate velocemente.
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